anteprima assoluta - Acustica Applicata
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FDS 141 p.03-23:FDS CV 22/08/2007 10.02 Pagina 14 ANTEPRIMA ASSOLUTA di Riccardo Mozzi Sistema di altoparlanti da pavimento AVALON INDRA Il nuovo diffusore della Avalon: come sempre, un piccolo avvenimento, vista l’accurata progettazione e sviluppo che ogni nuova creatura di Neil Patel richiede; in anteprima assoluta per il lettori di Fedeltà del Suono. In effetti viene da chiedersi come mai alcune Ditte, anche di una certa importanza “quantitativa”, siano così parche nella presentazione dei nuovi apparecchi, spesso limitati ad un solo modello all’anno; evidentemente lo sforzo progettuale è di particolare impegno per cui è limitato ad un solo prodotto e non ad una eventuale linea di apparecchi. Ho conosciuto personalmente Neil Patel svariati anni orsono (1993) in occasione della presentazione delle nuove (allora) Avalon Radian; nel 2005 ho poi avuto l’onore di riceverlo a casa, in saletta: dopo tanti anni di esperienza ritenevo di conoscere tante cosette del mio impianto personale: ed invece con poche regolazioni al giradischi, con lo spostamento del tavolino del finale, con la rotazione di alcuni DAAD ecco che il suono assumeva un aspetto più... veritiero: poche sfumature migliorative ottenute con altrettanti sapidi “tocchi” ma sufficienti per migliorare il risultato finale in modo significativo (e farmi fare la figura del babbeo...). Evidentemente la professionalità, l’orecchio e l’esperienza non sono cose che si possono improvvisare da un giorno all’altro; e da quel giorno la mia personale stima verso il patron della Avalon è ulteriormente cresciuta... DESCRIZIONE Eccomi quindi a descrivere sommariamente questi nuovi diffusori partendo dai modelli FDS 141 p.03-23:FDS CV 22/08/2007 10.08 Pagina 16 ANTEPRIMA ASSOLUTA AVALON INDRA precedenti. Già, chissà perchè spesso gli eventuali difetti o, quantomeno, i lati negativi di un apparecchio si riescono a scoprire solamente con la recensione del modello successivo... Quante volte ci è capitato di leggere che “...si, il modello MkII era buono, ma questo MkIII è più equilibrato, non ha quella tonalità acida....”, ecc. Probabilmente ci sono caduto anch’io, quantomeno con questa recensione... Ebbene, i modelli sostituiti da queste Indra sono le Opus e le Ceramique; le prime erano diffusori a quattro vie, con medio ed alto Accuton (in ceramica), woofer Eton e woofer inferiore sconosciuto (almeno per me), entrambi da 9”. Si trattava di diffusori nati per permettere un ascolto “completo” anche in ambienti di ampiezza tale da non permettere l’inserimento delle più grandi Eidolon, costando peraltro circa 8000 euro in meno di queste ultime; il risultato finale era tuttavia un poco sbilanciato verso le basse frequenze che, con certe incisioni, non sembravano essere controllate a dovere, anche senza arrivare a certi “rigonfiamenti” tipici di diffusori fortemente caratterizzati in tal senso. Per ovviare personalmente a questa saltuaria “invadenza”, dopo svariati tentativi, nei miei esemplari avevo posto tra il diffusore ed il pavimento un sottile (lo spessore è stato ricavato dopo alcune prove...) foglio di gommapiuma della stessa superficie della base del diffusori; risultato interessante, grazie al controllo meccanico imposto al woofer inferiore dal minor volume di aria a disposizione per la sua elongazione. Le Ceramique (possedute per poco tempo, giusto per fulminare un woofer...) adottavano, invece, un solo woofer Accuton (in ceramica); il risultato all’ascolto era sì interessante, ma lasciava un poco perplessi l’impatto della gamma bassa, profonda a sufficienza, ma apparentemente di limitata immanenza; un basso paragonabile ad un piccolo diffusore planare ove il volume di aria spostata è orientativamente pari a quello di un trasduttore tradizionale, ma il cui punch sembrerebbe essere inferiore; e tale tipo di risultato mi è parso di ascoltarlo anche in altri diffusori adottanti altoparlanti completamente ceramici, seppur in quantità, ora presenti sul mercato. Duole allo scrivente rammentare inoltre una certa qual fragilità dei trasduttori citati, evidentemente pensati per ascolti a volume non parossistico come personalmente (ma non sono il solo....) a volte prediligo. E veniamo alle Indra: il cabinet è lo stesso dei diffusori citati in precedenza, così come pare essere identico il midrange ed il tweeter; i woofer, invece, sono gli Eton da 7” in nomex-kevlar già utilizzati con successo sulle più economiche Ascendant; e, per quanto mi riguarda, con ottimi risultati: di questi diffusori ho tutt’ora un’ottimo ricordo. Non riuscii mai a mandarle in crisi, neppure con finali Levinson o Krell da 200 watt (nominali...) durante ascolti degni di un Luna Park... Il crossover dovrebbe essere stato pesantemente modificato rispetto ai progetti precedenti non solamente per quanto riguarda le frequenze di taglio, ma anche per altri particolari, non meglio specificabili, che coinvolgono la ri- sposta nel tempo dei trasduttori, caratteristica che pare asssimilare queste Indra, seppur con i dovuti distinguo, alle recenti Isis. I morsetti di ingresso sono ora finalmente sul pannello posteriore, come già lo erano per le Ascendant e per le Isis, e sono peraltro realizzati utilizzando un’intelligente connessione Cardas mediante la quale è possibile serrare i due poli contemporaneamente. La Avalon giustificava la necessità di utilizzo delle connessioni da porre al di sotto del cabinet con il fatto che il crossover era ospitato in basso... Evidentemente ora sono riusciti a trovare una soluzione decisamente più funzionale e che svincola dalla necessità di essere in due amici per connettere i diffusori all’impianto... La griglia frontale segue l’andamento esterno del profilo del mobile e contiene al suo interno un feltro che, appoggiandosi sul pannello frontale, controlla le diffrazioni che inevitabilmente si vengono a creare; per mascherare questo (brutto) feltro viene naturalmente utilizzata una stoffa di copertura, che peraltro dona una certa eleganza al tutto; nel corso del tempo ho FDS 141 p.03-23:FDS CV 22/08/2007 10.23 Pagina 18 ANTEPRIMA ASSOLUTA AVALON INDRA programma...), risultato essere un vero campione nel rapporto qualità/prezzo. Numerose anche le amplificazioni utilizzate: Audio Research, Spectral e Lamm ,dei superbi Reference 1.2 (Ah, Riccardo, fortunato tu... N.d.D.), provando quindi la “compatibilità” di queste Indra con finali a valvole, a stato solido ed ibridi. Cavi di segnale Transparent (phono), Crystal Cable e NBS; De Antoni di potenza. Il punto di ascolto e la collocazione in ambiente sono quelli solitamente utilizzati per i miei diffusori personali, lasciando così quasi invariata anche la collocazione dei vari correttori acustici DAAD all’interno della saletta. Fortunatamente i diffusori mi sono arrivati quasi completamente rodati per cui la “legnosità” della gamma bassa che ricordavo durante il periodo di rodaggio delle Ascendant era completamente assente. Le primissime impressioni di ascolto possono essere fuorvianti se si proviene da un diffusore di caratteristiche sensibilmente superiori; ma, vista la “naturalità” di emissione di queste Indra (in verità al pari un poco di tutte le Avalon), tale impressione è durata solamente pochissimo tempo, emergendo subito anche durante le prime sedute di ascolto la musicalità intrinseca di questo diffusore; il ricordo corre immediatamente alle altre Opus (le Ceramique sono superate di un balzo, a mio avviso...), di cui ho tutt’ora un’impressione ben vivida; debbo dire che le provato ad ascoltare svariati modelli di Avalon con e senza stoffa, giungendo alla conclusione della indispensabilità del feltro, ma della “perniciosità” della stoffa stessa ai fini della trasparenza, almeno per buona parte degli ambienti correttamente trattati dal punto di vista acustico; in questi casi saranno disponibili presso l’Importatore delle griglie dotate di forature per evitare “mascheramenti sonori” che, è mio parere, non si limitano a semplici sfumature, ma sono decisamente determinanti per il risultato finale (per me che sono un pignolo...), a meno di un aspetto esteriore un poco più tecnico, ma forse meno accettabile da parte di chi bada, giustamente, anche all’estetica. ASCOLTO Per l’ascolto di questi diffusori ho avuto a disposizione una gran quantità (e qualità...) di altri componenti che saranno poi specificatamente descritti in un prossimo “hi-dream”. In particolare ho potuto utilizzare la mia sorgente digitale Madrigal ed una stellare Metronome Kalista; il giradischi analogico era un Dr.Feickert Twin Table (bellissimo), corredato di braccio EMT 997 (“banana” per gli amici) e testina EMT TSD15LZI, versione speciale realizzata dalla Casa “copiando” le caratteristiche elettromeccaniche della gloriosa Ortofon SPU A; stadio phono Grandinote Celio e Einstein “The Turntable Choice’s” (un nome, un WILSON AUDIO TOTEM EXPOSURE AUDIO RESEARCH MARTIN LOGAN Una grande passione pretende la più alta fedeltà. CANTON DYNAUDIO MORDAUNT SHORT MARANTZ CAMBRIDGE AUDIO MYRYAD YBA QED PROJECT GOLDRING MCINTOSH NORTH STAR DENSEN GRAAF TRANSROTOR J.A. MICHELL GRADO VANDENHUL TRANSPARENT NORDOST TRIGON SENNHEISER CARDAS THORENS TIVOLI AUDIO SYNTHESYS TEAC NAD Rivenditore Autorizzato: Cherubini - 00159 Roma via Tiburtina, 360 tel. 0643219.220/221 fax 064395911 info + on-line store: www.cherubini.com SOLUZIONI PERSONALIZZATE PER SISTEMI AUDIO STEREO, HOME THEATER E AUTOMAZIONE DOMESTICA CONSULENZA PROGETTAZIONE INSTALLAZIONE SERVIZI POST VENDITA HARBETH FDS 141 p.03-23:FDS CV 22/08/2007 10.35 Pagina 20 ANTEPRIMA ASSOLUTA AVALON INDRA musicale” che pare costituire la vera novità intrinseca entro questo progetto: il senso del ritmo, del tempo, oltre che dello spazio, unito a grazia nel porgere la trama sonora ed, al tempo stesso, alla potenza di emissione, quando necessario. La ricostruzione scenica risulta essere davvero entusiasmante ed (anche questa caratteristica...) può parzialmente ricordare quella da primato delle inarrivabili Isis. Direi che, sotto questo aspetto, c’è la possibilità di discernere un’ottima capacità di messa a fuoco anche dietro i diffusori nel senso che vado a spiegare: gli esecutori molto “lateralizzati” in sala di registrazione vengono solitamente racchiusi entro un diffusore; in questo caso gli stessi sono un poco allontanati e posti più in profondità, evitando quindi la poco naturale scena “a teatrino” che si viene a creare quando un elemento è inciso quasi esclusivamente su un unico canale stereo; una prestazione leggermente superiore a quella, peraltro esaltante, delle sorelle maggiori Eidolon che, d’altra parte, ripropongono una profondità del palcoscenico un poco superiore. Ed a proposito di confronti con le Eidolon Vision (dal costo superiore di circa 8000 euro...) è da riferire la diversa riproposizione del basso (componenti medio ed alto sono gli stessi...), nel caso in esame riproposto da due componenti da 7” rispetto ad uno da 11”, montato entro un volume d’aria superiore; come immaginabile, la sensazione di velocità di risposta parrebbe essere superiori nelle Indra che, d’altra parte, si debbono inchinare rispetto ad una maggiore immanenza e “autorevolezza” riproposta dal diffusore dotato del componente più grande, a meno di casi particolari ove la gamma bassa sia particolarmente “impulsiva”: nella riproduzione della Sagra della Primavera i colpi delle percussioni si sussuegono con rapidità e violenza unite ad una ragguardevole profondità; una prestazione, in questo caso, superiore a quella ottenibile con un solo trasduttore di maggior superficie. Entusiasmanti quindi le riproduzioni di dischi ad alto contenuto dinamico ed energetico; mi piace citare, tra questi, La Bamba, O-Zone Percussion (K Kla- sorelle più anziane, una volta trovata la giusta collocazione ed amplificazione e, soprattutto, una volta capito quale spessore di gommapiuma “smorzatoria” necessitasse al di sotto, si comportavano davvero più che bene, riuscendo a stupire, ascolto dopo ascolto, il sottoscritto ed i suoi amici che man mano capitavano in saletta. Potrebbe suonare un poco altezzoso immaginare di poter migliorare con della gommapiuma il suono di un diffusore, ma credo che possa altresì essere accettabile la considerazione che un giusto interfacciamento in ambiente possa richiedere anche interventi relativamente drastici come quello descritto. Tale ricordo è tuttavia poi ben superato dalle caratteristiche di riproposizione sonora di queste nuove Indra rispetto alle precedenti Opus, caratteristiche drammaticamente differenti per quanto riguarda la gamma bassa e che, di conseguenza, si ripercuotono anche in una maggior piacevolezza della gamma alta; vista l’identica presenza dei trasduttori Accuton deputati alla riproduzione della parte superiore dello spettro, la spiegazione che mi illudo di dare a tale maggior rifinitura, velocità e, in definitiva, musicalità della gamma alta risiede sia nella probabile modifica alle caratteristiche elettriche del crossover, sia, a mio parere, per il fatto che essendo la gamma bassa maggiormente pulita, articolata e, in due parolacce, “meno mascherante ed invadente”, la conseguenza è quella di una maggior attenzione che è possibile dedicare anche alla parte alta dello spettro che può così emergere senza le distrazioni generate dai woofer a volte poco controllati. Non siamo quindi di fronte ad una commistione tra il basso veloce ed articolato delle Ascendant e la bella gamma medioalta delle Opus (o delle Ceramique), ma ad un insieme la cui somma è superiore a quella dei singoli elementi, proprio grazie alla sinergia ed al “rispetto reciproco” che si viene a creare tra i componenti stessi... La coerenza di emissione è quindi davvero interessante, non riuscendo mai a poter essere identificato con precisione il trasduttore che sta “lavorando” in un certo qual momento; c’è, nel messaggio sonoro trasmesso da questi diffusori, una “risoluzione del tempo 20 FDS 141 p.03-23:FDS CV 22/08/2007 10.43 Pagina 22 ANTEPRIMA ASSOLUTA AVALON INDRA “gradibilità” delle varie amplificazioni utilizzate: le valvole del VT130 Audio Research si sono dimostrate davvero musicali e godibili, mantenendo le caratteristiche tipiche della riproduzione valvolare a scapito di una leggera perdita di controllo in gamma bassa, seppur accettabilissima; il DMA100S Spectral si è dimostrato il finale in grado di mettere in maggior evidenza le doti di capacità di risoluzione e dettaglio possibili di questi diffusori: controllo del basso superlativo (maggiore dei Lamm che hanno rischiato di mandare a fondo corsa i piccoli woofer delle Indra...); e velocissimo, al pari dei sorprendenti Lamm Reference 1.2, per la prima volta qui da me in saletta: straordinariamente musicali, sensibilmente più scuri dello Spectral cui debbono anche una certa capacità di messa a fuoco, ma dotati di una meravigliosa fluidità di emissione che si ripercuote in una musicalità complessiva superiore; parrebbe che la sola valvoletta presente in queste macchine sia in grado, effettivamente, di fluidificare e levigare il messaggio sonoro che scorre all’interno di queste amplificazioni le cui caratteristiche sonore possono ricordare un poco i Pass in classe A (che non possiedono tuttavia quella liquidità) o i Levinson 20.6, sensibilmente più lenti, anche se giova ricordare che questi ultimi sono nati, nella versione originaria, due decenni orsono... vier Record), un CD facilmente reperibile in rete a 15 U$ e che sovente ho ascoltato in dimostrazioni di impianti di alto livello qualitativo (e quantitativo...): la traccia 10 contiene 8 minuti di musica percussiva che impegna decisamente un sistema di altoparlanti, mettendo in evidenza eventuali carenze di profondità e, soprattutto, lentezze a seguire il travolgente altalenarsi delle miriadi di percussioni utilizzate. Visto che siamo in tema di confronti viene naturale immaginare allora le prestazioni delle Watt/Puppy, anch’esse dotate di una più ampia capacità di impatto e livello di volume sonoro massimo a scapito, tuttavia, di una minore articolazione e trasparenza; anche le Wilson Sophia risultano essere probabilmente più “impressive” da questo punto di vista, ma la precisione e raffinatezza della ben diversa gamma medio-alta delle Indra potrebbe giocare un ruolo tale da far pendere la bilancia a loro favore nel caso di un azzardato confronto “diretto”. Ho riferito azzardato perchè ritengo che sia ben difficile poter far esprimere diffusori di tale levatura al meglio nella stessa sala a distanza di pochi minuti; apparecchi del genere meritano una messa a punto specifica accurata e, soprattutto, tempo ed attenzione da parte dell’appassionato interessato. Una partita più aperta potrebbe essere giocata con le Kharma Ceramique 2.3 (o meglio con le 1.2), dal costo peraltro sensibilmente inferiore, diffusori dalle caratteristiche un poco diverse, ma anch’essi molto musicali; questi prodotti olandesi, oggetto di una recente recensione, si presentano senza ruffiani effetti loudness e con una gamma medio-alta parimenti raffinata rispetto alle Indra, anche se, a volte, bisognosa di una maggior attenzione nella collocazione in ambiente. L’efficienza “reale” delle Indra parrebbe essere un poco superiore a quella dichiarata (87 dB), con soddisfazione dell’utilizzatore che può così risparmiare (?) sull’acquisto del finale di potenza: direi che 100 watt sono più che sufficienti per far esprimere al 100% questi diffusori con il 99,99% dei dischi disponibili. Due parole anche riguardo alla CONCLUSIONI Un sincero grazie al nuovo Importatore (Acustica Applicata) che si è fidato di me lasciandomi più di un mese la prima (ed unica) coppia di Indra arrivata in Italia, non immaginando forse gli strapazzi a cui sarebbe stata sottoposta... Costo (giustificato, ahimè...) di circa 24.000 euro: il prezzo all’origine è di circa 3000 dollari superiore rispetto alle Opus; apprezzabile lo sforzo di porre a listino questi diffusori ad una cifra che forse sarà la più bassa d’Europa. Al solito, a disposizione per suggerimenti e/o critiche. Informazioni: Acustica Applicata Tel. +39 0583 73.03.22 Web: www.acusticaapplicata.com E-mail: [email protected] 22
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