ANCA LUCIAN Il mito di Vlad Dracul
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ANCA LUCIAN Il mito di Vlad Dracul
ANCA LUCIAN Il mito di Vlad Dracul Corso Apprendistato Forum Formazione 1 ANCA LUCIAN Il mito di Vlad Dracul Da Vlad Tepes a Conte Dracula Ecco la storia di Vlad L'impalatore e le leggende che gli hanno dato il nome di Dracula. Come trascorse la sua infanzia da ostaggio, come conquistò il trono della Valacchia e successivamente come venne esiliato e come fu testimone della morte del fratello. Come punì i boieri e gli infedeli impalandoli e lasciandoli in agonia, bruciando vivi centinaia di turchi, impiccandoli o decapitandoli, anche delle tristi foreste piene di cadaveri e altre storie del crudele Dracula. Dracula, uno dei piu famosi personaggi del mondo, e' sempre associate alla Romania, più precisamente, alla Transilvania ( provincial della Romania ), conosciuta come una nebbiosa e misteriosa terra, con molti vampire e castelli. Nessuno dimenticherà questo romantico vampiro, a volte sanguinario, a volte solitario,ma sempre irrequieto. Nessun altro posto, come la Transilvania, e' identificato con i vampiri, fantasmi e scene di sangue.Il luogo storico del personaggio Dracula e nient'altro che la storica figura della Transilvania,Vlad-Tepes. La Transilvania e' un territorio che si trova al centro della Romania, di fatto, e' il più esteso territorio di questo Paese , circondato da tre parti dalle montagne dei Carpazi. La leggenda di questo famoso Dracula ha inizio da un personaggio storico che ricoprì un importante ruolo nel quindicesimo secolo in questa parte di mondo. A quel tempo, Enrico sesto e gli inglesi combatterono nella guerra delle Tre Rose, quando l'Ungheria era governata dal famoso re Rumeno Matei Corvin e quando Mohamed secondo cercava di conquistare l'Europa cristiana. 2 Ragioni diverse causarono la trasformazione del re della Valacchia ( un'altra povincia rumena ) in un attuale vampiro sanguinario. La vera storia ci racconta che Vlad l'impalatore ( Vlad Tepes ) regnò in Valacchia in tre periodi ( 1448;1456-1462;1476) il cui ultimo regno finì con la sua morte. Non dimentichiamo che al tempo i principi salivano al trono e lo abbandonavano grazie agli interessi e all'aiuto dei boieri e dei turchi. Vlad l'impalatore nasce a Sighisoara, nell'anno 1431, in una casa dove suo padre, Vlad secondo Dracul ( anche lui sovrano della Valachia ) visse per cinque anni ( dal 1431 al 1435 ). Questa e' tutt'oggi conservata e trasformata in ristorante ma ha mantenuto alcuni ornamenti e pitture medievali. Vlad secondo ( il padre di Vlad l'impalatore ) faceva parte dell'ordine del Dragone, fondato da Sigismondo di Lussemburgo al fine di combattere e contrastare i turchi. La gente, non abituata alla vista dell'imagine del Dragone diedero l'appellativo, al sovrano, di "Vlad con il diavolo" e, successivamente "Vlad il Diavolo" ( Vlad Dracul ). Nella lingua rumena le parole "dragone" e "diavolo" ( "drac") sono molto simili. Così, Vlad l'impalatore fu soprannominato "Draculea" trasformato poi in "Dracula" il cui significato e' "figlio del Diavolo". Durante l'infanzia, per circa sei anni, dal 1442 al 1448, Vlad e suo fratello Radu, furono prigionieri dei turchi. Nel 1447 il loro padre, Vlad Dracul, fu ucciso per ordine di Iancu di Hunedoara, sovrano della Transilvania, il quale impose un altro sovrano alla Valacchia, Vladislav secondo. L'anno 1448 e' l'anno del primo regno di Vlad l'impalatore. Ritornato in patria riprese il trono della Valacchia ma soltanto per un breve periodo di tempo ( due mesi ), poichè Vladislav secondo, riconquistò il potere con le armi. Gli anni successivi Vlad li trascorse in esilio tra la Moldavia e la Transilvania tra il 1448 e il 1456. Gli anni trascorsi in Turchia , gli anni di esilio , la morte del padre e del fratello maggiore ( Mircea , bruciato vivo ) influenzarono notevolmente il suo carattere per sempre. Il periodo piu' lungo di regno di Dracula va dal 1456 al 1462.La capitale del suo regno fu eletta Tirgoviste dove il suo castello fu eretto a distanza nelle montagne nei pressi del fiume Arges, il Castello di Poienari.La sua prima moglie si suicidò lasciandosi cadere dalla torre del suo castello fra le acque del fiume Arges prima di arrendersi ai turchi. Successivamente Dracula fu arrestato e imprigionato in una torre reale a Buda. Vlad rimase prgioniero per dodici anni. Durante la prigionia Dracula abiuro' il suo credo Ortodosso per abbracciare il cattolicesimo. Interessante notare come la narrative russa, generalmente favorevole a Dracula, ci testimonia come, nonostante la prigionia, il principe non potè rinunciare ai suoi passatempi preferiti: catturava spesso uccelli per torturarli e mutilarli, altri decapitarli o impalarli in spiedini. 3 In questo periodo Dracula si sposo' con una esponente della famiglia regale ungherese ed ebbe due figli che raggiunsero l'età di dieci anni quando il loro padre riconquistò la Valacchia nel 1476. Da sottolineare lo strano legame con la Contessa Ungherese Elisabetta Bathory ( La contessa sanguinaria) il cui cugino, Stefano Bathory, un giorno diventerà principe della Transilvania. La Contessa sanguinaria la moglie di Dracula ? Fu la sua amante ?... Nel 1456 con l'aiuto della Transilvania, così sembra, Vlad l'Impalatore torno' sul trono della Valacchia. La sua idea di politica su cui si basava puo' essere trovata in una lettera scritta ai mercanti dala città di Brasov: "Quando un uomo o un principe ha il potere ed e' rispettato ( nel suo Paese ), può portare pace ovunque lui voglia ma se non ha potere un potere più forte lo sovrasterà e farà di lui ciò che ne vorrà". Al fine di imporre l'onestà e la giustizia come valori, Vlad usò l'impalazione come punizione. Non impalò solamente ladri ma anche gli infedeli, i disonesti boieri e non ultimi, i turchi. Questa tipo di punizione gli procurò l'appellativo a Vlad ma non fu per opera dei Rumeni. Il Medioevo era comunque caratterizzato da crudeltà e torture. Le vittime cui venivano tagliate le mani e piedi venivano stesi ed infilzati ad un palo dal retto. Venivano alzati e lasciati in agonia. Se Vlad avesse applicato tale punizione solo ai turchi, cosi come ai pagani, forse non sarebbe stato cosi inusuale. Comunque, il fatto che usava impalare non solo turchi ma anche cristiani fu un vero shock per quei tempi. Il momento in cui Vlad vendicò la morte del fratello e del padre divenne fammoso. Nel primo giorno di pasqua dell'anno 1459 impalò alcuni boieri e costrinse il resto di loro a costruire il palazzo fortificato di Poienari. Un'atra storia racconta come Vlad uccise allo stesso modo circa 500 boieri, che vissero durante i suoi sette anni di regno, punendoli per la loro infedeltà. I mendicanti non furono risparmiati: furono chiamati ad una festa nella città di Targoviste ( la capitale della Valacchia a quei tempi ) e gli fu domandato se volessero essere sollevati dalla loro condizione. La loro risposta fu affermativa. Vlad li fece bruciare tutti, così che nessuno di loro avesse più a soffrire. In queste condizioni, i ladri non erano così comuni in Valacchia. Era detto comune che se a quei tempi una coppa d'oro veniva lasciata nei pressi di una fontana nessuno l'avrebbe presa. Una leggenda narra che un mercante che si trovava a passare dalla Valacchia chise a Vlad protezione. Il principe gli assicurò che non sarebbe successo nulla di grave. Non appena sparirono 160 monete d'oro dopo la prima notte, il mercante protesto' da Vlad. Il principe catturo' il ladro e lo impalò, restituì il danaro al mercante. Non gli furono restituite 160 monete ma 161. Il mercante lo fece notare e disse di avere ricevuto una moneta d'oro in più. Successivamente Vlad disse al mercante che se non avesse detto la verità anche lui avrebbe fatto la stessa fine per furto. 4 Speciali realzioni corsero tra Vlad l'impalatore e i mercanti sassoni delle città di Sibiu e Brasov. I Sassoni furono portati al sud della Transilvania nel dodicesimo e tredicesimo secolo, al fine di definire le frontiere della Valacchia ma anche per colonizzare le terre. Famosi commercianti, essi ebbero sempre dei benefici in campo commerciale ma nel 1459 Vlad inizio' una politica di protezione dei mercanti della Valacchia che causò un conflitto con i sassoni. Questo conflitto fu provocato, di fatto, dai Sassoni che supportavano altri pretendenti al trono della Valacchia. Uno di questi pretendenti, Dan terzo, fu forzato da Vlad a scavarsi la fossa e a gettarsi dentro. Durante la sua campagna contro i mercanti di Brasov, Vlad bruciò la città e li impalò sulle colline circostanti . La battaglia contro i Turchi iniziò nel 1459 quando Vlad rifiutò di pagare una richiesta di tributo. Di più: l'impalatore fece fissare con un chiodo il turbante degli ambasciatori turchi sulle loro teste in quanto non volevano scoprirsi il capo così come vietato dalla loro religione. L'alleanza con Mattia Corvino, re d'Ungheria, giocò un ruolo molto importante per Vlad. Nell'inverno del 1461-1462, organizzò una campagna a sorpresa a sud del Danubio, durante la quale oltre 20.000 turchi furono uccisi, impalati e impiccati componendo una terrificante imagine di foresta di corpi umani senza vita. In una lettera a Mattia Corvino, l' impalatore, numerando con macabra accuratezza i posti bruciati anche il numero delle vittime circa 23.884 senza contare " quelli bruciati vivi nelle loro case o quelli le cui teste non erano state presentate dai suoi ufficiali". La risposta venne presto. Nell aprile del 1462, il sultano Mehmmed secondo attraversò il Danubio con 60.000 soldati in armi ( circa il doppio dei soldati che Vlad aveva a disposizione ) e si diresse verso Targoviste. La famosa notte d'attacco dell armata dell impalatore avvenne in giugno, questo attacco causò panico nell accampamento turco, facendoli ritirare. Il Castello di Bran e' riconosciuto come il castello di Dracula ma non e' la verità. Il vero castello di Dracula, ora in rovina, e' situato sulle rive dell'Arges ed e' la fortezza di Poienari. Il castello di Bran fu usato da Vlad come quartiergenerale per le sue incursioni in Transilvania. In precedenza, il castello veniva utilizzato come fortezza e preso dai sassoni a protezione della città di Brasov che era un importante centro commerciale. Il decline di Vlad fu dovuto ad una falsa lettera, scritta molto probabilmente dai mercanti sassoni, lettera che provava il legame tra l'impalatore e i turchi. Così, Vlad fu accusato di tradimento e arrestato dietro ordine di Matteo Corvino. Ci fu, inoltre, un'altra ragione per la quale nel regno ungherese si proseguì in questo senso. Nell'inverno del 1462, Vlad chiese aiuto a Mattea Corvino, che ricevette danaro dal Papa con l obiettivo di accusare e arrestare il principe della Valachia e così Matteo Corvino non aiutò Vlad ma non restituì i soldi per le Crociate. Tra il 1462 e il 1474 Vlad l'impalatore fu imprigionato a Visegrad e Pesta. In questo modo la sua diffamazione iniziò. Le "storie tedesche" scritte da Mattia Corvino e i mercanti sassoni creeranno una imagine sanguinaria e crudele di Vlad in tutta l'Europa dell'Ovest. 5 Nel 1475, dopo l'intervento di Stefano il Grande ( il principe della Moldavia ) Vlad fu liberato e ritornò sul trono della Valacchia. Non passò nemmeno un mese che fu ucciso a dicembre per mano di una cospirazione dei boieri. Successivamente Vlad fu seppellito nel monastero di Snagov ( soltanto il corpo mentre la testa e' stata presa dai turchi e portata a Costantinopoli ), ma ricerche archeologiche dal 1930 scoprirono solo ossa di cavallo. DRACULA ovvero Vlad III Tepes, principe della Valachia Mai personaggio fu tanto discusso e temuto quanto Dracula, vampiro e Signore delle tenebre, dei non viventi. Capace di atrocità impensabili al fine di bere il sangue dei vivi per poter, a sua volta, sopravvivere: questo è quanto raccontano le leggende, ma Dracula, è un personaggio leggendario,un principe condottiero storicamente esistito. Il suo nome era Vlad detto, in un secondo momento, Tepes cioè l’impalatore. Il soprannome Dracula deriva dal padre, Vlad II, che apparteneva all’ordine cavalleresco del Drago (fondato nel 1418) e che per la crudeltà delle sue gesta, ispirò alla fantasia popolare la leggenda del vampiro assetato di sangue. Il principe Vlad II di Valacchia era un voivoda, cioè una sorta di nobile feudatario, il cui principato era stato, svariate volte, invaso dal sultano musulmano Murad II, ma che era riuscito anche, nel caos politico, religioso e sociale in cui versavano le terre balcaniche nel XV secolo, a conservare una sorta d’indipendenza religiosa: era vassallo sia della Sublime porta (turchi), sia del Sacro Romano Impero (cristiani), cambiando bandiera secondo l’occasione necessaria alla propria sopravvivenza. Inaffidabile come vassallo, infido come alleato, era però coraggiosissimo ed astuto. L’imperatore d’Ungheria, Sigismondo, comprendendo il pericolo rappresentato dall’espandersi del movimento eretico ussita (fondato da Jan Hus), fondò, probabilmente nel 1418, un Ordine cavalleresco, detto del Drago, per combattere le eresie e gli infedeli di ogni ceppo. Ciò gli avrebbe assicurato l’appoggio di tutte le nazioni cristiane e gli avrebbe consentito le forze sufficienti per limitare, se non evitare, l’avanzata dei musulmani nei territori balcanici. Nel 1431 il principe Vlad II ricevette le insegne del Drago, onore altissimo che, almeno questo era quanto sperava l’imperatore, avrebbe trattenuto l’infido voivoda dall’allearsi un’altra volta con turchi. Con il cavalierato del Drago (draco, in latino), Vlad aggiunse al suo casato il titolo di Dracul. Anni prima Vlad II aveva sposato la principessa Cneajina, appartenente ad una nobilissima famiglia, da lei aveva avuto tre figli: Mircea, il primogenito su cui riversava tutto il suo affetto e le sue ambizioni, Vlad, nato a Sighisoara nel 1431, e Radu. Questi ultimi due erano completamente trascurati dal padre e crebbero al seguito della madre, che ebbe cura della loro educazione. Già da bambino Vlad dimostrò un carattere dispotico e sensuale, frenato dal bigottismo dei monaci ortodossi ai quali era affidata la sua educazione, affiancati però da alcuni preti cattolici, voluti dal padre per compiacere l’imperatore Sigismondo, cattolico tedesco. A tal fine proteggeva anche le comunità di mercanti tedeschi, numerose in Transilvania ed in Valacchia. Mentre la fama del valore guerriero di Mircea continuava a crescere, i territori Balcani erano invasi dal terrore dell’avanzata della Mezzaluna: il Papa implorava l’unità delle forze cristiane, ma già il Sultano aveva posto l’assedio a Costantinopoli. Molti erano, comunque, i voivoda che preferivano passare al vincitore per salvare i propri possedimenti e la propria vita. Dato che Murad II era molto generoso con i suoi alleati, anche Vlad II si decise a tal senso: era pressato dal cugino Bogdan e con la morte dell’imperatore Sigismondo gli veniva a mancare un punto d’appoggio; con il suo aiuto i Turchi riuscirono ad entrare in Valacchia giungendo fino in Transilvania. Per tacitare i legittimi sospetti del Sultano sulla sua fedeltà, il voivoda gli consegnò in ostaggio i propri figli: non il prediletto Mircea, bensì i due minori, dei quali non avrebbe sofferto granché l’eventuale perdita. Dalla tranquillità del castello paterno, nel 1440 circa, i due 6 giovanissimi principi ebbero quasi subito il battesimo del fuoco: appena entrarono in territorio musulmano gli emissari del sultano massacrarono la loro scorta, li presero in personale consegna e li condussero nella reggia di Gallipoli, sulla riva dei Dardanelli. Crebbero nell’ opulenza del fasto orientale, plasmandosi sulla diplomazia ottomana, affinandosi nell’arte del raggiro e della simulazione, conoscendo le sempre nuove tecniche di tortura inflitte ai nemici di Murad. Fecero numerose amicizie nella corte, entrando negli harem, apprendendone i raffinatissimi piaceri. Fu in questo periodo che Radu fu soprannominato il Bello: tale era la sua avvenenza che perfino il sultano ne rimase ammaliato e lo volle nel suo harem maschile. Tuttavia, anche in quest’esilio dorato, la loro vita era in costante pericolo: tutto dipendeva dalla condotta del padre che, in quel momento si era rischiarato con la cristianità partecipando, con l’inseparabile primogenito, alla crociata indetta dal papa Eugenio IV, che si concluse con il disastro, per i cristiani, di Varna (1444). Tre anni dopo, nel dicembre 1447, Vlad II e Mircea caddero in un’imboscata, durante una delle loro scorribande in Transilvania: Vlad fu ucciso, Mircea fu sepolto vivo dopo essere stato accecato con ferri roventi. Il legittimo erede al trono valacco era il diciassettenne Vlad III. Il giovane fuggì dalla corte turca, forse con l’aiuto di Maometto II, figlio primogenito del sultano e suo grande amico, lasciando Radu, ormai completamente assuefatto alle usanze musulmane, o forse perché, pensava, che, un giorno, un parente alla corte gli avrebbe potuto far comodo. Giunto nella reggia paterna di Tirgoviste la trovò occupata un usurpatore: senza scomporsi, Vlad III si rifugiò in Moldavia, alla corte dello zio paterno Bogdan, e strinse amicizia con il cugino Stefano, anzi, a vicenda si giurarono che un domani, chi avesse avuto il potere per primo, avrebbe aiutato l’altro per ottenere il proprio. Negli anni che seguirono Vlad praticò il suo tirocinio nell’arte della guerra, partecipando alle crociate nei Balcani ed alle guerriglie contro i Turchi, fino al 1454, anno in cui rientrò in possesso dei domini paterni. Ora poteva concedersi le vendette che sognava da anni: annientare tutti coloro che non lo avevano riconosciuto erede legittimo e lo avevano costretto alla fuga sette anni 7 prima. I massacri compiuti da Dracula e l’atrocità delle sue torture, soprattutto l’impalatura, compaiono nei resoconti storici russi, tedeschi ed ungheresi. Era solito organizzare fastosi banchetti a cui invitava coloro dei quali desiderava sbarazzarsi, poi faceva allestire una vera e propria foresta di pali acuminati e, dall’alto della torre, detta di Chindia, contemplava a suo agio il martirio dei nemici. Vanitoso e crudele Vlad III amava le lodi, ma s’infuriava se il complimento scadeva in adulazione, apprezzava l’umorismo, l’intelligenza e la prontezza di spirito, qualità che salvarono un ambasciatore polacco, ma detestava la stoltezza. Fece giustiziare, sempre col metodo del palo, gli emissari del suo ex amico Maometto II, pregandolo poi di non inviargli più gente così stupida. Mosso da uno stranissimo, tortuoso e discutibile senso di giustizia, apprezzava moltissimo l’onestà, qualità di cui era dotato, ma che esprimeva a modo suo. Per questo tenne fede alla promessa fatta al cugino Stefano otto anni prima: dopo aver armato un esercito i due cugini invasero la Moldavia, uccisero l’usurpatore Aron e Stefano salì sul trono. Il regno di Vlad III è descritto dalle fonti come un lungo periodo sanguinoso, addirittura si parla di una coincidenza assai curiosa: la notte di S. Bartolomeo del 24 agosto 1460, Dracula fece trucidare più di trentamila persone, nella stessa tragica notte a Parigi fu compita la “strage degli ugonotti”, quando per ordine del re Carlo IX furono massacrati migliaia di protestanti! Inoltre lo stesso Vlad in persona teneva la contabilità dei massacri: con l’agghiacciante precisione tipica del suo carattere, faceva scrivere il numero preciso delle sue vittime e quali supplizi erano stati loro inflitti. La fama di crudeltà di questo principe era pari al suo coraggio e alla sua astuzia: realisticamente conscio del pericolo rappresentato dall’avanzata ottomana, capeggiata dal sultano Maometto II suo ex amico, accolse l’appello lanciato da papa Pio II, ma fu l’unico a schierarsi contro l’Islam: in un giorno d’estate del 1462 ci fu lo scontro tra i due eserciti. Il piano di Vlad II era di attirare i turchi all’interno del territorio, fino alle foreste dei Carpazi, territori a lui congeniali. Nella sua finta ritirata bruciò tutti i villaggi e le riserve alimentari, avvelenò pozzi e corsi d’acqua gettandovi le carogne degli animali, e non solo, uccisi, fece, insomma, tabula rasa dietro di sé. Giunse fino a Tirgoviste e, approfittando di un momento di debolezza dell’esercito nemico, penetrò nel loro accampamento con il piano di uccidere proprio il sultano. Il piano fallì perché non era stata calcolata l’abilità dei giannizzeri, guerrieri scelti. Tuttavia questo bastò per conferire a Vlad la fama di temerario, di coraggioso principe e del più gran difensore della cristianità. Ma la sua crudeltà aveva fatto sì che gli altri voivoda sostenessero il candidato che il Sultano proponeva: altri non era che Radu, suo fratello cadetto. Narra una leggenda che, in questo clima di terrore, la moglie di Vlad, di cui era innamoratissimo, si gettò nel fiume Arges per non cadere in mano ai turchi; da questo episodio la crudeltà di Dracula, se pur possibile, aumentò ancora di più. Vista la mala parata, a Vlad restava un’unica possibilità: l’aiuto del cugino Stefano IV, che cercò di approfittare della situazione ingrandendo i suoi possessi in 8 Moldavia. Ma caso volle che i turchi avessero la stessa idea: in uno scontro Stefano ebbe la peggio, in Valacchia fu insediato Radu, mentre Vlad era costretto alla latitanza sui monti. Perfino il re d’Ungheria, Mattia Corvino, costretto ad un segreto patto di non aggressione con la mezzaluna, si schierò contro Vlad che nel Natale 1462 fu condotto in catene a Buda. Per dodici anni, dal 1462 al 1474, restò prigioniero, ma fu una prigionia dorata, confacente al suo rango: visse in una sontuosa villa vicino Pest, donatagli dal re, sulle rive del Danubio, sposò Ilona Szilagy, figlia di un barone e nelle cui vene scorreva sangue reale; da lei ebbe due figli e si riconvertì alla religione ortodossa della sua infanzia. Bisogna dire che Vlad era un prigioniero prezioso: sebbene la fama delle sue gesta destasse raccapriccio, restava sempre il grande guerriero che aveva difeso la Croce dal pericolo della Mezzaluna, il Papa in persona aveva a cuore la sua sorte! Sisto IV, infatti, indisse l’ennesima crociata, a capo della quale servivano guerrieri esperti, coraggiosi e privi di scrupoli, furono scelti Vlad III ed il serbo Vuk Brankovic. Stefano IV, conoscendo l’indole vendicativa del cugino e cercando di riparare il suo tradimento di qualche anno prima, s’affrettò a detronizzare Radu per preparare il posto a Vlad: i tre strinsero un patto d’alleanza. Nel 1476 Vlad III poté riavere i suoi titoli ed i suoi possessi. Nell’ennesimo scontro contro i turchi, durante l’estate del 1476, Vlad III cadde in battaglia, pare, anzi, che fosse colpito dai suoi stessi soldati che l’avevano scambiato per un turco, poiché indossava un copricapo simile a quello che portavano gli infedeli. Rimane un mistero sulla sorte delle spoglie mortali del sanguinario principe: forse confuso e perso con gli altri cadaveri? Forse smembrato dai nemici? Una leggenda dice che la su testa fu spiccata dal corpo e poi esposta ad Istanbul. E’, storicamente, più attendibile la versione che il corpo di Vlad sia stato sepolto, con gli onori attribuiti ad un voivoda, nel monastero che sorge sull’isola del lago di Snagov. Nel secolo scorso furono condotte alcune indagini in questo luogo, dall’aspetto alquanto sinistro: in una tomba furono rinvenute ossa umane con resti di tessuto color rosso e bottoni d’argento, che hanno fatto ricordare il ritratto di Vlad III conservato nel castello di Ambras. C’erano anche alcuni emblemi, che indicavano le ossa come appartenenti ad un uomo di alto lignaggio, ma, corrosi dal tempo, non permisero alcuna identificazione. Fatto strano è che questi emblemi scomparvero dal Museo di Bucarest alcuni anni or sono, ma “c’è chi dice” di aver visto, tra questi, un anello con inciso sul turchese l’emblema del Drago. Fantasia o realtà? Prova inconfutabile o semplice indizio? Tutte queste stranezze hanno contribuito non poco a rinfocolare, nelle fantasie, il mito del Vampiro: la mancanza di un sepolcro di riferimento coincide con la leggenda della non – morte del vampiro, il cui corpo, privo della pace eterna dell’anima, è condannato, nelle ombre delle tenebre notturne, ad errare, non vivo, tra i vivi, da cui suggerebbe il sangue necessario alla sua non – esistenza. 9
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