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Cassero (via Don Minzoni, 18)
Bar’t (via Polese, 47/a)
Les Rois du Monde (via del Pratello, 29)
Red Club (via del Tipografo, 2)
Stile Libero (via Lame, 68)
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In collaborazione con Associazione Arcigay “Il Cassero” di Bologna.
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Fu edificata tra il 1811 e il 1816 su un preesistente complesso
benedettino per volontà del conte Antonio Aldini, che intendeva in
tal modo ricordare l’escursione che Napoleone Bonaparte (di cui
era ministro e plenipotenziario) aveva compiuto in quei luoghi nel
giugno del 1805. L’edificio è organizzato su di una pianta ad “U”
e concepito come un tempio sull’Acropoli, contraddistinto da un
via Don
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via U. Lenzi
9. Villa Aldini - Via dell’Osservanza, 35
DSIGN.IT/stampa giugno 2014/tipografia metropolitana Bologna
Locali suggeriti
via
Porta Saragozza è il luogo
per eccellenza simbolo della
lunga presenza sul territorio
bolognese della comunità
LGBT. Non senza polemiche
venne concesso nel 1982
dalla giunta comunale
guidata dal sindaco Zangheri
ad uno dei primi collettivi
LGBT della città, il Circolo
di cultura omosessuale 28
giugno, e rimase sede della
Lapide presso
più
grande associazione per i
Giardini Cassarini
diritti gay, delle lesbiche e dei
transgender fino al 2002. Ora l’edificio ospita il museo comunale
dedicato alla B.V. di San Luca. A poca distanza dalla porta si trovano
i Giardini di Villa Cassarini. Bologna è stata la prima città in Italia
a creare un simbolo pubblico di Memoria della persecuzione
nazifascista nei confronti di gay, lesbiche e trans, cruenta e per
tanti anni taciuta. Qui si trova il monumento, il primo comparso su
territorio italiano e uno dei tre ufficiali esistenti in Europa, costituito
da una lapide, un triangolo di marmo rosa rovesciato, a ricordare
quello che gli omosessuali erano costretti a portare appuntato sulla
casacca nei campi di sterminio. Il progetto è dell’architetto Corrado
Levi. Ogni anno, il 27 gennaio e il 25 aprile, ospita una cerimonia di
commemorazione.
avancorpo retto da otto colonne ioniche ed accessibile mediante
scalinate laterali simmetriche. Nella costruzione venne inglobata la
Rotonda della Madonna del Monte (sec. XII), di cui sono tutt’ora visibili
alcuni brani di affreschi duecenteschi. Qui Pier Paolo Pasolini ambientò
le riprese esterne del suo ultimo film Salò o Le 120 giornate di Sodoma.
Ispirandosi, seppure solo parzialmente, all’opera del marchese De
Sade, Pasolini compie un viaggio estremo all’interno della parte più
buia dell’animo umano. Il film creò non pochi scandali poiché per
l’epoca conteneva forti immagini, alcune anche di omoerotismo.
Porta Saragozza
8. Porta Saragozza
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Bologna è conosciuta anche per essere luogo con una
lunga tradizione di apertura alle diversità e all’accoglienza
delle minoranze. Già a partire dagli anni ‘70 in città furono
aperti luoghi ritrovo e di divertimento in cui potesse
ritrovarsi la comunità LGBT.
1. Palazzo D’Accursio
Piazza Maggiore
Palazzo D’Accursio, sede del Comune di Bologna e dei suoi organi
istituzionali. Marcella Di Folco fu eletta Consigliere comunale di Bologna
nel 1995, prima trans al mondo a ricoprire una carica pubblica. Negli
anni settanta, periodo della sua attività cinematografica, fu una delle
protagoniste del cinema di Federico Fellini; ha lavorato tra gli altri anche
con Rossellini, Risi e Sordi. Nel 1988 diventa Presidente del Movimento
Identità Transessuale (MIT) e nel 1997 vicepresidente dell’Osservatorio
Nazionale sull’Identità di Genere. Sua l’idea di creare un consultorio per
le persone transessuali, il primo al mondo, autogestito.
dell’Università (laurea in Lettere) e delle sue prime poesie. Nel 1955
fonda e dirige, assieme a Francesco Leonetti e Roberto Roversi, la
rivista Officina. Nella Biblioteca Renzi della Fondazione Cineteca
di Bologna ha sede il Centro Studi-Archivio Pier Paolo Pasolini che
conserva tra l’altro documenti dell’artista, riviste, monografie e saggi
di studiosi sull’opera di Pasolini, più di 1000 audiovisivi con i suoi film,
fotografie e nastroteca di interventi vari di Pasolini.
2. Libreria Igor
Via S. Petronio Vecchio, 3
E’ l’unica libreria di Bologna totalmente dedicata alla cultura LGBTQ
e prende il nome dal simpatico cagnolino dei due proprietari che
vi accoglie all’entrata. Ospita molto spesso presentazioni di libri ed
incontri di approfondimento sulle tematiche LGBTQI. Su richiesta
procura libri da tutto il mondo perché nata come commissionaria di
editoria straniera nel 1975. www.facebook.com/igor.libreria
6. La Salara
Via Don Minzoni, 18
Questo edificio, antico magazzino del sale, è posto all’interno
della Manifattura delle Arti, crocevia con Cineteca di Bologna,
Dipartimenti di Musica e Spettacolo e di Scienze della Comunicazione
dell’Università di Bologna, MAMbo. Alla Salara ha sede il Cassero
LGBT Center, la più longeva associazione LGBT italiana oltre che
presidio bolognese dell’Arci Gay, e numerose altre associazioni LGBT.
All’interno il centro di documentazione arcigay Cassero è la più
importante biblioteca LGBT italiana e una delle maggiori d’Europa,
nata nel 1983 per promuovere, conservare e proporre al pubblico
strumenti di elaborazione critica sulle tematiche della sessualità,
dell’identità di genere e dell’esclusione sociale. Qui si trova una vasta
raccolta di materiali sulla storia del Cassero (prima associazione
omosessuale italiana ad ottenere nel 1982 una sede di proprietà di
un’amministrazione comunale).
www.cassero.it
Pier Paolo Pasolini - foto Roberto Villa
4. Zona universitaria
Via Zamboni
Negli anni si sono susseguite varie forme di attivismo con giovani
protagonisti di collettivi femministi, lesbici, omosessuali, trans,
queer spesso legati a facoltà o ambienti universitari. Al civico 1 di via
Zamboni, si trova quello che può essere definito un luogo storico di
ritrovo e di divertimento della comunità LGBTQI, il Club Kinky (www.
kinkiclub.com). Negli anni ‘70 è stato uno dei primi locali della città
ad accogliere senza pregiudizio la comunità LGBTQI, in un periodo
storico in cui in Italia poche città avevano bar o club apertamente
gay-friendly. Ancora oggi il locale é uno dei più aperti ed accoglienti
verso la comunità omosessuale e transessuale della città.
Libreria Igor
3. Casa natale di
Pier Paolo Pasolini
Via Borgonuovo, 4
A Bologna in questa strada, nasce nel 1922 Pier Paolo Pasolini, regista
e intellettuale italiano, simbolo della riscoperta e dello sviluppo
dell’identità della comunità omosessuale italiana. Qui trascorre gli
anni della sua formazione scolastica (frequentò il Liceo Galvani),
5. Sede Movimento
Identità Transessuale
Cassero LGBT Center
Via Polese, 15
7. Giardini Stefano
Casagrande
Il MIT, fondato nel 1982, è una ONLUS che difende e sostiene i diritti
delle persone transessuali, travestiti e transgender. Il movimento
è impegnato a livello nazionale ed europeo nella lotta contro le
discriminazioni legate all’identità di genere, fornisce servizi specifici
e promuove importanti attività culturali. Sempre in via Polese aveva
sede il Paquito, storico cruising bar della città, uno dei primi apparsi
sul territorio nazionale. Oggi al suo posto c’è un locale analogo, il
Bar’t Club. www.mit-italia.it
Un giardino, situato tra le mura medievali e inaugurato nel 2012,
dedicato ad uno dei più noti artisti ed attivisti del movimento
gay bolognese, Stefano Casagrande, tra i fondatori del Cassero e
ispiratore nel 1994 della manifestazione The Italian Miss Alternative
per raccogliere fondi da destinare alle associazioni impegnate
nella lotta all’Aids. E proprio a causa dell’Aids Casagrande è morto
prematuramente nel 2000 a soli 39 anni.
Via Calori/Via Graziano/Viale Silvani