Visualizza la pagina in formato di stampa
Transcript
Visualizza la pagina in formato di stampa
Storia dell’arte moderna in Italia e in Europa Prof.ssa Cinzia Maria Sicca Putto con delfino di Andrea del Verrocchio a cura di Santa Pellino Scheda Tecnica Opera: Putto con delfino Autore: Andrea del Verrocchio Data: 1469 Tecnica: Scultura in bronzo Dimensioni: 67 cm Ubicazione: Palazzo Vecchio, Firenze Descrizione dell’opera Quest’opera, realizzata da Andrea del Verrocchio verso il 1469, è una scultura in bronzo, alta 67 cm. Essa raffigura un piccolo putto alato sorridente, con le sembianze di un bambino e con il ciuffo bagnato, che poggia in equilibrio precario su una sola gamba. Il putto è colto nell’atto di tenere tra le mani un grosso pesce, probabilmente un delfino, che pare voglia liberarsi dalla sua presa. L’opera è proiettata nello spazio per mezzo di una linea obliqua che, dal piede sollevato del putto, corre alla sua testa e giunge al muso dell’animale. La forma della scultura è morbida e levigata, dal momento che la composizione era stata pensata per poter essere osservata dallo spettatore da ogni angolazione: si poteva e si doveva, così, girarvi attorno. Il “Putto con delfino”, infatti, in origine era collocato nella fontana dell’Amore, dalla tipica forma “a fuso”, posta nel giardino della villa medicea di Careggi; la villa dove si riuniva l’Accademia neoplatonica. Da notare in questa scultura come la vitalità , la freschezza infantile e il senso di moto, siano ottenute attraverso lo slancio del putto - sottolineato dall’equilibrio instabile dell’appoggio su un piede solo -, i numerosi piani plastici e le varie incidenze e riflessioni della luce, queste ultime dovute anche all’acqua. Infatti, l’acqua che fuoriusciva dalla bocca e dalle narici del pesce, ricadeva sul bronzo della statua, conferendole così maggiore lucentezza e contrasto chiaroscurale. Tra il 1553 e il 1568, per volere di Cosimo I, la statua fu trasferita al centro del primo cortile di palazzo Vecchio e alloggiata nella fontana progettata da Giorgio Vasari. Nel 1959, al fine di preservare l’opera dall’azione dannosa degli agenti atmosferici e dell’inquinamento, fu posta all’interno del Palazzo (nel terrazzo di Giunone chiuso da Bartolomeo Ammannati alla fine del Cinquecento) e sostituita con una copia. Del “Putto con delfino” si conosce anche una derivazione in terracotta, forse di mano dello stesso Verrocchio, oggi in collezione privata. Committenza, riferimenti e confronti Sulla datazione e la commissione dell’opera, gli studiosi sono arrivati a conclusioni diverse. Infatti, mentre per alcuni, tra cui Giorgio Vasari, Lorenzo de’ Medici aveva commissionato quest’opera da porre nella fontana della villa di famiglia a Careggi, per altri il committente dell’opera sarebbe stato il padre del Magnifico, Piero de’ Medici. Secondo Semyour quest’ultima tesi sarebbe avvalorata dal fatto che il distico elegiaco presente in una fontana di palazzo Pitti, e che allude a Piero, sarebbe appartenuto originariamente alla base della fontana di Careggi. Il soggetto deriva dall’antico e ricorda sia i putti di Donatello, basti pensare all’Amore-Attis(1440-1443) sorridente e pieno di vitalità , sia alcuni esemplari classici, quali gli erotti. Il tema del putto alato con il delfino ha origini ellenistiche, come testimoniano, ad esempio, il “Putto con delfino” (I secolo d.C.) conservato al Museo Nazionale di Napoli e proveniente da Pompei, e il “Putto con delfino” (I secolo d.C.) attualmente al Museo Archeologico di Tirana. Entrambe le opere citate sono in bronzo. Fin dall’età greca il delfino ha simboleggiato la rigenerazione, la devozione e la bontà . Anche il rapporto tra il putto, paffuto ed elegante nel suo atteggiamento, e un animale proviene dal mondo ellenistico, come ci ricorda il “Bambino che strozza l’oca” (II secolo a.C.) di Boethos di Calcedonia. Le figure rappresentate da Verrocchio sono eroiche nella loro bellezza: al pari del giovane Botticelli, egli coniuga nella figura umana ideale morale e ideale estetico, come si può vedere, ad esempio, nel “David” realizzato verso il 1472-1475 per i Medici. Se si confronta quest’opera con il “David” (1440) di Donatello, si nota come Verrocchio ne esalta la ferma grazia. Il “Putto con delfino” è caratterizzato dallo stesso finissimo gusto decorativo della “Dama col mazzolino”, altra scultura di Verrocchio, nella quale l’artista sviluppa il modello di busto-ritratto marmoreo di metà Quattrocento. Autore, tecniche e opere Andrea di Michele di Francesco di Cione, detto Il Verrocchio, nasce tra il 1434 e il 1437 a Firenze, dove lavora per la corte dei Medici, e muore a Venezia nel 1488. Egli è scultore, pittore e orafo, e grande esponente della tradizione plastica fiorentina. Dalla sua bottega escono quindi sculture, dipinti e opere di oreficeria. Inizia a dedicarsi all’oreficeria a seguito del suo ingresso nella bottega di Giuliano Verrocchi, mentre si avvicina alla pittura negli anni sessanta del Quattrocento quando coadiuva fra Filippo Lippi nella realizzazione degli affreschi del coro del Duomo di Prato. Tra i suoi allievi si ricordano Leonardo da Vinci, Botticelli, Perugino, Domenico Ghirlandaio e Lorenzo di Credi. Il suo stile è caratterizzato dall’esaltazione dei dettagli decorativi di superficie e da un pittoricismo delicato ed elegante. Nelle sue opere prevalgono il senso plastico della scultura, il gusto decorativo, l’espressività e l’eleganza. Verrocchio è noto soprattutto per le sue sculture in bronzo. Bibliografia 1. Piero Adorno, Il Verrocchio: nuove proposte nella civilta artistica del tempo di Lorenzo Il Magnifico (Firenze: Edam, 1991). 2. Anna Carrella, Marmora Pompeiana nel Museo archeologico di Napoli: gli arredi (Roma: L’erma di Bretschneider, 2008), 146. 3. Loretta Dolcini, Il maestro di Leonardo: il restauro dell’incredulita di San Tommaso di Andrea del Verrocchio (Firenze: Silvana, 1992), 17-77. 4. Cecilia Martinelli, Storia dell’arte: volume 2 (Milano: Hoepli, 2004), 72. 5. Touring club italiano, Toscana: Firenze, Arno e citta d’arte, Versilia, arcipelago, Maremma, Mugello, Chianti, Casentino (Milano: Touring, 2000), 61. 6. Museo Archeologico Nazionale di Napoli. “Statuetta di putto con il delfino”. Ultima modifica 21 Febbraio 2013. Http://cir.campania.beniculturali.it/museoarcheologico nazionale /itinerari-tematici/ galleria-di-immagini/RA359. Opere citate 1. 2. 5. 4. 3. 6. 7. 1.Andrea del Verrochhio, Dama col mazzolino, 1475, Museo del Bargello di Firenze. 2.Donatello, David, 1440, Museo del Bargello di Firenze. 3.Andrea del Verrrocchio, David, 1472-1475, Museo del Bargello di Firenze. 4.Putto col delfino, I secolo d.C., museo nazionale di Tirana 5.Putto col delfino, I secolo d.C., museo nazionale di Napoli. 6.Donatello, Amore-Attis, 1440-1443, Museo del Bargello di Firenze. 7.Boethos di Calcedonia, Bambino che gioca con l’oca, II secolo a.C., Musei Capitolini a Roma.
Documenti analoghi
Andrea del Verrocchio
allievo Leonardo da Vinci, che dipinse quasi sicuramente
l'angelo di sinistra e i fondali paesistici.
In quest'opera la composizione è triangolare con al vertice
la ciotola nella mano di san Giovan...