AR272 Dynavector XX-2
Transcript
AR272 Dynavector XX-2
IL LIMITE DELLA RAGIONEVOLEZZA N egli ultimi tempi mi sono trovato a riflettere sulla soglia della ragionevolezza. In molti sensi: dall'ottimizzazione maniacale dei componenti e dell'ambiente di ascolto alla comodità di utilizzo, ma parlando di analogico il nodo centrale è senz'altro quello dei costi. Non ho mai nascosto che a mio avviso l'analogico si può veramente apprezzare solo da un certo livello in su: il fascino del disco nero, le grandi copertine e i riti connessi con l'utilizzo del giradischi sono una cosa, senz'altro apprezzabile e forse impagabile, ma parlando di prestazioni in senso stretto è quasi criminale sdoganare l'analogico sempre e comunque; un giradischi economico, con una testina entry level e uno stadio phono della mutua potrà al massimo offrire una riproduzione dignitosa ma niente più; non ci nascondiamo dietro a un dito: l'analogico di qualità costa e pure parecchio. D'altro canto mi sono anche reso conto di essere entrato in un girone infernale piuttosto lontano dalla realtà, in pratica prendendo in considerazione solo testine che da sole costano più dell'intero impianto della maggioranza dei nostri lettori; ci sarebbero da fare lunghe considerazioni sull'opportunità di investire grosse cifre su una testina e soprattutto su cosa una testina di altissimo bordo offra in più rispetto a una, come dire, solo di alto livello; sintetizzando al massimo potremmo concludere che questo qualcosa in più è la cosiddetta magia, sensazioni difficili da de- Testina Benz MC Glider Prezzo:Euro 665,00 Distributore per l'Italia: Audiogamma, Via Pietro Calvi 16, 20129 Milano. Tel. 02 55181610 Testina Dynavector XX-2 Prezzo: Euro1549,37 Distributore per l'Italia: Sound & Music, Via Mazzarosa 105, 55100 Lucca. Tel. 0583 581327 scrivere a parole, impressioni di presenza, illusioni di spazialità, definizione e articolazione di fraseggi in secondo piano nel tessuto musicale; per godere di questo qualcosa in più, è ovvio, è necessario che il resto del sistema sia all'altezza. Detto questo, la soglia della ragionevolezza rimane un fattore squisitamente personale, ahinoi strettamente legato al reddito; si può facilmente obiettare che la più economica delle due testine che vado a presentare costa come 15 giorni di stipendio di un operaio, ma è anche vero che è una cifra equivalente al costo, per esempio, di una scatola di sigari Avana in edizione limitata, che - per carità - darà sensazioni inarrivabili al fumatore raffinato, ma sempre di 25 sigari parliamo: dopo 25 fumate siamo da capo col portafogli in mano. Insomma: i moralismi lasciamoli fuori dalla porta. Mi sembra in verità di aver scritto una formidabile serie di banalità, eppure necessarie per descrivere lo spirito con cui ho selezionato queste due testine: se è facilissimo identificare nella Denon DL-103 il miglior rapporto qualità/prezzo di tutti i tempi, il prodotto entry level per antonomasia, a mio avviso il minimo indispensabile per godere delle gioie che l'analogico può dare, salendo con i costi e le pretese la faccenda si fa più complessa, e non è solo una questione di aumenti esponenziali dei costi a fronte di miglioramenti asintotici. Per esempio un buon criterio di scelta può essere quello di limitare la selezione a ditte che producono in proprio invece di mettere il proprio marchio su un prodotto realizzato da terzi, che detengono il know-how: a parità di qualità musicali, una testina costruita da un grande produttore specializzato, come possono essere Ortofon o appunto Benz e Dynavector, costerà decisamente meno di una artigianale o - peggio - costruita altrove su specifica. Insomma, quelle che andiamo ad analizzare mi sembrano un ottimo esempio concreto di prodotti vicini ai limiti, inferiore e superiore, della fascia alta, entro il livello della ragionevolezza. Benz MC Glider La Benz Glider è il cavallo di battaglia del noto produttore svizzero che, per chi non lo sapesse, è uno dei più grandi d'Europa e forse del mondo; fra l'altro, buona parte del suo fatturato deriva dalla produzione conto terzi. Della Glider potremmo anche La Glider viene fornita in un astuccio di plastica elegante ma senza troppi fronzoli. In dotazione vengono forniti uno spazzolino a setole corte, la minuteria (viti, ecc.) e il tracciato individuale. 92 AUDIOREVIEW n. 272 ottobre 2006 dire che è il primo prodotto Benz al di sopra di una certa soglia, diciamo della soglia della mera produzione industriale: ogni singolo esemplare viene dotato del suo test individuale; non è un caso che la Glider sia usata come base per più costose elaborazioni di altri produttori, vedi sopra. La confezione è senza fronzoli: elegante ma senza sprechi per astucci lussuosi o amenità, al contrario molta sostanza: attrezzi e minuterie di qualità e una comodissima livella a bolla. Il punto debole della Glider è forse la struttura nuda e l'assenza di un valido salvastilo: al solito suderò freddo durante l'installazione... In realtà il problema della fragilità delle testine nude è per buona parte psicologico: un incidente serio non lascerà scampo a nessuna testina, eppure quel cantilever in aggetto, sospeso lì sul nulla mi lascia inquieto, mi trasmette la paura di sradicarlo con un dito semplicemente armeggiando intorno allo shell; se vogliamo è una questione visiva: un corpo intorno al generatore se non altro fornisce un riferimento per il reale ingombro del fonorivelatore. A parte queste amenità, la Glider è un prodotto molto solido, sia dal punto di vista musicale che da quello dell'interfacciamento. A differenza di molte testine MC, le Benz sono fra le poche a non aver bisogno necessariamente di un trasformatore di step-up (anche se personalmente lo preferisco), anzi, il produttore consiglia l'utilizzo di stadi attivi; disponibile in due versioni, rispettivamente con 12 ohm d'impedenza interna e 0.4 mV di livello d'uscita e 24 ohm per 0.8 mV (c'è anche AUDIOREVIEW n. 272 ottobre 2006 una versione ad alta uscita che però non ho neanche preso in considerazione), soprattutto nella versione da 0.8 mV può essere tranquillamente utilizzata anche con uno stadio phono per MM di guadagno medioalto (diciamo da 45 dB in su, purché ovviamente lo stadio linea ne offra almeno un'altra dozzina). Per la cronaca, la non necessità di uno step-up deriva dalla filosofia costruttiva Benz, che prevede lo smorzamento del cantilever esclusivamente a cura del dumper della sospensione, di conseguenza non è necessario un basso carico in ingresso al phono (come per la stragrande maggioranza delle MC giapponesi), tipico sottoprodotto dei trasformatori. La cedevolezza è mediobassa, è quindi adatta a quasi tutti i bracci in commercio non troppo leggeri, e il peso di lettura è intorno ai classici 2 grammi, come per quasi tutte le MC di rango. Dal punto di vista musicale la Glider è un tipico prodotto Benz, con caratteristiche strettamente imparentate con i modelli più alti di gamma; in verità mi è parsa leggermente più brillante delle più classiche Benz col corpo in legno (Ruby, LP, ecc.) ma parliamo di una lieve sfumatura. Potremmo parlare di un suono di scuola europea, che dà il suo meglio con gli archi e le voci; a proposito di scuola europea ci sarebbe da notare la curiosa somiglianza del tipico timbro Benz con quello delle Ortofon SPU, che dal punto di vista costruttivo sono esattamente agli antipodi (bassissima impedenza, smorzamento del cantilever a cura del basso carico d'ingresso, necessità dei trasformatori) e qui entriamo nei misteri dell'analogico, dove ci si deve rassegnare a non poter spiegare tutto con le mere caratteristiche tecniche e al contrario prendere in considerazione l'aspetto umano, nel caso specifico il gusto e la sensibilità di chi è preposto alla messa a punto fine del generatore. Nella fascia di prezzo intorno ai 6-700 Euro la Glider si trova a competere con molti prodotti validissimi, per citarne qualcuno la Ortofon MC20 Super e la Dynavector Karat 17D, relativamente simile la prima, agli antipodi la seconda come impostazione timbrica; fatti salvi i gusti personali, la Glider offre il vantaggio precedentemente illustrato di poter suonar bene anche senza trasformatori, ovvero a un costo finale più basso. Dynavector XX-2 La Dynavector XX-2 è il terzo modello in ordine di prezzo della nota ditta nipponica; abbiamo recentemente provato i due modelli superiori, XV-1S e Te Kaitora, mentre la XX-1 da cui deriva venne provata su queste pagine da Bebo Moroni nel secolo scorso; era una testina per l'epoca rivoluzionaria, era infatti la prima dotata dello smorzatore di flusso magnetico che da allora caratterizza tutte le Dynavector di alto bordo. Recentemente ne ho ascoltato un esemplare vintage e ricordo di essere rimasto perplesso per il microinterruttore che esclude lo smorzatore di flusso e per la ricostruzione scenica, curiosamente molto sviluppata in profondità e sul piano verticale (!) ma un po' stretta, racchiusa fra i diffusori (come del resto notato nella recensione), anche se dal punto di vista timbrico c'era veramente poco o nulla da ridire. Il nuovo modello assomiglia molto di più alla Te Kaitora, con cui ha in comune l'avvolgimento frontale dello smorzatore di flusso; è una testina - diciamolo chiaramente - al limite superiore della ragionevolezza, forse con un piede dall'altra parte visto che parliamo di più di mille Euro e di caratteristiche tecniche non facili. Come per i due modelli superiori si è scelto di non rinunciare ai magneti in al- Appena sopra al cantilever si intravede l'avvolgime nto dello smorzatore di flusso magnetico. 93 nico, notoriamente quelli che forniscono le migliori prestazioni sonore, ma anche la minore efficienza: in questo caso ne abbiamo 5, ma il livello di uscita è di appena 0.23 mV per 6 ohm d'impedenza interna; insomma, non ci ho neanche provato a farla andare senza un trasformatore con un alto rapporto di trasformazione (almeno 1:20), di fatto il produttore raccomanda un carico non superiore ai 30 ohm, un bel problema per uno stadio attivo, soprattutto se a valvole. Altre caratteristiche tecniche degne di nota, il cantilever in boro pieno (tipicamente si usano minuscoli tubicini cavi) e la costruzione del corpo, in alluminio ricavato dal pieno, con un profilo che lascia intendere uno studio a monte alla ricerca della massima rigidità. Passati all'ascolto, la XX-2 è molto convincente: ho già scritto di non amare particolarmente il tipico suono Dynavector, un pelo troppo freddo e analitico per i miei personalissimi gusti, ma di essermi dovuto ricredere dopo aver ascoltato la Te Kaitora e soprattutto la XV-1S; diciamo che la XX-2 assomiglia senz'altro di più ai due modelli superiori piuttosto che a quelli inferiori nella gamma Dynavector, diciamo anche che il suono pieno e rigoglioso, a tratti quasi romantico, senza per questo perdere le straordinarie qualità analitiche tipiche del produttore nipponico (parliamo di velocità sui transienti, di smorza- mento e grande neutralità), me la fanno forse preferire alla più costosa Te Kaitora, forse un pelino troppo eterea per come piace a me. Sia ben chiaro: la Te Kaitora è un prodotto sostanzialmente superiore, ma parlando di gusti personali di fronte a differenze che come sappiamo si fanno sempre più sottili man mano che si sale di costo e qualità, a questo livello di eccellenza può capitare di preferire il prodotto sulla carta inferiore. (Fatto salvo l'equilibrio generale dell'impianto: ovviamente non posso escludere che con un setup diverso dal mio la Te Kaitora possa apparire come l'equilibrio perfetto mentre la XX-2 leggermente troppo corposa). Insomma, mi ritrovo a fare i confronti con la XV-1S che costa il triplo e il brutale dato economico non può non far pensare; per carità, la differenza di prestazioni ci sta tutta, del resto parliamo di quella che è universalmente considerata una delle 3 o 4 migliori testine al mondo; con la XX-2 non c'è e non ci può essere la stessa magia, quell'impressione di presenza quasi sovrannaturale, quella sensazione di aria, spazio, soprattutto nei pianissimo e nelle tessiture musicali rarefatte; però, accidenti, siamo maledettamente vicini, e non dimentichiamoci: con un sistema allo stato dell'arte. Quanto vale - ripeto: ammesso di avere un sistema in grado di far passare queste sfumature - questo pizzico di magia in più? Vale la pena di spendere il triplo? Ognuno scelga per sé, purtroppo anche in base alla disponibilità economica; personalmente ho finito per comprare la XV-1S, ma ho anche il vantaggio di potermi raccontare che in fondo per me è da considerarsi come uno strumento professionale, assolutamente necessario come riferimento per poter parlare di grandi testine con cognizione di causa (c'è poco da ridere, ché per giustificare le vostre follie audiofile con voi stessi fate ben di peggio, per non parlare delle balle colossali che sicuramente raccontate alle mogli); più seriamente, se non mi fossi potuto permettere la XV-1S, credo proprio che la XX-2 sarebbe stata una delle candidate più serie. Marco Benedetti Dynavectgro XX-2 viene fornita con in dotazione le viti per il montaggio, uno spazzolino, e i cavetti necessari per il montaggio su uno shell EIA. 94 AUDIOREVIEW n. 272 ottobre 2006
Documenti analoghi
GFDS 19 - Dynavector
Quando il meglio non ha mai fine
Dynavector รจ un marchio che non dovrebbe aver bisogno di presentazioni. La casa giapponese, da sempre nella
realizzazione di pick up fonografici a bobina mobile di ...
Il paleontologo ha buone orecchie
Rhoman) o Dynavector (es mod. Karat 17 nelle varie versioni).