Tango, EnERgia, BiomECCaniCa E CinEsTETiCa
Transcript
Tango, EnERgia, BiomECCaniCa E CinEsTETiCa
Raffaele Cirillo Tango, Energia, Biomeccanica e Cinestetica La didattica del Tango Raffaele Cirillo, Tango, Energia, Biomeccanica e Cinestetica Copyright© 2012 Edizioni del Faro Gruppo Editoriale Tangram Srl Via Verdi, 9/A – 38122 Trento www.edizionidelfaro.it – [email protected] Prima edizione: settembre 2012 – Printed in Italy ISBN 978-88-6537-135-0 Tutti i disegni sono di Raffaele Ottone Sommario 9Premessa 11 Capitolo Zero 19 Capitolo primo Azioni e interazioni del corpo umano, elementi di anatomia, biomeccanica e cinematica per l’ottenimento dell’equilibrio dinamico 23 Capitolo secondo Cinestetica e scopi della camminata 27 Capitolo terzo Le salide e l’orientamento rispetto alla LDB 39 Capitolo quarto Le energie e la gestione dei flussi energetici 51 Capitolo quinto L’abbraccio e le camminate 57 Capitolo sesto Ocho cortado, ocho indietro, ocho avanti, giri, boleo 69 Capitolo settimo Sacadas 75 Capitolo ottavo Contenuti speciali 81 Capitolo nono Implementazione musicale 87 Capitolo decimo Conclusioni e sequenze Tango, Energia, Biomeccanica e Cinestetica Premessa Questo libro si rivolge a chi ha già scelto di ballare Tango e sceglie di approfondire oppure può essere adottato come manuale didattico per i corsi; tratta lo stile ballato nelle milonghe del centro di Buenos Aires ovvero: il Tango degli uomini che abbracciano le donne. Rivolto agli integralisti dell’abbraccio, questo libro potrebbe avere come motto: “quando molli l’abbraccio il tango è finito” e su questo concetto è basata tutta la didattica che lo compone. Un giorno un mio amico milonguero argentino, dopo circa 50 anni di milonghe in patria ed Europa, mi disse queste parole: “Il Tango è composto dal 20% di tecnica e dall’80% di passione e sentimento”. Io non sono esattamente d’accordo sulla proporzione ma condivido pienamente il concetto quindi si può dire che, nel tango, la componente sentimentale-passionale-comunicativa è, di certo, predominante ma non può essere assolutamente esclusa la necessità dell’approfondimento di una parte tecnica fatta di generazione e gestione di energia che nasce dall’impulso (sentimentale-passionalecomunicativo) di una sola delle parti della coppia e che, poi, trova estrinsecazione in una gestione armonica della biomeccanica di entrambi i ballerini. In sostanza la manifestazione biomeccanica deve risultare essere la traduzione fisica della passione generata dalla musica che attraversa, letteralmente, i ballerini che sono quindi, di essa, il filtro. 9 Capitolo Zero 5 energie 4 assi 3 dimensioni 2 corpi 1 abbraccio La tecnica e la biomeccanica padrone e schiave dell’energia e dell’interpretazione. Vanno chiariti alcuni concetti basilari che ritorneranno sovente nelle prossime pagine: a) La longitudinale di ballo, di seguito ‘LDB’ È prioritario interiorizzare il concetto di LDB in quanto essa è indispensabile per fare la ronda (girare in pista in senso antiorario) in armonia con altre coppie. Bisogna individuare e seguire la propria LDB dall’inizio alla fine dell’esecuzione essendo il tango un ballo sociale ovvero un ballo di gruppo che si balla a coppie il cui senso è, appunto, fare la ronda. La LDB è la linea ipotetica che l’uomo, conduttore della coppia, segue nel girare la pista in senso antiorario; essa è composta da quattro segmenti quanti sono i lati che compongono il perimetro delle piste delle milonghe, ha la stessa forma della pista ed è inscritta al suo perimetro. In una milonga si possono individuare tante più LDB quanto più grande essa è; ogni LDB è inscritta ed equidistante dalla sua esterna fino ad arrivare al centro della pista. È evidente che le LDB coprono un percorso tanto più breve quanto più sono vicine al centro della pista: da qui nasce la consuetudine di invitare le coppie principianti a ballare più al centro. Ecco la prima nozione di biomeccanica applicata al Tango: le coppie più esperte, avendo più possibilità coreografiche, devono, a ragion di logica, occupare la LDB più esterna che ha, molto semplicemente, il maggiore sviluppo in metri sul piano orizzontale. 11 b) Gli assi Molti avranno sentito parlare di un fantomatico asse presente nel tango… Hai perso l’asse… Hai cambiato asse… Tu non tieni l’asse… E tanti altri concetti basati, alla fine, sul nulla. Nel Tango, vanno studiati almeno quattro assi principali e due meridiani: 1) L’asse centrale: questo è l’asse che a tutti risulta facile immaginare in un qualsiasi corpo di forma simmetrica; esso entra dal cranio ed esce dal peritoneo quindi corrisponde a una linea esatta di mezzeria del corpo umano alla destra e alla sinistra della quale si riconoscono le due semiparti del ballerino/a. 2) L’asse di inclinazione o Quarto asse: questo è un asse che, nella vista anteroposteriore, coincide perfettamente con l’asse centrale; per distinguerlo bisogna passare alla vista prospettica: esso è un asse che consente l’inclinazione dei corpi più o meno in avanti ed è incernierato nei malleoli. 3) L’asse scapolare: questo è un asse orizzontale che entra ed esce dalla parte centrale dei deltoidi del ballerino/a, attraversa trasversalmente l’asse centrale come per formare una croce; può essere attivo o passivo rispetto all’asse pelvico: molto spesso è attivo. 4) L’asse pelvico: altro asse orizzontale. Esso entra ed esce dalle teste dei femori; anche questo attraversa trasversalmente l’asse centrale come per formare una croce; può essere attivo o passivo rispetto all’asse scapolare: molto spesso è passivo. Il baricentro dell’essere umano si trova all’altezza della seconda sacrale, corrispondente al 55/57% della distanza tra la pianta del piede e il vertice del capo: gli assi orizzontali si trovano al di sopra e al di sotto del baricentro per questo possono essere l’uno passivo o attivo rispetto all’altro. 12 13 Esercizio per il riconoscimento del quarto asse: Fase 1: Porsi in piedi con braccia avanti. In questa fase l’asse centrale, nella vista laterale, sta nei talloni e coincide con il quarto asse. Fase 2: Aprire le braccia a 45° rispetto all’asse scapolare. In questa fase l’asse centrale sta nella metà del piede e il quarto asse comincia a inclinarsi. Fase 3: Aprire le braccia senza stenderle. In questa fase l’asse centrale sta fra le dita dei piedi e i piedi e il quarto asse raggiunge la corretta inclinazione. 14 c) I lati dei ballerini Rispetto all’asse centrale, il lato dell’abbraccio viene definito lato chiuso e l’altro viene definito lato aperto. d) I meridiani dei pettorali Sono due linee verticali che attraversano i pettorali dei ballerini dividendoli circa in due semiparti uguali; il loro riconoscimento è finalizzato alla scelta del tipo di abbraccio e alla possibilità, eventuale, di modularlo nonché alla gestione della traslazione dell’asse centrale e/o alla traslazione orizzontale dell’abbraccio. Si definiscono meridiani del lato aperto il sinistro dell’uomo e il destro della donna, viceversa per il lato chiuso. 15