Risultati di prove di confronto tra cloni del vitigno Pinot grigio
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Risultati di prove di confronto tra cloni del vitigno Pinot grigio
2/2010 Grappolo “normale” di Pinot grigio. Risultati di prove di confronto tra cloni del vitigno Pinot grigio Josef Terleth, Ulrich Pedri, Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg Nel corso degli ultimi anni la superficie coltivata a Pinot grigio in Alto Adige è nettamente aumentata, passando da 141 ha nel 1982 ad oltre 248 ha nel 1999, fino a 567 ha alla fine del 2008. La cifra corrisponde, in percentuale, al 10,7% del totale della superficie vitata altoatesina. Il vitigno occupa attualmente il secondo posto, dopo Schiava, nell’assortimento della nostra provincia. Nessuna differenza tra i cloni meno recenti I più recenti confronti tra cloni A motivo dell’importanza di questo vitigno, già dalla fine degli anni ‘80 e dall’inizio degli anni ‘90 sono state condotte prove di confronto tra cloni. Per quanto concerne l’aspetto enologico, i diversi cloni, provenienti dalla Germania, dalla Francia e dall’Italia non mostravano differenze particolarmente evidenti. I grappoli erano compatti. Anche le prove in cantina non hanno individuato caratteristiche eccessivamente discostanti tra loro, sebbene siano state osservate alcune tendenze. Qualche diversità statisticamente significativa è stata invece riscontrata nelle ripetizioni in pieno campo. Le forme di allevamento più comuni fino a qualche tempo fa, la pergola doppia e la pergola semplice, mettevano in evidenza sempre la stessa problematica: in caso di condizioni meteorologiche sfavorevoli si presentava un grave attacco di botrite che influenzava il livello qualitativo generale dei grappoli. Non sono però state evidenziate differenze tra i cloni. Nel 1997 è stata effettuata una prova di confronto con Pinot grigio allevato a spalliera. La zona si trovava nella Piana di Laimburg. I cloni a confronto erano lo standard tedesco Fr. 49-207 ed il clone registrato nel 1992 dal Centro Sperimentale di San Michele, SMA 505. In aggiunta ad essi un altro clone tedesco, il 63 Wm del produttore Hermann Weis. Nel 2000 la prova è stata integrata con un altro clone di San Michele, lo SMA 514. L’obiettivo della prova consisteva nel valutare le caratteristiche dei cloni SMA ancora poco conosciute. Secondo le indicazioni del costitutore, la struttura del grappolo si presenta meno compatta e la qualità del vino è migliore. I primi rilievi effettuati in pieno campo non hanno evidenziato differenze certe per quanto riguarda grado zuccherino e acidità. Relativamente alla resa dei grappoli sono emerse le seguenti tendenze: poiché il clone SMA 514 era stato propagato attraverso l’innesto a verde in pieno campo, gli effetti sono risultati negativi sia sullo sviluppo delle piante Grappolo compatto di Pinot grigio. Grappolo spargolo di Pinot grigio. 75 Grafico 1: dati medi di grappoli normali, compatti e spargoli di Pinot grigio. compatti normali spargoli che sulla loro resa. Il clone SMA 505 ha fornito rese molto contenute, soprattutto a causa delle dimensioni ridotte dei grappoli – le stesse considerazioni valgono anche per il clone 514. Da un punto di vista puramente ottico, la forma del grappolo è risultata vantaggiosa in fase di vendemmia. Mentre su entrambi i cloni tedeschi, e soprattutto per il 63 Wm, si è osservato un grave attacco di botrite, i cloni San Michele risultavano, per la maggior parte, sani. I rilievi eseguiti sulla struttura del grappolo hanno confermato differenze nette tra i cloni. Nell’ambito della prova sono stati accertati le percentuali dei grappoli compatti, normali e spargoli. Ogni singolo grappolo è stato valutato ed inserito in una delle tre classi. Per compatti si intendono quei grappoli i cui acini, alla rotazione, subiscono ferite. Un grappolo della classe normale invece può essere maneggiato e girato senza danno agli acini, mentre nel grappolo spargolo è visibile il rachide. L’esito del controllo ha confermato in modo netto che la percentuale maggiore dei cloni italiani appartiene alla classe normale, mentre i cloni tedeschi sono più compatti. La percentuale di grappoli meno compatti e meno sensibili alle patologìe era intorno al 70% per i cloni SMA, mentre per il clone 63 Wm raggiungeva a stento il 55% ed il clone Fr 49-207 mostrava quasi il 44% di grappoli con struttura più aperta. Non sono invece state notate differenze nella qualità del vino. In tutti i cloni erano presenti le diverse peculiarità, quali la tipicità, ma senza particolari differenze. Il giudizio della commissione di degustazione è stato unitario e ha confermato l’assenza di differenze significative tra i cloni in prova. Conclusioni Riassumendo, si può concludere che entrambi i cloni SMA 505 e SMA 514 corrispondono al tipo varietale ed i vantaggi che presentano riguardano l’aspetto della coltivazione. Soprattutto il maggior numero di grappoli meno compatti consente, con le possibilità oggigiorno disponibili (es. sfogliatura a tempo debito in fioritura, impiego di gibberelline e, in caso di necessità, taglio dei grappoli compatti rimasti) di evitare la formazione di grappoli compatti e produrre cosi uva sana e di conseguenza creare le migliori condizioni per una qualità ottimale del vino. qualità piccola – qualità buona acido malico nel vino (g/l) Grafico 2: risultati delle prove di degustazione relativi Grafico 3: contenuto in acido malico nel vino con alla quantità complessiva dei vini Pinot grigio del 2007. grappoli raccolti contemporaneamente. clone 76 clone
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