Numero unico maggio 2009 (in formato pdf)

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Numero unico maggio 2009 (in formato pdf)
MAGGIO 2009
Anno IV- Numero Unico
Istituto Comprensivo
Sito internet:
http://xoomer.alice.it/amomaran - e-mail: [email protected]
Il giornalino dell’Istituto Comprensivo di Villanterio (Pavia)
Un’occasione di incontro per raccontarci, confrontarci, scambiarci opinioni, informazioni e giochi
INFANZIA
PRIMARIA
SECONDARIA
LA PAROLA AL DIRIGENTE SCOLASTICO
RIFLESSIONI DIFFICILI PER UN
MOMENTO DIFFICILE
stanno subendo le conseguenze. Vale la pena allora come
individui e come comunità di correre ai ripari ed attrezzarci
per affrontare seriamente le problematiche che il futuro ci sta
preparando.
La scuola è sicuramente uno dei settori in cui è indispensabile investire e se le risorse nazionali per il momento scarseggiano sarebbe lungimirante rinforzare quelle locali.
Devo dire che il lavoro che sta a fianco della pubblicazione
di questo giornalino va proprio in questa direzione e la generosità degli sponsor locali testimonia che questa strada è percorribile.
Alcune problematiche però non possono essere affidate alle
sole forze del privato, ma devono rientrare in una ampia progettualità di territorio che deve essere fatta propria dalle
espressioni amministrative delle Comunità: gli Enti Locali.
Anche in questo caso è una tragica vicenda nazionale, il terremoto in Abruzzo, che può risultare un forte stimolo ad una
previdente progettazione locale.
Già lo scorso anno segnalavamo sul giornalino il continuo
crescere nel nostro territorio dell’utenza e la necessità di procedere ad una ricognizione delle strutture a disposizione
delle scuole per un loro più razionale utilizzo e per un loro
ampliamento.
È giunto veramente il momento di operare: il territorio necessita di strutture scolastiche più adeguate per tutti gli ordini di
scuola.
In tutte e tre le scuole dell’Infanzia abbiamo liste d’attesa,
nelle scuole primarie gli spazi a disposizione non vanno oltre
le aule e nelle scuole secondarie, poi, siamo al recupero
degli sgabuzzini.
Il territorio sta crescendo, deve assolutamente crescere anche
come strutture a disposizione del servizio scolastico. E questo non solo con qualche aula in più, ma con una progettazione d’insieme che metta la qualità della vita a scuola unitamente a quella della sicurezza al primo posto.
Personalmente sto per chiudere l’impegno lavorativo nella
scuola, ma ancora credo sia possibile una forte alleanza fra
docenti, famiglie, amministratori finalizzata alla costruzione
nel territorio di un servizio scolastico di qualità per i nostri
ragazzi.
Nel mondo della scuola sono presenti tra i docenti ed il personale A.T.A. numerose eccellenze professionali e in questi
anni ho potuto apprezzare tra le famiglie e gli amministratori tante persone di buona volontà, credo perciò che quanto
proposto non sia solo un’utopia ma un progetto concretamente perseguibile: PROVIAMOCI!!!
Anche quest’anno l’Istituto Comprensivo di Villanterio non
ha voluto mancare all’appuntamento de’ “Il salto del ranocchio” titolo scherzoso, scelto dai ragazzi, che individua il
giornalino dell’Istituto.
Questo grazie all’impegno in primo luogo dei docenti della
Commissione Multimedialità, ma che hanno coordinato il
lavoro di tutti i docenti di tutte le scuole del nostro istituto per
mantenere viva l’occasione di “un incontro per raccontarci,
confrontarci, scambiarci opinioni, informazioni e giochi”
come recita il sottotitolo del giornalino.
Ed è in questa direzione, dello scambio e della partecipazione, che vorrei esprimere alcune franche riflessioni sulla scuola in generale e sulle nostre scuole in particolare.
È un momento difficile, tutti i giorni riceviamo notizie da
giornali e televisione sulla crisi che ha investito la nostra
società e sulle difficoltà che dovremo affrontare. Le risorse
economiche scarseggiano e quelle a disposizione vanno ben
indirizzate ed utilizzate.
Anche la scuola sta risentendo della crisi ed è in attesa di
conoscere come potrà organizzarsi dopo i tagli di personale che il Ministero ha preannunciato. So che in alcune
scuole questa preoccupazione sta angustiando insegnanti e
famiglie.
Si tratta di un problema reale che l’Istituto deve affrontare nei
termini previsti dalle disposizioni normative, ma sono certo
che il Collegio dei Docenti saprà tener conto, nei limiti del
possibile, anche degli aspetti pedagogici connessi.
Se sul piano organizzativo le preoccupazioni vengono dall’esterno, su quello educativo sono invece tutte interne.
È infatti esperienza quotidiana dei docenti di ogni ordine di
scuola dell’istituto: dell’Infanzia, della Primaria, della
Secondaria di I° grado verificare quanto sia diventato difficile instaurare con gli alunni un dialogo educativo che veda da
parte del docente attenzione e comprensione, ma al quale
corrisponda da parte del ragazzo rispetto, diligenza, impegno di lavoro.
Vorrei qui ribadire quanto mi è già capitato di sottolineare
negli interventi degli scorsi anni, l’educazione cognitiva e
relazionale è un’impresa che richiede grande attenzione,
costanza d’impegno, fatica quotidiana.
Se queste caratteristiche non vengono sollecitate anche dalle
famiglie, la scuola da sola non può fare alcuna presa sui
ragazzi.
Ultimamente capita invece di assistere ad un continuo riversarsi di critiche e pretese nei confronti della scuola che
dovrebbe accettare ogni comportamento dei ragazzi e solo
andare incontro alle loro esigenze.
Purtroppo se la scuola può essere facilmente messa in difficoltà, non sarà poi così con la realtà della vita e già ora
diverse famiglie e più in generale l’intera nostra società ne
Con fiducia
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
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COPIANO
L A S C U O L A D E L L’ I N F A N Z I A D I C O P I A N O P R E S E N TA :
Le maestre capi-tribù con grande coraggio fanno la
guardia a tutto il villaggio.
Le squaw collaboratrici sono fate viaggiatrici, ma non si
spostano con la bici.
Usano la canoa, veloce come il vento, e sono presenti
in ogni momento.
I piccoli Ormipu di buon mattino escono dalla tenda e
fanno un piccolo spuntino.
Poi si truccano la faccia e con arco e frecce iniziano la
grande caccia.
Attorno al totem fanno festa con danze invitanti e giochi entusiasmanti.
La tribù dei numerelli
1 Uno, il capo tribù è
l’indiano dipinto di blu.
2 Duepugnali vuol
cavalcare ma sul pony
non sa stare.
3 Treccina, la sorellina, dipinge l’argilla di
mattina.
4 Quattropassi, l’ultimo
nato, nella culla strilla a
perdifiato.
5 Cinquenuvole, da
brava mammina lavora in tenda da sera a
mattina.
6 Seidenti, nonno
attempato fuma la
pipa e vede sfuocato.
7 Settefrecce, grande
guerriero, cattura nemici e ne va fiero.
8 Ottobacche, davanti
al fuoco cuoce un
bisonte
da
bravo
cuoco.
9 Novelune, la nonnina, è brava a cucire
ma al tramonto vuole
dormire.
10 Diecibisonti, con
grande coraggio fa la
guardia a tutto il villaggio.
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INVERNO E MONTELEONE
QUEST’ANNO LA NOSTRA SCUOLA È COINVOLTA IN UN PROGETTO DI PLESSO MOLTO ACCATTIVANTE:
”Un Viaggio per Piccoli Curiosi, alla scoperta
… della Marmellata”
Se anche oggi non sapete come rispondere alla domanda: “Che cosa mangio a colazione?“,
ecco un’idea che si farà apprezzare per il suo gusto e la sua energia: la marmellata. Ciao… sei
pronto a viaggiare con noi? Oggi partiamo alla scoperta della MARMELLATA!!! Non c’è niente di meglio di una buona colazione con pane, burro e marmellata per cominciare la giornata!
Lava, sbuccia e taglia a pezzi le mele; frulla la polpa e metti
in una pentola; aggiungi poco per volta lo zucchero mescolando; fai cuocere a fuoco alto e porta all’ebollizione, sempre
mescolando, per circa 30 minuti.
Quando la frutta è cotta riempi i vasetti a chiusura ermetica e
capovogili, finchè si sono raffreddati.
Ed ora assaggia la squisita marmellata di mele.
Puoi usare tanti modi
per gustare la marmellata: nella crostata,
sulla fetta biscottata,
nel croissant, nel panino e . . . . dove vuoi tu!
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MARZANO
HAI VOGLIA DI GIOCARE?
… LE VOCALI POSSIAMO FARE
GAMBA QUA GAMBA LA’
ASTA IN MEZZO FAI LA …
SULL’ATTENTI STRETTO QUI
MI PRESENTO SON LA …
ATTIVITÀ PSICOMOTORIA:
IMPARIAMO LE VOCALI
CON IL NOSTRO CORPO
DA SEDUTO INDICO TE
BRACCIA TESE SON LA …
BRACCIA IN ALTO GAMBE IN
SU DI SICURO SEI LA …
ROTOLANDO IN CERCHIO VO
SIAMO IN DUE A FAR LA …
I BAMBINI DELLA SCUOLA
DELL’INFANZIA DI MARZANO
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COPIANO
Comune di Copiano
Dove si trova
Copiano, comune in provincia di Pavia, confina a nord con
Vistarino e Magherno, a sud con Vistarino e Filighera, a est
con Villanterio, Genzone e Gerenzago e a ovest con
Vistarino.
I corsi d’acqua
Copiano è attraversato dall’Olona, fiume della Lombardia
che va ad immettersi nel Po. I prati e i campi di Copiano sono
attraversati da rogge, ruscelli e canali. Ogni roggia ha un
nome: roggia Molina, Uccella e Giorgia. Nell’Olona si gettano due canali: Marocco e Litta.
Notizie storiche
Copiano è un paese molto antico. Si dice che l’imperatore
Lamberto donò all’abbazia di S. Cristina circa 200 pertiche di
terreno nel territorio di Copiano. Nel 1811 Copiano era una
comunità autonoma. La famiglia dei nobili Giorgi, venuti
dalla Moravia, diede impulso al paese. Copiano fece parte
del feudo di Corteolona. Nel 1881 fu aperta la linea del tram
a vapore che passa per il paese.
La Colombina
Il piccolo Santuario della Madonna della Beata Vergine della
Colombina sorge nella parrocchia di Copiano, in prossimità
di Buttirago, lungo la strada statale Pavia-Lodi. Si trova isolato in mezzo alla campagna e consiste in un tempio rettangolare in cui si trova l’immagine che rappresenta la Vergine
Santissima con il Bambino Gesù, seduto sul ginocchio sinistro e due angeli che sorreggono la corona.
Il monumento
Il monumento è stato inaugurato il 18 Novembre del 1923 ed
è fatto di granito di Biella. Gigi Vecchio fu lo scultore. Sulla
cima c’è un’aquila e un soldato ferito in guerra e nel mezzo
c’è un quadrato, su cui sono incisi i nomi dei caduti dal 1915
al 1918.
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COPIANO
Chiesa parrocchiale
La Chiesa parrocchiale
L’antica Chiesa parrocchiale, eretta dai benedettini, sorgeva
nella località S. Paolo e andò in rovina. Essa fu sostituita con
la cappella offerta dai nobili Giorgi, signori del paese, e poi
fu restaurata. La sua facciata, in stile barocco, raffigura l’immagine di S. Giovanni B. e S. Antonio. Fanno parte della parrocchia le seguenti frazioni: Colombina, Buttirago.
Madonna della Colombina
che si festeggia il 25 marzo
IL PAESE DI COPIANO
DISEGNATO
DAI NOSTRI ALUNNI
Scuola
Il nostro comune
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MAGHERNO
Ecco un collage di alcune attività della nostra scuola
Classe 1^: dalla “Mucca Ballerina “ all’azienda agricola
Classe 3^: collages a mosaico e con foglie secche
Classe 5^: Gli angioletti di Natale
Cartone rosso e bianco tagliato
E con la colla attaccato.
Pronto il corpo e il suo mantello
Ora manca il suo cappello.
Accipicchia cappello non ha!
La pallina servirà e la testa sarà
Occhi, naso e bocca
Con il pennarello ritocca.
La lana tanti capelli dorati creerà
E la stagnola l’aureola diventerà.
Perbacco un angioletto senza ali?!
Non sia mai!
Prendiamo velina e stagnola ed eccole qua. L’angioletto è preparato…e nel cielo è volato!
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MAGHERNO
Immagini in questa pagina
Dall’alto a sinistra: Arlecchino (Classe 2^)
Mosaico (Classe 3^)
A destra: A spasso per l’Egitto (Classe 4^)
Il sole non si era ancora alzato, quando il capo delle guardie è
venuto a svegliare tutti con il suo tono prepotente.
Il mio nome è Aziz e come tutti gli schiavi devo andare nel deserto, nella Valle dei Re, per lavorare alla costruzione della piramide del nostro faraone Tutankhamon.
È iniziata da pochi anni. Il nostro faraone ha solo tredici anni.
Oggi io e gli altri stiamo lavorando alla base della sua bella piramide. Quando arriveremo più in alto, dovremo costruire una
rampa sulla quale far scorrere i blocchi che, secondo me, pesano due o tremila chili: che duro lavoro mi aspetta!!!
A mezzogiorno facciamo solo una pausa per bere, e poi ancora
tutti al lavoro e chi non ce la fa è preso a frustate.
Io sono un prigioniero di guerra, ridotto purtroppo in schiavitù.
Vengo dalla Siria, dove lavoravo come artigiano. Ero molto abile
nella costruzione di arredi per le case: letti, bauli, sedie e poltrone. Che nostalgia!!!
Ora, dopo un duro lavoro, si torna nei nostri miseri alloggi a consumare il secondo pasto della giornata: zuppa di legumi.
ARLECCHINO (LOMBARDIA)
È tra le maschere più famose. Il suo bizzarro
vestito di cento colori sarebbe dovuto al buon
cuore dei suoi compagni: questi,
in occasione del Carnevale, gli
regalarono pezzi di stoffa dei loro abiti,
affinché
anch’egli avesse un costume.
Porta la maschera nera e la spatola di legno
Il suo carattere è un insieme di astuzia, di
coraggio e di poltroneria.
La giornata di uno scriba
Sono lo scriba Hippur e ho trentacinque anni: non sono giovanissimo, ma il faraone ha molta fiducia in me perché ho molta
esperienza. Ora vi racconto come vanno le cose qui. Tra le classi sociali godo di molta considerazione e stima. Inizio la mia
giornata con una colazione a base di carne e frutta, poi mi metto
al lavoro e scrivo con pennelli fatti di canna intinti d’inchiostro,
su un materiale ricavato dal papiro, una pianta che cresce lungo
le rive del fiume Nilo. Lavoro spesso nella mia casa composta da
due piani: il primo contiene il mio studio e altre stanze destinate agli ospiti; al secondo piano ci sono invece le camere da letto.
I pavimenti sono ricoperti di piastrelle e colorate con pitture.
Per diventare scriba ho studiato molti anni la Kemit, cioè una
specie di manuale con un compendio di tutte le materie.
Oggi devo andare nei campi a registrare la quantità di grano e
orzo, che andrà a finire nei magazzini del nostro faraone.
La mia giornata termina con la visita al tempio e successivamente con il pasto serale a base di pane, carne di quaglia, datteri e
una pasta dolce aromatizzata con il sesamo.
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MARZANO
cura preparato.
Verso le 21:15 è iniziata la seconda recita, che era
ambientata in una redazione di giornale la sera
della vigilia di Natale. Cinque redattori dovevano
trovare degli articoli particolari per il giornale del
giorno di Natale; dopo tanti discorsi e dubbi hanno
trovato la soluzione: parlare delle vigilie di Natale
nelle diverse parti del mondo.
Sono state recitate dai bambini delle poesie: quella di Gianni Rodari “L’inviato speciale”, quella di
Martin Luther King “Io ho un sogno”, una del premio Nobel per la Pace del 1992 Rigoberta Menchù
“Ho varcato la frontiera”, una del brasiliano
Ricardo Cassiano “Mostragli la mano”, una del
NATALE A … MARZANO
Il 19 dicembre 2008, presso il Polifunzionale del
paese di Marzano, si è tenuta la recita natalizia
fatta da noi alunni della Scuola Primaria.
Dopo il lavoro svolto a scuola durante la giornata,
siamo arrivati al Polifunzionale alle ore 20. Già
tutta la scenografia era stata preparata dai nostri
insegnanti; era molto bella: dei teli blu scuro rappresentavano il cielo, vi erano disegnante delle
stelle, una locanda e delle palme, ai lati erano state
sistemate le panchine, dove ci dovevamo sedere e
davanti la scenografia sono stati messi dei teloni
rosso scuro che erano il sipario.
Appena siamo arrivati tutti, è iniziato lo spettacolo.
All’inizio una compagna ha presentato, annunciando ciò che avremmo fatto: due recite, una intitolata “Betlehem anno zero” e l’altra “Natale sui
fusi orari” oltre a bellissimi canti e poesie. Alle
20:30 tutto è iniziato, si è aperto il sipario seguito
da uno scroscio di applausi.
La prima recita, fatta di sei scene intervallate da
canzoni natalizie, aveva come argomento l’attesa
per la nascita di Gesù Bambino. Gli attori indossavano bei costumi che alcune mamme avevano con
poeta africano Bernard Dadiè “Nasce un mondo
nuovo”, una in spagnolo e italiano di Rafael Alberti
“Los ninos de extremadura (I bimbi dei paesi in
guerra)”, il “Messaggio di Natale” di Papa Giovanni
Paolo II, una del poeta camerounese Rènè
Philombe “L’uomo di tutti i cieli”, una del poeta
turco Nazim Hikmet “Prima di tutto ama l’uomo”,
una di Tali Sorek, una ragazza che ha fatto l’amara
esperienza della guerra nel suo paese, “Avevo una
scatola di colori”, una di Mahatma Gandhi “Scopri
l’amore”, una del coreano Lee Kwang Su “Non
dite” ed infine due poesie sulla pace e l’amicizia
“Inno dell’amicizia mondiale” e “Cancelleremo le
parole”.
Dopo le recite ed i canti, un compagno ha ringraziato tutte le persone che avevano partecipato, in
qualsiasi modo, alla realizzazione del tutto. È stata
una serata davvero indimenticabile, ricca di emozioni e felicità.
Alla fine tutti ci siamo salutati e scambiati gli auguri di un Buon Natale e un Felice 2009.
Gli alunni
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MARZANO
UN PO’ PER RIDERE E GIOCARE
D: Cosa ottieni quando un dinosauro cammina in un campo di fragole?
R: Marmellata di fragole!!!
D: Come fai a dire che c’è un dinosauro
nel frigorifero?
R: Lo sportello non si chiude!!!
D: Che tipo di dinosauro saltava più in alto
di una casa?
R: Tutti … una casa non salta!!!
D: Cosa ottieni dall’incrocio di un dinosauro con dei fuochi d’artificio?
R: La dinomite!!!
ANAGRAMMI
Metti in ordine le lettere in modo da formare una parola di senso compiuto.
A M B N I O B ➞_______________
L O N I OV I
➞_______________
N E R OT
➞_______________
N I N O P U G I ➞_______________
IL CALENDARIO 2009
Gli alunni delle Scuole dell’Infanzia e
Primaria di Marzano hanno contribuito, con
i loro disegni sul paese, alla realizzazione
del Calendario 2009.
Un’iniziativa proposta dall’Amministrazione
Comunale con lo scopo di avvicinare e far
conoscere ai bambini il loro territorio.
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G E RT I
➞_______________
PLALONE
➞_______________
SAT M E RA
➞_______________
LOGA
➞_______________
MIRADOLO
L’ARTE nella scuola primaria è STRAORDINARIA
VERTUNNO
Le cose più belle fatte dagli uomini sono le opere d’arte: per
riuscire a capire, a “entrare” nei capolavori dell’arte occorre
impegnarsi col cuore e con la mente.
L’obiettivo che noi alunni delle classi 4^ e 5^B della scuola
primaria di Miradolo Terme intendiamo raggiungere e sviluppare in questo anno scolastico è la sensibilità al gusto del
bello, attraverso le letture e l’analisi delle opere d’arte e la
realizzazione delle stesse.
Sotto la guida di Alessandro, il nostro bravissimo e severissimo esperto di informatica, aiutati dalle nostre insegnanti
Antonella ed Annarita, stiamo analizzando i capolavori di
alcuni grandi pittori della storia dell’arte.
Le attività svolte comprendono l’utilizzo di Paint per colorare
la riproduzione dell’opera, la ricerca di informazioni su
Internet, la stesura con Word di relazioni sull’artista e sul quadro.
Nel primo quadrimestre abbiamo osservato e trattato le opere
dei seguenti pittori: Van Gogh, Arcimboldo, Picasso.
Nel secondo quadrimestre le nostre osservazioni interesseranno altri grandi artisti: Kandinskij, Mirò, Monet.
L’imperatore Rodolfo II
impersona Vertunno che
era il dio della vegetazione
e dei cambiamenti. La
figura è composta da fiori,
frutti e verdure varie che
rappresentano le quattro
stagioni.
PAULO VESTITO DA ARLECCHINO
Il bambino ritratto è Paulo,
figlio di Picasso, con il
costume di Arlecchino. Il
fondo è leggermente colorato; i piedi sono solo
accennati. Le mani e il
volto sono modellati in
modo da dare l’idea del
volume. Sensazione di fragilità e di malinconia.
VASO DI IRIS
È uno dei quadri più noti di
nature morte a soggetto floreale dipinti da Vincent Van
Gogh. Il pittore fa un uso
meraviglioso dei colori
contrastanti.
Classi 4^ e 5^B
H
E
L
L
O
!!!
M
Y
F
A
M
I
L
Y
Classi 1^A e B
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MIRADOLO
L’A.V.E.S. E I VALORI UMANI
Noi alunni della classe 5^A della Scuola Primaria di
Miradolo T., insieme alle classi 5^B e 4^, abbiamo partecipato ad un laboratorio sui valori umani, proposto
dall’A.V.E.S..
MA COS’E’ L’A.V.E.S.? L’A.V.E.S. (Associazione di
Volontariato per l’Educazione alla Solidarietà) è un insieme
di persone che aiuta gli alunni delle scuole a capire l’importanza dei valori umani.
MA QUALI SONO I VALORI UMANI? La generosità, la sincerità, l’amicizia, il sacrificio, la felicità, la verità, il rispetto,
l’onestà, l’autoaccettazione, la fiducia in sé stessi, la non violenza, il perdono, la gentilezza, il coraggio, la gratitudine,
l’amore, l’uguaglianza, la comprensione, la responsabilità,……..
A partire dal mese di dicembre, ogni giovedì, insieme ad
Angela, la volontaria dell’A.V.E.S., abbiamo letto alcune storie, le abbiamo interpretate e abbiamo discusso sul loro
significato. Con Angela abbiamo cantato, abbiamo immaginato, abbiamo recitato, abbiamo giocato… insomma ci
siamo divertiti.
Ma soprattutto abbiamo capito il valore del rispetto verso gli
altri, di quanto sia importante sentirsi accettati per quello che
siamo.
Grazie ad Angela e a tutti i volontari dell’A.V.E.S.
RICETTA DELL’AMICIZIA
da consumarsi
preferibilmente tutti i giorni,
indicata da 0 a 110 anni,
non esistono
controindicazioni
Ingredienti:
2 cucchiai di bontà
3 pizzichi di amore
un po’ di generosità
1 bicchiere di rispetto
un bel po’ di sincerità
5 bustine di onestà
1 dado di sorriso
gocce di pazienza
1 formina di simpatia
7 cucchiai di dolcezza
1 barattolo di perdono
1 confezione di fiducia
1 scatola di comprensione
tanti rametti di altruismo
IL SALTO DI CITTA’ IN CITTA’
di Gek Tessaro
All’interno del percorso di espressione corporea è stato letto il libro-arte
IL SALTO DI CITTA’ IN CITTA’, di cui
i bambini hanno drammatizzato
alcuni momenti.
È la storia di un bambino che, al
posto di camminare, salta. Ma come
dice l’autore “Non è semplice coltivare un sogno che gli altri non condividono e poi è bellissimo essere
uguale a loro e non avere nulla di
strano, non essere più lo zimbello di
tutti”.
Fortunatamente è una storia che ha
un lieto fine... inaspettato!
Un altro salto……un’altra città……
Esecuzione: mescola tutti
gli ingredienti lentamente
e per lungo tempo.
Distribuisci a tutte
le persone che conosci.
Classe 5^A
IN UN FUMETTO…
Un altro salto……un’altra città……
Un altro salto……un’altra città……
.....oppure no?!
Classi 3^A e B
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Classe 2^
GERENZAGO
La Leggenda Tra Fantasia Realtà.
Rebus: Che cosa può darti una leggenda? ( 2, 8, 4, 7 )
Una leggenda italiana
LE ORIGINI DI ROMA
Ad Albalonga, una città del Lazio,
regnava Numitore, che aveva una
figlia di nome Rea Silvia. Amulio,
fratello del re, cacciò dal trono
Numitore e fece rinchiudere la nipote nel tempio delle vestali.
Rea Silvia sposò segretamente il dio
Marte e da lui ebbe due gemelli:
Romolo e Remo. Quando Amulio lo
seppe, ordinò di uccidere i due neonati, ma un servo ebbe pietà di loro
e abbandonò i piccoli in una cesta
sulle acque del Tevere.
tò fino a quando non furono trovati
dal pastore Faustolo.
Diventati grandi e conosciuta la loro
storia, Romolo e Remo uccisero
Amulio e rimisero sul trono di
Albalonga il nonno Numitore, che
incoraggiò i due nipoti a fondare
una città nel luogo dove erano stati
trovati da Faustolo. Tra i due fratelli
nacque una lite violenta, durante la
quale Romolo uccise Remo.
LEGGENDA AFRICANA
E DA QUEL GIORNO...
MOLTO TEMPO
FA LA GIRAFFA
NON AVEVA IL
COLLO LUNGO.
VIVEVA NELLA
SAVANA
E MANGIAVA
ERBA E FIORI
SUI PRATI.
SI MISE IN
VIAGGIO IN
CERCA DI PRATI
IN FIORE E
ACQUA FRESCA.
CAMMINA, CAMMINA … SENTÌ
UNA VOCINA.
LA GIRAFFA SI
FERMO’, ALZÒ
LA TESTA
E VIDE UNO
SCOIATTOLO
SU UN ALBERO
DI ACACIA CHE
VOLEVA
SCENDERE.
Così fu Romolo a fondare la nuova
città , cui dette il nome di ROMA e
ne fu il primo re.
LEI SI ALZÒ
SULLE PUNTE,
TESE IL CORPO
E … TIRA, TIRA,
SENTÌ IL COLLO
CRESCERE! È DA
QUEL GIORNO
CHE LA GIRAFFA
HA IL COLLO
LUNGO!
Classi 3^ e 5^
Classe 1^
La cesta si arenò sulle pendici del
Colle Palatino, dove una lupa li allat14
I SEGNALIBRI
PER L’AGENDA D’ISTITUTO
Per realizzare i segnalibri
segui le istruzioni
15
16
17
ISTRUZIONI PER REALIZZARE I SEGNALIBRI:
A) RITAGLIA I 4 ELEMENTI DISEGNATI
B) PIEGA LUNGO LA LINEA CENTRALE
C) INCOLLA LE DUE FACCE
D) SE VUOI, PUOI FORARE ED INSERIRE UN NASTRINO
… OTTERRAI COSÌ 4 UTILI SEGNALIBRI PER LA TUA AGENDA!
…UNO PER OGNI STAGIONE!
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INVERNO E MONTELEONE
TUTTI A CAVALLO!!
Una delle esperienze più emozionanti è stato il trotto perché
non avevamo mai trottato prima di allora!
Quest’anno le nostre maestre hanno deciso di portaci in un
centro ippico a S. Giacomo: il Centro equestre ”La Castellana
Libertas”.
Appena ci hanno parlato del corso, abbiamo provato una fortissima eccitazione ed una gioia infinita.
Le nostre maestre si sono dimostrate molto disponibili e sportive, perché hanno giocato con noi. La squadra della maestra Elena ha vinto perché lei ha le gambe lunghe, mentre la
squadra della maestra Paola ha perso sempre. Ciò che ci ha
stupito è stato che la maestra Paola ha cavalcato!
La mattina del 31 ottobre 2008 abbiamo preso il pulmino,
dopo una mezz’oretta siamo arrivati ed abbiamo conosciuto
Michela, la nostra istruttrice. Lei ci ha condotti nella club
house, un ambiente caldo e accogliente dove c’era una stufa
ed un piacevole profumo di legna; c’era anche un gatto che
si stava scaldando.
Dopo essersi presentata, Michela ci ha spiegato i giochi che
avremmo fatto e ci ha insegnato come comportarci con i
cavalli. Ci ha poi diviso in quattro gruppi e portato nei box
dove abbiamo conosciuto: DOLLY, FAVOURITE, TWISTER,
CAMELOTT e FIOCCO.
Al termine della mattina, per premiare i cavalli del loro lavoro e della pazienza, davamo loro carote, mele e zuccherini.
L’ultimo giorno abbiamo salutato tutti i cavalli. Ci è dispiaciuto lasciarli e non li dimenticheremo.
Ricorderemo anche la nostra istruttrice Michela perché è
stata gentile con noi e ci ha insegnato tanto.
Vorremmo chiedere alle nostre maestre di poter ripetere questa stupenda esperienza.
Con le maestre Ilaria e Debora abbiamo spazzolato i cavalli
imparando anche i nomi degli attrezzi usati.
Abbiamo partecipato a giochi di squadra a terra e poi abbiamo eseguito la ginnastica sul cavallo.
Quando siamo saliti a cavallo la prima volta avevamo un po’
paura e ci sembrava di volare, poi ci abbiamo preso gusto e
ci dispiaceva scendere.
Maestre PAOLA, ELENA, ILARIA e DEBORA, senza di voi
non avremmo potuto vivere questa avventura entusiasmante:
grazie!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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VILLANTERIO
Verso la scuola Media…
Noi alunni di classe quinta abbiamo partecipato al
“Progetto Continuità”, ossia abbiamo seguito una serie
di lezioni d’italiano, svolte con la Professoressa Gotta
della scuola Media; tra queste ci è sembrata molto interessante una materia tutta nuova che si chiama:
“EPICA!” e che ci ha introdotto nel mondo di antichi
eroi e di battaglie leggendarie.
Abbiamo vissuto una bellissima esperienza utile per la
preparazione al prossimo anno scolastico.
Ci siamo resi conto che sarà necessario uno studio più
approfondito e che dovremo applicarci con maggiore
responsabilità.
Siamo preoccupati per questo cambiamento, ma con
tanta buona volontà da parte nostra, con le conoscenze che in questi anni abbiamo acquisito grazie agli
insegnamenti delle nostre Maestre e confidando nell’aiuto e nella comprensione dei nuovi insegnanti,
siamo sicuri che riusciremo ad affrontare con grinta il
nuovo percorso.
Tanto tempo fa i merli erano bianchi.
Un giorno una merla aveva freddo perché
era inverno e nevicava.
Allora pensò di ripararsi in un comignolo.
Il padrone di casa accese il fuoco nel camino.
Il fumo dal camino salì fino al comignolo
e sporcò di nero le piume della merla.
Da quel giorno tutti i merli sono neri.
I giorni della merla sono 29, 30 e 31 gennaio.
Classi 1^ A e B
Classi 5^ A e B
Il curioso mondo degli Egizi
CHE FORTUNA PER LE BAMBINE!
Lo sapevate che i bambini avevano già giochi come:
gatto meccanico,
bambole con capelli
fatti di argilla e
addirittura trottole?
Lo sapevate che
non potevano
comportarsi male?
Altrimenti alla
PESATURA
DELL’ANIMA risultava più leggera la piuma del cuore
e…un mostro li divorava!
Lo sapevate che quando gli Egizi morivano, tra le
bende del corpo mummificato mettevano uno SCARABEO PORTAFORTUNA?
Lo sapevate che davanti ai TEMPLI, c’erano gli OBELISCHI, cioè statue
di marmo a forma
di guglie?
Lo sapevate che
le SFINGI erano
monumenti con
corpo felino e
testa di animale?
Lo sapevate che solo i maschi andavano a scuola?
CI SONO TANTE, TANTE ALTRE CURIOSITÀ…
STUDIATE E LE SCOPRIRETE!
Classe 4^
20
VILLANTERIO
A TEATRO CON TELETHON
Avventura nella PREISTORIA
OVVERO
LA CLASSE TERZA
IN ESPLORAZIONE !
La spuma dell’onda
Stella e Simone, due fratelli, vanno al mare e trascorrono una giornata indimenticabile.
In spiaggia la sorella Stella, una divertente bambina
coraggiosa e curiosona, si tuffa in acqua e scopre tutti i
suoi abitanti. Infatti si imbatte in coralli, conchiglie, aragoste, polipi, stelle marine, pesci e incontra il paguro
Dodò che sta cercando una casa. Purtroppo però trova
anche oggetti che non fanno parte della natura: orribili
lattine gettate dagli uomini!
Viaggiando con un’immaginaria macchina del tempo siamo
atterrati nella Preistoria e abbiamo lanciato urla di
paura…………
Davanti a noi uno spaventoso T. REX, che per poco non ci
masticava.
Eravamo capitati nel tempo dei grandi rettili!
Nello stesso tempo Simone, il simpaticissimo fratellino,
non vuole fare il bagno perché è molto pauroso. Lungo
la spiaggia trova un bellissimo pesce azzurro che era
rimasto impigliato nelle reti dei pescatori. Il pesce racconta la sua storia fantastica: era un pesce Azzurro che
aveva sposato la Principesciolina. Il bambino cura teneramente il pesce azzurro e poi lo lascia tornare nel mare.
Lo spettacolo è stato molto divertente e interessante.
Abbiamo capito che non bisogna avere paura della natura, ma dobbiamo rispettare l’ambiente.
Inoltre, partecipando allo spettacolo, organizzato da
Telethon, anche noi abbiamo contribuito a finanziare
la ricerca per riuscire a curare tutte le malattie!
Con un salto dalla cima di una palma alle estese ali di uno
pterodattilo per osservare:
● velociraptor, stegosauri, triceratopi…….;
● impronte gigantesche adatte per fare una piscina;
● dinosauri carnivori con denti seghettati e ricurvi;
● dinosauri erbivori con numerosissimi denti,
molto avvicinati tra loro;
● nidi scavati nella terra colmi di uova;
● vulcani che eruttavano lava bollente,
● folte foreste di felci e di piante erbacee,
● eriopi, tritoni e rane……..nelle acque salate….
All’improvviso un sobbalzo. Lo pterodattilo si era distratto e
noi siamo rimbalzati in caduta libera da uno stegosauro alla
macchina del tempo.
Ci siamo ritrovati nella nostra aula e la fantastica avventura
era terminata!!!
Classe 3^
Classi 2^ A e B
21
VISTARINO
Festa a scuola!
Il giorno 19 dicembre 2008, noi alunni della Scuola Primaria
di Vistarino abbiamo rappresentato uno spettacolo divertente,
intitolato “Il Mago di Oz”.
Sono stati invitati tutti i parenti e gli amici presso la palestra
comunale. Lo spettacolo è iniziato alle 10:30, dopo numerose
ed impegnative prove con un’insegnante esperta in rappresentazioni teatrali, di nome Rosa.
La storia racconta le vicende di Dorothy, che, dopo essere stata
travolta dall’uragano insieme alla sua casa e al suo cane Totò,
si ritrova in un luogo sconosciuto dove incontra la fata Glinda.
La fata presenta Dorothy ai Mastichini, creature che abitano
nel bosco vicino, che la ringraziano per averli liberati dalla
strega schiacciata dalla casa trasportata dall’uragano. La fata
consegna a Dorothy le scarpette rosse magiche che indossava
la strega. A quel punto arriva la sorella della strega con l’intenzione di uccidere Dorothy e rubarle le scarpette magiche. La
fata Glinda difende Dorothy. La strega, minacciando la bambina, si allontana. Dorothy, spaventata, chiede consiglio a
Glinda che le suggerisce di andare nelle città del mago di Oz
seguendo il sentiero dorato. Percorrendo il sentiero incontra
diversi personaggi che desideravano chiedere alcune cose al
mago di Oz. Dorothy, insieme ai suoi amici, lo
Spaventapasseri, l’Uomo di Latta e il Leone, arrivano davanti
ad un castello verde e azzurro dove incontrano il mago. Gli
amici fanno le loro richieste al mago, il quale risponde che,
per ottenere ciò che volevano, avrebbero dovuto prendere la
scopa della strega. Così Dorothy e i suoi fantastici amici di
viaggio, dopo alcuni imprevisti, riescono nel loro intento e
ritornano dal mago scoprendo che si trattava di un ometto cicciottello e pelato, ben diverso da come lo avevano immaginato. Il mago non può che accontentare gli amici nelle loro
richieste e aiutare Dorothy a scoprire come ritornare nel
Kansas. Terminano così le vicende di Dorothy, di Totò e di tutti
gli amici del regno. Però niente di questo è mai successo perché Dorothy stava sognando.
Lo spettacolo è durato circa un’ora e tutti si sono divertiti e ci
hanno fatto i complimenti.
È stata proprio una bella e divertente esperienza!
Classe 4^
DESCRIVERE IN MODO PRECISO ED EFFICACE
Una descrizione è ben fatta quando permette alla nostra fantasia di vedere l’immagine descritta come se fosse davanti a noi.
Descrivere, infatti, è trasformare un’immagine in parole.
Ecco perché, se pur non la conoscete, abbiamo deciso di
descrivervi una nostra maestra, perché attraverso le nostre
parole possiate immaginarla.
La maestra Anna Rita
La maestra Anna Rita ha 31 anni ed è la nostra insegnante di
matematica e immagine, ha i capelli castani, lisci e a caschetto. Ha gli occhi chiari, il viso pallido con le labbra sottili ed è
alta. La nostra maestra è sempre elegante, calza scarpe con i
tacchi bassi, indossa spesso i pantaloni, le piacciono i colori
scuri e porta anelli bellissimi. Lei è molto brava ad insegnare,
perché spiega in modo chiaro, non grida quasi mai, ci corregge e ci aiuta. E’ molto simpatica e spesso usa dei giochini per
insegnarci la matematica in modo divertente. Ci sgrida quando noi non facciamo i compiti o non stiamo attenti, invece
quando non facciamo errori ci dà ottimo. La maestra è dolce e
sensibile, perché ci consola quando abbiamo litigato o siamo
tristi.
Classe 3^
22
VISTARINO
UNA FIABA A TEATRO
“I TRE PORCELLINI”
Tre allegri porcellini fanno merenda nel bosco mentre, nascosto tra gli alberi, c’è un lupo affamato che sta cercando un
modo per mangiarseli.
Per difendersi dal lupo, i porcellini pensano di costruirsi una
casa. Gimmi la vorrebbe di solidi mattoni, Tommi di legno e
Timmi di paglia per fare poca fatica. Non riescono a mettersi
d’accordo, perciò ognuno costruisce la propria casetta.
Durante la notte il lupo, con un soffio potente, distrugge la
casa di paglia. Timmi riesce a salvarsi scappando nella casa
di legno.
Il lupo però, con una violenta spallata, abbatte anche questa.
Timmi e Tommi riescono a rifugiarsi nella casa di mattoni.
Il lupo non riesce a distruggerla perché è molto robusta, perciò decide di entrare calandosi dal camino. Gimmi, prevedendo questa mossa, ha acceso il fuoco così il lupo si brucia
la coda e scappa ululando per il dolore.
Tommi e Timmi capiscono che Gimmi aveva ragione: la sua
casa di mattoni è robusta e sicura. Decidono allora di
ampliarla, per viverci tutti insieme.
Al termine dei lavori organizzano una festa.
Mentre mangiano e ballano, arriva il lupo sventolando una
bandiera bianca: vuole fare la pace.
I tre porcellini lo accolgono tra loro e tutti insieme festeggiano la nuova amicizia.
Classi 1^ e 2^
COMPRENDERE LA FAVOLA
L’ambiente in cui si sviluppa la favola è il lago; il tempo è
indeterminato.
I protagonisti sono: le anatre e la tartaruga.
Le anatre propongono alla tartaruga di andare con loro, ma
non deve aprire bocca.
Le anatre trasportano la loro amica con un piccolo bastone.
La tartaruga non rispetta il patto perché parla.
Comportamenti umani che vengono attribuiti alle anatre:
generosità, intelligenza, altruismo.
Alla tartaruga: chiacchierona e disubbidiente.
MORALE DELLA FAVOLA
Bisogna rispettare i patti presi e parlare al momento
opportuno.
Classe 5^
LA FAVOLA
Le favole contengono un insegnamento da diffondere e tramandare. Da qualunque paese provengano presentano caratteristiche simili, prima fra tutte la presenza della morale. Il
linguaggio è semplice, le frasi sono brevi. I tempi e i luoghi
sono indeterminati.
LE ANATRE E LA TARTARUGA
PUÒ VOLARE UNA TARTARUGA?
LEGGI E VEDRAI COSA SUCCEDE…
Vivevano una volta in un lago due anatre e una tartaruga.
Erano molto amiche e felici.
Un giorno il lago cominciò a prosciugarsi e le anatre decisero di andare a vivere da un’altra parte. Andarono a salutare la
tartaruga che era triste per la loro partenza. Le anatre le proposero di andare con loro ma ad una condizione: non doveva aprire bocca per nessun motivo! Presero un piccolo bastone e lo porsero alla tartaruga perché con la bocca vi si
aggrappasse; poi, tenendo col becco il bastone da una parte
e dall’altra, si levarono in volo.
Volavano ormai da un po’ di tempo, quando alcuni bambini
che giocavano in un prato li videro ed esclamarono:
- Guardate … una tartaruga che vola! - A voi che importa!? gridò la tartaruga, ma detto questo cadde giù nel campo.
Mentre tutta dolorante si trovava a terra, pensò: “Ecco cosa
succede a chi apre troppo la bocca”. Favola del Guatemala
23
MAGHERNO
Magherno
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
Entrino, Signore e Signori....nel laboratorio della scuola media di Magherno
4 Novembre: un’occasione per pensare
Il 4 Novembre 2008 una delegazione degli alunni
della nostra scuola si è ritrovata con le autorità
comunali di fronte alla lapide che ricorda gli
uomini, ma anche i ragazzi, che, inviati al fronte
dal 1915, hanno vissuto terribili esperienze di terrore nella cosiddetta “guerra di trincea”. La
Grande Guerra causò 9 milioni di morti e scoppiò,
come tutte le guerre, per un insieme di motivi economici, di dominio, di prestigio…ma a nostro
avviso tutto ciò non giustifica la morte di milioni
di persone. La Storia dovrebbe insegnarci a non
commettere gli errori del passato, ma l’uomo ha
continuato a cadere nella trappola dell’avidità.
Spetta a noi giovani, che siamo il futuro del
mondo, cambiare il volto dell’Umanità, in modo
definitivo, affinché sia sempre garantita la pace.
Non rendiamo vano il sacrificio di coloro che in
questa ricorrenza abbiamo commemorato: impegniamoci a costruire un mondo migliore, libero da
ogni violenza e sofferenza.
classe 3 A
Sopra: ritratto puntinato - classe III A
Sotto: Van Gogh - classe III A
e disegno - classe II B
24
MAGHERNO
Magherno
IL NOSTRO VOLONTARIATO
Quest’anno noi studenti ed insegnanti abbiamo deciso
di partecipare ad un’iniziativa di volontariato. Ci siamo
rivolti a Mani Tese, un‘organizzazione non governativa
che opera in Asia, Africa e America latina, per aiutare,
attraverso dei progetti mirati, lo sviluppo di piccole
imprese economiche che diano sostentamento a popolazioni bisognose di tutto. In particolare, noi alunni
della classe terza abbiamo selezionato alcuni progetti,
li abbiamo illustrati alle altre classi ed alla fine abbiamo raccolto la somma di 230 €, sottratta volentieri alle
nostre mance settimanali.
Abbiamo potuto così finanziare i seguenti progetti: in
India, con 135 € sarà acquistata per un allevatore una
piccola mandria di cinque bovini; in Sudan, 60 € serviranno per la formazione professionale di tre contadini; in Bolivia, 35 € saranno investiti per uno studente
nell’acquisto dei libri di testo per l’intero anno scolastico. Un percorso che ha coinvolto tutti noi, che ci ha
fatto crescere dal punto di vista personale e sociale, e
che speriamo di riproporre con successo il prossimo
anno.
classe 3 A
Dall’alto a sinistra: Tema sportivo (cl. II A)
Riflessi sull’acqua (cl. I A)
Ali di farfalla (cl. I A)
Dall’alto a destra: Natura morta (cl. II B)
Cavalli (cl. II A)
Arte e immagine: Prof. Fazio
25
MIRADOLO
spirituale. Lo scrittore si prepara per creare l’opera iconografica con preghiere e digiuni, per ottenere una profonda purificazione mentale ed essere spiritualmente pronto
per prestare le proprie mani a Dio stesso, vero autore dell’icona.
- Molti nostri compagni provenienti dall’est europeo
conoscono molto bene il ruolo e la storia dell’Icona;
infatti è un’arte che si è sviluppata in particolare in Russia
e nei paesi dell’Est.
Insieme al nostro insegnante di religione abbiamo letto e
interpretato l’icona della Trinità. Infatti l’icona non va
ammirata come un quadro ma letta come un libro ricco
di simbologia e di profezia.
Quest’esperienza ci ha indirizzato verso un hobby molto
bello, appassionante, semplice, poco costoso ed anche
utile.
In occasione delle festività locali abbiamo esposto le
icone che abbiamo realizzato durante il laboratorio ed il
risultato del nostro lavoro è stato molto apprezzato; questo successo ci ha fatto molto piacere!!
I laboratori pomeridiani a classi aperte per la nostra
Scuola sono una tradizione e tutti gli anni, tranne il laboratorio di nuoto e quello di chitarra, sono diversi; perciò
per noi sono una piacevole novità.
Quest’anno… sapete che abbiamo imparato a “disegnare” le icone?
Sì, “disegnare”, perché le icone, che rappresentano
immagini sacre, non si dipingono, si “disegnano”.
Abbiamo imparato a carteggiare tavolette di legno, diverse nelle dimensioni e nelle forme, fino a renderle liscissime, ad impregnarle con l’anilina, ad applicare l’immagine, a decorare il tutto con una sottilissima foglia d’oro e,
infine, ad applicare il liquido lucidante.
Sul retro dell’icona abbiamo incollato questa etichetta,
che testimonia l’artefice del lavoro.
Laboratorio: Arte e legno
Anno Scolastico 2008-2009
Scuola media-Miradolo Terme
Il gruppo L’ARTE ED IL LEGNO
UN LABORATORIO DIVERSO
UN LABORATORIO SPECIALE
NOVITÀ TRA I LABORATORI
UN LABORATORIO NOVITÀ
Qui è J.B. che vi scrive per raccontarvi un mistero:
abbiamo avvistato, in diverse occasioni nel mese di
marzo, una banda di ragazzi e ragazze della scuola
media di Miradolo Terme, che si aggiravano in modo
sospetto nell’orto del signor Renato Ramaioli, papà di
Corinne, classe 3^A.
Ma cosa ci facevano lì? E perché non erano nelle loro
aule scolastiche?
Sono riuscito a trovare delle risposte intervistando uno
di loro, Antonio Papeo, che era molto emozionato e, a
nome delle due classi 1^A e 1^B, ci ha svelato “i misteri dell’orto”.
Il laboratorio “L’ARTE ED IL LEGNO” ci ha insegnato
anche tante conoscenze storiche, religiose, artistiche;
abbiamo imparato che:
- Il termine icona deriva dal greco “eikon”, che può essere tradotto con “immagine” e nel campo dell’arte religiosa identifica una raffigurazione sacra dipinta su tavola di
legno.
- L’icona è un vangelo dipinto, per questo si usa dire
“scrivere l’icona”.
- L’iconografia richiede grande preparazione tecnica e
26
MIRADOLO
Convegno sulla shoah
Collegio Borromeo 19/02/09
A tutti i ragazzi dell’Istituto Comprensivo.
Salve!!! Siamo un gruppo di ragazzi scelti tra gli
alunni delle due classi terze di Miradolo Terme. Ci
piacerebbe mettere tutti al corrente di un’opportunità fantastica che abbiamo potuto vivere: partecipare ad un convegno, non da spettatori ma da protagonisti. Partenza in
treno, arrivo a Pavia e
corsa verso il collegio
già ci facevano capire
che avremmo passato
una giornata diversa.
La mattina è trascorsa
con l’ascolto degli
interventi, delle autorità e degli esperti (per
noi alcuni troppo lunghi o difficili, altri
molto interessanti).
Dopo una pausa
La memoria è un pranzo con piadicampo di battaglia, in ne e crepes alla
cui si lotta per la nutella... tocca a
NOI! Panico, agiconquista del passato tazione, ripasso
degli
interventi
e… nessun supporto su cui applicare i nostri cartelloni. Pazienza! Chiediamo ed otteniamo aiuto
da alcuni ragazzi di un’altra scuola che durante la
nostra presentazione mostreranno man mano i
nostri lavori. Noi siamo stati davvero bravi (a detta
di tutti!): abbiamo ricevuto applausi, non di circostanza, ma sinceri e ci siamo accorti di avere
espresso concetti non semplici e di avere elaborato discorsi approfonditi attraverso un linguaggio
chiaro ed immediato (comunque sul sito della
scuola metteremo a disposizione il CD che abbiamo prodotto).
Dove eravate, lei e i suoi compagni di classe, il giorno
27 marzo tra le 10:00 e le 11:00 del mattino?
Eravamo nell’orto del signor Ramaioli.
Come mai eravate lì e non sui banchi a studiare?
Beh, in scienze stiamo studiando il suolo e le sue caratteristiche, quindi la professoressa ha pensato di farci
imparare non solo la teoria sui libri, ma anche la pratica all’aperto.
Ma com’è possibile che una scuola possa fare attività
del genere?
Grazie al progetto “Orto in condotta” al quale la scuola ha aderito con i finanziamenti statali.
Quali attività avete svolto?
Il signor Ramaioli ci ha spiegato come si piantano i
semi degli ortaggi e come si collocano nel terreno le
piantine, come si coprono di terra e come si innaffiano.
Infatti l’acqua deve essere versata solo sulla terra e non
sulle foglie, perché altrimenti le foglie muoiono.
Avete solo osservato o anche lavorato?
Abbiamo anche lavorato; infatti abbiamo prima scavato i solchi, poi tolto le piantine dal vaso, le abbiamo
divise per qualità, collocate nei solchi ricoprendole di
terra e infine innaffiate.
Quale tipo di verdura avete piantato?
L’insalata rossa e verde, il basilico, il prezzemolo, il
sedano, gli spinaci e i piselli. Inoltre abbiamo piantato
dei magnifici fiori: tulipani e crocus.
Cosa ne farete di tutte queste piante?
Verranno distribuite, alcune anche qui a scuola.
Ma vi siete occupati solo di piante?
Siamo andati anche nel capannone a vedere le macchine agricole, le mucche e un vitellino appena nato.
Cosa ne pensa di questa esperienza?
È stata molto interessante e divertente per tutti noi,
anche perché abbiamo imparato qualcosa di pratico!
Ecco svelato il mistero dell’orto!
J.B. vi saluta e vi aspetta per svelare il prossimo!
27
VILLANTERIO
Il razzismo è nemico dell’uomo
Il piacere di leggere la Divina Commedia
Quest’anno, ho avuto l’occasione di leggere un breve testo sul razzismo,
intitolato “Il razzismo spiegato a mia figlia” di Tahar Ben Jelloun.
Soffermandomi sui punti fondamentali del testo, sono assolutamente
d’accordo con le riflessioni dell’autore; queste, inoltre, mi hanno permesso di capire meglio il fenomeno e di confrontarmi utilmente con i
miei compagni.
Sempre più spesso vengo a conoscenza di episodi di intolleranza, i quali
dimostrano che ci sono ancora persone che ritengono di essere superiori ad altre. Sono convinto che il razzismo nasca principalmente dalla
paura del “diverso”, ma anche da una profonda ignoranza. Basterebbe
molto poco: prima di tutto accogliere, e non semplicemente tollerare,
ogni forma di diversità, considerandola non una minaccia, bensì una ricchezza. E poi cercare sempre il dialogo, l’incontro, per capire. Razzisti,
ne sono certo, non si nasce, si diventa, poiché alcuni sono vittime di una
cattiva educazione o di dannosi condizionamenti. Il razzismo, purtroppo, si diffonde anche attraverso le religioni, e questo è davvero privo di
senso; però non sono esse ad essere razziste, ma è l’uso che alcuni uomini ne fanno. In passato, c’è stato l’orrore dell’antisemitismo che ha portato all’eliminazione di quasi cinque milioni di ebrei e questo lo ritengo
davvero assurdo! Come può l’uomo arrivare a tanto! Il razzismo si manifesta anche attraverso alcuni comportamenti del quotidiano. Riflettendo
in classe abbiamo visto, per esempio, che è razzista escludere dal proprio gruppo una persona per la sua nazionalità, non dare lavoro a persone provenienti da altri Paesi, specialmente da quelli disagiati, oppure
sfruttarle, oppure ancora attribuire sempre e comunque agli stranieri la
colpa di fatti incresciosi. È necessario combattere contro qualsiasi forma
di razzismo, non dimenticando mai che il male, il disprezzo hanno una
diffusione molto rapida e che possono portare a danni irreparabili.
Dante Alighieri nacque nel 1265 a Firenze da una famiglia appartenente alla piccola nobiltà. Ricevette una buona istruzione e frequentò
l’Università di Bologna. Partecipò alla vita politica di Firenze, ricoprendo importanti cariche. Durante la sua giovinezza si innamorò di una
donna: Beatrice, alla quale dedicò molte liriche appartenenti alla scuola del “Dolce Stil Novo” e successivamente raccolte nell’opera intitolata “Vita Nova”.
Tra le numerose opere di
Dante la più famosa, importante ed interessante è la
“Divina
Commedia”:
un
poema in versi scritto in volgare fiorentino e composto da tre
cantiche: Inferno, Purgatorio e
Paradiso. L’opera descrive il
viaggio immaginario compiuto
da Dante attraverso i tre regni
dell’oltretomba. La Divina
Commedia ha un significato
allegorico (nascosto, simbolico) e didascalico (intento educativo): infatti Dante analizzando nel suo capolavoro fatti,
personaggi e situazioni caratterizzati da corruzione, gelosia,
omicidi, avidità ecc…, vuole,
e si sente investito di questo dovere, riportare l’umanità sulla via del
bene e della verità, spingendola a meditare sulla gravità del peccato.
Perciò il viaggio attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso è l’allegoria
del cammino che l’uomo deve compiere per allontanarsi dal peccato e
raggiungere la salvezza.
La Divina Commedia mostra una fantasia sconfinata e una grande capacità di “esprimere” il vero significato di ciò che l’autore vuole comunicare. Questa straordinaria opera fu terminata verso il 1320, poco prima
della morte del Sommo Poeta, avvenuta a Ravenna in esilio nel 1321.
In classe abbiamo letto e commentato alcuni brani: il canto primo in cui
l’autore spiega le ragioni che lo hanno spinto ad intraprendere il suo
viaggio. Il canto terzo nel quale Dante, accompagnato da Virgilio, sua
guida, giunge davanti alla porta dell’Inferno su cui è scritto che chi
varca quella soglia deve perdere ogni speranza di salvezza.
In questo luogo Dante è spaventato, ma Virgilio, che rappresenta la
ragione, lo rassicura. Oltrepassata la porta incontriamo il demonio
Caronte, nocchiero delle anime “prave”, cioè malvagie. Proseguendo
Dante incontra nel quinto canto Paolo e Francesca e nel ventiseiesimo
Ulisse. Nel primo si narra l’infelice storia d’amore tra due giovani e la
vicenda è così toccante che Dante si commuove fino alle lacrime. Nel
secondo emerge l’eroe greco che non esita ad abbandonare gli affetti
più cari per soddisfare la sua inesauribile sete di conoscenza. Per Dante,
uomo medievale, conoscere è un dovere fondamentale degli uomini,
ma bisogna agire sempre nel rispetto del volere di Dio.
Abbiamo poi commentato l’episodio di Manfredi, cavaliere malinconico, la cui figura è emblematica della differente condizione delle anime
del Purgatorio rispetto a quelle dell’Inferno, perché le prime guardano
con sereno distacco alle vicende, anche dolorose, della vita terrena,
mentre i dannati mantengono intatte le loro passioni.
Nella terza cantica abbiamo infine letto e commentato l’episodio di
Cacciaguida, trisavolo di Dante, a cui egli predice il duro esilio e svela
l’importanza della sua missione: rivelare agli uomini ciò che ha visto nei
regni dell’oltretomba affinché sia di ammonimento per tutti.
Attraverso la lettura di questi brani Dante si è rivelato un uomo estremamente colto, onesto, sensibile, coraggioso e con uno spiccato senso
della giustizia. Per queste sue qualità io lo ammiro profondamente e mi
dispiace che sia vissuto in un’epoca così lontana da non averlo potuto
conoscere.
F. D. Classe 2^ B
Ecco la chiave per sconfiggere il razzismo
Noi ragazzi di 2^C quest’anno abbiamo avuto l’opportunità di accostarci
al tema del razzismo in modo interdisciplinare e di discuterne in classe.
Nel nostro secolo la parola razzista non dovrebbe esistere, ma purtroppo questo termine viene usato ancora e porta a commettere ingiustizie
nei confronti di persone che non sono della nostra “RAZZA”.
Inizialmente ci è stato proposto un film su ANNA FRANK, una delle
tante vittime del nazismo durante la II Guerra Mondiale.
Anche se, fortunatamente, il triste ricordo di Hitler è lontano, al giorno
d’oggi esistono ancora episodi di razzismo, che hanno diversi “volti”:
basta ricordare Filippo Raciti morto a causa dei tifosi o alle violenze alle
donne o agli invalidi e varie forme di razzismo presenti nelle diverse
religioni.
Per integrare il discorso sugli stranieri il 10 novembre 2008 siamo andati al teatro di Lodi a vedere uno spettacolo della Compagnia del
Novecento. La trama raccontava di Cristina, una ragazza che lavorava
in una libreria e non si era mai posta domande relative gli stranieri, perché aveva un’idea ben salda: “meglio tenerli lontani!”. Un giorno
incontra un ragazzo afghano che le farà cambiare opinione sugli stranieri e si innamoreranno.
Un ulteriore approfondimento è stato la lettura del libro di Tahar Ben
Jelloun, “IL RAZZISMO SPIEGATO A MIA FIGLIA”, basato sul dialogo
tra padre e figlia. Egli le spiega con parole semplici il significato di questa parola e quale dovrebbe essere l’atteggiamento giusto degli uomini.
La frase che più ci ha colpiti è la seguente:
NESSUN BAMBINO NASCE RAZZISTA:
è quindi fondamentale l’educazione che si riceve!
Con il lavoro affrontato durante l’anno, riguardo al razzismo, produrremo un file per una presentazione con immagini e riflessioni nostre.
Noi siamo certi che tutti i popoli sono uguali, indifferentemente dal
colore della pelle e dalla nazionalità.
NOI SIAMO CONTRO IL RAZZISMO
L. R. Classe 2^ A
Classe 2^ C
28
VILLANTERIO
Dalla cima di questa montagna
si vedeva un bellissimo paesaggio della città di Lecco e del
ramo orientale del lago di Como.
Questa tappa della gita è quella
che ho preferito, sia per il percorso che abbiamo affrontato per
arrivarci, ma anche per il bellissimo paesaggio che abbiamo
potuto ammirare.
Dopo quest’ultima tappa, ci
siamo recati nel centro di Lecco, dove abbiamo potuto fare compere e
passeggiare liberamente. Tornati sul pullman, ci siamo rimessi in viaggio
per ritornare a Villanterio. Quando siamo arrivati a scuola, erano ormai
le 20:00 e tutti siamo tornati a casa stanchi e felici.
Questa gita, per me, è stata la migliore di questi ultimi tre anni, perché
questa volta tutti i miei compagni sono riusciti a venire in gita e insieme
ci siamo divertiti moltissimo, ma la gita mi è piaciuta anche perché i professori si sono fidati di noi e ci hanno lasciato più liberi rispetto alle altre
volte.
L. M. classe 3^ B
Adolescenza: età spensierata o età difficile?
È arrivato il momento di maturare e, dopo questa esperienza, per me e
per i miei coetanei giungerà l’età adulta. L’adolescenza è un periodo
abbastanza difficile, non è di certo una passeggiata. Essere adolescenti
oggi è più complicato rispetto al passato, e lo capisco dai racconti degli
adulti. I nostri genitori abitavano in grandi cortili popolati di bambini
all’incirca della stessa età, i quali giocavano tutti insieme, andavano a
scuola da soli e da soli si recavano all’oratorio. Ora molto è cambiato: i
ragazzi abitano per lo più in palazzi dove è assolutamente vietato fare
rumore o scendere in giardino a giocare, oppure vivono in case singole
“blindate”. Oggi può essere pericoloso uscire da soli e siamo quasi sempre accompagnati per raggiungere la scuola o i luoghi di svago. Se poi
litighi con un’amica, il problema non si risolve tanto facilmente, dato
che i rapporti sono diventati più difficili. Ci si ritrova poco, almeno per
quello che mi riguarda. Si ha la paura di non piacere agli altri per come
si è e, in questo caso, ci creiamo un’immagine ideale per appartenere
ad un gruppo. Spesso ci sentiamo bruttini, non abbastanza alti o cicciottelli. Giudichiamo i nostri coetanei per l’aspetto esteriore, per come
sono vestiti. Questo è assolutamente sbagliato, perché molte persone
che, a volte, non notiamo, perché timide e riservate, ci possono offrire
tanto; tutti dovremmo coinvolgere persone nuove nella nostra quotidianità. È importante confrontarci tra di noi e parlare con gli adulti che ci
aiuteranno a fare le giuste scelte per il nostro futuro. Insomma, l’età dell’adolescenza è impegnativa e spero di poter sfruttare al meglio questo
tempo per affrontare con maggior sicurezza il mio futuro.
Una strana avventura
Era solo. Sentiva un gran male alla testa. Era sdraiato sulla terra umida,
l’erba era lucida di gocce di rugiada. Cosa ci faceva in mezzo a quella
foresta? Intorno a lui, tanti alberi altissimi che non lasciavano vedere il
cielo. Si alzò faticosamente, si sentiva stanco. L’unica cosa che ricordava
era di essere andato a letto presto, in modo da essere riposato per la scuola. Matteo era un bambino forte, così non rimase fermo a piangere e
prese un sentiero tra i cespugli. Voleva tornare a casa. Nella foresta c’era
un odore forte di muschio e di umidità. Sembrava fosse appena piovuto,
il terreno sotto i piedi era fangoso e tendeva a farlo affondare, anche se
le foglie secche formavano una specie di tappeto. I rumori non erano
certo confortanti: fruscii, ululati, versi di uccelli notturni. Ma Matteo non
si faceva prendere dalla paura, anche perché pensava già ad un lieto fine;
essendo piccolo, credeva ancora molto nelle favole ed era sicuro che non
gli sarebbe successo niente di male. Improvvisamente, qualcosa gli sfiorò la mano. Qualcosa di caldo e morbido. Sentì alcune voci:
- Ma chi è? Cosa ci fa nella nostra foresta? - Mah, non so. Però non mi
sembra comunque pericoloso o malintenzionato. Credo sia innocuo! Io non mi fiderei … non si sa mai ….
Pochi secondi e si ritrovò davanti due buffi animali. Avevano il muso
tondo e nero, mentre il resto del corpo era grigio chiaro, quasi bianco.
Lo fissavano con aria furba. Uno di loro si fece avanti e gli disse fissandolo attentamente:
- Beh? Cos’hai da guardare? Siamo venuti solamente a darti il benvenuto nella foresta, sei nuovo, vero? Non ti abbiamo mai visto. Matteo era
stupito, sorrise: - Beh, a dire la verità non lo so nemmeno io perché sono
qui. Fino a poche ore fa ero a dormire nella mia camera, poi mi sono
svegliato e mi sono trovato qua nella foresta …
Si fece avanti l’altro: - Ah, ma di dove sei? In questa foresta non ho mai
conosciuto stranieri, anche perché è davvero difficile giungere fin qui, in
questa radura!
I due abitanti della foresta cercarono di mettere Matteo a proprio agio,
facendogli assaggiare bacche, giocando con lui, correndo e saltando.
Poi lo portarono nella loro tana e lo fecero sdraiare su un giaciglio di
fieno per farlo riposare. Matteo li ringraziò e socchiuse gli occhi, chiedendosi se non sarebbe mai tornato a casa dalla sua famiglia, dai suoi
amici. La foresta poteva essere bella, ma lo intristiva e di sicuro con il
tempo lo avrebbe annoiato, anche se per fortuna aveva trovato dei nuovi
amici che lo avevano aiutato. Si addormentò. Dopo un po’ si svegliò,
pensando che fosse la paglia a infastidirlo. Si sbagliava. Era a casa, nel
suo letto e indossava il pigiama. Accese la luce, era proprio la sua stanza! Che bello, era davvero tornato! Ma la foresta? Era stato tutto un
sogno? Eppure a lui sembrava tutto così realistico… Si guardò intorno:
sul tappeto di fianco al letto c’erano le sue scarpe ed erano sporche di
fango. Com’era possibile? La mamma le aveva appena pulite… Matteo
sorrise e, calmo, tornò a dormire.
E. G. classe 2^ B
B.T. Classe 2^ B
Una gita scolastica
Il giorno 13 Marzo 2009, la
nostra classe, in compagnia
delle altre due terze della
nostra scuola, è andata in gita
a Lecco per vedere i vari
monumenti
dell’itinerario
manzoniano, siccome in classe stiamo leggendo in modo
approfondito il libro “I promessi sposi” di Alessandro
Manzoni.
Siamo partiti da Villanterio
con il pullman alle 07:15 e,
dopo un viaggio di due ore, passato molto velocemente, siamo arrivati
a Lecco.
Siamo scesi dal pullman per aspettare la guida che ci avrebbe seguiti per
quasi tutta la giornata e successivamente abbiamo ripreso il pullman per
fare un giro turistico della città, con la spiegazione della nostra guida.
Il primo monumento che abbiamo visitato è stato la casa di Alessandro
Manzoni che nel corso degli anni è diventata un museo.
L’oggetto di questo museo che mi è piaciuto maggiormente è stato la
culla del Manzoni, conservata perfettamente all’interno di una teca di
vetro.
Usciti da Villa Manzoni, ci siamo spostati a Pescarenico per vedere il villaggio dei pescatori, le classiche imbarcazioni e le tipiche case del
luogo.
Successivamente abbiamo visitato il convento di Padre Cristoforo che si
trova in una piazzetta, con un antico pozzo.
Dopo aver visto tutto questo, siamo andati a fare una pausa al centro
commerciale “Le meridiane”, dove abbiamo potuto pranzare e visitare i
vari negozi senza il controllo dei professori.
Dopo questa pausa di circa un’ora, ci siamo recati a vedere la casa di
Lucia, della quale abbiamo potuto ammirare solo il grande portone di
legno, perché oggi questa casa è diventata privata.
Successivamente la guida ci ha mostrato da lontano il palazzotto di don
Rodrigo, anch’essa diventata una casa privata. L’ultima tappa dell’itinerario manzoniano è stata la visita al Castello dell’Innominato, che si
trova in cima a una montagna; per arrivarci, abbiamo dovuto percorrere una faticosa e ripida salita.
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Questo giornalino è stato realizzato
in collaborazione con:
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