Teorie di Gauge
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Teorie di Gauge Fenomenologia delle Interazioni Forti Diego Bettoni Anno Accademico 2008-09 Invarianza di Gauge Invarianza di Gauge • • Da dove derivano Lagrangiane o Hamiltoniane ? Come sappiamo che una certa interazione descrive un sistema fisico reale ? • Perchè l’interazione elettromagnetica è dovuta allo scambio di una particella di massa 0 e spin 1, il fotone ? Queste domande trovano risposte adeguate nel contesto delle teorie di gauge. In queste teorie la struttura dell’interazione è determinata dalle proprietà di invarianza sotto certe trasformazioni. D. Bettoni Fenomenologia Interazioni Forti 3 Elettrodinamica Classica r r r B = ∇× A r r r ∂A E = −∇ V − ∂t r r r A → A + ∇χ ∂χ V →V − ∂t r A = (V ; A) μ Aμ → Aμ − ∂ μ χ Trasformazioni di gauge D. Bettoni Fenomenologia Interazioni Forti 4 Invarianza di Gauge in Teoria Quantistica Poichè le osservabili dipendono da Ψ 2 possiamo richiedere che la teoria sia invariante sotto la trasformazione: Ψ → Ψ ′ = e − iα Ψ con α costante. Trasformazione di gauge globale. r r r r − iχ ( x , t ) Ψ ( x , t ) → Ψ ′( x , t ) = e Ψ(x, t ) Questa invece è una trasformazione di gauge locale. D. Bettoni Fenomenologia Interazioni Forti 5 r 1 r2 r ∂Ψ ( x , t ) − ∇ Ψ(x, t ) = i 2m ∂t L’equazione di Schrödinger non è invariante per trasformazioni di gauge locali Per particelle cariche elettricamente in presenza di un campo elettromagnetico: r2 r r 1 (− i∇ + eA) Ψ( x, t ) = ⎛⎜ i ∂ + eV ⎟⎞Ψ(xr, t ) 2m ⎠ ⎝ ∂t Questa equazione è invariante per le trasformazioni simultanee: r r r − iχ ( x ,t ) Ψ(x, t ) → Ψ′ = e Ψ(x, t ) r r r 1r A → A′ = A + ∇χ e 1 ∂χ V →V′ =V − e ∂t D. Bettoni Fenomenologia Interazioni Forti 6 • • • • • • • L’invarianza di gauge locale richiede la presenza di un campo vettoriale Aμ. Poichè nell’espressione del campo compaiono operatori di creazione e distruzione di particelle ci deve essere una particella associata di spin 1 (perchè il campo è vettoriale). Poichè lo stesso effetto si verifica per ogni particella carica l’interazione di questa nuova particella (il fotone) è universale. L’invarianza di gauge locale della teoria delle particelle cariche richiede l’esistenza del fotone e dell’interazione elettromagnetica ! Questo fatto ci permetterà di scrivere la lagrangiana di interazione. Tuttavia non sappiamo per quali trasformazioni di gauge la teoria deve essere invariante. Alternativamente: non possiamo distinguere tra l’effetto di un cambiamento locale di fase e la presenza di un nuovo campo vettoriale. D. Bettoni Fenomenologia Interazioni Forti 7 Derivata Covariante r r r D = −∇ − ieA ∂ D0 = − ieV ∂t r 2 1 iD Ψ = iD 0 Ψ 2m ( ) r r r r − iD ′Ψ ′ = −i (−∇ − ieA − i∇χ )e −iχ Ψ ∂χ ⎞ −iχ ⎛∂ 0′ ′ i D i ieV i − Ψ = − − + ⎜ ⎟e Ψ r r − iχ ∂t ⎠ ⎝ ∂t = e (−∇ − ieA)Ψ r − iχ 0 − iχ = e − i D Ψ =e − iDΨ r μ 0 D = D ;D Derivata Covariante ( ( ( ) ) ) Dμψ si trasforma come una funzione d’onda. Ogni equazione scritta in termini di Dμ è automaticamente gauge-invariante. Ripetute applicazioni di Dμ mantengono l’invarianza di gauge. D. Bettoni Fenomenologia Interazioni Forti 8 Caso Generale Supponiamo di richiedere invarianza della teoria per una generica trasformazione U. Ψ ′ = UΨ D μ = ∂ μ − igA μ ( ) D′μ Ψ′ = U D μ Ψ ⎛ μ μ′ ⎞ μ μ ⎜ ∂ − igA ⎟UΨ = U ∂ − igA Ψ ⎝ ⎠ ( ) ′ − igA μ UΨ = −∂ μ (UΨ ) + U∂ μ Ψ − igUA μ Ψ ( ) = − ∂ μU Ψ − igUA μ Ψ A D. Bettoni μ′ =− ( ) i μ ∂ U U −1 + UA μU −1 g Fenomenologia Interazioni Forti 9 Teorie di Gauge non Abeliane Isospin Forte mp = 938.27 MeV mn = 939.57 MeV mp ≈ mn Heisenberg (1932): Protone e neutrone considerati come due stati di carica diversa di una unica particella, il Nucleone. Si introduce un numero quantico, l’isospin, conservato nelle interazioni forti, non conservato nelle interazioni elettromagnetiche. Al nucleone si assegna isospin 1 I= D. Bettoni I3 = + 1 2 p I3 = − 1 2 n 2 L’interazione forte è invariante per rotazioni nello spazio dell’isospin Fenomenologia Interazioni Forti 11 ⎛ p⎞ N =⎜ ⎟ ⎝n⎠ ⎛ π1 ⎞ ⎜ ⎟ π = ⎜π 2 ⎟ ⎜π ⎟ ⎝ 3⎠ π± = − π 1 ± iπ 2 2 π 0 = π3 g Scriviamo la lagrangiana per l’interazione forte πN. Lint = g pn p † nπ + + g np n † pπ − + g pp p † pπ 0 + g nn n † nπ 0 p↔n g pp = ± g nn p† crea un protone o distrugge un antiprotone π+ crea un π+ o distrugge un π-. ecc. Vogliamo che questa lagrangiana sia invariante per rotazioni nello spazio dell’isospin. Per analogia con lo spin utilizziamo le matrici di Pauli τ per †r costruire il vettore: N τ N ( †r ) r Lint = g N τ N ⋅ π τi (i=1,2,3) matrici di Pauli D. Bettoni Fenomenologia Interazioni Forti 12 r r τ ⋅ π = τ 1π 1 + τ 2π 2 + τ 3π 3 ⎛1 0 ⎞ ⎛0 1⎞ ⎛0 − i⎞ =⎜ ⎟π 3 ⎟π 1 + ⎜ ⎟π 2 + ⎜ ⎝ 0 − 1⎠ ⎝1 0⎠ ⎝i 0 ⎠ π 1 − iπ 2 ⎞ ⎛ π3 = ⎜⎜ ⎟⎟ −π3 ⎠ ⎝ π 1 + iπ 2 ⎛ π0 − 2π + ⎞ ⎟ = ⎜⎜ − 0 ⎟ −π ⎠ ⎝ − 2π 0 − 2π + ⎞⎛ p ⎞ †r r † † ⎛ π ⎟⎜ ⎟ N τ ⋅ πN = p n ⎜⎜ − 0 ⎟ n − π ⎠⎝ ⎠ ⎝ − 2π ( ( = p ) † ⎛ π 0 p − 2π + n ⎞ ⎟ n ⎜⎜ − 0 ⎟ ⎝ − 2π p − π n ⎠ † ) = p † pπ 0 − 2 p † nπ + − 2n † pπ − − n † nπ 0 ( Lint = g p † pπ 0 − 2 p † nπ + − 2n † pπ − − n † nπ 0 g pn : g np : g pp : g nn = 1 : 1 : −1 D. Bettoni 2 :1 Fenomenologia Interazioni Forti ) 2 13 Scriviamo una trasformazione di fase nello spazio dell’isospin (SU(2)): τ i2 = 1 [τ i ,τ j ] = 2iε ijkτ k in SU(3) • • • rr ⎛ p′ ⎞ iθ ⋅τ / 2 ⎛ p ⎞ ⎜ ⎟=e ⎜ ⎟ ⎝ n′ ⎠ ⎝n⎠ Trasformazioni non abeliane (non commutano) ⎛a ′ ⎞ ⎛ a1 ⎞ ⎜ 1 ⎟ r r ⎜ ⎟ ⎜ a2′ ⎟ = e iα ⋅λ / 2 ⎜ a2 ⎟ ⎜ ′⎟ ⎜a ⎟ ⎜ a3 ⎟ ⎝ 3⎠ ⎝ ⎠ r α = (α1 , α 2 ,K , α 8 ) Non c’è alcun principio teorico che ci dica a priori che spazio scegliere. Ogni spazio interno nel quale le particelle hanno numeri quantici non banali dà origine a un’interazione mediata da un nuovo set di bosoni di gauge. A momento SU(3)colore×[SU(2)×U(1)]elettrodebole. D. Bettoni Fenomenologia Interazioni Forti 14 Trasformazioni di Gauge Locale non Abeliane (teorie di Yang-Mills) r θi (x, t ) r α i (x, t ) Come prima, per una particella libera non è possibile avere invarianza di gauge locale. Anche in questo caso si deve definire una derivata covariante: r r isospin debole θ ⋅τ SU(2) r χ (x, t ) r r α ⋅ λ SU(3) r μ τ D μ = ∂ μ − ig 2 ⋅ W 2 • Il parametro g2 è una costante di accoppiamento arbitraria che rappresenta l’intensità dell’interazione. • L’invarianza per trasformazioni di gauge locale richiede l’introduzione dei campi vettoriali Wi μ . Particella di spin 1. • Equazione matriciale 2×2. D. Bettoni Fenomenologia Interazioni Forti 15 Per determinare come si trasformano i Wi μ imponiamo che la derivata covariante si trasformi come la funzione d’onda. μ D′ ψ ′ = e r r r iθ ( x )⋅τ 2 D μψ Wi′ μ = Wi μ + δWi μ δWi μ = • 1 μ ∂ θ i − ε ijk θ jWkμ g2 μ Questa espressione per δWi contiene due termini: 1 μ – il primo è l’analogo di ∂ χ per il caso abeliano (U(1)) (trasparenza 6) e – il secondo corrisponde alla trasformazione di un vettore per rotazione. • • Abbiamo scritto queste equazioni (in particolare per la derivata covariante) assumendo che agiscano sulla rappresentazione di doppietto di SU(2). In effetti supponiamo di mettere i fermioni (lefthanded) del modello standard in doppietti di SU(2) di isospin debole. Teoria invariante per trasformazioni in questo spazio di isospin debole. D. Bettoni Fenomenologia Interazioni Forti 16 Forma di D μ per una diversa rappresentazione di SU(2) . Se ψ è uno r stato di isospin debole t con 2t+1 componenti, sia T la matrice (2t + 1) × (2t + 1) rappresentazione di SU(2) in quella base. Si ha: r μ μ μ D = ∂ − ig 2T ⋅ W r τr Per spin ½ : T = 2 r Forma di D μ per invarianza sotto SU(n). Siano F i generatori (vettore a (n2-1) componenti). [Fi , F j ] = icijk Fk r μ D = ∂ − ig n F ⋅ G μ μ SU(3) colore SU(2) isospin debole D. Bettoni Fenomenologia Interazioni Forti 17 D μ = ∂ μ − ig1 τ λ Y μ B − ig 2 i Wi μ − ig 3 a Gaμ 2 2 2 i = 1,2,3 a = 1,..,8 g1, g2, g3 numeri reali arbitrari (costanti di accoppiamento). Una volta fissati in una rappresentazione sono gli stessi per tutte le altre rappresentazioni: per es. misurare g2 per il decadimento del μ lo fissa anche per le interazioni dei quark. Y ipercarica U(1) “generatore” di U(1) (numero) Il campo da introdurre per la simmetria abeliana U(1) è stato chiamato Bμ e non Aμ perchè a priori non sappiamo che l’invarianza U(1) corrisponda proprio all’elettromagnetismo. ∂μ è un quadrivettore, come tutti gli altri termini. μ Questa espressione per D garantisce l’invarianza di gauge nei tre spazi U(1), SU(2), SU(3) ed implica l’esistenza dei bosoni di gauge di spin 1 corrispondenti ai campi B (1) , W (3) e G (8). Tutti questi bosoni sono stati osservati sperimentalmente. D. Bettoni Fenomenologia Interazioni Forti 18
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