Epidemiologia della degenerazione maculare senile (AMD) ITALIAN
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Epidemiologia della degenerazione maculare senile (AMD) ITALIAN
JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 3, 2009 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Epidemiologia della degenerazione maculare senile (AMD) Nicola Nicolotti, Giuseppe La Torre, Maria Rosaria Gualano, Silvio Capizzi, Walter Ricciardi Definizione, patogenesi, classificazione e caratteristiche cliniche della AMD La degenerazione maculare legata all’età (AMD: Age-related Macular Degeneration) è la principale causa di cecità legale nei soggetti d’età superiore ai 50 anni nei paesi industrializzati [1]. È una malattia degenerativa multifattoriale che colpisce la macula, vale a dire la porzione della retina più importante in quanto sede della visione distinta. La AMD si verifica quando lo strato della retina responsabile della nutrizione dei coni e dei bastoncelli e dell’eliminazione dei prodotti di rifiuto derivanti dal metabolismo inizia a svolgere queste funzioni con minore efficacia, a causa del suo invecchiamento. Di conseguenza le cellule della macula si deteriorano e causano la perdita della visione nella parte centrale del campo visivo, lasciando però intatta la visione periferica [2]. Nella maggior parte dei casi si tratta di una malattia progressiva e indolore che spesso colpisce entrambi gli occhi, generalmente uno dopo l'altro. Una volta fatta la diagnosi di AMD, possono passare anche dieci anni prima che si abbia una considerevole perdita della visione [3]. La sede anatomica in cui si sviluppano gli eventi patologici che caratterizzano la AMD è rappresentata dal complesso retina esternacoriocapillare. In questa sede si verificano gli eventi più importanti per il ciclo della visione che vede coinvolte le cellule fotorecettrici e l’epitelio pigmentato retinico (EPR), che con esse interagisce nel ciclo visivo. Uno degli eventi più importanti sarebbe rappresentato dall’eliminazione continua di frammenti apicali dei segmenti esterni che, fagocitati dall’EPR, subiscono una degradazione enzimatica. Tale processo di rinnovamento dei segmenti esterni dura per tutta la vita e con l’avanzare degli anni un certo numero di residui indigeriti può ingolfare il citoplasma delle cellule dell’EPR, costituendo così uno degli elementi iniziali di alterazione degli strati retinici esterni. In particolare i granuli di lipofuscina, che aumentano sensibilmente nell’epitelio pigmentato senile, sarebbero un derivato indigeribile di questo processo. La lipofuscina deriva dalla perossidazione dei lipidi conseguente a fenomeni di autossidazione o di esposizione ai radicali liberi dell’ossigeno (ROS), formati dalla continua esposizione alla luce e all’alta pressione di ossigeno. Pertanto lo stress ossidativo è ritenuto un’importante causa della degenerazione maculare senile. L’EPR alterato e gli strati sottostanti della coriocapillare potrebbero andare incontro, quindi, a un processo di atrofia (AMD di tipo secco) oppure promuovere uno stimolo vasoproliferativo con formazione di neovasi sottoretinici (AMD di tipo umido). In ogni caso l’alterazione iniziale del fondo oculare è spesso rappresentata dalle cosiddette drusen [4,5]. La AMD è classicamente suddivisa in due tipi: AMD secca (detta anche non neovascolare, non 1.A essudativa, a carta geografica o atrofica, di HaabDimmer); AMD umida (detta anche neovascolare, essudativa, 2.A disciforme o sierosa, di Junius-Kuhnt). Queste due forme andrebbero considerate come due patologie distinte, poiché la loro prognosi e terapia sono attualmente diverse [6]. La AMD secca o atrofica è caratterizzata da un assottigliamento progressivo della retina centrale, che, scarsamente nutrita dai capillari, si atrofizza [7]. I quadri clinici possono presentarsi sotto varie forme: drusen, atrofia a carta geografica o areolare. Le drusen, o corpi colloidi, sono formazioni degenerative di colore giallastro e forma rotondeggiante presenti soprattutto al polo posteriore. Istologicamente si distinguono in drusen dure (caratteristicamente piccole e a margini netti) e drusen soffici (margini non ben definiti, che tendono a confluire e a diventare più grandi). Le drusen possono rimanere invariate per anni, non dando alcun segno clinico, oppure evolvere nella forma atrofica o in quella essudativa [8]. L'atrofia a carta geografica o areolare si presenta invece come una o più chiazze di colorito chiaro che lasciano intravedere i grossi vasi coroidali. Le lesioni tendono a ingrandirsi col tempo e a confluire fino ad assumere una forma circolare, ovale o policiclica con margini regolari. CAPITOLO 1 S3 JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 3, 2009 ITALIAN JOURNAL La forma secca è molto più comune della forma umida e costituisce approssimativamente l’80% dei casi di AMD. La AMD umida è caratterizzata da neovascolarizzazione coroidale (CNV), cioè dalla formazione di nuovi vasi sanguigni anomali che crescono dalla sottostante coriocapillare e proliferano attraverso rotture della membrana di Bruch e nello spazio intraretinico (rispettivamente neovascolarizzazione sottoretinica “occulta” o intraretinica “manifesta”). Questi nuovi vasi sanguigni sono fragili e perdono sangue e liquidi che possono portare al distacco dell’epitelio della retina e/o della retina neurosensoriale, al danno degli strati retinici più esterni fino alla formazione di una cicatrice maculare fibrovascolare [6,7]. Un’ulteriore classificazione è quella A.R.E.D.S. (Age-Related Eye Disease Study) [9] che prende in considerazione il numero e la dimensione delle drusen e/o la presenza di alterazioni dell’epitelio pigmentato retinico (ipo/iperpigmentazione). Sulla scorta di questa classificazione l’AMD viene distinta in: • Early AMD (poche drusen di diametro intermedio; anormalità pigmentarie quali ipo/iperpigme ntazione). • Intermediate AMD (almeno una drusen di diametro largo; numerose drusen di diametro intermedio; atrofia a carta geografica che non si estende al centro della macula). • Advanced Non-neovascular AMD (drusen e atrofia a carta geografica estendentesi al centro della macula). • Advanced Neovascular AMD (neovascolarizzazione coroidale con una qualsiasi delle possibili sequele quali edema, emorragia, distacco epitelio pigmentato retinico, cicatrice fibrosa). Nella forma neovascolare l’evoluzione è generalmente più rapida e grave e costituisce la causa del 80-90% dei casi di ipovisione o cecità. Lo stadio terminale è caratterizzato dalla formazione di una cicatrice disciforme [10]. La fase delle drusen è generalmente asintomatica e senza riduzione del visus.A volte si può presentare con una modica distorsione delle immagini, soprattutto delle linee rette (metamorfopsie) [8]. La forma umida è invece caratterizzata da una diminuzione dell’acutezza visiva, metamorfopsie e scotoma centrale (cioè zona cieca centrale nel campo visivo con difficoltà di lettura e del riconoscimento delle fisionomie). Per la forma secca si riscontrano gli stessi sintomi della forma umida, ma meno accentuati, con evoluzione più lenta ed esito funzionale meno grave. Tra i sintomi accessori vanno invece menzionati S4 OF PUBLIC HEALTH una aumentata sensibilità alla luce forte, diminuita sensibilità al contrasto, diminuita visione dei colori e fotopsie (sfarfallii o lampi luminosi). I sintomi, se presenti in un solo occhio, possono passare inosservati, mentre sono prontamente recepiti quando l’affezione colpisce di seguito il secondo occhio [3,6]. La AMD è quindi una condizione estremamente frustrante in quanto crea notevoli difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane. Rende difficile scrivere, leggere, guidare e riconoscere i volti. Può risultare difficoltoso vedere gli oggetti sotto una forte luce solare e l'adattamento dalla condizione di buio a quella di luce. Fattori di rischio correlati con lo sviluppo di AMD Nello sviluppo di questa malattia sono chiamati in causa sia fattori genetici che ambientali. In letteratura sono presenti diverse evidenze che analizzano la possibile associazione tra i fattori di seguito elencati e il rischio di sviluppare AMD. Fattori di rischio certi Età L’età avanzata costituisce il principale fattore di rischio. La degenerazione maculare senile ha un riscontro infrequente prima dei 50 anni di età. Mentre se si considerano fasce di età più avanzate si riscontra un aumento del numero di soggetti affetti da AMD [11]. Fumo di sigaretta Essere fumatore sembra influenzare, indipendentemente dal sesso, lo sviluppo di AMD. In due studi pubblicati su JAMA nel 1996 [12,13], si evidenzia come donne e uomini che fumano più di 20-25 sigarette al giorno sembrano avere un rischio che è circa 140 volte maggiore rispetto ai non fumatori. La Tabella 1 mostra i risultati dello studio di Tomany et al. [14] in cui vengono presi in considerazione i 3 studi: Beaver Dam Eye Study, Blue Mountains Eye Study e Rotterdam Eye Study. Per quanto riguarda lo sviluppo della forma neovascolare, i fumatori, rispetto ai non fumatori, sembrano avere un maggiore rischio di sviluppare la patologia. In una recente meta-analisi [15] si evidenzia che i fumatori o ex-fumatori hanno un rischio statisticamente significativo di sviluppare AMD sia negli studi casocontrollo (OR=1.76; IC 95%: 1.56-1.99) sia negli studi di coorte considerati (RR=1.61; IC 95%: 1.01-2.57). Infine, il fumo sembra aumentare il rischio anche di neovascolarizzazione coroidale, con un OR di 1.96 (IC 95%: 1.69-2.27) negli studi caso-controllo. Considerando invece gli studi di coorte si evidenzia un RR pari 1.47 (IC 95%: 0.92-2.37). CAPITOLO 1 JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 3, 2009 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Tabella 1. Risultati associazione fumo e rischio di sviluppo AMD neovascolare. *Il riferimento è lo stato di non fumatori; § dati aggiustati per età e sesso Alcool Nello studio di meta-analisi di Chong [16], emerge che una forte assunzione di alcool (più di tre drink al giorno) può essere considerata un fattore associato allo sviluppo di AMD. In particolare, nello studio di Fraser-Bell [17], si evidenzia che un forte consumo di alcool (non meno di cinque drink al giorno) si associa a un elevato rischio di sviluppare AMD essudativa (OR=5.8; IC 95%: 1.3-25.8). Fattori di rischio probabili Familiarità e fattori genetici L’appartenenza allo stesso ceppo familiare sembra influenzare lo sviluppo di AMD: nello studio di Seddon et al. [1] si evidenzia come i parenti di primo grado di soggetti affetti da AMD avessero un maggiore rischio di sviluppare la degenerazione maculare legata all’età rispetto ai parenti dei non affetti (OR=2.4; IC 95%: 1.2-4.7). Per quanto riguarda in particolare la forma neovascolare si ha invece un OR di 3.1 (IC 95%: 1.5-6.7). Dallo studio sui gemelli americani condotto da Seddon et al. [18], emerge che i fattori genetici hanno un ruolo molto rilevante nell’insorgenza della patologia, tanto da influire per una percentuale che va dal 46%, per lo sviluppo della forma meno grave di AMD, al 67%, per la forma intermedia, fino a raggiungere il 71% per la forma avanzata. Implicate nello sviluppo di AMD sembrano essere in particolare le varianti del gene per il fattore H del complemento, allocato nei loci cromosomici 1q2531 e 10q26 e per il fattore B e C2 del complemento [19-25]. Genere Le donne hanno un rischio maggiore del 15% di sviluppare AMD (OR=1.15; IC 95%: 1.10-1.21) rispetto agli uomini [26]. Razza o Etnia In molti studi, la prevalenza della AMD è maggiore nella razza bianca. Nello studio di Klein et al. [27], condotto sulla popolazione degli USA, la prevalenza di AMD risultava essere nella popolazione bianca non ispanica del 9.3%, nei neri non ispanici del 7.4% e negli ispanici americani del 7.1%. Si è inoltre osservato che, per quanto riguarda la fascia di età prima dei 60 anni, gli ispanici americani e i neri non ispanici avevano un rischio maggiore di sviluppare AMD rispetto ai bianchi non ispanici, mentre dopo i 60 anni il rischio era maggiore per i bianchi non ispanici. Infatti, nei soggetti che avevano un’età maggiore di 60 anni, essere neri non ispanici (OR=0.50; IC 95%: 0.37-0.68) o ispanici americani (OR=0.63; IC 95%: 0.44-0.90) risultava essere protettivo per lo sviluppo della degenerazione maculare senile. Obesità In base ai dati dello studio A.R.E.D.S. [9], emerge che i soggetti obesi (BMI≥30 kg/m2) hanno un rischio maggiore di sviluppare AMD rispetto a quelli con un BMI normale/sottopeso (OR=1.93; IC 95%: 1.25–2.65). Fattori cardiovascolari e ipertensione Nello studio di Hogg et al. [28] si evidenzia come ci sia una probabile forte associazione tra l’essere affetti da disordini cardiovascolari e lo sviluppo di AMD neovascolare (OR=7.53; IC 95%: 2.78–20.41). In particolare considerando solo la patologia ipertensiva, i soggetti che soffrono di ipertensione di grado 2 (pressione diastolica ≥ 100 e sistolica ≥ 160) hanno un rischio maggiore di sviluppare AMD neovascolare rispetto a quelli che non presentano patologia ipertensiva (OR=3.21; IC 95%: 1.14-8.98). Dieta L’assunzione di vitamina E (HR=0.92; IC 95%: 0.84-1.00) e zinco (HR=0.91; IC 95%: 0.83-0.98) con la dieta è inversamente associata allo sviluppo di AMD [29]. Inoltre si è evidenziato in letteratura che consumare beta carotene, vitamina C, luteina e zeaxantina riducono il rischio di sviluppare AMD [30]. Infine, nello studio di Seddon et al. [31] si evidenzia come l’assunzione elevata di acido linoleico con la dieta sia associata a un maggior rischio di AMD, mentre assumere acidi grassi omega 3 ne diminuisce il rischio e questo dato sugli omega 3 emerge anche nello studio di Chong [32]. CAPITOLO 1 S5 JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 3, 2009 ITALIAN JOURNAL Esposizione alla luce solare Dallo studio di Cruickshanks et al. [33], emerge che l’esposizione alla luce solare rappresenterebbe un fattore di rischio per lo sviluppo di AMD precoce (OR=2.09; IC 95%: 1.193.65). Simili evidenze sono riscontrate nello studio condotto da Tomany et al. [34], (RR=2.20; IC 95%: 1.02-4.73). Appare ancora controverso il ruolo di altri possibili fattori di rischio quali: proteina C reattiva, livelli di colesterolo HDL, colore dell’iride, chirurgia della cataratta e fattori ormonali [35-39]. Prevalenza e incidenza della AMD in Italia e nel mondo In Europa e Italia Un recente studio europeo di Augood et al. [40] (EUREYE: The European Eye Study) del 2006 è stato condotto con l’obiettivo di stimare la prevalenza della AMD tra la popolazione anziana europea. Hanno aderito al progetto 7 paesi (Norvegia, Estonia, Regno Unito, Francia, Italia (Verona), Grecia e Spagna). Compito d’ogni centro era quello di reclutare dalle 800 alle 900 persone d’età maggiore o uguale a 65 anni. Sono state considerate le fotografie dei fondi oculari di 4753 soggetti. L’AMD avanzata (neovascolare o atrofica) era presente nel 3.32% (IC 95%: 2.524.13) della popolazione. La prevalenza dell’AMD neovascolare in almeno uno dei due occhi era del 2.29% (IC 95%: 1.73%-2.86%): 8 persone avevano atrofia geografica in un occhio e AMDneovascolare nell’altro, 101 persone solo AMDneovascolare (40 bioculare e 61 monoculare); in 33 casi erano presenti entrambe le forme nello stesso occhio. Il braccio italiano in particolare era costituito da 605 anziani con una prevalenza dell’AMD avanzata pari al 3.68% (IC 95%: 2.175.18). Uno studio norvegese del 2006 [41] ha invece ricercato la prevalenza dell’AMD nella sola popolazione di Oslo. Hanno partecipato all’analisi OF PUBLIC 459 soggetti d’età compresa tra 51 e 90 anni. Gli autori hanno riscontrato una prevalenza della degenerazione maculare senile essudativa, nelle persone con un’età ≥ di 71 anni, pari al 2.9% (IC 95%: 0.0-5.7). Nel Rotterdam Study [42] (6251 partecipanti di età compresa tra 55 e 98 anni) si è osservato che la prevalenza della AMD variava dal 0.2% al 11.0% rispettivamente nei soggetti di età comprese nelle classi 55-64 e ≥85 anni. Mentre la prevalenza della forma neovascolare variava nelle stesse classi da 0.1% a 7.4%. In Tabella 2 i dettagli per classi d’età. In Islanda [43] su un campione di 1045 persone (2041 occhi analizzati) è stata riscontrata la presenza della AMD nella sua forma essudativa in 6 soggetti (3 occhi destri e 3 occhi sinistri) compresi nelle classi di età 70-79 (1 caso) e maggiori di 80 anni (5 casi). La prevalenza totale è risultata essere pari a 0.7%, mentre, considerando il dato diviso per classi d’età, la prevalenza variava da 0.5% nella classe 70-79 a 9.8% nel soggetti maggiori di 80 anni. Nella popolazione italiana sono stati fino ad ora condotti un limitato numero di studi indaganti la prevalenza e/o l’incidenza della AMD (e in particolare della forma avanzata neovascolare). Pagliarini et al. [44] hanno condotto, tra il 20 ottobre e il 5 novembre del 1991, uno studio trasversale di popolazione per indagare la prevalenza della AMD nella città di Salandra (Matera). Il campione analizzabile consisteva di 576 individui (255 uomini e 321 donne) di età maggiore o uguale a 60 anni. È stato analizzato il 64% (368) del campione individuato. La prevalenza globale della AMD avanzata era del 1.1% (2 pazienti con forma neovascolare e 2 con forma atrofica). La prevalenza della forma neovascolare era quindi dello 0.54%. Tutti e quattro i soggetti con la forma avanzata avevano un’età maggiore di 74 anni. Considerando quindi solo i soggetti con età maggiore o uguale a 75 anni Tabella 2. Prevalenza AMD avanzata e neovascolare nel Rotterdam Study. S6 HEALTH CAPITOLO 1 JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 3, 2009 ITALIAN JOURNAL la prevalenza della AMD avanzata risultava essere del 4.17% (IC 95%: 1.4-10.3). Nella stessa popolazione la forma neovascolare rappresentava il 2.08%. Cedrone et al. [45-47] hanno invece condotto due survey nell’isola di Ponza (una nell’anno 1988 e l’altra nel 2000) per indagare le cause di ipovisione o cecità nella popolazione dell’isola con un’età compresa tra i 40 e gli 87 anni. Nel 1988, 17 persone (1.70%; IC 95%: 1.00 – 2.7) hanno avuto una diagnosi di AMD in almeno un occhio e 21 (2.51%; IC 95%: 1.6-3.8) nel 2000. L’incidenza dopo dodici anni era dello 0.73% (IC 95%: 0.2-2.1). Non sono riportati dati in dettaglio relativi ai diversi tipi di AMD. Nel resto del mondo Le prevalenze riscontrate da Augood et al. [40] nello studio europeo risultano comparabili con quelle derivanti dall’analisi pooled condotta in America [14]. Nel 2004, il “Eye Diseases Prevalence Research Group” ha infatti realizzato una analisi pooled di 7 studi (Bardados Eye Study, Beaver Dam Eye Study, Baltimore Eye Survey, Blue Mountains Eye Study, Vision Impairment Project, Rotterdam Study e in Salisbury Eye Evaluation Project) indaganti la prevalenza delle diverse forme di AMD. Nelle Tabelle 3 e 4 sono riportate le prevalenze per 100 individui con i relativi OF PUBLIC HEALTH intervalli di confidenza al 95% (IC 95%) divise per genere, età e razza. Il numero di malati di AMD con forma neovascolare si era stimato essere nel 2000 pari a 1.22 milioni. Gli stessi autori hanno poi previsto che si assisterà a un sostanziale incremento del numero dei malati di AMD maggiore del 50%: dai 1.75 milioni del 2000 ai 2.95 milioni del 2020 negli USA. Considerando la realtà della popolazione statunitense, presa in considerazione nel Framingham Eye Study [48], su 2631 persone (5262 occhi esaminati) l’AMD era presente in 149 persone (5.7%) con un picco di prevalenza nella fascia d’età maggiore di 75 anni (19.7%). I dati stratificati per fascia d’età e relativi alla forma avanzata sono riportati in Tabella 5. Klein et al. [11], nello studio americano “Beaver Dam Eye Study”, analizzano l’incidenza a 5 anni della degenerazione maculare senile in una popolazione di 3583 adulti con età compresa tra 43 e 86 anni all’inizio dello studio. L’incidenza a 5 anni della forma essudativa di AMD nell’occhio destro era dello 0.4% (IC 95%: 0.20-0.63). Inoltre l’incidenza passa dallo 0% in quelli con meno di 55 anni al 1.8% in quelli con oltre 75 anni all’inizio dello studio. Considerando invece entrambi gli occhi, l’incidenza a 5 anni di AMD neovascolare è dello 0.6% (IC 95%: 0.34-0.86) variando dallo 0% al 3.2% nelle stesse classi prima indicate. Tabella 3. Prevalenza e relativo IC 95% dell’AMD neovascolare. Adattata da Eye Diseases Prevalence Research Group [14] CAPITOLO 1 S7 JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 3, 2009 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Tabella 4. Prevalenza e relativo IC 95% dell’AMD neovascolare. Tratta dallo studio EUREYE [40] Tabella 5. Risultati Framingham Eye Study: dati relativi alla AMD neovascolare. * dato per numero di occhi interessati In Australia, VanNewkirk et al. [49], in un lavoro del 2000 condotto su 4345 abitanti di Victoria, con una età maggiore di 40 anni, hanno riscontrato una prevalenza della AMD neovascolare dello 0.39% (IC 95%: 0.20-0.58). Infine in Cina, nel 2008, Chen et al. [50] hanno riscontrato una prevalenza della AMD avanzata (neovascolare e atrofica) del 1.9% in persone con una età maggiore o uguale a 65 anni. Conclusioni La AMD è una malattia degenerativa che colpisce la macula ed è classicamente suddivisa in due tipi: secca e umida. In particolare nella sua forma umida è caratterizzata da neovascolarizzazione coroidale, danno degli strati retinici e formazione di una cicatrice disciforme. Dal punto di vista clinico si manifesta prevalentemente con diminuzione dell’acutezza visiva e scotoma centrale. I fattori di rischio sono molteplici, alcuni sono considerati certi (età, fumo e alcool) mentre altri S8 sono ancora oggetto di studio (familiarità e fattori genetici, genere, razza, obesità, fattori cardiovascolari e ipertensione, dieta, chirurgia della cataratta ed esposizione alla luce solare). A seguito della ricerca bibliografica compiuta emerge una sostanziale omogeneità dei dati di prevalenza e incidenza della AMD nei diversi Paesi del mondo. Nello studio europeo EUREYE di Augood et al. la prevalenza dell’AMD neovascolare è risultata pari a 2.29% (IC95%: 1.73-2.86) e nel braccio italiano di questo studio si è stimata una prevalenza dell’AMD avanzata del 3.68% (IC 95%: 2.17-5.18). In riferimento alla popolazione italiana, sono stati fino ad ora condotti pochi studi: Pagliarini et al. nella città di Salandra hanno stimato una prevalenza globale della AMD avanzata del 1.1% mentre Cedrone et al. nel 1988 e nel 2000 hanno riscontrato nell’isola di Ponza una prevalenza rispettivamente del 1.70% e del 2.51%. Le prevalenze riscontrate da Augood et al. nello studio europeo risultano comparabili con quelle CAPITOLO 1 JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 3, 2009 ITALIAN JOURNAL derivanti dai principali studi condotti sulla popolazione americana. Parimenti questi dati si OF PUBLIC HEALTH allineano a quelli ottenuti in Australia e in Cina. Bibliografia 1) Seddon JM,Ajani UA, Mitchell BD. Familial aggregation of agerelated maculopathy. Am J Ophthalmol 1997;123:199-206. 2) Young RW. Pathophysiology of age-related macular degeneration. Surv Ophthalmol 1987;31:291-306. 3)Chang B, Tanuzzi LA, Lada ID et al. 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