Freud

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Freud
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Nato il 6 maggio 1856 a Freiberg.
A quattro anni trasferimento a Vienna.
Fu sin dall’inizio un bambino sveglio e molto
interessato.
Al liceo migliore della classe.
Iniziò di studiare medicina a 17 anni, soprattutto i
settori della fisiologia e della neurologia.
1938 emigrazione a Londra.
Deceduto il 23 settembre 1939 a Londra.
Dal 1900 fino alla morte ha scritto 21 libri.
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Per analizzare il contesto storico culturale della
psicoanalisi occorre analizzare i fermenti
provenienti dall’ambiente legato alla psichiatria
e il clima culturale in generale.
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La psicoanalisi ha il suo inizio ufficiale con la
pubblicazione nel 1899 dell’ “Interpretazione dei
sogni” per opera di S. Freud. Le idee che confluiscono
in questa teoria sono il frutto di un’elaborazione
originale di concetti che circolavano in ambiente
psichiatrico verso la fine dell’Ottocento. In questo
periodo si diffuse il termine dinamico, per qualificare
quei disturbi di tipo psichiatrico che non trovano
origine in malattie del sistema nervoso.
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La psicoanalisi è una teoria dinamica, difatti le forze a cui
fa riferimento sono prevalentemente legate all’inconscio,
ma agiscono anche forze di origine sociale e spinte
motivazionali. La prima teoria sistematica relativa ad un
approccio dinamico si fa risalire a P. Janet, famoso
psichiatra di fine ‘800. Superò l’impostazione prettamente
organicistica per proporre una psicopatologia autonoma,
ossia per primo formulò l’ipotesi che la genesi dei
disturbi psichici dipendesse da cause psicologiche e non
biologiche.
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Freud
fu
particolarmente
influenzato
dalla
teoria
dell’evoluzione di Charles Darwin, soprattutto dal pensiero
che ogni forma di vita, quindi anche l’uomo, è determinata da
due
forze,
cioè
dalla
volontà
di
sopravvivenza
(Überlebenswillen)
e
dall’istinto
riproduttivo
(Fortpflanzungstrieb).
Altre persone importanti per lui erano i filosofi Arthur
Schopenhauer e Friedrich Nietzsche, che erano arrivati alla
conclusione che il comportamento dell’uomo viene disposto
da una forza irrazionale e inconscio.
L’interesse di Freud alla psicoanalisi crebbe durante la sua
collaborazione con il neurologo francese Jean-Martin Charcot,
che lavorò con l’ipnosi e voleva stabilire l’isteria come
malattia non legata al sesso femminile.
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L’uomo è determinato da due pulsioni (Triebe). “Trieb” da
“treiben”, spingere, per Freud non è lo stesso che “Instinkt”,
perché l’istinto è un comportamento preformato, che si ripete
ad uno schema fissato ereditariamente, come
la fame,
mentre il “Trieb” può invece essere appagato in più modi.
Da una parte c’è la Libido, la fonte d’energia per gli impulsi
sessuali, mentre l’altra pulsione è il Thanatos, che sarebbe
una pulsione verso la morte, che è responsabile per un
comportamento aggressivo e distruttivo.
Queste pulsioni sono stati di tensione che creano energia e
cercano soddisfazione.
Psichiatria di fine ‘800
Individua nei fattori
psicologici la genesi dei
disturbi della personalità.
(Janet) Utilizza la tecnica
dell’ipnosi per il
trattamento dei disturbi
della personalità
Freud individua nelle dinamiche
inconsce e nei traumi infantili
le cause dei disturbi della
personalità. La tecnica
dell’ipnosi gli suggerisce l’idea
dell’inconscio come regione
della psiche capace di
influenzare la parte conscia
Clima culturale
Il positivismo domina ancora
la scena culturale e
scientifica, ma esistono già i
germi per la messa in crisi
della fiducia nella razionalità
scientifica
Dal positivismo Freud coglie
l’idea che nulla avviene per
caso,vi è un determinismo
anche nella vita psichica. La
consapevolezza è capace di
arginare il potere
dell’inconscio.
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La potenza che ha la consapevolezza nel
determinare la propria vita è superiore a
quella che ha l’inconscio ed in questo senso
emerge uno spirito illuminista. Risente anche
del clima positivista soprattutto nelle parti in
cui tenta di spiegare ogni fenomeno in
termini di rapporti, di equilibri e disequilibri
tra forze ed energie, nel rigore dell’indagine
scientifica applicata alla psiche.
La psicoanalisi per Freud era:
 Una teoria complessa della psiche che cercava
di ricondurre a pochi concetti generali una
gamma variegata di fenomeni;
 Una metodologia di indagine della psiche;
 Una tecnica terapeutica per il trattamento dei
disturbi nevrotici;
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La gestione delle energie avviene in tre istanze psichiche diverse:
ES, ICH e Über-ICH
Al momento della nascità esiste solo l’ES, che funziona in base a
piacere e dispiacere. In quest’istanza non importa se
l’appagamento delle pulsioni è moralmente o socialmente
permesso.
Sotto l’influenza del mondo esterno si sviluppa poi l’ICH, che
gestisce l’appagamento delle pulsioni con il principio della
realtà. Quindi l’ICH intermedia tra ES, mondo esterno e il
cosiddetto Über-ICH.
L’Über-ICH ha internalizzato norme e motivi, non ha una
relazione con la realtà e non funziona in base ad una
consapevolezza di spazio e tempo. Si potrebbe chiamarlo
coscienza, che controlla l’ICH secondo i valori morali della
società che ha internalizzato.
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Secondo
il
principio
dell’Iceberg:
Solo la minima parte è
visibile, cioè cosciente:
Emozioni, pensieri, ricordi,
immaginazioni, sentimenti
ecc.
Sul gradino “precosciente”
si
trovano
gli
stessi
contenuti, ma non sono
ancora
arrivati
nella
coscienza.
Il livello più consistente è il
subconscio, che la persona
non può raggiungere in
nessun modo, neanche con
la più grande fatica.
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Ipnosi
Interpretazione dei sogni e libere associazioni
Transfert e resistenze
Interpretazione, setting e controtransfert
Sessualità infantile
Teoria delle pulsioni: pulsioni libidiche e aggressive
Teoria del conflitto psichico
I e II topica
La prima attenzione di Freud va allo studio del cervello nella sua
struttura fisica (neuroni e cellule nervose)
Il contatto con i neurologi francesi Charcot e Bernheim fa sorgere in lui
l’interesse per le idee inconsce, spostando pertanto l’attenzione dal
cervello alla mente
Charcot a partire da alcuni fenomeni quali “l’anestesia a guanto”, le
paralisi e le cecità isteriche elabora l’ipotesi che siano le idee e non i nervi
la fonte del problema
Il problema non è nella carne (mano, occhi e gambe sono
intatti), ma in un idea estranea alla coscienza
Ma qual è il meccanismo per cui alcune idee diventano
inaccessibili e pertanto patogene?
Breuer con il caso di Anna O. (1880) permette di fare dei
progressi nella comprensione dei sintomi isterici: il
fallimento della tecnica ipnotica nella risoluzione dei sintomi
isterici spinge a cercare nuove strade
Talking cure: i sintomi scomparivano quando le associazioni
della paziente consentivano di risalire fino al momento in
cui ogni sintomo era apparso per la prima volta,
invariabilmente dopo un evento stressante e disturbante
Metodo catartico: il semplice parlare del sintomo e la scarica
emotiva ad esso associata avevano un effetto curativo
(abreazione) (Es. acqua); in questo modo il soggetto si
liberava dell’affetto legato al ricordo di un evento traumatico
evitando che rimanesse patogeno
Queste prime considerazioni portano Freud e Breuer alla
pubblicazione del primo saggio psicoanalitico: la
Comunicazione preliminare (1893)
“L’isterico soffrirebbe per lo più di reminiscenze”
(Freud, 1892-1895)
L’isteria sarebbe causata da ricordi bloccati e dai
sentimenti ad essi associati mai sperimentati in modo
normale ed emersi poi sotto forma di sintomi
apparentemente inesplicabili. Quando si riesce a risalire alle
loro origini e significato, i sentimenti a questi associati si
scaricherebbero in uno sfogo catartico ed il sintomo
scompare.
Ma perché certe esperienze generano sentimenti
che si separano dal resto della mente?
Breuer: “stati ipnoidi” o stati di coscienza alterati
Freud: il contenuto effettivo dei ricordi e dei
sentimenti patogeni è in conflitto con il resto della
coscienza e per questo viene mantenuto fuori dalla
consapevolezza
Dal momento in cui la psicoanalisi abbandona l’ipnosi
diviene una metodologia a sé.
Il requisito più importante per l’eliminazione del sintomo era
che il materiale inconscio sgradevole diventasse accessibile
alla coscienza, ma c’era nella mente del paziente una forza
che opponeva resistenza, una difesa per tenere lontani dalla
coscienza i ricordi inaccettabili
La trance ipnotica aggirava artificialmente la difesa
permettendo solo all’analista di accedere ai segreti, perché
la resistenza veniva ripristinata al termine della trance
La psicoanalisi nasce dal tentativo di trovare una tecnica,
diversa dall’ipnosi che consentisse di aggirare le difese
A partire da questo problema clinico la psicoanalisi compie
diversi progressi sia teorici che tecnici
In termini teorici Freud immagina inizialmente un modello
topico della mente suddiviso in tre aree:
• Inconscio: idee e sentimenti inaccettabili
• Preconscio: idee e sentimenti inaccettabili prossimi a
divenire coscienti
• Conscio: idee e sentimenti coscienti in ogni momento
Libere associazioni
L’elemento ponte tra la precedente teoria dell’isteria e la
teoria del sogno è costituito dalla visione freudiana della
memoria e dei processi-decorsi associativi
Il legame associativo tra i diversi elementi psichici è
di natura emotiva/affettiva: nella terapia i decorsi
associativi, se lasciati liberi, possono condurre
automaticamente ai complessi inconsci che
tormentano il paziente
In termini tecnici, il compito del clinico diviene
l’eliminazione delle difese
Freud individua nelle libere associazioni il metodo in
grado di smantellare le difese
“Si comporti come un viaggiatore che segga al finestrino di
una carrozza ferroviaria e descriva a coloro che si trovano
all’interno il mutare del panorama davanti ai suoi occhi”
(Freud, 1913)
Il paziente dice qualsiasi cosa gli venga in mente, senza
tentare di filtrare o selezionare i pensieri; l’analista può
così individuare i desideri inconsci, mentre le difese
rimangono attive e possono essere affrontate, e tuttavia il
paziente è perfettamente sveglio…
Sogni
“Via regia verso l’inconscio”
Tra le associazioni prodotte c’erano i sogni; come le
altre associazioni pertanto dovevano contenere
pensieri nascosti e collegamenti con esperienze
precedenti
Il modello descritto da Freud nella sua teoria del sogno
diviene il modello strutturale di base di tutti i
fenomeni psichici (lapsus, sintomi, dimenticanze)
Il sogno è una formazione di compromesso (come i
sintomi) tra un pensiero o sentimento inaccettabile e la
difesa contro di esso
I sogni sono soddisfacimenti camuffati di desideri
conflittuali (Freud, 1899). Nel sonno le difese si
indeboliscono, consentendo l’accesso alla coscienza
del desiderio, ma in una forma camuffata in modo
tale da preservare il sonno (sogni come custodi del
sonno)
Il vero significato del sogno (contenuto latente) viene
elaborato attraverso un processo di distorsione (lavoro
onirico: condensazione, spostamento, simbolizzazione)
e trasformato in immagini accettabili per la coscienza
(contenuto manifesto), anche se apparentemente prive
di significato
Contenuto latente lavoro onirico contenuto manifesto
La tecnica di interpretazione dei sogni deriva da questa
ipotesi sulla loro formazione. Le associazioni fatte dal
sognatore sugli elementi del contenuto manifesto
consentono all’analista di invertire il procedimento della
formazione del sogno:
Contenuto manifesto
Contenuto latente
Il processo psicoanalitico trova la sua definizione nella
sequenza sogno-libere associazioni-interpretazione, che
può considerarsi in un certo senso parallela a quella,
sottostante, sintomo-difesa-conflitto
L’azione delle difese non consente di associare liberamente
per lunghi periodi: impedisce infatti l’emergere dei pensieri
e sentimenti conflittualiche presto vengono trasferiti sulla
persona dell’analista, diventando oggetto di intenso
desiderio, amore e/o odio
L’analisi del transfert e delle resistenze diventa un
obiettivo primario
Analizzando le associazioni libere si poteva allora accedere ad
entrambi gli elementi del conflitto patogeno:
•Sentimenti e ricordi segreti
•Difese (pensieri e sentimenti di rifiuto verso quei sentimenti
e ricordi segreti)
In parallelo con lo studio del transfert matura
nella psicoanalisi quello dell’interpretazione:
Inizialmente l’interpretazione è una “lettura”
dei dinamismi inconsci nel paziente
Successivamente l’interpretazione diventa
sempre più importante e diventano fondamentali il
modo e il momento della comunicazione
Si crea una vasta gamma di interventi
interpretativi che riguardano diversi momenti del
processo analitico (resistenze, difese, conflitto,
varie fasi del transfert)
Diventa allora fondamentale il ruolo del
complesso di norme e procedure che prende il
nome di setting
Il setting viene applicato proprio per consentire
il dispiegarsi della nevrosi di transfert e la
somministrazione dell’interpretazione
In quanto strumento clinico, il setting non ha lo
scopo prevalente di creare un paradigma
“sperimentale”, ma piuttosto ha il fine di
strutturare una relazione comunicativa mentale
tra gli attori del processo analitico
Dal transfert come trasferimento di rappresentazioni
inconsce sulla figura dell’analista al transfert anche
come strumento per il rafforzamento dell’Io

Transfert e nevrosi di transfert diventano aspetti di
singolarità della psicoanalisi: la psicoanalisi ha il suo
inizio effettivo con l’instaurarsi della nevrosi di
transfert ed uno dei suoi scopi è la sua risoluzione

Analogamente viene individuato tra i fattori specifici
del processo psicoanalitico l’interpretazione del
transfert

Formazione del sintomo in due tempi: i conflitti attuali ed i
sintomi erano invariabilmente legati ad eventi della prima
infanzia, ad episodi traumatici avvenuti prima dei 6 anni, ed in
particolare episodi traumatici di carattere sessuale
Teoria della seduzione infantile
Alla radice di ogni nevrosi c’è l’introduzione prematura della
sessualità nell’esperienza del bambino; questa però acquista
significato solo con la pubertà; le nuove intense sensazioni
adolescenziali riaccendono i ricordi creando una forte
pressione che produce sintomi nevrotici
Dalla teoria del trauma reale alla teoria della sessualità
infantile(1897)
Freud si accorge che trauma all’origine dei sintomi non doveva
essere necessariamente avvenuto : gli impulsi, le fantasie ed i
conflitti alla base dei sintomi nevrotici non derivavano da
eventi reali e da influenze esterne, ma dalla mente del
bambino stesso
Nell’infanzia di tutti gli uomini e di tutte le donne domina una
sessualità conflittuale; in quella dei futuri nevrotici la
sessualità si avvicina molto alle perversioni
Ma perché la sessualità costituisce una causa così
importante di difficoltà?
La teoria della sessualità infantile (Tre saggi sulla teoria
sessuale, 1905) si fonda sul concetto di pulsione
Pulsione
Meta
Fonte
Oggetto
Zona erogena
L’evoluzione della sessualità può essere descritta come una
sequenza di fasi psicosessuali, attraverso le quali diverse parti
del corpo e le attività libidiche ad esse associate diventano
dominanti: fasi orale, anale, fallica e genitale
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Secondo Freud esistono tre stadi dello sviluppo
psicosessuale:
La fase orale, la fase anale e la fase fallica.
La fase orale comincia con la nascità e viene gestita
dall’ES. La bocca è l’organo più importante per
l’appagamento delle pulsioni: succhiare, mordere,
masticare.
In questa fase si crea l’”Urvertrauen”, la fiducia
primordiale. Il bambino pensa che tutto il mondo
appartiene a lui o alla sua bocca. È egoista ed
egocentrico.
Se questa fase non si svolge in modo armonioso
nascono disturbi quali mancanza di confidenza in
se stesso, problemi con vicinanza e distanza,
disturbi di identità, problemi di lasciarsi andare
sessualmente, depressioni e tendenza a drogarsi
risp. l’abuso di alcool, cibo, sigarette.
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La fase anale va dal secondo al terzo anno
di vita.
L’appagamento delle pulsioni si dirige
adesso verso l’ano, lo sfintere e il muscolo
del sistema urinario. Tramite il controllo del
sistema dell’escrezione il bambino arriva
all’appagamento delle pulsioni e sviluppa
autostima e autonomia.
Anche in questa fase delle influenze esterne
(p.e. genitori che spingono il bambino al
controllo precoce del sistema intestinale)
possono danneggiare lo sviluppo
equilibrato della personalità: forti desideri
di potere ed autonomia, parsimonia e
avarizia possono essere le conseguenze.
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Questa fase viene chiamata fase edipale e dura dal terzo al
quinto anno di vita.
I genitali sono adesso le fonti di appagamento delle pulsioni.
L’interesse del bambino si rivolge in questa fase al genitore
del sesso opposto. Con il genitore dello stesso sesso il
bambino entra in una fase di concorrenza.
Il maschio entra nella fase edipale, cioè vuole la madre per se
stesso e teme che verrà castrato dal padre per questo
desiderio. La tensione tra paura e desiderio si chiama
conflitto edipale.
Da questo conflitto si esce con l’identificazione con il padre e
il cambiamento delle emozioni sessuali verso la madre in
sentimenti di tenerezza.
La bambina vive nello stesso periodo la fase di “Elektra”, nella
quale prima sarebbe invidiosa del pene del padre (Penisneid)
e poi vorrebbe il padre per se stessa ed avere un figlio con
lui.
Come il maschio anche lei ha paura di essere punita dalla
madre per questo suo desiderio.
Disturbi in questa fase dovrebbero condurre a disturbi
dell’identità sessuale, disturbi sessuali, fobie e problemi
relazionali.
Dopodiché c’è la “Latenz-Phase”, da 6 a 10 anni, nella quale
la Libido non è in azione.
“ I meccanismi di difesa sono meccanismi diretti a preservare un senso di
autostima di fronte a vergogna e vulnerabilità, a garantire un senso di sicurezza
quando l’individuo si sente gravamente minacciato da abbandono o alti rischi e a
proteggerlo nei confronti dei pericoli esterni”
Gabbard, 2005
I meccanismi di difesa non difendono semplicemente da un affetto o da
un’idea inaccettabile; cambiano anche la relazione fra il Sé e l’oggetto.
Vaillant e Vaillant, 1998
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Qualche volta è necessario che le forti pulsioni
dell’ES vengono respinte. Per regolare gli impulsi
dell’ES, dell’Über-ICH e del mondo esterno questo
meccanismo è di vitale importanza.
Tra i diversi meccanismi sono:
Respinta nel subconscio
Progettazione su altre persone
Negazione di dolorosi e spiacevoli parti della realtà
Razionalizzazione cioè la ricerca di una soluzione
moralmente accettabile
Isolamento e ritiro in passività
Fantasia cioè soddisfazione tramite
l’immaginazione
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

Le difese sono configurazioni psicologiche inconsce che
riducono il conflitto, e di conseguenza l’angoscia,
mantengono un equilibrio intrapsichico, regolano
l’autostima e modulano l’angoscia
Nel modello relazionale le difese sono considerate
meccanismi di protezione per preservare il sé autentico
Le difese sono evolutivamente necessarie (es: le vanterie
dei bambini rappresentano un potente veicolo per
vincere l’inferiorità e accedere alla virilità)
Nell’ambito della psicologia sociale e sperimentale le
difese vengono identificate con le strategie di coping,
con la capacità di affrontare i problemi. Sono
meccanismi consci e volti soprattutto alla risoluzione di
minacce esterne. Possono essere insegnate.
Le difese hanno molte funzioni positive:
agiscono per difendere il se da una minaccia.
La persona che si comporta in modo difensivo
cerca inconsciamente di
evitare e/o gestire l’angoscia per altre esperienze
emotive disorganizzanti
Mantenere l’autostima
Tutti abbiamo delle difese preferenziali che
corrispondono al nostro modo abituale di
confrontarci con le situazioni
problematiche.
La preferenza per un tipo di difesa deriva da
Temperamento costituzionale
La natura dei disagi subiti nella prima infanzia
Le difese presentate e a volte deliberatamente
insegnate dai genitori
Le conseguenze sperimentate dell’uso di
particolari difese ( effetti di rinforzo)
 Possono
essere normali e adattive o
patologiche
 Sono una funzione dell’IO
 Sono solitamente inconsce
 Sono dinamiche e mutevoli ma in stati
patologici possono diventare rigide
 Sono associate a stati psicologici diversi
(l’isolamento e l’annullamento per la
nevrosi ossessiva)
 Sono associate a vari livelli di sviluppo
 Alcune vengono considerate primitive altre
mature
 RIMOZIONE:
è il fenomeno difensivo cui Freud
dedico la maggior parte della sua attenzione;
è il meccanismo che allontana dalla coscienza
i desideri incompatibili con la realtà e il
Super-IO e li rilega nell’inconscio
 Osservò questo meccanismo nelle pazienti
isteriche, che facevano di tutto per evitare di
rivivere quello che temevano sarebbe stato un
dolore insopportabile.

La proiezione è un meccanismo di difesa
tramite il quale si attribuiscono pensieri,
emozioni che causano angoscia ad altre
persone o oggetti, piuttosto che a se stessi

La regressione è un meccanismo di difesa
tramite il quale si ritorna con il
comportmanto, il pensiero, ad un livello di
sviluppo precedente.
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Si manifesta quando durante lo sviluppo una
parte della libido rimane ancorata ad uno
stadio precedente e impedisce al bambino di
accedere allo stadio successivo.

Si verifica quando un fine o desiderio
socialmente inaccettabile viene trasformato in
altri più accettabili e per i quali non si prova
senso di colpa

Quando si impiega l’identificazione come
meccanismo difensivo l’individuo identifica se
stesso con qualcuno che gli appare come
desiderabile e ammirabile, con qualcuno che
non può essere minacciato dall’angoscia dalla
quale egli si sente minacciato.
La sessualità adulta, matura, non inizia come
genitalità, ma segue il percorso descritto ed appare
inizialmente come sensualità diffusa, collocata in
diverse parti del corpo, stimolata dalle molte, diverse
attività dei primi anni di vita
Gli impulsi, le forme della sessualità infantile,
permangono anche in quella matura in forma camuffata
(sintomi), non camuffata (perversioni), preliminari o,
infine, in forme di gratificazione sublimate, inibite
nella meta
Nucleo della teoria evolutiva freudiana: i vari elementi della
sessualità pregenitale vengono assoggettati al primato della
genitalità intorno ai 5-6 anni; la meta di tutti i desideri del
bambino diventa il rapporto sessuale genitale con il genitore
del sesso opposto, ed il genitore dello stesso sesso diventa
un rivale
Il superamento della fase edipica avviene in modo diverso
nel bambino e nella bambina:
•Bambino: primo oggetto d’amore è la madre; il desiderio
d’amore esclusivo porta a considerare il padre come un
rivale; questo genera colpa e paura delle ritorsioni paterne
sotto forma di castrazione; la paura della punizione porta il
bambino ad identificarsi con il padre e dunque alla
risoluzione del complesso edipico
•Bambina: il primo oggetto d’amore è la madre; nelle fasi
preedipiche la bambina si sente identica al bambino; la
scoperta del pene porta a sperimentare un senso
d’inferiorità e ad accusare la madre di tale inferiorità; il
padre diventa l’oggetto d’amore ed il desiderio di avere un
bambino dal padre sostituisce quello di avere un pene. A
questo punto sono possibili tre soluzioni:
1. Cessazione di qualunque sessualità (nevrosi)
2. Ipermascolinità
3. Femminilità definitiva
1922: il Super-Io è l’erede del complesso edipico
I temi centrali della sessualità infantile si organizzano nel
complesso edipico e tale organizzazione diventa la struttura
portante per il resto della vita, tanto nello sviluppo normale
che in quello patologico.
Freud diede una fondamentale importanza nella
strutturazione della personalità a tutto ciò che rimane
escluso dalla coscienza: quella che consideriamo la
nostra mente non è che una piccola parte di essa
Il significato reale di gran parte di ciò che pensiamo,
sentiamo e facciamo è determinato in modo inconscio
La sostanza della personalità è fatta di pulsioni e di
difese contro queste; il nostro comportamento è il
risultato del gioco dialettico tra impulsi e difese
Fino al 1920 Freud riconduce la fonte di tutti i conflitti e
di tutte le psicopatologie alla pulsione sessuale
Nei suoi primi scritti Freud presentò una
concezione in cui le persone lottavano con impulsi
e desideri che erano diventati proibiti
soprattutto a causa delle convenzioni sociali
relative alla sessualità, alcune delle quali erano a
suo parere eccessivamente rigide e costrittive
L’esperienza clinica tuttavia gli pone continuamente il
problema della collocazione dell’aggressività all’interno
della sua teoria (aggressività, potere, sadismo, transfert
negativo, incubi…)
Dal 1920 viene introdotta la teoria del dualismo pulsionale:
l’aggressività, la pulsione di morte, occupa lo stesso posto
della libido, come fonte dell’energia pulsionale che dirige i
processi psichici
Nel 1929, nel Disagio della civiltà, viene tracciato un quadro
in cui l’uomo ha bisogno della cultura per sopravvivere ma, a
causa della rinuncia pulsionale che questa implica, finisce con
l’essere sempre fondamentalmente insoddisfatto
Il primo modello elaborato da Freud per descrivere
l’apparato mentale è il modello topico: inconscio,
preconscio e conscio
Presto Freud si scontra con i limiti del modello
topografico: alcuni ricordi non possono essere riportati
alla coscienza a causa dell’azione delle resistenze,
determinate dall’utilizzo di meccanismi di difesa inconsci
e pertanto inaccessibili
Il modello topico risultò insufficiente a rappresentare il
conflitto; i desideri e gli impulsi non sono in conflitto con il
preconscio e il conscio, ma con le difese, inconsce anche
loro
Il modello strutturale (Es, Io e Super-Io) si rivela più
efficace nella descrizione del conflitto psichico
fondamentale, che risulta essere tutto inconscio tra difese
e pulsioni
Il conflitto è intrapsichico e tra istanze diverse, comunque
inconsce
L’Io è composto allora sia da elementi consci che
inconsci. Questo porta Freud ad elaborare il modello
strutturale tripartito di Io, Es e Super-Io
(L’Io e l’Es, 1922)
Modello Strutturale
CONSCIO
INCONSCIO
ES
•IO
Conscio: organo esecutivo della psiche;
prende decisioni ed integra i dati percettivi
Inconscio: responsabile dei meccanismi di
difesa, utilizzati per contrastare le pulsioni
istintuali che albergano nell’Es, quali sessualità
e aggressività.
•ES
Inconscio: sede delle pulsioni istintuali
tende esclusivamente alla scarica della
tensione. E’ controllato sia dall’Io che dal
Super-Io
•SUPER-IO: sia conscio che
inconscio
Coscienza morale:
proscrive (cosa non fare)
Ideale dell’IO:
prescrive (cosa fare)