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CANADA Nota Agroalimentare 2014 ICE Canada Toronto office 365 Bloor St. E., #1802 Toronto, ON - M4W 3L4 T: +1.416.598.1566 | F: +1.416.598.1610 E: [email protected] | W: www.italtratrade.com INDICE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. Popolazione Introduzione Dati Macroeconomici Il Mercato Agroalimentare Canadese Principali Fornitori Agroalimentari del Canada Importazioni Agroalimentari dall’Italia Importazioni di Olio d’Oliva Importazioni di Formaggio Importazioni di Pasta Importazioni di Caffè Importazioni di Pomodori Conservati Importazioni di Carni e Derivati Importazioni di Altri Prodotti Prodotti Biologici Grande Distribuzione Organizzata Principali Catene Presenza di Prodotti Italiani della GDO Sistema Distributivo Prospettive sulle Importazioni Agroalimentari Italiane Etichettatura dei Prodotti Alimentari Preimballati Dichiarazione dei Prodotti Allergeni Brevi Cenni sulla Legislazione Canadese Documentazione Doganale ICE-Canada Appendix A: Focus Importazioni di Formaggio in Québec 3 5 6 8 9 12 15 18 22 25 27 29 33 35 36 40 43 44 46 47 49 50 52 54 55 ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 2 POPOLAZIONE1 Migliaia di abitanti 2010 2011 2012 2013 2014 34.005,3 34.342,8 34.752,1 35.154,3 35.540,4 Newfoundland and Labrador 522,0 525,0 526,9 528,2 527,0 Prince Edward Island 141,7 144,0 145,3 145,5 146,3 Nova Scotia 942,1 944,5 944,8 942,9 942,7 New Brunswick 753,0 755,5 756,8 755,6 753,9 Québec 7.929,4 8.007,7 8.084,8 8.154,0 8.214,7 Ontario 13.135,1 13.263,5 13.410,1 13.550,9 13.678,7 Manitoba 1.220,9 1.233,7 1.250,5 1.265,4 1.282,0 Saskatchewan 1.051,4 1.066,3 1.087,3 1.106,2 1.125,4 Alberta 3.732,6 3.790,2 3.888,6 4.007,2 4.121,7 British Columbia 4.465,9 4.499,1 4.542,5 4.582,6 4.631,3 Yukon 34,6 35,4 36,2 36,4 36,5 Northwest Territories 43,3 43,5 43,6 43,8 43,6 Nunavut 33,4 34,2 34,7 35,4 36,6 Canada 1 Fonte: Statistics Canada, CANSIM Table 051-0001. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 3 % Variazione 2010 2011 2012 2013 2014 Canada 1,1 1,0 1,2 1,2 1,1 Newfoundland and Labrador 1,0 0,6 0,3 0,3 -0,2 Prince Edward Island 1,3 1,7 0,8 0,2 0,5 Nova Scotia 0,4 0,3 0,0 -0,2 0,0 New Brunswick 0,4 0,3 0,2 -0,2 -0,2 Quebec 1,1 1,0 1,0 0,9 0,7 Ontario 1,1 1,0 1,1 1,1 0,9 Manitoba 1,0 1,0 1,4 1,2 1,3 Saskatchewan 1,6 1,4 2,0 1,7 1,7 Alberta 1,5 1,5 2,6 3,0 2,9 British Columbia 1,3 0,7 1,0 0,9 1,1 Yukon 2,6 2,3 2,2 0,5 0,4 Northwest Territories 0,3 0,5 0,3 0,5 -0,5 Nunavut 2,3 2,5 1,6 2,0 3,2 ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 4 INTRODUZIONE Il Canada è un paese molto dinamico e culturalmente eterogeneo con una popolazione di oltre 35 milioni di persone (dati Statistics Canada, 1 Luglio 2014). Il territorio canadese, in termini di grandezza, è il secondo al mondo dopo la Russia con una superficie pari a 9,9 milioni km². A livello politico, il Canada è uno stato federale composto da dieci province e tre territori 2, governati da un parlamento elettivo, un senato nominato, un esecutivo guidato da un primo ministro nominato dal parlamento (Stephen Harper, dal 2006) ed un governatore generale (David Johnston, dal 2010) rappresentante ufficiale della monarchia inglese. Il Canada è tecnicamente una monarchia costituzionale. La capitale amministrativa del paese è Ottawa (Ontario), e le tre più grandi città sono Toronto (Ontario), Montreal (Québec) e Vancouver (British Columbia). Il Canada ha due lingue ufficiali, l’inglese e il francese. Il paese è ricchissimo di risorse naturali e gode di una delle più solide economie mondiali, vantando una diversificata impresa manifatturiera, un avanzato settore high-tech, uno sviluppato settore dei servizi e forti legami economici con gli Stati Uniti, suo primo partner commerciale, con l’Europa e la parte economicamente più sviluppata del Pacifico, tra cui la Cina, il Giappone, e la Corea del Sud. Inoltre, il Canada vanta la forza lavoro più specializzata dell’intero continente nordamericano, con la più alta percentuale di popolazione diplomata o laureata; l’alfabetismo è al 99%3 e l’alfabetismo digitale oltre l’80% con 27 milioni di utenti internet4 su una popolazione di 35 milioni, che mette il Canada al 16esimo posto dei paesi con più alta diffusione dell’utilizzo del web. Il Canada è membro del NAFTA (l’accordo di libero scambio tra Stati Uniti, Canada e Messico, siglato nel 1994), e fa parte di numerosi organismi internazionali come il G8, il G7, il G20, la NATO, la WTO, l’APEC, L’ONU, l’OECD. Essendo membro del NAFTA, il Canada ha accesso a un mercato di circa 470 milioni di consumatori, e offre un importante sbocco al mercato nordamericano. 2 Da est a ovest le dieci province del Canada sono: Prince Edward Island, Newfoundland and Labrador, New Brunswick, Nova Scotia, Quebec, Ontario, Manitoba, Saskatchewan, Alberta, e British Columbia. I tre territori al nord del Canada, da ovest a est sono lo Yukon, Northwest Territories e Nunavut. 3 CIA World Factbook. 4 Ibid. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 5 1 | DATI MACROECONOMICI Il Canada è l’undicesima potenza economica del mondo. PIL Totale 2014 $ Miliardi CAD = 17335 PIL 2014 per Settori = Agricoltura 1,6%; Industria 28,1%; Servizi 69,9%. Tasso di Crescita del PIL 2014 = 2,5%6; 2015 (stime) = 2,1%; 2016 = 2,5%.7 PIL pro capite 2014 = USD 37.519 (CAD 47.430 al cambio di 1,25).8 Deficit di Bilancio Federale – Esercizio 2014 = CAD 5,2 miliardi (USD 4,6 miliardi) Tasso di inflazione 2014 = 1,5%; 2015 = 1,7%.9 Tasso di disoccupazione 2014 = 6,6%; 2015 = 6,8%.10 Forza lavoro 2014 = 19,1 milioni, di cui 3,9 milioni impiegati nella produzione di beni e 13,9 milioni nel settore dei servizi. Principali industrie: il Canada è un paese sviluppato con un importante settore primario, in cui svettano l’industria forestale e l’industria petrolifera, e un settore manifatturiero avanzato tecnologicamente, le cui industrie maggiori sono quella automobilistica e aeronauticaaerospaziale. Prodotti principali: mezzi di trasporto, prodotti chimici, minerali trasformati e non trasformati, prodotti alimentari, prodotti del legno e carta, prodotti ittici, petrolio e gas naturale. Principali beni esportati dal Canada nel 2014: Combustibili Minerali CAD 142 miliardi), Veicoli (CAD 66 miliardi), Macchinari (CAD 36 miliardi), Pietre e Metalli Preziosi (CAD 23 miliardi), Macchinari Elettrici (CAD 15 miliardi), Plastica (CAD 14 miliardi), Legno (CAD 13 miliardi), Aeronautica Aerospazio (CAD 13 miliardi), Alluminio (CAD 9 miliardi), Cereali (CAD 9 miliardi), Carta Cartone (CAD 9 miliardi). Principali destinazioni dei prodotti canadesi nel 2014: Stati Uniti 76,8%; UE28 7,3%; Cina 3,6%; Regno Unito 2,9%. Totale esportazioni nel 2014: CAD 525 miliardi, +11% sul 2013. 5 Fonte: Fondo Monetario Internazionale, World Economic Output 2014, Report. Statistics Canada, Economic Accounts, Mar 3, 2015. Link. Stime della Bank Of Montreal, 2014. Canadian Economic Outlook. 8 International Monetary Fund, 2014. Economic Outlook. 9 Stime BMO, Op Cit. 10 Stime BMO, Op Cit 6 7 ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 6 Principali beni importati dal Canada: Veicoli (CAD 77 miliardi), Macchinari (CAD 74 miliardi), Combustibili Minerali (CAD 52 miliardi), Macchinari Elettrici (CAD 48 miliardi), Plastica (CAD 17 miliardi), Strumenti Medici, Ottici (CAD 14 miliardi), Pietre e Metalli preziosi (CAD 14 miliardi), Prodotti Farmaceutici (CAD 13 miliardi), Lavori di Ferro/Acciaio (CAD 12 miliardi), Arredamento (CAD 10 miliardi), Ferro e Acciaio (CAD 9 miliardi), Aeronautica Aerospazio (CAD 8 miliardi), Gomma (CAD 7 miliardi). Principali paesi fornitori del Canada nel 2014: Stati Uniti 54,3%; Cina 11,4%; UE28 11,3%; Messico 5,6%. Totale importazioni nel 2014: CAD 511 miliardi, +7,5% sul 2013. Surplus commerciale = CAD 13,1 miliardi (CAD 33 miliardi in meno rispetto ai CAD 46,9 miliardi di surplus registrato nel 2008. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 7 2 | IL MERCATO AGROALIMENTARE CANADESE La diffusione sul mercato canadese di prodotti agro-alimentari italiani presenta aspetti particolari, direttamente riconducibili alla consistente presenza di una importante comunità di origine italiana in Canada. Gli Italiani emigrati in Canada, specialmente nella seconda metà del XX secolo, hanno contribuito ad introdurre in questo mercato un’intera gamma di prodotti dapprima completamente ignoti ai residenti locali. Oggi, il prodotto italiano è entrato a far parte delle abitudini alimentari dei canadesi, che ne apprezzano soprattutto le qualità organolettiche e la vasta gamma. L'agroalimentare italiano, in generale molto competitivo sui mercati esteri, ha registrato € 33,6 miliardi di esportazioni nel 2013 e € 34,3 miliardi nel 2014.11 In Canada l’agro-alimentare italiano riveste una particolare importanza, rappresentando oltre il 16% del totale esportato, e rimane senza dubbio una costante affidabile delle nostre esportazioni. Il comparto dei vini si conferma, con oltre CAD 465 milioni, il più importante dell’export agroalimentare italiano. Nel corso del 2014, l’agroalimentare “Made in Italy” ha confermato un trend di crescita positivo e ha raggiunto quota CAD 1 miliardo, con un aumento del 6,6% rispetto al 2013, collocando così il nostro paese al quarto posto dei paesi fornitori, immediatamente dopo USA, Messico, Cina e precedendo la Francia. L’Italia è quindi il primo fornitore agroalimentare UE28 del Canada. Rimangono inavvicinabili per quantità e valori i due Paesi partner del Canada nell’ambito dell’accordo commerciale NAFTA, USA e Messico, rispettivamente primo e secondo fornitore di prodotti alimentari nel Paese. Se invece si considera in blocco l’UE28, allora il secondo fornitore agroalimentare del Canada è senz’altro l’Unione Europea, con CAD 4,4 miliardi esportati nel 2014, contro CAD 1,8 miliardi del Messico. Il Canada, con una popolazione di oltre 35 milioni di abitanti, circa un decimo di quella statunitense, offre ottime opportunità per gli esportatori italiani, anche grazie alla più grande affinità dei canadesi con la cultura europea e a un sempre crescente reddito disponibile medio, cresciuto anche nel 2014 del 3,4%.12 I gusti e le preferenze alimentari dei canadesi sono molto cambiati. Sempre più attenti ai cibi sani, ma anche raffinati, i canadesi hanno adottato a pieno i principi di una sana dieta mediterranea. Questo ha favorito la presenza commerciale italiana in Canada, un tempo circoscritta alla sola comunità italiana. L’aumento del consumo dei prodotti agroalimentari italiani, come vino, olio d’oliva, formaggi e latticini e pasta – non a caso i quattro prodotti più importanti esportati dall’Italia in Canada – rappresenta un segnale importante per l’intero comparto agroalimentare italiano. 11 12 Dati ISTAT, 17 Febbraio 2015. Fonte. Dati Statistics Canada, 3 Marzo 2015. Fonte. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 8 3 | I PRINCIPALI FORNITORI AGROALIMENTARI DEL CANADA I principali fornitori agroalimentari del Canada sono Stati Uniti, UE28, Messico e Cina. L’Italia, le cui esportazioni rappresentano oltre il 20% di quelle UE, è il primo fornitore europeo del Canada. Nel 2014, il totale esportato ha registrato un +6,6% sull’esercizio precedente. In termini di crescita, India, Australia e Messico hanno fatto registrare i tassi più elevati. Nel caso dell’India, l’aumento è frutto di crescite nelle esportazioni di pesce, cereali, resine, semi oleosi e caffè. Per l’Australia invece è la carne, codice HS 02, cresciuta del 79% rispetto al 2013. Il Messico piuttosto ha aumentato le sue esportazioni in Canada di verdure e ortaggi, frutta, zucchero e preparazioni di cereali, quest’ultima voce ha registrato un incremento del 222% sul 2013. La Francia, primo concorrente europeo dell’Italia in Canada, ha registrato una lieve contrazione del 0,9% nel 2014, complice il calo nelle esportazioni di bevande – il maggior prodotto esportato dalla Francia in Canada, e principalmente in Québec – diminuite del 2,1% nel 2014, ovvero CAD 14 milioni in meno rispetto al 2013. Tabella 1. PRINCIPALI FORNITORI AGROALIMENTARI DEL CANADA, in milioni di CAD Anno % Quota % Var Paese 2012 2013 2014 2012 2013 2014 14/13 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Stati Uniti UE28 Messico Cina Italia Francia Brasile Cile Tailandia Australia India Regno Unito 20.698 22.090 3.881 4.142 1.331 1.555 1.122 1.140 885 950 834 894 906 776 678 758 689 667 424 435 389 410 459 484 24.333 4.469 1.839 1.260 1.013 886 857 770 669 551 536 499 59,2 11,1 3,8 3,2 2,5 2,4 2,6 1,9 2,0 1,2 1,1 1,3 59,6 11,2 4,2 3,1 2,6 2,4 2,1 2,1 1,8 1,2 1,1 1,3 59,0 10,8 4,5 3,1 2,5 2,1 2,1 1,9 1,6 1,3 1,3 1,2 10,2 7,9 18,3 10,5 6,6 -0,9 10,4 1,6 0,4 26,8 30,6 3,1 ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 9 Grafico 1. PRINCIPALI FORNITORI AGROALIMENTARI DEL CANADA, in milioni di $ CAD 25000 24333 2012 2013 2014 20000 15000 10000 5000 4469 1839 1260 1013 885 857 769 669 551 535 498 0 Inoltre, se si escludono le bevande alcoliche – vino, acquaviti, birre, liquori, ecc. – nel computo delle importazioni agroalimentari del Canada, l’Italia rimane l’unico paese UE nella top ten dei fornitori del Canada, con CAD 547 milioni esportati nel 2014, e si colloca quindi al 7° posto nella classifica overall, dietro a Tailandia e Cile, rispettivamente 5° e 6°. I primi tre fornitori del Canada di prodotti agroalimentari esclusi gli alcolici, sono sempre Stati Uniti, Messico e Cina, con totali superiori al miliardo di dollari canadesi. Immediatamente dietro all’Italia, India, Vietnam e Colombia, a completare la top ten. Escluse le bevande alcoliche, la Francia scende al 15° posto, dietro alla Germania quattordicesima. Il Regno Unito scende invece al 18° posto, poiché uno dei suoi principali prodotti esportati in Canada è il Whisky (HS 220830) con un valore di CAD 139 milioni nel 2014. Invece, se si considerano esclusivamente le bevande alcoliche, le importazioni 2014 del Canada hanno raggiunto quota CAD 4,6 miliardi, con un incremento del 13,9% sull’anno precedente. Il primo fornitore di bevande alcoliche del Canada sono gli Stati Uniti, con CAD 1,8 miliardi, seguiti dalla Francia con CAD 586 milioni, l’Italia con CAD 465 milioni, e il Regno Unito con CAD 261 milioni. È importante sottolineare che il grosso delle esportazioni di bevande alcoliche americane sono rappresentate dall’alcol etilico non denaturato, mentre per Francia e Italia il maggiore prodotto alcolico esportato in Canada è il vino e per il Regno Unito è il whiskey. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 10 Tabella 2. PRINCIPALI FORNITORI DI BEV. ALCOL. DEL CANADA, in milioni di CAD Anno % Quota % Var Paese 2012 2013 2014 2012 2013 2014 14/13 MONDO 4.124 4.396 4.699 100 100 100 6,9 1 Stati Uniti 1.437 1.587 1.808 34,8 36,1 38,5 13,9 Alcol Etilico > 80% 917 49,6 50,7 2 Francia 565 604 586 13,7 13,7 12,5 -3,0 Vino 442 75,5 -5,5 3 Italia 432 454 465 10,5 10,3 9,9 2,5 Vino 425 91,3 2,4 4 Regno Unito 225 248 261 5,4 5,6 5,6 5,1 Whisky 139 74,4 7,4 5 Australia 238 226 226 5,8 5,1 4,8 -0,0 Vino 225 99,8 -0,0 6 Olanda 142 146 145 3,4 3,3 3,1 -0,6 7 Messico 132 133 138 3,2 3,0 2,9 3,5 8 Spagna 105 114 122 2,6 2,6 2,6 6,7 9 Irlanda 113 112 119 2,7 2,5 2,5 6,0 10 Argentina 106 103 108 2,6 2,3 2,3 5,0 11 Cile 99 99 108 2,4 2,3 2,3 8,2 12 Nuova Zelanda 81 89 102 2,0 2,0 2,2 14,7 Tabella 2.1 Principali Fornitori di Vino del Canada, in milioni di litri Anno % Var Paese - L - 2012 - L - 2013 - L - 2014 14/13 MONDO 376.808 372.716 384.908 3,3 1 Stati Uniti 56.079 59.705 67.383 12,9 2 Italia 72.029 69.459 66.066 -4,9 3 Australia 49.508 51.935 59.048 13,7 4 Francia 61.517 59.782 56.588 -5,3 5 Cile 24.194 30.398 38.425 26,4 6 Spagna 38.336 28.247 28.319 0,2 7 Argentina 27.347 24.755 23.668 -4,4 8 Sud Africa 20.591 20.510 17.599 -14,2 9 Nuova Zelanda 7.712 8.325 9.394 12,8 10 Portogallo 8.213 8.964 8.952 -0,1 Per un’analisi specifica sulle importazioni alcoliche del Canada nel 2014, si può consultare la Nota Vino, elaborata da ICE-Montreal. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 11 4 | IMPORTAZIONI AGROALIMENTARI DALL’ITALIA Lo scorso mese di febbraio, il Ministro per le politiche Agricole e Alimentari, Maurizio Martina, ha sottolineato come "l'agroalimentare italiano [ha fissato] un nuovo record nelle esportazioni raggiungendo quota 34,3 miliardi di euro nel 2014. Dal 2004, grazie allo straordinario lavoro di promozione del Made in Italy fatto dalle nostre imprese, registriamo una crescita del 70%. Nonostante un'annata non felicissima dal punto di vista climatico e aggravata dall'embargo russo, abbiamo chiuso con un risultato importante. Il nostro obiettivo è raggiungere quota 36 miliardi quest'anno e 50 miliardi nel 2020." Il 2% circa delle esportazioni agroalimentari globali italiane ha come mercato di sbocco il Canada, per un totale, come sopraindicato, di oltre CAD 1 miliardo nel 2014. Nella tabella sottostante, il dettaglio delle principali forniture agroalimentari italiane verso il Canada. Tabella 3. PRINCIPALI PRODOTTI AGROALIM IMPORTATI IN CANADA dall'ITALIA - in Milioni di $ CAD Anno % Quota % Var | 14/13 HS PRODOTTO 2012 2013 2014 2012 2013 2014 | Totale AgroAlimentare ITALIA 885.5 950.4 1013 2.53 2.57 2.46 6.6 22 Bevande, Alcolici, Aceti 2204 2201 2208 2202 2209 2205 2203 Vini di uve fresche Acque, min, nat, gass Acquaviti, Liquori, < 80% Bevande non alcoliche Aceti Vermut e vini aromatizzati Birra di malto 15 Grassi e Oli 1509 Olio d'oliva 1515 Altri Oli vegetali 486 511.6 533.3 394.6 415.4 21.55 24.2 23.94 24.22 15.76 14.8 17.08 18.37 7.955 8.015 4.797 6.459 109.5 52.6 4.24 425.2 81.2 81.2 79.7 25.6 4.44 4.73 4.8 25.35 4.93 4.73 4.75 21.61 3.24 2.89 4.05 20.6 3.51 3.59 3.86 7.732 1.64 1.57 1.45 6.874 0.99 1.26 1.29 2.36 5.77 4.69 46.02 12.14 -3.53 6.42 122.3 139.7 54.9 12.4 53.8 12.9 13.8 14.24 102.7 112.7 128.8 93.8 92.1 92.2 5.503 7.834 8.425 5.03 6.41 6.03 14.34 7.55 19 Preparazioni di Cereali Farine 73.96 89.03 92.85 8.35 9.37 9.17 4.3 1902 Pasta 1905 Pani, Biscotti, Torte, Merendine 43.32 28.91 55.3 54.23 32.13 37.02 58.6 39.1 62.1 36.1 58.4 39.9 -1.94 15.23 ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 12 | 04 Latte e Derivati, Uova, Miele 0406 Formaggi 20 Preparazioni Ortaggi Legumi 2002 2009 2005 2001 Pomodori Conservati Ortaggi Legumi (Non Congelati) Succhi di Frutta Ortaggi Legumi (Conserv Aceto) | 09 Caffe, Te, Mate e Spezie |0901 Caffe' |08 Frutta Commestibili 0810 0802 0809 0806 0808 0812 0805 0804 Kiwi Castagne, Mandorle Prugne Uva fresca Pere e Mele Ciliege Conservate Arance Fresche Fichi 55.52 58.68 57.76 6.27 6.17 5.7 -1.57 55.45 58.64 57.7 99.9 99.9 99.9 -1.6 41.47 42.59 40.18 4.68 4.48 3.97 -5.66 19.88 6.178 11.2 1.9 23.79 6.646 7.894 1.862 23.03 7.304 5.333 1.903 47.9 14.9 27 4.58 55.9 15.6 18.5 4.37 57.3 18.2 13.3 4.74 -3.22 9.9 -32.44 2.2 26.23 31.2 37.14 2.96 3.28 3.67 19.02 25.46 30.16 36.42 97.1 96.7 98.1 20.76 28.92 28.46 3.27 2.99 3.27 16.31 20.42 48.8 51.3 61.7 4.925 20.1 20.5 14.9 2.514 5.09 7.96 7.6 1.465 6.79 5.9 4.43 1.335 9.37 4.03 4.03 1.122 5.15 5.41 3.39 0.916 2.47 2.5 2.77 0.223 0.78 0.38 0.67 39.8 -15.52 11.06 -12.69 16.39 -27.17 28.65 106.11 14.11 14.6 5.825 5.829 1.472 2.264 1.962 1.678 2.708 1.147 1.488 1.54 0.714 0.712 0.224 0.108 33.1 1800 Cacao e Sue Preparazioni 18.99 18.59 16.43 2.15 1.96 1.62 -11.62 1806 Cioccolata e Preparazioni 1805 Cacao in Polvere 18.04 0.939 17.15 15.41 1.441 1.021 95 4.94 92.2 7.75 93.8 6.22 -10.14 -29.15 1600 Preparazioni di Pesci, Carni 8.026 9.194 13.66 0.91 0.97 1.35 48.55 3.807 1.422 1.162 0.605 0.091 4.425 1.601 1.185 0.992 0.147 7.554 2.48 1.445 1.118 0.235 73.1 93.8 22.3 7.53 5.99 74.6 91.6 20 10.8 8.39 81.4 91.4 15.6 8.19 8.65 70.72 54.9 21.98 12.68 60.25 8.776 9.258 12.22 0.99 0.97 1.21 32.04 160414 160241 160416 1601 160249 Tonni Prosciutto Cotto Acciughe Salsicce Salami Altre Carni Suine |0200 Carni e Frattaglie Commestibi ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 13 |0210 Prosciutto Crudo 8.775 9.227 12.18 100 99.7 99.7 32.02 9.457 12.29 11.9 1.07 1.29 1.17 -3.21 3.949 2.844 2.139 6.128 4.595 2.914 3.326 2.462 2.486 64.6 30.1 35 71.3 23.7 28.6 64.5 28 34.9 -25.02 14.17 1.01 1300 Gomme, Resine, Succhi 4.483 4.168 5.69 0.51 0.44 0.56 36.53 1302 Pectati e Succhi Vegetali 4.292 4.035 5.411 95.7 96.8 95.1 34.1 1700 Zuccheri e Dolciumi 3.471 2.889 4.85 0.39 0.3 0.48 67.89 2100 Preparazioni Alimentari Diverse 210390 Salse e Condimenti 2106 Concentrati, Isolati, Sciroppi 210320 Ketchup e Salse Pomodoro 1704 Caramelle 3.29 2.409 4.753 94.8 83.4 98 97.31 10 Cereali 2.768 2.662 3.691 0.31 0.28 0.36 38.67 1006 Riso 2.756 2.654 3.426 99.6 99.7 92.8 29.09 Prodotti della Macinazione, 1100 Amidi 1.664 1.665 3.329 0.19 0.18 0.33 99.96 1101 Farine di Frumento e Segalato 1103 Semole e Semolini 0.9 0.494 0.995 1.8 0.319 0.682 54.1 29.7 59.8 19.2 54.1 20.5 80.87 113.7 1200 Semi e Frutti Oleosi 2.212 1.421 2.997 0.25 0.15 0.3 110.98 I maggiori prodotti agroalimentari esportati dall’Italia in Canada sono quindi, nell’ordine, Vino, Olio d’Oliva, Formaggi, Paste Alimentari, Pani/Biscotti/Pasticceria, Caffe, Acque Minerali/Naturali, Acquaviti e Liquori, Pomodori Conservati, Bevande non alcoliche, Aceto, Kiwi, Preparazioni di Cioccolata, Prosciutti Crudi, Olio Vegetale, Tonno, Sughi di Pomodoro, Ortaggi e Legumi Conservati, Pectati, Succhi di Frutta e Verdura, Caramelle, Riso, Prosciutti Cotti, Castagne, Semi di Ortaggi e Legumi, Prugne, Mandorle, e gli altri prodotti nella tabella a seguire. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 14 5 | IMPORTAZIONI DI OLIO D’OLIVA L’olio d’oliva ha conquistato la sua popolarità in Canada all’inizio degli anni ’90, quando dalle case dei nostri connazionali è arrivato sulle tavole dei “Canadesi”. La dieta mediterranea, le numerose pubblicazioni scientifiche, l’attenzione prestata dalle riviste di gastronomia, oltre alle campagne promozionali e pubblicitarie, hanno avuto una funzione fondamentale nel promuoverne il consumo. Prodotto faro, insieme al vino, dell’export italiano in Canada, l’olio d'oliva extra-vergine, è il prodotto più apprezzato e consumato dai canadesi. Le importazioni d’olio d’oliva in Canada non conoscono rivali, infatti, anche nel 2014 l’Italia ha mantenuto ben saldo il primo posto nella graduatoria con una quota di mercato del 66%, pari a CAD 128 milioni, registrando un aumento del 14% rispetto al 2013. Tabella 4. PRINCIPALI FORNITORI DI OLIO D'OLIVA - Milioni di CAD Anno % Quota % Var Paese 2012 2013 2014 2012 2013 2014 14/13 1 2 3 4 5 6 7 8 9 MONDO Italia Grecia Spagna Tunisia Stati Uniti Portogallo Francia Cile Turchia 147,9 168,7 193,1 102,7 112,7 128,8 13,0 12,9 15,5 7,1 7,0 14,0 6,4 10,3 13,4 6,9 8,5 8,6 2,1 2,4 2,8 1,2 1,2 2,0 1,9 2,2 1,6 3,0 7,1 1,6 100 69,4 8,8 4,8 4,3 4,7 1,4 0,8 1,3 2,1 100 66,8 7,7 4,2 6,1 5,0 1,4 0,7 1,3 4,2 100 66,7 8,0 7,2 6,9 4,5 1,5 1,0 0,8 0,8 14,5 14,3 19,6 99,2 30,6 1,8 17,4 71,2 -25,2 -77,6 Il Canada ha importato un totale di CAD 193 milioni di olio d’oliva nel 2014, pari a € 131 milioni, e nel grafico sottostante, il trend decennale delle importazioni di olio d’oliva in Canada (in milioni di EUR) che mostra il dominio del Made in Italy. Le esportazioni italiane sono in tendenza con l’aumento di consumo e di notorietà che l’olio d’oliva riscuote presso il consumatore canadese, più conscio ed attento ad una sana dieta alimentare. Tra le regioni maggiormente ricettive troviamo l’Ontario ed il Québec. Pur non eguagliando le quantità consumate nei paesi del bacino mediterraneo, i Canadesi consumano annualmente l’equivalente di un litro d’olio pro capite, privilegiando l’extra-vergine. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 15 Importazioni di Olio d'Oliva in Canada, 2005 2014 | Top Players 100 90 ITALIA 80 GRECIA 70 SPAGNA 60 TUNISIA 50 40 STATI UNITI 30 PORTOGA LLO FRANCIA 20 CILE 10 TURCHIA 0 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Negli ultimi anni sono cambiati, però, i modelli di consumo, sia rispetto alle quantità che alle qualità consumate. Il consumatore canadese, più ricco e più istruito, è sempre più attento agli attributi qualitativi del prodotto, che assumono un ruolo crescente nella decisione di acquisto. La gamma di prodotto italiano presente sul mercato canadese, a distanza di soli due decenni, è vastissima. Sono oltre cento le etichette italiane, tra marchi noti, grandi marchi e marchi privati (Bertolli, Berio, Carapelli, Colavita, Caroli, Galantino, Frantoio Franci, Marfuga, Planeta e Aurora, Molisana, Emma, Kirkland, ecc.). La massiccia presenza degli oli italiani è sempre più contrastata dagli altri paesi del bacino mediterraneo e nostri tradizionali concorrenti, quali Grecia, Tunisia e Spagna. L’introduzione del prodotto nel canale della GDO ha certamente contribuito alla diffusione dell’olio d’oliva presso un pubblico più vasto, ma ha anche affollato la categoria, creando una guerra di prezzi e di spazi espositivi. Tuttavia, gli importatori d’olio d’oliva si trovano ad operare in un mercato molto competitivo. I principali canali di vendita dell’olio d’oliva italiano, partendo dal prodotto d’alta gamma a quella media, sono i gourmet stores, negozi alimentari, catene alimentari. Nei gourmet stores, la disponibilità è molto ampia e la qualità è soprattutto medio-alta. Il costo di una bottiglia d’olio extra-vergine di oliva da 500 ml (Planeta, Goccia di Sole, Monini, La Ramignana) è di circa CAD ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 16 25. Discreta è la disponibilità d’oli provenienti da altri Paesi, soprattutto Grecia (Irini, Solon, Kamara), Spagna (Hojblanca, Cortes de Cima) e California (O), venduti a prezzi leggermente inferiori rispetto agli oli italiani (circa 18 dollari la bottiglia da 500 ml). 1 2 3 4 5 Tabella 4.1 PRINCIPALI FORNITORI DI OLIO D'OLIVA Anno Paese - KG - 2012 - KG - 2013 - KG MONDO 40.134 36.288 Italia 27.969 22.921 Grecia 3.319 2.915 Spagna 1.845 1.672 Tunisia 1.967 2.632 Stati Uniti 1.964 1.880 Milioni di chili % Var - 2014 - 14/13 41.428 14,2 28,048 22,4 3.089 6,0 3.062 83,1 2.948 12,0 1.878 -0,1 Il discorso cambia parzialmente, se si considerano i canali della grande distribuzione, supermercati e retail stores, dove l’olio italiano è presente in buone quantità ma con marchi di più largo consumo. I marchi presenti nella grande distribuzione sono: Carapelli, Bertolli, Colavita. Nella grande distribuzione sono presenti anche oli provenienti da Grecia, Turchia, Spagna a costi molto concorrenziali (circa nove dollari al litro). Il prodotto italiano, in termini di vendite, varietà e visibilità sugli scaffali, occupa una posizione di rilievo. Il costo dell’olio d’oliva italiano, data la gamma di prodotti in commercio, è molto diversificato. Una bottiglia da un litro costa mediamente CAD 13. L’olio d’oliva non è sottoposto ad alcun dazio doganale né ad altre misure protezionistiche (es. i contingentamenti) e come tutti i prodotti alimentari, deve conformarsi alle esigenze generali relative all’etichettatura e alla composizione come enunciati nel Canadian Food and Drugs Act and Regulations. La normativa canadese sull’etichettatura prevede la presenza obbligatoria della tabella dei valori nutrizionali e la dichiarazione della presenza di eventuali prodotti allergeni. I prodotti presentati o venduti sotto la dizione di olio d'oliva vergine o olio d'oliva extra vergine, devono essere conformi alle norme e alle definizioni del Consiglio oleicolo internazionale. Queste norme esigono, tra l'altro, che tali oli siano prodotti pressati a freddo, che non contengano olio d'oliva raffinato, che siano definiti tenendo conto della distinzione tra olio vergine e olio extra vergine, distinzione determinata dal tenore degli acidi grassi liberi. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 17 6 | IMPORTAZIONI DI FORMAGGIO L’Italia è tra i principali paesi esportatori di formaggi verso il Canada, collocandosi, nell’ultimo triennio, al secondo posto dopo gli Stati Uniti e prima della Francia, nostra principale concorrente a livello europeo e mondiale. Nel 2014, le importazioni di formaggio dall’Italia hanno registrato un leggero calo del 1,6% a CAD 57,7 milioni, vedendo ridimensionata anche la quota di mercato scesa dal 21,4% nel 2013 al 19,3% nel 2014. Tabella 5. PRINCIPALI FORNITORI DI FORMAGGIO - Milioni di CAD Anno % Quota % Var Paese 2012 2013 2014 2012 2013 2014 - 14/13 - 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 MONDO Stati Uniti Italia Francia Svizzera Norvegia Olanda Danimarca Regno Unito Grecia Germania 265,6 67,4 55,5 49,3 25,8 13,9 13,0 14,5 9,1 5,9 4,5 274,0 298,9 71,2 77,4 58,6 57,7 52,9 52,7 23,1 28,1 14,2 17,4 13,9 16,3 13,2 15,7 9,5 12,7 6,6 7,3 4,7 5,2 100 25,4 20,9 18,6 9,7 5,2 4,9 5,5 3,4 2,2 1,7 100 26,0 21,4 19,3 8,4 5,2 5,1 4,8 3,5 2,4 1,7 100 25,9 19,3 17,6 9,4 5,8 5,4 5,2 4,3 2,4 1,8 9,1 8,6 -1,6 -0,4 21,7 22,9 17,0 18,7 34,1 9,8 10,7 Tali cifre, pur se non quelle sperate, evidenziano l’importanza del prodotto lattiero-caseario italiano sul mercato canadese dove, peraltro, è forte la concorrenza dei produttori locali, localizzati soprattutto nella provincia del Québec. E infatti, nel grafico sottostante (con dati in €) che mostra il trend decennale delle importazioni di formaggio dall’Italia e le sue destinazioni provinciali, viene evidenziato il calo delle importazioni di formaggio del Québec, dal 2012 fino ai giorni nostri.13 Da rilevare la presenza di misure di protezionismo poste a favorire la produzione lattiero-casearia canadese. Il formaggio è sicuramente il prodotto che, in Canada, subisce più di ogni altro alcune leggi protezionistiche dell’importazione. Con riferimento, alle misure non tariffarie di protezione commerciale, si segnala l’Accordo del dicembre 1995 tra Canada ed Unione Europea. Tale accordo riserva ai Paesi UE una quota di importazione di formaggi ed altri prodotti lattiero-caseari 13 Per un approfondimento sulle importazioni di formaggio in Québec, vedere Appendix A, a pagina 56. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 18 pari al 66% del contingente tariffario, nel qual è compreso anche la quota di formaggi provenienti dall’Italia. Trend Decennale delle Importazioni di Formaggio Italiano in Canada, 2003 -2014 30 Ontario Quebec 20 British Columbia Manitoba 10 Alberta 0 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Nova Scotia Tuttavia, spesso le importazioni nette dal resto del mondo eccedono i limiti posti dai contingentamenti; ciò è dovuto, principalmente, al fatto che una parte delle importazioni è destinata alla lavorazione, trasformazione e successiva esportazione, e, come tale, non soggetta alle restrizioni quantitative stabilite in base al regime delle quote all’importazione. Il regime di quota, istituito negli anni ’70 per rispondere alle richieste dei produttori locali, prevede la concessione di permessi annuali d’importazione per quantità fisse; infatti, i diritti d’importazione riconosciuti ad un’azienda, limitatamente alle quote assegnatele annualmente, possono essere cedute dall’azienda stessa a terzi. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Tabella 5.1 PRINCIPALI FORNITORI DI FORMAGGIO - in Chilogrammi (KG) Anno % Change Paese - KG - 2012 - KG - 2013 - KG - 2014 - 14/13 25.653.463 25.769.325 25.993.402 0,9 MONDO 8.239.843 8.490.339 8.371.123 -1,4 Stati Uniti 4.444.196 4.542.526 4.227.329 -6,9 Italia 3.893.049 4.025.202 3.798.992 -5,6 Francia 2.026.694 1.779.668 1.947.051 9,4 Svizzera 1.430.628 1.467.859 1.781.390 21,4 Norvegia 1.629.591 1.642.988 1.656.543 0,8 Olanda 1.254.800 1.170.968 1.292.258 10,4 Danimarca 855.284 872.282 996.452 14,2 Regno Unito 586.749 651.002 672.442 3,3 Grecia 450.433 413.278 427.606 3,5 Germania ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 19 Per le importazioni all’interno delle quote disponibili, è richiesto un permesso, emesso dall’Export and Import Control Bureau, da mostrare agli ufficiali doganali, per la partita che si vuole importare. In questo caso la tariffa doganale è di circa 3,32 cents al Kg. Nel caso di eccedenza delle quote, importare formaggi è anti-economico; l’aliquota è il 245% del valore, che in ogni caso non può essere inferiore a dei limiti minimi al Kg (ad esempio 5,08 $/Kg per il Parmigiano non grattugiato, 3,53 $/Kg per la Mozzarella e 5,15 $/Kg per il Pecorino Romano). Sin dalla metà degli anni ’80, le esportazioni di formaggi italiani in Canada erano limitate ai soli prodotti di media-lunga conservazione destinati a soddisfare la domanda proveniente dalla nutrita comunità italiana presente. Solo dagli anni ’90 le esportazioni di formaggi dall’Italia hanno avuto una sempre più vasta ed eterogenea presenza del prodotto, con tipologie di formaggi freschi d’alta qualità come la mozzarella di bufala, il taleggio, il gorgonzola ed altri, divenendo sempre più conosciuti ed apprezzati dal consumatore canadese. La normativa federale in materia di composizione dei formaggi commercializzati sul territorio canadese è composta di due distinti atti, il Food and Drugs Act (FDA) / Loi sur les aliments et drogues ed il Dairy Products Regulations (DPR) / Règlement sur les produits laitiers. La presenza di due diversi strumenti normativi preordinati a regolare la medesima materia ha generato alcuni equivoci e contraddizioni inducendo il Governo a conferire l’incarico alla Canadian Food Inspection Agency (CFIA) di sviluppare modifiche dell’attuale regime normativo sulla composizione dei prodotti lattiero-caseari, al fine di superare le attuali difficoltà dovute alla coesistenza dei due regolamenti. Nello specifico, il Food and Drug Act (FDA) pone in essere una normativa più restrittiva sulla composizione dei formaggi, vietando, ad esempio, i concentrati di proteine ed i derivati del latte, mentre il Dairy Products Regulations (DPR) si mostra più permissivo, includendo nei processi di produzione dei formaggi tutta una serie di elementi che sono attualmente liberi da tariffe all’importazione o quote. Nonostante i conflitti normativi, dietro i quali si celano interessi contrapposti dei produttori di latte locali e le aziende produttrici, prevale l’applicazione del regolamento del Dairy Products Regulations (DPR), più permissivo. Tuttavia, le proposte avanzate dalla Canadian Food Inspection Agency (CFIA), su richiesta del Ministero dell’Agricoltura canadese se, da un lato, sono per un’armonizzazione dei due regimi, ammettendo la possibilità di utilizzare i derivati del latte nel processo produttivo secondo percentuali determinate, dall’altro chiedono nuovi controlli all’importazione, attraverso l’istituzione dell’obbligo per gli importatori di ottenere un permesso di importazione dei formaggi. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 20 Una maggiore diffusione e commercializzazione dei formaggi italiani in Canada dovrebbe risultare da una maggiore reperibilità dei prodotti italiani presso i canali della distribuzione canadese. I formaggi italiani sono però in larga misura venduti da piccoli esercenti specializzati nella vendita di formaggi importati da tutto il mondo, dato che la grande distribuzione si limita, in genere, ad offrire pochi prodotti importati (per l’Italia Parmigiano,Grana Padano, Pecorino romano e sardo, Provolone) prediligendo i formaggi locali. I gourmet stores, invece, offrono un’ampia gamma di formaggi importati e una discreta varietà di formaggi italiani. In termini di vendite, infatti, i formaggi italiani nei negozi specializzati raggiungono circa il 15% del totale, secondi solo ai francesi e, ovviamente, a quelli locali (soprattutto del Québec). Presso alcuni piccoli esercenti che offrono formaggi esteri d’alta qualità sono reperibili, oltre al Parmigiano Reggiano (attorno ai 45 dollari al Kg) e a diverse tipologie di provolone, anche Pecorino (sardo, toscano e romano), Grana padano (attorno ai 32 dollari al Kg), Mozzarella di Bufala Campana (sui 50 dollari al Kg), Gorgonzola (circa 30 dollari al Kg), Fontina valdostana (circa 35 dollari al Kg.) ed Auricchio (circa 37 dollari al Kg). Accordo CETA. Nonostante la firma dell’accordo di libero scambio con l’UE sia stata generalmente ben accolta in Canada, in attesa di poterne conoscere i dettagli e meglio valutarne le conseguenze, le province dell’Ontario e del Québec hanno già indicato che Ottawa dovrà versare delle compensazioni finanziarie alle industrie che saranno penalizzate in modo significativo dal trattato. Una delle più importanti è sicuramente l’industria lattiero casearia. L’accordo prevede infatti che i contingenti in vigore per l’importazione di formaggi europei passeranno da 13.000 a 30.000 tonnellate, rischiando quindi di alterare l’attuale equilibrio del mercato e causare un forte danno all’industria locale. Secondo alcuni esperti, si potrebbe assistere prossimamente ad un movimento di consolidazione dell’industria locale per meglio affrontare la concorrenza europea. Da sottolineare che i formaggi importati dall’Italia rappresentano più di un terzo della quota riservata all’Europa (4.500 tonnellate per un valore di circa CAD 59 milioni). ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 21 7 | IMPORTAZIONI DI PASTA La pasta è il prodotto principe del Made in Italy. Anche in Canada, dopo aver superato i confini della comunità italiana, la pasta si è fatta apprezzare da un numero sempre più elevato di consumatori, divenendo uno dei principali alimenti della dieta locale. Marchi storici come Primo, Catelli, Lancia fondati dai primi immigrati italiani in Canada ed oggi di proprietà di multinazionali statunitensi, hanno dato un grande impulso alla diffusione di questo prodotto nel Paese. Crescita tendenziale del consumo di pasta in Nord America e parallelo sviluppo di un’industria locale efficiente e sempre più radicata sul territorio, hanno contribuito ad elevare il livello qualitativo delle paste locali ed incrementato i livelli di domanda di pasta importata dal resto del mondo, soprattutto dall’Italia. Nel 2014, il Canada ha importato pasta dall’Italia per un valore pari a CAD 54 milioni, facendo registrare un calo del 1,9% rispetto al 2013. Tabella 6. PRINCIPALI FORNITORI DI PASTA - Milioni di CAD Anno % Quota % Var Paese 2012 2013 2014 2012 2013 2014 - 14/13 - 1 2 3 4 5 MONDO Stati Uniti Italia Cina Tailandia Corea del Sud 406,0 415,0 452,3 271,1 259,5 285,4 43,3 55,3 54,2 35,5 38,6 44,8 14,7 16,7 17,8 11,8 13,0 15,0 100 66,8 10,7 8,8 3,6 2,9 100 62,5 13,3 9,3 4,0 3,1 100 63,1 12,0 9,9 3,9 3,3 9,0 10,0 -1,9 16,1 6,4 15,6 Trattasi di risultati deludenti, soprattutto tenuto conto della crescita del 16% delle importazioni di pasta cinese. La pasta italiana è sempre in seconda posizione in graduatoria, ma con una quota di mercato dell’11% rispetto al 13% del 2013. Il principale fornitore di pasta del Canada sono gli USA, i cui valori sono, per ragioni di contiguità geografica e di integrazione commerciale tra i due Paesi (trattato NAFTA) nonché di produzione, irraggiungibili. Infatti, proprio attraverso le multinazionali del settore, gli USA controllano gran parte della produzione di pasta, influenzando il mercato della pasta su tutto il continente nordamericano, oggi anche sede di multinazionali italiane come la Barilla, che ha aperto due stabilimenti sul territorio americano (Ames, IA e Avon, NY). In un mercato così dinamico ed in costante crescita come quello canadese, sono numerose le aziende italiane presenti: Barilla, Buitoni, Agnesi, La Molisana, Del Verde, De Cecco, Divella, per menzionarne solo alcune. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 22 Il prodotto italiano si colloca generalmente su fasce di prezzo superiori a quelle delle paste locali (canadesi e statunitensi). Il prezzo al dettaglio delle paste italiane in confezioni da 450 grammi oscilla tra 1,5 dollari e 2 dollari, mentre le paste locali possono arrivare a costare sino al 40% in meno. Anche nel settore delle paste alimentari, si deve operare una distinzione tra grandi e piccoli esercizi commerciali per quanto concerne qualità e varietà dei prodotti sugli scaffali. Tabella 6.1 PRINCIPALI FORNITORI DI PASTA - in chilogrammi Anno Paese - KG - 2012 - KG - 2013 - KG - 2014 202.333.116 195.323.773 203.451.029 MONDO 129.334.180 118.188.584 125.143.651 1 Stati Uniti 23.852.625 26.188.012 25.191.749 2 Italia 23.452.222 23.833.691 25.005.053 3 Cina 7.530.134 8.113.432 8.326.927 4 Tailandia 5.016.030 5.022.425 5.384.051 5 Corea del Sud % Var - 14/13 4,2 5,9 -3,8 4,9 2,6 7,2 Presso i piccoli negozi di alimentari, specializzati nella vendita di prodotti alimentari importati, oltre i marchi tradizionali sono reperibili alcune marche di pasta lavorata in modo artigianale: Pasta di Stigliano, Pasta di Gragnano, Pastificio Benagiano o la Pasta di Campofilone, i cui prezzi possono arrivare tra gli 8 ed i 10 dollari al pacco (450g). Invece, presso i grandi supermercati, la pasta italiana è presente in quantità considerevole con una ampia varietà con un prezzo tendenzialmente minore di quello praticato nei gourmet stores (circa 1,6 dollari al pacco). Il consumo annuale pro-capite di pasta in Canada si aggira attorno ai 6,5 kg contro i 28 kg consumati in Italia. Per quanto riguarda le paste farcite, molto apprezzate, vigono alcune limitazioni sulla percentuale di carne contenuta che non può superare il 2%. Nel caso la percentuale fosse superiore al 2%, troverebbero applicazione le norme e i regolamenti sull’importazione dei prodotti a base di carne, particolarmente restrittivi dati gli elevati standard di sicurezza alimentare vigenti in Canada. Nel caso della pasta non ci sono grosse barriere tariffarie e le aliquote sono diverse a seconda delle quantità di grano utilizzate o della presenza o meno di uova. Nel grafico che segue, la ripartizione delle importazioni di pasta dai top 5 fornitori, per quote di mercato 2014. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 23 Principali Fornitori di Pasta del Canada, 2014 11% 13% 4%4% 68% Stati Uniti Italia Cina Tailandia Corea del Sud ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 24 8 | IMPORTAZIONI DI CAFFÈ Il Canada, com’è ben noto, non gode di un clima favorevole alla coltura del caffè. Le aziende canadesi importano la materia prima destinata alla trasformazione ed alla vendita sul mercato interno innanzi tutto ed all’esportazione in secondo luogo. Il caffè è stato, per molti anni, un elemento di primissima importanza per l’industria della trasformazione di prodotti alimentari e bevande in Canada. Con quattordici (14) miliardi di tazze di caffè consumate ogni anno; è certamente la bevanda calda più nota ed in assoluto la più consumata nei ristoranti. Si tratta di un’industria composta da oltre 110 stabilimenti, di cui la provincia dell’Ontario ne ospita ben 41, seguita immediatamente dal Québec con 34 aziende e il British Columbia con 26. Il bisogno di rispondere alla richiesta di mercato interno, fa stimare una crescita anche del prodotto importato. Nel 2014, le importazioni di caffè torrefatto, pur registrando un calo del 7%, hanno raggiunto un valore pari a CAD 1,4 miliardi. Paese 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Tabella 7. Principali Fornitori di Caffè, in milioni di CAD Anno % Quota % Var 2012 2013 2014 2012 2013 2014 - 14/13 - MONDO Stati Uniti Colombia Brasile Guatemala Perù Italia Nicaragua Indonesia Messico Honduras 1.410 635 165 133 98 50 25 29 28 33 41 1.216 574 143 109 85 30 30 18 21 34 19 1.444 630 217 161 98 42 36 35 30 29 25 100 45,0 11,7 9,5 7,0 3,5 1,8 2,1 2,0 2,3 2,9 100 47,2 11,8 9,0 7,0 2,5 2,5 1,5 1,7 2,8 1,6 100 43,6 15,0 11,1 6,8 2,9 2,5 2,4 2,1 2,0 1,7 18,7 9,7 52,0 46,6 15,6 39,2 20,8 94,6 40,6 -13,8 28,1 Stati Uniti, Colombia, Brasile, Guatemala, Perù e Italia, sono i principali 6 fornitori di caffè del Canada. Gli USA rimangono il primo paese fornitore in assoluto con CAD 629 milioni nel 2014 e una quota di mercato del 43%. Segue al secondo posto la Colombia, che ha registrato un incremento del 52% rispetto al 2013. L’Italia nel 2014 ha esportato in Canada caffè per un valore di CAD 36 milioni in aumento del 20% sul 2013 e del 40% sul 2012. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 25 Tuttavia, se si tiene solo conto del Caffè Torrefatto non decaffeinizzato (codice HS 090121), che rappresenta il 47% dell’intero import di caffè in Canada (contro il 49% per il Caffè non Torrefatto, per un valore di CAD 713 milioni), allora la graduatoria dei principali fornitori cambia. Tabella 8. PRINCIPALI FORNITORI DI CAFFÈ TORREFATTO, in milioni di CAD Anno % Quota % Var Paese 2012 2013 2014 2012 2013 2014 - 14/13 - 1 2 3 4 MONDO Stati Uniti Italia Svizzera Colombia 688 607 24 19 2 638 542 28 23 2 680 596 34 17 4 100 88,1 3,4 2,8 0,4 100 84,8 4,4 3,6 0,4 100 87,6 5,0 2,5 0,5 6,6 10,1 21,2 -25,8 56,6 Gli Stati Uniti sono sempre al primo posto, con CAD 596 milioni esportati in Canada nel 2014, ma al secondo posto si colloca l’Italia, con CAD 34 milioni, e quindi quasi l’intero export di caffè italiano in Canada è composto da caffè torrefatto. Al terzo posto la Svizzera, con meno della metà rispetto all’Italia, e la Colombia con CAD 3 milioni (tenendo presente che la Colombia è il principale fornitore del Canada di caffè non torrefatto – HS 090111 – con CAD 211 milioni sui CAD 713 milioni importati. 1 2 3 4 5 Tabella 8.1 PRINCIPALI FORNITORI DI CAFFÈ TORREFATTO, in chilogrammi Anno %Var Paese - KG - 2012 - KG - 2013 - KG - 2014 - 14/13 72.118.543 71.577.028 77.831.458 8,7 MONDO 65.885.494 64.939.909 71.332.403 9,8 Stati Uniti 2.458.943 2.809.475 3.141.016 11,8 Italia 610.803 501.258 697.373 39,1 Svizzera 148.661 112.532 219.787 95,3 Portogallo 218.218 162.476 213.647 31,5 Colombia I principali brand italiani presenti sul mercato sono: Caffè Illy, Lavazza, Kimbo, Camardo, Sant’Eustachio, Hausbrandt, Tonino Lamborghini, Caffè del Faro, Trombetta, Caffè Mauro, ecc. Il caffè, non soggetto a dazio doganale, ma deve comunque soddisfare alle esigenze delle normative locali, come le leggi sui prodotti alimentari Food and Drugs Act (in particolare il capitolo 5) e Food and Drug Regulations e quelle sull’imballaggio e l’etichettatura, Consumer Packaging and Labelling Act e Consumer Packaging and Labelling Regulations. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 26 9 | IMPORTAZIONI DI POMODORI CONSERVATI Condimento di base nella dieta mediterranea, il pomodoro in scatola, imbottigliato e lavorato, è un alimento di cui il Canada è anch’esso produttore ed esportatore. Le principali aziende di trasformazione di pomodori sono localizzate nella Provincia dell’Ontario, ove sono prodotti ingenti quantità di pomodori pelati e passate. La commercializzazione dei prodotti a base di pomodoro è soggetta a normative fitosanitarie e di confezionamento diverse dagli standard posti dalla normativa italiana. Di norma, i controlli sui prodotti importati sono molto frequenti ai porti di ingresso del Paese e, conseguentemente, agli esportatori è richiesta la conoscenza degli standard di importazione locali. L’assistenza agli esportatori italiani, in questo come in altri settori dell’agroalimentare, può essere prestata dagli uffici ICE presenti nel Paese nelle città di Toronto e Montreal. Il mercato interno dei pomodori e degli altri prodotti da esso derivati è in continua espansione e raggiunge cifre vicine ai CAD 100 milioni annui. Il mercato canadese dei prodotti di pomodoro d’importazione, preparati o conserve, è dominato dai vicini USA, con una quota di mercato del 77%, in crescita rispetto al 2013. L’Italia è da anni il solo altro paese fornitore di rilievo, con una quota del 20%, in calo rispetto al 2013. Tabella 9. PRINCIPALI FORNITORI DI POMODORI CONSERVATI - Milioni di CAD Anno % Quota % Var PAESE 2012 2013 2014 2012 2013 2014 14/13 MONDO 1 Stati Uniti 2 Italia 3 Turchia 89 102 115 100 100 100 12,5 67 75 89 74,5 73,8 77,1 17,5 20 24 23 22,2 23,3 20,0 -3,2 1 1 1 0,8 1,2 1,1 1,5 Nel corso del 2014 le esportazioni di pomodori italiani, preparati o conserve, verso il Canada, hanno registrato un calo del 3,2% rispetto all’esercizio precedente. Il nostro Paese resta saldamente ancorato alla seconda posizione nella graduatoria per Paesi esportatori di pomodori in Canada, con valori di vendite ben superiori a quelle fatte registrare dai prodotti cinesi o di altri Paesi. Nonostante l’accresciuta concorrenza sul mercato di sbocco canadese, proveniente soprattutto dai produttori locali, alla quale i nostri prodotti sono ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 27 costantemente esposti, il pomodoro italiano conserva soddisfacenti quote di mercato interno, alle quali corrispondono tuttavia fasce di prezzo tendenzialmente superiori alla media. Le confezioni più comuni presenti sugli scaffali della distribuzione canadese sono quelle da 397 gr, 794 gr e da 2,6 kg. Il prezzo della scatola di pelati classica si aggira attorno a 1,90 dollari. Le marche italiane sono presenti sugli scaffali della grande distribuzione. I pomodori pelati o le passate italiani più diffusi in Canada sono Cirio, Divella, Barilla. Altrettanto diffusi sono i marchi locali, Pastene, Aurora, Catelli, Aylmar, Heinz, il cui prezzo della scatola di pelati è leggermente inferiore rispetto alle marche italiane (attorno a 1,40 dollari). La gran parte del flusso in entrata nel Paese di prodotti a base di pomodoro è direttamente gestito da broker locali, i quali riforniscono sia gli importatori che le grandi catene di supermercati. La restante parte viene direttamente acquistata dall’estero dagli importatori-grossisti e successivamente commercializzata con il marchio dei conservifici o delle private labels. Nella tabella sottostante, la ripartizione delle forniture di pomodori conservati, in chilogrammi. 1 2 3 4 5 Tabella 9.1 PRINCIPALI FORNITORI DI POMODORI CONSERVATI -in chilogrammi Anno % Var Paese - KG - 2012 - KG - 2013 - KG - 2014 - 14/13 MONDO 104.736.158 119.573.997 114.056.552 -4,6 Stati Uniti 77.586.163 88.586.567 88.047.994 -0,6 Italia 25.254.810 29.385.932 24.434.103 -16,8 Turchia 299.404 593.387 447.335 -24,6 Cina 712.145 225.552 272.055 20,6 Cile 0 4 153.943 n/d ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 28 10 | IMPORTAZIONI DI CARNI E DERIVATI La presenza limitata per anni sul mercato canadese dei salumi italiani (solo prodotti con stagionatura superiore ai 90 giorni o cotti), dovuta alle rigide regole sanitarie canadesi, ha contribuito a rimandare la conoscenza della vasta gamma di prodotti italiani da salumeria sul mercato canadese. Nel frattempo i produttori locali hanno sapientemente registrato ed utilizzato marchi di importanti prodotti Made in Italy, come San Daniele e Prosciutto di Parma, per la commercializzazione dei propri prodotti su territorio creando numerosi problemi, sia a livello di marchio, tant’è vero che il nostro prosciutto “Prosciutto di Parma” deve essere venduto con il marchio “Original Prosciutto”, sia a livello commerciale, data la presenza di prodotti imitativi abilmente riprodotti da italo-canadesi, posti sul mercato a prezzi davvero competitivi (da non dimenticare che il Canada è tra i più grandi produttori di carne suina). Negli ultimi cinque anni il mercato canadese ha consentito, grazie alla negoziazione di accordi di accettazione delle misure sanitarie, l’entrata prima di prodotti stagionati per più di 90 giorni, poi a quelli stagionati almeno 30 giorni, da stabilimenti produttivi riconosciuti e iscritti nei registri degli stabilimenti abilitati della CFIA. All’inizio dell’anno 2015 è stata annunciata l’eliminazione del periodo minimo previsto di stagionatura di 30 giorni per l’importazione di salumi provenienti dalle Regioni italiane indenni dalla malattia vescicolare del suino, aprendo così un nuovo mercato alle carni suine fresche italiane. Secondo i dati resi pubblici da Assica, nel 2013 l’Italia ha esportato in Canada 791 tonnellate di salumi per un valore di Euro 8,4 milioni. I dati per i primi dieci mesi del 2014 registrano un ulteriore aumento del 17,2% in quantità e 16,1% in valore sullo stesso periodo del 2013. Per poter essere esportati in Canada i salumi italiani devono essere prodotti da uno stabilimento che deve risultare conforme ai vincoli definiti nell'Accordo veterinario (mutuo riconoscimento delle misure sanitarie) ed essere accompagnati da un certificato zoosanitario. L’Agenzia CFIA effettua dei controlli sistematici sui salumi importati in Canada. Ad oggi sono più di 200 gli stabilimenti produttivi italiani riconosciuti iscritti nei registri della CFIA ed abilitati ad esportare in Canada. Dal 2010 le esportazioni di salumi italiani verso il Canada sono quindi all’insegna della crescita, per raggiungere, nel 2012 vette di aumento del 47% per il cotto e del 19% per il crudo. Nel 2014, come riportato nella tabella che segue, gli Stati Uniti si sono confermati quali principale fornitore di prosciutto crudo del Canada con CAD 21 milioni, ma in perdita del 46% rispetto al 2013. L’Italia invece ha aumentato e consolidato la sua posizione quale secondo principale fornitore, con CAD 12 milioni di prodotto esportato e un incremento del 32% sul 2013. La Spagna ha realizzato CAD 800 mila di esportazioni in Canada, in diminuzione del 11% rispetto all’anno precedente. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 29 Tabella 10. Principali Fornitori di Prosciutto Crudo, in milioni di CAD Anno % Quota % Var Paese 2012 2013 2014 2012 2013 2014 14/13 MONDO 1 Stati Uniti 2 Italia 3 Spagna 48,7 39,3 8,8 0,5 50,7 40,2 9,2 0,9 35,0 21,7 12,1 0,8 100 80,7 18,0 1,0 100 79,5 18,1 1,9 100 62,0 34,8 2,4 Tabella 10.1 Principali Fornitori di Prosciutto Crudo, in chilogrammi Anno Paese - KG - 2012 - KG - 2013 - KG - 2014 MONDO 7.539.342 6.261.001 3.925.971 1 Stati Uniti 6.893.539 5.589.202 3.110.003 2 Italia 608.947 596.406 740.251 3 Spagna 27.288 55.374 55.669 4 Austria 8.400 7.325 7.096 -30,9 -46,1 32,2 -11,1 %Var - 14/13 -37,3 -44,4 24,1 0,5 -3,1 Per quanto riguarda invece il prosciutto cotto, nel 2014 le importazioni totali sono state pari a CAD 53 milioni. Gli Stati Uniti sono il primo esportatore in Canada di “ham”, seguiti dall’Italia con CAD 2,4 milioni e una quota pari al 4,6%. L’Italia registra una crescita rispetto al 2013 del 54%. Francia e Spagna, rispettivamente terza e quarta, hanno esportato prosciutto cotto per un valore inferiore al milione. Tabella 11. Principali Fornitori di Prosciutto Cotto, in milioni CAD Anno % Quota % Var Paese 2012 2013 2014 2012 2013 2014 - 14/13 - 1 2 3 4 MONDO Stati Uniti Italia Francia Spagna 29,9 28,1 1,4 0,3 0,0 49,2 46,8 1,6 0,5 0,3 53,0 49,7 2,5 0,4 0,4 100 94,1 4,8 1,1 0,0 100 95,1 3,3 1,0 0,6 100 93,7 4,7 0,8 0,7 7,8 6,2 54,9 -10,7 22,3 Tabella 11.1 Principali Fornitori di Prosciutto Cotto, in chilogrammi Anno % Var Paese - KG - 2012 - KG - 2013 - KG - 2014 - 14/13 ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 30 1 2 3 4 5 MONDO Stati Uniti Italia Francia Spagna Polonia 4.753.118 4.546.054 158.097 47.400 1.060 30 8.118.924 7.888.649 153.704 49.623 26.204 0 7.794.596 7.518.884 211.073 37.404 20.039 6.656 -4,0 -4,7 37,3 -24,6 -23,5 0 Sul fronte della Mortadella invece, nel 2014 il Canada ha registrato importazioni pari a CAD 217 milioni, provenienti nel 98% dei casi dagli Stati Uniti. La mortadella italiana ha registrato importazioni pari a CAD 1,1 milioni con un aumento del 12% sul 2013. Seguono le mortadelle provenienti da Ungheria, Francia e Spagna con totali inferiori al milione di dollari. 1 2 3 4 5 Tabella 12. Principali Fornitori di Mortadella, in milioni di CAD Anno % Quota % Var Paese 2012 2013 2014 2012 2013 2014 - 14/13 MONDO 168.5 187.9 217.8 100 100 100 15.94 Stati Uniti 166.8 185.6 215.3 98.98 98.77 98.85 16.03 Italia 0.605 0.992 1.118 0.36 0.53 0.51 12.68 Ungheria 0.344 0.429 0.551 0.2 0.23 0.25 28.23 Francia 0.515 0.556 0.495 0.31 0.3 0.23 -10.96 Spagna 0.182 0.289 0.211 0.11 0.15 0.1 -27.02 Tabella 12.1 Principali Fornitori di Mortadella, in chilogrammi Anno Paese 1 2 3 4 5 MONDO Stati Uniti Italia Francia Ungheria Spagna - KG - 2012 33.881.308 33.698.033 79.315 44.020 23.291 18.287 - KG - 2013 36.175.109 35.961.895 108.306 40.765 37.508 17.522 % Var - KG - 2014 36.164.567 35.918.921 133.238 42.457 30.653 14.905 - 14/13 -0,0 -0,1 23,0 4,1 -18,3 -14,9 La risoluzione delle restrizioni ha sicuramente permesso alla salumeria italiana di conquistare ulteriori fette dell’appetibile mercato canadese. Il programma di controllo delle importazioni di carne e dei prodotti derivati dell'Agenzia Canadese dell'Ispezione degli alimenti prevede un sistema di controllo che comprende gli elementi seguenti: ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 31 La determinazione dell'equivalenza dei sistemi d'ispezione delle carni nei paesi esportatori; l'approvazione dello stabilimento; la registrazione e la certificazione delle autorità competenti di questi paesi per i prodotti all'esportazione destinati al Canada. Il controllo ai punti d'entrata - esame dei documenti e la verifica dell'ammissibilità dei prodotti di carne all'importo in Canada. Trattamento e verifica dei dati per via informatica. Programma d'ispezione all'importazione. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 32 11 | IMPORTAZIONI DI ALTRI PRODOTTI Tabella 13. Principali Fornitori di Pani/Biscotti/Torte/Merendine, in milioni di CAD Anno % Quota % Var Paese 2012 2013 2014 2012 2013 2014 - 14/13 - 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 MONDO Stati Uniti Messico Regno Unito Germania Italia Cina Belgio India Francia Filippine Paese 1 2 3 4 5 MONDO Italia Stati Uniti Francia Romania Cina 1.284 989 12 35 46 29 22 16 13 14 8 1.439 1.105 18 38 51 32 23 18 14 16 12 1.648 1.263 57 43 39 37 24 17 15 15 11 100 77,0 0,9 2,7 3,6 2,3 1,7 1,3 1,0 1,1 0,7 100 76,8 1,2 2,7 3,6 2,2 1,6 1,3 0,9 1,1 0,8 100 76,6 3,5 2,6 2,4 2,3 1,5 1,0 0,9 0,9 0,7 14,5 14,3 222,9 12,6 -23,8 15,2 7,2 -9,0 12,6 -7,7 -4,6 Tabella 14. Principali Fornitori di Tartufi, in migliaia di CAD Anno % Quota % Var 2012 2013 2014 2012 2013 2014 - 14/13 578.886 727.832 867.702 363.688 479.958 595.711 92.794 130.311 88.483 21.156 33.795 45.219 4.991 1.618 34.362 3.296 9.161 30.303 100 62,8 16,0 3,7 0,1 0,6 100 65,9 17,9 4,6 0,2 1,3 100 68,6 10,2 5,2 4,0 3,5 19,2 24,1 -32,1 33,8 2.022,9 230,8 Normativa. L’importazione del prodotto fresco è soggetta alle normative fitosanitarie del Plant Protection Regulation, che regolano l’importazione di tuberi e radici commestibili destinati al consumo umano. In un comunicato stampa pubblicato a marzo 2013, la Truffle Association of BC, ha annunciato la prima “raccolta” di tartufo nero coltivato, nella Fraser Valley. I prototipi mostrano una morfologia simile al Tuber melanosporum, meglio conosciuto come Perigord. L’Italia, per quanto riguarda i funghi freschi, è al 4° posto nella graduatoria dei paesi fornitori, raggiungendo il mezzo milione di dollari nel 2014, con un incremento del 24% sul 2013. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 33 Tabella 15. Principali Fornitori di Funghi Freschi, in milioni di CAD Anno % Quota % Var Paese 2012 2013 2014 2012 2013 2014 - 14/13 - 1 2 3 4 5 MONDO Stati Uniti Corea del Sud Cina Italia Bulgaria 7,5 2,6 2,6 1,5 0,4 0,1 9,0 3,3 3,4 1,6 0,5 0,1 10,3 4,2 3,3 1,7 0,6 0,2 100 34,9 35,1 20,3 4,8 1,7 100 36,3 37,1 17,7 5,3 0,9 100 41,1 32,3 16,3 5,8 1,7 14,6 29,6 -0,3 5,4 24,3 112,1 ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 34 12 | PRODOTTI BIOLOGICI La costante domanda da parte del consumatore canadese di prodotti agricoli biologici, testimonia un’esigenza crescente verso nuove abitudini alimentari più sane, grazie soprattutto alle campagne d’informazione sui rischi e sulle controindicazioni dei prodotti coltivati con fertilizzati chimici ed antiparassitari. L’alimento biologico è considerato come un prodotto di qualità, privo di sostanze chimiche, assolutamente naturale. Proprio alla luce dell’importanza assunta dal biologico nelle abitudini alimentari dei canadesi, nel dicembre 2008 il Ministero dell’Agricoltura federale ha pubblicato un regolamento riguardante i prodotti biologici, definendone i criteri e fissando i parametri normativi a livello nazionale. Prima dell’entrata in vigore del nuovo regolamento, le norme federali riguardanti il settore dell’industria alimentare biologica non erano vincolanti e costituivano solo un parametro di riferimento al quale le aziende erano libere di attenersi. L’approvazione del Regolamento sui prodotti biologici ha reso obbligatoria la certificazione di conformità alle norme nazionali sull’agricoltura biologica anche per i prodotti biologici importati e destinati al commercio sul territorio nazionale. Infatti, ai sensi del suddetto regolamento, solo i prodotti che contengono almeno il 95% d’ingredienti biologici, ossia ingredienti privi d’agenti esterni, possono essere considerati biologici ed avere l’apposita etichettatura «Biologique Canada » o « Canada Organic». L’organismo competente per l’approvazione della domanda di riconoscimento del prodotto biologico è l’Agenzia CFIA, la quale ha appositi uffici di controllo. Per quanto concerne i prodotti biologici importati in Canada, questi ultimi devono essere certificati come tali dalle autorità competenti del Paese di provenienza ed essere conformi alla normativa canadese vigente, per evitare che vi siano difformità nell’interpretazione del regolamento sulla produzione biologica proveniente dall’estero rispetto a quella locale. Secondo uno studio della Nielsen commissionato da Agricolture Canada, nel 2008 si sono venduti in Canada per CAD 2 miliardi di prodotti biologici, un aumento del 66% rispetto a due anni prima. I prodotti biologici, secondo lo studio, sono reperibili per circa il 45% del totale distribuito in Canada presso i canali tradizionali della grande distribuzione (supermarket e retail stores); la maggior parte dei prodotti biologici (circa il 55%) sono tuttavia offerti al pubblico dai piccoli e medi esercenti (drogherie, dépanneurs, negozi indipendenti e specializzati in alimenti biologici). I legumi biologici freschi rappresentano il 25% delle vendite di prodotti biologici. Lo studio in questione ha mostrato una crescita diffusa e tendenziale degli acquisti di prodotti biologici su tutto il territorio nazionale. Tuttavia, tra le province più attente al biologico si distingue il British Columbia, ove si acquistano circa il 26% di tutti i prodotti biologici a fronte del 16% di tutta la popolazione canadese. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 35 13 | GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA Il fatturato canadese della vendita di prodotti alimentari è stimato a circa CAD 109 miliardi nel 2014, oltre il 60% del totale è fatturato da supermercati e grandi negozi alimentari. In base alle stime pubblicate dalla principale rivista Canadian Grocer, il fatturato dei dettaglianti del settore continuerà a crescere al ritmo medio del 4,8% fino al 2016. Il settore comprende nel complesso 21.000 negozi suddivisi tra catene (grandi supermercati e negozi del tipo convenience stores), nonché catene di negozi indipendenti del tipo franchise e non. Nel tempo le due categorie (catene e indipendenti) hanno mantenuto rispettivamente la quota del 60% e 40% del totale del fatturato del settore. Le due principali province del Paese, Ontario e Québec, rappresentano oltre il 55% delle vendite totali ed il 65% del numero dei punti vendita. Le principali Catene sono attive sia nel settore delle vendite dettaglio (retail) sia in quello delle vendite all’ingrosso (wholesale). Queste grandi Gruppi commercializzano i propri prodotti attraverso centri di distribuzione situati in punti strategici del Paese e tramite loro riforniscono sia punti vendita di proprietà sia negozi in franchise e altri negozi indipendenti affiliati. Dietro approvazione dei vertici delle società, gli importatori, distributori, agenti (brokers) e in alcuni casi anche grossisti (wholesalers) possono vendere direttamente ai centri di distribuzione oppure direttamente ai singoli punti vendita provvedendo in quest’ultimo caso anche la consegna alle singole unità. In miliardi CAD (dati Statistics Canada) 2010 2011 2012 2013 2014 Fatturato Totale Negozi Alimentari 104,2 104,9 106,7 107,7 109,5 Supermercati e grandi negozi alimentari 74,5 74,7 75,7 75,8 76,4 Negozi 'Convenience' 6,6 6,5 6,6 6,5 6,9 Negozi di Alimenti 'Specialty' 4,8 5,0 5,3 5,7 6,0 Negozi di Bevande Alcoliche 18,2 18,7 19,2 19,6 20,2 Le principali Catene provvedono direttamente agli acquisti (da produttori e altri intermediari commerciali) e in alcuni casi anche tramite propri “buying offices” all’estero. La Loblaws (principale gruppo canadese) ha aperto un ufficio in Spagna per la gestione degli acquisti dai fornitori europei (italiani incluso) con l’obiettivo di ridurre il numero di intermediari commerciali per i prodotti di maggiore consumo. Sia il settore al dettaglio che quello della produzione stanno attraversando un periodo di evoluzione alla ricerca di efficienze per ridurre i costi operativi. Tra le strategie adottate emerge ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 36 quella di ridurre il numero di fornitori con i quali i buyers interagiscono. Questo trend ha influenzato in maniera decisiva il modus operandi degli intermediari commerciali (brokers, importatori e distributori) spingendoli a limitare l’offerta di prodotti e allo stesso tempo ricercare nuovi prodotti da immettere nel mercato. Secondo le stime della Canadian Imperial Bank of Commerce, nel 2014 i maggiori gruppi hanno conseguito i seguenti fatturati. Top Grandi Catene Canadesi (dati CIBC/CanadianGrocer 2015) Fatturato stimato 2014 in CAD Loblaws $45,1 miliardi Sobeys $24,4 miliardi Metro $11,6 miliardi Costco $8,6 miliardi Walmart $6 miliardi Co-ops $3,4 miliardi Overwaitea Food Group $2,9 miliardi Alimentation Couche-Tard $2 miliardi North West Company $1,2 miliardi Dollarama $450 milioni Longo's $350 milioni I grandi intermediari, al fine di limitare il numero di players nel settore hanno iniziato ad assimilare concorrenti con lo scopo di offrire ai clienti una maggiore copertura nazionale, mentre altri hanno adottato delle forme di collaborazione con concorrenti di altre regioni del Paese per mantenere il proprio livello di competitività. Questo processo di integrazione nel settore alimentare sta avendo un forte impatto nei confronti del settore agro-alimentare in quanto un numero sempre minore di gruppi di acquisto detengono il controllo del settore delle vendite e con un numero sempre più esiguo di fornitori selezionati. Questa tendenza crea sui produttori una maggiore pressione a fornire prodotti di alta qualità a prezzi competitivi. È fondamentale quindi per una azienda produttrice o per una società commerciale essere al passo con le tendenze del mercato. Fino a pochi anni fa, il settore canadese del dettaglio alimentare era caratterizzato da un numero limitato di aziende e da tipologie tradizionali di punti vendita. Nel corso degli anni la crescita della domanda ha attirato un numero sempre maggiore di aziende tradizionali e ha incoraggiato la creazione di nuovi concetti di vendita al dettaglio come per esempio negozi “ibridi” con offerte di prodotti alimentari e altre categorie (abbigliamento, articoli da giardinaggio, articoli per la casa, arredamenti ecc.). L’evoluzione del mercato e la necessità di attirare un numero sempre maggiore ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 37 di clienti ha portato dei grandi cambiamenti anche in altri segmenti di mercato, cosicché altri dettaglianti come grandi magazzini, catene di farmacie (Drug Stores), stazioni di servizio e perfino “dollar stores” hanno ampliato l’offerta di prodotti alimentari. TIPOLOGIE DI NEGOZI AL DETTAGLIO Tipologia Tradizionale 1. Supermercato Grande negozio di prodotti alimentari con volume di vendita di oltre 2 milioni di dollari e superficie inferiore a 3.300mq 2. Superstore Supermercato con oltre 3.300 mq di superficie con una limitata offerta di prodotti non alimentari. La categoria include anche catene specializzate. 3. Negozio alimentare Punto vendita con superficie inferiore a 560 mq. 4. Negozio Specialità Punto vendita specializzato in categorie alimentari specifiche. Tipologia Non Tradizionale 1. Super center Supermercato con superficie oltre 3.300mq che offre una vasta selezione di prodotti non-alimentari. 2. MassMerchandiser Tradizionalmente punto vendita al dettaglio di vari articoli di consumo che oggi offre anche prodotti alimentari 3. Wholesale Club Punto vendita al dettaglio e all’ingrosso con superficie di circa 16.600 mq. Gli acquisti sono permessi ai soli soci. 4. Drug Store Punti vendita che offrono medicine dietro ricetta medica e prodotti di bellezza, articoli per la casa. Le grandi catene hanno iniziato la vendita di prodotti alimentari. 5. Convenience/ Gas Station Punto di vendita al dettaglio con superficie inferiore a 2.700 mq che offre una limitata scelta di articoli di consumo. 6. Hypermarket Un ibrido tra supermercato e discount con superficie di oltre 22.200 mq. I grandi negozi (Big Box Stores) come per esempio gli ipermercati, supermercati e discount, rappresentano la grande maggioranza dei volumi di vendita, con circa il 68%, seguono i convenience stores e i centri di servizio con il 24%. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 38 Nei supermercati circa il 65% della superficie è destinata ai prodotti alimentari e altri beni di consumo. La crescita del livello di concorrenza ha stimolato la nascita di nuove strategie di vendita finalizzate al mantenimento e all’incremento del proprio peso nel contesto delle vendite come: espansione dello spazio dedicato al crescente mercato etnico; ammodernamento delle strutture; riposizionamento dei marchi Private Labels e programmi di fidelity. In particolare, il Private Label è considerato fondamentale per la fidelizzazione del cliente e per l’incremento del traffico verso i propri negozi senza contare che, in media, i margini offerti dai Private Label, sono superiori del 10% al resto dei brands nazionali. Nei negozi Mass Merchandisers and Warehouse Club Stores una delle caratteristiche è il mantenimento dei prezzi al disotto dei prezzi offerti nei punti di vendita tradizionali utilizzando delle tecniche di acquisto basate su grandi singoli ordinativi direttamente dal produttore. Nel caso dei Club Stores, i clienti sono tenuti a versare una quota annua (membership) per avere accesso agli acquisti. Nei negozi convenience stores, in base ad un recente studio pubblicato dall’associazione canadese dei Convenience stores, ogni giorno 23.000 convenience stores ricevono 10,4 milioni di visite. Tendenzialmente i canadesi sono molto affezionati al proprio convenience stores sia per la prossimità alla residenza o al lavoro, sia per i lunghi orari di apertura. Il settore sta attraversando una periodo caratterizzato dal consolidamento degli indipendenti in grandi gruppi di acquisto. Gli Specialty Food Stores sono circa 8,200 e offrono specialità alimentari. Questi punti vendita offrono principalmente alimenti biologici e prodotti alimentari di importazione. Questi dettaglianti, per la loro natura risultano maggiormente fedeli ai loro fornitori. Per quanto riguarda il settore del biologico si registra un marcato livello di concorrenza nelle aree urbane più affluenti. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 39 14 | LE PRINCIPALI CATENE DEL SETTORE Il settore canadese è caratterizzato da un alto livello di concentrazione, le prime cinque società del settore generano circa l’80% delle vendite e quindi godono di un forte ruolo nelle negoziazioni con i fornitori. Le principali catene al dettaglio sono inoltre i principali distributori nazionali cosa che offre loro un ulteriore punto di forza. Le principali catene di supermercati sono: Loblaw Companies, Sobeys e Metro. Le Società americane WAL-MART e Costco hanno ottenuto un buon livello di penetrazione e nel corso degli ultimi venti anni hanno guadagnato significanti quote di mercato. Loblaw Companies La catena Loblaw fa parte del gruppo George Weston che controlla aziende in vari segmenti del settore alimentare in Canada e negli Stati Uniti (Panifici Industriali, Industrie Lattiero Casearie). Uno dei punti di forza della Loblaws sono la popolarità dei propri private labels: “President’s Choice”, “No Name” e “Splendido”, i quali secondo uno studio Nielsen, detengono i primi due posti (President Choice e No Name) tra tutti i brands venduti in Canada. In totale Loblaws commercializza 5.000 prodotti con il brand “President Choice” e “No Name”. La Loblaws commercializza anche vari prodotti di consumo, medicine, servizi finanziari e altri servizi (sviluppo fotografico, ecc.). Il Gruppo Loblaw è presente sul territorio con circa 22 insegne diverse tra le quali: Loblaw, Zehr, No Frills, Fortinos e Maxi, e controlla (direttamente e in franchise) oltre 1.119 punti vendita. Tra le più recenti acquisizioni va menzionato la catena T&T specializzata nel mercato etnico asiatico. Al fine di diversificare l’offerta, Loblaw ha investito in maniera massiccia allo sviluppo di un supply-chain efficiente e sistemi d’inventario all’avanguardia. Il gruppo opera tramite 4 diversi formati di negozi: Discount, Convenzionale, Superstore e Wholesale (ingrosso). Il formato “Superstore” è attualmente quello prioritario in quanto quello più strategico per competere con WAL-MART. Il gruppo Loblaw rappresenta il 20% dei volumi di vendita di prodotti alimentari con una media annua di circa 14 milioni di clienti. Nel 2011, la Loblaw ha introdotto 1.200 nuovi prodotti alimentari. Sobeys Sobeys (società del gruppo Empire Corporation) opera tramite 1,750 punti vendita aventi varie insegne: Sobeys, IGA, Foodland, Price Chopper, Thrifty Foods e FrescCo. Nelle province Atlantiche del Paese (Prince Edward Island, Nova Scotia, New Brunswick e Newfoudland) gestisce anche la catena di Drug Store “Lawton Drugs”. Il private label di Sobey è “Compliments”. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 40 La strategia della Sobeys è concentrata nell’offerta di prodotti freschi di alta qualità venduti in negozi di dimensioni ottimali relativamente alle caratteristiche del mercato in cui sono situati. Il gruppo rappresenta il 13% delle vendite di prodotti alimentari e tra il 2008 e il 2011 ha registrato una crescita del 14%. Nel 2014, secondo le stime di Canadian Grocer, Sobeys ha fatturato CAD 24 miliardi. Metro La catena Metro ha radici nella provincia del Québec dove è stata fondata nel 1947. Metro è il terzo principale gruppo del settore e rappresenta il 9% del totale del fatturato totale. A seguito dell’acquisizione della catena A&P la rilevanza del gruppo è aumentata arrivando a controllare oltre 600 punti vendita e 250 Drug Stores operanti nelle province del Québec e dell’Ontario. Metro è tra l’altro un grossista con un vasto parco di clienti nei settori del catering privato e istituzionale (ospedali, scuole, case di cure ecc.) e nella ristorazione. Le principali insegne del gruppo sono: Metro, Metro Plus, A&P, Super C, e i punti vendita discount “Food Basic” che contano 100 unità. I prodotti “Private Label” sono commercializzati con il nome “Irresistible” e “Selection”. A parte Loblaw, Sobeys e Metro, operano a livello regionale delle catene importanti da non sottovalutare: 1. Safeway (di proprietà statunitense) con 212 punti vendita. 2. Overwaitea (di proprietà statunitense) con 124 punti vendita 3. Federated Co-ops, con 318 punti vendita in Alberta Queste catene operano principalmente nel Canada occidentale (Safeway e Overwaitea) e in Alberta (Federated Co-ops). A fianco delle tradizionali catene di supermercati operano, specie in Ontario e in Québec, alcune catene di supermercati fondate da immigrati italiani. Questi dettaglianti offrono una gamma più vasta di prodotti tipici italiani. Tra le principali catene elencate nella guida della Grande Distribuzione troviamo: 1. Fortino (oggi parte del gruppo Loblaws) 2. Bruno’s (7 punti vendita nella zona metropolitana di Toronto) 3. Galati (4 punti vendita nella zona metropolitana di Toronto) 4. Higland Farms (5 punti vendita nella zona metropolitana di Toronto) 5. Longo’s (23 punti vendita in Ontario) 6. Euromarché (6 punti vendita nell’area Metropolitana di Montreal) ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 41 7. Intermarché (63 punti vendita nell’area Metropolitana di Montreal, affiliati a Loblaw) Costco Canada La Costco è una società statunitense entrata nel mercato canadese nel 1986 diventando in poco tempo il principale Club Store a livello nazionale. Costco gestisce 88 punti vendita in nove province (molti di più del suo rivale Sam’s Club del gruppo WAL-MART) e acquista per la maggior parte direttamente dai produttori. La catena offre oltre 4.000 prodotti e in aggiunta a quelli alimentari offre linee di elettrodomestici, mobili, illuminazione, abbigliamento e servizi vari (farmacia, sviluppo fotografico, telefonia ecc.) Nel 2014, secondo le stime di Canadian Grocer, Costco Canada ha fatturato CAD 8,6 miliardi. Wal-Mart Canada. La Wal-Mart Canada, che ha un fatturato di circa CAD 6 miliardi, ha iniziato la propria attività in Canada nel 1994 avendo rilevato 122 punti vendita dai grandi magazzini Woolco. Nel 2011, la Società ha annunciato un ulteriore investimento di CAD 500 milioni per l’apertura di 40 nuovi “Super-Centers” attraverso la ristrutturazione di punti vendita già esistenti. Walmart ha un totale di 391 negozi in tutto il Canada. A parte i prodotti di vario genere (alimentari, ferramenta, abbigliamento, ecc.) i “Super-Centers” offrono ulteriori servizi come riparazioni auto, installazioni di pneumatici, servizi ottici e ristorazione) ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 42 15 | PRESENZA DI PRODOTTI ITALIANI NELLA GDO In passato la presenza di prodotti alimentari importati dall’Italia era confinata ai punti vendita etnici e ad alcuni supermercati indipendenti. Solo un numero esiguo di grandi marchi italiani potevano aspirare ad ottenere dei listini di vendita in quanto onerosi sia dal punto di vista finanziario che da quello logistico. Tra l’altro le aziende specializzate nell’importazione di prodotti italiani non erano in grado di sostenere costi elevati per ottenere listini di vendita, né partecipare ai programmi di promozione che le grandi catene imponevano ed impongono tutt’oggi ai propri fornitori Attualmente, grazie al successo ed alla popolarità della cucina italiana, nonché all’elevato grado di penetrazione dei prodotti italiani nei consumi alimentari dei canadesi, si registra nella GDO una presenza maggiore di Brands e di categorie di prodotti importati italiani anche sotto forma di “Private Labels”. La crescente domanda di prodotti italiani è stata in gran parte colmata attraverso l’offerta di prodotti commercializzati con Private Labels come “President Choice” e “Splendido” (Loblaw) e “Saporito” (Sobeys) e attraverso brand italiani più diffusi (Barilla, De Cecco, Buitoni, Bertolli, Berio, Del Verde, Colavita, Vicenzi, San Pellegrino, San Benedetto, Molisana, Fiuggi, Auricchio, Galvanina ecc.). A parte il Gruppo Loblaw che ha fatto del marchio “Splendido” il veicolo per la promozione dei propri prodotti “Made in Italy”, il gruppo Costco si sta posizionando tra i più innovativi per le tipologie di prodotti di qualità che offre ai propri clienti. Per quanto concerne il settore del dettaglio alimentare le principali categorie che presentano il maggior livello di penetrazione sono: 1. Paste alimentari secche e fresche-ripiene a lunga conservazione 2. Oli di oliva 3. Condimenti (aceti balsamici) 4. Pomodori in scatola (pelati, passate) 5. Formaggi 6. Bevande (acqua minerale e bevande fruttate gassate) 7. Prodotti dolciari (biscotti, merendine, dolci stagionali) 8. Conserve tipiche (pomodori secchi, carciofini, peperoncino) Altre categorie con potenziale di crescita: 1. Salumi 2. Pasta fresca a lunga conservazione 3. Ortaggi e frutta fresca 4. Piatti pronti surgelati ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 43 16 | IL SISTEMA DISTRIBUTIVO IN SINTESI Le principali figure nella distribuzione alimentare, oltre al commercio al dettaglio (supermercati e altri negozi alimentari), sono: • agenti o broker in alimentazione • distributori • grossisti Il broker non prende possesso fisico o legale della merce ma assicura la rappresentazione dei prodotti presso i distributori. Il distributore e il grossista sono invece proprietari della merce e gestiscono dei magazzini dove transitano i prodotti. Si differenziano normalmente per i volumi trattati. Il distributore di solito tratta volumi meno importanti del grossista. Entrambi rivendono ai dettaglianti che a loro volta vendono al consumatore finale. Lo schema tipico della distribuzione alimentare si legge come segue: Produttore / Broker Distributore specializzato / Distributore – grossista non specializzato / Grossista corporativo Servizi alimentari / Dettagliante indipendente affiliato o non affiliato / Dettagliante concessionario di contratto franchising o corporativo. Il settore della distribuzione alimentare canadese è composto da numerosi rivenditori e da esercizi commerciali indipendenti, diffuso in modo capillare su tutto il territorio. Si distinguono, per importanza e per dimensioni nella catena distributiva, alcuni importanti gruppi quali Loblaws, Sobeys, Metro e Canada Safeway ai quali si aggiungono le catene più generali Costco e WalMart che dedicano una parte importante della superficie dei negozi alla vendita di generi alimentari. I commerci specializzati (macellerie, panetterie, pasticcerie, botteghe di formaggi, pescivendoli, negozi di frutta) sono generalmente indipendenti. La distribuzione alimentare in Canada si caratterizza per una forte dispersione a livello regionale, dovuta alla vastità del territorio e alla necessità di coprire anche le aree meno popolate e più distanti dai principali poli economico-produttivi del Paese, anche se più del 60% dei 34 milioni d’abitanti in Canada, è concentrato nelle province dell’Ontario e del Québec. Oltre alle grandi catene, sono anche presenti molti esercizi commerciali ibridi, dove sono disponibili prodotti di diversa natura merceologica, compresi alcuni generi alimentari. Negozi come le farmacie e i minimarket offrono una limitata varietà di prodotti alimentari ma hanno il vantaggio di essere localizzati in quartieri residenziali ad alta densità e praticano un orario di apertura più lungo rispetto alle grandi catene. Si noterà inoltre che le grandi catene di distribuzione ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 44 hanno parti di mercato differenti a seconda della provincia. Per esempio, nelle province atlantiche dominano con il 77% delle vendite mentre all’opposto nella provincia francofona del Québec, dove la presenza di retailer indipendenti e gourmet store è più forte, detengono una parte di mercato solo del 36%. Il canale dei rivenditori specializzati (gourmet store) predilige la vendita di prodotti ricercati e di nicchia, di qualità superiore e rientranti in fasce di prezzo più elevate, abbinando alla varietà del prodotto una qualità più grande. Tuttavia, alcuni prodotti di nicchia sono oggi commercializzati anche attraverso la grande distribuzione. Va segnalato, inoltre, che la distribuzione di un prodotto alimentare in un supermercato o in un altro grande esercente presuppone, da parte del produttore/venditore, un’organizzazione commerciale strutturata. Bisogna inoltre sottolineare che la catena di supermarket esige normalmente il pagamento di un listing-fee (tariffa di listino) per tipo di prodotto, in ragione della sua collocazione ed esposizione sugli scaffali del magazzino. Da uno studio pubblicato dal Groupe Marché sono emerse alcune considerazioni che stanno lentamente modificando l’offerta della Grande Distribuzione alimentare canadese: • il consumatore canadese è diventato molto esigente in fatto di qualità del prodotto, ma desidera pagare il meno possibile • il consumatore canadese vuole incoraggiare i prodotti locali, ma preferisce quelli importati • il consumatore canadese ha poco tempo a disposizione per fare la spesa • l’invecchiamento della popolazione • i problemi generali di salute (in particolare il soprappeso, il diabete, ecc.) • un’importante popolazione multiculturale La Grande Distribuzione dovrà quindi accontentare un consumatore che ricerca sempre di più prodotti freschi e sani, possibilmente biologici, in confezioni più ridotte; che associa la qualità del prodotto alla salute; che disponendo di soldi e tempo (baby-boomers) predilige i negozi che offrono un servizio alla clientela esteso e delle esperienze di acquisto gradevoli. E da ultimo le Grandi Catene devono adattarsi sempre di più ai palati multietnici di una importante popolazione multiculturale disposta anche a spendere per procurarsi dei prodotti importati o comunque assortiti a uno stile di cucina di tendenza più internazionale. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 45 17 | IMPORTAZIONI DALL’ITALIA: PROSPETTIVE Il mercato canadese si mostra sempre più ricettivo verso i prodotti agroalimentari Made in Italy, di cui i vini rappresentano il motore trainante dell’export italiano in Canada. I mutati gusti e le preferenze dei consumatori canadesi, che mostrano un interesse sempre maggiore per i prodotti tipici della dieta mediterranea, hanno senz’altro favorito la diffusione dei prodotti italiani, un tempo circoscritta alla sola comunità italiana. Oggi non è da trascurare l’interesse crescente della Grande Distribuzione per il prodotto autentico italiano, che si tratti di pasta, formaggio, olio o altro, interesse che risponde ad una domanda importante del consumatore alla ricerca di un paniere che copra una varietà di prodotti sempre più importante e soprattutto di maggiore qualità. Non è raro per esempio vedere anche marchi di paste artigianali venduti attraverso il canale della Grande Distribuzione. La tendenza è significativa se si considerano alcuni fattori che caratterizzano il mercato canadese quali l’estensione geografica del Paese e la conseguente difficoltà ad affrontare una distribuzione capillare (che solo la GDO è in grado di assicurare). A prova dell’interesse della GDO per il prodotto autentico, è il recente accordo storico (triennale) che la più importante catena distributiva canadese, la Loblaws ha siglato con la Mulino Alimentare assicurandosi la fornitura di 500 tonnellate di Parmigiano Reggiano l’anno (equivalenti a 13.000 forme) che saranno commercializzate col marchio del Parmigiano Reggiano. La distribuzione del prodotto autentico non è più legata al negozio specializzato, al gourmets store o limitata alle grandi metropoli e le loro popolazioni ad alta densità etnica, ma raggiungerà giornalmente tutti i consumatori canadesi. Le maggiori potenzialità per il prodotto italiano sono oggi probabilmente rappresentate dai salumi. La presenza limitata per anni sul mercato canadese dei salumi italiani, dovuta alle rigide regole sanitarie canadesi, ha contribuito a rimandare la conoscenza della vasta gamma di prodotti da salumeria sul mercato, mentre nel frattempo i produttori locali hanno sapientemente registrato ed utilizzato marchi di importanti prodotti Made in Italy per la commercializzazione dei propri prodotti sul territorio. Il riconoscimento dell’equivalenza tra le rispettive normative coronato dall’apertura recente del mercato alle carni suine fresche, offre notevoli opportunità per i produttori italiani, anche alla luce degli accordi CETA che prevedono il riconoscimento e la protezione delle denominazioni geografiche. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 46 18 | ETICHETTATURA DEI PRODOTTI ALIMENTARI PREIMBALLATI 1. Il nome comune del prodotto ed il peso netto in misure metriche devono apparire, in inglese e francese, sulla superficie esposta; 2. il nome e l’indirizzo dell’entità responsabile (come per esempio il produttore o l’importatore) assieme alla lista degli ingredienti possono apparire su qualsiasi lato del pacchetto ad eccezione di quello inferiore; 3. se la data limite di conservazione del prodotto è inferiore ai 90 giorni, deve apparire sul pacchetto; 4. le informazioni obbligatorie devono essere bilingue (inglese e francese) all’eccezione del nome ed indirizzo dell’entità responsabile; 5. i dati numerici per la dichiarazione delle quantità nette devono essere indicati in lettere nelle seguenti dimensioni: • 1,6 mm se la superficie principale del pacco è al massimo di 32 cm2 • 3,2 mm se la superficie principale del pacco è superiore ai 32 cm2 ed inferiore ai 258 cm2; • 6,4 mm se la superficie principale del pacco è superiore ai 258 cm2 ed inferiore ai 645 cm2; • 9,5 mm se la superficie principale del pacco è superiore ai 645 cm2 ed inferiore ai 2,580 cm2; • 12,7 mm se la superficie principale del pacco è superiore ai 2,580 cm2. Riassunto delle informazioni che devono figurare in etichetta: 1. Tabella dei valori nutrizionali 2. Tabella degli ingredienti 3. Nome e indirizzo dell’entità responsabile 4. Data limite conservazione (<90 gg) 5. Paese di origine o menzione che il prodotto è importato 6. Peso netto 7. Dichiarazione prodotti allergeni (in vigore dall’inizio agosto 2012) 8. Unità di misura (ml, mg, porzioni) 9. Altre informazioni obbligatorie 10. Codice a barre ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 47 Dal mese di dicembre del 2007 vige per tutte le tipologie di prodotti alimentari confezionati e commercializzati sul territorio del Canada l’obbligo di apporre, secondo le linee guida e le indicazioni fornite dalla Canadian Food Inspection Agency (CFIA) l’etichetta dei valori nutrizionali del prodotto. Si prescrive altresì la compilazione dell’etichetta in lingua francese ed inglese, ossia nelle due lingue ufficiali della federazione canadese, e si impongono alcuni standard minimi nella trascrizione dei valori e delle cifre sull’etichetta da apporre sul prodotto. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 48 19 | DICHIARAZIONE DEI PRODOTTI ALLERGENI Dal 4 agosto 2012 è entrato in vigore il nuovo regolamento federale sull’etichettatura dei prodotti alimentari preconfezionati. Il regolamento prevede che la presenza di ingredienti che possano provocare allergie siano indicati in modo chiaro in etichetta, utilizzando un linguaggio comprensibile per il consumatore. La dichiarazione di presenza di allergeni è obbligatoria anche sulle etichette apposte sulle bottiglie di vino. Health Canada ha compilato una lista delle dieci classi di allergeni considerati prioritari, ovvero: arachidi mandorle nocciole pecan pinoli macadamia pistacchio e noci, uova, latte, farina di grano, soia, semi di sesamo, crostacei, pesce e frutti di mare, solfiti e grani di senape. La legge prevede, inoltre, l’identificazione in etichetta di fonti di glutine e di eventuali solfiti aggiunti. Tutte le informazioni obbligatorie riportate in etichetta devono essere in francese e in inglese. Per rispondere alle domande più frequenti sulla nuova regolamentazione, il Ministero della salute ha messo a disposizione sul proprio sito internet (www.hc-sc.gc.ca) una sezione Q&A relativa alla nuova normativa. Circa 2,5 milioni di canadesi, su una popolazione di 34 milioni di abitanti, hanno dichiarato di soffrire di almeno una intolleranza alimentare, mentre secondo alcune stime la celiachia colpisce attualmente circa l’1% della popolazione. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 49 20 | BREVI CENNI SULLA LEGISLAZIONE CANADESE Cenni generali In Canada sono vigenti due ordinamenti giuridici: Common Law e Civil Code (vigente nella sola provincia del Quebec). Tipi di Società canadesi Società individuale (Sole Proprietorship) Società in nome collettivo (Partnership) Società a responsabilità limitata (Limited) Società per azioni (Corporation) Filiali (Branch e Subsidiary) Formalità contrattuali Nella stipula di un contratto bisogna tener conto di diversi aspetti normativi: Elementi essenziali di un contratto internazionale: 1) Accordo tra le parti sulla legge applicabile al contratto, lingua utilizzata ed assunzione oneri spettanti per la traduzione dello stesso. 2) Tempi per la stesura del contratto. 3) Caratteristiche dettagliate del prodotto da spedire o servizio da effettuare (quantità, specifiche tecniche, qualità del prodotto, imballaggio, etichettatura, certificati sanitari, ecc.) 4) Tempi di consegna. 5) Assunzione oneri di trasporto e sdoganamento. 6) Modalità di pagamento: Prezziario; Eventuali sconti da applicare sugli ordinativi; Tempi per i pagamenti (es.: anticipo alla firma del contratto, alla consegna merci, a scadenza 30 giorni, ecc.); Tipo di pagamento: lettera di credito privilegiato, tratta bancaria, assegno certificato (in Canada è ammesso anche l’assegno post datato). I sistemi di pagamento più utilizzati sono: assegno bancario (cheque); assegno bancario a copertura garantita (certified cheque); lettera di credito (letter of credit); Cash On Delivery (C.O.D.) e bonifico bancario; meno utilizzati sono: ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 50 Contante (cash); Cambiali (bill of exchange o promissory note) e pagamento contro documenti. Tipo di valuta con la quale saranno effettuati i pagamenti. 7) Assicurazione sulle merci. 8) Assunzione oneri (percentuali) e modo di rimborso. 9) Individuazione e definizione dei prodotti. 10) Territorialità. 11) Esclusività alla commercializzazione del prodotto. 12) Durata del contratto. 13) Condizioni di vendita. 14) Commissioni. 15) Obbligazioni (non concorrenza, garanzia di assistenza, di fornitura, ecc.) Clausole specifiche: 1) Clausole sottointese (Implied Conditions) 2) Patto di riservato dominio 3) Products Liability 4) Accordi di licenza e diritti di licenza (Royalties) 5) Franchising In Canada, essendo uno stato federale, non esiste una legislazione contrattualistica uniforme; ogni provincia ha una sua normativa in materia. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 51 21 | DOCUMENTAZIONE DOGANALE Documenti necessari per lo sdoganamento e l'importazione Customs Cargo Control Document (due copie) Fattura commerciale e/o Canada Customs Invoice (due copie) riportante le seguenti informazioni: • Paese di origine • Descrizione della merce • Quantità • Prezzo unitario di ogni articolo • Prezzo globale di tutti gli articoli dichiarati in fattura Modulo B3 (due copie) Tasse al valore aggiunto Tassa federale: GST 5% Tassa provinciale di vendita al dettaglio sul valore aggiunto: PST (da 0% a 10 % secondo la provincia) Alcune province hanno armonizzato la propria tassa con quella federale ed applicano un’unica tassa, la HST (13% - 15%) Esempi di alcune aliquote doganali 0210 Prosciutti in esenzione 0406 Formaggi 3,32 cent / kg (parmigiano, provolone, mozzarella, romano, ecc.) I formaggi importati in eccedenza delle quote pagano un dazio superiore al 245% 1509 Olio d’oliva in esenzione 1704 Dolciumi 9,5% 1806 Cioccolato 5% - 6% 1902 Pasta 4% - 6% 1902.20 Pasta ripiena 11% Prodotti soggetti a licenza o contingenti (Export & Import Permit Act E-17): • Burro, formaggi, latte e derivati, uova, pollame, carni, pasta fresca, grano • Autorizzazione provinciale dei monopoli: vino, birra e liquori. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 52 Licenze d'importazione Piante, animali Prodotti agricoli Prodotti lattiero-caseari Carni lavorate Certificati Prodotti agroalimentari Principali Legislazioni Food and Drugs Act Consumer Packaging & Labelling Act & Regulations Canada Agricultural Act ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 53 22 | ICE-CANADA Toronto office Montreal office 365 Bloor St. East, Suite 1802 Toronto, ON, M4W 3L4 T. +1.416.598.1566 F. +1.416.598.1610 E. [email protected] W. www.italtrade.com 1000 rue Sherbrooke Ouest, Bur. 910 Montréal, QC, H3A 3G4 T. +1.514.284.0265 F. +1.514.284.0362 E. [email protected] W. www.italtrade.com ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 54 23 | APPENDIX A: FOCUS IMPORTAZIONI DI FORMAGGIO IN QUEBEC Come anticipato nel capitolo 6 della presente nota, e specificamente a pagina 19, le importazioni di formaggio in Canada nel 2014 sono aumentate del 9% rispetto all’anno precedente, e di ben $33,3 milioni CAD rispetto al 2012. Le importazioni di formaggio dagli Stati Uniti sono cresciute dell’8%, così come quelle da Svizzera e Norvegia, rispettivamente +21% e +22%. Le importazioni di formaggio francese sono essenzialmente stabili, -0,4% rispetto al 2013, mentre le importazioni di formaggio dall’Italia hanno registrato un calo dell’1,6%. Il grafico a pagina 20 dimostra come gran parte di questo calo sia dovuto al crollo delle importazioni di formaggio italiano nella provincia del Québec. La Francia è storicamente il primo fornitore di formaggio del Québec. Nel 2004 registrava $48 milioni di esportazioni verso la provincia, e nel 2014 l’ammontare era pari a $52 milioni, circa 1/3 dei $144 totali. Il rapporto decennale tra le importazioni totali di formaggio del Québec e le forniture francesi è rappresentato nella Tabella Mondo-Francia sottostante. Tabella Mondo-Francia: Decennale delle Importazioni di Formaggio del Quebec, in milioni CAD TOTALI Francia 180 $144 160 140 120 $103 100 80 60 $52 $48 40 20 0 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Per quanto riguarda invece gli altri top players delle forniture di formaggio del Québec (Svizzera, Stati Uniti e Italia) si sono registrati cali sostanziali a partire dal 2012. Tuttavia, mentre per Svizzera e Stati Uniti c’è stata una ripresa nel 2013, per l’Italia il trend negativo è continuato. I dati decennali sulle importazioni di formaggio in Québec non lasciano spazio a equivoci: dal 2012, le importazioni di formaggio dall’Italia sono crollate e non hanno agganciato la ripresa nel 2013, come invece hanno potuto gli altri top players. I trend sono rappresentati nella seguente Tabella ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 55 Top Players, che mostra il quadro decennale delle forniture di formaggio del Québec, da Norvegia, Svizzera, Stati Uniti e Italia. Tabella Top Players: Decennale delle Importazioni di Formaggio del Quebec, in milioni CAD Norvegia Svizzera Stati Uniti Italia 30 $23 25 20 $12 15 $14 10 5 0 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Nell’arco di 3 anni, le forniture di formaggio dall’Italia al Québec sono tornate sostanzialmente ai livelli del 2004, ovvero quelli di dieci anni fa. Nel 2014, l’Italia è scivolata al quinto posto fra i maggiori fornitori di formaggio del Québec, e nel 2015 è auspicabile che recuperi la posizione che le compete: seconda overall, come nel 2011. ICE-Canada | Nota Agroalimentare 2014 | p. 56
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