pdf - Il Gruppo Roncafort

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34
NUMERO
diAtti
NORDdiTrento
| anno XXVI | luglio 2015 | bimestrale di cultura | politica | attualità |
e... in Piazza a GARDOLO
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Parliamo dei trentini e del loro dialetto
Q
ualcuno non è tanto convinto della “trentinità” delle parole utilizzate
nei cruciverba 1. sostenendo non
esser esse da Trent, 2. affermando di non averle mai sentite 3. insinuando di
essermele sognate io ecc… Urgono pertanto chiarimenti sul processo di formazione dei
dialetti trentini, noneso, valsuganoto, solandro, cembran ed in particolare del trentin de
Trent e Gardol.
Partiamo con un po’ di storia: fino al 10
– 15 mila fa il Trentino era totalmente coperto dai ghiacci e non ci abitava proprio nessuno. Poi ecco i primi trentini, cacciatori e
raccoglitori del neolitico, capitati qui al sciogliersi dell’ultima glaciazione. Erano parenti
stretti di Oetzy, l’uomo del Similaun (“Homo
sec” secondo Andrea Castelli) con tratti genetici affini a quelli di sardi e corsi. Nulla però è dato sapere sulla loro lingua anche se
di certo tra di loro se la contavano! Più tardi
“
SPORT ESTATE INSIEME” è una
proposta di attività estiva diurna ludico, ricreativa e sportiva per bambini/e
e ragazzi/e dai 5 ai 14 anni, che l’Associazione Sportiva A.D. Arcobaleno Basket organizza da diversi anni nel Comune
di Trento e dallo scorso anno nel Comune di
San Michele all’Adige.
L’idea ed il progetto sono quelli di trascorrere assieme una o più settimane (dal lunedì al
venerdì) durante il periodo estivo e nell’arco
di questo tempo socializzare con nuovi amici, fare attività all’aria aperta, praticare sport,
visitare e conoscere qualche posto nuovo
della nostra provincia e località turistiche. Il
tutto sotto la guida attenta di istruttori provenienti da più discipline sportive ed animatori
qualificati (istruttori qualificati delle F.S.N.,
laureati in Scienze Motorie, diplomati ISEF e
diplomati educatori professionali), motivati,
con voglia di stare con i bambini, in modo da
offrire un’esperienza sempre nuova, diversificata e nel complesso polivalente, sia nello
sport che nella socializzazione. L’iniziativa,
nata per risolvere il problema di quelle famiglie che per varie ragioni hanno la necessità
dell’assistenza e sorveglianza dei figli
- PRIMA PARTE -
si insediarono i Reti,
una popolazione di origine incerta e lingua
forse etrusca, gli Etruschi stessi infiltrati da
sud e i Venetici (Veneti) presenti in Valsugana e di lingua venetica, nulla da spartire con il dialetto veneto parlato oggi: sia come sia, di tutti restano tracce in qualche toponimo (Trent!) e in
rare parole (marogna?).
Verso il 50 d.C. arrivarono in zona gli antichi romani in espansione verso nord. La loro lingua, la lingua di un impero ricco di energie, di buone idee e bravi soldati, ebbe
500 anni di tempo per imporsi a tutte le altre
presenti, frammentate e con pochi parlanti.
“Fugit irreparabile tempus” però e fu il turno
dell’impero a tirare le cuoia lasciando il po-
sto ai vincitori ossia ai
Goti, seguiti dai Longobardi e, dopo altri
200 anni, dai “similfrancesi” Franchi, tutte popolazioni di lingua germanica. Superato a San Silvestro
dell’anno 1000 il terrore per la allora certa
fine del mondo, si piazzarono qui dalla Sassonia i canopi, chiamati dal principe vescovo per scavare minerali d’argento e di piombo (monte Calisio) e i “roncadori” ossia dissodatori, i carbonari e altri minatori, perlopiù
da Baviera e Tirolo. Tutti di lingua tedesca, si
sparsero a macchia di leopardo per il Trentino orientale, Val di Cembra, Folgaria, Pergine, Lavarone, Valsugana, non escluso Gardolo ecc… introducendo molti termini della
loro lingua (bombozzer).
durante le fasce orarie di lavoro, ha riscontrato un notevole successo anche fra
coloro che desiderano solo far passare delle
settimane sportive e dinamiche ai propri figli
durante le vacanze estive. Le attività sportive e ricreative proposte vanno dal calcio, al
minibasket, alla pallavolo; giornate in piscina, uscite in bicicletta, escursioni in montagna; ludoteca, laboratori manuali ed artistici,
incontri con associazioni del posto ed altro
ancora come l’aiuto compiti e settimane tematiche per offrire nuove esperienze.
Sono previste diverse opzioni a seconda
delle esigenze famigliari: FULL TIME, PART
TIME o la possibilità anche del PART TIME
con PRANZO.
Inoltre sono previsti dei punti di ritrovo esterni alla sede principale di attività per garantire ai genitori una tranquillità e una comodità nell’affidare ad un istruttore dedicato il
proprio figlio anche vicino casa: POVO in
Piazza Manci; TRENTO SUD zona S. Bartolomeo; GARDOLO in Piazza Libertà.
Altre novità in cantiere per l’estate 2015
saranno presto inserite sul nostro sito www.
arcobalenobasket.com, quindi non esitate a
tenere sotto controllo la nostra pagina web,
potreste trovare delle interessanti innovazioni per far divertite
e far muovere i vostri figli.
Ad affiancare nei secoli tutti questi nuovi venuti, un via vai continuo in città e provincia
di regnanti, funzionari e umanità varia di volta in volta di lingua latina, italiana o tedesca,
al servizio di se stessi o del potente di turno.
Degni di menzione il nostro patrono Vigilio
da Roma, il duca longobardo Evino, i dazieri Fugger da Augusta, feudatari (i Madruzzo)
e vescovi (Federico Vanga di Germania: Friedrich Wangen), il sindacalista - casinista - romanziere Mussolini cav. Benito, futuro duce,
ecc... Siamo dunque la sommatoria di una
lunga serie di immigrazioni e insediamenti,
ognuno con la propria lingua che, dal quasi
niente dei parenti di Oetzy al tantissimo dei
Romani, ha lasciato testimonianza del suo
passaggio nella nostra parlata attuale.
La sovrapposizione di popolazioni ebbe tempi di sviluppo, intensità e condizioni ambien[continua in pagina 2]
Ente accreditato per BUONI di SERVIZIO P.A.T.
possibilità di usufruire dei Buoni di Servizio cofinanziati
dal Programma Operativo - Fondo Sociale Europeo 2007/2013
e s.m. della Provincia Autonoma di Trento
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Associazioni
2
Vento in Poppa
[da pag. 1 PARLIAMO DEI TRENTINI E DEL LORO DIALETTO]
tali diversificate vallata per
vallata. La conseguenza fu
quell’accentuata differenza tra i dialetti della provincia che, in scala, ricorda quelli d’Italia. Ogni valle
si è andata caratterizzando
per parole proprie e per la
loro pronuncia. Pensate, ad
esempio, al nome “Trento”:
in origine è Trent per i fondatori della città, poi Tridentum per i latini, Trient per i tedeschi, Tria per
i cimbri, Trea’t per i mocheni e Trent per noi
da Trent e Gardol!
Tra i vari dialetti il “trentin de Trent” i cui limiti geografici sono, oggi, Mezzolombardo a
nord e quasi Rovereto a sud; Pergine ad est
e la valle dei laghi ad ovest: un terzo circa
della popolazione provinciale. Data la forza
attrattiva della città capoluogo, scuole, burocrazia, lavoro, naia, ospedali, questo dialetto
ha finito per influenzare tutti gli altri. Un dialetto, come una lingua, non è però per sempre! Si modifica in continuazione per tante
ragioni, si pensi alla scuola, alla stampa, cinema e Tv oppure alle parlate degli immigrati più recenti, ukraini, arabi, cinesi, romeni, albanesi: quello di oggi non è certo il dialetto del 1914 né del 1803 (soppressione
del principato) o del 1500 quando perfino il
principe vescovo Bernardo Clesio lo utilizzava nei suoi carteggi.
Resta da stabilire se una parola sia propria
del nostro dialetto, ossia sia nata qui, o sia
arrivata in bocca a qualche “foresto”. Personalmente, al di là di accademismi sofisticati,
considero come nostra una parola presente
solo nostro dialetto o in zone limitrofe, che
sia evoluta fino ad assumere una connotazione ed un significato esclusivamente locale (camerel) e che non riveli tracce lampanti
di latinismi, italianissimi, germanismi o altro.
Ovviamente un vero etimologo, di quelli con
due-tre chilometri di scaffali zeppi di libri, diplomi
e riconoscimenti, potrebbe obiettare che anche la
tal parola “X” ha radici nel
sanscrito e prima nell’indoeuropeo e più indietro ancora in una protolingua umana fatta di tr - in - sc
tanto vagheggiata quanto,
ahinoi, evanescente ed inafferrabile. Per ora, lettori, accontentatevi di “misurare” la vostra conoscenza – competenza del dialetto, rispondendo a questo giochino linguistico: quali tra
le seguenti venti parole sono: 1- Proprie del
nostro dialetto. 2- Provenienti dal latino/italiano. 3- Dal tedesco e altre lingue germaniche. 4- Da inglese/francese/celtico/greco o
altro ancora.
| Mosa
| Broz
|
| Pimpignegol
| Baso
|
| Luganega
| Bocia
|
| Pipacul
| Trent
|
| Gatar
| Sgeva
|
| Ciunga
| Sgnegol
|
| Sbruzet
| Cucar
|
| Maroc
| Blagon
|
| Gualif
| Gherb
|
| Safer
| Tonco
|
Scegliete e segnate a penna con 1, 2, 3, 4,
la categoria, tra le 4 proposte sopra, da cui
proviene ogni parola e “dopo” verificate le risposte a pagina .........!
Ugo Bosetti
PS: questi i testi principali utilizzati per la ricerca etimologica: Ricci, 1904; “Dizionario
dell’antico dialetto Trentino” di Aldo Bertoluzza; “Tracce tedesche nei dialetti trentini”
di Giuseppe Osti (www.vivoscuola.it); Vocabolario etimologico Pianigiani (www.etimo.it).
“Due passi per Spini tra storia e sapori”
A
nche quest’anno si è pensato di
proporre “Vento in Poppa”, ma
con alcuni cambiamenti significativi volti sempre più a favorire un
maggiore senso di comunità. Prendersi cura
degli spazi pubblici, conoscenza della storia
del quartiere, incontro sono state le parolechiave che hanno guidato la nona e (nuova)
edizione di Vento in Poppa. Tutto questo per restituire ai ragazzi e alla comunità la possibilità di partecipare alla
vita del proprio quartiere,
aumentando spazi di condivisione e di interazione
tra le diverse generazioni e
culture presenti sul territorio, rendendoli protagonisti
sul proprio quartiere.
Ma cosa è cambiato rispetto alle altre edizioni?
La dinamicità dell’evento e la partecipazione
attiva della comunità. Laboratori, sport, buon
cibo quest’anno hanno preso vita e forma non
come al solito in piazza, ma lungo un percorso nel quartiere. Domenica 24 maggio è stata
organizzata una vera e propria passeggiata
gastronomica che ha condotto i partecipanti
in ben 7 tappe che hanno visto come protagonisti la chiesetta delle Ghiaie, l’ex-scuola
dell’Infanzia, il carcere, il Maso delle Roste
lungo l’Avisio, il Pont dei Vodi, la trattoria Biancospino e la sala Mattedi-Dalvit in piazza. Ogni
tappa prevedeva un punto ristoro, un angolo
“storico” con pannelli illustrativi del luogo e
una parte d’animazione: dai giochi d’abilità
in legno al set fotografico, dai racconti storici
del preparatissimo Alberto Mattedi alla mostra
del mondo dei “ballotti”! 110 le presenze alla
passeggiata, 30 i volontari tra adulti e ragazzi
che hanno gestito le tappe del tragitto di circa
5 km. Partenza tra le 10.30 e le 11.30 e arrivo previsto verso le 13.30 nella sala di via del
Memorial Mauro Conotter
“A NORD DI TRENTO”
L
Periodico bimestrale iscritto al Registro Stampa
n. 1367 del Tribunale di Trento, in data 31.07.2008
’Associazione “Insieme per Mauro Conotter” ti invita alla quinta
edizione del Memorial per Mauro in suo ricordo. L’evento si svolgerà al Parco pubblico di Roncafort Sabato
18 luglio 2015, dalle 15:00 fino alle 24:00.
DIRETTORE RESPONSABILE
Ugo Bosetti
Quest’anno per il momento dedicato a Mauro ci sarà una camminata denominata
REDAZIONE
“Camminando con Mauro” che partirà
c/o Anna Mussi (0461.420577)
dal Parco di Roncafort alle 15:00 con sosta in Via Maccani sul luogo dell’incidente
rt
rco di Roncafo
RESPONSABILE PUBBLICITÀ
LIO 2015 - Pa
SABATO 18 LUG
•R ITR OV O
dove avverrà la commemorazione con l’iGianni Angelini (0461.993046)
Roncafort
Ore 15.00 Parco di
”
uro
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con
naugurazione di una targa in suo ricordo
“Camminando
ccani per
sosta in Via Ezio Ma ORDO
con
IN REDAZIONE
per poi fare ritorno insieme al parco dove
TARGA RIC
INAUGURAZIONE
Renato Beber, Maria Giovanna Conci, Ore 17.00
inizierà la manifestazione verso le 17:00
cca bimbi
Baby Dance con tru
Franco Faes, Alberto Mattedi,
”
con la Baby Dance a cura della Dreaming
Guida Sicura
Estrazione “Corsi
Anna Mussi, Luisa Nicolini,
:
Dance Studio e angolo trucca bimbi e
con
o
viv
dal
to
Concer
Alessandro Serra
Acoustic Trio
Blue Velvet e L. A.
palloncini con Daniela! P.S.: A chi parina
Servizio bar e cuc
teciperà alla camminata sarà regalata
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la t-shirt dell’Associazione! Dalle 19:30
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partirà il concerto dal vivo, si al­terneranno sul
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palco i Blue Velvet e L.A. A­coustic Trio! DuPROPRIETÀ
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Loghet, dove il Comitato degli Amizi del Pont
dei Vodi aspettava tutti con un ottimo riso agli
asparagi condito da vitello tonnato e insalata
russa cucinati sapientemente da Anna Filippi
che ha curato anche la parte culinaria delle diverse tappe. “Due passi per Spini tra storia
e sapori” è nata come sfida per tutto il quartiere che è stata accolta con piacere e entusiasmo dagli abitanti che, con disponibilità, voglia
di mettersi insieme e tanto
aiuto hanno collaborato alla
buona riuscita della giornata. Una vera fucina di
creatività, sapori e volontariato che hanno restituito
al quartiere una domenica di festa! Un grande
grazie va alla Circoscrizione di Gardolo che ha
finanziato l’evento e a tutti coloro che si sono
resi disponibili, hanno collaborato e speso il
loro tempo mettendolo al servizio del proprio
quartiere: dalla cuoche della scuola dell’infanzia di Spini, al comitato, dalla neo-nata associazione Quisqueya Trentina al Giocastudiamo
del quartiere, dal singolo cittadino al gruppo di
amici, dai ragazzi agli educatori della Cooperativa Arianna, coordinatori della giornata. Spini
si dimostra sempre più un territorio che vuole
fare comunità con una rete sociale in crescita, con la voglia di sapersi mettere in gioco e
insieme per una costruzione sempre più partecipata e partecipativa del proprio quartiere.
Grazie di cuore ancora a tutti!
Andrea e Licia educatori di strada della Coop. Arianna
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rante il Memorial sarà at­tivo il servizio bar e ristorazione. Anche quest’anno porteremo avanti
uno degli obiettivi a sostegno dell’informazione
circa le tematiche inerenti la sicurezza e l’educazione stradale con la Green Driving Academy.
Avremo l’appoggio solidale dell’Associazione “Il
Gruppo”di Roncafort e i Vigili del Fuoco Volon-
tari di Gardolo che garantiranno la sicurezza per l’intero evento. Ringraziamo
anticipatamente tutti coloro che parteciperanno. Sarà attivo anche quest’anno il punto
tesseramenti con gadget fino ad esaurimento
scorte! Vi aspettiamo!
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L
3
Musica e teatro: serate magiche!
’associazione Il Gruppo ha
organizzato in questo inizio
estate due incontri veramente unici: “QUANTO MISURA IL
TUO SORRISO?” e “MUSICA SOTTO LE
STELLE”.
Lo spettacolo teatrale “QUANTO MISURA
IL TUO SORRISO” è stato fatto in collaborazione con il Gruppo IKARO che da oltre
vent’anni con la cooperativa la Rete porta
in scena opere che valorizzano la diversità
come valore. L’idea è nata per raccogliere
fondi per HARAMBEE, un’associazione che
sta costruendo a Lima, in Perù, una struttura rivolta alle famiglie con bambini diversamente abili, all’interno della quale i bambini
possano essere accolti e sostenuti nelle loro
fragilità, in uno spazio adeguato e con cure
professionali.
In Perù infatti questi ragazzi non hanno al-
cun sostegno dalle strutture pubbliche ed anzi la disabilità è ancora
vista come qualcosa di vergognoso.
Ecco perciò la necessità di un centro come
questo che affronti, oltre all’aspetto di cura
fisica, anche quello culturale: l’inclusione dei
bambini e delle persone diversamente abili
nella comunitá. (Per maggiori informazioni
potete consultare il loro sito www.ceprof.
org)
E quale realtà poteva avere maggior stimolo
ad aiutare questo progetto? Il gruppo Ikaro
ovviamente! Ecco allora questa serata davvero speciale nella quali i ragazzi sono stati
bravissimi a regalarci momenti magici.
Ma non è finita qui! La raccolta fondi per
questo generoso progetto è proseguita con
la serata “MUSICA SOTTO LE STELLE”.
Già da parecchi anni organizziamo questo
evento musicale nella splendida corte Pelil-
lo grazie alla collaborazione con il maestro
Giorgio Beberi che dirige l’ensemble
SAX CONNECTION della scuola musicale
A. Vivaldi di Bolzano.
L’obiettivo di questo gruppo è fare della musica d’assieme, riunendo alcuni allievi delle
classi di sassofono, canto, batteria, basso
elettrico e pianoforte. Attraverso un percorso musicale vasto, il collettivo ha “costruito” un programma musicale da proporre in
concerto accompagnando il pubblico fra gli
autori che hanno reso “grande” e popolare
la musica jazz del ‘900, dai blues di Count
Basie, agli standards di Duke Ellington, alle
colonne sonore di Henry Mancini.
Quest’anno Giorgio ci ha fatto un grandissimo regalo portando a suonare anche il
gruppo BbRASS: un ensemble di studenti
nei primi due anni di studio al Liceo Musicale Bonporti a Trento. Fondato nel 2014,
il gruppo è composto da dodici ragazzi che
suonano strumenti meno conosciuti dei soliti strumenti di conservatorio come flauto,
violino e pianoforte.
Il gruppo comprende diversi strumenti di ottoni: cinque trombe, un corno, due tromboni,
un basso tuba, e anche i sassofoni: due sax
contralto e un sax baritono.
La serata è stata davvero speciale e siamo
molto contenti di vedere come ogni volta
sempre più persone partecipino a questa
iniziativa.
Al prossimo anno allora!
Il Direttivo
Alle scuole medie Pedrolli 2 giorni di formazione sulla sicurezza stradale
in memoria di Roberto Carotta
D
opo la giornata di Caserme Aperte avvenuta lo scorso 10 gennaio
2015 per ricordare i 10 anni della
scomparsa del Vice Comandante Roberto Carotta, morto mentre prestava
soccorso in un incidente stradale la notte
del 1° gennaio del 2005; il 4 e il 5 giugno è
stato realizzato un corso di formazione sulla
sicurezza stradale presso le scuole medie
“Savino Pedrolli”. Il Corpo dei VVF di Gardolo
in collaborazione con l’ANVU (Associazione
Nazionale di Polizia Locale) hanno infatti organizzato una campagna di sensibilizzazione
sull’incidentistica stradale che ha interessato
7 classi seconde dell’Istituto di Gardolo, portando i ragazzi a conoscere le regole di base
della sicurezza stradale e a vedere e toccare
con mano cosa può essere e rappresentare
un incidente stradale.
I 140 ragazzi sono stati coinvolti in una parte
di formazione teorica sulla sicurezza stradale del pedone, la sicurezza in bicicletta e in
motorino e sul corretto comportamento da
tenere in auto, utilizzando sempre le cinture
di sicurezza. Nel corso della mattinata inoltre,
gli studenti hanno potuto vedere il video promozionale contro l’incidentistica stradale realizzato da Anvu, Croce Bianca e Vvf Volontari
ed hanno potuto vedere e conoscere i mezzi
dei VVF di Gardolo e della Polizia Locale.
È infine avvenuta la manovra dimostrativa di
ciò che può accedere in un incidente stradale, il tutto realizzato nel piazzale della scuola:
i VVF di Gardolo hanno simulato il soccorso
ad un ferito, estratto dall’auto con l’utilizzo di
pinze idrauliche e la messa in sicurezza del
veicolo mentre la Polizia Locale si occupava
di effettuare i rilievi. I Vigili del Fuoco Volontari
di Gardolo ringraziano ANVU per la collaborazione, le scuola media Pedrolli, gli studenti e
il personale scolastico per la disponibilità dimostrata e la ditta Rigotti srl che ha messo a
disposizione l’autovettura per la manovra.
Il Corpo VVF di Gardolo
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Associazioni
| numero
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Associazioni
4
IL CIRCOLO ACLI DI GARDOLO:
M
olti degli esponenti del
mondo aclista che si
intrattengono con noi testimoniano un livello non
comune di vitalità che caratterizza il nostro circolo. La volontà della presidenza e del consiglio
direttivo è quella di non perdere terreno rispetto al forte radicamento raggiunto nel passato,
quando, in presenza di un elevato sviluppo del
lavoro in fabbrica le Acli e in esse il nostro circolo si trovavano in prima linea per la difesa dei
diritti dei lavoratori. Oggi le istanze sociali sono
cambiate, sono più complesse, e si riferiscono
a una gamma di bisogni più ampia e variegata
e interessano bisogni di inclusione sociale.
Questo modo di operare è il fattore che ha assicurato la tenuta della base sociale, rimasta a
livelli storici intorno ai 350 soci; c’è poi anche
la consapevolezza delle dinamiche di invecchiamento ed è per questo che riteniamo di
dare priorità al tema “giovani” indispensabile
per un futuro di rafforzamento e di rinnovamento del Circolo. Per rispondere al bisogno
di aggregazione abbiamo messo in campo
varie iniziative di sensibilizzazione mediante
dibattiti e tavole rotonde su tematiche sanitarie
e alimentari, quelle riguardanti la vita politica
e l’amministrazione pubblica, oltre ai collegamenti col mondo associativo locale, che ci ha
portati a collaborare con la San Vincenzo di
Gardolo; ci siamo inoltre spinti ad organizzare,
a conclusione dell’anno di celebrazione del volontariato sociale, una piccola conferenza per il
locale mondo associativo.
sforzi per il mantenimento
e lo sviluppo della base associativa
La sensibilizzazione si combina con la
spinta per lo sviluppo dei servizi di patronato, fiscali ed amministrativi, oltre alla promozione di viaggi e itinerari turistici e culturali, al soggiorno marino per i soci, organizzati
dal C.T.A. di Trento, diventa momento forte di
socializzazione. È stata messa in campo un’apertura consapevole ad altre realtà del terzo
mondo, colpite dalla povertà o dalla guerra: da
parte nostra la interpretiamo con l’adesione
convinta all’Associazione “Una Scuola Per La
Vita”, una collaborazione con MANDACARU’
per il sostegno al commercio equo e solidale.
Abbiamo interpellato la nostra base associativa con un questionario di opinione sull’immagine espressa dai soci sul nostro circolo, e nel
frattempo si coltivavano forti aspettative dalla
proposta di riorganizzazione delle Acli Trentine - metodo di lavoro: stiamo spingendo per
l’appoggio e supporto all’avanzamento di due
progetti che riteniamo di capitale importanza e
di cui si è trattato in occasione della nostra assemblea dei soci dell’11 aprile 2015 presente
il signor Giorgio Cappelletti in rappresentanza
della presidenza provinciale delle Acli. Precisamente: la raccolta delle firme a sostegno della
legge di iniziativa popolare contro i “vitalizi” dei
politici e il progetto pilota per l’istituzione di un
“GAS” delle Acli.
Il primo tema era stato preceduto da altre iniziative, (Conferenza sul tema dei “Costi della
politica - Giugno 2012) e gli incontri pubblici
con i candidati alle elezioni provinciali e comunali. Con tali premesse abbiamo preso sul
serio il tema dei “vitalizi” che stava scoppiando
in un mare di polemiche; con lo scopo non di
alimentare un’ulteriore protesta populista fine
a sé stessa, ma di riflettere su una serie di
contraddizioni, sul piano dei principi e su quello dello spostamento di risorse a vantaggio dei
soliti noti! Non si comprendeva
il silenzio delle organizzazioni
sindacali e ancor più quello delle Acli provinciali, che abbiamo
cercato apertamente di coinvolgere con la sollecitazione a
prendere una chiara posizione.
Sarebbe una svolta importante
se, come riferito dal sig. Cappelletti, tra gli obiettivi prioritari
del movimento provinciale si
ponesse la raccolta delle firme a
sostegno della legge di iniziativa popolare contro gli sprechi della politica. Si riconosce quanto sia faticoso far partire la legge di iniziativa
popolare in questione, tenendo conto dei passaggi istituzionali prestabiliti, ma anche della
varietà di gruppi di iniziativa coinvolti; d’altro
canto si teme che un mero atteggiamento di
attesa nel silenzio possa favorire una proroga
ingiustificata per l’avvio della raccolta firme,
con il rischio che cada tutto nel dimenticatoio.
C’è poi la questione dei diritti acquisiti, sostanzialmente ammessi per i privilegiati della politica, la cui entità permetterebbe importanti recuperi di interventi di welfare, sommariamente
tagliati per assecondare le strategie di revisione
della spesa pubblica; sarebbe da proporre una
iniziativa di legge popolare più radicale, con
cui fissare una regola inderogabile in base alla
quale per ogni iniziativa volta all’annullamento
dei diritti acquisiti per i comuni cittadini se ne
disponga una parallela a carico della classe
politica. Riguardo al secondo progetto, relativo al GAS il nostro presidente
Guerino Tezzon ne rimarca l’importanza per far conoscere le
Acli sul territorio e incentivare la
crescita della base sociale. Il nostro circolo aveva ideato l’avvio
di un’esperienza pilota, peraltro
nella consapevolezza dei vincoli
e requisiti formali e organizzativi/logistici in parallelo alle
opportunità attese. Data la complessità del progetto si decideva
di avvalersi dei promessi supporti in campo più
vasto, tenuto conto anche del fatto che si era
proceduto all’istituzione di un nuovo circolo Acli
Gas. Ma anche questo progetto stenta a decollare ed è in una situazione di indeterminatezza.
Sta serpeggiando la sensazione che la vitalità
del nostro circolo possa smorzarsi nella scarsa
incisività di azione degli organismi provinciali. Rubando uno spunto offertoci da don Bepi
Grosselli, intervenuto nella nostra assemblea
dei soci, vogliamo sottolineare che sarebbe
utile assumere un metodo di lavoro per affrontare un problema alla volta per studiarlo,
progettarne l’esecuzione, con l’individuazione
di precise responsabilità, facendosi anche aiutare per risolverlo.
Il Direttivo
Sportello “Affetti Speciali” accoglimi!
“
Miriam ha grandi occhi neri e ha 2 anni,
frequenta volentieri il nido. Vive in Italia
solo con la mamma, che è costretta a
lavorare nei week end e non sa a chi
lasciare la bimba con fiducia. Cerchiamo una
famiglia con figli, che possa accudire Miriam al
sabato o alla domenica e che diventi un punto di riferimento per lei e per la sua mamma.”
“Alexander è un simpatico bambino di 8 anni,
spigliato e socievole. I suoi genitori stanno affrontando una separazione molto conflittuale e
presi da se stessi fanno fatica a vedere le esigenze del figlio. Alexander ha bisogno di qualcuno che lo ascolti, che giochi con lui, che offra
dei momenti di svago. Per questo pensiamo che
una figura matura, come una pensionata, possa
essere per lui una buona compagnia per almeno due pomeriggi in settimana.” “Daniel e Francesca, di 7 e 11 anni, frequentano la scuola con
un po’ di difficoltà, ma hanno voglia di imparare.
I genitori fanno fatica ad occuparsi dei compiti e
sono molto preoccupati a far fronte alla condizione economica familiare. Si cerca un giovane
studente o studentessa (maggiorenni) che il
sabato mattina dedichi qualche ora per aiutarli nello studio.” “15 anni ha perso un anno di
scuola e da grande vuol far il meccanico. È cresciuto senza una figura maschile di riferimento
e chiede di essere aiutato ad imparare un mestiere da una persona pratica e di polso, che si
relazioni con lui. Cerchiamo
una coppia (con figli già
adulti) disponibile a dedicare qualche ora a Mattia, per svolgere assieme
lavori manuali (giardinaggio, traslochi, meccanica ecc)”. Queste sono alcune delle situazioni
di bambini e ragazzi, le cui famiglie chiedono ai
servizi sociali un supporto per alcuni momenti
della giornata. Lo Sportello Affetti Speciali, cerca persone, single e famiglie (con o senza figli),
studenti e pensionati che vogliono collaborare a
dare una mano per poche ore alla settimana nei
progetti di accoglienza. L’accoglienza familiare
consiste nel prendersi cura temporaneamente
di un bambino o di un ragazzo quando i geni-
tori, per motivi di lavoro,
per difficoltà personali o
relazionali, per assenza di
reti familiari, non sono in grado di occuparsene
autonomamente. Ai volontari si chiede di sostenere dei colloqui di conoscenza per cogliere
gli elementi utili ai fini dell’abbinamento con la
situazione sociale del bambino e della sua famiglia. Vengono garantiti momenti formativi e di
confronto, individuali e di gruppo, per sostenere
i volontari nell’azione concreta dell’ accoglienza. Chi volesse aver maggiori informazioni può
telefonare allo Sportello: 0461.889948 (al mattino).
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Auguri La Sfera! ...La cooperativa
ha spento 20 candeline
S
La mattinata si è strutturata attorno a due
momenti principali. Ad aprire i lavori è stata una tavola rotonda moderata da Luciano
Zanin cui hanno partecipato il direttore della Federazione Trentina della Cooperazione
i è tenuta sabato 6 giugno la festa per i vent’anni di attività de La Sfera
scs Onlus, la cooperativa
sociale di tipo B che dallo scorso novembre ha sede a Spini di
Gardolo. Per celebrare un così
importante traguardo dopo l’inaugurazione ufficiale della nuova sede
ecosostenibile di Via Kufstein, la cooperativa
ha voluto organizzare un momento insieme
a collaboratori, soci, lavoratori e a altri attori
del sistema cooperativo, economico e sociale della comunità negli spazi de Le Gallerie
di Piedicastello. Un momento di festa, certo,
ma anche una importante occasione per
condividere insieme a chi quotidianamente direttamente o indirettamente, da più o meno vicino - vive e ha vissuto la cooperativa.
La Sfera
| numero
Carlo Dallasega, il presidente di Consolida
Serenella Cipriani, Enio Ropelato dell’Agenzia del Lavoro e, in rappresentanza di tutti i soci della Cooperativa, i past president
Francesca Ferrari e Franco Faes e l’attuale
presidente de La Sfera scs Onlus Bruna Penasa. Una tavola rotonda che ha passato in
rassegna momenti importanti, aneddoti, fasi
cruciali della cooperativa dalla usa nascita
ad oggi, durante la quale si è anche analizzato l’attuale scenario cooperativo trentino e
SOLUZIONE DA PAGINA 2
3 Mosa > dall’antico tedesco “Muos” > mus > mos > mosa = poltiglia, purè, farinata di frumento (o
granoturco). 2 Broz > dal latino “Birotum” (bis- rota – due ruote) > biroccio > biroz > broz = veicolo rustico. 1 Pimpignegol > appendice, cosetta, peduncolo. Cossa elo ‘sto pimpignègol? 4 Baso: dal celtico “Bust” al latino “basium” (introdotto dal poeta Catullo) > baso = bacio. 2 Luganega > dal latino “Lucanica” > luganiga > lugànega = budello riempito di carne (citata da Varrone). 3 Bocia > dal tedesco
“Bursche” > borscia > bocia = giovanotto, bricconcello, garzone. 1 Pipacùl > formato da pipar (tremare) e cul (el bòrtol!) = tremarella, farsela addosso. 4 Trent > dal retico “Trent” > Trent(o) = guado di fiume. 2 Gatar > dal latino “Ad-captare” > acatar > catar > gatar = trovare, scovare, prendere. 4 Ciunga
> dall’inglese “Chewing gum” (pron. ciùingàm) > ciùnga = gomma da masticare. 3 Sgnegol > dal tedesco “Schnecke” > sgnec > sgnègol = lumaca, cosa molliccia. 1 Sbruzèt > probabile suono onomatopeico “bbbr…sbrrr…sbruzz…” = motorino, cinquantino. 3 Cucar > dal tedesco “Gucken” > cucan
> cucar = curiosare, guardare senza esser visti, spiare. 1 Maroc > da un’incerta radice meditteranea
“Mar” > mara > marogna > maròc = macigno, distesa di grossi sassi di frana (Mas Maroc - La Mar). 4
Blagon > dal francese “Blagueur” > blaga > blagòn = sbruffone, gradasso. 2 Gualif > dal latino “Aequalivus”> gualivo > gualìf = uguale, spianato, liscio. 1 Sgeva > scheggia, spina. 2 Gherb > dal latino
“Acerbus” > cerb > gherb = aspro, acre. 4 Safer > dal francese “Chauffeur” > safèr = autista, conducente. 3 Tonco > dal tedesco “Tunke” > tonco = liquido in cui qualcosa può essere immerso, intingolo.
i trend e le evoluzioni del mondo del lavoro
all’interno del quale la cooperativa ha operato e continua a confrontarsi. Ma è stata
anche l’occasione per tracciare - tutti insieme - un bilancio di questi primi vent’anni
di attività e per guardare in prospettiva alle importanti sfide che
attendono la cooperativa e il mondo della cooperazione in generale
all’interno di un quadro volatile, in
continuo divenire e di non facile
lettura. Proprio per proiettarsi al
futuro ed aprirsi a nuovi orizzonti e
a nuove contaminazioni di innovazione sociale si inseriva “Sfera Change Up”,
il bando di concorso promosso da La Sfera
in occasione del ventennale per promuovere
e sostenere idee innovative di giovani under
28. La cerimonia del 6 giungo è stata anche l’occasione per presentare al pubblico
e premiare i 4 progetti finalisti del concorso,
lanciato lo scorso ottobre e partito in dicembre con l’ammissione di otto idee progettuali di 15 ragazzi che hanno partecipato a un
percorso di formazione e progettazione insieme a un team di esperti e tutor. Ad aggiudicarsi il primo posto e un assegno di tremila
euro è stato il progetto GoBeyond, di Elisa
Pozza e Silvia Zeni, le quali hanno sviluppato
un business plan e un’idea strategica volti
a sviluppare e implementare all’interno de
La Sfera azioni e strumenti di marketing e
comunicazione.
Tutti i finalisti, inoltre, avranno la possibilità
di continuare a lavorare sull’idea progettuale all’interno della cooperativa grazie ad una
borsa lavoro retribuita di sei mesi messa a
disposizione da La Sfera.
La giornata si è poi conclusa con un momento conviviale per tutti, allietato da un
buffet accompagnato da buona musica.
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FESTA CON LA COMUNITÀ E
PREMIAZIONE DEL CONCORSO
“SFERA CHANGE UP”
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Da pochi mesi Spini di Gardolo ospita una
nuova realtà economica e sociale. Dalla
scorsa estate, infatti, in Via Kufstein 4 è
operativa la nuova sede de La Sfera scs
Onlus, cooperativa sociale di tipo B che,
coniugando qualità dei servizi offerti ad
una forte attenzione all’integrazione nella
comunità, utilizza il lavoro come strumento
di crescita della sfera personale e professionale.
La cooperativa è nata nella primavera del
1995 con l’obiettivo di favorire l’inserimento lavorativo di persone in difficoltà ma a
seguito della modifica dell’atto costitutivo
nel 2004 ha allargato il bacino di soggetti
a cui rivolge i propri servizi. Con un piede
nel mercato e lo sguardo rivolto al futuro la
cooperativa oggi offre occupazione a circa
220 persone.
Dall’inizio dell’estate 2014 la cooperativa
si è trasferita nella nuova sede di Spini di
Gardolo, in Via Kusfein 4, in una palazzina di
due piani realizzata con rigorosi criteri ecologici ed ha ottenuto la certificazione Leed,
inaugurata ufficialmente nel novembre
2014 con una festa aperta alla comunità.
La Sfera, in concomitanza con il suo ventesimo anno di vita, ha avviato una serie
di attività volte ad innestare nuove sinergie
con gli attori che abitano il territorio, siano
essi associazioni, imprese, cittadini. Tutte
le informazioni sul sito:
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Colori in tavola... è arrivata l’estate
A
nche quest’anno è arrivata l’estate,
la stagione che ci porta con la mente a sognare viaggi, vacanze, sole,
bagni ed abbronzature naturali. Tutto ciò spesso comporta la temuta prova costume e di conseguenza la corsa alla dieta dell’ultima moda. Dato che di cibo si parla davanti al
camino come sotto l’ombrellone, riviste e trasmissioni propongono la soluzione estiva ai chili in eccesso. Compaiono infatti frullati e minestroni miracolosi, pillole distruggi grasso e creme rassodanti, tutte proposte con due semplici obiettivi: eliminare il grasso in eccesso e ridare tonicità al fisico nel più breve tempo possibile e con il minimo sforzo. Sembra semplice ….ma non è così: non si cancellano in poco
tempo e senza fatica disordini alimentari di mesi, coniugati con scarsa
attività fisica. La dieta
non è una ricetta salvifica dell’ultimo momento ma dovrebbe rappresentare una scelta di vita che non ha a che fare con il rigore alimentare, rinunce penalizzanti e sensi di colpa. Perché non cambiare prospettiva, incominciando a pensare alla dieta in
modo più positivo, adesso, approfittando dell’estate con il sole che mette il buonumore e tanta
frutta e verdura profumata? Se si incominciasse infatti a pensare alla dieta con serenità, come ad una serie di comportamenti che ci rendono felici e ci fanno stare bene, tutto sarebbe più facile e avremmo voglia di iniziare subito. Il significato del termine dieta è stato distorto nel tempo: dieta è sinonimo di “stile di
vita”, ma nell’immaginario collettivo rappresenta “perdita di peso il più velocemente possibile”. Lo stile di vita include una serie di abitudini che riguardano l’alimentazione, ma anche altri aspetti del nostro vivere quotidiano tra cui per
SOLUZIONE DEL CRUCIVERBA DI PAGINA 8
esempio la capacità di gestire lo stress, la pratica di uno sport o di attività fisica con regolarità, il
controllo se non l’eliminazione di alcolici e sigarette ecc. Quindi la dieta dovrebbe essere un insieme di abitudini che mettiamo in pratica tutti i
giorni, un regalo che ci concediamo per il nostro
benessere, per trovare quell’equilibrio fisico ed
interiore che ci consente di stare bene ed essere felici. L’estate quindi con il suo carico di colori
e profumi dovrebbe darci l’energia per incominciare a cambiare le abitudini errate. Anche in estate è buona regola consumare frutta e verdura in abbondanza: gli orti sono ricolmi di verdure di varia qualità e il sole fa maturare frutta saporita per tutti i gusti: consumando prodotti freschi, di stagione ci garantiremo un buon apporto di vitamine, sali minerali, fibre ed acqua, con
basso apporto calorico .
Non trascuriamo l’efficacia salutare delle erbe
aromatiche fresche: basilico, rosmarino, salvia,
timo, prezzemolo, menta daranno tanto sapore
in più alle pietanze, con-
sentendoci di ridurre il sale Altro fattore di vitale importanza in estate è l’idratazione, che deve
essere garantita durante tutta la giornata: bevete acqua naturale, non troppo fredda, incominciando già la mattina appena svegli. I cereali in
grani (riso, orzo, farro, avena ecc.), che abbiamo
utilizzato per creare le zuppe calde e ristoratrici invernali, serviranno per arricchire di gusto i
piatti freddi. Ricordate che l’abbinamento cereali-legumi è ottimo dal punto di vista nutrizionale
e si può gustare anche d’estate, accompagnato dalla verdura cotta o cruda, magari in un colorato piatto unico. Cerchiamo di variare, come
sempre, la nostra alimentazione: non mangiamo
sempre le stesse cose solo perché è più facile
comodo e veloce. Prestiamo attenzione a quello che mettiamo nel carrello quando facciamo
la spesa: prendiamoci il tempo per acquistare il
cibo, controlliamo le etichette non solo per verificare la data di scadenza, ma anche la provenienza e gli ingredienti dei prodotti. Non possiamo lamentarci dei chili di troppo o della scorretta cultura alimentare nostra e dei nostri bambini
se acquistiamo il cibo con poca attenzione e cura: fare la spesa con consapevolezza è il primo
passo per stare bene. Ricordiamo di utilizzare la
borsa termica per i surgelati e i prodotti da frigorifero, soprattutto adesso che le giornate sono calde. La catena del freddo è garantita fino
all’arrivo dei prodotti sui banchi del supermercato: una volta che il prodotto finisce nel carrello della spesa è responsabilità del consumatore conservarlo in modo corretto nelle fasi di trasporto a casa e di refrigerazione successiva. Nel
tempo libero, approfittando delle lunghe giornate di sole, andiamo a camminare o in bicicletta:
il nostro territorio è così bello e verde che non
permette a nessuno di annoiarsi! Praticare attività all’aria aperta tonifica e allontana lo stress
quotidiano. La felicità sta nelle piccole cose: divertitevi, fate sport e mangiate cose sane e gustose… buona estate a tutti!
dott.ssa Francesca Baraldi
biologa nutrizionista - Ass. SIPAA [email protected]
Germania, successo del vuoto a rendere.
Perché non adottarlo in Italia?
I
l vuoto a rendere? In Germania è legiferato dal 1991 e da allora la sua regolamentazione si è fatta sempre più precisa. Sembra
un percorso inverso a quello italiano. Mentre da noi, all’epoca, sull’onda del consumismo
e dell’ “evviva l’usa e getta” si andava spegnendo l’idea che ogni bottiglia resa al negoziante
potesse valere un rimborso (accadeva un po’
ovunque fino alla fine degli anni ‘80), quello stato tedesco da poco senza Muro e finalmente
riunito, tra le varie cose si preoccupava di legiferare su un’importante pratica di educazione civica. Quando si dice “pensare nel
lungo periodo”…
La legge al momento in vigore in
Germania è datata 2006. Su ogni
bottiglia di plastica, vetro e latta è
applicato un sovapprezzo riscuotibile alla riconsegna del vuoto, il cosiddetto “pfand”. Nello specifico, per bottiglie che non possono essere riciclate (hanno uno specifico logo sulla confezione) il deposito è
di 0,25 Euro, per quelle di birra sia da 0,33 che
da mezzo litro è di 8 o 15 centesimi a seconda
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del tipo di vetro, per quelle di plastica rigida è di
15 centesimi. Tutti gli esercizi che vendono una
determinata bibita sono costretti ad accettarne
i vuoti, anche se la specifica bottiglia non è stata acquistata da loro. Il paradosso è che, ad esempio, un mini market che normalmente vende Beck’s, ma che non ne ha venduta neanche
una da mesi, è costretto a rimborsare chiunque
si presenti con una bottiglia vuota della suddetta birra in mano. La cifra anticipata gli verrà resa solo quando i suoi fornitori verranno a fargli
visita e ritireranno le confezioni.
Alcuni supermercati accettano tutti i
vuoti catalogati come pfand (hanno
un apposito marchio sull’etichetta),
anche le marche che non hanno in
magazzino. Succede così che presso le loro macchine automatizzate si
affollano i cosiddetti Pfandsammler,
i collezionisti di pfand, persone, normalmente indigenti, che girano la città con carrelli della spesa, bici e grossi borsoni raccogliendo tutte le bottiglie abbandonate per strada o
buttate nei cestini. Di fatto contribuiscono a
ripulire la città in maniera gratuita, anticipando e velocizzando il lavoro dei netturbini.
I PRO> Riciclo (e quindi risparmio di energia e
di materiale inquinante), pulizia degli spazi civici, contributo al mantenimento degli indigenti e
sensibilizzazione ad un uso consapevole di plastica e plasticume (anche nei club spesso si paga un euro di deposito quando si prende da bere, che sia in un bicchiere o in bottiglia): il vuoto a rendere sembra avere solo aspetti positivi e non è un caso che anche in Italia, da alcuni mesi, si parla di una sua reintroduzione per
legge. Oltre che in Germania, parlando solo di
Europa il vuoto a rendere già funziona – a vari
livelli – in Danimarca, Estonia, Finlandia, Croa­
zia, Norvegia, Svezia, Svizzera, Ungheria e Repubblica Ceca. Per una volta sarebbe bello –
come già successo con la legge sul fumo negli spazi pubblici – non arrivare per ultimi.
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34 | luglio 2015 |
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Piede diabetico: previeni le amputazioni!
I
l diabete mellito è una patologia in fortissima espansione nella popolazione mondiale, tanto da stimare un aumento del
50% di casi nei prossimi 10 anni. Circa il
15% dei pazienti con diabete sviluppa nel corso della propria vita un cosiddetto “piede diabetico”, definito come un insieme di condizioni
che compromettono la struttura e/o la funzionalità del piede stesso. Il piede diabetico è una
grave complicanza della malattia che può portare, se non adeguatamente curata, ad amputazioni maggiori o minori. Ad oggi, infatti, si
calcola che nel mondo ogni 20 secondi viene
amputato un arto per colpa del diabete!!
Come fare per difendersi da questo
pericolo?
Innanzitutto imparando a conoscere quelli che
sono i “nemici” del piede nei soggetti diabetici, ovvero: la neuropatia sensitiva, responsabile di una ridotta percezione del dolore a livello dei piedi. La causa più frequente della comparsa di una lesione è costituita dall’utilizzo di calzature non idonee, ovve-
L
ro di una misura sbagliata o contenenti all’interno corpi estranei, che non vengono “avvertiti” dai pazienti, e pertanto non vengono rimossi (vedi foto); la neuropatia motoria,
che deforma i piedi con dei quadri clinici molto caratteristici (“dita ad artiglio”, piede piatto, piede cavo, piede di Charcot) e che altera
la normale biomeccanica dell’appoggio e della deambulazione (vedi foto); la vasculopatia, che rallenta la guarigione per il minore
afflusso di sangue ai piedi e che, nei casi “critici”, porta alla comparsa di un dolore caratteristico e molto intenso che compromette la
deambulazione ed il riposo notturno e che espone il paziente ad un alto rischio di amputazione d’arto; l’infezione, evento tutt’altro
che raro nei soggetti diabetici (che sono mag-
Problemi intestinali?
a cura della Dott. Angela Trigilia
a stagione estiva è fiparete intestinale causa un’analmente arrivata. Chi
nomalia delle normali carattepredilige il mare, chi la
ristiche dell’ evacuazione con
montagna, chi ama fasvuotamento dell’alvo di feci lire viaggi all’estero. Non è raquide o semiliquide più o mero, purtroppo, avere le vacanno profuse. Può causare disize rovinate da piccoli incidendratazione importante e malnuti. Una frequente patologia deltrizione per scarsa assimilaziola stagione estiva legata a forne. Ad essa possono associarsi
ti sbalzi di temperatura e alla
altri sintomi come nausea, docattiva conservazione degli alore addominale, vomito e feblimenti, particolarmente diffubre a seconda del microorganisa tra i viaggiatori, è la diarrea.
smo coinvolto. Di seguito verLa causa è ascrivibile a patoloranno descritti alcuni rimedi ogie infiammatorie del tratto inmeopatici che possono aiutare
testinale e gastrico. Nella fase acuta può essenell’attesa dell’arrivo del medico ed i sintomi da
re scatenata sia da agenti infettivi (Staphylococessi curati. In tali casi vanno assunti alla 30CH, 3
cus aureus, Escherichia coli, Vibrio cholerae, Clogranuli ogni 30 minuti. Laddove vi sia un migliostridium difficile, Campylobacter jejuni, Salmoramento, l’assunzione va progressivamente diranella , Shigella , Giardia lamblia, Entamoeba hidata. Un rimedio omeopatico si ottiene diluendo
stolytica, Rotavirus, Adenovirus, alcune specie
tantissime volte la sostanza iniziale. La diluizione
di elminti rcc.), sia da cause non infettive (come
è tale che l’acqua finale è priva di qualsiasi molei disordini alimentari, la dentizione nei lattanti, un
cola appartenente al prodotto iniziale. (cfr. tabelcolpo di freddo, viaggi in zone con scarsa igiene,
la a fianco ) L’uso dei medicinali omeopatici coemozioni forti). Può avere altresì carattere cronime nostri alleati può contribuire a non incorrere
co legato a fattori scatenanti più complessi come
in spiacevoli imprevisti, consentendo di godere a
le patologie del tratto gastro enterico compresi
pieno del meritato riposo. Si consiglia comunque
pancreas, vie biliari, disfunzioni ormonali, intollela supervisione di un medico esperto. Colgo l’ocranze alimentari o tumori. L’infiammazione della
casione per augurare a tutti buone vacanze.
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giormente “suscettibili”) che compromette ulteriormente la possibilità e la facilità di guarigione delle ulcere e che, nei casi gravi (setticemie) mette a repentaglio sia l’arto che la vita del paziente
Quali sono i segnali di allarme?
Ogni diabetico dovrebbe essere istruito dal
proprio diabetologo su come e quando ispezionarsi i piedi. Ad ogni modo, un buon controllo della malattia ed una corretta igiene personale sono già due ottimi punti di partenza.
Tuttavia, la presenza di ipercheratosi (i cosiddetti “calli”), la presenza di deformità delle dita o del plantare del piede, la comparsa di rigonfiamenti, rossori o vesciche, la presenza di
cute fredda o pallida, la difficoltà a deambulare anche per brevi tratti di strada dovrebbe-
ro spingere il paziente ad un consulto medico senza indugio. La diagnosi precoce è infatti essenziale perché consente di evitare che i
problemi precipitino, fino ad esporre il paziente ad un rischio di amputazione.
Come si cura il piede diabetico?
Curare un piede diabetico non è semplice, richiede la presenza di una equipe esperta, l’utilizzo di materiali e tecnologie all’avanguardia, la disponibilità di appositi spazi sia nei reparti ospedalieri sia in sala operatoria. Fondamentale anche l’importanza della prevenzione, che evita che i pazienti a rischio si ammalino. E per i pazienti che purtroppo subiscono
una amputazione (meno del 3%, se ben curati) niente paura: oggi abbiamo la possibilità di
costruire protesi, calzature e plantari su misura che garantiscono ai pazienti il ritorno ad una deambulazione autonoma ed una qualità di
vita pressoché normale.
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ALOE SOCOTRINA: pianta succulenta della famiglia delle Aloaceae. Ce ne sono circa 400 specie. Originaria dell’Africa, è
stata usata sin dai tempi più antichi come purgante e come tonico. Si ottiene dalla resina ridotta in polvere diluita e dinamizzata. Si usa nel caso di diarrea a decorso acuto con improvviso stimolo a defecare soprattutto nelle prime ore del mattino o
subito dopo aver bevuto o mangiato gelato, melone, frutta acerba o aver bevuto troppa birra, dopo trasgressioni alimentari o
colpi di freddo. La diarrea può essere profusa con dolori pungenti e crampi periombelicali oppure non dolorosa. Può esserci
perdita involontaria di feci con gas rumorosi e offensivi. ARGENTUM NITRICUM: è il Nitrato d’argento. Si ricava da un minerale chiamato “argentite” dal quale deriva l’argento. Questo rimedio non esiste allo stato naturale poiché si ottiene per dissoluzione dell’argento in acido nitrico. La diarrea curata con Argentum nitricum insorge per agitazione nervosa prima di un evento come, ad esempio, eccitazione nervosa prima di un impegno, oppure per l’abuso di dolci di cui il paziente è ghiotto ma
che non tollera. In questo caso la diarrea si aggrava bevendo dell’acqua. L’addome è gonfio e dolente e vi è molta aria. Le feci sono acquose, di colore verde come purea di spinaci. Può accompagnarsi a dolore contusivo sotto le costole. ARSENICUM ALBUM: è un minerale estratto dall’Arsenopirite, da sempre conosciuto per le sue proprietà venefiche. L’avvelenamento da Arsenicum album causa dolori brucianti all’apparato digerente con vomito, convulsioni che portano alla morte. Naturalmente il rimedio omeopatico è innocuo perché il prodotto ottenuto è frutto di innumerevoli diluizioni della polvere. Cura l’enterocolite da intossicazione alimentare dovuta a cibi avariati (pesce, carne, crostacei e acque inquinate), a bevande fredde, a
gelati, a frutta fredda da frigo. Vomito e diarrea possono essere simultanei. L’addome è sede di dolori violentissimi e brucianti
che lasciano il paziente agitatissimo, pallido, freddoloso, con paura di morire. Solo il caldo o le bevande calde danno sollievo.
Le feci sono acquose, poco abbondanti, scure, nerastre, brucianti ed escorianti, di odore nauseabondo. COLOCYNTHIS:
Citrullus colocynthis è una pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae. Originaria delle regioni
calde del bacino del Mediterraneo e dell’Africa; in Italia nasce spontaneamente a Pantelleria e nelle isole Eolie. Cresce in terreni sabbiosi e aridi. Assomiglia in tutte le sue parti a un cocomero in miniatura. Se si ingerisce il frutto, che contiene la “coloquintina” una sostanza che attacca l’intestino, causa infiammazioni e crampi addominali. Il rimedio omeopatico che si ricava da questa pianta viene usato per curare questi sintomi come pure la diarrea che fa seguito a collera o vessazioni, la quale viene preceduta da dolori addominali che obbligano il paziente a piegarsi in due o a premere la pancia per trovare sollievo.
La sintomatologia migliora con applicazioni calde. Le feci sono pastose come pappa, verdi o miste a sangue. PODOPHYLLUM PELTATUM: è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Berberidaceae. Il fusto raggiunge l’altezza
di 30/40 cm. Solitamente, per ogni pianta, si sviluppa un unico fiore bianco che matura in un frutto commestibile, una bacca giallo-verde. È nativa delle regioni orientali dell’America settentrionale e cresce principalmente nel sottobosco, prediligendo i terreni umidi e abbondanti di sostanze organiche. Le parti usate sono le radici raccolte dopo che tutto il frutto è maturato, o tutta la pianta fresca. La diarrea curata da questo rimedio omeopatico insorge con il caldo estivo. Le feci possono essere
abbondantissime, irruenti e a spruzzo con molto gas oppure acquose a fiotti, fetide, offensive, di colore giallo-bianco. Possono altresì presentare tracce di sangue. Spesso sono emesse senza dolore al mattino e alle 4 di notte, specie durante la dentizione dei bambini. VERATRUM ALBUM: Elleboro bianco è il nome comune. È una pianta rizomatosa tossica appartenente alla famiglia delle Liliaceae. Tutte le parti di questa pianta sono velenose sia per gli uomini che per gli animali. Ad esempio l’ingestione di veratro da parte della vacca gravida può causare gravi difetti ossei nel vitello quali la palatoschisi. Cresce nelle regioni montagnose dell’Europa. Le parti usate sono le radici fresche. La diarrea di Veratrum è accompagnata da traspirazione
fredda, pallore, brividi, estrema debolezza che può portare addirittura a svenimento. Le scariche acquose sono accompagnate
da violenti crampi addominali e dalla sensazione che le scariche siano fredde. La diarrea può essere associata a mestruazioni dolorose oppure presentarsi durante la gravidanza o dopo uno spavento. Il paziente, tra i sintomi, ha sete di acqua fredda.
Salute
| numero
NORDdiTrento e... in Piazza a GARDOLO
Storia
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la sua fissazione di fare la storia e rifare la geografia: nel 1810, il nostro “sbrindella” in tre il
territorio regalandone gran parte al regno d’Italia napoleonico (= a se stesso), aggregando
Dobbiaco e le valli limitrofe al Dipartimento del
Piave e lasciando, bontà sua, la zona nord al
regno di Baviera. Per l’occasione viene introdotto lì per lì il toponimo “Alto Adige” per indicare la parte alta del bacino dell’Adige: nelle carte geografiche ufficiali francesi compare
infatti la definizione di “Haute Adige”, nient’altro che Alto Adige! Come se avessero chiamato il Trentino (toponimo anch’esso inventato di
sana pianta) “Medio Adige” e il veronese “Basso Adige”. Tirolo Kaput? Nein danke! Passato di
moda l’incazzoso Napoleone, il territorio passa
nel 1814 all’impero asburgico. Denominazione ufficiale: Deutschsuedtirol o Mitteltirol (noi,
Welschsudtirol = Tirolo italiano). Finita? Nooo!
Cento anni fa, nel 1918, s’affacciano in zona
gli “ultimi arrivati”, gli italiani. A loro non garba
assolutamente il nome “Tirolo” per cui riprendono quello inventato con grande stridore di
meningi a Parigi nel 1810: il territorio ridiventa napoleonicamente “Alto Adige” nome tuttora in uso (da parte degli italiani, s’intende!!). Bisognerà attendere l’accordo de Gasperi – Gruber perché i “penultimi arrivati”, gli abitanti di
lingua tedesca, tornino ad usare ufficialmente
la parola “Suedtirol”!
Un po’ di storia di Gardolo attraverso le sue vie
Fin agli anni ‘50 “Via Alto Adige” era soltanto
un tratto della “Strada Statale 12 dell’Abetone
e del Brennero” tra Gardolo a Lavis. Poi un assalto di case, capannoni e industrie con tanto
di accessi laterali e semafori trasforma la strada in una via di città sicché l’Anas nel 1997 la
cede alla Provincia di Trento. Questa, a sua volta, la gira al municipio cittadino che la denomina “Via Alto Adige”. Questo toponimo indicante l’attuale pertinenza territoriale della provincia di Bolzano, non è che l’ultimo attribuitole
nelle sue vicende storiche. Come TUTTE le terre del mondo, infatti, ha visto spesso cambiare nei secoli i di volta in volta legittimissimi abitanti e di conseguenza anche il nome con cui
era identificata. I primi arrivati nelle valli alpine
al seguito del ritiro dei ghiacci furono, 7-8 mila anni fa, varie popolazioni del neolitico. Seguirono altri, i secondi arrivati, poi i terzi e giù
fino a Oetzy (per Castelli nome scientifico “homo sec”), tratti genetici sardi e corsi. Su tutti
notizie lacunose e indeterminate che diventano certezze solo a partire dal 500 avanti Cristo,
quando la zona ha un primo nome certo, Rezia,
la terra dei Reti, una popolazione non indoeuropea sloggiata lassù (e qui da noi e altrove) dal-
S
pesso abitiamo in vie o piazze intitolate a persone il cui nome non ci dice assolutamente
nulla oppure trae origine da toponimi locali per noi totalmente privi di significato.
Un esempio a Trento Nord? via Giuseppe Tosetti, via Gaspare Crivelli, via Crosare, via Carpenedi ecc... Da qui la proposta di Fabio Giacomoni: presentare il “titolare” (con attenzione
speciale ai Gardoloti!) di una via o piazza di Gardolo, Roncafort, Canova ecc... ed il perché di tanto
riconoscimento! In questo numero: via Alto Adige, dal bivio di via Cà Rossa (provinciale per la valle di Cembra)
fino al ponte
sull’Avisio.
a cura di Ugo Bosetti
la valle del Po’ invasa e occupata dai Celti. Naturalmente per far posto a se stessi “sgomberano”, non è dato sapere con quali maniere, gli
allora legittimi residenti, forse i discendenti del
mitico pastorello Oetzy. Cinque secoli ed ecco
farsi largo i Romani e l’imperatore Augusto che
suddivide il territorio in tre chiamandoli Raetia
Prima, Raetia Seconda e Norico. Arrivano poi
vari popoli germanici in fuga davanti ad Attila e
sgozzatori vari installatisi al loro posto nell’est
dell’Europa. Il territorio diventa parte del ducato di Baviera assieme al Trentino e a gran par-
te del Veneto. Dopo il 1.100, tra i vari signorotti con pretese di fare i padroni di tutto, emergono i conti del Tirolo, tra i quali spicca Mainardo.
Grande militare e politico, sgomita contro Chiesa, nobili e vescovi, fino ad estendere i confini
del suo dominio a quelli attuali della provincia
di Bolzano. Con lui il nome di Tirolo, inteso come pertinenza dei nobili di Castel Tirolo, prende piede e passa a indicare le odierne province di Bolzano, Trento, e una parte di Austria. La
storia, però, è sempre in movimento e chi mai
capita in zona? Napoleone, naturalmente, con
CRUCIVERBA “italo-trentino-gardoloto”
Dopo 6 anni di cruciverba è venuto il momento di un salto di qualità ossia di tirar
fuori parole in dialetto veramente “vece” e
di grande sforzo di memoria! Insomma, saremo un po’ più cattivi! Come sempre, il numero di asterischi dopo la definizione indica
il livello difficoltà di quella parola ad essere ricordata: 1 asterisco (*) per le parola in
dialetto di uso ancora abbastanza comune; 2** per quelle utilizzate più raramente
e ormai in bocca e orecchi di chi ha passato, ahilui, più volte gli “anta”; 3*** per
quelle della serie “chiedete al nonno!”.
Grazie per la collaborazione a Rosy, Marco e
a chiunque volesse segnalarci qualche parola dialettale ormai scordata scrivendo a...
[email protected]
ORIZZONTALI: 1- Darsi una mossa, darsi da
fare, disimpegnarsi (**). 11- Baccano, schiamazzo, strepito di persone (*). 14- Ricoperto di
fuliggine (**). 15- Notissima valle altoatesina
con il lago di Carezza. 17- Sigla internazionale della Russia. 18- Gabbia per conigli o gal-
line. 19- Ripieno per bignè. 21- Pianta della
rosa (*). 23- Bambino vivace, sempre in movimento (***). 24- Individuo attaccabrighe, facile alla lite. 26- Pieni fino al bordo, lisci. 27Storiella barbosa e noiosa a rima baciata (**).
28- Pronostica la nostra giornata. 31- Sovrani
del medio oriente. 33- Buttar lì con malgarbo,
suonarle a qualcuno (**). 34- Quello di NotreDame de Paris era Quasimodo (*). 35- Famosissimo anticrittogamico degli anni cinquanta.
37- Nell’antichità prevedevano il futuro. 40Allo stesso livello, appaiati (*). 42- In un litro ce
ne sono mille (sigla). 43- L’aiutante del sacerdote sull’altare (*). 45- Il fratello minore dello
scoiattolo (**). 46- Lui e l’asinello scaldavano
il bambin Gesù (*). 47- Il bottino extra dei consiglieri provinciali che vanno in pensione. 49Istituto Tecnico Industriale. 50- Assistiti, soccorsi (*). 52- Dui­lio, pugile sardo campione del
mondo negli anni ‘60. 53- Materiale per vasi
e isola greca. 55- Un gran lavoratore (**). 57Abrasione, sfregamento violento della pelle (*).
58- Strumento per dipanare matasse (*). 59Innamorato cotto, infatuato, sedotto (***).
ne e sostegno alle difficoltà di un’altra persona. 25- Gomiti (*). 27- Nè mè nè sò (*). 29- Si
usa per mettere la minestra nei piatti (**). 30All’opposto della poppa. 32- Cento anni fa chi
era di forti sentimenti per l’Italia, irredentista
(***). 34- Nomignolo per un Luigi da almeno 100 chili. 36- Furbacchione o in linea retta. 38- Bigotto, bacchettone, sempre in chiesa (*). 39- Diminuitivo di Raffaello. 41- Targa
della città dei baci. 42- Mettere in ammollo
(**). 44- Sono i padri di tutti i vizi. 46- Sbronzetta, sbornia non eccessiva (*). 47- Battesimo di una nave. 48- Colore tra il giallo-oro, il
rossiccio ed il marrone. 51- Denominazione
di origine di un prodotto. 54- Il titolo professionale del mitico Fantozzi. 56- Il marito canterino di Rita Pavone (iniz). 57- Cantava “In
ginocchio da te” (iniz).
a cura di Ugo Bosetti
VERTICALI: 1- Sturato, liberato dall’otturazione (*). 2- Andare dentro, accedere, immettersi. 3- Parte della pannocchia non commestibile (**). 4- Trafficare, portare oggetti da
un posto all’altro (*). 5- La città con la tomba di Dante (sigla). 6- Infossamento, concavità, solco. 7- I dischi ne facevano 33, 45 o
78 al minuto. 8- Invito a non romper le “...”
(*). 9- Protagonista di celebri film nel ruolo di “ammazzacristiani”, reduce incompreso
dal Vietnam. 10- Gemelle nel pepe. 11- Pastore di capre (*). 12- Graticcio per perseche
o bachi da seta (*). 13- Tappo di sughero (***).
16- Insieme aggrovigliato di fili (**). 20- Atterra anche su certe navi. 22- Partecipazio1
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