Nastagio degli Onesti - Accoglienza Turistica a Ravenna

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Nastagio degli Onesti - Accoglienza Turistica a Ravenna
NASTAGIO DEGLI ONESTI
La novella ottava del quinto giorno nel Decamerone di Giovanni Boccaccio narra di Nastagio che,
respinto dall’amata (…figliuola di messer Paolo Traversaro…), si ritira sconsolato nella pineta di
Classe.
Vagando pensoso in solitudine tra i pini assiste sconvolto alla
visione di una donna inseguita da un cavaliere e dai suoi
mastini che la sbranano senza pietà. Il cavaliere si rivela
essere un antenato di Nastagio, che, beffato dalla donna
amata, si uccise: da quel momento i due furono costretti a
riapparire periodicamente (tutti i Venerdì, alla stessa ora)
puniti entrambi per le loro colpe, ripetendo la scena feroce.
Nastagio organizza allora un banchetto in quel medesimo luogo, dove la vicenda si ripete, per
mostrare le pene del mancato amore ai suoi ospiti fra cui messer Traversaro con moglie e figlia e
tutte le donne loro parenti. Terminata l’ultima vivanda “…il romore disperato della cacciata giovane
da tutti fu cominciato ad udire… videro la dolente giovane e ‘l cavaliere e’ cani”.
Nello spavento generale la giovane amata da Nastagio ricordandosi
della crudeltà sempre da lei usata verso di lui “…già le parea fuggir
dinanzi a lui adirato e avere i mastini a’ fianchi…” trasformò l’odio in
amore e decise di sposarlo.
“…E non fu questa paura cagione solamente di questo bene; anzi sì tutte
le ravignane donne paurose ne divennero, che sempre poi troppo più
arrendevoli a’ piaceri degli uomini furono, che prima state non erano”.
Sandro Botticelli nel dipinto “Il banchetto di Nastagio nel luogo dell’apparizione” mostra con elegante
realismo la pineta ravennate di origine medievale, una delle più antiche sopravvissute nel bacino
mediterraneo rappresentando in primo piano i tronchi degli alberi tagliati per far posto alla tavola del
banchetto e su quelli retrostanti gli stemmi delle famiglie Medici, Pucci e Bini.

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