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CARTA DEI SERVIZI CENTRO SOCIO-EDUCATIVO E RIABILITATIVO DIURNO “AMICI DI NICO” ai sensi dell’art. 60 R.R. 4/2007 PREMESSA………………………………………………………….………………………………….…..3 1. PRESENTAZIONE…………………………………………………………………………….…..5 2. UTENZA……………………………………………………………………………….……….……6 3. UBICAZIONE……………………………………………………………..………………………..6 4. ORARIO DI APERTURA………………………………………………………………………….6 5. LA STRUTTURA ED I SUOI SPAZI…………………………………………………………….6 6. ÉQUIPE MULTIDISCIPLINARE…………………………………………………………………8 7. METODOLOGIA, PRESTAZIONI E INTERVENTI DEL CENTRO………………………..9 7.1 Valutazione diagnostico-funzionale………………………..…………….…….........10 7.2 Intervento psico-educativo...………..…………………………………...……………..11 7.3 Psicomotricità………………………………………………………………………………12 7.4 Logopedia……………………………………………………………………………………13 7.5 Attività motoria e di avviamento allo sport…………………………………………..14 7.6 Terapia occupazionale……………………………………………………………………14 7.7 Musicoterapia………………………………………………………………………………15 7.8 Week End “Respiro”……………………………………………………………………….16 7.9 Gioco Teatrando……………………………………………………………………………17 7.10 Parent Training……………………………..…………………………………………….17 8. PROTOCOLLO DI INTERVENTO FUNZIONALE…………………………………………..19 8.1 Prima fase: Accesso……………………………………………………………………….19 8.2 Seconda fase: Presa in carico della persona con autismo e altri dgs………….19 8.3 Terza fase: Interventi psicoeducativi e abilitativi…………………………………..20 8.4 Quarta fase: Follow-up e reinserimento nel contesto familiare e sociale……..22 1 9. NORME DI COMPORTAMENTO ALL’INTERNO DELLA STRUTTURA…………….…22 10. RAPPORTI CON IL PUBBLICO E DIRITTO AL RECLAMO……………………………..23 11. SISTEMI DI TUTELA DELL’UTENTE………………………………………………………..24 11.1 Qualità Tecnico Progettuale……………………………………………………………24 11.2 Sistema di Monitoraggio e Valutazione dell’intervento……………………….….25 2 PREMESSA L’Associazione Amici di Nico Onlus, nata nel dicembre del 2007, conta, allo stato attuale, sul supporto di 570 soci, tra i quali vengono incluse oltre 30 famiglie di soggetti affetti da Autismo provenienti da 26 comuni della Regione, sulla quale si registra una quasi totale assenza di centri specificatamente dedicati al problema. Oggi l’Associazione intende rappresentare un’alternativa efficace ed innovativa ai percorsi di istituzionalizzazione, purtroppo ancora presenti nella realtà regionale, favorendo l’integrazione nel territorio, la domiciliarità del disabile, e rendendo possibile la sperimentazione di una vita di relazione attraverso l’incremento delle capacità comunicative e di indipendenza. La mission dell’Associazione Amici di Nico Onlus, ente promotore e gestore del Centro, è rispondere ai molteplici bisogni espressi dalle persone con Autismo e altri Disturbi Generalizzati dello Sviluppo e dalle loro famiglie. L’idea è di offrire agli utenti una rete di servizi integrati evidence based per una presa in carico che vada dalla diagnosi precoce dei bambini sino alla costruzione dell’autonomia lavorativa, sociale e abitativa degli adulti affetti da tali patologie, passando attraverso i servizi di “respiro” per i familiari e di formazione per i professionisti. Un sistema in grado di seguire la persona autistica in modo globale e longitudinale, fornendo al contempo supporto a tutte le risorse che le ruotano attorno, dalla famiglia alla scuola alle altre agenzie territoriali. I servizi proposti in un’ottica sistemica di collaborazione con le altre risorse del settore, pubbliche e private, intendono attuare nel tempo percorsi personalizzati, globali e longitudinali per ogni livello di gravità ed età al fine di sviluppare le potenzialità personali e favorire il raggiungimento del massimo di autonomia possibile anche in vista di un “dopo di noi” socialmente ed economicamente sostenibile. Affinché ciò sia realizzabile l’Associazione si configura come il nodo sociale in grado di programmare e di attuare interventi coordinati: - nella vita familiare; - nel processo psico-educativo; - nel processo di integrazione scolastica; - nel processo integrativo del lavoro e del tempo libero. 3 Per garantire risposte significative, competenti e appropriate al compito assunto, e coerenti con la sua specifica missione, l’Associazione è particolarmente impegnata nel settore della Formazione degli operatori e dei famigliari, nonché nella ricerca di collaborazioni significative con la realtà territoriale, al fine di saper interpretare in modo differenziato, specifico e mirato, i diversi bisogni e programmare interventi volti ad una presa in carico globale della persona. La Carta dei Servizi è uno strumento di comunicazione e di informazione che consente, pur con i limiti di una relazione mediata dal testo scritto, di interagire con gli utenti per rispondere a quesiti e bisogni. Si propone di fornire tutte le informazioni relative al Centro Socio-Educativo e Riabilitativo Diurno per Persone con Autismo e Disturbi Correlati, in modo da facilitarne l’accesso. La finalità della Carta dei Servizi è pertanto quella di: 1. Dare informazioni per divulgare conoscenza; 2. Rendere partecipi gli utenti delle attività del Centro; 3. Facilitare l’accesso al Servizio; 4. Accogliere rilievi e suggerimenti; 5. Tutelare gli utenti da eventuali inadempienze del Centro; 6. Garantire la qualità dei servizi. Il Presidente Maria Antonietta BOVE 4 1. PRESENTAZIONE Il Centro prevede l’erogazione di interventi e prestazioni evidence based per la presa in carico globale socio educativa e riabilitativa di persone affette da Disturbi Generalizzati dello Sviluppo. Tali disturbi sono caratterizzati da una menomazione qualitativa nello sviluppo della relazione sociale reciproca e delle abilità di comunicazione verbale e non verbale e da un repertorio fortemente ristretto di attività e interessi, per lo più stereotipati e ripetitivi. All’interno di questa cornice, s’inserisce, pertanto, l’azione di intervento proposta, che mira, altresì, a rappresentare una alternativa innovativa ai percorsi di istituzionalizzazione, purtroppo ancora presenti nella realtà regionale, favorendo l’integrazione nel territorio e la domiciliarità del disabile. L’impegno del Centro è finalizzato a: 1. garantire prestazioni riabilitative di qualità, tenendo conto dello stato del paziente, in condizioni materiali del massimo confort, ed assicurando una situazione relazionale umana e personalizzata; 2. informare compiutamente e correttamente l’utente e/o i suoi familiari sulle valutazioni effettuate e sulle terapie consigliate, mettendoli in condizioni di decidere consapevolmente in merito alle terapie da effettuare ed alla qualità della vita; 3. promuovere l’attività riabilitativa a favore delle persone con DGS 4. sviluppare l’uso dei sistemi di comunicazione Aumentativa Alternativa per migliorare la qualità della vita delle persone con DGS; 5. aiutare le persone con disabilità a diventare, per quanto possibile, indipendenti fisicamente, socialmente ed economicamente; 6. consigliare ed assistere i genitori delle persone con DGS e chiunque si occupi dei loro problemi; 7. collaborare con gli altri centri ed istituzioni per una adeguata ed idonea riabilitazione delle persone diversamente abili e per l’inserimento sociale. 5 2. UTENZA Al Centro Socio-Educativo e Riabilitativo accedono utenti, di età compresa tra i 0 e i 35 anni, e oltre, previa valutazione funzionale delle potenzialità e analisi dei bisogni personali affetti da: - Autismo - Sindrome di Rett - Disturbo Disintegrativo della Fanciullezza - Sindrome di Asperger - Disturbo Generalizzato dello Sviluppo non altrimenti specificato - Ritardo mentale e/o psicomotorio. 3. UBICAZIONE La sede del Centro Socio-Educativo e Riabilitativo “Amici di Nico” è ubicata a Matino, in Via Campania, 6, ed è possibile arrivare: a. Da Lecce mediante la SS16, direzione Maglie, oppure mediante la SS101, direzione Gallipoli. b. Da Maglie mediante la SP361, direzione Collepasso, oppure mediante la SP361 e SP69, direzione Casarano. c. Da Gallipoli mediante la SP361, oppure mediante la SS274 e SP223. d. Da Leuca mediante la SS274. 4. ORARIO DI APERTURA Il centro è aperto dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 18.00. 5. LA STRUTTURA ED I SUOI SPAZI Il centro socio-educativo e riabilitativo Amici di Nico, presenta una superficie totale coperta di circa 620 mq, ed è dotato di ampio spazio esterno di circa 4500 mq di cui una parte, circa 2200 mq, attrezzato a verde e la restante parte, circa 2300, adibito a camminamenti esterni, aree per attività ricreative e tempo libero e parcheggi. 6 Dal punto di vista architettonico, la Struttura si connota come una villa perfettamente integrata nella zona residenziale in cui si trova, e pensata secondo criteri estetici privi di qualsiasi richiamo all’idea di istituto, al fine di eliminare ogni eventuale elemento stigmatizzante la disabilità. Gli spazi interni ed esterni all’edificio danno vita, dunque, ad un organismo architettonico dall’aspetto familiare e domestico, caratterizzato, al contempo, da un alto livello di funzionalità e fruibilità, a beneficio totale degli individui ospiti, che usufruiranno di un servizio specifico attivato in un ambiente assimilabile ad una casa-laboratorio. Le persone con Autismo presentano differenze di tipo cognitivo e deficit nella comunicazione e nella relazione sociale. Pertanto, il Centro, pur garantendo l’accessibilità anche a persone con disabilità motoria, è caratterizzato da specifici criteri di accessibilità e fruizione da parte delle persone con DGS secondo i criteri della strutturazione spaziale e nel rispetto delle buone prassi nell’organizzazione di servizi per l’Autismo. Nel centro sono presenti spazi interni adeguatamente strutturati per lo svolgimento delle attività, con particolare attenzione alla differenziazione fra spazi destinati al lavoro di apprendimento e spazi destinati al lavoro indipendente, fra spazi destinati al lavoro in piccoli gruppi e spazi destinati al relax e alle attività motorie. Inoltre, il Centro offre una stanza dedicata all’osservazione funzionale, munita di specchio unidirezionale e completa di tutte le attrezzature tecniche per l’osservazione e registrazione dei comportamenti degli utenti. Date le loro caratteristiche cognitive e di dispercezione, in particolare rispetto agli input sonori e visivi, la Struttura è dotata di ambienti dedicati alla funzione che in essi si dovrà svolgere, resi riconoscibili attraverso colori e segnalatori di percorsi visivi e di supporti per la comunicazione aumentativi. È poi prestata una particolare cura: - nell’isolamento acustico per evitare, quanto più possibile, rumori esterni e situazioni di risonanza; - nell’illuminazione, prediligendo luce naturale o luce artificiale colorata a bassa intensità e diretta dal basso verso l’alto; 7 - nella scelta e nella disposizione degli arredi, posizionati in modo tale da facilitare gli attraversamenti lungo le stanze, senza comportare situazioni di particolare rischio e pericolosità. Sono, inoltre, presenti luoghi dedicati alla collocazione degli effetti personali, appositamente segnalati con materiale auto-esplicativo, al fine di garantire il pieno rispetto della persona in quanto tale. Infine, il giardino esterno è concepito come luogo dedicato alle attività sportive e ai laboratori all’aperto ed è provvisto di una zona coperta dedicata al “relax estivo”. 6. ÉQUIPE MULTIPROFESSIONALE Il Centro socio-educativo e riabilitativo è organizzato e diretto da personale qualificato e adeguato per garantire un servizio efficiente ed efficace. Il Centro assicura la pianificazione, l’organizzazione, il controllo di un programma formativo e di aggiornamento per ciascun componente del proprio personale. Si avvale, a tale proposito, della supervisione di esperti di rilievo nazionale per la formazione, e mette a disposizione di tutti gli operatori un’adeguata biblioteca, fornita di libri e riviste attinenti alle attività svolte. Si dettagliano le caratteristiche del personale che interviene nell’area socio-educativa e riabilitativa: AREA SOCIO-EDUCATIVA E RIABILITATIVA Costituita da figure professionali diverse: - psicologi, - assistente sociale; - educatori professionali, - pedagogisti, - psicomotricisti, - operatori psico-sportivi, - logopedisti, - operatori addetti all’assistenza della persona, - operatori socio-sanitari, - volontari. 8 Tali professionisti sono accomunati da un un’aderenza al modello teorico cognitivocomportamentale, il quale garantisce un intervento basato sui dati, in conformità con quanto prescritto nelle Linee Guida sull’Autismo redatte dalla Società di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA). L’équipe lavora garantendo alla persona il trattamento ritenuto più idoneo e rispondente alle sue caratteristiche e necessità, prendendo in considerazione i problemi manifestati nella loro interezza e nelle loro connessioni e permettendo un effettivo miglioramento della qualità della vita. L’équipe, inoltre, opera in sinergia con le altre agenzie e risorse del territorio (sanitarie, sociali, di tempo libero) e attua un continuo scambio con la famiglia dell’utente, considerata attore primario nella realizzazione del progetto educativo e abilitativo, in ogni sua fase. Il tutto in un’ottica di “approccio collaborativo” e di attivazione di “rete sociale”. 7. METODOLOGIA, PRESTAZIONI E INTERVENTI DEL CENTRO Il modello di intervento adottato è quello cognitivo-comportamentale, che, attualmente, ha trovato maggiore consenso da parte della comunità scientifica poiché risponde in maniera adeguata alle peculiarità distintive della patologia. Si tratta di un impianto teorico e tecnico che, non solo riprende e soddisfa i parametri di rigore scientifico, ma comporta anche la realizzazione di una proficua collaborazione tra le diverse forze che interagiscono attorno al singolo soggetto, creando un’interazione che permetta lo scambio di competenze e il supporto reciproco fra i vari sistemi, con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei soggetti autistici o con altre patologie correlate: - Il sistema socio-sanitario (Servizio Sociale, Servizi di Neuropsichiatria infantile, di Pediatria di base, Centri specialistici, Servizio Riabilitativo, Servizi di Integrazione Scolastica etc.); - Il sistema scolastico; - Il sistema famiglia; - Il sistema sociale e interpersonale. Obiettivo preliminare è, dunque, fornire loro un “tessuto ambientale”, capace di affrontare le complesse problematiche poste dalla patologia stessa e reso “abilitativo” grazie alla competenza di tutti gli attori in gioco e alla condivisione di un Progetto Individualizzato. 9 Ispirati al principio della presa in carico globale della persona, dunque, gli interventi offerti prevedono un’azione intensiva nei singoli e specifici settori, finalizzata all’acquisizione di autonomie, abilità comunicative e relazionali, nonché all’adattamento della persona al gruppo, secondo puntuali criteri psico-pedagogici ed educativi. Attualmente, il Centro Diurno Socio-Educativo e Riabilitativo offre i seguenti interventi e prestazioni: • Valutazione diagnostico-funzionale • Intervento psicoeducativo • Psicomotricità • Logopedia • Attività motoria e di avviamento allo sport • Terapia occupazionale • Musicoterapia • Parent training. 7.1 Valutazione diagnostico-funzionale L’intervento dedicato alla valutazione diagnostico-funzionale rappresenta il primo tassello della rete offerto alla persona con Autismo, altri DGS, Ritardo Mentale e alla sua famiglia. La valutazione viene eseguita in presenza e con la collaborazione dei genitori e ha lo scopo di costruire un quadro condiviso che serva a delineare la natura dei problemi, gli eventuali deficit cognitivi associati, il livello di sviluppo della persona, per decidere gli obiettivi educativi e le aree da privilegiare. Pertanto, essa deve rivelare il livello di sviluppo raggiunto individuando competenze ed “emergenze” attraverso l’osservazione e la somministrazione di test standardizzati adeguati alle caratteristiche dell’handicap ed all’età, tra i quali: - ADOS (Autism Diagnostic Observation Schedule) - ADI-R (Autism Diagnostic Interview – Revised, short edition) - CARS (Childhood Autism Rating Scale) - ABC (Autism Behaviour Checklist) - CHAT (Checklist for Autism in Toddlers) - M-CHAT (Modified Checklist for Autism in Toddlers) 10 - PEP-3 (Profilo Psico-Educativo 3°ed.) - AAPEP (Adolescent and Adult PsychoEducational Profile) - VABS (Vineland Adaptive Behavior Scale) - SVAP-R2 (Scheda di Valutazione delle Abilità Padroneggiate 2° revisione). In generale, l’iter seguito è articolato in una procedura che prevede: - il colloquio anamnestico; - l’osservazione; - la valutazione diagnostica-funzionale; - la definizione di un Progetto Globale Individualizzato che tenga conto di quanto emerso dalla valutazione delle abilità e dei deficit della persona, delle priorità della famiglia, delle opportunità offerte dal territorio e dall’ambiente familiare; - la restituzione alla famiglia unitamente alla consegna di una relazione nella quale sono riportati i risultati dei test clinici e la descrizione del progetto educativo. Un follow-up periodico, a distanza di sei mesi, viene programmato assieme alla famiglia per misurare i cambiamenti e ridefinire così il piano educativo. Operatori: Psicologo, Educatore Professionale 7.2 Intervento psico-educativo Un intervento psico-educativo consiste nella presa in carico globale della persona e mira all’insegnamento di competenze finalizzate al miglioramento della socializzazione, della comunicazione, del comportamento adattivo, allo sviluppo e al consolidamento dei prerequisiti scolastici e al recupero delle difficoltà di apprendimento, attraverso l’uso di strategie cognitivo-comportamentali. Le strategie di intervento usate fanno riferimento ad approcci sia “comportamentali” (Applied Behavior Analysis = ABA) sia “evolutivi”, e la loro applicazione varia in funzione di diversi fattori quali ad esempio l’età, il grado di compromissione funzionale nell’ambito di ciascuna delle aree patognomoniche, il livello cognitivo. L’ABA è utilizzata per sostenere persone con autismo in almeno sei modi: 1) aumentare comportamenti adattivi; 2) insegnare nuove abilità; 3) mantenere i comportamenti; 11 4) generalizzare o trasferire il comportamento o la risposta da una situazione all’altra; 5) restringere le condizioni in cui si verificano i comportamenti problema; 6) ridurre i comportamenti problema. L’intervento psico-educativo segue, inoltre, i principi del Programma TEACCH, al fine di sviluppare il miglior grado possibile di autonomia nella vita personale, sociale e lavorativa. Tale programma prevede un insegnamento strutturato, caratterizzato dall’organizzazione dell'ambiente fisico, dalla scansione precisa delle attività, dalla valorizzazione degli ausili visivi e dalla partecipazione diretta della famiglia al programma d'intervento, per consentire la generalizzazione delle competenze acquisite e garantire una coerenza di approccio in ogni attività (Schopler et al., 1980; Schopler et al., 1983). La strutturazione dello spazio, del tempo, del materiale di lavoro è costruita in funzione dei bisogni e del livello di sviluppo della singola persona e risponde in maniera adeguata alle caratteristiche intrinseche alla patologia, dando alle persone con DGS la sicurezza e la prevedibilità di cui necessitano. Operatori: Psicologo, Educatore Professionale 7.3 Psicomotricità È un intervento preventivo, educativo e di presa in carico a mediazione corporea che utilizza l’azione e il movimento come strumento della comunicazione e della relazione con se stesso, con l’altro e con il mondo esterno, in un contesto cognitivo e relazionale. Questo tipo di intervento si rivolge ai bisogni fondamentali dell’essere umano con tutti gli aspetti della sua globalità, dove il gesto (atto motorio cognitivamente organizzato) si traduce nell’espressione di se stesso, nella garanzia di avere un proprio spazio di azione. In linea generale le principali aree che la psicomotricità si prefigge di promuovere nella persona riguardano: • schema corporeo, lateralizzazione, orientamento spaziale e logico-temporale; • visuo-spazialità e discriminazione sensoriale; • attività motoria globale e motricità fine; • processi più propriamente cognitivi (attenzione, memoria, logica…); 12 • attività prassiche; • grafomotricità e prerequisiti della lettura e del calcolo (a secondo dello specifico livello di sviluppo e difficoltà); • area emotivo-relazionale e comunicazione; • autonomia e interiorizzazione di regole comportamentali e sociali. Per la valutazione preliminare delle abilità del soggetto sulle quali intervenire, ci si avvale dell’utilizzo di strumenti, quali: Gross Motor Function Measure (GMFM); Batteria per la Valutazione Motoria (ABC Movement), Protocollo per la Valutazione della Coordinazione Motoria e le Abilità Prassiche (APCM), Test di Percezione Visiva e Integrazione VisuoMotoria (TPV), Profilo Psicomotorio (Vayer). Inoltre, il programma di intervento psicomotorio individualizzato si basa sui seguenti orientamenti generali: - psicomotricità relazionale - approccio cognitivo-comportamentale - tecniche di rilassamento di J. Berges e di respirazione controllata di Jacobson. Operatori: psicomotricista 7.4 Logopedia È il trattamento specifico dei disturbi del linguaggio e di comunicazione, che si avvale di materiale strutturato, oggettuale e iconografico, nonché strumenti informatici per migliorare l’attenzione, il linguaggio verbale e non verbale, gli apprendimenti linguistici e la comunicazione scritta. Promuove la comunicazione attraverso : • la facilitazione del rispetto dei turni di comunicazione • la facilitazione dell’attenzione uditiva, della comprensione del significato dei gesti e dei messaggi verbali (semantica) • la facilitazione dell’emissione della voce, dell’articolazione dei fonemi, della strutturazione della parola e della frase • la stimolazione della sintesi sensitivo-motoria e uditivo-visiva • la stimolazione dell’espressione verbale e gestuale • la facilitazione della comunicazione alternativa aumentativa 13 • il coinvolgimento dei genitori, famigliari, insegnanti nei processi comunicativi e neurolinguistici. Operatori: Logopedista 7.5 Attività motoria e di avviamento allo sport È la pratica sportiva individuale e di gruppo che prevede una gradualità degli esercizi in relazione alle capacità della singola persona, con la quale si promuove un senso generale di benessere, una buona salute, lo sviluppo di abilità moto-sensorie e di conoscenza di se stessi. In particolare, l’attività fisica si propone di: - esaltare lo sviluppo emotivo e sociale della persona, - migliorare il controllo del comportamento e l’autocontrollo, - attenuare le difficoltà di adattamento, - affrontare al meglio i livelli di stress e le tensioni, - promuovere la consapevolezza dell’ambiente, del tempo, dello spazio e della casualità. Operatori: Operatore Psico-Sportivo 7.6 Terapia occupazionale È un modalità d’intervento articolata in tecniche diversificate basate sulle risposte date dalla singola persona relativamente all’attività scelta, e che ha il duplice intento di prevenire l’invalidità e di ottenere effetti terapeutici motori e psico-sociali funzionali. La Terapia Occupazionale si configura, dunque, come un approccio sistemico attento ad identificare le abilità “ad alta priorità” che la persona diversamente abile deve apprendere nei vari contesti naturali di vita, al fine di raggiungere un alto grado di autonomia funzionale ed un’adeguata integrazione sociale, con un miglioramento sostanziale della qualità di vita. Un aspetto essenziale che caratterizza la Terapia Occupazionale è l’azione sui processi motori, sensoriali e cognitivi della persona attraverso un articolato programma di attività strutturate, alcune delle quali di vita quotidiana, che puntano al recupero dell’autonomia nel movimento e nella cura personale; altre che mirano al recupero dei deficit funzionali, quali le attività artigianali (cartapesta, legno, creta, tessitura, ecc.), le attività espressive (disegno, pittura, drammatizzazione teatrale, canto), le attività di gioco, di manipolazione, l’uso del computer, etc. 14 La terapia occupazionale richiede inoltre: a) la predisposizione di un ambiente strutturato al fine di motivare ciascuna persona ad esprimere con originalità i propri bisogni, interessi e la stessa personalità, consentendone nel contempo un ampliamento di repertorio, un approfondimento ed una ulteriore maturazione in senso sociale; b) la scelta chiara e logica dei materiali, tenendo conto delle caratteristiche della patologia riportata, dell’età, dei meccanismi di apprendimento, delle capacità affettive, dei bisogni primari della persona e del contesto sociale di riferimento. Operatori: Terapista Occupazionale e/o Educatore Professionale 7.7 Musicoterapia È una disciplina che utilizza il suono, la musica e il movimento a scopo preventivo e terapeutico-riabilitativo. Essa viene utilizzata al fine di attivare canali di comunicazione che favoriscano il processo di socializzazione e di inserimento sociale, migliorando la qualità della vita di relazione. Inoltre, la musicoterapia interviene sulla sfera motoria, verbale e sensoriale per uno sviluppo armonico della personalità. Per tali motivi, le viene attribuito un carattere interdisciplinare di sviluppo e di potenziamento delle persone diversamente abili. Essa mira a: • potenziare la creatività, l’interesse e l’improvvisazione; • promuovere la conoscenza dei propri ritmi corporei, l’auto-ascolto e l’utilizzo della voce; • migliorare i tempi di attenzione e di concentrazione; • favorire l’integrazione; • acquisire il rispetto di sé e degli altri; • promuovere le relazioni interpersonali, l’autostima e la socializzazione attraverso attività di gruppo; • favorire l’autonomia personale. La musica e il suono contribuiscono così a creare un ponte tra la sfera psico-affettiva dell’individuo e le possibilità creative e comunicative della persona, valorizzate e potenziate all’interno del setting di musicoterapia. Ciò renderà l’individuo protagonista 15 “attivo” dell’esperienza, e non solo fruitore “passivo”, dandogli la possibilità di esplorare e di sviluppare le proprie capacità elaborative. Allo scopo, viene adottato il Modello ORFF. Si tratta di un modello psico-educativo che ha come finalità il recupero di attività cognitive e di socializzazione. Le sedute di musicoterapica avranno la durata di circa un’ora, con cadenza settimanale. Ognuna di esse sarà composta da un gruppo di max 8 utenti. Operatori: Musicoterapista 7.8 Week End Respiro “Weekend Respiro” costituisce un’azione-intervento innovativa volta a dare sollievo nei weekend alle famiglie degli utenti del Centro Socio-Educativo e Riabilitativo, che abbiano un’età superiore ai cinque anni, e a favorire l’accesso di altri utenti che non frequentino stabilmente o abitualmente il servizio stesso. Tali iniziative offrono la possibilità ai genitori, spesso costretti continuamente in casa e impossibilitati a trovare altri impegni che esulino dalla cura del figlio, di riposarsi e di dedicarsi ad altri interessi personali. La serenità dei familiari ha infatti un’importante ricaduta terapeutica sul figlio artistico, nonché riscontri positivi sulle dinamiche socioemozionali dell'intero nucleo familiare. L’intento dell'Associazione non consiste semplicemente nel concedere alla famiglia un weekend di riposo e nel "riconsegnare" la persona autistica così come è stata accolta. Infatti, se pensato anche come un momento di apprendimento di comportamenti adeguati, di piccole autonomie, di regole sociali, da parte della persona autistica, allora la stessa famiglia si ritroverà ad avere un concreto beneficio di ben altra portata. Pertanto, il nostro intento è essenzialmente non solo quello di promuovere l'apprendimento, ma anche di incentivarlo e di generalizzarlo nel contesto familiare mediante l’attivazione degli altri interventi offerti dal Centro. Alla luce di ciò, l’intervento mira al raggiungimento dei seguenti obiettivi: - dare “respiro” alle famiglie; - migliorare la comunicazione con fratelli e/o sorelle normodotati; - favorire l’integrazione con gruppi di pari normodotati. 16 A livello organizzativo, il Centro Socio-Educativo e Riabilitativo ospita, durante i fine settimana, persone con diagnosi di Autismo, o altro DGS, suddivise in gruppi omogenei, le quali vengono impegnate in attività di svago, usufruendo degli spazi interni (laboratori ludico-creativi ed espressivi, per attività motoria, etc.), e partecipando ad iniziative da svolgersi al di fuori della struttura (gite, passeggiate, uscite in piscina, al supermercato etc.). Ciò favorisce, al contempo, l’inclusione sociale, nonché la possibilità di “mantenere” e “generalizzare” le abilità precedentemente apprese in altri contesti, come scuola, famiglia e/o centro socio-educativo. Sono, inoltre, previste attività che favoriscono le abilità di autonomia personale e domestica (lavarsi, apparecchiare la tavola, preparare il pranzo, etc.), aventi come obiettivo quello di educare la persona con Autismo alla vita indipendente. I partecipanti hanno, infine, la possibilità di passare un weekend assieme al fratello/sorella non autistico/a. L’obiettivo è di costruire le condizioni per favorire momenti relazionali ed emozionali significativi tra fratelli. Dal momento che le attività proposte sono strutturate in base alle reali potenzialità dei ragazzi autistici, si darebbe la possibilità di svolgerle con piacere e di dare il meglio di sé, mostrando ai fratelli sani abilità che solitamente non emergono nel contesto familiare. Tale partecipazione permetterebbe di trasferire a casa le modalità acquisite e di determinare un aumento dell' autostima personale. Operatori: Educatori Professionali, Pedagogisti 7.9 Gioco Teatrando (Gioco, Teatro, Animazione) È un programma di attività ludico-teatrali diurne organizzate nei mesi estivi e durante ulteriori periodi di vacanza scolastica, col coinvolgimento di bambini e ragazzi normodotati, i quali hanno l’opportunità di vivere momenti d’ integrazione con i bambini e i ragazzi autistici presenti nel centro. Operatori: Pedagogista 7.10 Parent training La cura e la crescita di un figlio con Autismo o, in generale, con DGS richiede ai genitori l’acquisizione di specifiche competenze, utili a comprendere i bisogni del figlio e ad evitare involontari errori educativi, che potrebbero, da una parte, rinforzare alcuni 17 comportamenti problema, e, dall’altra, generare sentimenti di inadeguatezza e frustrazione. Il parent training, in quanto risposta efficace alle famiglie in difficoltà, mira a: • ottenere un idoneo coinvolgimento emotivo di fronte al problema del figlio; • stabilire modelli educativi e affettivi adeguati e più efficaci; • migliorare la relazione e la comunicazione fra genitori e figli; • aumentare la capacità di analisi dei problemi educativi che possono insorgere; • aumentare la conoscenza dello sviluppo psicologico dei figli e dei principi sottostanti; • migliorare il funzionamento familiare tramite la trasmissione di procedure di coping e di problem solving; • utilizzare adeguatamente gli elementi dell’ecologia comportamentale, per i quali si richiede lo sviluppo della creatività, l’utilizzazione delle risorse fisiche, la distribuzione efficace di spazi fisici e l’organizzazione delle routine familiari. I parent training proposti all’interno del Centro possono essere: • INDIVIDUALI: finalizzati alla risoluzione di particolari situazioni problematiche e alla formazione dei genitori che devono affrontare comportamenti problematici del figlio e rivolti in prevalenza a genitori con figli oppositivi, aggressivi, iperattivi, autolesionistici; • DI GRUPPO: aventi lo scopo di trasmettere principalmente una cultura di base su cui si fondano le metodologie e le tecniche utilizzate nel corso del programma educativo. Il programma di parent training, nelle sue diverse forme, mira inoltre a fornire un sostegno psicologico alle famiglie con figli con DPS, con l’intento di creare per loro uno spazio di condivisione emotiva, dove i genitori possano esprimere timori, esperienze e speranze. Lo scopo che il Centro si prefigge è quello di rendere i genitori il più possibile consapevoli del lavoro che stanno svolgendo col proprio figlio, consentendo loro di effettuare osservazioni puntuali e precise sul suo funzionamento nell’ambiente domestico al fine di incrementare le abilità, l’autonomia, la comunicazione. Con l’aiuto di questionari sullo stress del genitore (QSG), di schede informative e schede di lavoro, si intende sostenerli e incoraggiarli a prendersi cura di se stessi, a non rinunciare ai propri 18 spazi, ai propri interessi e alle amicizie, a superare i sensi di colpa e le paure, traendone beneficio per sé, e di conseguenza anche per i loro figli. Operatori: Psicologo 8. PROTOCOLLO DI INTERVENTO FUNZIONALE 8.1 Prima fase: Accesso L’accesso alle prestazioni del Centro è subordinato al preliminare colloquio della famiglia con il Segretariato Sociale. L’assistente sociale, deputato all’accoglienza dell’utente, acquisita la diagnosi e sentito lo psicologo, svolge un colloquio preliminare con la famiglia al fine di comprenderne le esigenze e le aspettative. Definisce, poi, le modalità e i tempi di inserimento della persona con DGS presso il Centro e fornisce al genitore informazioni relative alle normative vigenti (legge 104, possibili agevolazioni, etc.). Figure professionali coinvolte: Assistente Sociale 8.2 Seconda fase: Presa in carico della persona con autismo e altri dgs La presa in carico dell’utente inizia con il preliminare colloquio anamnestico con i genitori, condotto dallo psicologo del servizio, che, insieme ad un educatore, svolge in un momento immediatamente successivo l’osservazione semi-strutturata dell’utente. Segue l’individuazione delle sue aree di forza e di debolezza su cui costruire il progetto psicoeducativo e abilitativo individualizzato, sulla base di una valutazione iniziale del profilo funzionale effettuata mediante la somministrazione di test specifici con caratteristiche di validità e di attendibilità (CARS, ABC, PEP-3, AAPEP, VABS, SVAP-R2). Nello specifico dell’Autismo, il percorso di valutazione comprenderà i seguenti aspetti: • valutazione del linguaggio e della comunicazione; • valutazione cognitiva; • valutazione del comportamento adattivo; • valutazione psicoeducativa e occupazionale; • valutazione neuropsicologica; • valutazione delle risorse familiari. 19 Sulla base di quanto emerso, si procede, pertanto, con l’elaborazione di un programma di intervento individualizzato che vada a considerare le seguenti aree: comunicazione, abilità relazionali e sociali, autonomie, con obiettivi adeguatamente tarati sulle competenze del soggetto, sulla sua fase del ciclo di vita e sui bisogni/richieste presentati dall’ambiente circostante. Il piano di intervento è costantemente condiviso con la famiglia ed, in particolare, con il Neuropsichiatra Infantile di riferimento, che ne segue l’andamento e l’eventuale terapia farmacologica. È cura dell’èquipe del Centro rilasciare alla famiglia una relazione scritta, inerente quanto emerso in fase valutativa e la definizione degli obiettivi proposti. La cartella di ogni singolo utente contiene una scheda di valutazione anamnestica e psicologica, il progetto abilitativo di ingresso, la scheda relativa al consenso informato. Figure professionali coinvolte: Psicologo, Educatore Professionale 8.3 Terza fase: Interventi psicoeducativi e abilitativi La finalità a lungo termine di un progetto psicoeducativo e abilitativo consiste nello sviluppare massimamente le competenze della persona e favorirne l’adattamento al suo ambiente, nel pieno rispetto delle specifiche caratteristiche del suo essere autistico. In tale prospettiva, vengono messi in atto interventi finalizzati a: • facilitare l’emergenza di competenze sociali, comunicative e linguistiche, cognitive; • favorire lo sviluppo di un adattamento emozionale, con costituzione soddisfacente dell’immagine di sé e modulazione degli stati emotivi; • correggere comportamenti disadattivi e permettere un controllo degli impulsi. Per il raggiungimento di queste finalità sovraordinate, l’équipe, stabiliti gli obiettivi a medio e breve termine, si riserva di individuare le strategie da applicare e, in particolare, le modalità di intervento ritenute più idonee. Tra queste: a) il lavoro strutturato 1:1 b) attività di gruppo. 20 Nel primo caso, l’utente è impegnato in sessioni di lavoro intensive che vedono la collaborazione e l’interazione diretta del singolo operatore con la persona, in ambiente accuratamente predisposto e strutturato. Nel secondo caso, la persona è accolta ed inserita in uno specifico gruppo di utenti, aventi peculiarità e caratteristiche simili in termini di età e livello di funzionamento. Nello specifico, partendo dal presupposto di una recettività massima di utenti pari a 30 unità, così come previsto dall’art. 60 del Regolamento Regionale n.4/07, si ritiene di suddividere l’utenza in tre moduli: a. ospiti di età compresa tra 0 e 5 anni; b. ospiti di età compresa tra i 6 e 17 anni; c. ospiti di età compresa dai 18 anni in poi, previa valutazione funzionale delle potenzialità e analisi dei bisogni personali. La suddivisione per età è pensata allo scopo di favorire lo sviluppo di dinamiche di relazione e di aiuto reciproco tra gli utenti, promosse quale valore aggiunto per le persone stesse. Tuttavia, la composizione dei gruppi è parallelamente subordinata all’identificazione di alcune abilità di base possedute dai potenziali fruitori dei servizi, al fine di rispondere ad un criterio di omogeneità. In generale, vengono attivati interventi psico-educativi, con applicazione del metodo ABA (Applied Behavior Analysis), impiego del programma TEACCH (Treatment and Education of Autistic and related Communication Handicapped Children) e delle strategie di CAA (Comunicazione Aumentativa e Alternativa); inoltre sono proposte attività di psicomotricità, logopedia, avviamento allo sport, musicoterapia e terapia occupazionale. Affinché il trattamento dia i suoi migliori risultati, l’équipe si impegna a far sì che esso venga effettuato in modo coerente da tutte le persone che si interfacciano con la persona con DGS. Per questo essa sarà costantemente impegnata nell’organizzazione di incontri periodici anche con gli insegnanti, durante i quali verranno discussi gli aspetti generali riguardanti l’utente, le sua modalità relazionali, i suoi stili comunicativi, le sue modalità di risposta alle sollecitazioni esterne e verranno definiti gli obiettivi che potranno essere realizzati all’interno dell’ambiente scolastico, lavorativo o comunitario. Figure professionali coinvolte: Psicologo, Educatore Professionale, Psicomotricista, Logopedista, Assistente Specializzato, Tutor coetaneo. 21 8.4 Quarta fase: Follow-up e reinserimento nel contesto familiare e sociale Il programma psico-educativo e abilitativo individualizzato di ogni utente viene sottoposto a verifica costante da parte dell’équipe, con follow-up a 6 mesi, mediante la somministrazione di strumenti oggettivi di valutazione. Il fine è di permettere la modulazione dell’intervento e di adeguare le diverse attività, sulla base degli eventuali cambiamenti ottenuti nella persona, aggiornando il piano relativo agli obiettivi da perseguire. Dai follow-up a cadenza periodica viene, infatti, valutato se procedere alla stesura di un nuovo progetto abilitativo, con il perseguimento di obiettivi successivi, o se avviare l’utente verso una presa in carico a livello domiciliare, fornendo al nucleo familiare un adeguato e duraturo supporto e, nel contempo, permettendo alla persona di vivere pienamente il suo essere all’interno del proprio contesto originario di vita, sperimentando un senso di autonomia e di autoefficacia. L’équipe provvede, inoltre, all’attivazione delle risorse associative, ricreative e culturali del territorio e della comunità di cui la persona fa parte. Ciò permetterà di mettere in atto una linea di azione concreta, estendendo e rendendo più ricca e consapevole la rete di rapporti e le opportunità di relazione e di aiuto. Dunque, di “Costruire un Progetto di Vita in Comune”. Figure professionali coinvolte: Psicologo, Educatore Professionale, Psicomotricista, Logopedista, Assistente Specializzato, Tutor coetaneo. 9. NORME DI COMPORTAMENTO ALL’INTERNO DELLA STRUTTURA L’accesso in una struttura esprime da parte del cittadino utente un rapporto di fiducia e di rispetto verso il Personale tutto, presupposto indispensabile per l’impostazione di un corretto programma di intervento. Tutti gli operatori sono impegnati, in funzione delle rispettive competenze, a far rispettare le seguenti norme comportamentali, per il buon andamento della struttura e per un migliore benessere degli utenti: - comportamento: gli utenti e gli accompagnatori sono tenuti al rispetto dell’orario, a comunicare tempestivamente eventuali assenze, ad attendere il proprio turno negli ambienti adibiti all’attesa, a rispettare il regolamento interno alla struttura; 22 - ambienti ed attrezzature: gli utenti gli accompagnatori sono tenuti al rispetto degli ambienti, delle attrezzature e degli arredi che si trovano all’interno e all’esterno della Struttura, ritenendo gli stessi patrimonio di tutti; - effetti personali: la struttura declina ogni responsabilità per gli effetti personali, gli oggetti di valore o il denaro lasciati incustoditi; - fumo: il fumo costituisce un danno per la salute di chi fuma e chi si trova negli stessi ambienti, per cui nella Struttura, ad eccezione che negli spazi esterni, e nel rispetto della normativa di legge vigente, non è consentito fumare; - servizi igienici: l’ordine e l’efficienza dei servizi igienici dipende anche dal comportamento responsabile e civile di chi ne usufruisce. È buona porre negli appositi contenitori qualsiasi materiale di rifiuto. 10. RAPPORTI CON IL PUBBLICO E DIRITTO AL RECLAMO SEGRETARIATO SOCIALE Martedì – Venerdì Tel. Dalle h.10:00 alle h.12:30 0833/1824138 Mercoledì Dalle h.18:00 alle h.19:30 CASE MANAGER (Coordinatore) Dott. ssa Mariangela ABATE Lunedì – Mercoledì – Venerdì Tel. 0833/1824138 Dalle h.16:00 alle h.17:30 DIRITTO AL RECLAMO Presidente: Dr.ssa Maria Antonietta Bove Sabato Tel. Dalle h. 9:00 alle h. 12:00 0833/1824138 23 11. SISTEMI DI TUTELA DELL’UTENTE 11.1 Qualità Tecnico Progettuale La struttura destinata all’accoglienza di persone autistiche, è stata volutamente progettata per eliminare qualsiasi elemento stigmatizzante la disabilità Gli spazi interni ed esterni all’edificio ed i volumi, danno vita ad una organismo architettonico dall’aspetto familiare, quindi residenziale, inserito plasticamente nel tessuto edilizio della zona d’intervento e caratterizzato al contempo da un alto livello di funzionalità e fruibilità, a beneficio totale degli individui ospiti che usufruiranno di un servizio specifico in una struttura dall’aspetto familiare e domestico, quindi in un ambiente assimilabile ad una “casa-laboratorio”. Anche nell’impiantistica si sono osservati criteri volti a minimizzare i possibili disturbi di tipo sensoriale sia di tipo visivo (luci iridescenti e soffuse) sia di tipo uditivo (impianti silenziosi, privi di ventole, ecc.). Gli arredi sono studiati non solo per facilitarne la fruibilità (non si dimentichi che le persone con autismo difficilmente sono in grado di intuire le funzioni di oggetti anche di uso comune), ma anche per garantire la sicurezza in presenza di eventuali crisi comportamentali. L’edificio garantisce il superamento delle “barriere architettoniche”, intese sia in termini di ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità, sia in termini di fruibilità, sia come mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo. La disposizione degli arredi fissi nell’unità ambientale è tale da consentire l’agevole utilizzabilità di tutte le attrezzature in essa contenute. L’edificio risponde, inoltre, ad un criterio di adattabilità, ovvero è progettato per poter essere modificato nel tempo a costi limitati, allo scopo di renderlo sempre completamente agevole. 24 11.2 Sistema di Monitoraggio e Valutazione dell’intervento Il Servizio prevede un serrato sistema di monitoraggi costanti in linea con una filosofia di Total Qualità, nonché coerente con quanto stabilito in particolare agli art. 8 e 9 del Regolamento regionale 4/2007. Per ogni aspetto dell’intervento, pertanto, ci si attiene a standard esplicitati, sono predisposti puntuali strumenti di verifica e viene definita la periodicità, rintracciabilità e attribuzione dei controlli. Sono, quindi, previsti strumenti gestionali, quali registri cartacei e informatizzati degli interventi, e ogni altro strumento utile a dare evidenza di quanto si fa e a raccogliere informazioni in modo sistematizzato, permettendo, così, una puntuale valutazione ai fini del miglioramento continuo. Oggetto di valutazione non sarà solo la qualità oggettiva, ma anche la qualità percepita. Inoltre, anche in linea con le novità introdotte nella norma UNI EN ISO 9001:2008, che ha recentemente modificato la ISO 9001:2000, il rilevamento della soddisfazione degli utenti è affidato non solo alla somministrazione di appositi questionari, ma anche rilevato attraverso l’identificazione di ulteriori e più raffinati indicatori quali l’analisi dei tempi di attesa, degli eventuali abbandoni di servizio, ecc. Particolare attenzione e trasparenza è inoltre garantita nell’analisi di eventuali reclami. Per quanto riguarda specificatamente le attività educativo-abilitative la valutazione dell’intervento è affidata a follow up periodici programmati e a ulteriori strumenti per il monitoraggio in itinere. 25