In tutto il Mondo si sono svolte manifestazioni pacifiche di dissenso
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In tutto il Mondo si sono svolte manifestazioni pacifiche di dissenso
Voci dal Sud Anno VII° - n. 11 - Novembre 1 w w w . s o s e d .eu 2011 Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 OMAGG IO Euro 1,55 In tutto il Mondo si sono svolte manifestazioni pacifiche di dissenso contro lo strapotere delle banche e dei poteri forti economici che affamano il mondo. A Roma, invece, un gruppuscolo di provocatori di professione molto ben organizzati ed istruiti alla guerriglia urbana, si sono intrufolati nel pacifico corteo ed hanno messo a ferro e fuoco la Città offrendo al mondo intero uno spettacolo indecoroso di inciviltà Voci dal Sud 2 AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu Voci dal Sud ... ai quattro venti Periodico indipendente di Attualità, Storia e Cultura Rassegna stampa dai mass media Reg. Tribunale di Palmi nr. 01/05 (fasc. 183/05) del 28/4/2005-2/05/2005 Fromo Editore - Rosarno (RC) casella postale 77 c.da Sella Badia 9 - 89025 ROSARNO tel. 333 6793434 - fax 0966 444118 Indirizzo Internet www.sosed.eu e-mail: [email protected] Direttore responsabile ed editoriale Franz Rodi-Morabito Segretaria redazione, Patrizia Rodi-Morabito Comitato redazione Mariasole Dalmonte e Michele Guardo Impaginazione telematica Mariasole Dalmonte __________________ ABBONAMENTI (momentaneamente Omaggio) ordinario euro 15.50 sostenitore euro 26.00 enti/associazioni euro 26.00 Amici Voci dal Sud euro 52.00 Versamento tramite: Conto Bancoposta n.19810555 ABI 07601 CAB 16300 intestato a: Fracesco Rodi-Morabito (RC) PUBBLICITA’ - Tariffe modulo cmq 36 b/neuro 13* modulo cmq 64 b/neuro 26* modulo cmq 128 b/n euro 39* 1/2 pagina interna b/n euro 52* Pagina intera interna euro 100* * A colori + 20% (I prezzi si intendono per ciascuna uscita) Altri moduli o posizioni di rigore (1.a ed ultima pagina, ecc.): da convenire. 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Pag 5 - Gheddafi trucidato, l’Onu apre un’inchiesta Pag 6 - Rosarno - Comincia la stagione dei raccolti, tornano i migranti a Rosarno, ma per loro nessun promessa realizzata Pag 7 - Rosarno - Alla stazione ferroviaria di Rosarno manca il servizio disabili Pag 7 - Rosarno - Una rete per unire i rosarnesi nel mondo Pag 8 - Seminara - Riunione operativa per favorire l’unione dei Comuni Pag 8 - L’Articolo è stato rimosso su precisa richiesta dell’interessato Pag 9 - San Ferdinando Calabro - L’”Atlante” in mani bergamasche Pag 10 - Delianuova - Inaugurata la “casa” degli Scout una donazione della famiglia Ietto Pag 10 - Diamante - Stilato accordo tra l’Accademia italiana del peperoncino e l’Università La Sapienza di Roma. Pag 11 - Gioia Tauro - Una montagna di debiti, ma ... il Sindaco scopre un cospicuo credito! Pag 11 - Gioia Tauro - Ambulanze assegnate alla Croce Rossa e a un’associazione Pag 12 - Gioiosa Jonica - La Jonio-Tirreno sta per essere chiusa al traffico nella parte finale Giustizie ... ed ingiustizie Pag 13 - Canone Rai: imposta odiata e ritenuta ingiusta, ma va pagata! Fisco Pag 14 - Nasce il nuovo redditometro Un sistema con 100 voci di spesa Pag 14 - Occhio a quanto spendi: il fisco ti guarda! La Casta Pag 15 - Incassi mensili dei Governatori Regionali I Grandi Misteri Pag 17 - Assolti in secondo grado Amanda Knox e Raffele Sollecito accusati dell’omicidio di Meredith Kercher Pag 19 - La Knox accolta a Seattle come un’eroina ma non tutti credono alla sua versione Pag 19 - Amanda per il momento è innocente - Come sono andati i fatti? Rudy Guede certamente sa quello che è accaduto, ma non lo dice Pag 20 - Rispettate la memoria di Meredith Pag 21 - Scompaiono le prove del delitto di Roberta Lanzino! Pag 21 - Emergono nuovi abusi su suor Tania Economia Pag 22 - La procura di Trani indaga su Standard & Poor’s ... continua a pagina successiva 4 Voci dal Sud AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu Pag 22 - Anche Fitch declassa l’Italia: «È troppo vulnerabile» Pag 23 - Marcegaglia: l’uscita di Fiat un grave errore conviene a tutti rimanere in Confindustria Pag 23 - Ancora in forse la sesta tranche alla Grecia dalla Ue Greenspan impietoso: Atene è già fallita Agricoltura Pag 24 - Agrumi nella Piana, lenta agonia Pag 25 - La gravissima crisi del settore oleario nella Piana di Rosarno/Gioia Tauro si consuma nell’indifferenza generale delle nostre Organizzazioni di Categoria Pag 26 - «Agricoltori scippati da Loiero» Pag 27 - Quasi distrutta la produzione delle castagne Pag 28 - Agricoltura, ricetta anticrisi Pag 29 - Mentre in Italia difendiamo ancòra i piccoli insediamenti, in Spagna si inaugura l’oleificio più grande del mondo! Pag 30 - Nasce ufficialmente “La Città del Porto” Pag 31 - Fotovoltaico: Calabria ultima regione del sud e tra le ultime dell’intera penisola Pag 32 - «L’Italia rispetti di più gli immigrati e ora basta con gli slogan razzisti» Pag 33 - Rosarno e gli extracomunitari: la soap opera senza fine. Pag 34 - Sarebbe ora di riabilitare Rosarno, ma le autorità regiomali e provinciali sono assenti La foto del giorno Pag 35 - A Rosarno sono terminati i lavori a Piazza Convento, ma già qualcosa non funziona! Archeologia sub marina Pag 36 - Il relitto del “Titanic” inglese ritrovato al largo della Liguria Anniversario Pag 37 - Da oltre 100 anni il Cristo Redentore svetta sull’Aspromonte Attività del Corpo Forestale Pag 38 - Sequestrata mezza tonnellata rifiuti ed un autocarro Pag 39 - Facebbok sa tutto di tutti noi! Parolisi è stato “spulciato “ proprio tramite Facebook Notizie brevi o curiose Pag 40 - Il prete inizia la cerimonia prima che giungesse la sposa Pag 40 - Scambiate nella culla alla nascita, scelgono di rimanere con le famiglie “sbagliate”con cui hanno vissuto 12 anni Pag 41 - A San Pietro a Maida, nel 1921 un incidente ferroviario fece immaginare una rapina al treno! Pag 41 - Curioso episodio ... a latere dell’incidente Arrivederci al prossimo numero Voci dal Sud 5 w w w . s o s e d .eu Editoriale Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 di Franz Rodi-Morabito Finalmente è finita la dittatura di Gheddafi, ma nel modo peggiore ! Ancora una volta ad uscirne sconfitta è stato “la civiltà” ed a vincere è stata la belva che si nasconde nell’animo dell’essere umano L’Italia è capofila nella “guerra” contro la pena di morte perchè è ritenuta indegna di un popolo civile. Prescindiamo dalle nostre convinzioni personali e condividiamo il principio. Ma ... come facciamo coincidere questa nostra peculiarità con quanto avvenuto inLibia dove il Colonnello Gheddaffi è stato catturato e barbaramente trucidato? Indubbiamente era un criminale, una belva umana che aveva sulla coscenza 40 anni di stupri materiali e morali sulla popolazione Libica, e non solo, MA ... era pur sempre un uomo, un essere umano (anche se lui lo aveva dimenticato!) e noi avevamo il dovere di neutralizzarlo, catturarlo e processarlo così come si auspica anche riferendosi ad autori di criminali comuni. Come conciliamo quanto predichiamo contro la pena di morte ed il fatto che NESSUNO abbia protestato per il modo truce con cui è stato giustiziato? Non accettiamo la pena di morte irrogata dopo un giusto processo, ma accettiamo questa pena di morte irrogata dopo un processo sommario. Ed inoltre chiedo come conciliamo i nostri asserti di cviviltà con le immagini truci dell’uccisione “in diretta” trasmesse da tutte le TV del mondo? Nessuno ha protestato (mi sembra) e le nostre case, i nostri figli, noi stessi abbiamo assistito a scene raccapriccianti e ripugnanti. Mi par di ricordare che esiste un articolo del Codice che dice che sono vietate le foto che creano sconcerto o ripugnianza; non esiste più? è stato abrogato? E’ non è l’unico caso, am temo ci si stia avviando verso un imbarbarimento sempre maggiore. Ricordate quella famosa cattura ed omicidio di Mussolini, la Petacci ed altri appesi ad una trave di ferro di un distributore di benzina di Piazzale Loretto nella vicilissima Milano? ed i cadaveri degli styessi, prima di essere appesi che giacevano per terra fotografati, filmati, sputati e vilipesi dalla gente senza che nessuno intervenisse? e le immagini di Mussolini e la Petacci buttati per terra nella stazione ferroviaria Tiburtina (mi sembra) quando furono trasferiti a Roma? E per avvicinarci a noi nel tempo ricordate la cattura di Saddam Ussein? non dimenticherò mai, finche vivrò, la tremenda scena di qualcuno che gli allargava la bocca con le dita per controllarlo all’interno. E Bin Laden? le foto ed i filmati hanno imperato nei mass media ed in Iternet. Questi solo alcuni casi, ma potrei fare una enciclopedia! Ed allora, cari amici, siamo delle belve che fingono carità cristiana. Siamo belve assetate di sangue pronti scatenarci alla prima occasione. Gheddafi doveva essere spazzato via dal potere che deteneva con il terrore e metodi bestiali; doveva essere cattura; doveva essere processato come si conviene a qualsiasi essere umano in nome di quella dignità tanto sbandierata; doveva essere condannato, ma nessuno aveva il diritto di trucidarlo dopo un processo sommario operato da quattro persone accecate dall’odio. Anche noi siamo stati vilipesi dai mass media che ci hanno proprinato giorni e giorni di servizi truci e raccapriccianti. Gheddafi trucidato, l’Onu apre un’inchiesta Le immagini che rimarranno nella storia mostrano il corpo insanguinato dopo essere stato calpestato Gaetana D’Amico - Gazzetta del Sud ROMA - Catturato vivo e poi ucciso con un colpo di pistola alla tempia. Quando ormai per lui non c’era nessun altro posto dove nascondersi. Sono passate solo 24 ore dall’uccisione di Muammar Gheddafi a Sirte ma le polemiche sulle circostanze della sua esecuzione si trascineranno a lungo. L’Onu e Amnesty International hanno chiesto l’apertura di un’inchiesta. Gli Usa sostengono che serve «trasparenza», mentre Russia e Sudafrica – e non sono le sole – hanno criticato la dinamica della sua cattura e quindi l’uccisione. Anche e soprattutto a causa delle immagini e dei video che hanno fatto il giro del mondo. Immagini cruente che mostrano gli ultimi istanti della vita del colonnello poco dopo l’attacco della Nato che ha bombardato il convoglio sul quale viaggiava. Braccato dai ribelli, il rais ha cercato un’ultima disperata fuga dentro un cunicolo di cemento per la condotta dell’acqua, ma è stato catturato subito. Le immagini che rimarranno nella storia mostrano il suo corpo insanguinato, dopo essere stato calpestato e strattonato. Poi si odono i colpi di pistola ed è visibile il foro alla tempia, quello che ha messo la parola fine a 42 anni di dittatura, come ha confermato anche il medico legale. Sulle circostanze della morte del rais ci sono almeno cinque versioni e ieri l’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha auspicato un’indagine. «C’è bisogno di un’inchiesta», ha detto a Ginevra il portavoce, Rupert Colville. «Maggiori dettagli – ha detto – sono necessari per stabilire se Gheddafi è stato ucciso durante gli scontri (come continua a sostenere il Cnt, ndr) o se è stato giustiziato dopo la sua cattura», come pare evidente dalle immagini. Quelle stesse immagini riprese con i cellulari quando il rais era ancora vivo e dopo la morte «messe insieme sono inquietanti», ha aggiunto Colville. Una posizione condivisa anche da Amnesty International che ieri ha invitato il governo libico ad indagare sulla morte di Gheddafi avvertendo che «se il presidente deposto è stato ucciso dopo la sua cattura questo costituirà un crimine di guerra», mentre il presidente sudafricano Jacob Zuma ha espresso rammarico per la morte del colonnello, sostenendo che doveva essere processato dalla Corte penale internazionale. Più duro il commento del ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, secondo il quale il rais doveva essere trattato come un prigioniero di guerra. Lavrov punta il dito contro la Nato, sostenendo che il convoglio sul quale viaggiava Gheddafi non minacciava nessuno quando è stato attaccato dall’Alleanza. Voci dal Sud 6 AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu R o s a r n o Comincia la stagione dei raccolti, tornano i migranti a Rosarno, ma per loro nessun promessa realizzata Solo un centinaio troveranno ospitalità presso il campo continers di Testa dell’Acqua, ma gli altri dovranno abitare nei tuguri e nelle casette coloniche dirute! Di tutte le opere promesse a suo tempo dalle Autorità per nessuna è iniziata la realizzazione - Rosarno si augura di non venire un’altra volta additata alla pubblica ignominia mondiale Giuseppe Lacquaniti - Gazzetta del Sud Rosarno - Stanno per fare ritorno i migrantes, richiamati a Rosarno dalla campagna di raccolta dei mandarini, dei Kiwi e delle arance. Stando alla devastante crisi del settore, che quest’anno pare stia investendo anche il comparto dei kiwi, il numero dei migranti dovrebbe essere più contenuto rispetto alle annate precedenti. Non si arriverà certamente al picco del dicembre 2009, il mese precedente alla rivolta, quando solo nella zona di Rosarno gli extracomunitari superavano le 2000 unità, la stragrande maggioranza accampata a sud, nella fabbrica fatiscente dell’ex Opera Sila, e a nord, tra i ruderi dell’ex Rognetta (di proprietà del Comune di Rosarno) proprio a ridosso della periferia cittadina. Sparsi per i tuguri, le casupole abbandonate, i pagliai delle campagne, vedremo altre centinaia di disperati. Tutti in condizioni di vita spaventose. Per circa 20 anni, a parte i rosarnesi, nessuno si è accorto della loro presenza. C’è voluta la rivolta per portarli alla ribalta del mondo, ma lo ha fatto sotto una luce sbagliata dal momento che i rosarnesi li hanno sempre aiutati. Ma l’esame di coscienza collettivo, specie di quelli che per tanto tempo si sono girati dall’altra parte, fingendo di non vedere, si è risolto in un ingiusto atto d’accusa nei confronti della popolazione di Rosarno, incolpata di razzismo e sfruttamento. Con un colpo di spugna, da “città cosmopolita”, come l’aveva definita il sindaco comunista Lavorato durante il decennio della sua amministrazione (1994-2003), Rosarno è stata declassata - per colpa purtroppo di un gruppo sparuto di facinorosi e di speculatori - a paesaccio di negrieri, luogo infernale dove si replicavano le pratiche abiette dello sfruttamento razzista. A quasi 2 anni di distanza la verità s’è fatta strada. I migranti all’indomani della rivolta del gennaio 2010 sono ritornati ed accolti alla stessa stregua dei tanti lavoratori che, provenienti soprattutto dai paesi dell’est, si sono integrati nel tessuto economico e sociale cittadino. Anche se vi è una maggiore presa di coscienza da parte delle istituzioni, il problema dell’accoglienza dei migranti stagionali permane. La città non è assolutamente nelle condizioni di assicurare una dimora dignitosa a tutti. Non esistono le condizioni di fatto, non essendoci abitazioni disponibili. Dove andrà a vivere la massa di giovani africani che tra qualche settimana giungeranno a Rosarno? Solo un centinaio potranno essere ospitati nel campo di accoglienza di Contrada Testa dell’Acqua, che, a seguito dei riscontri positivi registrati con la passata esperienza, non è stato smantellato e quindi potrà essere riaperto, ma Questi Migrantes “fortunati” hanno trovato un casolare di campagna a ... molte stelle visto che manca parte del tetto! solo dopo che il Comune avrà assegnati dalla Regione i fondi necessari per la sua gestione. Ci sono in cantiere, su iniziativa del Ministero dell’Interno, della Regione Calabria e del Comune di Rosarno, progetti per la realizzazione di strutture, su terreni confiscati, da adibire a beneficio dei migranti, ma ci vorranno alcuni anni per portarli a definizione, per ora sono tutti in fase progettuale. Sta di fatto che, anche per questa stagione, gran parte dei giovani africani sarà costretta a vivere nelle campagne in condizioni disumane. Chiudendo l’ex Opera Sila e distruggendo l’ex Rognetta sono stati cancellati i luoghi di massimo concentramento, ma non è stato risolto il problema abitativo. Per cibo e vestiti ci penseranno, come al solito, l’84enne Mamma Africa (al secolo Norina Ventre) la Caritas e altre associazioni umanitarie religiose e laiche. (n.d.r. ci sarà comunque molta carne a cuocere per i demagoghi che intorno a Natale, troveranno abbondante pane per alimentare sterili polemiche prive di realtà risolutive. Vedremo nuovamente ciceruocchi èpontificare, nuovi “iniviati speciali” dei mass media sia della carta stampata che delle TV scendere ed affondare a piene mani nella triste situazione di questi poveracci MA CUI NESSUNO ha rivolto il proprio pensiero durante l’estate in due lunghi anni).- Voci dal Sud 7 w w w . s o s e d .eu Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 R o s a r n o Alla stazione ferroviaria di Rosarno manca il servizio disabili La denuncia del delegato ai Trasporti, Tanino Spataro .- Nei giorni scorsi un disabiole ha dovuto telefonare ad un suo amico, Fischè Mobili, che gli ha mandato due suoi dipemdenti che lo hanno fatto salire sul treno con la sua carrozzella! KETY GALATI - Il Quotidiano della Calabria ROSANRO - Il delegato dei trasporti di Rosarno, prof. Gaetano Spataro denuncia la mancanza del servizio disabili alla stazione ferroviaria della città rosarnese. A tal proposito, Spataro, in una lettera indirizzata al primo cittadino di Rosarno, Elisabetta Tripodi, si scaglia contro l’ingegnere Francesco Silipo, responsabile delle infrastrutture e direttore dei lavori in corso alla stazione ferroviaria cittadina, accusandolo «di non aver mantenuto quanto si era concordato in un incontro svoltosi a Reggio Calabria nel mese di aprile scorso, in cui si era stabilito che entro maggio si sarebbe effettuato il servizio per i disabili». «Parole», ha tuonato il delegato dei Trasporti rosarnese! Ed ha aggiunto, «attualmente i disabili che per necessità devono usufruire dei servizi di trasporto nella stazione ferroviaria di Rosarno sono abbandonati a se stessi. Contrariamente a quanto accade nelle stazioni di destinazione. L’ultimo disagio - ha continuato Spataro- si è registrato il 17 settembre scorso. Un viaggiatore in carrozzella, in attesa dell’Eurostars delle 9.45 per Roma Termini, è stato costretto a chiamare un suo amico mobiliere, il quale giunto alla stazione rosarnese ha provveduto a sistemarlo sul treno. Arrivato a destinazione, c’era la compagnia dei servizi preposti a tale compito». Spataro che non si rassegna alla mancanza di un servizio per disabili legittimo ha lanciato infine un appello a Francesco Teofilo, capo compartimento e direttore della Rfi, raccomandandolo «di provvedere al più presto all’avvio del servizio per disabili, che si dovrà effettuare su tutti i sei binari della stazione abilitati al traffico. Sarebbe tempo - ha concluso - il delegato dei trasporti Spataro - che questi spiacevoli disagi si eliminassero, nel rispetto particolare di questa gente». Una rete per unire i rosarnesi nel mondo g.l. - Gazzetta del Sud In occasione di un interessante incontro sul tema dell’emigrazione in Argentina, svoltosi nell’auditorium del Liceo scientifico “Piria”, è stata tenuta a battesimo l’associazione “Rosarnesi nel mondo”, con l’obiettivo, come sottolineato dal Presidente Cosma Ferrarini, «di creare una rete che metta insieme i circa 50/60 mila rosarnesi, di seconda e terza generazione, sparsi per i cinque continenti». Ferrarini ha anche annunciato che a breve sarà operativo su Internet uno sportello di servizio, a disposizione di tutti gli emigrati rosarnesi, a cui potranno attingere notizie relative a città, regione e patria d’origine, e a cui potranno fare riferimento per servizi di varia utilità in campo amministrativo, sociale e culturale. «Entusiastica la risposta alla nostra iniziativa pervenutacidall’Argentina –ha proseguito Ferrarini – dove il nostro concittadino Francesco Mazzotta ha dichiarato la disponibilità ad aprire due sedi, a Buenos Aires e a La Plata, dove ospitare la nostra associazione». Il meeting, moderato da Domenico Romeo, è stato aperto dall’intervento della preside del Liceo Mariarosaria Russo. A nome dell’amministrazione comunale, l’assessore Francesco Bonelli ha messo in rilievo come la nascita della nuova associazione «rappresenti il segno della determinazione della città a proseguire sul piano della crescita socio-culturale». In rappresentanza della Provincia, il consigliere Giovanni Arruzzolo ha messo in rilievo come «il tema dell’emigrazione sia ancora attuale, considerata la continua fuga di cervelli». Molto graditi dal pubblico presente i saluti della comunità calabrese in Argentina portati da Antonio Ferraiolo, presidente dell’associazione calabrese di Mutuo soccorso e culturale di Buenos Aires. A raccontare l’epopea degli emigranti calabresi in terra d’Argentina è stata la giornalista Maria Cristina Borruto, figlia di genitori reggini, che assieme alla pittrice Ida De Vincenzo (nativa di Cropalati e ritornata in Calabria dopo 50 anni) sta conducendo in tandem un tour in Italia dal titolo emblematico “Mi pais, mi nostalgia”. La serata è stata arricchita dalla mostra di pittura di Liliana Saffioti; dalla esibizione del tenore reggino Aldo Iacopino e dalla performance degli allievi del Liceo, che hanno interpretato l’Inno di Mameli con una “variante” in chiave locale. Voci dal Sud 8 AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu Seminara Riunione operativa per favorire l’unione dei Comuni a.l. - Gazzetta del Sud «Unirsi mantenendo la propria identità». Con questi intenti, sulla scia del grande educatore, ambientalista e patriottico Umberto Zanotti Bianco, si è svolta la prima riunione operativa dell’unione dei Comuni. Nell’aula consiliare di Palazzo S. Giovanni a Melicuccà i sindaci Emanuele Oliveri, Luigi Chiappalone di Sinopoli, Antonio Bonamico di Seminara, il vice sindaco di Scido Giuseppe Zampogna; mentre il Comune di San Procopio è rappresentato dal commissario prefettizio Salvatore Fortuna, presente anche il segretario comunal, Egidio Ielo. Si approfondiscono alcuni percorsi attuativi di processi di unione alla luce delle recenti disposizioni legislative che prevedono l’accorpamento delle fondamentali funzioni comunali al di sotto dei 5.000 abitanti. Disposizioni obbligatorie e urgenti in vista della scadenza del 31 dicembre. A sostenere e illustrare le nuove normative ci pensano i collaboratori della Field (acronimo di Formazione innovazione emersione locale disegno del territorio). «Si tratta dell’avvio di un percorso istituzionale per molti versi difficile ma entusiasmante», dichiara il presidente Mimmo Barile «che porterà a una razionalizzazione della spesa degli enti locali e ad un percorso identitario comune fra tanti enti locali anche piccoli». Insomma, veri e propri processi conurbativi sul piano istituzionale. Favorevole anche il sindaco Bonamico che, in una nota, si dichiara favorevole all’organizzazione dei servizi a livello sovracomunale nell’ottica della razionalizzazione della spesa pubblica «in quanto l’annullamento di fatto delle realtà territoriali e delle municipalità impoverisce il già precario sistema sociale vissuto dai piccoli centri, soprattutto quelli del Meridione. Basta pensare cosa ha prodotto la scellerata scelta di annullare le autonomie scolastiche nei piccoli centri». Nella riunione i sindaci hanno affrontato il problema della Polizia Municipale, convenendo di creare una struttura a servizio dei Comuni aderenti. Insomma, si è trattato di un primo incontro indubbiamente positivo, di cui va sottolineata la volontà di affrontare le problematiche del territorio con ulteriore afflato sociale tra le popolazioni. Bivongi s e u s o s s o m i r sato o t a eres t s t è n i o ’ l l ico a del t r L’A hiest ric ta i c i pl Voci dal Sud 9 w w w . s o s e d .eu Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 San Ferdinando L’”Atlante” in mani bergamasche Agli ex dipendenti potrebbero essere pagate le mensilità arretrate Alfonso Naso - Gazzetta del Sud San Ferdinando - Dopo Brescia il “rilancio” arriva da Bergamo. Dopo la creazione, la breve parentesi operativa, la chiusura con uno strascico giudiziario durato anni, la mega fabbrica dell’”Atlante” sita nell’area industriale di San Ferdinando, a ridosso del Porto di Gioia Tauro ma gestita dal Consorzio per lo sviluppo industriale (Asi) di Reggio Calabria, ritorna nuovamente nelle mani di imprenditori lombardi. La conferma è arrivata nella giornata di ieri, quando il curatore fallimentare presso il Tribunale di Brescia, Flavio De Pandis, ha inviato la seguente comunicazione: «Sono in grado di dirle – riferito alla specifica domanda del cronista – che al termine del tentativo di vendita del 27 settembre scorso il complesso immobiliare è stato aggiudicato ad una società bergamasca che mostra serie intenzioni di riattivare lo stabilimento in San Ferdinando. Spero che ciò avvenga. Le valide premesse dovrebbero esserci». Una nota striminzita nella quale non si fa riferimento alla somma di rilevazione all’asta, né tanto meno alla società che ha riacquistato la grande fabbrica dopo anni di aste e gare deserte. Riepilogare la vicenda dell’Atlante è cosa ardua: ci sono voluti sette tentativi, di cui ben sei infruttuosi, per assegnare l’immobile con procedure deserte e mancanza di interesse per quel complesso produttivo nelle aree spettrali dell’Asi che era nato sotto i migliori auspici, registrando anche un “giallo” nell’ultima procedura svoltasi nel mese di luglio, quando un’offerta presentata da una ditta della Piana di Gioia Tauro (la “Detercart”), è stata esclusa, o meglio dichiarata irricevibile e il prezzo a base d’asta per il capannone improvvisamente aumentato dopo diversi ribassi. Una telenovela infinita, accompagnata anche dall’appello del curatore agli imprenditori calabresi per farsi avanti affinché quel complesso immobiliare potesse tornare a nuova vita. Dopo tanti colpi di scena eclatanti, il curatore De Pandis, non aveva inteso comunicarci (dopo che anche grazie alla “Gazzetta del Sud” aveva trovato imprenditori interessati ad acquistare l’immobile) l’esito della penultima procedura, né tanto meno l’indizione della nuova gara. Le offerte aperte nella giornata del 27 settembre appena trascorso partivano da 1 milione e 485 mila euro per la vendita del capannone e quei soldi evidentemente sono stati impegnati. Adesso, quindi, si torna a sperare per la ripartenza dell’attività imprenditoriale. Ma a ben vedere le condizioni dell’immenso lotto industriale sono molto precarie. Siamo andati qualche giorno fa a verificare lo stato dei luoghi, ma nelle immense aree gestire dall’Asi la situazione non è molto diversa, si respirava un’aria di completo abbandono. Da fuori la recinzione, tutta sigillata con lucchetti, si poteva notare lo sfascio della struttura. Infissi divelti o completamente inesistenti, uffici completamente “ripuliti” e una fitta vegetazione a fare da contorno. Sullo sfondo il mega fabbricato, una volta operativo nella costruzione di mezzi pesanti, chiuso e al cui interno ci sarebbero (il condizionale è d’obbligo) i macchinari per i quali a febbraio scorso l’asta era andata a buon frutto in favore di una ditta di Brescia. La parabola è completata, quell’immensa fabbrica, uno dei segni più eloquente del mancato sviluppo dell’area industriale, ritorna nelle mani di imprenditori del Nord che erano venuti a Gioia Tauro incassando forti investimenti per le aree depresse e che poi sono scappati via, lasciando molti lavoratori (circa un centinaio) senza lavoro. Proprio per questi ultimi, però, si apre un’altra speranza: se la vendita non subirà ulteriori problemi agli ex dipendenti potrebbero essere pagate le mensilità arretrate. Solo questo perché coloro che avevano creduto in quel sogno, nato con prospettive nobili ma ben presto infranto, non si faranno certo incantare dal nuovo imprenditore. Salvo fatti concreti. 10 Voci dal Sud AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu Delianuova Inaugurata la “casa” degli Scout una donazione della famiglia Ietto Marinella Gioffrè - Gazzetta del Sud DELIANUOVA - È stata inaugurata ieri la sede che ospiterà il gruppo Scout di Delianuova. L’immobile è stato donato alla parrocchia dagli eredi della famiglia Ietto, originari di Delianuova, che oggi vivono e lavorano a Roma. La giornata si è aperta con la celebrazione della Messa, alla presenza di tutti i genitori dei bambini e dei ragazzi scout, e in seguito, nel piazzale antistante la nuova sede, si è svolta la cerimonia dell taglio del nastro. Sono intervenuti oltre al parroco mons. Bruno Cocolo e alla capo gruppo scout Annamaria Gangemi, il sindaco Rocco Corigliano e alcuni rappresentanti della famiglia Ietto. Don Bruno ha ringraziato la famiglia per la donazione, ed ha fatto altresì sapere che sono stati spesi per la ristrutturazione dell’immobile circa 80 mila euro, utilizzando i fondi della parrocchia. il sacerdote ha voluto inoltre invi- tare «le persone di buona volontà a non stancarsi di fare il bene. I cattivi e gli indifferenti – ha continuato – c i saranno sempre, ma gli altri siamo chiamati all’impegno quotidiano e ai gesti di solidarietà». Il sindaco Corigliano ha messo in risalto l’attenzione che don Bruno ha sempre mostrato nei confronti dei giovani, ed oggi «concedendo loro un luogo adatto alle attività scoutistiche». Commosso, Franco Ietto si è detto «felice della scelta di donare la sua casa alla parrocchia, perché sarà destinata ai ragazzi, che costituiscono motivo di speranza in un momento di crisi generale». La famiglia Ietto, composta da imprenditori edili che un tempo davano lavoro a molte famiglie, sono stati costretti a lasciare il paese all’inizio degli anni settanta dopo un tentativo di sequestro di cui uno di loro è stato vittima. Diamante Stilato accordo tra l’Accademia italiana del peperoncino e l’Università La Sapienza di Roma. L’accordo per l’organizzazione di master universitario è stato siglato tra le due importanti organizzazioni. La collaborazione avrà inizio nell’ambito di un master di primo livello in «Scienze gastronomiche e patologie alimentari». Calabria Ora Dalle 9 alle 14, il presidente dell’Accademia Enzo Monaco terrà a Roma una lezione sul peperoncino, dalla storia alla botanica fino agli effetti salutistici e alle mille utilizzazioni in gastronomia. «L’Università La Sapienza, ha precisato la direttrice prof. Roberta Misasi - è scritto in un comunicato dell’Accademia - organizza con il Dipartimento di Medicina sperimentale master che hanno come obiettivo primario la valorizzazione delle nostre eccellenze gastronomiche, in particolare le principali produzioni caratteristiche dell’alimentazione mediterranea, come l’olio d’oliva, i formaggi, i salumi, la pasta, il vino e il peperoncino. La collaborazione - ha aggiunto il presidente Enzo Monaco - proseguirà per tutto l’anno accademico con la segreta speranza di estenderla nell’organizzazione dei seminari e degli stages che stiamo programmando con l’Università del gusto, appena costituita a Diamante». Voci dal Sud 11 w w w . s o s e d .eu Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 Gioia Tauro Una montagna di debiti, ma ... il Sindaco scopre un cospicuo credito! Gioacchino Saccà - Gazzetta del Sud Gioia Tauro - La società GSP, Gestione Servizi Pubblici con sede in Roma, è debitrice nei confronti del Comune di Gioia Tauro di una somma rilevante, ovvero oltre centotrentamila euro, per il ritardato pagamento di alcune fatture ancora insolute e più volte sollecitate attraverso i canali ufficiali dell’Ente. La società (con contratto in scadenza al prossimo 31 dicembre) gestisce da anni nel capoluogo della Piana il servizio di riscossione per le imposte comunali sulla pubblicità, per i diritti relativi alle pubbliche affissioni, il servizio di accertamento e riscossione della Tosap (tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche). Orbene la stessa deve al Comune di Gioia Tauro poco più di diecimila euro a saldo per i diritti di pubblicità relativi al terzo trimestre 2010 e 12.486 euro per il quarto trimestre; 17 mila per tributi incassati nel quarto trimestre 2010 relativi alla Tosap, nonchè 60 mila euro per i diritti sulle pubbliche affissioni relativi al primo trimestre dell’anno in corso e ancora 33.265 euro per la Tosap riguardanti lo stesso periodo. Complessivamente, si è appreso al Comune, si tratta di poco più di 133 mila euro, più gli interessi afferenti somme per le quali l’ente ha già emesso da tempo le regolari fatture e che la società romana non ha inteso ancora saldare. E il Comune, le cui ristrettezze finanziarie sono a tutti note, ha deciso di fare “guerra” alla GSP. Come? La risposta che arriva da Palazzo Sant’Ippolito è semplice e scontata: predisponendo tutte le formalità per avviare la richiesta di un decreto ingiuntivo che dovrà consentire di entrare in possesso delle somme, e non si tratta certamente di pochi euro, finora non riscosse. La Giunta Comunale, presieduta dal Sindaco Bellofiore, ha adottato un provvedimento ad hoc affidando l’incarico all’avv. Domenica Musitano, legale dell’ente, per cui sarà chiesto al Tribunale di Palmi di adottare il provvedimento che dovrà consentire il recupero delle somme. Una volta tanto, insomma, il Comune di Gioia Tauro, dove quotidianamente commissari ad acta ed ufficiali giudiziari bussano per riscuotere o per notificare decreti ingiuntivi per vecchi debiti, molti dei quali risalgono anche a dieci anni addietro, utilizza l’identico strumento per ricordare che se è vero come è vero che è oberato di...pendenze c’è anche un’altra realtà che parla di somme da riscuotere, anche se le stesse - purtroppo - non sono ingenti come i debiti. Ambulanze assegnate alla Croce Rossa e a un’associazione a. n . - Gazzetta del Sud Gioia Tauro - I problemi dell’emergenza nell’atto aziendale. Nel nuovo piano sanitario della provincia di Reggio Calabria, il problema per il territorio pianigiano rimane sempre quello cronico delle strutture dell’emergenza. Le divisioni operative per affrontare i grandi traumi toracici e cerebrali continuano ad essere lontane; così come manca nel documento la previsione di un grande centro di terapia intensiva completo. La distanza del territorio rispetto ai centri di intervento di neurochirurgia rimane tanta e con un sistema di comunicazione non eccellente. Il rischio è di perdite di tempo nel trasporto dei pazienti altamente nocive per la salute. La rete dell’emergenza nella Piana punta sull’integrazione dell’unico punto spoke (Polistena) con gli hub di riferimento. Per questo è necessario aumentare mezzi (ambulanze) e uomini per rendere il trasporto continuo ed efficace. All’interno dell’atto dell’Asp è previsto che le postazioni di emergenza territoriale nella Piana sono: Oppido Mametina, Gioia Tauro, Polistena e Taurianova e che in queste strutture sono necessarie delle ambulanze di tipo A medicalizzate. A tal proposito il dipartimento “Tutela della salute-Politiche sanitarie” della Giunta regionale ha emesso un decreto del 30 agosto scorso di autorizzazione per un’ambulanza proprio di tipo A (medicalizzata) «da adibire al trasporto di infermi o infortunati», in favore di un’associazione di volontariato con sede a Gioia Tauro. E sempre a Gioia arriverà presto un’altra ambulanza. A beneficiare del mezzo sarà in questo caso la locale sezione della Croce Rossa che è stata individuata dalla Giunta della Provincia di Reggio Calabria quale ente assegnatario. L’importanza dell’atto sta anche nel fatto che il tetto dell’ambulanza sarà a pannello fotovoltaico. Insomma un mezzo di ultima generazione che sarà acquistato direttamente dalla Provincia e poi sarà gestito dalla Croce Rossa a Gioia per le esigenze del territorio. 12 Voci dal Sud AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu Gioiosa Jonica La Jonio-Tirreno sta per essere chiusa al traffico nella parte finale La strada di collegamento interessata dai lavori della variante della nuova Statale 106 Per i veicoli in transito si renderà necessario utilizzare lo svincolo di Gioiosa J. Il Quotidiano della Calabria GIOIOSA JONICA - Il tratto finale della IonioTirreno sta per essere chiusa al traffico. Si tratta degli ultimi quattro chilometri, dallo svincolo di Gioiosa Jonica fino alla strada statale 106. La chiusura si rende necessaria per effettuare i lavori di sopraelevazione della costruenda variante proprio alla statale 106. Tecnicamente vengono chiamati “lavori di ammodernamento in nuova sede del tratto PalizziCaulonia, lotti 6-7-8 compreso lo svincolo di Marina di Gioiosa Jonica della S.S. 106 Jonica”. Si tratta di una grande opera infrastrutturale, che una volta ultimata consentirà di effettuare un salto di qualità a tutto il territorio della Locride, che mai come in questo momento sta conoscendo una fase di emarginazione. A detta di molti esperti, si tratta delle vere opere utili per la Calabria, non come il ponte sullo stretto di Messina. La titolarità della realizzazione dell’opera è dell’Anas, che in questi lotti opera con una società in “project financing” che si chiama Ar.Gi. (acronimo che sta per Ardore-Gioiosa), società cooperativa per azioni, a sua volta soggetta a direzione e coordinamento di Astaldi spa, il secondo gruppo italiano nel campo delle costruzioni. Nel tratto in questione, i cantieri stanno procedendo speditamente, sia a destra che a sinistra della Ionio-Tirreno. Si tratterà ora di congiungere i due costruendi viadotti, quello che attraversa il fiume Torbido e quello che si dirige vero Roccella, la qual cosa richiederà appunto la chiusura al traffico della strada che congiunge i due versanti della Calabria. Tecnicamente, sarà effettuato un abbassamento dell’arteria esistente ed una sopraelevazione della nuova 106. In seguito alla chiusura, i veicoli provenienti da Rosarno dovranno uscire allo svincolo di Gioiosa Ionica, lo stesso che sarà utilizzato per immettersi nell’arteria. Di conseguenza, vi sarà un carico notevole di traffico sulle strade comunali Marcinà-Agliona-Pirgo nel Comune di Grotteria e Viale delle Rimembranze, trasversale Giardini, strada provinciale cinque ed ex ferrovia Calabro Lucana nei territori dei Comuni di Gioiosa e di Marina di Gioiosa. Difatti, l’Anas ha iniziato, in questi giorni, a sistemare a proprie spese queste strade comunali, con bitumazione e segnaletica orizzontale e verticale, al fine di cercare di ridurre i disagi che, inevitabilmente, si creeranno. La soluzione individuata è scaturita da più incontri di conferenza dei servizi tenutesi in prefettura, ai quali hanno partecipato i Comuni di Gioiosa, Marina di Gioiosa, Grotteria, Polizia Stradale, protezione civile, Anas. La cifra messa sul tavolo da quest’ultimo ente, per l’esecuzione di queste opere collaterali, è di circa 400 mila euro. Nella tabella di marcia prevista per i lavori, la chiusura della Ionio-Tirreno sarà effettuata per un periodo di circa cinque mesi. L’auspicio è che tale termine venga rispettato, per non ritrovarsi la prossima stagione estiva in un caos totale. I disagi maggiori si verificheranno sul Viale delle Rimembranze, ubicato proprio in prossimità dello svincolo di Gioiosa Ionica, e che potrebbe intasarsi col traffico. Voci dal Sud 13 w w w . s o s e d .eu Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 Giustizia ed ... ingiustizie Canone Rai: imposta odiata e ritenuta ingiusta, ma va pagata! Eleonora Della Ratta - Yahoo News Potete giurare di guardare solo dvd o di seguire esclusi- parecchio utilizzato. Un problema che si pone anche per le aziende e per i vamente le partite su Sky, ma se avete un televisore in casa non ci sono dubbi: pagare il canone Rai è obbligatorio. liberi professionisti, che non possono fare a meno del pc, Nessuno è escluso, perché il regio decreto 246 del 1938, ma che lo usano per lavorare e non per seguire i programmi poi trasformato nella legge 880 del 1938 non prevede ecce- televisivi. I controlli. Non appena si cambia residenza o nasce un zioni: “Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od nuovo nucleo familiare arriadattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbliga- La Legge vigente, a nostro avviso, poteva avere va il canone Rai da pagare. Poi arriva un sollecito, poi to al pagamento del canone ragione di essere all’epoca della ancora un altro. di abbonamento”. promulgazione (1938) quando le trasmissioni Da quando non esiste più Meglio non farsi ingannare dal nome “canone”, però, radio erano monopolio dell’Eiar (poi l’obbligo da parte dei rivenditori di segnalare chi acquiperchè non si tratta di un ab- divenuta Rai). bonamento, bensì di una tas- Ma oggi che le freqeuenze sono state sta un apparecchio, l’elenco sa. liberalizzate ed i fornitori di trasmissioni sono dei nominativi viene stilato Anzi, la Corte Costituzio- acquirenti che hanno acquistato le frequenze incrociando i dati anagrafici con l’elenco degli abbonati. nale lo ha definito un’impoDati che vengono girati ai sta dal momento che il paga- dallo Stato per vendere un prodotto ai propri mento dovuto infatti non cor- clienti che senso ha che il cittadino debba 140 agenti sparsi per l’Italia. risponde necessariamente alla pagare alla Rai una somma per qualcosa che «Le comunicazioni vengono fruizione di un servizio ma di- non viene fornito dalla Rai che oltretutto non mandate a tappeto, spiega l’avvocato Bertucci, ma se pende dal semplice possesso è nemmeno la proprietaria delle frequenze? non si ha un apparecchio di un apparecchio. E anche su questo fronte non c’è molta A nostro modestissimo avviso si configura il televisivo non è obbligatochiarezza: il Regio Decreto , reato di estorsione perchè così diviene una rio pagare. Si deve stare attenti al con particolare lungimiranza, tangente. non parla di radio o televisio- Il mafioso dice al negoziante che apre un momento dei controlli però: ne, bensì di “apparecchi atti negozio di frutta è verdura “tu hai il permesso spesso capita che l’agente chieda solo di poter lasciao adattabili alla ricezione delle trasmissioni a la lavorare se paghi a me un tot senza che io re il bollettino e chiede una radiotelevisive ” (n.d.r.: faccia nulla per te”; e la Rai fa ugualmente firma per registrare la conCome faceva a prevedere nel tale discorso dal momento che dice al segna. È bene leggere attenta1938 che sarebbe stata inven- cittadino “tu hai il permesso a vedere un mente, perchè in realtà si tata la televisione?) programma senza che io faccia nulla se paghi sta firmando una dichiaraIl che, nel 2012, significa zione di possesso dell’appacomputer, videofonini e quan- a me un tot” (avallata e protetta dallo Stato). Ed allora lo Stato ha venduto ai gestori un recchio. t’altro. A quel punto la richiesta La questione è stata posta qualcosa che essi non possono rivendere? di pagamento è lecita». all’Agenzia delle Entrate che Se si cade in questo errore è possibile porre rimedio: «Si a sua volta ha girato il problema al ministero delle Comunideve immediatamente mandare una raccomandata con cazioni. «Il canone si paga sempre quando si possiede una TV, ricevuta di ritorno alla Rai spiegando quanto è accaduto ma il ministero delle Comunicazioni non ha fatto ancora e che ogni dichiarazione contenuta in quel documento chiarezza sugli altri apparecchi», spiega Emmanuela non è vera». Diverso se a bussare è la Guardia di Finanza: «A quel Bertucci, avvocato di Aduc. Ma allora, chi deve pagare? «Chiunque utilizzi un tele- punto si tratta di un accertamento sull’evasione: i militavisore, anche se non lo possiede: se due coinquilini han- ri chiedono solo se si possiede un apparecchio, mentre il no una sola tv entrambi devono pagare il canone, spiega controllo dentro casa è possibile solo se viene dato il consenso dal proprietario o con un mandato del magil’avvocato Bertucci . Invece, il pagamento si estende a più apparecchi di strato». Il controllo delle Fiamme Gialle scaturisce dall’accertauno stesso proprietario e ai suoi familiari che abbiano la mento dell’evasione cui consegue poi il recupero delle somsua stessa residenza. In pratica, se una persona paga il canone, questo bol- me maggiorate dalle sanzioni tramite cartella esattoriale. Solo in caso di mancato pagamento (o mancata opposilettino vale anche per la moglie e i figli. Ma se la moglie, per le ragioni più varie, ha un’altra zione) della cartella esattoriale parte una procedura esecutiva, che può portare al pignoramento dei beni, ma non alla residenza, allora devono pagare due volte». Se sugli apparecchi diversi dalla Tv non sono arrivati confisca. chiarimenti, il sito della Rai non fa eccezioni in base all’ap- Voci dal Sud 14 AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu Fisco Nasce il nuovo redditometro Un sistema con 100 voci di spesa Manuela Tulli - Gazzetta del Sud ROMA - Arriva il nuovo “redditometro”: martedì 25 otto- vrebbe partire in via sperimentale. bre sarà presentato dall’Agenzia delle Entrate alle categoSolo dopo il “test” il redditometro dovrebbe entrare a rie e subito dopo partirà la sperimentazione. regime. Un sistema con circa 100 voci significative di spesa, diIl 25 sono stati convocati le associazioni delle imprese, vise per macrocategorie applicate a undici tipi di famiglia. Confindustria, le organizzazioni riunite in Rete Imprese ItaSecondo quanto si apprende, il redditometro misurerà la lia, Anci, Assonime, i sindacati, gli ordini professionali di corrispondenza tra reddito dichiarato e spese effettuate, commercialisti, tributaristi, consulenti del lavoro. puntando l’attenzione su alcune voci in particolare. Verranno presentati gli esiti delle attività finora svolte e In parole povere il meccanismo fatto di incroci e pesi in particolare, «un prototipo del modello di valorizzazione dovrebbe essere in grado di misurare la fedeltà fiscale del degli elementi indicativi di capacità contributiva». contribuente. Il redditometro è «uno strumento essenziale per la lotta Ci saranno le auto, le barche, gli immobili, l’iscrizione ai all’evasione, commenta il presidente del Consiglio naziocircoli, i viaggi, solo per fare alcuni esempi. nale dei Commercialisti, Claudio Siciliotti. Le macrocategorie dovrebbero andare invece dai mezzi «È uno strumento trasversale, democratico che tocca di trasporto al tempo libero, alle spese per la casa, sempre dipendenti, autonomi e anche disoccupati, quando tanto per citarne alcune. disoccupati non sono», ha sottolineato. Ciascuna delle voci che verrà utilizzata ai fini dell’accerSiciliotti ha detto di augurarsi però che «non sia un quotamento sintetico dovrebbe avere un “peso” specifico. ziente familiare al contrario, ovvero che non ci sia un magLa stessa spesa poi potrebbe tenere conto del tipo di gior peso, in termini di presunzione di reddito, a seconda nucleo familiare: monoreddito, monoparentale, con uno, due, della numerosità della famiglia e che non vengano fatte nessun figlio, etc. differenze né nel tipo di voluttuosità della spesa né sulla I dettagli definitivi saranno messi a punto dall’Agenzia territorialità della stessa».(g.a.) delle Entrate entro la prossima settimana. Nel primo periodo lo strumento di lotta all’evasione do- Occhio a quanto spendi: il fisco ti guarda! Luigi dell Olio - Yahoo Finanza Barista lui, casalinga lei: i figli studiano all’Università e Lo scopo hanno ottenuto un posto in collegio per il ridotto reddito L’obiettivo è avere una fotografia per quanto possibile familiare. Un funzionario dell’Agenzia delle Entrate bussa fedele delle reali entrate per le famiglie italiane, da confronalla porta del bar e chiede lumi sull’auto di grossa cilindrata tare con quanto dichiarato. nella disponibilità familiare, sulle vacanze estive in Sicilia e Il presidente dell’Agenzia delle Entrate ha tenuto a chiasull’iscrizione al Golf Club cittadino. Siamo in un’ipotesi da rire che si tratta di “uno strumento di controllo, ma sopratgrande fratello di orwelliana memoria? Niente affatto: è lo tutto di compliance”, concetto che in italiano può tradursi scenario che potrebbe presentarsi a breve a qualsiasi fami- con il concetto di “conformità”, cioè di coerenza tra il liglia italiana. L’avvio del nuovo Redditometro promette, in- vello di spesa e il reddito dichiarato. fatti, di andare a caccia dei “furbetti del Fisco” con un proLe tappe cedimento induttivo: tracciando cioè i consumi, si arriverà In questa prima fase le associazioni di categoria e Ordini a identificare il reddito presunto. In caso di particolare professionali contribuiranno a raccogliere in maniera anoscostamento rispetto a quanto dichiarato (più del 20%), nima casi pratici, che dovranno essere inviati via Internet partiranno gli accertamenti. A questo punto spetterà al con- alla Sose (società per gli studi di settore), organismo di tribuente dimostrare che il mantenimento dei beni che risul- valutazione. tano in suo possesso è finanziato da redditi esenti o a Quindi, da febbraio, si partirà con il sistema dei controlli elargizioni di varia natura (ad esempio dei genitori). ormai a regime. Gli indicatori Finiranno nel mirino del Fisco 22milioni di famiglie, con L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato l’elenco di 100 una classificazione che terrà conto anche del differente voci, raggruppate in sette macro-settori, che vengono con- costo della vita nel territorio della Penisola. siderate per stimare la capacità di spesa dei contribuenti, a Si arriverà così a definire una serie di categorie di utentipartire dai redditi 2009. tipo, nei quali ciascun contribuente potrà riconoscersi atVi figurano la tipologia di abitazione (con valutazione, ad traverso simulazioni online, da effettuare nel momento in esempio, relativa all’affitto o proprietà e alle caratteristiche cui si accinge a fare la dichiarazione dei redditi. dell’immobile, cioè di lusso o popolare), i mezzi di trasporto In caso di scostamento notevole, l’Amministrazione fiutilizzati (auto, moto, abbonamenti ai mezzi pubblici), le at- nanziaria predisporrà un accertamento, che sarà tanto più tività sportive/ricreative svolte (desumibili dall’iscrizione approfondito quanto maggiore sarà lo scostamento tra in palestra) e la cura della persona, gli investimenti immobi- quanto stimato e quanto effettivamente dichiarato. liari e mobiliari, infine l’istruzione (frequenza di scuole pubbliche o private o di corsi di lingua). Voci dal Sud 15 w w w . s o s e d .eu Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 La casta : quanto guadagnano i governatori? Incassi mensili dei Governatori Regionali Marco Ratti - Yahoo News Sarà pure un lavoro scelto per essere al servizio dei cittadini, ma i governatori delle regioni italiane si fanno pagare quanto i top manager di grosse società per gestire la cosa pubblica. Ad andar male, il presidente di una giunta regionale intasca poco più di 7mila euro al mese, - netti, s’intende - ma la cifra può anche andare oltre i 14mila euro. E non c’è distinzione che tenga: a destra, a sinistra, al centro, al Sud come al Nord, si parla sempre e comunque di cifre decisamente consistenti. Appollaiati in cima alla classifica, i soli capaci di abbattere la barriera dei 14mila euro netti, ci sono U g o Nichi Vendola Cappellacci, Governatore Puglia Nichi Vendola e Raffaele Lombardo. Cappellacci (Pdl) è alla guida della giunta sarda dal febbraio 2009 e ogni mese gli spettano 14.644,42 euro tra stipendio base (7.289 euro) e il rimborso minimo delle spese fortettizzate (7.355 euro), quelle che peraltro sono esenti dal pagamento dell’Irpef (il valore massimo non è disponibile). In tutti i calcoli, inoltre, non rientrano i cosiddetti rimborsi “a piè di lista”, cioè quelli versati per spese effettivamente sostenute e documentate. In seconda posizione troviamo il governatore della Puglia, Nichi Vendola, di Sinistra ecologia libertà (Sel). È al secondo mandato (guida la regione dal 2005) e si propone da tempo come alternativa alla politica della casta e dei burocrati. Eppure è tra i più strapagati. Calcolatrice alla mano, il totale può arrivare a 14.565,73 euro: poco meno di 5mila euro di stipendio base mensile, più un rimborso forfettario che può andare da 7.744 a oltre 9.600 euro. Come minimo, dunque, ogni mese può incassare 12.715,65 euro. L’ultimo dei magnifici tre si chiama Raffaele Lombardo, a capo dell’esecutivo siciliano dall’aprile 2008 ed eletto con il Movimento per l’autonomia (Mpa), che oggi governa la regione con il centrosinistra (mentre si muove al centro a livello nazionale). Lombardo può aspirare a 14.193,25 euro , con la solita suddivisione tra retribuzione base (10.293,77 euro) e una forbice di rimUgo Castellacci borsi compresa tra 3.841 e 3.900 euro. Dal Sud al Nord la situazione non cambia molto. Al quarto posto si classifica Roberto Cota, neopresidente del Piemonte (dal 9 aprile scorso). Leghista della prima ora, anche Cota può vivere senza patemi: anche questo mese può aspirare a mettersi in tasca 13.049,73 euro. La cifra di partenza, invece, è di poco inferiore agli 8mila euro (5.506 di stipendio e 2.422 di rimborsi forfettari minimi, che possono però arrivare fino a 7.543 euro). A seguire troviamo Renata Polverini (Lazio), altra neoeletta del centrodestra (per la precisione, l’ex sindacalista dell’Ugl ha raccolto voti con la Lista Polverini Presidente). La governatrice può contare su uno degli stipendi base più alti d’Italia (secondo solo a quello di Lombardo), pari a 8.250 euro netti. E a fine mese può riscuotere complessivamente 11.753,11 euro (il rimborso fortettario minimo coincide con quello massimo, pari a 3.503,11 euro). In sesta posizione troviamo invece uno dei governatori più “longevi” d’Italia, Roberto Formigoni, che guida la ricca Lombardia da più di tre lustri (è stato eletto nel 1995). Il politico del Pdl non se la passa niente male con 11.739,74 euro mensili, ripartiti tra un importo base netto di quasi 6mila euro e un forfait che in ogni caso è pari ad altri 5.800 euro circa. Sfonda il tetto degli 11mila euro anche Stefano Caldoro (Pdl), governatore della Campania da poco più di un anno e mezzo. Per la precisione, la busta Voci dal Sud 16 AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu paga di Caldoro è composta da 5.247,11 euro come cifra base e da altri 6.085,89 euro come rimborso fortettizzato, per un ammontare complessivo di 11.333 euro tondi tondi. Gli ultimi due capi di regione a non scendere sotto gli 11mila euro netti sono Angelo Michele Iorio (Molise) e Giuseppe Scopelliti (Calabria). Tutti e due sostenuti dal centrodestra (Iorio nel 2001, Scopelliti l’anno scorso), incassano rispettivamente 11.124,9 e 11.109,77 euro mensili netti. Anche nel loro caso, l’importo minimo e quello massimo di rimborsi forfettari, quelli non soggetti a Irpef, coincidono (4.558 euro Iorio, 5.788 euro Scopelliti). A chiudere la top 10 è Claudio Burlando (Pd), governatore della Liguria dal 2005. Burlando può aspirare a incassare fino a 10.841,25 euro, ma la cifra di partenza, ipotizzando il rimborso minimo, è di “soli” 9.085,7 euro. Sarà la vicinanza geografica, ma in Valle d’Aosta le cifre sono molto simili. Qui dal luglio del 2008 il governatore è Augusto Rollandin (Union Renata Polverini Valdôtaine). Governatore Lazio Il valore massimo a cui può ambire Rollandin è di 10.667,27 euro, mentre quello minimo è di poco superiore ai 10mila euro. Lo stipendio base, escludendo qualunque rimborso, è di 7.357,69 euro. Un discorso a parte, invece, merita il Trentino Alto Adige, formato dalle due province autonome di Trento e Bolzano. A capo della regione, a rotazione ogni due anni e mezzo, sono gli stessi presidenti delle province. Quella di Bolzano è guidata da moltissimo tempo da Luis Durnwalder (Südtiroler Volkspartei), che ha iniziato la sua esperienza nel lontano 1989 ed è ormai al suo quinto mandato consecutivo. Per la guida della provincia può contare su uno stipendio mensile netto di 4.344 euro. Poco meno, per la precisione 4.252,38 euro, spetta al suo vicino, il presidente della provincia di Trento, Lorenzo Dallai (Unione per il Trentino, centrosinistra), insediatosi nel 1998 e attualmente al terzo mandato. Al titolare della presidenza regionale in carica, però, spettano ben altre cifre: lo stipendio base è di 6.566,08 euro, mentre il rimborso forfettario va da zero a 3.497,05 euro. In tutto, quindi, il governatore potrebbe incassare anche più di 10mila euro. Il primo tra i capi-regione a restare sotto quota 10mila è il leghista Luca Zaia, che dopo aver gui- dato il ministero dell’Agricoltura è arrivato al vertice del Veneto lo scorso aprile. A Zaia spettano 9.891,93 euro, di cui 5.500 circa come stipendio base o quasi 4.400 come rimborso. Raffaele Lombardo Un po’ Governatore Sicilia più navigato, invece, è Vito De Filippo, del Pd, al suo secondo mandato come governatore della Basilicata, posto che ricopre dal maggio 2005. Con De Filippo ci muoviamo verso la parte bassa della classifica, anche se siamo ancora su livelli retributivi non proprio ordinari: 9.221,07 euro la cifra massima che può essere incassata mensilmente dal governatore, 8.747 euro quella minima. Tra gli 8 e i 9mila euro massimi troviamo i governatori di Marche, Abruzzo e Friuli-Venezia Giulia. Gian Mario Spacca (Unione per le Marche, centrosinistra), capo della giunta dal 2005, oscilla tra 7.787 e 8.661 euro compresi i rimborsi a forfait. Giovanni Chiodi del Pdl, alla guida dell’Abruzzo dal gennaio 2009, dopo le travagliate vicende giudiziarie del suo predecessore, Ottaviano Del Turco, può contare su 8.450 euro. E a seguire si piazza Renzo Tondo (Pdl, presidente del Friuli-Venezia Giulia dal 2008), che può vantare uno stipendio base di 7.327,88 euro, ma solo 735 euro di rimborsi forfettari. La classifica è chiusa dalle tre regioni storicamente “rosse”, come sono spesso chiamate Emilia Romagna, Toscana e Umbria a causa della guida politica stabilmente in mano al centrosinistra. Vasco Errani (Pd, Emilia-Romagna), è al suo terzo mandato, iniziato nel 2000. Il governatore incassa 7.768,16 euro al mese, cifra composta da uno stipendio base di quasi 5.500 euro e da una quota fissa di rimborsi forfettari di poco inferiore ai 2.300 euro. In penultima posizione si trova Enrico Rossi (Pd), eletto il 28-29 marzo 2010 alla presidenza della Toscana. Anche nel suo caso stiamo sotto gli 8mila euro mensili. Nel dettaglio, il governatore può riscuotere tra i 7.604 e i 7.756,19 euro mensili tra importo netto base e rimborsi spese non soggetti a Irpef (esclusi sempre quelli “a piè di lista”). A chiudere la classifica è Catiuscia Marini (Pd), anche lei eletta nel 2010. La governatrice umbra si deve “accontentare” di 7.603,52 euro al mese (3.718 euro circa di stipendio base netto e 3.885 euro di rimborsi spese a forfait). Voci dal Sud 17 w w w . s o s e d .eu Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 I Grandi Misteri Assolti in secondo grado Amanda Knox e Raffele Sollecito accusati dell’omicidio di Meredith Kercher Avevamo prima due innocenti in galera o abbiamo adesso due assassini in libertà? A Perugia al processo d’appello ribaltata la sentenza di Primo grado che li condannava a 26 e 25 anni - Leggerezze o errori nelle indagini iniziali? Si può condannare senza certezze? Si impone una inchiesta da parte del Consiglio Speriore della Magistratura fromor Ed ecco giunta la tanto attesa sentenza di Perugia per il feroce assassinio dell’inglesina Meredith Kercher sgozzata come un agnello nella sua camera da letto la notte del 2 nomebre a Perugia in via della Pergola. Immediate scattate le indagini con sopralluoghi da parte degli inquirenti e di quella squadra inbvestigativa speciale, il Ris, che il mondo ci dicono, ci invidia. Un nugolo di “fantasmi” in tuta bianca e mascherine al fine di non inquinare l’ambiente, hanno preso possesso della scena del delitto per giorni e reiteramente. Tanto rigore scientidico ma poi “la scena del crimine” viene lasciata in balia di cuiosi come nel caso di Yara, di Sarah ed ultimamente di Melania Rea ove vi furono anche molte gite di fine settimana da parte di morbosi curiosi. Un delitto curioso questo di Perugia ove La Knox accusa in primo momento il suo amico Patrik Lumumba, un nigeriano che gestisce un pib a Perugioa che viene subito arrestato ma che è liberato dopo pochi giuorni quando un professore inglese dichiara che la sera fatidica era nel suo locale a bere birra e lui era stato sempre presente ed anche suo tavolo. Per questo la Knox si becca una condanna per calunni a tre anni e Lumuimba si beccherà una bella sommetta che usciranno, more solito dalle nostre tasche di contribuenti per danni morali (pare abbia chiesto o volgia chiedere una cufra con molti zeri). Intando i due fidanzatini Amanda Knox e Raffaele Sollecito, la prima americana ed il secondo pugliese, ambedue studenti a Perugia continuano a dire che loro quella notte erano in casa del ragazzo essendosi abbondantemente ubblricati e dopo hanno dormito ambedue nell’alloggio di lui che è ubicato altrove. Una scena comunque ha gettato una sinistra luce su questi giovani e precisamente quando sono stati “beccati” da un fotografo mentre si scambiavano coccole e baci nello spiazzo innanzi alla casa del delitto e mentre gli inquirenti erano dentro per fare i primi accertamenti ed il cadavere squaciato di Meredith era ancora sangiuinante e caldo. Ma loro apparivano sereni e presi dei loro scambi di bacini come se nulla fosse successo, come dentro, a 10 metri ci fosse una festa da cui si erano momentanemente allontanati e non una giovane donna sgozzata! Improvvisamente appare sul palcoscenico della tragedia un altro ragazzo di colore, un ivoriano, Rudy Guede, che dopo pochi giorni si allontana da Perugia e viene reperito in Germania, su un treno mentre viaggiava senza biglietto. Essendoci un mandato di cattura internazionale, il ragazzo viene rimpatriato in Italia e ... grazie aDio, avendo trovato un colpevole e per giunta di colore ... tutto si polarizza su lui da parte delle autorità. Ma la pista dei due ragazzi (Knox e sollecito) continua ad essere presente. Rydy Guele viene consigliato dal suo avvocato di chiedere il processo abbreviato per cui, essendo la pena di 26 anni, viene condannato a 16 anni così come prevede la Legge italiana per i riti abbreviati, ma perde il diritto a ricorrere ad altre fasi di giudizio essendo la condanna, in questi casi, definitiva. Intanto la Knox ed il Sollecito, anch’essi reclusi in carcere affrontano il processo di I° grado che alla fine li vede condannati a 26 anni Lei e 25 lui. Poi venne il processo d’appello e dopo ben 1448 giorni in carere per i giovani, con un suseguirsi di colpi di scena, ecco che la lunga attesa porta fino alla sera del 2 ottobre in cui alle 22 circa, il Giudici di Appello di Perugia leggono la sentenza: “i due imputati sono ritenuti incolpevoli del reato ascrittogli per non aver commesso il fatto per cui se, non detenuti per altri reati, ne ordina l’immediata scarcerazione”. Ed i due che non hanno altre ragioni per rimanere in carcere anche in considerazione che i tre anni per calunnia nei confronti di Amanda Knox erano stati scontati nel frattempo. Colpevolisti ed innocentisti si spaccano ancora maggiormente, ma Raffaele sollecito parte immediatamente verso la Puglia a godere della vita riconquistata e Amanda Knox parte con un volo, la notte stessa verso la sua America. E qui emergono dubbi, domande, ipotesi e considerazioni varie! Primo fra tutti come è mai possibile che un giudice emetta sentenza di condannaa 26 anni (prima sentenza) e l’altro, cui addirittura il PM aveva fatto richiesta di ERAGASTOLO, li assolve? La risposta data del giudice che ha emesso la sentenza di assoluzione ad una intervistatrice della RAI è stata “non siamo stai del tutto convinti della colpevolezza degli imputati, per cui io la notte voglio dormire sonni sereni”. GIUSTISSIMO sia umanamente e sia in omaggio al principio che informa la Legge Italiana “in dubbio pro reo”. Ma ... allora proviamo ad immaginare che sonni agitatissimi starà dormendo che amesso la sentenza di primo grado e quanto sarà distrutto dai rimorsi? In base a cosa ha emesso una condanna tanto dura per due giovani che in base a prove non certe avrebbero perso ingiustamente la libertà? Il sottoscritto, macato avvocato, ha sempre avuto mel suo Dna “il gusto” dell’indagine per cui ha sempre seguito i programmi di indagini e riproposizione di celebri processi sin dai tempi di Corrado Augias. Tuttavia da ogni ricostruzione dei fatti operata negli studi televisivi, con carte e documenti alle mani, oltre che con Voci dal Sud 18 AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu I Grandi Misteri testimoni dell’epoca, ne è venuto fuori un quadro desolan- ad ergastolo, come mai non sono stati mùpresi in considete da cui uniche vere vittime sono state sempre le indagini razione in questa tornata del processo? da parte degli Organi inquirenti. Intanto ci chiediamo tuttio: se il nuovo processo che la Lacunose, improvvisate, con indirizzi sbagliati che ose- Cassazione dovrebbe ordinare se ravvisaa inadempienze remmo definire utopici a secondo del convincimento per- dovesse portare alla condanna dei due giovani, dove mai li sonale di chi le ha dirette e, sopratutto, imboccata una stra- si potrebbe arrestare? da NESSUN inquisitore ha mai voluto abbandonare la proQualcuno pensa che il Sollecito rimanga a Monopoli in pria tesi che ha difeso fino attesa della scampanellata al ... fallimento dell’indagidei Carabinieri o la Lnox si ne stessa in sede di Assise. faccia trovare avante alla Ma questo poteva essesua villetta bianca mentre re avvenuto quando non ricama all’uncinetto? e per esistevano metodi di alta soquest’ltima si riuscirebbe fisticazione e tutto si basaad ottenere l’estradizione va sulla capacita intuitiva dall’ Anerica? del preposto, ma oggi con Abbiamo visto quanto strumenti da fantascienza questa nazione sia restia a (si è parlato mei tempi pas“mollare” i propri cittadini sati sulla reale possibilità di anche se colpevoli (ricorsfurtare l’immagine rimasta date la tragedia dell’aereo impressa negli occhi della di Aviano che tanciò i cavi vittima o dell’immagine che della funivia ce precipitansi crea attorno alla scena do procuro una ventina di del delitto per via del calore morti?).dei corpi. Ma poi forse era Già si erano formate le troppo da fantascienza e correnti di pensiero e di ponon se ne pù parlato!). polo in difesa della Knox E poi il Dna, ed altre addirittura in testa con la diavolerie che di volta in Clinton, figuriamo se sarà volta ci vengono propinate condannata. (per poi essere platealmente Ed allora possibile che smentite e contraddette da non si poteva evitare con nuove indagini) cosa servouna qualche formula giurino? quanto sono reali? dica che lasciasse l’Italia? In vari delitti che vengoE come mai prima della no proposti in TV in questa sentenza i familiari (ed anspecie brutta usanza ormai che una larga fascia di opiconsolidata di fare “tribunali nione pubblica) erano tala latere”, si sovrappongono mente convinti che sarebprove a controprove e si ribe stata assolta da aver già levano prove dopo mesi o prenotato il volo? anni! Quanto avranno influiMa come mai prima non to fattori psicologici estersono stati reperiti questi reni quale il movimento pro perti e non sono state conAmanda americano? siderate queste prove? Ma ... mi pare che proAdesso, notizia dell’ultiprio in questi giorni vi è in ma ora (6 ottobre) il Rudy caso di un italiano in carGuede chiede di parlare dal cere da sei anni in America carcere ed accusa apertache non riesce ad ottenere mente Amanda Knox e nessun provvedimento e Raffele Sollecito quali autotutto si svolge nell’indifferi del delitto. renza generale che ignora Come mai si decide adesla vita di questo nostro so dopo la sentenza di ascommazionale. soluzione? si è sentito traE poi ... tanta carità pedito e lasciato solo ad espialosa e criche vengono prore una colpa comune? prio da uno stato che ha Gia la Procura di Perugia ancora la pena di morte e ha aparlato di accedere alla che proprio alcuni giorni Corte suprema di Giustizia addietro ha giustiziato un avverso alla sentenza, ma uomo respingendo la sua Nelle foto dall’alto: Amanda Knox, Raffaele questi nuovi elementi che si richiesta di grazia. Sollecito, Meredith Kercher la vittima, Rudy Guele, presumi avesse in mano Patrik Lumumba quando la Pubblica Accusa ha richiesto l’inasprimento della condanna da 26 anni Voci dal Sud 19 w w w . s o s e d .eu Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 I Grandi Misteri La Knox accolta a Seattle come un’eroina ma non tutti credono alla sua versione Gazzetta del Sud NEW YORK - Accolta come una star, una celebrità, tra gli applausi, le ovazioni dei tantissimi giornalisti e curiosi accorsi all’aeroporto internazionale di Seattle per non perdersi il ritorno a casa della ventenne americana uscita dall’«incubo italiano». Un incubo giudiziario durato quattro anni, passati in carcere dopo un processo in cui è stata descritta come ragazza diabolica e spietata. Un’immagine che ora stride con lo sguardo incredulo, fragile immortalato dalle telecamere di tutto il mondo. Tutti pazzi per Amanda, verrebbe da dire. Su molti media statunitensi campeggia la foto della Knox in lacrime al suo arrivo, con sotto la scritta “Welcome”. L’America – di fronte a quegli irrefrenabili singhiozzi, a quel pianto liberatorio trasmesso in diretta su tutti i principali canali televisivi - si è commossa. Così come alle parole del padre, e a quelle della madre che non smette un attimo di tenerle la mano. Ma in realtà l’opinione pubblica statunitense si divide. Non tutti si iscrivono al fronte innocentista. Qualcuno critica l’enorme macchina organizzativa e persuasiva messa in piedi in questi anni dalla famiglia Knox e dal suo team di legali con l’obiettivo – accusano i detrattori – di fare pressioni per l’assoluzione di Amanda, in un caso – affermano – per nulla chiarito. Il risultato sperato è stato raggiunto: ribaltare gli esiti del primo processo, quando la ragazza, allora ventenne, a Perugia venne condannata a 26 anni di carcere per l’omicidio della sua amica e coinquilina Meredith Kercher. In campo sono scesi gli amici, gli ex compagni di classe della ragazza. Hanno messo su un sito web per sostenere la sua causa. E raccolto anche denaro, coinvolgendo nella campagna per la liberazione della ragazza parlamentari di Washington e altre personalità. I dubbi però restano. L’assoluzione della Knox «lascia molte questioni aperte», scrive il Wall Street Journal, che sottolinea come la liberazione di Amanda sia arrivata in un momento di grandi polemiche in Italia sul sistema giudiziario. Sistema che il columnist del New York Times, il premio Pulitzer Timothy Egan, stavolta invece elogia con un “Bravo for Italy”, sottolineando come il nostro Paese offre di fatto a tutti i condannati una seconda chance, con la possibilità di essere giudicati in appello da giudici diversi. Intanto, c’è già chi fa due conti e intravede per Amanda un futuro roseo, grazie alla notorietà raggiunta a livello internazionale. Amanda per il momento è innocente - Come sono andati i fatti? Rudy Guede certamente sa quello che è accaduto, ma non lo dice Improvvisamente Rudy, forse sentitosi tradito e lasciato solo ad espiare, decide di parlare ed accusa apertamente la Knox e Sollecito Claudio Sebastiani - Gazzetta del Sud PERUGIA - «Nessuno può dire come sono andati i fatti» la sera in cui Meredith Kercher venne uccisa. Nessuno tranne Rudy Guede: «lui certamente lo sa ma non l’ha detto». A sottolinearlo è Claudio Pratillo Hellmann, presidente della Corte d’Assise d’appello di Perugia che ha assolto Raffaele Sollecito e Amanda Knox dall’accusa di essere responsabili insieme all’ivoriano dell’omicidio. Per il giudice sul delitto «resterà una verità insoluta». Intanto però quella attuale dice che «chi non è condannato è innocente», «Amanda è per il momento è innocente». A due giorni dalla sentenza Pratillo accetta di incontrare i giornalisti nel suo ufficio. Con alle spalle alcune foto che lo ritraggono accanto ad auto d’epoca. «Della sentenza e della camera di consiglio non parlo», precisa subito. Il giudice spiega che la pressione dei media «non ha avuto assolutamente alcuna influenza» sulla decisione della Corte. «Più che altro – rileva – ha avuto un eccessivo impatto sull’opinione pubblica e lo trovo disdicevole. Noi abbiamo pronunciato la sentenza in nome del popolo italiano. Anche di chi fuori dal tribunale gridava “vergogna” senza nemmeno conoscere le carte». D’altronde, ricorda Pratillo Hellmann, «il giudice non è una carica elettiva. Non rispondiamo all’opinione pubblica - afferma – ma alla nostra coscienza». Dice poi che nel processo c’era un’imputata americana e di avere «sentito tirare in ballo anche il Cermis» ma di non capire queste posizioni. Il presidente della Corte si sofferma poi sulle polemiche che hanno investito i pm del processo. «Ci tengo a dirlo – sostiene - che hanno un ruolo completamente diverso da quello del giudice. I pubblici ministeri avevano elementi più che sufficienti per avviare un indagine sui due ragazzi. Io avrei fatto la stessa cosa». Per Pratillo Hellmann «il pm non porta su di sè la responsabilità di condannare» non ha «la responsabilità di mandare in galera la gente». «Gli elementi che ha – spiega - li porta alla valutazione di un gup che deve verificare se ci sono i presupposti per celebrare il processo. Non si può parlare di responsabilità dei pubblici ministeri». Proprio ieri i procuratori presso Corte d’appello e tribunale Giovanni Galati e Giacomo Fumu hanno diffuso una nota nella quale parlano di una sentenza «che rispettano», spiegando che ogni valutazione tecnico-giuridica, le «uniche» consentite loro, sono rinviate «alla pubblicazione della sentenza». Pratillo non vuole replicare alla requisitoria del pm che aveva parlato di un rischio di «fuga» della Knox in caso di assoluzione ma rileva «che al momento Amanda è assolutamente innocente». «Non potevamo preventivamente tenerla qui - aggiunge – in attesa della Cassazione». Il presidente spiega poi che il collegio dirà nelle motivazioni della sentenza se l’assoluzione è stata con formula piena o dubitativa, come sembra trasparire dalle sue parole. «È una questione speciosa – nota – perchè per condannare il codice prevede che si vada al di là di ogni ragionevole dubbio. Basta anche il più piccolo, purché ragionevole, per non condannare. E chi non è condannato è innocente». Pratillo spiega poi di avere visto «la sofferenza dei genitori di Meredith», ma di avere pensato anche «alle vite dei due imputati e a quelle dei loro genitori». «Ho guardato la loro ansia e la loro sofferenza» afferma. Parla poi di una «dinamica» dell’omicidio «difficile da ricostruire». «Guede – aggiunge – ha riferito di avere sempre pensato che Sollecito e la Knox fossero lì ma questo non equivale a dire che c’erano». «Non sapremo mai – spiega Pratillo Hellmann – se c’erano o non c’erano. La decisione della Corte di assolverli è il risultato della verità che si è creata nel processo ma quella reale può essere diversa». A oggi la verità è che «non ci sono le prove» per condannare Amanda e Raffaele per l’omicidio di Meredith. Quindi sono innocenti, per ora, a tutti gli effetti. Voci dal Sud 20 AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu I Grandi Misteri Rispettate la memoria di Meredith Il padre della vittima dice: Il “culto” per la personalità di Amanda è un insulto al ricordo di mia figlia Mariano Parise - Gazzetta del Sud ROMA - La gioia, il pianto, il trionfo, lo status di celebrità sostenere in pieno la decisione dell’accusa di ricorrere in che Amanda Knox si è guadagnati con il processo e l’asso- Cassazione. Un dolore che non sembra in alcun modo lenirsi quello luzione, il «culto» della sua personalità sono fuori luogo, che tormenta John. anzi sono un «un insulto alla memoria» di Meredith. «Perdono? Anche se sapessi chi l’ha uccisa non credo A parlare è John Kercher, il padre della ragazza inglese assassinata a Perugia quasi quattro anni fa, che si sfoga in che potrei perdonare, dice, Meredith da bambina era intelligente e spiritosa, con un’intervista pubblicata Knox e Sollecito hanno letteralmente “rubata la un senso dell’umorismo già ieri sul quotidiano britanscena” (una tragica scena!) alla povera Meredith adulto», ricorda. Quando nico Daily Mail, nella quache è stata collocata in un ruolo di “comparsa” in lasciò l’università di Leeds le ribadisce tutti i suoi dubquesta triste vicenda. dopo il primo biennio «pobi sull’esito del processo I mass media e, quindi, l’opinione pubblica si teva scegliere se andare a di appello e lascia fluire sono polarizzati sui protagonisti del processo Roma, Milano o Perugia. Lei l’amore per la sua Mez, ordimenticando che questa triste popolarità deriva amava Roma e credo che a mai «dimenticata» dai medalla morte di una giovane donna. Milano sarebbe stata bene, dia. Ser qualcuno oggi pronunciasse solamente il ma sentiva che avrebbe “Amanda avrebbe dinome di Meredith non sarebbe difficile sentirsai avuto maggiori possibilità mostrato maggiore sensidire “chi è?”. di fare amicizia a Perugia che bilità nei confronti di Ovviamente si dovrà attendere le ragioni che in una città più grande». Meredith se avesse manhanno determinata la sentenza assolutoria, ma nel L’ultima volta che John tenuto un basso profilo. frattempo siamo tutti convinti che abbia molto Kercher ha visto la figlia era Non voglio fare poleinfluito nella convinzione dei Giurati il battage un mese prima che morisse: mica, ma credo sia sbafatto dai mass media. era venuta in Inghilterra, si gliato sfruttare a proprio Ci chiediamo adesso cosa succederà se la trovavano in un ristorante vantaggio un omicidio e Cassazione dovesse riaprire il processo e se italiano a Croydon, appena non credo, dice il signor dovessero essere ritenuti colpevoli. L’america non a sud di Londra, dove ora è Kercher, 68 anni, giornaliconcederà certamente l’estradizione e Sollecito si sepolta, vicino alla loro casa sta freelance, che Amanda renderà “uccel di bosco” per cui l’efferato delitto di Coulsdon, nel Surrey. si sia creata a tavolino il rimarrà impunito. «Aveva comprato un paio suo status di celebrità, ma Intanto Guede vuole parlare e responabilizzare i di stivali che voleva moche gli sia stato fabbricadue giovani testè assolti. strarmi». L’ultima volta che to addosso, tuttavia lei l’ha sentita, il giorno del non l’ha rifiutato”. Quanto all’assoluzione di Amanda e Raffaele Sollecito, delitto. Le sue ultime parole: «Ti voglio bene». Sono le due del pomeriggio (le 15 italiane). Poi, tre ore dopo, «la mia ex «è stato uno shock». «Pensavo che il giudice avrebbe confermato le loro moglie mi ha chiamato dicendo di aver sentito nel notiziacondanne, forse riducendo le pene per equilibrarle con rio» che una ragazza britannica era stata uccisa a Perugia. quella di Guede» (l’ivoriano ancora in carcere per lo stes- «Mi sono detto: è pieno di studentesse inglesi a Perugia». John telefona al giornale per il quale aveva lavorato in passo delitto). In assenza di una confessione, dunque, non c’è ancora sato, chiedendo ai colleghi di informarsi. Giusto uno scrupolo. «Mezz’ora dopo, ho ricevuto una «alcuna spiegazione di perché Meredith sia morta» e questa, dice il padre di Mez, «è la parte che proprio non riesco telefonata dalla redazione esteri. Mi hanno detto che il nome a capire». Infatti, «chiunque conoscesse Meredith l’adora- che circolava era quello di Meredith. Mi è caduto il telefono di mano». va», lei così «amorevole e generosa». Ma se ad ucciderla John non ha voluto vedere il suo corpo: «Volevo che fosse stata una sola persona? Non può essere: «Meredith si sarebbe difesa», era «cintura marrone di karate», e pur l’ultima immagine fosse quella di lei seduta nel ristorante sembrando gracile, era in realtà «forte, tosta». Sul suo cor- italiano di Croydon mentre rideva e mi faceva vedere i suoi po però non c’erano segni di colluttazione, ma ben 40 ferite stivali nuovi». da coltello. Lui non vuole entrare nel merito, ma dice di Voci dal Sud 21 w w w . s o s e d .eu Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 I Grandi Misteri Scompaiono le prove del delitto di Roberta Lanzino! Calabria Ora Non ci sarebbe più traccia del liquido seminale degli assassini di Roberta Lanzino, la studentessa cosentina di 19 anni seviziata e uccisa il 26 luglio del 1988, tra i monti di Falconara. Gli indizi che avrebbero inchiodato i responsabili del crimine andarono misteriosamente perduti e fra questi anche le tracce di sperma trovato sul corpo della vittima. Un “giallo” che dura da 23 anni esatti, ma che avrebbe potuto essere risolto già a pochi mesi di distanza da quei drammatici eventi. Roberta Lanzino, la studentessa cosentina di 19 anni seviziata e uccisa il 26 luglio del 1988, tra i monti di Falconara Albanese (Cs). Purtroppo, però, gli indizi che avrebbero inchiodato i responsabili del crimine andarono misteriosamente perduti. Spariti, così come spariscono le cose di poco conto. E invece, ad andare smarriti non furono reperti privi di alcun valore, bensì dei campioni di liquido seminale trovato addosso alla vittima. Su quel residuo biologico, insomma, c’era la firma dell’assassino, ma ora è andata per sempre perduta. Eppure, averli a disposizione sarebbe stato un grande passo verso il raggiungimento della verità. Specie oggi che, per quei fatti, è in corso un nuovo processo a carico di Alfredo e Franco Sansone, rispettivamente padre e figlio, due allevatori del posto chiamati a difendersi dalle accuse come già toccò, all’inizio dei ’90, a tre pastori di Falconara, due fratelli e un cugino, poi assolti in tutti i gradi di giudizio. Ricordiamo che all’epoca dei fatti gli indumenti intimi della giovane vittima furona lasciati in terra nella sala dell’obitorio per molti giorni e, quando furono repertati, erano ormai inutili dal momento che il tempo trascorso aveva annullato la possibilità di esami approfonditi secondo le possibilità di quell’epoca. Emergono nuovi abusi su suor Tania Dopo padre Fedele (Condannato) sotto accusa due rumeni che hanno successivmente collaborato con due italiani che la hanno sequestrata in auto e violentata a loro volta Roberto Grandinetti - Il Quotidiano della Calabria COSENZA -Si ritorna a parlaredi suor Tania , lareligiosa che secondo il Tribunale di Cosenza è stata violentata, tra il febbraio e il giugno del 2005, da padre Fedele Bisceglia e Antonello Gaudio. Come si ricorderà lo scorso 6 luglio il frate è stato condannato a nove anni e tre mesi di reclusione, il suo segretario a sei anni e tre mesi. Al vaglio dei giudici furono poste cinque violenze, consumatesi all’interno dell’Oasi Francescana di Cosenza, la struttura di accoglienza per poveri creata dallo stesso francescano. A tutte vi avrebbe preso parte padre Fedele, a una sola Gaudio (che è stato ritenuto anche responsabile di un abuso su di un’ospite dell’Oasi Francescana). Ebbene, al vaglio dei giudici c’è ora una sesta violenza ai danni della stessa suora, commessa il 25 giugno del 2005, questa volta però contestata a due rumeni, Marcel Falub, classe 1977, e Iosif Kiss, classe 1982. Il primo è irreperibile; il secondo è residente a Milano. Sono accusati di violenza sessuale in concorso. I due furono chiamati in causa dalla stessa suor T. nel corso delle indagini concentrate su padre Fedele e Gaudio. La religiosa disse di essere stata avvicinata da un’auto di grossa cilindrata nei pressi dell’Oasi Francescana. Al loro interno c’erano quattro persone, due italiani, rimasti senza nome, e appunto i due rumeni. Suor Tania disse che fu costretta a salire in auto dove fu poi violentata da uno dei due italiani, coi due rumeni che la tenevano ferma durante l’abuso. La religiosa riconobbe i due a seguitodi un riconoscimento fotografico. Fu così aperto un fascicolo parallelo, che il pm Curreli affidò al procuratore aggiunto della Procura di Cosenza, Domenico Airoma. Ebbene, in questi giorni il gip Branda, del tribunale di Cosenza, ha fissato per il prossimo primo dicembre un’udienza camerale per decidere se archiviare il caso o procedere con l’imputazione. Ilprocuratore Airoma ha sollecitato l’archiviazione, in quanto mancherebbero le prove per sostenere l’accusa in giudizio. Di diverso avviso il gip, secondo il quale il riconoscimento fotografico costituisce invece un accertamento di fatto. Molto probabilmente, quindi, si andrà verso l’imputazione coatta. Una nuova violenza si aggiunge dunque alle cinque che tre mesi fa è costata una dura sentenza a padre Fedele ed a Gaudio. I due rumeni sono difesi dall’avvocato Mariorosa Bugliari, del foro di Cosenza. Voci dal Sud 22 AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu Economia La procura di Trani indaga su Standard & Poor’s Prosegue il lavoro della procura di Trani sul fronte dell’inchiesta sulle agenzie di rating - Il pm Michele Ruggiero ha incontrato nei giorni scorsi anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Prosegue il lavoro della procura di Trani sul fronte dell’inchiesta sulle agenzie di rating. Il pm Michele Ruggiero ha incontrato nei giorni scorsi anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, con il quale avrebbe discusso dell’ultimo report con cui Standard & Poor’s ha declassato il debito sovrano italiano da A+ ad A, ipotizzando che il giudizio avrebbe piu’ una natura politica che economica. Lunedi’ invece i Magistrati tranesi incontreranno in Procura una delegazione greca, capeggiata da Kyriakos Tobras, che nell’aprile 2010 aveva presentato una dettagliata denuncia contro gli speculatori internazionali alla Corte di Cassazione di Atene. L’inchiesta di Trani, avviata sulla base di denunce di Adusbef e Federconsumatori, registra al momento sei indagati: tre analisti della Standard & Poor’s, uno di Moody’s e i responsabili legali per l’Italia delle due agenzie. Anche Fitch declassa l’Italia: «È troppo vulnerabile» Il governo: ce l’aspettavamo. Saccomanni, dg di Bankitaklia: le agenzie agiscono in branco Ludovico Carrabba - Gazzetta del Sud ROMA - Alla fine anche Fitch fa calare la scure sull’Italia. E, dopo Moody’s e Standard & Poor’s, declassa il rating sovrano di un gradino, portandolo ad “A+” da “AA-”. È la prima volta da cinque anni, dall’ottobre del 2006, che Fitch colpisce il nostro Paese, al quale assegna anche un outlook negativo. Questo significa che potrebbe esserci una ulteriore bocciatura, tenuto conto che per l’agenzia ci sono forti preoccupazioni per la condizione di «vulnerabilità» dell’Italia all’escalation della crisi dell’Eurozona. In altre parole, il giudizio di Fitch non è altro che la valutazione del temuto effetto contagio della crisi del debito soprattutto per quei Paesi che soffrono una cronica debolezza della crescita: tanto che, assieme all’Italia, nel mirino di Fitch sono finiti ieri anche Spagna e Portogallo. Madrid ha subito una bocciatura di due notch (gradini) da “AA+” ad “AA”, sempre con outlook negativo, mentre per il Portogallo rimane il rischio di un taglio del rating a “junk” (spazzatura), dopo che ad aprile il Paese è stato declassato a “BBB”, ultimo livello d’investiment grade. La mossa di Fitch su Roma segue di appena 3 giorni il downgrade dell’Italia da parte di Moody’s e di neanche un mese il taglio deciso da Standard & Poor’s il 20 settembre. Per tutte la bocciatura si deve alle preoccupazioni per la debolezza della crescita economica dell’Italia, che rende più difficile ridurre il debito. Per Palazzo Chigi, anche que- sta volta si tratta di una decisione «annunciata», ma che «si differenzia da altri giudizi di rating» perchè Fitch mostra apprezzamento per gli sforzi di risanamento e giudica «raggiungibili» gli obiettivi di deficit. «Le agenzie di rating agiscono in branco – commenta il direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni – vanno tutte nella stessa direzione e nello stesso momento», e per questo, «un altro downgrading non cambia il quadro». Ma se è vero che Fitch apprezza l’impegno dimostrato dall’Italia con il varo della manovra supplementare, le nuove stime dell’agenzia segnalano «un quadro macroeconomico più debole e un potenziale rallentamento implica che gli obiettivi di bilancio del governo per il 2013 potrebbero non essere centrati». Per di più, «l’iniziale risposta esitante del governo italiano all’allargarsi del contagio – precisa l’agenzia – ha eroso la fiducia del mercato nella sua capacità di riuscire a traghettare l’Italia attraverso la crisi dell’euro». Il riferimento è all’attacco della speculazione di questa estate che ha costretto la Banca centrale europea a comprare titoli di Stato italiani per frenare la corsa record dello spread tra Btp e Bund. Insomma, per Fitch l’Italia è troppo «vulnerabile» agli scossoni di «una crisi che costituisce un significativo choc finanziario ed economico che ha indebolito il profilo di rischio sovrano dell’Italia». Voci dal Sud 23 w w w . s o s e d .eu Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 Economia Marcegaglia: l’uscita di Fiat un grave errore conviene a tutti rimanere in Confindustria Giuseppe Giannini - Gazzetta del Sud ROMA - Una lettera a tutti i presidenti del sistema Confindustria per sottolineare come l’uscita della Fiat sia stata una mossa sbagliata e come restare all’interno dell’associazione convenga. A spedirla è stata la leader di Viale dell’Astronomia, Emma Marcegaglia. Lo strappo del Lingotto continua così a tenere banco dall’inizio della settimana. La numero uno degli industriali aveva subito criticato la decisione dell’amministratore delegato, Sergio Marchionne, ma ora il «disappunto» viene messo nero su bianco in una testo lungo due pagine. «Stare dentro – scrive – non significa perdere le opportunità dell’articolo 8 della manovra». A conclusione della lettera, datata 6 ottobre, Marcegaglia invita gli imprenditori a «condividere alcune riflessioni» dopo l’annuncio del Lingotto e a restare «uniti» in un momento di «grave crisi». Ma c’è chi come il presidente esecutivo di Telecom Italia, Franco Bernabè, ha già una sua chiara posizione sul divorzio Confindustria Fiat. Per Bernabè si tratta di un fatto «traumatico» da risolvere subito, una spia dei «problemi che esistono» e suggerisce a viale dell’Astronomia di adottare «una struttura organizzativa più leggera, efficace ed efficiente». I problemi sono, incalza, «sia la salvaguardia gelosa dell’indipendenza e dell’autonomia dell’organizza- zione», sia «la gestione della struttura dei costi». Sempre ieri Bernabè ha lanciato il suo endorsment alla candidatura di Alberto Bombassei come il «giusto» successore alla guida dell’organizzazione. Marcegaglia rivolgendosi a tutti i presidenti e direttori del sistema di Confindustria ha, quindi, voluto replicare in maniera puntuale alle critiche di Fiat. Una risposta pensata che giunge dopo l’arrivo di diverse reazioni, dalle dichiarazioni del presidente della stessa casa automobilistica, John Elkann, al commento del ministro del Lavoro. Maurizio Sacconi. Ministro che Marcegaglia cita per mostrare come «non vi sia contrasto» tra l’accordo interconfederale del 28 giugno, firmato anche dalla Cgil e ratificato il 21 settembre, e l’articolo 8 della manovra di agosto. A chi è associato, spiega Marcegaglia, non è così impedito di cogliere «le opportunità che offre l’art.8 di derogare in azienda, attraverso accordi sindacali anche a disposizioni di legge». Inoltre, sostiene, dalle motivazioni apportate dal Lingotto si potrebbe dedurre «che Confindustria non abbia lavorato in questi anni per modernizzare le relazioni industriali». Intanto, anche domani si continuerà a parlare di Fiat, visto che la Fiom riunisce i delegati di tutto il gruppo Fiat, per decidere le iniziative di mobilitazione nazionale. Ancora in forse la sesta tranche alla Grecia dalla Ue Greenspan impietoso: Atene è già fallita Gazzetta del Sud ROMA - La missione della troika ad Atene volge ormai al termine. Ma, secondo il Fondo monetario internazionale, restano alcuni «problemi importanti» da discutere, benchè siano stati fatti «buoni progressi». Intanto il ministro delle Finanze greco, Evangelos Venizelos, che oggi ha incontrato l’omologo tedesco Philipp Roesler, afferma con ottimismo che la crisi è anche una opportunità per riformare il sistema economico. Ma per l’ex presidente della Fed Alan Greenspan il Paese è ormai fallito. «Abbiamo fatto buoni progressi, ma ci sono ancora problemi importanti che dobbiamo discutere», ha evidenziato il capo della delegazione del Fmi in Grecia, Poul Thomsen. «Siamo sul punto di concludere. Mi auguro che finiremo presto, ma ancora non lo abbiamo fatto», ha aggiunto. I rappresentanti della troika (Ue, Fmi e Bce), che devono verificare il rispetto delle condizioni per la concessione della sesta tranche da 8 miliardi di euro di aiuti, prima di redigere il rapporto hanno incontrato ieri sera Venizelos per parlare di misure aggiuntive per il 2013-2014: secondo la stampa, avrebbero chiesto di procedere immediatamente all’applicazione delle misure prese di comune accordo, di accelerare il programma delle privatizzazioni e di procedere alla liberalizzazione delle professioni chiuse. Intanto, la Germania si prepara a fornire consulenza ad Atene, attraverso l’invio di funzionari statali ed esperti bancari, su come tagliare i costi nell’amministrazione pubblica e attirare investimenti privati. Lo prevede un accordo firmato ieri ad Atene dal ministro tedesco Roesler e da quello greco dello Sviluppo Michalis Chrysochoidis. Roesler, che è da giovedì in visita ufficiale ad Atene, ha incontrato anche il premier Giorgio Papandreou, che, secondo quanto riferito dall’edizione web del giornale Proto Thema, si sarebbe detto «orgoglioso degli sforzi sinora fatti dalla Grecia perchè gli obiettivi raggiunti sono molti». Per il ministro Venizelos, inoltre, «la Grecia sta affrontando un momento difficile ma la crisi è anche una opportunità per riformare il sistema economico del Paese e attrarre più investimenti esteri». Vede nero invece l’ex presidente della Fed Greenspan: «I tassi d’interesse che la Grecia sta pagando non sono sostenibili. Il Paese è fallito», e la crisi non potrà essere risolta «senza una sforbiciata significativa del debito ellenico». Ad Atene intanto gli occhi sono puntati sull’incontro di domenica fra la cancelliera tedesca Merkel e il presidente francese Sarkozy. Voci dal Sud 24 AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu Agricoltura . Agrumi nella Piana, lenta agonia La filiera penalizza gli agricoltori che subiscono una concorrenza spietata da Paesi esteri che hanno costi di produzione (e controlli sanitari!) infinitamente inferiori - Intervista al Direttore di Voci dal Sud, decano degli agricoltori rosarnesi Franz Rodi-Morabito Giuseppe Lacquaniti - Gazzetta del Sud Rosarno - Siamo alla vigilia dell’avvio della stagione dell’estate. agrumaria e dalle prime avvisaglie si annuncia un’altra anEppure nata difficile per l’economia rosarnese e dell’intera Piana. le nostre Il settore non riesce più a decollare, impedito da una a r a n c e crisi devastante che trae origine da condizionamenti storici b i o n d e di cui non è riuscito a liberarsi, e, in questi ultimi anni, hanno coancor più penalizzato dalla situazione economica a livello stituito per mondiale, che colpisce le aree tradizionalmente più deboli. decenni la Dello stato della nostra agrumicoltura ne parliamo con il vera ricdecano degli agricoltori rosarnesi, Franz Rodi-Morabito, chezza di giornalista-pubblicista specializzato in problematiche agri- q u e s t o cole, riferite particolarmente al Comprensorio della Piana di comprensorio Rosarno-Gioia Tauro (Capo redattore per la sezione “Agri- – annota coltura” della rivista La Città del Sole). con amaA parere di Rodi-Morabito, avremo quest’anno lo stes- rezza il noso quantitativo di agrumi, rispetto alla scorsa stagione, ma s t r o il prodotto qualitativamente non sarà eccezionale, per via interlocutore – ed oggi hanno un valore così basso, non dell’eccessiva siccità e delle difficoltà irrigue dovute alla assolutamente paragonabile a quello degli anni Cinquanscarsità dell’acqua. ta e Sessanta, quando un kg si vendeva anche a 200 lire Per quanto riguarda le arance bionde, quelle destinate d’allora, con costi di produzione abbattuti rispetto a quelalla produzione industriale li odierni». per ricavarne succhi, il merAnche per le arance deL’enorme massa di agrumi cato non ha ancora fornito stinate alla alcuna indicazione, «anche commercializzazione (quali, immessi sul mercato italiano se voci striscianti fanno inad es., navelino, tarocco, tendere che ci sarà un ulvalencia, Washington), si proveniente da paesi teriore contenimento dei riscontra la difficoltà, a detextracomunitari rappresenta prezzi, già a livelli bassista dei commercianti, a piazsimi nell’annata che ci lazarle sui mercati, non esun vero pericolo per la salute sciamo alle spalle». sendo in grado di reggere Lo scorso anno un kg di la concorrenza con i propubblica perchè nei paesi di arance bionde è stato padotti stranieri che hanno un produzione sono gato tra 0,06 e 0,07 euro (oscosto di produzione minosia 110-140 lire), per merce re, specie quelli dalla Spaperfettamente legittimi ed raccolta e trasportata dal gna, che oltre alla propria produttore all’industria di produzione veicola nei Pautilizzabili prodotti trasformazione. esi dell’Ue le arance proveantiparassitari banditi nella Ue «Un prezzo talmente nienti dal Nord Africa, spacbasso – commenta Rodiciandole per proprie. perchè altamente cancerogeni Morabito – da non coprire Infine i manderini i costi totali di produzio“Clementine”, il prodotto ne, che assommano a oltre d’eccellenza della Piana, Stante la grande quantità di 15 centesimi (300 lire) al non riescono a tirare sui chilo. mercati. merce importata (anche Una perdita secca per La scorsa stagione moll’agricoltore, non compente partite sono rimaste capziosamente da nazioni sata nemmeno dall’aiuto invendute (n.d.r.: anche il comunitarie) non è possibile comunitario corrisposto frutto della pregiatissima ad ettaro, che basta a mazona della sibaritide) operare analisi e controlli se lapena per pagare tasse, Un fatto che per gli adimposte e balzelli vari. detti ai lavori non è facilnon “a campione” per cui A ciò si aggiunge il fatmente comprensibile, «per molta merce sfugge ai controlli cui – conclude Franz Rodito che gli industriali della trasformazione pagano le Morabito – la campagna sanitari italiani e giunge sulle arance ricevute con molti 2011-2012 si annuncia mesi di ritardo, e comuncertamente non sotto i minostre tavole que non prima dell’inizio gliori auspici». Voci dal Sud 25 w w w . s o s e d .eu Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 Agricoltura . La gravissima crisi del settore oleario nella Piana di Rosarno/Gioia Tauro si consuma nell’indifferenza generale delle nostre Organizzazioni di Categoria Franz Rodi-Morabito Ormai alcuni concetti sono entrati nell’uso comune e sono ultracentenaria), in piena produzione e rappresentano una divenuti “uno slogan vangelo” cui ognuno non osa trasgre- fetta importantissima dell’economia delle famiglie degli agridire, per timore di essere giudicato uno sciocco fuori dal tem- coltori (e del terziario) olivicoli calabresi. po e fuori al mondo. Oggi comunque la reale situazione olearia della Calabria Tuttihannoormaiinboccaloslog“fare an qualità e non (seconda Regione italiana per importanza di produzione dopo fare quantità per combattere la concorrenza mondiale”. la Puglia) è per la maggior parte di olio lampante. Niente di più vero, ma ... questo fin quando ci sono le Tuttavia NESSUNO si preoccupa che l’olivicoltore che ha condizioni per fare ciò. prodotto lampante viene lasciato in balia di ferocissimi squaOlio extravergine ormai è il nostro Dio supremo, però nes- li che quest’anno hanno pagato l’olio lampante con un prezsuno si sofferma su alcune considerazioni che accenno dal- zo che ha oscillato fra i 130 euro ed i 150 euro al quintale (una l’alto dei miei anni e della mia esperienza 60ennale in campo piccola parte di quanto costa un kg di olio lubrificante per le agricolo. nostre macchine agricole !) base 5 che significa per 5 gradi di Per prima cosa consideriamo che le piante di ulivo della acidità; se poi i gradi aumentano (comne è normale sia) fino Piana (e del territorio pre-aspromontano) godono (o soffrono) di un fenomeno di gigantismo unico al mondo tant’è che delegazioni da tutto il mondo ogni anno scorazzano nei nostri territori per studiare e tentare di capirne la ragione. Una pianta “normale” di questa nostra zona è quella ritratta a fianco nella foto sotto la cui chioma è stata posta una vettura di media stazza (Fiat Regata) per determinarne la differenza di dimensioni. Queste piante non sono di facile gestione; fare dei trattamenti antiparassitari è una impresa che non sempre ottiene i suoi migliori esiti positivi. Potarle poi ... è meglio fare un nuovo attentato alle torri gemelle; con le norme della Legge 626 e, peggio, della 81, se ti va bane, becchi l’egastolo ed occupi la cella che è stata sgomberata da Sollecito e da Noks! Non dimentichiamo, poi, che questa zona sembra essere una zona ambita dalla tremenda mosca olearia e dalla Lebbra (qui detta la Lupa) che produce danni incalcolabili per cui la lotta diviene alquanto ardua e costosa vista le dimensioni delle piante. La prima cosa che ci si sente rispondere a questa nostra considerazione è “riconvertire” con cultivar più adatte a produrre olio migliore. Le mastodontiche dimensioni di una Ma ... qui ci si dimentica di due cose : la prima che queste piante sono protette dalla Legge per cui è severamente proibito tagliarle ed unica possibilità sarebbe ad 8 gradi vengono tolti Kg .1,5 a quintale e dopo gli 8 fino a capitozzarle fino a renderle dei tronconi informi (ed improduttivi 11 il doppio. se non dopo molti anni). Dopo tale gradazione cambia addirittura il prezzo base. Ma ... l’agricoltore come vive nel frattempo? e le tasse, i Ma allora vi chiederete cosa si può fare? miracoli? NO, vi balzelli e quant’altro ...? ma questo non interessa i grandi rispondo, ma si può innanzi tutto evitare l’invasione di procervelli che ci governano a nessun livello. dotti esteri che avendo costi di produzione infinitamente miChiaramente nell’operare nuove piantagioni si impiantano nori invadono e saturano i mercati, e poi studiare sfoghi alteruliveti che producono olii di qualità “gradite” sia ai mercati nativi quale quelli proposti dalla Senatice Adriana Poli che alla condizioni pedoclimatiche. Bortone, di dirottare questi oli lampanti alle industrie ed alla Gli esempi non mancano dal momento che basta dare un Centrali elettriche quali carburanti. rapido sguardo alle varie “Mostre” mondiali dove partecipaChiaro che la proposta, partita dalla Senatrice pugliese, no aziende di tutto il mondo e ci dove sono sempre Aziende non poteva esserre gradita a nessuno squalo, per cui tutto si calabresi che producono ottimo olio extravergine e che non arenò! sono mai tornate a casa senza aver preso un premio fra i Parlare con Le organizzazioni di categoria di queste cose è maggiori ed un riconoscimento altisonante. peggio che bestemmiare in Chiesa dal momento che ormai Ma questa produzione ricavata da impianti relativamente quasi tutte queste difendono solo le loro sedie o volano altisgiovani sono una minima parte delle superfici olivetate sime non riuscendo più a scorgere la base ormai tanto lontana calabresi. da loro nè ad udirne i lamenti agonici. Se volessimo fare un rapporto percentuale diremmo che E poi ... quasi tutte le Organizzazioni di categoria sono possono essere un 20/30 % per cui il 70/80 % è rappresetato divenute anche “imprenditrici in proprio” o quantomeno, lo dai vecchi impianti che pur sono , malgrado i secoli, (l’ulivo è sono dietro le quinte i loro dirigenti o prestanomi. Voci dal Sud 26 AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu Agricoltura . L’assessore contesta le decisioni dell’ottobre 2009 dell’ex governatore della Calabria «Agricoltori scippati da Loiero» Gaetano Rao, Assessore Proviciale agricoltura dichiara che gli agricoltori della provincia di Reggio sono stati “scippati” dell’ex Governatore Loiero in favore di altra provincia - Sotto accusa i fondi destinati per il risarcimento dei danni causati dall’alluvione d.g. - Il Quotidiano GLI agricoltori della provincia reggina “scippati” dalla Giunta Loiero delle somme riconosciute dal ministero dell’Agricoltura e destinate al risarcimento dei danni subiti dalle imprese agricole in seguito agli eventi calamitosi abbattutisi negli anni 2007 e 2008. Lo rivela l’Assessore provinciale all’Agricoltura Gaetano Rao ricordando le decisioni dell’allora governatore Loiero che nell’ottobre 2009, in piena campagna elettorale, “adottò una scelta scellerata. Si trattò allora di una palese ingiustizia – spiega l’Assessore - che, di fatto, ha scippato il territorio reggino”. Una scelta che parte dal decreto n. 10314 del 16 settembre 2008 firmato dell’allora Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali del tempo e con il quale veniva assegnata alla Regione Calabria la somma di oltre 15mi-lioni di euro “a valere sulle risorse relative al Fondo di solidarietà nazionale per l’anno 2008, al fine del ristoro dei danni subiti dagli agricoltori calabresi in seguito agli eventi calamitosi abbattutisi negli anni 2007 e 2008”. L’assessore regionale all’Agricoltura dell’epoca, a seguito del decreto ministeriale, il 5 dicembre del 2008 comunicava al Presidente pro tempore della Provincia di Reggio Calabria l’assegnazione della somma di 2 milioni di euro con invito “ad istruire le pratiche relative alle calamità su citate fino alla concorrenza della somma predetta”. Ma da lì a poco le brutte notizie cominciarono ad arrivare una dopo l’altra. A partire da quella del marzo 2009 da parte del direttore generale del Ministero della Politiche Agricole il quale comunicava a tutte le Regioni l’avvenuta riduzione della dotazione del Fondo di Solidarietà nazionale del 2008 con l’attribuzione alla Calabria di soli 5 milioni di euro. Fin qui, nulla di eccezionale, cose che spesso succedono nella politica economica nazionale. La beffa invece, secondo l’assessore Rao, è consistita nel fatto che la Giunta Loiero, anziché procedere correttamente ad una riduzione proporzionale della somme spettanti a tutte le Province calabresi, con Delibera di Giunta Regionale n. 650 del 20 ottobre 2009, “in modo arbitrario ed in spregio alle elementari regole di uniformità di trattamento dei territori delle varie province, ha assegnato la intera somma disponibile al ristoro dei danni subiti da alcuni agricoltori di una sola provincia, con ciò mortificando le legittime e sacrosante aspettative di tutti gli agricoltori calabresi ed, in particolare, di quelli della Provincia di Reggio Calabria”. Agricoltori che, ad oggi, “non hanno avuto la possibilità di attingere alle risorse che, seppur esigue, potevano consentire un piccolo ristoro degli ingenti danni subiti”. “Dal punto di vista istituzionale – dichiara infine l’assessore Rao – in totale sintonia con il presidente Raffa, come Provincia non intendiamo restare indifferenti rispetto alle legittime rivendicazioni degli agricoltori reggini. Personalmente condurrò una battaglia senza soste per addivenire a risultati positivi. Conto già di incontrarmi a breve con l’assessore Trematerra per delineare insieme le procedure per il trasferimento, nel più breve tempo possibile, nelle casse della Provincia di Reggio Calabria delle somme per potere procedere ad erogare gli indennizzi agli agricoltori”. Voci dal Sud 27 w w w . s o s e d .eu Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 Agricoltura . Quasi distrutta la produzione delle castagne Un insetto killer, detta “Vespa cinese” ha attaccato i castagni e, pare, anche gli alberi di noci abbattendo paurosamente la produzione e mettendo a repentaglio la vita degli stessi alberi - In moltissime zone della Calabria le castagne (qui dette “Il pane dei poveri”)cosituiscono l’unica fonte di reddito e di sopravvivenza della popolazione Clemente Angotti Calabria Ora (Ansa) CATANZARO - Da una parte il caldo torrido di con un calo del 18% su scala regionale. Nel resto d’Italia - il Paese ha la leadership europea un’estate infinita e dall’altra i danni provocati da un pae si classifica al quarto posto nel mondo dopo Cina, rassita, il “Cinipide Galligeno”, meglio conosciuto Corea del sud e Turchia - l’incidenza del parassita ha e temuto come “vespa cinese”: è ormai allarme diffugià provocato il dimezzamento della produzione. so nelle colline calabresi per la scarsa produzione di La lotta all’insetto venuto da oriente che provoca castagne, frutto classico dell’autunno. nella pianta di castagno la formazione di galle, cioè inA pesare sul calo produttivo di quello che nelle aree grossamenti delle gemme interne era celebrato di varie forme e dimencome “l’albero del pane” L’infestazione si era presentata già da un sioni, è impari. per avere sfamato intere paio di anni nella provincia di Reggio Non possono essere generazioni in tempi di Calabria, ma le autorità regionali non utilizzati prodotti chimici, carestia è, infatti, una miavevano data la giusta importanza e non si anche se si sta iniziando scela di fattori che hanno ad avviare una capillare era preso nessun provvedimento. portato ad una forte caguerra biologica attraverduta della produzione Oggi la propagazione del male è divenuto a so sviluppo e diffusione castanicola, con ripercuslivello regionale toccando altre province dell’insetto Torymus sioni pesanti sull’intera calabre, quindi si sta partendo con la sinensis, che è un antaeconomia, già in ambadistruibuzione di un insetto antagonista gonista naturale. sce, delle aree interne delCi vorrà, però, molto della vespa cinese che riesce a catturare la regione. tempo per ottenere risulPer la Coldiretti l’insetto nocivo di cui si ciba e ne è ghiotto. tati apprezzabili. calabrese, che da tempo Non è bello sapere che altri patiscono «Il pericolo - afferma ha sollevato il problema, qualche danno, ma se serve a svegliare le Pietro Molinaro, presila riduzione della producoscienze ... dente di Coldiretti zione è valutabile attorno Calabria - esiste ed è seben venga l’aver compagno al duol! al 25/30%. rio. A provocare l’emerNelle aree di pregio genza la presenza dell’incastanicolo è in atto una vera e propria emergenza setto killer arrivato in Italia dalla Cina nel 2002 e seCinipide e, se non si potenzieranno gli interventi e gnalato per la prima volta in Calabria nel 2009, in prol’opera di vigilanza, potrebbero esserci notevoli ed vincia di Reggio. irreparabili danni. Il Cinipide del castagno da qualche anno, però, si è Il problema è serio sia dal punto di vista econodiffuso anche in provincia di Catanzaro, seminando il mico che ambientale e paesaggistico». panico nelle aree castanicole di Decollatura, San Pietro Si è attivata anche la Regione. Apostolo, Serrastretta e Gimigliano. La Giunta, accogliendo una proposta dell’assessore Nella Presila catanzarese, dove cresce la preoccuall’Agricoltura Michele Trematerra, si sta mobilitando pazione, si segnalano le prime infezioni, ma la diffusione con l’attivazione di un centro di moltiplicazione del dell’agente patogeno non ha risparmiato nemmeno le “Torymus sinensis”, antagonista capace di Preserre catanzaresi e vibonesi, da Olivadi, Cenadi e parassitizzare le larve di cinipide e contenerne la danSan Vito sullo Jonio a Monterosso Calabro e nosa attività. Capistrano. Ripercussioni negative si contano di riflesso anche sulla produzione di miele di castagno, tra i più pregiati, Voci dal Sud 28 AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu Agricoltura . Agricoltura, ricetta anticrisi Il Preside della facoltà reggina dice: «Si debbono dare concrete prospettive di lavoro nei settori ambientale, alimentare e forestale» - Continua il trend positivo di iscrizioni alla facoltà da lui guidata Il Quotidiano della Calabria La facoltà di Agraria dell’università Mediterranea, nel suo processo di rinnovamento, continua a proporsi come polo di riferimento a livello regionale e, contemporaneamente, come uno dei principali centri scientifici nell’ambito di una rete integrata di formazione, competenze, innovazione, professionalità, capacità operativa e flessibilità con gli altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. “I dati relativi alle iscrizioni 2011-2012 - spiega il preside Santo Marcello Zimbone - non sono definitivi perché non sono ancora chiuse le immatricolazioni”. I termini scadono il prossimo 3 novembre. Tuttavia sono molto confortanti e confermano il trend di crescita degli scorsi anni. Ciò significa che c’è una risposta alla qualificazione e varietà dei corsi che noi abbiamo attuato in questi anni anche per adeguarci alle direttive ministeriali. La varietà della nostra offerta formativa è sicuramente un fatto positivo perché dà la possibilità di valorizzare al meglio le vocazioni che i singoli studenti presentano prima di entrare all’Università. Il nostro settore è molto ampio perché va dal settore agricolo al settore ambientale, forestale, degli alimenti, tutti settori che, oggi rappresentano una prospettiva importante soprattutto dal punto di vista occupazionale. In questo senso i dati degli ultimi anni hanno messo in evidenza che, a fronte del regresso di altri settori, c’è stato, invece, un progresso di questi settori e non è un caso. Noi speriamo che si capovolga un concetto che in questi anni si è fatto strada, ossia che i settori principali dovessero essere i settori industriali o altri ancora, trascurando il fatto che il settore portante della nostra economia rimane l’agricoltura nella misura in cui è volano di crescita per molti altri settori compreso quello dei servizi, collegati direttamente o indirettamente all’agricoltura. La crisi che ha coinvolto i mercati globali ed internazionali nell’ultimo quinquennio, paradossalmente, ha fatto ritornare l’attenzione su un settore di notevole importanza che, storicamente, è quello che muove l’economia di un Paese con queste caratteristiche. In questi anni, continua soddisfatto il preside Zimbone, abbiamo fatto anche lo sforzo di aprire la Facoltà al territorio perché lo studente che sceglie Agraria deve avere la possibilità di entrare in contatto con il mondo produttivo, per rendersi conto in prima persona delle prospettive che ci sono ed anche dell’importanza che assume la preparazione maturata dietro i banchi e sul campo, creando un collegamento tra il mondo accademico e quello produttivo. Gli sforzi fatti iniziano a dare dei risultati importanti. La Facoltà si è fatta promotrice e collaboratrice di iniziative nel comparto agroalimentare che verranno strutturate a breve. Nasceranno, inoltre, il Polo di Innovazione regionale nel comparto agroalimentare, il Distretto Agroalimentare in Calabria ed è stata finanziata persino un’azienda agraria. Per lunghi anni abbiamo inseguito la prospettiva di dotare la Facoltà di un’azienda agraria cioè di una sede in cui si possa fare sperimentazione, dimostrazione, divulgazione delle conoscenze, principalmente a favore dei nostri studenti ma anche degli imprenditori, con i quali siamo sempre più in contatto. Chi sceglie Agraria deve sapere che entra in un mondo in grado di offrire delle prospettive di lavoro concrete in diversi ambiti e con una certa flessibilità rispetto a quelle che sono le attitudini e le scelte future. Noi, conclude Zimbone, auspichiamo vivamente che il comparto agricolo ambientale possa avere, anche nel breve periodo, una svolta ulteriore ed aprire quindi le porte a tutti ed a coloro che hanno voglia di conseguire un titolo con merito, avendo chiaro che le conoscenze e le competenze acquisite trovano immediato riscontro pratico nel settore del lavoro e non hanno spesso bisogno di lunghi periodi di acclimatamento presso le imprese o altri enti ma il laureato una volta abilitato è già pronto ad operare nel mercato”. Voci dal Sud 29 w w w . s o s e d .eu Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 Agricoltura . Mentre in Italia difendiamo ancòra i piccoli insediamenti, in Spagna si inaugura l’oleificio più grande del mondo! Pieralisi partner della cooperativa più grande del Globo Scritto da Salvatore Tripaldi - Yahoo News Sono stati recentemente inaugurati a Villacarrillo, nella regione di Jaén del Sud della Spagna i nuovi impianti produttivi della cooperativa “Nuestra Señora del Pilar”, che diventa in tal modo il frantoio più grande del mondo grazie alle dimensioni del nuovo stabilimento e alla sua capacità produttiva giornaliera. L’ampliamento e ammodernamento degli impianti, che ha comportato un investimento di 28 milioni di Euro, è stato un atto dovuto a fronte delle dimensioni raggiunte dalla cooperativa e alle sue esigenze di lavorare grandi quantità di prodotto secondo criteri di massima qualità, oltre che a basso impatto ambientale. I nuovi impianti consentono di processare 2500 tonnellate di olive al giorno, grazie alle 12 linee di lavorazione in continuo dotate delle tecnologie di ultima generazione Pieralisi. Il Gruppo Pieralisi, sin dal varo del progetto, ha lavorato a fianco dell’azienda per studiare tutte le problematiche produttive, ma anche di ecosostenibilità, del nuovo oleificio. Le avanzate tecnologie Pieralisi installate consentono di ottenere dall’oliva il massimo rendimento, estraendo oltre il 99% dell’olio, e in più si caratterizzano per il fatto che non consumano acqua e quindi non producono acqua inquinante. L’oleificio vede installate 18 linee di ricevimento olive, 16 linee di lavaggio, 72 tramogge di carico olive e 156 serbatoi che consentono di immagazzinare in loco 17 mila tonnellate di prodotto. La cooperativa “Nuestra Señora del Pilar” ha all’attivo 1673 soci operanti su una superficie di 13854 ettari con oltre 1,5 milioni di olivi ed è, attualmente, il maggior complesso produttivo di olio d’oliva extravergine al mondo. Ad oggi, ha processato oltre 1 milione di tonnellate di olive. “Nelle ultime cinque campagne sono state lavorate in media 70 mila tonnellate di olive per un equivalente di 16 mila tonnellate di olio: non esiste ad oggi un’altra azienda al mondo in grado di raggiungere simili livelli di produzione ” – ha dichiarato il presidente della cooperativa, Cristóbal Gallego. Veduta aerea dello stabilimento spagnolo In Italia una assurda e cieca politica agricola infligge sempre nuovi oneri e èpastoie agli operatori del settore e contemporaneamente permette che nei supermarket si venda impunemente un ingiuriato “olio extravergine di oliva” in confezioni da 5 litri al prezzo di SOLI euro 14,50 ... e poi dite che i miracoli non esistono! Voci dal Sud 30 AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu Nasce ufficialmente “La Città del Porto” Tripodi (Rosarno), Bellofiore (Gioia Tauro) e Madafferi (San Ferdinando) pronti a pianificare una nuova città e firmano, quale Sindaci delle tre città interessate, il protocollo Entro 15 giorni i tre Comuni incasseranno 8 milioni dalla Regione Calabria. Giuseppe Lacquaniti - Gazzetta del Sud Rosarno - La realizzazione dei progetti Pisu sarà il primo passo verso la creazione della “Città del Porto”, una realtà politico-amministrativa indispensabile non solo per gestire servizi in comune, ma anche per consentire a Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando di guidare, con maggiore forza contrattuale e decisionale, i processi di crescita in un territorio fortemente penalizzato da interventi calati dall’alto, che ad oggi si sono rilevati fallimentari. È questo il messaggio forte che i sindaci Elisabetta Tripodi, Renato Bellofiore e Domenico Madafferi hanno inteso lanciare nel corso della conferenza stampa, svoltasi ieri pomeriggio (14 ottobre) presso il Municipio della cittadina medmea per illustrare la convenzione, stipulata in mattinata a Catanzaro, Assessorato all’Urbanistica, tra la Regione Calabria e le tre città pianigiane, rappresentate dalla Tripodi, sindaco di Rosarno, Comune capofila. Con la stipula della convenzione prende corpo il cronoprogramma dell’intera operazione, che prevede come atto iniziale , entro 15 giorni il trasferimento ai 3 Comuni, da parte della Regione, del 20% della somma totale stanziata, che ammonta a circa 42 milioni di euro per la realizzazione nei tre Comuni di un complesso di opere, da completare e collaudare entro giugno 2015. Con il primo accredito le 3 Amministrazioni avranno la possibilità di procedere agli espropri dei terreni su cui ubicare le strutture ed all’affidamento degli incarichi per le relative prospezioni geologiche. «Provo una grande emozione – ha dichiarato Elisabetta Tripodi – nel sancire, assieme ai Sindaci delle due Città consorelle, l’atto di nascita della Città del Porto, attraverso l’avvio del Pisu, un traguardo inseguito per 2 anni, da noi e dalle Amministrazioni che ci hanno preceduto». La maggior parte delle opere sono state ubicate in zone strategiche, facilmente raggiungibili dai cittadini dei 3 Comuni, a significare – ha rimarcato la Tripodi – la volontà di fare rete, essere uniti per contare di più, e costituire un volano di crescita per l’intera popolazione della Piana, oggi afflitta da una gravissima crisi occupazionale, anche a causa del progressivo depauperamento del porto di Gioia Tauro, per il quale il Governo ha dimezzato i fondi promessi per il suo rilancio. Una problematica, quella del porto, su cui ha insistitoilsindacoBellofiore, secondo cui... « il Pisu può costituire un atto concreto per dare alcune risposte in termini occupazionali, e di questo va dato atto alla Regione, che comunque deve recepire l’importanza che il porto assume per il processo di sviluppo dell’intera Calabria». Per il sindaco di Gioia Tauro il taglio dei fondi da parte del Governo per il porto costituisce «un fatto gravissimo, di cui sono responsabili i nostri Parlamentari, che sono rimasti in silenzio, rappresentanti solo di se stessi, impegnati esclusivamente a difendere le proprie poltrone, senza tenere in alcun conto il dramma di centinaia di padri di famiglia che stanno perdendo il posto di lavoro». Nell’illustrare l’importanza che il Pisu assume per i comuni dell’area portuale, il sindaco di San Ferdinando Madafferi ha ribadito l’esigenza che le popolazioni interessate si riapproprino del Porto, «che non è né della Medcenter né della Blg, altrimenti non riusciremo a dare segnali confortanti di cambiamento». A tal fine propone la convocazione dei consigli comunali di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando per contrastare l’azione di monopolio della Medcenter, con l’approvazione di un documento di dura condanna circa i metodi di gestione della realtà portuale, fino ad oggi adottati. Voci dal Sud 31 w w w . s o s e d .eu Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 Fotovoltaico: Calabria ultima regione del sud e tra le ultime dell’intera penisola Ultimi, desolatamente e isolatamente ultimi, anche in questa occasione che crediamo sia ormai persa! Francesco Nucera Il fotovoltaico viene da tutti qui considerato “il futuro”, sto, la frittata è fatta. E se tutto ciò non bastasse, aggiungiamoci anche che tutti ne parlano come se stesse nascendo oggi, eppure altrove in Italia tutti sanno che è il presente, e per molti rap- l’odore di criminalità, esportato prepotentemente fuori dai presenta già il passato, un passato che ha già dato i suoi nostri confini, arriva dall’altro lato del pianeta con semplifrutti, e molti altri ne darà nei prossimi 20 anni, finanziati cità, o che siano in tutte le Black-List bancarie mondiali, e del sole (e dei suoi benefici con le tasse in bolletta aneconomici ovviamente) ci che dei calabresi. La Provincia di Reggio Calabria un paio resta solo la speranza…o In tutta la nazione, risuldi anni addietro aveva “lanciata” forse ormai neanche queltano ad oggi connessi iml’iniziativa di realizzare per i privati la. pianti per una potenza pari impianti fotovoltaici. Tutto questo confermaa 11.000 MWp, in grado di to dalla graduatoria sui Oltre mille i progetti approvati, SOLO produrre energia in un grandi impianti (nuovo anno in KWh, almeno UNO quello realizzato a Reggio su un strumento governativo quanto due centrali nuclecondominio e con potenza di soli 3 kw ideato nel 2011 per frenare ari di dimensioni medio (il minimo consentito) ed inaugurato lo sviluppo dei grandi prograndi, ovvero di 1.600 come fosse stata la realizzazione del getti fotovoltaici), pubbliMWe (Ndr: ricordiamo che Ponte sullo Stretto! cata in estate per la prima la potenza di un impianto Lo scorso anno ha poi varato il secondo volta, dove anche un ocnon è il termine di paragoprogetto (ed i primi 999 che fine hanno chio poco attento nota che ne più intuitivo, poiché un fatto?) “Vi porto il Sole in Casa” che, i progetti ancora da costruimpianto nucleare funziona finanche prescindendo dalla graduatoria ire, “degni” di ottenere gli 24 ore no stop, invece uno del vecchi bando, avrebbe dovuto incentivi sulla produzione fotovoltaico solo quando “solarizzare” abitazioni private ed una volta realizzati, sono c’è il sole e a potenza vaper due terzi “Made in impianti industriali fino a 20 Kw, riabile). Puglia”, mentre per le proDi questi in Calabria ne rigorosamente realizzati con maestranze vincie di Catanzaro e troviamo solo 189 MWp, provinciali. Crotone nessun impianto costituiti per lo più da picé passato un anno e tutto tace ed risulta essere entrato in coli impianti sui tetti delle adirittura sono pochi alla Provincia che graduatoria, e in provincia abitazioni, auto-finanziati si ricordano del progetto, ma ovviamente di Reggio Calabria (la più da semplici cittadini. in senso lato e non in condizione di dire predisposta per questo Di grandi investimenti, a che punto è l’iter per la realizzazione, tipo di installazioni aggiunesteri o italiani che siano, oppure in quale sottoscala è finito gerei), “spicca” un solo di grandi centrali, e di tutto l’incartamento. progetto in quel di ciò che ci sta dietro, qui reRosarno. stano solo briciole, e tante L’unica consolazione che ci rimane è sapere che dopo di parole. E se il paragone lo facciamo con la sola Puglia, il divario noi ci sono regioni come Valle D’Aosta, Molise e Liguria si fa più evidente: quasi 2.000 MWp e prima regione d’Italia (quest’ultima evidentemente penalizzata dalla morfologia del territorio e dai vincoli paesaggistici nonostante la sua per potenza installata. estensione), ma non è detto che a breve ci superino anche I motivi di tutto ciò? In primis la politica, arguta e snella in Puglia, mentre esse. Abituati ad essere ultimi, non ci resta che aspettare che degna di essere definita “sovietica” in Calabria, che ha saputo nel primo caso cogliere per tempo un’occasione qualcuno o qualcosa prima o poi ci “illumini”, ma se non ci “solare”, nel secondo distruggere quel poco di buono che è riuscito neanche il sole … non resta che lasciare a voi le conclusioni! era arrivato fin qui. Se poi ci aggiungiamo la diffidenza di base – dettata un po’ dall’incompetenza, un po’ dalle troppe delusioni del passato – dei calabresi verso le nuove iniziative e idee, e l’inesistenza di una seria classe imprenditoriale locale supportata e di ingenti capitali privati da investire sul po- Voci dal Sud 32 AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu «L’Italia rispetti di più gli immigrati e ora basta con gli slogan razzisti» Il rapporto di Strasburgo punta il dito contro gli sgomberi dei campi rom Ferdinando De Francisci - Gazzetta del Sud STRASBURGO - Basta con gli slogan razzisti dei politici: è l’ammonimento inviato all’Italia dal commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg, nell’ultimo rapporto sul nostro Paese. Oltre a prendere di mira le dichiarazioni razziste dei politici, soprattutto verso i Rom, nel documento si denuncia che pochi passi avanti, se non addirittura nessuno, sono stati fatti negli ultimi tre anni dalle autorità italiane nel garantire il rispetto dei diritti umani di rom e immigrati. «Sono rimasto scioccato dai manifesti che ho visto a Milano durante la mia visita avvenuta in piena campagna elettorale: mettevano in guardia dal rischio che la città si trasformasse in una “zingaropoli”», scrive tra l’altro Hammarberg, nel suo rapporto. Oltre ai manifesti affissi a Milano, il commissario del Consiglio d’Europa cita come esempio negativo le dichiarazioni con le quali il ministro degli Interni Roberto Maroni, durante le espulsioni dei rom dalla Francia nell’estate 2010, si rammaricava che in Italia non si potesse fare lo stesso in quanto la maggioranza dei rom ha la cittadinanza italiana. «Il trattamento riservato a rom e immigrati è una cartina di tornasole per valutare come gli stati membri del Consiglio d’Europa rispettano effettivamente i diritti umani», scrive Hammarberg. Secondo il suo rapporto, le autorità italiane negli ultimi tre anni non hanno fatto alcun passo in avanti su molte questioni che toccano da vicino la vita quotidiana di queste minoranze. Il commissario punta il dito contro gli sgomberi dei campi, sia per le modalità con cui vengono condotti che per la mancanza di alternative di alloggio offerte alle persone fatte sloggiare. «Sono seriamente preoccupato dalle pratiche adottate per gli sgombri e per le conseguenze che queste modalità hanno sulle persone coinvolte», scrive Hammarberg, che durante la visita in Italia si è reca- to in due campi a Milano: uno abusivo, vicino al sottopasso di Bacula, e uno autorizzato, a via Idro. Il commissario Hammarberg sottolinea, tra l’altro, che, in conseguenza dei continui sgombri, a molti bambini rom viene tolto di fatto il diritto all’istruzione. Hammarberg ricorda, inoltre, che l’Italia non ha mantenuto la sua promessa di emanare una legge che permettesse a questi bambini, la maggior parte nati e vissuti sempre in Italia, di acquisire la cittadinanza italiana. «Sono circa quindicimila discendenti di rom venuti dall’ex Jugoslavia, che nonostante siano nati e vissuti sempre in Italia, sono di fatto apolidi», è la denuncia. Il rapporto di Strasburgo è stato duramente criticato da Francesco Speroni, capodelegazione della Lega Nord al Parlamento Ue, che lo ha definito «un’ingerenza negli affari interni di uno Stato sovrano che va contro l’azione di un governo nazionale». Tutt’altra opinione quella espressa invece dagli eurodeputati del Pd, Rita Borsellino, Rosario Crocetta e Debora Serracchiani, secondo i quali «dal Consiglio d’Europa arriva la conferma dei danni che un governo a trazione leghista sta facendo al nostro Paese». Voci dal Sud 33 w w w . s o s e d .eu Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 Rosarno e gli extracomunitari: la soap opera senza fine. Francesco Nucera Appena iniziata l’ennesima puntata di un telefilm che sta diventando oramai patetico e ripetitivo, ma che gli impotenti telespettatori della città della Piana, sono costretti a vedere e a subire ogni anno. Comincia la nuova stagione agrumaria, e si ricominciano a vedere per le solite scene, che ogni essere umano dotato di un minimo di dignità d’animo, può definire solamente una vergogna. Gli immigrati di colore, che vanno e vengono da qui ad ogni autunno, si stanno ripresentando tutti, come se nulla fosse mai accaduto (rivolte, “deportazioni”, etc.), perché quando è la fame e la miseria a governare i tuoi spostamenti, sei pronto a tutto. E allora, come ogni anno, oggi più di prima, ti ritrovi a vedere persone che scavano dentro i bidoni della spazzatura, alla ricerca di qualcosa che per loro potrebbe essere addirittura vitale, quando invece per noi, è solamente roba da buttare. E ancora ti ritrovi a percorrere le strade extraurbane, rischiando di travolgerli perché difficilmente puoi vederli al buio, e li vedi troppo spesso denudati e scalzi, perché non hanno la possibilità di avere ne vestiti ne un paio di scarpe, mentre il gelo li perseguita loro e ogni tanto li uccide. E che dire quando ti ritrovi all’una di notte con il citofono che suona, perché la fame li ha costretti a chiederti qualcosa da mangiare, e quando non riescono ad arrivare fino al tuo campanello, spesso arriva da loro un’ambulanza che li porta via per farli ricoverare (quando, ovviamente, qualche loro convivente ha la possibilità di chiamarla, e quando riescono a spiegare in quale sperduta campagna sono in quel momento). Il perché di tutto questo è sotto gli occhi di tutti: sono in troppi, il lavoro non c’è più, e la città non è in grado di accoglierli tutti con la sola solidarietà dei singoli cittadini. Perché se negli ultimi 20 anni queste scene appena descritte si vedevano, erano comunque rare e circoscritte a qualche poveretto, che non riusciva ad adattarsi come gli altri. Ma il lavoro c’era, perché il prezzo degli agrumi riusciva a ripagare loro e gli agricoltori, e anche se male, vivevano tutti, e tutti erano a loro modo “contenti”. Vent’anni di convivenza pacifica, cancellati improvvisamente da quelle giornate di gennaio 2010. Cancellati soprattutto da quella campagna mediatica distruttiva che è durata mesi e mesi, e dura ancora oggi, che ha messo in luce solo quelle giornate, dimenticando tutto il resto, e lo ha fatto troppo spesso senza indagare davvero sui fatti. Ma si sa, gli “ascolti” arrivano quando si parla male di qualcosa o qualcuno, e non bene, e questa volta è toccato alla città di Rosarno subire questa “legge” della comunicazione. Quel gennaio 2010 ha lasciato sulle spalle dei cittadini una grossa responsabilità, quella di farsi carico di questa situazione, chiedendo alle istituzioni superiori gli aiuti necessari quando con i propri mezzi non ci si riesce. E da quel gennaio 2010 sono passati quasi due anni, e se tutto è come prima, o anche peggio, è anche responsabilità dei Rosarnesi, o di chi li amministra e guida, che sono riusciti a fare poco o niente. L’unica “opera” degna di nota ad oggi risulta essere un centro immigrati provvisorio: circa un centinaio di posti letto, dentro dei container, lontano dal paese, rimasto attivo qualche mese, e poi chiuso (mandando tutti via). Insufficiente e inadeguato perché di certo un centinaio di posti non servono a stemperare la miseria di oltre un migliaio di extracomunitari, e allo stesso tempo imbarazzante, perché mette in ridicolo tutto il paese quando qualcuno dall’esterno lo ha osservato e lo osserva, e commenta sbigottito. Tutto questo mentre Regione e Governo, si preoccupano solamente di elargire fondi, senza avere davanti un piano chiaro, Mamma Africa, Norina Ventre assieme a suoi amici volontari collaboratori offre ogni domenica un pranzo a 250 neri nella sua campagna una vera soluzione; ma è evidente che interessa loro poco dei migranti (perché non votano), e che l’unica preoccupazione che li assale è che, un domani quando rivolte come quelle del 2010 torneranno ad esserci, potranno dire che loro hanno fatto la loro parte, e Rosarno non ha saputo rispondere. Il classico scarica barili tra istituzioni, storie già viste, che inesorabilmente si ripetono davanti ai grandi problemi, difficilmente risolvibili senza una visione chiara e precisa del problema e della soluzione. Promesse parziali di soluzioni, ad oggi, da parte della Regione Calabria, e del Presidente Scopelliti, ne abbiamo, ma tutti conosciamo i tempi della politica, della burocrazia, e della realizzazione di opere pubbliche. Si parla ad oggi di un centro definitivo di accoglienza e di alloggi veri e propri, ma già la scelta sull’ubicazione degli stessi, non fa presagire il meglio: a quasi 4 km dal centro del paese, tra le campagne, su una strada senza opere di urbanizzazione. Intanto gli extracomunitari, anche quest’anno sono qui, in massa e disperati, e non possono attendere i tempi della burocrazia, le varie passarelle dei politici di turno che provano solo a sfruttare l’argomento a loro vantaggio, e un lavoro, che per colpe non di certo dei rosarnesi, non c’è più, perché la fame non perdona. E la cosa indispettisce assai di più, quando a pochi chilometri da qui, una piccola frazione di Rizziconi (Rc), Drosi, passa alle cronache come avamposto di integrazione e di gestione efficiente degli immigrati, senza che abbia alcuna risorsa economica esterna, perché si intuisce che si può fare di più e meglio anche a Rosarno, usando solo un po’ di più intelligenza e carità da parte di quelle poche persone che hanno il potere di farlo. Ma al momento, in attesa che il concetto di integrazione vera arrivi alla politica locale e non, non ci resta che accontentarci della pur sempre attiva “mamma africa”(n.d.r. al secolo Norina Ventre), l’anziana rosarnese, di cui molto si è parlato, che assieme ad altri pochi volontari, fa ciò che può per dare sostegno a questi poveri uomini in cerca di pace e lavoro. Per concludere, speriamo che questa telenovela prima o poi finisca, e si possa mandare in onda un’ultima puntata che faccia vedere al mondo una Rosarno migliore, una Rosarno alla quale vengano riconosciuti anche tanti meriti, e dove immigrati e rosarnesi possano vivere pacificamente assieme, nel segno dell’integrazione. Voci dal Sud 34 AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu Sarebbe ora di riabilitare Rosarno, ma le autorità regiomali e provinciali sono assenti fromor Se avessi voluto esprimere il mio pensiero in merito a questa triste commedia (meglio dire “tragedia”) non avrei saputo farlo meglio di come lo ha fatto Francesco Nucera mellarticolo della pagina precedente! Sono anni che tutti, indigeni ed extracomunitari (primi li chiamavamo “i nigri” per indicarli prendendo la parte per il tutto, la pelle scura) abbiamo vissuto in quasi armonia aiutandoli fin dove le Leggi italiane sull’immigrazionie clandesina consentivano (ho scritto spesso e da anni sull’mpossibilità da parte del cittadino di esporsi in loro favore senza violare severe Leggi penali). Vero che hanno ricavato paghe giornaliere da fame, ma pur vero che la grande massa di rosarnesi ha con loro condivisa la propria fame visto che una profonda crisi dell’agricoltura è presente da anni nella nostra Città e sempre nell’indifferenza delle Istituzioni. Oggi, poi ... dovrebbe essere assolutamente impossibile pensare agli altri perchè i nostri pensieri sono totalmente dedicati a tentare la sopravvivenza dei propri familiari, ed invece, malgrado tutto, continuiamo a preoccuparcene come è giusto che sia. Ed invece la famosa “rivolta di Rosarno” dello scorso hanno voluta e pilotata per fini reconditi (o ... quasi) da ciceruacchi da strapazzo e su cui hanno inzuppato il pane a piene mani i mass media nazionali che inviavano i loro inviati speciali con l’articolo spesso già scritto in tasca , hammo dipinto la tradizionalmente generosa cittadinanza di Rosarno come biechi e sporchi negrieri. Siamo passati agli occhi del mondo come carnefici al cui confronto il Ku Klux Klan è una associazione benefica di assistenza ai negri! In quella occasione uno sciame di politici nazionali, regionali, provinciali sono venuti sussiegosi a pontificare presso le sedi istituzionali o in passerelli di piazza in cui illustri sindacalisti hanno riepito l’etere di fandonie. Tutti hanno dimostrato comprensione per gli extracomunitari e tutti disprezzo per il popolo rosarne (peraltro non difeso ufficialmente da nessuna Autorità). Tutti hanno promesso interventi in favore desti poveri diseredati per sottrarli alle grinfie fameli- che dei rosanesi. Tutti hanno avuto una proposta ed una promessa da fare, ma alla fine tutti sono spariti e delle promesse non se ne ricorda più nessuno. Il centro di accoglienza in contrada Carmine su terreno confiscato? non sono nemmeno ancora partiti i lavori che sarebbero dovuti essere ompletati alla velocità della luce. I migrantes, per precauzione sono stati imbarcati su pulmanns e trasferiti altrove. Tuttavia dopo poco sono tornati e sono finiti tutti in condizioni peggiori di prima dal momento che hanno dovuto spandersi in casolari speduti nelle campagne e senza che il numero li proteggesse. Non mi dilungo, ma ... se qualcuno dei Big politici, invece di fare passerelle varie si preoccupasse veramente della sorte di una intera popolazione ... forse potremmo anche essere più sereni e meno arrabbiati nei confonti di questi poveri Cristi, la cui unica colpa è di avere fame, e che sono qui, lontani dai loro mondi e dai loro affetti per un pezzo di pane e sono divenuti invece “oggetti” da usare per nolti politicanti senza scrupoli. Ma come si fa ad essere espansivi e prdighi quando intere masse di indigeni patiscono la fame? Ormai il lavoro nelle campagne è solo una di una sparuta minoranza dal momentoi che tutto è fermo in uno stallo mortale. Finanche i Kiwi e le clementine, che avevano rappresento la speranza è un mercato fermo. Probabilmente in un prossimo futuro con una pomposa cerimonia sarà riaperto il Campo Accolgienta della bidonville di Testa dell’Acqua, ma solo un centinaio vi troveranno ospialità, e gli altri? Altro interrogativo sarà se i migrantes intenderanno andare “ospiti” in questo campo dal momento che, memori della pssata esperienza fatta lo scorso anno quando sono stati “cacciati” per chiusura del campo, infatti molti temono che il ripetersi dell’evento possa far perdere loro anche quel misero tugurio che occupano attualmente. Voci dal Sud 35 w w w . s o s e d .eu Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 La foto del giorno A Rosarno sono terminati i lavori a Piazza Convento, ma già qualcosa non funziona! Bella, molto bella la nuova “Piazza Convento” dopo il restauro ed il nuovo look assunto. Si tratta della piazza antistante il convento dei frati abbandonato dopo il terremoto del 1783. I lavori di restiling, dopo inizi incerti, sospensioni e tentennamenti finalmente nella scorsa primavera hanno visto la parola “fine” anche se, crediamo, non sia ancora stata collaudata ufficialmente. Durante i lavori sono venute alla luce importanti opere di antichità appartenenti alle strutture conventuali come due archi misterisi che finiscono ostruiti da terra e detriti. Opportuna l’idea di proteggere le due nicchie con una inferriata che impedisca l’accesso ed una illuminazione discreta che li rendeva visibili anche di notte. Anche la fontana a 4 bocche eroganti che anticamente gettavano acqua nei lavatoi attraverso 4 rosoni rappresentanti altrettanti teste di leone (poi misteriosamente scomparsi) è stata restaurata con una originale idea, anche se poca iginica visto che l’acqua è potabile e moltissimi cittadini vi attingono il prezioso liquido, facendola scorrere per circa 30 cm su un canaletto ricavato dalla pietra granitica che oggi compongono le quattro nuove bocche eroganti. Ma ... sono trascorsi solo pochi mesi dalla fine dei lavori e delle quattro bocche solo due funzionano, le altre sono rigorosamente asciutte. Anche le luci che illuminavano le due nicchie formate dai due archi in pietra del millenario muro di cinta, si sono spente da molto e nessuno si sta preoccupando di riaccenderle. Le aiuole con il prato verde e le piantine di fiori sono stati quasi completamente abbandonate per cui delle piante a fiori non vi è più traccia e gli alberelli messi a suo tempo a dimora sopravvivono grazie agli abitanti della piazza che che le hanno “adottate” anche se in maniera informale. Il timore di tutti i residenti è che l’opera della intera piazza degradi irrimediabilmente e fra qual- che tempo vedremo i segni dell’incuria come appaiono evidenti in piazza Valerioti ove la pavimentazione è già saltata in più punti prima ancora che l’opera sia terminata. Da notare che questa stagione estiva nella Piazza Convento si sono svolte molte manifestazioni culturali e musicali e, con meravilgia di tutti, si è scoperta una acustica degna dei migliori teatri! Fin dove è nelle possibilità degli abitanti le strutturre saranno curate amorevolmente, ma ove è imposibile ... il Comune deve non abbandonare la stoirca Piazza. Voci dal Sud 36 AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu Archeologia sub marina Il relitto del “Titanic” inglese ritrovato al largo della Liguria Chiara Carenini - Gazzetta del Sud GENOVA - Il relitto del Transatlantico britannico Transylvania, spezzato in due sul fondo del mare dell’isola di Bergeggi, nel savonese, ha dormito per oltre 90 anni. Grandissimo e silenzioso, il fianco squarciato in due da un siluro tedesco. Ogni tanto, il “Titanic” inglese, dava segnali di sé, strappando via un amo di pescatori, stracciando una rete. Era affondato a 3 miglia e mezzo dalla costa di Spotorno il 4 maggio 1917, in piena prima guerra mondiale. Ieri i Carabinieri subacquei di Genova l’hanno trovato, grazie agli «occhi» elettronici di uno strano robottino che si chiama “Pluto Palla” e alla Gay Marine, un’azienda che ha messo a punto questo robot-sommozzatore capace di scendere là dove un uomo non può andare: oltre 600 metri sotto il livello del mare. Eccolo, il Transylvania: ancora imponente, anche se spezzato in due. Il Transylvania imbarca i quasi 3000 militari ed Ha tutta una storia da raccontare, con i suoi oltre 400 morle 64 infermiere prima di salpare verso la morte ti, i 2.600 soldati soccorsi dai pescatori che quel lontanissimo giorno videro inabissarsi la più grande nave da trasporto truppe che sia mai stata costruita. Generazioni e generazioni si sono tramandate il racconto di quell’inabissamento, durante la prima guerra mondiale. Il Transylvania stazzava 14.315 tonnellate ed era partito da Marsiglia con a bordo circa tremila persone, in gran parte soldati inglesi della Royal Navy. A bordo anche 64 infermiere della British Red Cross Society. Diretto verso il fronte turco in Palestina, era scortato da due incrociatori. Alle 10,30, a 3 miglia dall’isoletta di Bergeggi, di fronte a Spotorno, un siluro sparato da un Uboat (n.d.r.: acronimo di unter boat = nave di sotto : sottomarino) tedesco in agguato colpisce il transatlantico a un fianco. La nave sbanda, va verso riva, si spezza, s’impenna e affonda nel giro di due ore. I pescatori vedono la nave e la colonna d’acqua, sentono l’esplosione, mettono subito in acqua i gozzi e partono. Ne salvano oltre mille! I naufraghi vennero assistiti, medicati e ospitati dalla piccola comunità di Spotorno. Furono 89, invece, i cadaveri recuperati e portati nel piccolo cimitero di Zinola. Anche Tom fu salvato, il cagnolino mascotte del Transylvania caduto fuori bordo in seguito all’esplosione. Nuotò fino a riva. Stremato, ferito, fu accolto in una famiglia di Spotorno, con la quale visse tanti altri anni ancora. Una lapide scolpita testimoniò, otto anni dopo, quella tragedia. La lapide venne poi abbattuta dai fascisti nel 1936, per protestare contro le sanzioni economiche imposte all’Italia dalla Gran Bretagna. Ma Spotorno non ha mai dimenticato. La lapide è tornata al suo posto qualche anno fa. E grazie ai racconti dei vecchi, tramandati per generazioni, che narravano di un gigante spezzato che dormiva sul fondo del mare, ieri il Transylvania è stato ritrovato. Voci dal Sud 37 w w w . s o s e d .eu Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 D a 1 10 a n n i il Cristo Redentore svetta sull’Aspromonte Giorgio Gatto Costantino - Gazzetta del Sud REGGIO CALABRIA - Pochi giorni fa il sindaco di New York, Michael Bloomberg e il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno festeggiato insieme il 125esimo anniversario della Statua della Libertà nella fantasmagorica scenografia della “Grande Mela”, anticipando di un mese la ricorrenza effettiva (28 ottobre 1886). Nello stesso momento, da tutt’altra parte del mondo, una piccola associazione metteva a punto gli ultimi dettagli per una ricorrenza similare, certamente diversa per numeri e proporzioni ma, forse, maggiore per il significato spirituale, per la dignità civile e per il contesto superbo in cui tutto ciò è avvenuto. Lo scorso 23 settembre, infatti, ricorrevano i 110 anni del posizionamento del Cristo Redentore in cima a Montalto. A ricordare quel giorno ci ha pensato l’associazione “Amici di Montalto”, guidata dal Gianni Musolino, che da un quarto di secolo contribuisce a tutelare e valorizzare uno dei luoghi più suggestivi della provincia reggina. La cima più alta dell’Aspromonte è un luogo silenzioso e misterioso che buca il cielo ed eleva lo spirito. Forse per questo, sul finire del 1899, il comitato locale calabrese scelse quella punta battuta dai venti per collaborare al grandioso progetto proposto del conte Giovanni Acquaderni, sposato con entusiasmo dal papa Leone XIII: collocare 19 monumenti su altrettante vette per ricordare i secoli di cristianità trascorsi. Così, la scorsa domenica si sono ritrovati in tanti ai piedi del sentiero che conduce in cima lungo la strada che porta a Polsi, per una Via Crucis commemorativa, per ricordare gli aspetti civili di quella grandiosa avventura e alcuni risvolti poco noti di quella lunga storia. La statua, alta 3 metri fu realizzata a Roma dallo scultore Francesco Jerace (nato a Polistena il 26 luglio 1854 e morto a Napoli il 1937). Giunse a Gioia Tauro in treno. Dalla città della Piana fu trasportata a Delianuova con l’ausilio di carri trainati da buoi e da lì fino in vetta, trasportata a spalle da due squadre di operai. Bruno Praticò, una delle anime dell’Associazione, ha ricordato la figura del cardinale Gennaro Portanova «che tanto si adoperò per la riuscita dell’operazione e raggiunse la cima percorrendo la strada a dorso di muli in compagnia dei vescovi di Cassano e di Cariati dopo aver attraversato Cardeto». Un altro escursionista, Rocco Zoccali, aggregatosi al gruppo per l’occasione e originario di Santo Stefano, ha ricordato di quando il padre gli raccontava di un compaesano che si scagliò con ira contro la statua sfregiandogli gli occhi: «Mio padre mi raccontò una cosa inquietante: quell’uomo morì cieco». Chissà quante storie simili sono circolate nel tempo e disperse nei boschi. Come quella dell’eremita sconosciuto che si era costruito un rifugio nei pressi della statua i cui resti sono ancora visibili in cima al sentiero. La manifestazione è stata idealmente legata alla marcia della pace Perugia-Assisi che contemporaneamente si sta- va svolgendo in Umbria, mentre il nome di Francesco Azzarà, il volontario reggino di Emergency rapito in Darfur, ha accompagnato gli escursionisti lungo le stazioni di preghiera. «Abbiamo voluto pregare per tutte le persone private ingiustamente della libertà – ha evidenziato Paola Garreffa, una delle organizzatrici – ricordando come anche Gesù ha subìto un processo ingiusto e una ingiusta detenzione». Ma, come si sa, la Via Crucis non è la fine, ma il mezzo. Al termine del cammino i giovani e gli adulti che hanno partecipato all’intensa preghiera itinerante guidata dal don Umberto Lauro, padre spirituale del gruppo e affezionato frequentatore delle cime aspromontane, si sono ritrovati sotto l’imponente statua bronzea del Cristo Redentore. Qui è stato allestito l’altare da campo per la celebrazione liturgica, ma il tempo avverso ne ha impedito lo svolgimento. Così, facendo di necessità virtù, tutto il gruppo è dovuto tornare indietro e riprendere la celebrazione in un luogo più riparato. La Statua della Liberà svetta imponente di fronte a New York ed è visibile da oltre 40 chilometri. La nostra statua bronzea è quasi invisibile, nascosta dagli alberi in cima al monte. Ma la mano destra del Cristo, alzata ad indicare la Trinità è, per chi ha maturato una fede profonda, più luminosa e rassicurante della fiaccola sorretta dalla “collega” americana. Voci dal Sud 38 AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali CORPO FORESTALE DELLO STATO COMANDO PROVINCIALE VIBO VALENTIA Sequestrata nezzo tonnellata rifiuti ed un autocarro Un autocarro, oltre 500 kg di rifiuti speciali posti sotto sequestro e due soggetti deferiti in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria. Si è conclusa così la nuova operazione svolta dagli Agenti del Corpo Forestale dello Stato del Comando Stazione di Spilinga (VV), nell’ambito di appositi servizi di controllo del territorio atti a prevenire ogni forma di illegalità legata allo smaltimento ed alla gestione illecita di rifiuti. I fatti risalgono a qualche giorno fa quando la pattuglia del CFS, durante un giro di perlustrazione, intercettava e intimava l’alt ad un autocarro che stava percorrendo la Strada Provinciale n. 22, nei pressi dell’abitato del Comune di Ricadi. Nella circostanza, gli Agenti operanti eseguivano un’ispezione al veicolo fermato, rinvenendo all’interno del cassone posteriore un quantitativo di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi stimato in oltre mezza tonnellata. Un vero e proprio ricettacolo di immondizia di ogni genere tra cui materiale proveniente da demolizione, rottami ferrosi, materie plastiche, vernici, solventi, scarti di materiale adoperato nell’attività edilizia e tanto altro ancora. I due occupanti del mezzo di trasporto, tali F.A. e B.G., entrambi operai, residenti rispettivamente a Ricadi e Tropea, dopo essere stati sottoposti a specifico controllo di polizia, non hanno esibito alcuna documentazione dalla quale poter evincere l’origine, il tragitto e la destinazione dell’ingente carico inquinante. Ulteriori indagini hanno evidenziato che gli improvvisati trasportatori non erano peraltro muniti di alcuna autorizzazione per lo svolgimento di tale tipologia di attività, non essendo iscritti all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali. Ciò ha fatto scattare immediatamente il sequestro penale del carico di rifiuti e del veicolo che sono stati affidati in custodia giudiziaria al legittimo proprietario dell’automezzo, un imprenditore edile la cui posizione, in merito alla vicenda, è ancora al vaglio degli inquirenti del CFS. La Procura della Repubblica di Vibo Valentia, nel contempo, ha convalidato il sequestro operato dal CFS di Spilinga, iscrivendo i due operai nel registro degli indagati che dovranno ora rispondere del reato di “trasporto illecito di rifiuti speciali”, in relazione al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del dicembre 2010, che ha dichiarato lo stato di emergenza nel settore dei rifiuti in tutto il territorio della Regione Calabria sino al 31 dicembre 2011. F.to Il Comandante Provinciale V.Q.A.F. Gaetano Lorenzo LOPEZ Comando Stazione CFS Spilinga 0963 65466 Cell. 335 7913766 Voci dal Sud 39 w w w . s o s e d .eu Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 L’occhio del “Grande Fratello” ci spia Facebbok sa tutto di tutti noi! Yahoo News Yahoo news - Quello che Facebook sa di voi Max Schrems ha chesto all’azienda i dati che lo riguardano e si è visto recapitare in formato elettronico un dossier di 1200 pagine! Max Schrems sorride da dietro alla scrivania, con il braccio su una pila di 1.200 fogli A4. Lì dentro c’è scritto tutto quello che Facebook sa di lui: nome, cognome, gusti personali, preferenze politiche, conversazioni, foto. Tutto. «Roba da far impallidire il Kbg o la Cia», dice. Eppure Max Schrems, a dispetto del nome che sa di spia di Berlino Est al tempo della guerra fredda, è solo uno studente austriaco di 24 anni. Quelle 1.200 pagine, spiega, esistono per ognuno degli 800 milioni di iscritti su Facebook ed è ora che tutti lo sappiano e le vedano. Lui ha fatto da apripista. Un giorno ha richiesto all’azienda che gestisce il social network i dati che lo riguardavano. Dopo vari tentativi andati a vuoto si è visto arrivare a casa un cd che conteneva un file Pdf con il suo «dossier» personale nelle mani di Facebook: le 1.200 pagine con tutte le conversazioni che aveva avuto nei tre anni di presenza sul social network, le foto che aveva caricato e quelle in cui era stato taggato, i messaggi inviati e le pagine preferite. Max ha scandagliato quelle pagine e ha denunciato 22 presunte irregolarità al garante dei dati personali che secondo lui vengono commesse quotidianamente dal social network: la raccolta di informazioni degli utenti a loro insaputa; il consenso per la privacy formulato in modo non valido; il riconoscimento facciale degli utenti introdotto senza il loro consenso; la dichiarazione con cui l’azienda dichiara di non poter garantire alcun tipo di sicurezza dei dati raccolti. E soprattutto, la sopravvivenza nei server della società di tutti i dati personali (tag, foto, post, messaggi, ecc.) che sono stati cancellati dagli utenti. Dopo la scoperta Max ha creato il sito EuropevsFacebook. Da qui vuole invogliare gli altri utenti europei di Facebook a fare quello che ha fatto lui e spiega la procedura per farsi inviare a casa il proprio «dossier» personale. «Facebook cercherà di farvi desistere», spiega Max, «magari inviandovi solo i dati dei vostri login». Per questo, continua, bisogna insistere con la procedura normale. Se tutto va bene, entro 40 giorni l’utente dovrebbe ricevere un cd con i propri dati personali. Max Schrems l’ha ricevuto. Un plico con oltre 1000 pagine. Certo, c’è da dire che Facebook conosce dei propri utenti solo ciò che gli utenti pubblicano. E molti, più o meno consciamente, sanno che nulla di ciò che va sui social network resta segreto. Ma quel plico sulla scrivania di Max fa impressione! Parolisi è stato “spulciato “ proprio tramite Facebook Ovviamente tutti voi avete seguito la vicenda della giovane mamma 29enne, Melania Rea, accoltellata a morte e di cui unico sospettato in carcere è il marito Caporal Maggiore Salvatore Parolisi, istruttore nella Caserma delle alieve sodatesse intaliane. Il marito aveva cercato di mostrare agli occhi del mondo una unione felice con la giovane e bella moglie allietata dalla nascita circa 20 mesi addietro di una bella bimba. Ma ... questo quadro idilliaco è statto bruscamente distrutto dalle innumerevoli ed infantili sciocchezze commesse nell’immediatezza del fatto criminoso, dal Parolisi il cui incredibile susseguirsi, sembrerebbe agli occhi di uno psicologo, volersi autoaccusare per espiare un qualche suo rimorso. Una delle tante sciocchezze è stato quella di correre in Caserma, accendere il suo computer e cancellare la miriade di messagi che lui aveva mandato ad una soldatessa, sua ex allieva, con la quale aveva una relazione ormai da oltre un anno. E qui scatta l’aggancio con l’articolo a lato su Facebook! Le Autorità inquirenti italiane hanno inviato per rogatoria internazionale in California, sede principale dell’organizzazione Facebook, la richiesta dei tabulati relativi a Salvatore Parolisi e si sono visti giungere in risposta un dossier con tutti i contatti avuti dal Caporal Maggiore, le indicazioni dei corrispondenti, date ed ora e finanche i testi delle conversazioni. E questo non solo per quanto presente al momento nei loro archivi, ma addirittura anche per i messagi cancellati! Perciò ... come in natura nulla si crea e nulla si distrugge, anche per la telematica tutto si traforma ... in dossier archiviati e custoditi gelosamente che prima o poi finiranno per pesare come macigni sulle nostre spalle! Voci dal Sud 40 AnnoVII° nr. 11 Novembre 2011 w w w . s o s e d .eu Notizie in breve o curiose Il prete inizia la cerimonia prima che giungesse la sposa È successo nella chiesa di Santa Rosa a Livorno. A officiare il rito il giovane parroco Maurizio De Sanctis detto Nike, amico di Jovanotti e Fiorello. «Non era cerimonia privata», si è giustificato il prete Yahoo.news Don Maurizio De Sanctis, che passa per essere un prete alternativo (lo chiamano padre Nike per la sua attenzione al look e tra gli amici annovera anche Fiorello e Jovanotti), stavolta ha superato se stesso: il giovane parroco della chiesa di Santa Rosa da Viterbo, a Livorno, ha cominciato a dir Messa senza aspettare l’arrivo della sposa che nel corso della celebrazione avrebbe dovuto contrarre matrimonio. Allo scoccare del ventesimo minuto di ritardo della donna, lui ha iniziato la funzione senza l’interessata, davanti a uno sposo basito e ai parenti intenti a fissare l’ingresso sperando di scorgervi un velo nuziale. La giustificazione che ha dato agli sbigotitti parenti ed amici della coppia è che il matrimonio era stato “inserito” in una normale Messa per cui la celebrazione del matrimonio non era il perno principale della cerimonia e che, quindi, non potevasi considerare una “cerimonia privata”. Essendo la sposa in ritardo egli non ha inteso ritardare la normale Messa. (n.d.r.: ci chiediamo tutti se questo è il nuovo metodo studiato per avvicinare i fedeli alla Chiesa !) Scambiate nella culla alla nascita, scelgono di rimanere con le famiglie “sbagliate”con cui hanno vissuto 12 anni Yahoo News L’incredibile episodio è successo a due bambine in Russia che ora hanno 12 anni Due bambine scambiate in culla e cresciute per 12 anni con i genitori “sbagliati” hanno deciso di rimanere con le famiglie che le hanno cresciute e non con quelle biologiche. Le bimbe vivono in due case vicine a Kopeisk, nella regione degli Urali, Russia orientale. Le madri le diedero alla luce a 15 minuti di distanza, nel 1999, e per sbaglio, sono state scambiate nella culla. La causa, pare, fosse dovuta a un cartellino messo al posto sbagliato. Aveva fatto molto scalpore la notizia, fatta venire a galla dall’ex marito di una delle due donne. L’uomo si era rifiutato di pagarle gli alimenti, dopo il divorzio, perché a suo dire, la piccola Irina non gli somigliava affatto. Il test del Dna gli aveva non solo dato ragione (non era figlia sua) ma aveva concluso che Irina non era nemmeno figlia di quella che credeva essere sua madre. Da allora, la donna, Yuliya Belvaeva, si era messa in cerca della sua vera figlia. Le indagini le avevano permesso di scoprire che un’altra donne aveva dato alla luce nello stesso reparto, a poche ore di distanza. Così aveva conosciuto la vera figlia, Anya, che effettivamente somigliava a entrambi, in particolare aveva i peculiari tratti tagiki di lui. Le due bambine hanno però detto di essere felici così, con le famiglie con cui sono cresciute, e di non essere pronte a cambiare tutto: “Mamma, non mi dare via” le avrebbe detto Irina. “Non farei mai niente contro la tua volontà. Niente è cambiato, sono ancora tua madre” ha risposto la madre, Yuliya. Così, tutto è rimasto come era. L’unica novità è che ora le due bimbe festeggiano il compleanno insieme. Le famiglie hanno però chiesto l’equivalente di 160mila dollari di danni all’ospedale responsabile dello sbaglio. Voci dal Sud 41 w w w . s o s e d .eu Anno VII° nr. 11 Novembre 2011 A San Pietro a Maida, nel 1921 un incidente ferroviario fece immaginare una rapina al treno! Paolo Cannizzaro - Gazzetta del Sud Catanzaro - Le notti che meglio si prestano al consumarsi di tragedie sono puntualmente buie e tempestose. Lo era anche quella del 25 ottobre 1921, novant’anni fa. Il “Direttissimo” numero 86 proveniente da Reggio Calabria e diretto a Napoli era in perfetto orario. Trasportava un migliaio di passeggeri tra cui il Ministro delle Poste e Telegrafi on. Giuffrida che rientrava dalla Sicilia dove aveva inaugurato alcuni uffici. Nel vagone postale, oltre ai sacchi della corrispondenza, anche una valigia contenente titoli e valori postali; una somma ingente, oltre tre milioni di lire dell’epoca, proveniente dalla Libia, allora colonia italiana. Pioveva a dirotto, dicevamo. La piana di Sant’Eufemia era spazzata da un nubifragio, e il fiume Lamato (oggi lo chiamano Amato) era pericolosamente gonfio. Il treno s’era appena lasciato alle spalle la stazione di San Pietro a Maida; a un tiro di schioppo il ponte ferroviario che scavalcava il corso d’acqua. Il macchinista non poteva sapere che la furia delle acque aveva minato la struttura: quando il treno gli fu sopra il ponte crollò trascinando nelle acque la locomotiva e le prime due carrozze del convoglio, il vagone bagagliaio e il postale. Il resto, miracolosamente, venne bloccato da uno spuntone d’acciaio che, incastratosi nell’intelaiatura della terza carrozza, ne bloccò la corsa. Feriti, certo, molti contusi, ma tutti i passeggeri di salvarono. A perdere la vita furono nel disastro furono il macchinista Michele Morabito, il capoturno delle Regie Poste Edoardo Cappuccio, e l’ufficiale postale Mariano Ferrara. Ma i loro corpi non vennero trovati subito. I primi soccorritori, evacuati i feriti, individuarono ben presto i due vagoni precipitati nel fiume e trascinati via dalla corrente. Li trovarono nella fanghiglia, aperti. Della valigia contenente i valori nessuna traccia. I Carabinieri ipotizzarono una rapina, e i sospetti caddero sull’ufficiale postale, che si pensò fosse in fuga. Indagini e ricerche; durante queste operazioni lungo l’argine del fiume crollò una spalletta del ponte, e l’onda travolse una zattera su cui si trovavano alcune persone impegnate nelle ricerche dei dispersi. Furono salvati da Giovanni Villella, Giuseppe Malsano e Raffaele Troppa, che si gettarono nelle acque nonostante la corrente che trascinò tutti alcune centinaia di metri più a valle. Si aggrapparono alla vegetazione lungo la riva, e poco distante scorsero i corpi delle tre vittime. Ferrara stringeva ancora, tra le mani, brandelli di tela d’un sacco postale: non era dunque il basista d’una rapina al treno ma un dipendente fedele che aveva cercato fino all’ultimo di portare a termine la sua missione. Lungo il fiume anche quel che rimaneva dei valori libici. Furono recuperate solo 17 lettere che le Poste di Napoli identificarono con la dicitura: “Corrispondenza recuperata dopo il disastro ferroviario di San Pietro a Maida”. Questa storia dimenticata è tornata alla memoria alcuni anni addietro grazie al prof. Enrico Malatesta, giornalista, che ha trovato l’unica di quelle 17 lettere recapitata al destinatario (nelle altre 16 gli indirizzi erano illeggibili). Nei giorni scorsi il prof. Malatesta, che aveva scritto al Capo dello Stato per informarlo della vicenda, ha ricevuto una lettera di Giulio Cazzella, Consigliere del Presidente della Repubblica, con gli apprezzamenti del presidente Napolitano. Curioso episodio a latere ... A Rosarno viveva uno stimato ed eclettico personaggio, il cav. Michele Morabito, imprenditore edile, esportatore agrumicolo, esattore comunale, proprietario dell’unico mulino per cereali della zona e di un oleificio. Perciò era una persona molto conosciuta e stimata e il suo nome aveva valicato i confini della Calabria. Se avete notato nell’incidente di San Pietro a Maida, centro non molto lontano da Rosarno, era morto il macchinista del treno che si chiamava proprio Michele Morabito. L’equivoco era a portata di mano per cui molIl cav. Michele Morabito tissimi da più regioni d’Italia si affrettarono a presentare le proprie condoglianze alla famiglia del cav. Morabito avendo equivocato sull’omonimia. Si dà il caso che il cavaliere Morabito fosse un tipo pacifico, posato e molto sornione per cui ebbe l’idea di non contestare ma di rispondere a chi aveva inviato le condoglianze con un biglietto con sopra scritto di proprio pugno “La famiglia di Michele Morabito, sentitamente ringrazia”. Il cavaliere Morabito era il nonno materno del nostro Direttore e questi dice che in famiglia nella sua infanzia sentiva circolare il racconto di questo gustoso episodio, ma aveva sempre creduto che fosse solo una leggenda per prendere amabilmente in giro il congiunto che, si scomponeva molto raramente. Nel leggere adesso quanto pubblicato dalla Gazzetta del Sud relativamente all’incidente di San Pietro a Maida il nostro Direttore ha avuto conferma della veridicità dell’episodio rendendo “giustizia” al proprio amatissimo nonno Michele!