Caos - Alessandro Portaluri
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Caos - Alessandro Portaluri
CAOS ARTE & MATEMATICA "Uno scienziato degno di questo nome, e soprattutto un matematico, prova lavorando la stessa impressione di un artista; la gioia che gli dà il suo lavoro è altrettanto grande e della medesima natura" (H. Poincaré) Creato da Alessandro & Annalisa Jackson Pollock (28.01.1912-11.08.1956) Pollock fu uno dei maggiori esponenti dell’espressionismo astratto e fu introdotto all'uso del colore puro nel 1936, durante un seminario sperimentale tenuto a New York dall'artista messicano specializzato in murales David Alfaro Siqueiros. In seguito sviluppò quella che venne in seguito definita la tecnica del "dripping"(in italiano sgocciolatura). Per applicare il colore si serviva di pennelli induriti, bastoncini o anche siringhe da cucina. Questa tecnica è considerata una delle basi del movimento dell'action painting. Operando in questo modo si distaccò completamente dall'arte figurativa tradizionale, decidendo inoltre di non servirsi per il gesto artistico della sola mano; per dipingere usava tutto il suo corpo. Nel 1956 la rivista Time lo soprannominò "Jack the Dripper". « Non dipingo sul cavalletto. Preferisco fissare le tele sul muro o sul pavimento. Ho bisogno dell'opposizione che mi dà una superficie dura. Sul pavimento mi trovo più a mio agio. Mi sento più vicino al dipinto, quasi come fossi parte di lui, perché in questo modo posso camminarci attorno, lavorarci da tutti e quattro i lati ed essere letteralmente "dentro" al dipinto. Questo modo di procedere è simile a quello dei " S and pai nters" Indi ani del l'o vest. » (Jackson Pollock) « Una tela coperta di colore ancora fresco occupava tutto il pavimento... Il silenzio era assoluto... Pollock guardò il quadro, quindi, all'improvviso, prese un barattolo di colore e un pennello e iniziò a muoversi attorno al quadro stesso. I suoi movimenti, lenti all'inizio, diventarono via via più veloci e sempre più simili ad una danza mentre gettava sulla tela i colori. sembrava non sentire minimamente gli scatti della macchina fotografica... Il mio servizio fotografico continuò per tutto il tempo in cui lui dipinse, forse una mezz'ora. In tutto quel tempo Pollock non si fermò mai. Come può una persona mantenere un ritmo così frenetico? Alla fine disse semplicemente: "E' finito". » (Hans Namuth, giovane fotografo che lo ritrasse all’opera nel 1950) Può la scienza essere utilizzata per capire l’arte? La questione ha scatenato discussioni sia tra gli scienziati che tra gli artisti. Tuttavia per quanto riguarda i quadri astratti prodotti da Jackson Pollock alla fine degli anni ’40, la risposta è “sì”. Espressionismo Frattale Taylor, Micolich e Jonas hanno analizzato la natura della tecnica di Pollock, scoprendo che alcune opere presentano le stesse caratteristiche dei frattali. Si spingono ad ipotizzare che in qualche modo Pollock stesse tentando di ricreare quanto percepiva come una perfetta rappresentazione del caos matematico più di dieci anni prima che la stessa Teoria del Caos fosse scoperta. Particolari traiettorie non-caotiche (a sinistra) e caotiche (in mezzo) tracciate da un pendolo. A destra vi è un particolare del quadro “Numero 14”di Pollock del 1948. In contrasto alle linee spezzate ottenute dal classico pennello sulla superficie della tela, nel quadro di Pollock c’è un flusso costante di colore che produce una traiettoria continua come si può notare sulla superficie della tela a sinistra. Inoltre una tela tipica di Pollock verrà rilavorata più volte nel periodo di molti mesi. Questo processo ricorsivo e cumulativo di pittura dinamica continua è simile al processo dei modelli evolutivi in Natura. Ovviamente, avendo abbandonato l’idea del cavalletto, la gravità gioca un ruolo essenziale sia in Pollock che nella Natura, così come l’isotropia dello spazio e l’omogeneità di molti modelli naturali. Dopo la sua scoperta negli anni ’60, la teoria del caos ha dimostrato enormi successi nello spiegare molti processi della Natura. Potrebbe il processo di pittura di Pollock sembrare caotico? Nella sua pittura ci sono due aspetti rivoluzionari i quali hanno entrambi potenziato l’introduzione del caos. Il primo è il suo moto lungo la tela in cui Pollock usa tutto il corpo introducendo così un grande spettro di lunghezze di scala, tracciando attraverso le sue tele una speciale distribuzione di movimenti, studiata da Paul Levy nel 1936 e nota come “volo di Levy”. Dal punto di vista matematico è un esempio di passeggiata aleatoria e cioè l’esempio di un processo di Markov. Il secondo aspetto rivoluzionario è legato alla tecnica del dripping. In particolare Pollock studia meticolosamente il problema di come le piccole perturbazioni di un liquido non-caotico possano nella caduta generare un flusso caotico, diventandone un maestro. Indipendentemente se l’arte di Pollock possa o meno essere inquadrata nella teoria matematica del caos o della geometria frattale, quello che ci sentiamo di sostenere è che il contributo di Pollock all’evoluzione dell’arte è certo. Lui descrisse la Natura direttamente: piuttosto che mimarla, adottò il linguaggio del corpo, l’isotropia dello spazio e la gravità per costruire i suoi quadri. Certamente, fattori di scala nelle proiezioni del colore sulla tela , così come onde di shock prodotte da piccole perturbazioni nella lattina di colore hanno prodotto in arte processi di auti-similarità tipici delle geometrie caotiche.
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jackson pollock la figura della furia
Jackson Pollock, a cura di Kirk Varnedoe, New York: The Museum of Modern Art, 1998
Pollock, Curcio, 1980
Thomas M. Messer, I Guggenheim, Firenze: Giunti, 1988
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