segue - Lattuada Studio

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segue - Lattuada Studio
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12- 29
FUTUR BALLA
a cura di
Elena Gigli
Testi di
Flavio Lattuada
Giovanni Lista
ARTE CENTRO
Arte Moderna
Via dell’Annunciata, 31 20121 Milano
T: 02 29 00 00 71
F: 02 65 92 631
www.lattuadastudio.it
[email protected]
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12-29 Futur Balla
Milano, Arte Centro
6 novembre – 20 dicembre 2008
Mostra e catalogo
Elena Gigli
Progetto grafico e assistenza catalogo
Monica Fornaciari
Referenze fotografiche
Arte Fotografica, Roma
Eddie Gabbai, Roma
Futurism Associazione Culturale, Roma
Antonio Idini, Roma
Giuseppe Schiavinotto, Roma
Sergio Subrizi, Roma
Alessandro Vasari, Roma
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RAGIONI DI UNA MOSTRA
Flavio Lattuada e Fiorella La Lumia
Arte Centro ha iniziato già dagli anni Sessanta la sua attività con una prima e splendida mostra
futurista, interamente dedicata a Enrico Prampolini, seguita da un costante e dettagliato recupero di
tutti gli artisti di questo movimento, primo fra tutti Giacomo Balla: per merito di questo lavoro
meticoloso e attento si è iniziato a riscoprire in tutta Italia una corrente artistica prima sottovalutata.
Grazie all’esperienza ed agli studi svolti, siamo in grado di offrire oggi meglio di ieri una
panoramica complessa e completa sull’artista che forse di questo movimento è il maggiore
esponente, considerando anche il suo lavoro di revisione e di critica sul Futurismo stesso.
Un pubblico di curiosi e preparati osservatori sarà certo in grado di cogliere le sfumature che
caratterizzano questo evento, che più che mostra si può definire proposta culturale, dal momento
che viene offerta una visione di Balla meno conosciuta.
Speriamo di poter arricchire ancora una volta, come da anni ormai ci proponiamo di fare, la
conoscenza verso Balla e in modo più allargato verso il Futurismo, che è stato il primo grande
movimento italiano che ha cambiato radicalmente l’arte, la moda, il costume e la cultura del primo
Novecento.
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Ringraziamenti
Due ringraziamenti particolari
A Luce e Elica Balla che mi hanno aperto la loro casa e il loro archivio durante i miei studi
universitari e dopo tra il 1988 e il 1994, inesauribile fonte anche per questo lavoro.
A Maurizio Fagiolo dell’Arco con il quale ho cominciato a lavorare assiduamente nel 1993 e che mi
ha insegnato tutto quello necessario per realizzare questa mostra.
Ringrazio, inoltre
Marco Alliata, Paolo Baldacci, Patrizia e Vittorio Balla, Giancarlo Carpi, Massimo Carpi,
Antonello Doldo, Umberto Donnarumma, Monica Fornaciari, Centro Copie Roma, Olimpia e
Federico Hernandz, Giovanni Lista, Antonio Locatelli, Nicola Luciani, Silvana Stipa, Giulio Tega,
Yannis Tsirogiannis.
Per la generosa collaborazione si ringrazia la FUTUR-ISM Associazione Culturale – www.futurism.it .
Un ringraziamento particolare a Flavio Lattuada dell’Arte Centro che ha creduto in me
dimostrandomi fiducia illimitata sia nel momento del progetto sia durante la realizzazione della
mostra.
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Sommario
Balla e la musica
Giovanni Lista
12-29 Futur-cornice
Elena Gigli
Opere esposte
I. AUTOSTATODANIMO…………………………………………………………
L’autoritratto: personale, verista, oggettivo
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II. FUTURISMO………………………………………………………………….
Rinnegamento totale propria opera + carriera
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III. FUTURISMO AVANTI………………………………………………………...
Forme sintetiche astratte soggettive dinamiche
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IV. ANCORA RICERCHE + LOTTE ……………………………………………….
Un incastro di legni
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V. VIA OSLAVIA 39B, GIUGNO 1929……………………………………………
Visitate Casa Balla
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BALLA E LA <<MUSICA>>
Giovanni Lista
L’aspetto più evidente eppure il meno studiato dell’opera di Giacomo Balla è la relazione tra
arte e musica, cioè tra forma visiva e suono. Il suo percorso creativo è infatti indissociabile dalla
musica, anche se bisogna intendere quest’ultima nel senso più ampio e in un’accezione futurista,
cioè anche come sonorità, cadenza ritmica, rumore che struttura dinamicamente lo spazio e ne
determina la percezione vitale.
Poco incline all’esercizio teorico, Balla non ha mai scritto sulla musica, come ha fatto per
esempio Mondrian, che si è interessato al jazz e al rumorismo futurista di Russolo1. Non sembra
aver indagato in modo approfondito le leggi del linguaggio musicale, come ha fatto Paul Klee2, che
si poneva direttamente il problema di un possibile rapporto formale tra musica e pittura. Svolgendo
la sua ricerca pittorica, Balla non ha nemmeno vissuto un vero e proprio sodalizio intellettuale con
un musicista, come è avvenuto tra Kandinskij e Schoenberg, anche se ha disegnato un ritratto
futurista di Russolo definendolo come « suo amico ».
Ma non si può per questo eludere la costante presenza della « musica » in quanto pratica
artistica e riferimento ideale nella vita di Balla, come uomo e come artista. La tradizione familiare,
documentata anche da fotografie d’epoca, indica che la madre gli fece studiare musica fin da
bambino. Praticò il violino e fece parte della corale della chiesa di San Filippo Neri di Torino,
tenuta dai Padri dell’Oratorio. Dopo il canto e il violino, negli anni della giovinezza e della maturità,
parecchie fotografie lo ritraggono mentre suona la chitarra. Molto probabilmente, si può riconoscere
Giacomo Balla anche nel chitarrista fotografato dai fratelli Bragaglia nella fotodinamica futurista Le
due note maestre, pubblicata nel 1913. Non solo l’artista non si separava mai dalla sua chitarra, ma
amava esibirsi mentre suonava, quasi a testimoniare la sua passione per la musica.
La musica irrompe per la prima volta nell’opera di Balla con un lavoro minore, un disegno
all’acquerello tra satira e ironia3, che dedica nel 1896 al sarto romano Giacomo Foà, per il quale
lavorava la madre e al quale affidava i suoi quadri da esporre in vetrina nella speranza di venderli.
Vi appare un prete grassoccio che si china all’indietro pronunciando il nome del giovane artista.
Ogni sillaba comporta la ripetizione differenziata della figura del religioso, forse un cliente della
sartoria. La sequenza è inscritta sul pentagramma, sfruttando così il valore segnico dei simboli
musicali. Non si tratta di una novità formale, poichè le caricature umoristiche inscritte sul
pentagramma facevano parte del gusto dell’epoca. Il valore dell’opera risiede piuttosto nella
particolare scelta di Balla che vuole identificare pienamente la sequenza cinetica con la sequenza
sonora: ogni tappa del movimento del prete corrisponde ad un segmento fonetico di ciò che sta
dicendo. Forse Balla, che ha lavorato in uno studio fotografico a Torino, conosce già le scansioni
ritmiche della cronofotografia di Étienne-Jules Marey, pubblicizzate dalla stampa per i fotografi
professionisti, ma utilizzate anche dai giornali satirici dell’epoca.
In ogni caso, l’acquerello palesa che il giovane artista si trova comunque all’inizio di un
percorso che sarà totalmente diverso da quello intrapreso poi dal suo allievo Boccioni. Questi, nel
Manifesto Tecnico della Pittura futurista, parlerà della cosiddetta « persistenza dell’immagine nella
retina »4 per spiegare e giustificare la ripetizione come resa visiva del cinetismo animale, cercando
così di darsi l’alibi di una logica dei dati naturalisti inerenti al processo di percezione. Dal canto suo,
il giovane Balla ha invece già intuito che il fenomeno della persistenza ottica è un’illusione: tale
1
Cfr. Giovanni Piana, Mondrian e la musica, Edizioni Angelo Guerini e Associati, Milano, 1995.
Cfr. Pierre Boulez, Il Paese fertile. Paul Klee e la musica, Leonardo Editore, Milano, 1989.
3
Cfr. Giovanni Lista, Balla, I, Edizioni Galleria Fonte d’Abisso, Modena, 1982, pag.100, num. 9 [Balla, I].
4
Vedi il testo del manifesto in Luigi Scrivo, Sintesi del Futurismo, Bulzoni Editore, Roma, 1968, pag. 12.
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ipotesi sarà infatti smentita dalla ricerca scientifica che spiega oggi la percezione del movimento
solo come reazione psicofisiologica dovuta al cosiddetto « effetto phi ». Per Balla, molto
correttamente, la vibrazione che ripete la forma delineandone il movimento non corrisponde ad una
traccia visiva, conservata per qualche istante dalla retina, ma ad un’interpretazione del cervello che
è antropologicamente programmato a « leggere » come concatenate e in successione una serie di
immagini simili, ma diverse, e separate tra di loro. Il compito dell’artista consiste dunque nel
modellare in questo senso l’immagine, strutturando la ripetizione differenziata, scandendo gli
intervalli, organizzando la variazione sequenziale dei segni visivi. E il modello di riferimento per
questo lavoro sulla forma, declinata in funzione del movimento e del tempo, strutturata come ritmo
di un flusso continuo, non può essere altro che la musica.
Già prima del futurismo, Balla è attratto dalla dimensione sonora dell’immagine, dalla
sensazione acustica che accompagna i dati visivi. Nel 1898 dipinge una serie di oli su tavola, le
« Macchiette Romane »5, dedicata ai venditori ambulanti osservati nelle strade di Roma. Inserisce,
allora, all’interno di ogni dipinto, le loro tipiche grida di richiamo, quali « Abbiamo li cornetti a
due soldi l’uno… » oppure « La ricooootta freeeesca…». Questa stessa volontà di sonorizzare
l’immagine, cioè di completarla nel suo esplicitarsi come esperienza percettiva e sensibile, si
ritroverà, in modo strutturalmente più elaborato, negli anni futuristi. Ad esempio in un’opera come
Autorità inauguranti del 1922, in cui Balla introduce le parole che caratterizzano il muoversi
comportamentale dei personaggi con la stessa meccanicità ripetitiva delle grida delle « macchiette
romane »6. Nel quadro come Suonatore d’organetto del 1906, ponendo in primo piano la mano e lo
strumento del musicista7 , sembra parimenti annunciare l’ormai celebre Ritmi di un violinista,
dipinto sei anni dopo, in casa dell’avvocato Löwenstein, a Düsseldorf.
Particolarmente significativi appaiono anche i rapporti di Balla con il salotto tenuto a Roma
da Elena Enrichetta Cahn Speyer, in Via della Pilotta 32, vicino al Palazzo Valentini, a Fontana di
Trevi. Di origine viennese, la signora si era stabilita a Roma nel 1903, dopo aver sposato il
marchese Alfonso Lucifero di Aprigliano8, conoscente di Balla, di cui possedeva il quadro Luci
all’alba a Roma, forse ricevuto proprio come regalo di nozze. Di formazione pianistica, Elena
Speyer aveva un fratello di nome Rudolf, violinista e direttore d’orchestra, e una sorella che
studiava pianoforte e canto, Margaretha Ehlers Speyer, poi allieva di Balla. Nel salotto di Via della
Pilotta, in cui si dibatteva delle idee progressiste e del futuro della nuova Italia, si tenevano serate
dedicate alla musica e al canto, frequentate anche da artisti stranieri di passaggio a Roma. Tra questi
Frantz von Lenbach che realizzò diversi ritratti di tutti i componenti della famiglia9.
La sorella di Elena, Margaretha Ehlers Speyer, chiamata Grethel, si spostava spesso da
Vienna a Roma per lunghi soggiorni10, durante i quali si esercitava nella pittura prendendo lezioni
da Balla11. Subito dopo essersi sposata con l’avvocato e giurista Arthur Löwenstein di Düsseldorf12,
5
Cfr. Giovanni Lista, Balla, I, pagg. 102-103, num.12, 13, 14, 15, 16, 17.
Cfr. Giovanni Lista, Balla, I, pag. 342, num.736.
7
Cfr. Giovanni Lista, Balla, I, pag.148, num. 144.
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Il matrimonio era stato celebrato il 21 febbraio 1903. Il marchese, nato a Crotone il 12 agosto 1853, era un uomo già
anziano. Deputato al parlamento italiano e poi ministro nel governo Sonnino, aveva avuto rapporti d’affari con il padre
della sposa, un banchiere implicato nel finanziamento dei lavori pubblici intrapresi in Italia nel periodo tra i due secoli.
Aveva tra l’altro partecipato al finanziamento del traforo del Sempione.
9
In casa dell’attuale erede della famiglia, il Marchese Alfonso Lucifero che ringrazio per l’aiuto che ha voluto dare alle
mie ricerche, sono ancora conservati sei ritratti di Frantz von Lenbach.
10
Elena (nata a Vienna il 7 luglio 1878, morta a Roma il 29 giugno 1928) e Grethel (nata a Vienna il 3 maggio 1883,
morta a Ascona il 24 settembre 1970), erano state allevate nel culto della musica, come il fratello Rudolf, dai genitori:
il padre, Davide Simone Cahn Speyer, austriaco di cultura italiana, benché discendente di un’antica famiglia ebraica di
Speyer, cittadina della Renania Palatinata, e la madre, baronessa Emmy Ester Popper von Podhragj, di origine
ungherese.
11
Sulla sua carriera come pittrice, cfr. Eros Bellinelli, Margherita Löwenstein, Edizioni Pantarei, Lugano, 1972.
Grethel aveva intrapreso lo studio della pittura a Vienna, poi aveva completato la sua formazione come allieva di Balla.
Ha esposto i suoi quadri, di tonalità espressionista, a Berlino, Zurigo e Roma. Il 4 ottobre 1920 ha lasciato Düsseldorf,
insieme al marito, per andare a stabilirsi a Monaco di Baviera. Nel 1934, le persecuzioni razziali costringono i coniugi
Löwenstein a trovare rifugio ad Ascona, in Svizzera. Con lo pseudonimo di Eva Rocca, Grethel espone più volte i suoi
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10
Grethel invitò Balla in Germania per decorare e sistemare la sua nuova casa13. La coppia abitava al
25/15 Kaiser-Wilhelm-Ring di Oberkassel, un quartiere alla periferia di Düsseldorf, situato sulla
riva sinistra del Reno, cioè dal lato opposto al centro della città. Si trattava di un ricco quartiere
residenziale e i Löwenstein abitavano in una casa sontuosa, simile ad una villa signorile, con una
straordinaria vista sul Reno. Molto è stato già scritto sul soggiorno di Balla che si svolse in gran
parte all’insegna della musica. L’artista dipinse Ritmi del violinista, iniziò lo studio delle gradazioni
cromatiche, a posteriori chiamate « compenetrazioni iridescenti », ricorrendo a schemi modulari che
paiono improntati ad una trasposizione visiva dei ritmi musicali. Progettò infine una « sala per
musica » per un padiglione del giardino, uniformando l’ambiente con un’alternanza di linee,
triangoli acuti e rettangoli sfalsati in diagonale, tale da creare un dinamismo spiraliforme capace di
smaterializzare la percezione dello spazio magnetizzato dalle onde musicali14.
La ricerca successiva, dalle velocità meccaniche ai « complessi plastici », si compie invece in
gran parte sotto il segno del rumore. Balla esplora i rumori che accompagnano l’evento cinetico,
cerca di restituirli col colore, con le forme e con le linee sulla tela. Introduce il riferimento al
rumore nel titolo dei suoi dipinti, che è talvolta trascritto nello spazio stesso dell’immagine: ad
esempio nel quadro Ritmo + velocità + rumore d’automobile del 1913-1914. Vuole canalizzare così
la lettura dell’opera sugli equivalenti visivi della sensazione acustica che accompagna il passaggio
dell’automobile in corsa. Passa così dalla sinestesia alla sinopsia, cioè dalle equivalenze cromatiche
alle equivalenze grafiche. Si interessa alle « forme rumore » inerenti al motore a scoppio di una
motocicletta distinguendole graficamente da quelle prodotte dai rumori di un’automobile. Poi,
estraendo e isolando gli elementi formali ottenuti dall’osservazione del fenomeno cinetico, crea
composizioni astratte di « forme rumore » cadenzate e orientate in progressione nello spazio. Le
dipinge con la vernice su carta oro per rendere, tramite le luminosità fugaci del supporto, gli effetti
visivi che corrispondono al manifestarsi repentino della sensazione acustica. Dalle « forme
rumore » Balla ricava anche decorazioni per paralumi15 o motivi per il ricamo16.
Con i « complessi plastici » si interessa invece al « frastuono », cioè al rumore ambientale
inteso non solo come contesto urbano, ma anche come accadere sonoro di eventi festivi.
Parallelamente scrive delle partiture di onomatopee per gli spettacoli Macchina tipografica e
Proserpina che progetta intorno al 1915. Passa così dalle cadenze ritmiche del rumore tecnologico
al canto o alla litania che esplicita la quidditas degli elementi naturali, trascrivendone in chiave
sonora una percezione animistica. Russolo ha esaltato il rumore parlando della sensazione acustica
che è parte integrante e immediata della vita. Le tavole parolibere di Balla, come la celebre
Rumoristica plastica Baltrr, registrano il vissuto con delle vere e proprie composizioni
onomatopeiche: a dimensione sonora rivela e racconta l’accadere quotidiano.
Le componenti sinestetiche di opere come Forme grido « Viva l’Italia » o Canto patriottico in
Piazza di Siena, ambedue del 1915, testimoniano un altro versante sperimentale, a cui appartiene
anche la messinscena astratta, plastica e cinetico-luminosa di Feu d’artifice di Stravinskij. In pittura,
questa linea di ricerca culminerà invece nel dopoguerra, con una serie di tele intitolate Colpo di
quadri a Ascona, Locarno, Lugano e Milano. Una retrospettiva della sua opera è stata presentata nel dicembre 1994 al
Salone Fiat di Perugia.
12
L’avvocato e giurista Arthur Löwenstein suonava il violino, ma non aveva nessun rapporto di parentela con il celebre
e omonimo violinista. All’anagrafe di Düsseldorf risulta divorziato da Thérèse Bauer e proveniente nel febbraio 1902 da
Colonia, dove era nato il 4 novembre 1873. Benché non iscritta all’anagrafe romana, la sua nuova moglie Grethel
Speyer risulta giunta a Düsseldorf, il 3 maggio 1912, provenendo da Roma. Balla arriva in casa Löwenstein nel luglio
seguente, cioè appena due mesi dopo. Ringrazio qui la dottoressa Elisabeth Scheeben del municipio di Düsseldorf che
ha accettato di consultare per me gli archivi anagrafici della città.
13
Recentemente, un ritratto di Grethel Löwenstein probabilmente eseguito da Balla è stato identificato da Fabio Benzi,
Giacomo Balla, genio futurista, Electa, 2008, Milano, pag. 15. Sulla base del dipinto di Franz von Lenbach in cui
Grethel appare con sua sorella Elena, qui pubblicato, il quadro attribuito a Balla potrebbe datare del 1912, quando
Grethel era già giovane sposa.
14
Cfr. Giovanni Lista, Balla, I, pag. 38.
15
Cfr. Giovanni Lista, Balla, II, L’Age d’homme, Losanna, 1984, pag. 187, num. 1136.
16
Cfr. Idem, pag. 183, num. 1126.
11
fucile domenicale, o ancora con la serie tematica dedicata alle « forze di paesaggio », in cui la
composizione si ripete su uno schema pressoché identico, ma ogni volta con linee e colori
variamente declinati sulla base di una nuova sensazione intesa come chiave musicale. Detto
altrimenti, Balla accorda alla sensazione il ruolo di un parametro d’interpretazione della
composizione da dipingere. Ma esattamente come la chiave musicale detta l’altezza dei suoni e la
lettura del pentagramma. Dipinge quindi delle tele astratte seguendo un dispositivo seriale che
mutua dalla musica. All’inizio delle sue ricerche, la musica suggeriva già la variazione cinetica
della forma. Ora diventa il modello strutturale per un insieme di opere astratte realizzate in serie.
Balla ammirava anche la musica popolare, eseguita con strumenti poveri e priva di suoni
melodici, come i ritmi frenetici della tarantella napoletana. Amava il Carnevale di Piedigrotta anche
prima di conoscere Cangiullo, poiché si recò appositamente a Napoli, per assistere alla grande festa
napoletana, già nel settembre 1913, in compagnia di Luciano Folgore e dei coniugi Sprovieri. Un
anno dopo, quando Cangiullo organizzò la performance Piedigrotta futurista, alle Gallerie Sprovieri
di Roma e di Napoli, Balla volle realizzare i caratteristici strumenti rumoristi del carnevale
napoletano. Ne resta solo uno, oggi conservato per donazione delle figlie al Museo Nazionale delle
Arti e Tradizioni Popolari di Roma, in cui appare il tentativo di una rielaborazione originale rispetto
alla tradizione popolare napoletana. Costruito in legno dipinto, lo strumento di Balla si situa tra lo
Scetavaisse (letteralmente : sveglia-fantesche) e il Triccaballacche (letteralmente : tric-trac
danzante), e produce suoni cadenzati grazie alla percussione di un martelletto e al tintinnìo di
dischetti di latta. Come è noto, nel corso delle « serate futuriste » organizzate nelle Gallerie
Sprovieri di Roma e di Napoli, Balla ha anche utilizzato la chitarra e un campanaccio da mucca,
esibendosi in performances con accompagnamento sonoro improvvisato. Certamente in funzione di
queste serate ha progettato inoltre la costruzione di strumenti per musica rumorista di sua
invenzione. Ne restano due studi, databili intorno al 1914-1915, con meccanismi elementari, quali
una manovella e delle lastre metalliche 17 . Si può pensare a rumori ottenuti per vibrazione,
percussione e rotolamento, oppure a congegni simili ad un organetto di Barberia. Sono progetti non
realizzati.
Balla ricorre anche agli oggetti, ai simboli e ai segni della musica inserendoli come elementi
figurativi, metaforici o referenziali, nelle sue più diverse composizioni. Inviando una cartolina di
auguri a Pratella per la messinscena dell’Aviatore Dro, disegna all’acquarello un’arpa compenetrata
di note musicali18. Realizza in legno profilato e dipinto, per il Bal Tik Tak a Roma, nel 1921, il
parapetto di una balconata che riproduce la struttura del pentagramma. Per un elemento decorativo
del soffitto reinventa, ugualmente in legno dipinto, la cameratura cilindrica del clarinetto
punteggiata dai fori delle note 19 . Questo stesso procedimento per identificazione simbolica,
secondo cui i segni della grafia musicale sono utilizzati per decorare uno spazio dedicato alla
musica, e quindi anche qualsiasi oggetto o cosa inerente alla musica, si ritrova in varie altre opere:
dalle copertine di portadischi20 al ritratto di Silvio Mix21, o alla « sciarpa per violinista »22 in cui,
con effetto quasi picassiano, Balla antropomorfizza le forme della cassa armonica di un violino.
Capovolge invece l’assimilazione analogica nel dipinto Organo di cipressi, in cui è un elemento
della natura ad essere metaforizzato come oggetto musicale23. Queste sue capacità inventive gli
valgono l’invito a collaborare come illustratore alla rivista Bianco e Nero, fondata dal compositore
e critico musicale Renzo Massarani.
17
Cfr. Giovanni Lista, Balla, I, pag. 266, num. 527; Giovanni Lista, Balla, II, pag. 174, num. 1095.
Cfr. Idem, pag. 201, num. 1171.
19
Cfr. Idem, pag. 214, num. 1196.
20
Cfr. Giovanni Lista, Balla, I, pag. 367, num. 800.
21
Cfr. Giovanni Lista, Balla, II, pag. 273, num. 1326.
22
Cfr. Giovanni Lista, Balla, I, pag. 371, num. 815.
23
Cfr. Idem, pag. 378, num. 833.
18
12
In questo stesso periodo, il tema delle « forme rumore » è ripreso in un ciclo di disegni a
pastello, olii su tela o tempere su carta, che Balla svilupperà durante tutti gli anni Venti24. Benché
non sempre si tratti di titoli accertati, appare evidente la ricerca di una modulazione di colori, di
segni, di forme capaci di esprimere la propagazione del rumore nello spazio, il manifestarsi di una
sonorità, o ancora il carattere poetico e indecifrabile della sua presenza, come in Suono di voci
sconosciute25, un pastello del 1920-1921. L’opera che testimonia forse più di ogni altra l’acutissima
sensibilità uditiva di Balla, è un paravento che ha realizzato per la figlia della principessa Caetani di
Roma26. Sulle pareti interne ha dipinto le immagini di un universo infantile, tra cui dei giocattoli,
associandole alla tastiera di un pianoforte e alle note di una ninna-nanna. Sulle pareti esterne ha
invece dipinto delle composizioni astratte con intersezioni di linee spezzate e di angoli acuti,
indicate come « espressioni di forme rumore ». Ha conferito così al paravento lo statuto fisico di un
diaframma che separa due spazi sonori totalmente diversi, ma ambedue degni di essere oggetto di
rappresentazione.
Un disegno esposto in mostra è abbastanza eloquente sul modo in cui Balla percepiva la
musica e l’universo dei suoni. Intitolato Ballistrice, è un autoritratto in cui l’artista ha disposto in
disordine sul suo corpo le sillabe che designano le note, le quali appaiono così prive di direzione o
di linea melodica. Il riferimento ad una notazione musicale inoperante e confusa traduce tanto lo
stato di irritazione quanto lo sconcerto che priva l’essere di un accordo armonico col mondo. Nella
firma, che serve anche da titolo descrittivo dell’opera, ha utilizzato la crasi congiungendo in modo
fusionale, e quindi identificatorio, le due parole « Balla+istrice ». Inoltre, per esprimere in modo
preciso il suo cattivo umore, ha caratterizzato graficamente la fonìa del neologismo del titolo
esaltando la coppia consonantica ST che ha disegnato unendola in un solo grafema. Insistendo così
sulla sonorità del blocco fonetico occlusivo prodotto dall’intima successione di una fricativa dentale
e di una affricata palatale sorda, ha indicato che era in uno stato d’animo molto poco disposto verso
l’esterno. Per Balla, le sensazioni e i sentimenti che nutrono e scandiscono la presenza vitale
dell’essere possono avere una trascrizione esatta in termini di musica e di sonorità. Il suono è una
lingua universale che esplicita i movimenti più segreti dell’anima.
In una fotografia scattata dai fratelli Bragaglia, Balla appare in un atteggiamento
profondamente assorto, con il viso appoggiato alla chitarra che stringe fra le mani. L’immagine
traduce uno stato d’animo, ma non è un semplice ritratto che coglie il soggetto
nell’indeterminatezza e nell’atonia del vivere quotidiano. Si tratta di una precisa situazione
esistenziale, tra incertezza e fervore, che Balla stesso ha voluto indicare sul retro della fotografia
con il titolo che accompagna la dedica : « All’agguato dell’opera d’arte »27. L’immagine concerne
quindi il momento sofferto e problematico dell’artista che cerca l’ispirazione per intraprendere una
nuova opera. Resta però da chiarire il significato più profondo della fotografia, cioè perché Balla ha
voluto mostrarsi letteralmente aggrappato alla chitarra, come se questa fosse per lui lo strumento
della salvezza. Ci si può chiedere: suonava la chitarra per stimolare la propria immaginazione a
produrre nuove forme, o verificava invece al suono della chitarra la validità di un’idea traducendola
subito nel suo equivalente musicale? Detto altrimenti: la sensazione sonora favoriva in lui il sorgere
dell’intuizione creatrice, oppure la legittimava permettendo di fissarne a posteriori l’immagine?
Un’ipotesi vale l’altra e in ogni caso esse non si escludono tra di loro. Forse con questa fotografia,
Balla ha voluto semplicemente significare che per lui l’alchimia dell’atto di creazione era
strettamente associ
24
Cfr. Giovanni Lista, Balla, I, pag. 319, num. 685; pag. 343, num. 739-740; Giovanni Lista, Balla, II, pag. 211,
num. 1191; pag. 259, num. 1295.
25
Cfr. Idem, pag. 211, num. 1190.
26
Cfr. Idem, pag. 217, num. 1200.
27
Cfr. Giovanni Lista, Cinema e fotografia futurista, Skira, Milano, 2001, pag. 144.
13
Frantz von Lenbach, Elena e Grethel Speyer, 1902, olio su tela, Coll. privata, Roma.
Grethel Speyer-Löwenstein in una fotografia scattata ad Ascona, intorno alla metà degli anni
sessanta.
14
Il ritratto fatto da Luce a Balla mentre suona la chitarra del 1943 come era attaccato in casa Balla
nel 1993 accanto ad una fotografia dove appare di nuovo con la chitarra.
La fotografia di Bragaglia “All’agguato dell’opera d’arte” che appartiene a Massimo Carpi (regalata
da Balla a Quattrini negli anni ’30, ma l’immagine è databile al massimo al 1915 – 1918 stando
all’età dell’artista fotografato)
15
16
12-29 FUTUR CORNICE
Elena Gigli
Balla e la cornice: un binomio sempre presente nella vita di un artista ma quasi mai studiato
o analizzato. Continuando a vedere quadri su quadri di Balla ho capito che la pittura non resta
circoscritta alla tela o al foglio di carta ma prosegue fuori per diventare parte integrante, viva, della
nostra vita. Sembra quasi che Balla – incorniciando la sua pittura – non la voglia chiudere in una
specie di scatola rettangolare ma lasciarla vivere sulle nostre pareti, nella nostra vita quotidiana
anche 100 anni dopo, anche 1000 anni dopo. “… se il centesimo e’ il principio del milione, e il
millimetro del chilometro, anche i minimi tentativi futuristi possono essere il principio della nuova
arte futura. E con questo, con una superstrafede indistruttibile, a rivederci fra qualche secolo”,
scrive Giacomo Balla nel 192728.
Spesso la pittura, ovvero il disegno dell’immagine dell’opera, fuoriesce dall’opera stessa
arrivando alla cornice stessa. Sembra quasi che non basti più la tela o la carta per rappresentare lo
stato d’animo del pittore, sembra quasi che diventi necessario, fondamentale direi, oltrepassare
quello statico confine dei perimetri pittorici per realizzare – completamente – l’opera d’arte.
Leggiamo, insieme, cosa scrive l’amico-allievo Umberto Boccioni: “Per far vivere lo spettacolo nel
centro del quadro secondo l’espressione del nostro manifesto, bisogna che il quadro sia la sintesi di
quello che si ricorda e di quello che si vede. Bisogna rendere l’invisibile che si agita e vive al di al
degli spessori, ciò che abbiamo a destra, a sinistra e dietro di noi, e non il piccolo quadro di vita
artificialmente chiuso tra gli scenari di un teatro”29.
Sfogliando l’album pittorico di questo piccolo mago torinese – arrivato a Roma per far
fortuna nel 1895 – si trovano tanti lavori appesi alle pareti con le loro cornici. E’ lo stesso Balla a
farsi fotografare nella sua abitazione di via Oslavia con una cornice che inquadra il suo volto: un
autoritratto nel ritratto, essere e non essere.
Durante i primi anni del Novecento, troviamo Balla impegnato anche in opere dalla tematica
sociale. Da notare il polittico Lavorano mangiano ritornano (meglio conosciuto come La giornata
dell’operaio)30 del 1904 dove lo spazio trinitario definisce il tempo di una realtà proletaria: la
costruzione di un edificio. Scandito da una semplice cornice colorata a mattoncini rossi, il palazzo
in costruzione costituisce la scena unica, dilatata nei diversi pannelli, su cui si articola l’intera
vicenda ben sottolineata dal titolo lavorano mangiano ritornano. “La cornice, a mattoni dipinti, e’
immessa interamente nel significato del quadro. Per costruire un quadro, dice Balla, bisogna
cominciare da zero, tutto e’ importante: e’ l’avvio della ‘ricostruzione futurista dell’universo’”31.
A volte, il progresso può prendere il sopravvento: gli emarginati, i poveri, la sofferenza
umana diventano i temi cari a Balla per il ciclo dei Viventi. Nella tela La pazza32, Balla rappresenta
una donna colta di sorpresa, dai gesti articolati in un ritmo convulso sul terrazzo della sua casastudio ai Parioli: dietro di lei, oltre la ringhiera del balcone, la natura di Villa Borghese. L’intera
immagine viene racchiusa in una cornice colorata di celeste con un allegro divisionismo a puntini
rossi, che riprende – non a caso – la scala cromatica dell’intera composizione.
In seguito all’unione con Elisa Marcucci, nel 1904 nasce Lucia (nel momento futurista il suo
nome diventerà Luce). Sei anni dopo, ancora con tecnica divisionista, Balla ritrae la bambina nella
28
G.Balla, Per sentirsi futurista, in Vetrina Futurista di letteratura, teatro, arte, Torino 1927, pag. 59.
U. Boccioni, Simultaneità Futurista, in “Lacerba”, Firenze gennaio 1914, n. 1, pag. 12-13.
30
Lavorano mangiano ritornano, 1904, polittico a olio su carta cm. 100 x 135. Collezione privata, courtesy
MaxmArt, Mendrisio. Da ultimo, viene esposto a Milano nel 2008, n. I.10.
31
M. Fagiolo dell’Arco, Balla pre-futurista, Bulzoni editore, Roma 1968, pag. 19.
32
La pazza, 1905, olio su tela cm. 175 x 115. Roma, GNAM [Donazione Balla].
29
17
sua frontalità in un ovale incorniciato da lui stesso33. “Sono bimbe e bimbi allegri e chiassosi che
corrono su e giù per le scale del vecchio caseggiato e vanno dal pittore a farsi fare il ritratto; egli
non volle altro e inizia fra storielle di ogni genere per divertire i ragazzini uno studio speciale di
atteggiamenti spontanei di colore e di ambienti”34. La bimba Lucia e la ringhiera del balcone
diventano – nel periodo futurista – il soggetto della tela quadrata Bambina moltiplicato balcone
(meglio conosciuta Bambina che corre sul balcone)35 dove Balla rappresenta, come in una sequenza
cinematografica, il correre delle gambe della piccola sul balcone. L’intera immagine della bambina
in corsa appare composta di grossi tasselli colorati che, come piccoli mattoncini cromatici,
invadono la tela rendendo meno immediata la percezione della figura: gli stesi tasselli cromatici
costruiscono in modo più astratto il quadrato della cornice. Proprio in questo 1912 Balla sviluppa il
suo impegno su temi futuristi del movimento in opere come Guinzaglio in moto (conosciuto anche
come Dinamismo di un cane al guinzaglio)36 o I ritmi dell’archetto (conosciuto anche come Le
mani del violinista)37. Ambedue i movimenti – il correre del cane con le gambe della padrona come
il violino tra le mani del suonatore - diventano il soggetto delle loro cornici: il disegno del
guinzaglio per Guinzaglio in moto e la forma trapezoidale del I ritmi dell’archetto.
Il Futurismo – di cui nel 2009 si celebra il centenario – coi suoi manifesti letterari e artistici
celebra l’automobile, definita “più bella della Nike di Samotracia”: in Balla diventa l’oggetto della
sua nuova analisi, un freddo modello da laboratorio per la nuova sintesi che si chiamerà Linea di
velocità, Velocità astratta. Esatta e scientifica come la dimostrazione d’un manuale d’ingegneria,
ma poetica come una frustata liberty, la linea di velocità nel percorso artistico di Balla diventa una
specie di personale marchio di fabbrica. Si parte da infiniti studi sui taccuini per arrivare – passando
attraverso lavori più o meno grandi, realizzati con le tecniche più sperimentali – alle grandi opere
esposte nelle mostre coeve e pubblicate sul volume di Boccioni Pittura scultura futuriste. “Ora,
maggio-giugno 1913 il camerone che gli serviva da studio, imbiancato e vuoto, si va riempiendo di
tele: Il cane al guinzaglio, Ritmi di un violinista, La bambina che corre sul balcone e poi gli
innumerevoli studi delle auto in corsa. Nella parete di fondo il grande quadro Velocità astratta38:
questo quadro monocromo fa da fondo alle coloratissime tele della Linea di velocità che in quelle
prime pitture e’ la linea rossa dell’auto in corsa che si compenetra col paesaggio, che si arricchisce
con il rumore o si dissolve dopo che l’auto e’ passata”.39 Alcuni di questi esperimenti vengono da
Balla stessi incorniciati con delle cornici realizzate molto poveramente con travi di legno colorate
dalla stessa pittura dell’immagine realizzata dentro. Esisteva un trittico composto da tre lavori con
le medesime misure e le cornici, studiato da Maurizio Fagiolo nel 1968 ma ora andato disperso:
“Un’opera molto importante, in questa direzione di ricerca, e’ un trittico sulla velocità di
automobile dipinto nel 191340: il primo quadro e’ una velocità astratta (l’auto in fuga sulla strada),
il secondo e’ una scena complicata dal rumore, il terzo (intitolato L’auto e’ passata), presenta le
linee dinamiche del cielo. E’ quasi una risposta al trittico degli Stati d’animo di Boccioni”41. Infine,
una mia scoperta di questo periodo, e’ la grande tela Velocità astratta42 con la cornice dipinta che
Balla manda all’amico Prampolini a Praga per la prima Esposizione Italiana d’Arte d’Avanguardia
33
Ritratto di Luce Balla, olio su tavola cm. 43 x 33. Roma, GNAM [Donazione Balla].
E. Balla, Con Balla, Multhipla Milano 1984, vol. I, pag. 143.
35
Bambina moltiplicato balcone, 1912, olio su tela cm. 125 x125. Milano, Galleria d’Arte Moderna [Donazione
Grassi].
36
Guinzaglio in moto, 1912, olio su tela cm 90.8 x 100. Buffalo, Albright-Knox Ar Gallery.
37
I ritmi dell’archetto, 1912, olio su tela cm. 52 x 75. Londra, The Eric and Salome Estorick Foundation.
38
Velocità astratta, 1913, olio su tela cm. 200 x 332. Torino, Pinacoteca Agnelli al Lingotto.
39
E. Balla, Con Balla, Multhipla Milano 1984, pag. 307.
40
Il cosi detto trittico della velocità viene pubblicato da Virgin Dortch Dorazio nel 1970. Il quadri, con le cornici
originali eseguite da Giacomo Balla, sono i seguenti: Velocità astratta – L’auto e’ passata, 1913, olio su tela cm. 50.2 x
64.5. Londra, Tate Gallery; Velocità astratta + rumore, 1913 circa, olio su cartone cm. 50.5 x 72.8. Venezia, Collezione
Peggy Guggenheim. Velocità +paesaggio n.10, 1913 circa, olio su cartone cm. 49 x 71. Già Galleria Sprovieri, Roma.
41
M. Fagiolo dell’Arco, Balla: le compenetrazioni iridescenti, Bulzoni editore, Roma 1968, pag. 27.
42
Velocità astratta, 1914, olio su tela cm. 84 x 140. Cornice originale dipinta da G. Balla (cm. 2 per lato). Già E.
Prampolini, presso Hotel Palace, Panska, Praga [1921].
34
18
nell’ottobre del 1921. Esiste – infatti – una lettera di Prampolini a Primo Conti dove gli richiede
opere per l’esposizione e conclude: “le opere dei migliori, come Soffici, De Chirico, Boccioni,
Balla, Sironi, ecc. sono già qua”43.
L’interesse di Balla per la cornice, come parte integrante dell’opera d’arte, prosegue anche
durante il periodo bellico con le grandi opere interventiste incorniciate da semplici listelli colorati
con il tricolore (semplici cornici dovute quasi sicuramente anche a causa delle difficoltà
economiche). A tal proposito ricordo Le insidie del 9 Maggio44 accanto a Forme-volume del grido
“Viva l’Italia”45 della GNAM di Roma, l’olio XX Settembre46 e la grande tela Canto tricolore47
realizzata nel retro dell’opera del 1900 Le fatiche di mio figlio. Anche il grande collage La guerre,48
già Leonid Massine, presenta una cornice, molto semplice, ma autografa di Balla. Infine, il dramma
bellico con le sue vedove viene rappresentato nella tela quadrata Corazzata+vedova+vento49 con
una cornice dipinta con la stessa scura tavolozza della composizione. Molte di queste grandi opere
trovano una chiara corrispondenza nelle simili realizzazioni esposte in questa mostra con cornici più
o meno elaborate di Balla.
Superata l’epoca eroica del Futurismo, Balla si interessa nuovamente al problema del cielo.
Astronomo dilettante fin dagli inizi, negli anni Dieci esplora i misteri del dinamismo celeste con
capolavori del tipo Orbite celesti o Spessori d’atmosfera; nel 1914 realizza una dozzina di lavori
sperimentali partendo dalla visione del passaggio del pianeta Mercurio davanti al sole. Due anni
dopo, anche in seguito agli incontri presso la società di teosofia del generale Ballatore a Roma,
attraverso una costruzione geometrica di piramidi che dalla curvatura della terra si innalzano verso
il cielo, Balla realizza un ciclo di opere dal titolo Trasformazioni Forme e Spirito. Anche in questa
circostanza ci troviamo di fronte a lavori dove la pittura prosegue e si completa sulle cornici
realizzate direttamente dall’ artista.50
Appena finita la Grande Guerra, la Galleria Bragaglia a Roma ospita una grande personale
di Balla: tra le 35 opere figurano anche tre Colpo di fucile domenicale51. La versione presentata
nella mostra di Milano 2008 (n. V.3)52 – riproposta ora nella mostra Balla Pittura Balla Scultura
presso la Galleria Fonte d’Abisso di Milano – presenta una cornice dipinta dall’artista con gli stessi
colori della composizione realizzata su carta e poi intelata direttamente da Balla proprio per la
mostra da Bragaglia. Infatti la composizione e il disegno coincidono con l’immagine (da notare il
particolare del nastro tricolore) al tratto pubblicata nel catalogo della mostra da Bragaglia (Roma
1918). La stessa costruzione cornice-composizione dipinta la troviamo in due tele intitolate sul retro
Colpo di fucile53 e Volumi di paesaggio54, esposta quest’ultima alla Galleria Centrale d’Arte di
Genova nel 1919.
43
La lettera e’pubblicata in Archivi del Futurismo, De Luca editore Roma 1958, vol. I, pag. 386. Ringrazio P.
Baldacci per l’informazione.
44
Le insidie del 9 Maggio, 1915, olio su tela cm. 115 x 175. Roma, GNAM [Donazione Balla].
45
Forme - volume del grido “Viva l’Italia”, 1915, olio su tela cm. 134 x 187. Roma, GNAM [Donazione Balla].
46
XX Settembre, 1915, olio su tela cm. 74.5 x 100. Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio.
47
Canto tricolore, 1915, olio e tempera su tela cm. 110 x 165. Già collezione Agnelli, Torino 1961.
48
La guerre, 1916, olio e collage su cartone cm. 64 x 94. Unicredit Group Collection.
49
Corazzata+vedova+vento, 1916, olio su tela cm. 105 x 106. Rovereto, MART [deposito VAF].
50
Trasformazione Forme Spirito, 1916 circa, olio su tela cm. 50 x 62 (compresa la cornice). Roma, GNAM
[Donazione Balla]. Trasformazione forme spiriti n. 6, 1918, tempera su cartone cm. 29 x 30. Cornice intagliata dipinta
da Balla cm. 4.5 per lato. Già collezione T. Lucherini, Roma [1963]. Trasformazioni Forme Spiriti, 1918 circa, olio
su tela cm. 37 x 73. Cornice dipinta dall’artista, cm. 2. Già famiglia Nuvoloni [dono di Balla, 1918].
51
Per la tematica, si veda il lavoro di G. Lista nel catalogo di mostra Balla. La modernità futurista, Palazzo Reale
Milano 2008, pagg. 225, 232.
52
Colpo di fucile domenicale, 1918, tempera su carta intelata cm. 74.5 x 88.5. Cornice realizzata da Balla, cm. 2 per
lato. Lugano, Museo Cantonale d’Arte [già collezione Conte Frontoni, Roma].
53
Colpo di fucile, 1918, olio su tela cm. 33 x 41. Cornice realizzata da Balla, cm. 1.5 per lato. Già collezione Mattei,
Roma.
54
Volumi di paesaggio, 1918, olio magro su tela cm. 39.5 x 54.5. Cornice realizzata da Balla, cm. 1.5 per lato. Già
collezione Garre’, Genova [acquisto 1919].
19
Parallelamente a questa ricerca, Balla sviluppa ed espone opere legate al tema dell’energia
panica della natura, e in particolare al ciclo delle stagioni, caratterizzate anche in senso psicologico.
Balla torna, sul finire della guerra, a studiare natura e paesaggio come espressione di forze vitali
cicliche e generanti (non a caso nessuna opera e’ dedicata all’inverno), ossia come manifestazioni di
energie che si esplicano in sensazioni, visive, olfattive e psichiche, da tradurre in forma plastica
attraverso uno pseudo astrattismo biomorfico che, come ha notato Lista nel 2008, anticipa di un
decennio i deliri di Salvator Dali’. Elaborate, sinuose e colorate sono le cornici dove Balla
rappresenta il salire delle linfe vegetali in un paesaggio nella tela Morbidezza di primavera55 o lo
sbocciare dell’iris espandendosi vorticosamente dal violetto al rosa al blue sia nella tela che nella
cornice di Primaveriris56. Infine il trittico delle stagioni, dove entro cornici modulate e colorate a
seconda del tema trattato – Espansione di primavera, Estate, Dissolvimento d’autunno57 - Balla
rappresenta i suoi stati d’animo. Per la primavera, ricalca il tema fluido del salire nel verde delle
linfe vegetali, lasciando quasi incolore la sinuosa cornice; invece le forme geometriche ben definite
a campiture piatte e colori accesi, con fasci triangolari di giallo intenso che dalla terra salgono verso
il cielo, le troviamo nella tela Estate incorniciata di giallo; infine nel Dissolvimento autunnale si
torna alla cornice sinuosa, dipinta di nero (l’autunno), a circoscrivere il cono di luce bianca
attraversato da diagonali, in una perentoria discesa dal cielo, dissolvendo così il ritmo dell’autunno
realizzato con le stesse tonalità della cornice. In questa mostra vengono presentati due bozzetti –
provenienti da Casa Balla - con il tema delle Forze estive e del Dissolvimento autunnale incorniciati
da listelli colorati.
Tra il 1918 e il 1919 Balla dipinge una serie di quadri – dalle cornici originali nella struttura
e nei colori – caratterizzati dal coinvolgimento dell’artista in prima persona, o perché egli e’
presente idealmente o fisicamente nel quadro, o perché questi evocano fatti o episodi a cui ha preso
parte, e di impronta gioiosamente umoristica. Alle famose feste mondane e artistiche che la
marchesa Casati – conosciuta da Balla nel 1916 - dava nel suo villino romano di via Piemonte,
sono ispirati opere come Iniezioni di Futurismo 58 e Spazzolridente 59 , acquistati nel 1932 da
Marinetti. Entro una cornice decorata con gli stessi colori della composizione, Balla evoca una festa
dove lui stesso aveva creato l’ambientazione e il costume metallico. Come viene sottolineto dal
titolo Iniezione di Futurismo posto da Balla in basso a destra, il pittore inietta le forme e i colori del
futurismo nello stile di vita dannunziano della marchesa Casati, riconoscibile a sinistra con l’abito
rosso, il grande occhio raggiante, il pappagallo e la scimmia. Partendo da lei, troviamo poi Depero,
Clavel e la contessa Lovatelli. La marchesa Casati col suo levriero, intenta a guardare un
lustrascarpe al lavoro, diventa il soggetto della tela Spazzolaridente inscritto da Balla entro una
cornice colorata in argento, quasi impercettibile ma che da luminosità all’intera opera.
Ancora un po’ enigmatico, invece, resta il soggetto della tavola quadrata Costellazione del
60
genio , “arricchita da una grandissima cornice, dal formato assurdo, divisa come uno stemma in
blu e rosso da Balla. […] Sulla sinistra e’ una specie di personaggio, formato apparentemente di
cuori, nell’atto di sferrare un pugno; una sorta di manichino molto bizzarro. Sulla destra e’ un
personaggio più piccolo di statura [Balla], che incede in modo strano, ed e’ circondato da orbite e
da astrazioni dinamiche. In basso a sinistra e’ il teschio degli arditi, al centro in alto una stella”61.
Apriamo una parentesi. Nel settembre del 1919 Balla e’ a Viareggio con la famiglia: colpito
dalla forza del mare, realizza – attraverso diversi studi e bozzetti – una dozzina di tele della stessa
55
Morbidezza di primavera, 1916, olio su tela cm. 49.5 x 69.5. Già collezione privata, Perugia.
Primaveriris, 1917 circa, olio su tela cm. 97 x 81. Già collezione F.T. Marinetti, Roma.
57
Espansione di primavera, 1918, olio su tela cm. 60 x 50.5. Estate, 1918 circa, olio su tela cm. 61 x 50.
Dissolvimento autunnale, 1918, olio su tela cm. 62 x 50.5. Collezione M. Carpi, Roma.
58
Iniezione di Futurismo, 1918 circa, olio su tela cm. 80.5 x 115. Già collezione Winston Malbin, New York 1990.
59
Spazzolridente, 1918 circa, olio su tela cm. 70 x 100. Cornice originale dipinta in grigio da Balla, cm. 2 per lato.
Milano, CIMAC [collezione Jucker].
60
Costellazione del genio, 1918 circa, olio su tavola cm. 61 x 67. Milano, CIMAC.
61
M. Fagiolo dell’Arco, “Costellazione del genio”, in catalogo mostra Balla a sorpresa, Galleria Fonte d’Abisso,
Milano 2000-2001, pag. 10. Si veda anche G.Lista in catalogo Balla. La modernità futurista, Milano 2008, pag. 215.
56
20
misura (70 x 100)62 entro “bizzarre cornici”63. Le cornici vengono realizzate da Balla seguendo
l’andamento ondoso del mare e colorate con la stessa tavolozza cromatica della composizione:
grigio per il mare mosso dal libeccio o azzurro per la quello calmo con le barche a vela, rosa
all’alba o bluette al tramonto….
Degno di nota in questo contesto cornice-dipinto e’ l’Autoritratto64 degli anni Venti, dove
Balla si ritrae in una complicata elaborazione futurista dai colori accentuati in chiave psicologica e
teatrale. “L’effetto era complicato da una macchinosa cornice che si vede in una fotografia che si fa
scattare nel 1928 a valle Giulia, vestito nei colori allegri del Futurismo”65. Andata dispersa, la
cornice viene ritrovata e riunita al dipinto da Maurizio Fagiolo nel 1986.
Arte idealismo e’ un’ aspetto particolare dell’arte di Balla, come lui stesso ci dice in un
appunto del 1926: “Il nostro IDEALISTA e’ di un teperamentino (direbbe lui) che se l’intende assai
meglio con le voci del infinito che con le nostre”.66 In questa carrellata di opere con la cornice
autografa, anche per gli anni venti mi soffermo su alcuni capolavori dalle tematiche più
conosciute67. La perenne lotta del bene sul male, del positivo sul negativo, del futurismo sul
passatismo trova chiari esempi in due tematiche del 1920 e 1923, qui presentate con le loro cornici
intagliate e colorate: Oscurantismo e progresso insieme a Espansionauree di pessimismo ottimismo.
Nella prima68, “la tematica futurista del trionfo della modernità [viene] individuato nella scienza che
illumina l’ignoranza del passato, qui rappresentato dal fondo nero, sul quale si insinuano cunei
adamantini di luce, dai colori acidi, che a guisa di lingue infuocate li avvolgono. L’intaglio della
cornice, che segue nei triangoli grigi l’espansione delle radiazioni interne del quadro, porta
all’estrema conseguenza l’intento di Balla di rendere il quadro un’opera omogenea”69. Nella tela
Espansionauree di pessimismo ottimismo70, Balla incornicia in una cornice colorata di nero a
sinistra –il pessimismo – e di azzurro a destra – l’ottimismo – le sue “osservazioni e considerazioni
di ordine sociale, studi di movimento e plasticità in tempi tumultuosi di lotte e contrasti.
Pessimismo e ottimismo: contrasto, lotta di forze opposte e forze entrambe necessarie”71. Una
cornice quasi più grande dell’immagine viene usata da Balla per realizzare l’opera Espansione –
profondità – dinamica72, regalo dell’artista stesso a Luigi Aversano. “La composizione, seguendo
uno schema di diagonali incrociate [presenti anche nella cornice intagliata e colorata di grigio nda],
si basa essenzialmente sul contrasto dinamico e cromatico tra la parte centrale emergente, luminosa
e curvilinea, ed una serie di forme triangolari più scure che penetrano dai lati verso l’interno; infine
un ulteriore effetto dinamico e’ introdotto nella cornice, costruita dallo stesso artista secondo un
motivo geometrico-ornamentale obliquo e basculante rispetto all’asse ortogonale del dipinto”73.
Definito da Fagiolo “l’astrazione di una astrazione”, il voler impostare una rappresentazione
pittorica sull’uso del numero e della lettera diventa in Balla una costante di questi anni. Ricordo
infatti l’opera dispersa LTI e la serie dei Numeri innamorati (in questa mostra presento la tavola in
collezione di Massimo Carpi) accanto alla tela E’ rotto l’incanto74. “Quadro costruito letteralmente
con le lettere della parola incanto, un’apparizione in r “rotta” da lame taglienti”75, circoscritto da
62
Linee forza di mare – Libecciata, 1919, olio su tela cm. 70 x 100. Già Casa Balla, Roma.
V. Marchi, Giacomo Balla, in “La Stirpe”, Roma marzo 1928, pagg. 159-163.
64
Autoritratto, 1925 circa, olio e smalti su tela cm. 84 x 69. Cornice sagomata, composta da listelli applicati e dipinti
col tricolore. Già collezione O. Jacorossi, Roma. In questo catalogo, e’ riprodotto alla pag. 32.
65
M. Fagiolo dell’Arco, in catalogo Futur-Balla, Vancouver 1986, pag. 91.
66
M. Fagiolo dell’Arco, Balla. Le compenetrazioni iridescenti, Bulzoni editore, Roma 1968, pag. 33.
67
Lascio a una pubblicazione più completa, un mio regesto più completo delle opere realizzate da Giacomo Balla con la
cornice autografa.
68
Oscurantismo e progresso, 1920, tempera e olio su tavola cm. 24 x 35.5. Roma, GNAM [Donazione Balla].
69
L. Velani in catalogo Balla. La modernità futurista, Milano 2008, pag. 216.
70
Espansionauree di pessimismo ottimismo, 1923, olio su tela cm. 44 x 59. Già Piero Dorazio, Todi.
71
E. Balla, Con Balla, Multhipla Edizioni, Milano 1986, pag. 132.
72
Espansione – profondità – dinamica, 1924, tempera su tela cm. 24 x 28.5. Già Luigi Aversano, Roma.
73
F. Buratti, Una raccolta d’arte moderna, Centro Di, Milano 1988, pag. 26.
74
E’ rotto l’incanto, 1924 circa, olio su tela cm. 106 x 76. Già Casa Balla, Roma.
75
M. Fagiolo dell’Arco, L’astrazione di una astrazione, in catalogo Balla a sorpresa, galleria Fonte d’Abisso,
Milano 2000-2001, pag. 19.
63
21
una cornice bombata e colorata di rosa. L’uso della parola per realizzare la cornice lo troviamo nella
tela Le frecce della vita76, dove le frasi realizzate a lettere cubitali occupano il perimetro della
composizione e danno il senso dell’intera immagine: LE FRECCE DELLA VITA IDEALISMO ARTE
LOTTE INSIDIE OSTACOLI AMBIZIONE AMORE. Come ha ben notato Livia Velani, “il simbolismo
psicologico dell’opera e’ anche espresso nello stesso anno da Un mio istante77, dove l’artista si
rappresenta costretto da forme cubitali colorate”78. L’opera presenta una doppia cornice realizzata e
dipinta da Balla in rosa e giallo, gli stessi colori che dominano la lunga composizione con al centro,
costruito da parallelepipedi arancioni, la sagoma di Balla. Il nostro piccolo mago torna a essere al
centro della scena pittorica nella tela La seggiola dell’uomo strano79, esposta da Balla alla I
Quadriennale (Roma 1931). Entro una semplice cornice a listelli colorata di giallo ocra (il colore
della nuova abitazione a via Oslavia), Balla si raffigura come uomo strano, al centro come una
piccola sigla di linee incrociate. Davanti, quasi in primo piano la seggiola dell’uomo strano (una sua
creazione) e a destra il paravento futurista verde e arancio (altra sua creazione). In alto a destra le
due finestre che si aprono sul terrazzo e sulla collina di Monte Mario. Attraverso la porta della
cornice, possiamo cosi entrare nella realtà familiare di un grande pittore del Novecento: via Oslavia
39b. Ma questo e’ un altro capitolo.
76
Le frecce della vita, 1928, olio su tela cm. 99 x 115. Roma, GNAM [Donazione Balla].
Un mio istante del 4 aprile 1928 ore 10 e due minuti, olio su tela cm. 59 x 140 [con la cornice originale cm. 64.4 x
145.7]. Collezione privata.
78
L. Velani, in catalogo Balla. La modernità futurista, Milano 2008, pag. 256.
79
La seggiola dell’uomo strano, 1929 circa, olio su tela cm. 55 x 74.5. Banca d’Italia. L’opera e’ riprodotta in questo
catalogo alla pag. 120.
77
22
Lavorano mangiano ritornano, 1904, polittico a olio su carta cm. 100 x 135.
Collezione privata.
Cornice dipinta da Balla con il motivo dei mattoni del polittico Lavorano mangiano ritornano.
La pazza, 1905, olio su tela cm. 175 x 115. Roma, GNAM [Donazione Balla]
Cornice dipinta da Balla con un motivo divisionista a puntini rossi della tela La pazza.
Guinzaglio in moto, 1912, olio su tela cm. 90.8 x 100. Buffalo, Albright-Knox Ar Gallery.
Cornice dipinta da Balla con il motivo del guinzaglio della tela Guinzaglio in moto.
23
Bambina moltiplicato balcone, 1912, olio su tela cm. 125 x 125. Milano,
Galleria Civica d’Arte Moderna [Donazione Grassi].
Cornice dipinta da Balla con grossi tasselli cromatici della tela Bambina moltiplicato balcone.
Velocità astratta + rumore, 1913 circa, olio su cartone cm. 50.5 x 72.8.
Venezia, Collezione Peggy Guggenheim.
Cornice dipinta da Balla dell’olio Velocità astratta + rumore (cm 2 per lato).
Velocità astratta – L’auto e’ passata, 1913, olio su tela cm. 50.2 x 64.5. Londra, Tate Gallery.
Cornice dipinta da Balla della tela Velocità astratta – L’auto e’ passata.
Velocità astratta + rumore, 1913 circa, olio su cartone cm. 50.5 x 72.8. Venezia, Collezione
Peggy Guggenheim.
Cornice dipinta da Balla dell’olio Velocità astratta + rumore (cm 2 per lato).
Velocità+paesaggio n.10, 1913 circa, olio su cartone cm. 49 x 71. Già Galleria Sprovieri, Roma.
Cornice dipinta da Balla dell’olio Velocità + paesaggio n. 10 (cm. 2. 5 per lato).
24
Trasformazioni Forme Spirito, 1916 circa, olio su tela cm. 50 x 62 (compresa la cornice).
Roma, GNAM [Donazione Balla].
Cornice dipinta da Balla della tela Trasformazioni Forme Spirito.
Morbidezza di primavera, 1916, olio su tela cm. 49.5 x 69.5. Collezione privata.
Cornice dipinta da Balla della tela Morbidezza di primavera (cm. 4.5 per lato).
Primaveriris, 1917 circa, olio su tela cm. 97 x 81. Collezione privata.
Cornice sagomata dipinta da Balla di viola della tela Primaveriris (cm. 102.8 x 87.5 tela +
cornice)
25
Espansione di primavera, 1918, olio su tela cm. 60 x 50.5. Collezione M. Carpi, Roma.
Cornice realizzata da Balla per la tela Espansione di primavera (cm. 6 x 5.5).
Estate, 1918 circa, olio su tela cm. 61 x 50. Collezione M. Carpi, Roma.
Cornice realizzata da Balla per la tela Estate (cm. 5 x 5.5).
Dissolvimento autunnale, 1918, olio su tela cm. 62 x 50.5. Collezione M. Carpi, Roma.
Cornice realizzata da Balla per la tela Dissolvimento autunnale (cm. 4 x 4.5).
Iniezioni di futurismo, 1918 circa, olio su tela cm. 80.5 x 115.
Già collezione Winston Malbin, New York 1990.
Cornice dipinta da Balla con motivo a triangoli della tela Iniezioni di futurismo (cm. 4 x 3.2).
Costellazione del genio, 1918 circa, olio su tavola cm. 61 x 67. Milano, Civico Museo d’Arte
Contemporaneo.
Cornice sagomata dipinta da Balla per la tavola Costellazione del genio.
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Linee forza di mare – Libecciata, 1919, olio su tela cm. 70 x 100. Gia Casa Balla, Roma.
Cornice sagomata e dipinta da Balla per la tela Linee forza di mare – Libecciata (cm. 15 per lato)
Oscurantismo e progresso, 1920, tempera e olio su tavola cm. 24 x 35.5.
Roma, GNAM [Donazione Balla].
Cornice intagliata e dipinta da Balla a motivi geometrici della tavola Oscurantismo e progresso.
Espansionauree di pessimismo ottimismo, 1923, olio su tela cm. 44 x59. Già Piero Dorazio, Todi.
Cornice dipinta da Balla nero e azzurra della tela Espansionauree di pessimismo ottimismo
(cm. 4).
E’ rotto l’incanto, 1924 circa, olio su tela cm. 106,5 x 76,5. Collezione privata.
Cornice dipinta da Balla in rosa della tela E’ rotto l’incanto.
27
Espansione – profondità - dinamica, 1924, tempera su tela cm. 24 x 28.5.
Già Luigi Aversano, Roma.
Cornice sagomata dipinta da Balla in grigio della tela Espansione – profondità – dinamica
(cm. 10).
Le frecce della vita, 1928, olio su tela cm. 99 x 115. Roma, GNAM [Donazione Balla].
Cornice realizzata da Balla con le parole intagliate LE FRECCE DELLA VITA IDEALISMO
ARTE LOTTE INSIDIE OSTACOLI AMBIZIONE AMORE.
La seggiola dell’uomo strano, 1929 circa, olio su tela cm. 55 x 74.5. Banca d’Italia.
Cornice realizzata da Balla.
28
Opere esposte
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Autospalla, 1903 circa, olio su tela cm. 27 x 40. Collezione privata.
Autoritratto, 1925 circa, olio e smalti su tela cm. 84 x 69. Già collezione Jacorossi, Roma.
Autocaffè, 1928, olio su tavola cm. 63.5 x 42.5. Firenze, Galleria degli Uffizi.
30
I. AUTOSTATODANIMO
L’ autoritratto: personale, verista, oggettivo
31
Autoritratto
1912 circa
acquarello su carta cm. 15 x 20,5
nel retro: G. Balla, Studio di giacca da uomo.
Collezione privata, Roma.
Storia: Casa Balla, Roma (Agenda 1366). Collezione privata, Firenze [1984]. Collezione
privata, Roma.
Esposizioni. Giacomo Balla: dal Divisionismo al Futurismo, Galleria Gironda, Milano, 9 –
13 ottobre 1981, riprodotto pag. 77. Il Futurismo e la moda, a cura di E. Crispolti, PAC, Milano, 25
febbraio – 9 maggio 1988, n. 88, riprodotto pag. 106. Casa Balla e il Futurismo a Roma, a cura di E.
Crispolti, Accademia di Francia, Villa Medici, Roma settembre 1989, n. B/15A, riprodotto p. 189.
Futuristichà, a cura di E. Crispolti, Museo Ceco di Belle Arti, Praga 5 maggio – 18 novembre 1994,
n. 6 riprodotto p 19. Atelier Balla: pittura, arredo, moda, a cura di M. Duranti, Galleria Marescalchi,
Cortina d’Ampezzo, 28 dicembre 1996- 31 marzo 1997, n. C/1, riprodotto p. 103. Futurismo 19091944, a cura di E. Crispolti, Palazzo delle Esposizioni, Roma 7 luglio – 22 ottobre 2001, riprodotto
p. 474.
Bibliografia. M. Fagiolo dell’Arco, Omaggio a Balla, Bulzoni Roma 1967, pag. 46 (in alto a
destra). V. Dortch Dorazio, Giacomo Balla. An album of his life and work, Wittenborn, New York,
Alfieri, Venezia 1970, pag. 73. G. Lista, Giacomo Balla Futuriste, L’Age d’Homme Lousanne
1984, n. 1073 pag. 162.
“Sono due esempi di vestiti precedenti il manifesto: si accostano al tipo di decorazione di
Casa Lowenstein e si rivelano meno chiassosi dei vestiti progettati nel 1913-1914. Interessante il
fatto che la cravatta del secondo studio [questo, ndr.] e’ una vera e propria Compenetrazione
iridescente: da notare che siamo di fronte ad autoritratti. Trascriviamo un brano di lettera inedita
(Dusseldorf 18 novembre 1912): Il vestito nero con striscia bianca fa furore e la Sig.ra vuol farsi per
lei di velluto e prega la simpatica Elisa di confezionargliene uno quando il marito le sarà vicino a
Roma e quindi riportare a Dusseldorf” (Fagiolo 1967 pag. 46).
32
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Autoritratto - Balla Futurista
1916 circa
penna su carta cm. 13 x 20.
a destra: IDEALISM, TRICOLORIRIDISMO, OTTIMISMO, FORME PENSIERO, ZERO
PASSATO, TUTTO AVVENIRE.
Collezione privata, Roma.
Storia. Casa Balla (Agenda: n. 462). Collezione privata, Roma.
Esposizioni. Balla: disegni, studi, bozzetti dal 1897 al 1958, Studio SM 13 – Studio d’Arte
Moderna, Roma 22 marzo-14 aprile 1971 n. 55. Futurism 1909-1944, a cura di E. Crispolti, Palazzo
delle Esposizioni, Roma 7 luglio – 22 ottobre 2001, riprodotto p. 319.
Lo schizzo dell’autoritratto viene ripreso da Balla stesso dieci anni dopo in una cartolina inviata a
Fillia qui esposta.
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Balla Futurista [astrazione b]
1922 circa
inchiostro su carta cm. 19 x 14
in basso a sinistra: FUTUR BALLA
impostato sulle parole: BALLA FUTURISTA
nel retro: Composizione tipografica (Futur Balla).
Collezione privata.
Storia. Casa Balla (Agenda n. 220).
Esposizioni. Balla: stati d’animo, a cura di M. Fagiolo dell’Arco, Galleria L’Obelisco,
Roma 20 aprile 1968, n. 11.
Bibliografia. Archivi del Futurismo, a cura di M. Drudi Gambillo, T. Fiori, De Luca, Roma
1962, nn. 238, 235, riprodotto p. 118. G. Lista, Balla, Edizioni Galleria Fonte d’Abisso, Modena
1982, n. 625, riprodotto pag. 299.
36
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Balla Futurista [astrazione a]
1922 circa
matita e inchiostro su carta cm. 16 x 12
impostato sulle parole: BALLA FUTURISTA
nel retro: Autobiografia (Parole in libertà)
Collezione privata.
Storia. Casa Balla (Agenda n. 175).
Esposizioni. Omaggio a Giacomo Balla, Galleria Civica, Padova gennaio-febbraio 1983, n.
76, riprodotto p. 93.
Bibliografia. Archivi del Futurismo, a cura di M. Drudi Gambillo, T. Fiori, De Luca, Roma
1962, nn. 236, 234, riprodotto pag. 118. V. Dortch Dorazio, Giacomo Balla. An album of his life
and work, Wittenborn, New York, Alfieri, Venezia 1970, riprodotto nel risvolto di copertina. G.
Lista, Balla, Edizioni Galleria Fonte d’Abisso, Modena 1982, nn. 627, 627 A, riprodotto pag. 299.
M. Fagiolo in catalogo Futur-Balla: un profeta dell’avanguardia, “Art 82”, Basel giugno 1982,
riprodotto in copertina. P. Baldacci, Ricostruzione di Casa Balla, Mondadori, Milano 1986, fig. 49.
38
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Ballistrice
1924 circa
tecnica mista su tela cm. 80x60
in basso al centro: BALISTRICE. Sul corpo sono tracciate le note musicali.
Collezione privata.
Storia. Casa Balla.
Esposizioni. Giacomo Balla 1895-1911. Verso il Futurismo, a cura di M. Fagiolo dell’Arco,
Palazzo Zabarella, Padova 15 marzo-28 giugno 1998, riprodotto p. 12, esposto fuori catalogo. Balla
a sorpresa: astrattismo dal vero, decor pittura, “realtà’ nuda e sana”1919-1929, a cura di M.
Fagiolo dell’Arco con la collaborazione di E. Gigli, Galleria Fonte d’Abisso, Milano 14 novembre
2000 – 30 gennaio 2001, n. 2, riprodotto pag. 26.
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Mia biografia
16 dicembre 1925
penna su cartoncino cm. 14 x 9.5
impostato sulle parole: BALLA FUTURISTA
in basso: MIA BIOGRAFIA - IDEALISMO
OTTIMISMO
TRICOLORIRIDISMO ZERO PASSATO-TUTTO AVVENIRE.
nel retro: cartolina a Fillia (acquerello)
Roma, collezione Elena Gigli.
FORME PENSIERO
Storia. Archivio Fillia, Torino. Galleria Martano, Torino [1970]. Maurizio Fagiolo, Roma
[1974]. Elena Gigli, Roma [1999].
Esposizioni. L’arte e il suo doppio, a cura di M. Fagiolo dell’Arco, Galleria Blu, Milano
novembre-dicembre 1976, riprodotto p. 2. Giacomo Balla – Opere dal 1912 al 1930. Tipologie
d’astrazione, a cura di L. Marcucci, Galleria Fonte d’Abisso, Modena 15 marzo-15 maggio 1980, n.
48, riprodotto p. 22. Futur-Balla: un profeta dell’avanguardia, mostra a cura di P. Sprovieri, “Art
82”, Basel giugno 1982, opera esposta fuori catalogo, riprodotto p. 3. Casa Balla. Un pittore e le
sue figlie tra futurismo e natura , a cura di M. Fagiolo dell’Arco, Comacchio 14 giugno-12 ottobre
1997, pp. 18, 100, riprodotto p. 14.
Bibliografia. G. Lista, Balla, Edizioni Galleria Fonte d’Abisso, Modena 1982, n. 755 A,
riprodotto pag. 348. P. Baldacci, Ricostruzione di Casa Balla, Mondadori, Milano 1986, fig. 101. M.
Fagiolo dell’Arco, Futur Balla. La vita e le opere, Electa, Milano 1992, riprodotto p. 77.
Fotografie. Roma AF 130028.
42
43
Studio d’arredamento per casa Lowenstein, 1912, inchiostri colorati su carta cm. 73 x 97.
Collezione privata.
Velocità astratta + rumore, 1914, olio su tavola cm. 54.5 x 76.5. Venezia, Peggy Guggeheim
Collection.
Mercurio passa davanti al sole, 1914, tempera su carta foderata cm. 120 x 100. Collezione Gianni
Mattioli [in deposito presso la Peggy Guggeheim Collection, Venezia].
44
II. FUTURISMO
Rinnegamento totale propria opera + carriera
45
Compenetrazione iridescente – studio
1912 circa
acquerello e matita su carta cm. 10.5x12
Collezione M. Carpi, Roma.
Storia. Casa Balla, Roma. Collezione privata, Finarte, Roma. Collezione M. Carpi, Roma.
Esposizioni. Balla, il colore. 80 opere dal 1896 al 1946, introduzione di E. Crispolti,
Galleria d’Arte Niccoli, Parma 9 maggio-30 giugno 1987, riprodotto p. 26. Casa Balla e il
Futurismo a Roma, a cura di E. Crispolti, Accademia di Francia, Villa Medici, Roma settembre
1989, n. B/5, riprodotto pag. 156, 186. Un’idea di leggerezza, a cura di V. Rubiu e L. Cherubini,
Galleria Piccoli, Parma, 4 maggio – 18 giugno 1991, riprodotto p. 25 (mostra itinerante: San
Miniato, 22 giugno – 7 luglio 1991). Futuristichà, a cura di E. Crispolti, Museo Ceco di Belle Arti,
Praga, 5 ottobre – 18 novembre 1994, riprodotto pag. 19. Italienischer Futurismus 1909 – 1918, a
cura di N. Nobis, Sprengel Museum Hannover, Hannover, 11 marzo – 24 giugno 2001, riprodotto
pag. 91, n. 18. Astrattismo Italiano 1910 – 1970, a cura di G. Simongini, M. Archeologico Naz.
D’Abruzzo, Chieti, 30 giugno – 15 ottobre 2006, riprodotto pag, 54, n. 5.
46
47
Compenetrazione iridescente – studio
1912 circa
acquerello e matita su carta cm. 21x16
nel retro: G. Balla, Compenetrazione iridescente
Collezione privata, Roma.
Storia. Casa Balla, Roma. Collezione privata, Roma.
Esposizioni. Balla, il colore. Galleria d’Arte Niccoli, Parma 9 maggio – 30 giugno 1987,
riprodotto p. 27. Casa Balla e il Futurismo a Roma, a cura di E. Crispolti, Villa Medici, Roma
1989, n. B/4, riprodotto pag. 186. Futurismo 1909 - 1944, a cura di E. Crispolti, Palazzo delle
Esposizioni, Roma, 7 luglio – 22 ottobre 2001, riprodotto pag. 235.
Bibliografia. Archivi del Futurismo, Roma De Luca 1962, n. 50e. M. Fagiolo dell’Arco,
Omaggio a Balla, Bulzoni Roma 1967, pag. 44 (in alto a sinistra). M. Fagiolo dell’Arco,
Compenetrazioni iridescenti, Roma Bulzoni 1968, nn. 19-20 pag. 39. M. Fagiolo dell’Arco, Futur
Balla, Roma Bulzoni 1970, riprodotto pag. XII.
“Sono tre ricerche del modulo che porterà Balla a dare una anatomia della luce, una misura
della luce per mezzo di geometria” (Fagiolo 1967 pag. 44).
48
49
Compenetrazione iridescente – girandole (studio)
1912 circa
matita e acquerello su carta cm. 18x13
Collezione privata.
Storia. Casa Balla (Agenda: n. 522). Proprietà Martin Malbouret Parigi [cancellato].
Proprietà Liliana Martano Torino [cancellato]. Proprietà Volpi, Roma. Collezione Forchino, Torino
[1971-1972]. Finarte Milano [1994]. Collezione privata, Rovereto. Collezione privata, Roma.
Esposizioni. Balla nel tondo, mostra a cura di V. Orsini, Studio SM 13, Roma aprile 1967, n.
1. Giacomo Balla (1871-1958), a cura di G. De Marchis, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma
23 dicembre 1971 – 27 febbraio 1972, n. 03, (riprodotto). Balla, a cura di G. De Marchis, Musee’
d’Art Moderne de la Ville de Paris, Paris 1972, n. 01, riprodotto pag. 144. Giacomo Balla –
Arbeiten von 1912 bis 1928, mostra a cura di P. Sprovieri, Galerie Wurthle, Wien 4-29 giugno 1985,
n. 4 (riprodotto). Giacomo Balla – Werke von 1912 bis 1928, a cura di P. Sprovieri, Turscke &
Turscke, Zürich 5 ottobre- 16 novembre 1985, n. 8, riprodotto pag. 29. Works by Giacomo Balla
from 1905 to 1928, a cura di P. Sprovieri, Kouros Gallery, New York 1986, n. 11, riprodotto pag.
29. Futurismo 1909-1944, a cura di E. Crispolti, Palazzo delle Esposizioni, Roma 2001, riprodotto
in basso a sinistra p. 235.
Bibliografia. Archivi del Futurismo a cura di M. Drudi Gambillo, T. Fiori, De Luca, Roma
1962, n. 50e (non riprodotto). M.Fagiolo dell’Arco, Le “compenetrazioni iridescenti”, Bulzoni,
Roma febbraio 1968, n. 57. M.Fagiolo dell’Arco, Futur-Balla, Bulzoni, Roma 1970, riprodotto p.
XI. G. Lista, Balla, Edizioni Galleria Fonte d’Abisso, Modena 1982, n. 259, riprodotto pag. 182.
50
51
Compenetrazione iridescente – cerchi nel tondo
1912 circa
matita e acquerello su carta cm. 18x13
Collezione privata, Roma.
Storia. Casa Balla, Roma. Collezione privata. Collezione privata, Rovereto. Collezione
privata, Roma.
Esposizioni. Balla nel tondo, mostra a cura di V. Orsini, Studio SM 13, Roma aprile 1967,
n.3. Giacomo Balla – Arbeiten von 1912 bis 1928, mostra a cura di P. Sprovieri, Galerie Wurthle,
Wien 4-29 giugno 1985, n. 7. Giacomo Balla – Werke von 1912 bis 1928, a cura di P. Sprovieri,
Turscke & Turscke, Zürich 5 ottobre- 16 novembre 1985, n. 7, riprodotto pag. 27. Works by
Giacomo Balla from 1905 to 1928, a cura di P. Sprovieri, Kouros Gallery, New York 1986, n. 10,
riprodotto pag. 27. Futurismo, a cura di E. Crispolti, Galleria Break Club, Roma, 1988, n. B/A2
Bibliografia. Archivi del Futurismo a cura di M. Drudi Gambillo, T. Fiori, De Luca, Roma
1962, n. 50e (non riprodotto). G. Lista, Balla, Edizioni Galleria Fonte d’Abisso, Modena 1982, n.
260, riprodotto pag. 182.
52
53
Compenetrazione iridescente – due studi circolari
1912 circa
matita e acquarello su carta cm. 11.5 x15; cm. 7 x 14.5
Collezione privata.
Esposizioni. Balla nel tondo, mostra a cura di V. Orsini, Studio SM 13, Roma aprile
1967, n. 3. Ricostruzione Futurista dell’Universo. Giacomo Balla Fortunato Depero Opere 19121933, a cura di S. Poggianella, Palazzo Transarte, Rovereto 12 ottobre – 26 novembre 2006;
Palazzo Steri, Palermo 7 dicembre 2006 – 5 gennaio 2007, n. 1, riprodotto pag. 61. Balla. La
modernita’ futurista, a cura di G. Lista, P. Baldacci, L. Velani, Palazzo Reale, Milano 15 febbraio –
2 giugno 2008, n. II. 14, riprodotto pag. 79.
Bibliografia. Archivi del Futurismo a cura di M. Drudi Gambillo, T. Fiori, De Luca, Roma
1962, n. 50e. G. Lista, Balla, Edizioni Galleria Fonte d’Abisso, Modena 1982, nn. 264-265,
riprodotto pag. 182.
54
55
Linea di velocità+forme rumore
1914 circa
matita su carta cm. 23x34
in basso a destra: BALLA e il timbro “Pugno di Boccioni”.
Collezione privata, Roma.
Storia. Casa Balla, Roma. Collezione privata, Milano. Collezione privata, Roma [1985].
Esposizioni. Giacomo Balla: dal Divisionismo al Futurismo, a cura di L. Marcucci, Galleria
Gironda, Milano 9-31 ottobre 1981, riprodotto p. 16. Giacomo Balla: Studies and Designs, a cura di
M. Fagiolo, “Art of Architecture”, New York febbraio-marzo 1985, riprodotto p. 8 (misure errate).
Balla, il colore. 80 opere dal 1896 al 1946, introduzione di E. Crispolti, Galleria d’Arte Niccoli,
Parma 9 maggio-30 giugno 1987, riprodotto p. 30. Futuristichà, a cura di E. Crispolti, Museo Ceco
di Belle Arti, Praga, 5 ottobre – 18 novembre 1994, riprodotto pag. 19, n. 12. Giacomo Balla. Un
art de vivre, a cura di G. Landon, Artcurial, 9, Parigi, 18 maggio – 8 luglio 1995, riprodotto.
Italienischer Futurismus 1909 – 1918, a cura di N. Nobis, Sprengel Museum Hannover, Hannover,
11 marzo – 24 giugno 2001, riprodotto pag. 96, n. 34. Futurismo 1909-1944, a cura di E. Crispolti,
Palazzo delle Esposizioni, Roma 2001, riprodotto in alto a sinistra p. 236. Speed a Arte de
velocidade, a cura di E. Martora e P. Pietrogrande, Casa FIAT de Cultura, Belvedere, Nova
Lima/MG, 13 giugno – 30 settembre 2007, riprodotto pag. 60.
Fotografie. Roma AF n. 93001
56
57
Velocità astratta+rumori
1914 circa
matite colorate e collage su carta (intelata) cm. 27.2x38.3
in basso a sinistra: VELOCITA’ ASTRATTA+RUMORI BALLA e il timbro “Pugno di Boccioni”.
Collezione privata, Roma.
Storia. Casa Balla, Roma (Agenda: n. 92). Collezione privata, Milano. Collezione privata,
Roma [1985].
Esposizioni. Giacomo Balla: dal Divisionismo al Futurismo, a cura di L. Marcucci, Galleria
Gironda, Milano 9-31 ottobre 1981 riprodotto p. 19. Giacomo Balla: Studies and Designs, a cura di
M. Fagiolo, “Art of Architecture”, New York febbraio-marzo 1985 riprodotto p. 9. Balla, il colore.
80 opere dal 1896 al 1946, introduzione di E. Crispolti, Galleria d’Arte Niccoli, Parma 9 maggio30 giugno 1987, riprodotto p. 30. Futurismo 1909-1944, a cura di E. Crispolti, Palazzo delle
Esposizioni, Roma 2001, riprodotto in alto a destra p. 233.
Fotografie. Roma AF n. 79226
58
59
Velocità + rumore – Motivo per stoffa
1913
Tempera su carta cm. 17.8 x 25
In basso a sinistra: BALLA 1913
Nel retro: G. Balla, Spessori d’atmosfera – studio
Collezione M. Carpi, Roma.
Storia. Casa Balla, Roma (Agenda n. 409). Collezione M. Carpi, Roma.
Esposizioni. Giacomo Balla, a cura di E. Crispolti, Torino aprile 1963, p. 113 n. 257.
Giacomo Balla (1871-1958), a cura di G. De Marchis, GNAM, Roma 23 dicembre 1971 – 27
febbraio 1972, p. 189 n. 012 riprodotto. Ricostruzione Futurista dell’Universo, a cura di E. Crispolti,
Mole Antonelliana, Torino giugno – ottobre 1980, riprodotto p. 333. Futurismo & Futurismi, a cura
di P. Hulten, Palazzo Grassi, Venezia maggio – settembre 1986, p. 325. Balla, il colore. Galleria
d’Arte Niccoli, Parma 9 maggio – 30 giugno 1987, riprodotto p. 28. Futur Balla, 40 opere dal 1902
al 1943, a cura di E. Crispolti, Donatella Russo, Roma, 1 novembre 1987 – 31 gennaio 1988,
riprodotto pag. 26. Il Futurismo e la moda, a cura di E. Crispolti, PAC, Milano 25 febbraio – 9
maggio 1988, p. 159 fig. 3. Futuristichà, a cura di E. Crispolti, Museo Ceco di Belle Arti, Praga, 5
ottobre – 18 novembre 1994, riprodotto p. 19, n. 7. Atelier Balla: pittura, arredo, moda, a cura di M.
Duranti, Galleria Marescalchi, Cortina d’Ampezzo, 28 dicembre 1996 – 31 marzo 1997, riprodotto
p. 103, n. C/2. Futurismo 1909-1944, a cura di E. Crispolti, Palazzo delle Esposizioni, Roma 7
luglio – 22 ottobre 2001, riprodotto p. 478. Futurismo, prodromo del centenario, a cura di M.
Duranti, Spazioeventi Orler, Marcon, Venezia, 21 aprile – 23 giugno 2007, riprodotto p. 126, n. 149.
Bibliografia. Archivi del Futurismo, Roma De Luca 1962, n. 181, riprodotto pag. 106. G.
Lista, Balla, Edizioni Fonte d’Abisso, Modena 1982 n. 419, riprodotto pag. 513. E. Crispolti,
Giacomo Balla e il vestito futurista, in “Domus”, n. 659, Milano marzo 1985, riprodotto pag. 58. E.
Crispolti, Il Futurismo e la moda: Balla e gli altri, Marsilio, Venezia 1986, fig. 3. M. Bentivoglio,
La moda varca la soglia dei musei, in “A & C, Arte e Cornice”, n. 3, Milano 1987, pag. 43
riprodotto.
60
61
Linea di velocità+cielo+rumore
1914
pastello su cartone cm. 26x28.5
in basso a sinistra: BALLA 1914
nel retro: LINEE DI VELOCITA + CIELO + RUMORE
Collezione M. Carpi, Roma.
Storia. Casa Balla, Roma (Agenda: n. 50). Mario Gerardi, Roma. Collezione M. Carpi,
Roma.
Esposizioni. Futur Balla, 40 opere dal 1902 al 1943, a cura di E. Crispolti, Donatella Russo,
Roma, 1 novembre 1987 – 31 gennaio 1988, riprodotto pag. 15. Casa Balla e il Futurismo a Roma,
a cura di E. Crispolti, Accademia di Francia, Villa Medici, Roma settembre 1989 n. B/12
[didascalia invertita con n. 11], riprodotto pag. 164,188. Futuristichà, a cura di E. Crispolti, Museo
Ceco di Belle Arti, Praga, 5 ottobre – 18 novembre 1994, riprodotto p. 19, n. 8. Futurismo 19091944, a cura di E. Crispolti, Palazzo delle Esposizioni, Roma 2001, riprodotto in alto p. 237.
Italienischer Futurismus 1909 – 1918, a cura di N. Nobis, Sprengel Museum Hannover, Hannover,
11 marzo – 24 giugno 2001, riprodotto pag. 92, n. 32. Giacomo Balla 1894 – 1946. Da Io Balla a
Ball’io, a cura di M. Verdone e R. Miracco, Museo Nacional de Bellas Artes, Santiago del Cile, 25
gennaio – 31 marzo 2001, riprodotto p. 94, n. 23.
Bibliografia. Archivi del Futurismo a cura di M. Drudi Gambillo, T. Fiori, De Luca, Roma
1962, n. 72b (non riprodotto).
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63
Linea di velocità+cielo+rumore
1914 circa
matite colorate su cartoncino (incollato su tavola) cm. 28x34
in basso a sinistra: FUTUR BALLA
nel retro: LINEA DI VELOCITA’+CIELO+RUMORE BALLA
Collezione M. Carpi, Roma.
Storia. Casa Balla, Roma (Agenda: n. 16). Collezione M. Carpi Roma.
Esposizioni. Balla, il colore. 80 opere dal 1896 al 1946, introduzione di E. Crispolti,
Galleria d’Arte Niccoli, Parma 9 maggio-30 giugno 1987, riprodotto p. 29. Casa Balla e il
Futurismo a Roma, a cura di E. Crispolti, Accademia di Francia, Villa Medici, Roma settembre
1989, n. B/11 [didascalia invertita con n. 12], riprodotto pag. 188. Futuristichà, a cura di E.
Crispolti, Museo Ceco di Belle Arti, Praga, 5 ottobre – 18 novembre 1994, riprodotto p. 20.
Giacomo Balla. Un art de vivre, a cura di G. Landon, Artcurial, 9, Parigi, 18 maggio – 8 luglio
1995. Futurismo e Aeropittori a Catania, a cura di A.M. Ruta e S. Ventura, Galleria d’Arte
Moderna, Catania, 29 marzo – 1 maggio 1996, riprodotto p. 86. Futurismo. I grandi temi 1909-1944,
a cura di E. Crispolti, F. Sborgi, Palazzo Ducale 17 dicembre 1997 – 8 marzo 1998, n. 6/7,
riprodotto [mostra itinerante: Milano, Fondazione Mazzotta marzo-giugno 1998]. Vroom, Italia in
moto: 100 anni di arte, costume e design, Villa Mussolini, Riccione, 16 aprile . 3 settembre 2006,
riprodotto.
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Complesso plastico colorato di frastuono + velocità, 1914 (fotografia originale d’epoca)
Esempio della proposta di riformulazione astratta del reale sviluppata con Depero nel manifesto
Ricostruzione futurista dell’universo, il Complesso plastico colorato di frastuono + velocità (1914),
riprodotto dapprima in una fotografia del 1914 e poi nel manifesto del 1915 rappresenta tanto un
approdo della sperimentazione di Balla quanto un momento di riuscita aggressione dell’avanguardia
storica alle norme dell’arte. Nell’opera infatti si raccolgono le analisi di Balla sulla resa dei soggetti
in movimento, organici e meccanici, ma il supporto stesso è l’oggetto che l’artista ha reso dinamico.
Com’è ben visibile nella fotografia del 1914, che rappresenta il complesso plastico per intero, Balla
modifica il formato canonico del quadro in funzione del soggetto, il frastuono dovuto al traffico
della strada, sicché questo viene a essere una porzione di spazio concretizzata; né immagine né
volume figurativamente estraneo allo spazio reale. Come ha scritto Giovanni Lista, «l’opera,
avendo conquistato uno statuto fisico, cioè una consistenza plastica concreta nello spazio reale,
detta ora le proprie leggi allo statuto oggettuale del quadro». Il primo complesso plastico è
preparato da due progetti esecutivi bidimensionali, ma la sua profondità, simile a quella di un
altorilievo, fa sì che la sensazione di velocità e frastuono affiori da valori tattili (la didascalia del
manifesto indica come materiali cartone e stagnole) e allo stesso tempo, per le ombre provocate,
contribuisce ad esprimerla visivamente. Come ha osservato ancora Lista commentando la fotografia
del 1915, che riproduce una parte del complesso, «appare chiaramente che Balla ha ottenuto dei
forti riflessi luminosi applicando probabilmente della cera brillante sui volumi prismatici in modo
da rendere l’intenso bagliore della forma che è al contempo mobile e fuggevole». La cooperazione
di valori tattili e visivi e l’applicazione al medium delle precedenti ricerche sulle linee di velocità
sono dunque le innovazioni formali del complesso plastico; opera con la quale, come scrisse
Maurizio Fagiolo dell’Arco nel 1970, Balla ha «la prima possibilità di esprimersi non con la lineaforma colore, ma di parlare della linea-forma-colore» (Fagiolo dell’Arco 1970).
Giancarlo Carpi
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Mercurio passa davanti al sole visto nel cannocchiale n. 3
1914
tempera su carta cm. 24x18
in basso a sinistra: FUTUR BALLA
nel retro: MERCURIO PASSA DAVANTI AL SOLE VISTO NEL CANNOCCHIALE N. 3 AN.
1914 BALLA.
Collezione M. Carpi, Roma.
Storia. Casa Balla, Roma (Agenda: n. 131). Collezione M. Carpi, Roma.
Esposizioni. Balla, il colore. 80 opere dal 1896 al 1946, introduzione di E. Crispolti,
Galleria d’Arte Niccoli, Parma 9 maggio-30 giugno 1987, riprodotto p. 32. Balla. 40 opere dal
1912 al 1943, a cura di E. Crispolti, Galleria Donatella Russo, Roma novembre 1987, n. 6,
riprodotto pag. 16.
Casa Balla e il Futurismo a Roma, a cura di E. Crispolti, Accademia di Francia, Roma, 1 ottobre –
30 novembre 1989, riprodotto p. 188, n. B/ 13.
Futuristichà, a cura di E. Crispolti, Museo Ceco di Belle Arti, Praga, 5 ottobre – 18 novembre 1994,
riprodotto p. 5. Giacomo Balla. Un art de vivre, a cura di G. Landon, Artcurial, 9, Parigi, 18 maggio
– 8 luglio 1995. Futurismo e Aeropittori a Catania, a cura di A.M. Ruta e S. Ventura, Galleria
d’Arte Moderna, Catania, 29 marzo – 1 maggio 1996, riprodotto p. 86.Futurismo. I grandi temi
1909-1998, a cura di E. Crispolti, F. Sborgi, Palazzo Ducale, Genova 17 dicembre 1997 – 8 marzo
1998 [poi itinerante: Fondazione Mazzotta, Milano 29 marzo-28 giugno 1998], n. 7/2 (riprodotto).
Futurismo 1909-1944, a cura di E. Crispolti, Palazzo delle Esposizioni, Roma 2001, riprodotto in
basso a destra p. 235. Italienischer Futurismus 1909 – 1918, a cura di N. Nobis, Sprengel Museum
Hannover, Hannover, 11 marzo – 24 giugno 2001, riprodotto pag. 98, n. 50. La consuete de l’air,
Les Abbatoirs poi K.M.E.T., Tolosa, 13 novembre 2002 – 29 giugno 2003, riprodotto p. 166.
Vroom, Italia in moto: 100 anni di arte, costume e design, Villa Mussolini, Riccione, 16 aprile - 3
settembre 2006, riprodotto p. 139, n. 40. Giacomo Balla. Uno sperimentalista del XX secolo, a cura
di E. Gigli, Liceo Saracco, 1 luglio – 3 settembre 2007, Acqui Terme, n. 27, riprodotto pag. 64.
Bibliografia. M. Fagiolo in catalogo Giacomo Balla: trenta esempi, Galleria Martano,
Torino 1974, p. 9 fig. 18. G. Lista, Balla, Edizioni Galleria Fonte d’Abisso, Modena 1982, n. 401.
Fagiolo in catalogo Casa Balla. Un pittore e le sue figlie tra futurismo e natura, a cura di M.
Fagiolo dell’Arco, Comacchio 1997, fig. 6, riprodotto pag. 22.
Fotografie. Roma Vasari 2517.
68
69
Forme Grido Viva l’Italia, 1915, olio su tela cm. 137 x 187. Roma, GNAM [dono Elica e Luce
Balla, Roma].
Insidie di guerra, 1915, olio su tela cm. 115 x 175. Roma, GNAM [dono Elica e Luce Balla,
Roma].
Velo di vedova + paesaggio, 1916, olio su tela cm. 105 x 110. Rovereto, MART [VAF Stiftung]
70
FUTURISMO - INTERVENTISMO
71
Grido Viva l’Italia
1915
olio su tela cm. 36 x 47
in basso a destra: FUTUR BALLA
nel retro: GRIDO VIVA L’ITALIA BALLA 1915
Cornice dipinta dall’artista.
Collezione privata.
Storia. Casa Balla, Roma (Agenda n. 1197). Collezione M. Carpi, Roma.
Esposizione. Balla, il colore. 80 opere dal 1896 al 1946, introduzione di E. Crispolti,
Galleria d’Arte Niccoli, Parma 9 maggio-30 giugno 1987, riprodotto p. 41. Balla. 40 opere dal
1912 al 1943, a cura di E. Crispolti, Galleria Donatella Russo, Roma novembre 1987, riprodotto p.
17. Casa Balla e il Futurismo a Roma, a cura di E. Crispolti, Accademia di Francia, Villa Medici,
Roma settembre 1989 n. C/6, riprodotto pag. 234.
A bitter truth, avant-garde art and great war, a cura di Altes Museum poi Barbican Art Gallery,
Berlino, 10 giugno – dicembre 1994, riprodotto. Futurismo 1909-1916, a cura di E. Coen, Museo
Picasso, Barcellona 8 maggio – 21 luglio 1996, n. 32, (riprodotto). Futurismo. I grandi temi 19091998, a cura di E. Crispolti, F. Sborgi, Palazzo Ducale, Genova 17 dicembre 1997 – 8 marzo 1998
[mostra itinerante: Milano, Fondazione Mazzotta 1998], n. 9/7, (riprodotto). Futurismo e
Aeropittura – Arte in Italia 1909-1944, a cura di S. De Rosa, Palacio das Galveiras, Lisbona, 24
maggio – 24 settembre 1999, riprodotto p. 153, n. 99. Il Futurismo attraverso la Toscana, a cura di
E. Crispolti, Museo Civico “G. Fattori”, Livorno, 25 gennaio – 30 aprile 2000, riprodotto p. 66.
…anche noi macchine, anche noi meccanizzati…, a cura di I. Bartsch, Museum fur Kunst und
Kulturgeschichte, Dortmund, 24 marzo – 16 giugno 2002, riprodotto p. 184.
Bibliografia. Archivi del Futurismo a cura di M. Drudi Gambillo, T. Fiori, De Luca, Roma
1962, pag. 164 n. 201e (non riprodotto).
72
73
Canto patriottico
1915
Olio su tela cm. 32 x 48
In basso a destra: FUTUR BALLA
Nel retro: CANTO PATRIOTTICO BALLA 1915
Collezione privata.
Storia. Casa Balla, Roma (Agenda n. 1195). Collezione privata.
Esposizioni. Balla, il colore, Galleria d’Arte Niccoli, Parma 9 maggio – 30 giugno 1987,
riprodotto p. 36. Futurismo, a cura di E. Crispolti, Galleria Break Club, Roma, riprodotto n. BA6.
Futuristi e Aeropittori a Catania, a cura di A.M. Ruta e S. Ventura, Galleria d’Arte Moderna,
Catania, 29 marzo – 1 maggio 1996, riprodotto p. 41. Futurismo. I grandi temi 1909-1998, a cura di
E. Crispolti, F. Sborgi, Palazzo Ducale, Genova 17 dicembre 1997 – 8 marzo 1998 [mostra
itinerante: Milano, Fondazione Mazzotta 1998],riprodotto p. 250, n. 9/6.. Futurismo e Aeropittura –
Arte in Italia 1909-1944, a cura di S. De Rosa, Palacio das Galveiras, Lisbona, 24 maggio – 24
settembre 1999, riprodotto p. 152, n. 98. Il Futurismo attraverso la Toscana, a cura di E. Crispolti,
Museo Civico “G. Fattori”, Livorno, 25 gennaio – 30 aprile 2000, riprodotto p. 66, n. 2, 3, 5. Casa
Balla e il Futurismo a Roma, a cura di E. Crispolti, Villa Medici, Roma 1989, n. C/8, riprodotto
pag. 234.
Bibliografia. Archivi del Futurismo, a cura di M. Drudi Gambillo, T. Fiori, De Luca, Roma
1962, n. 201c (non riprodotto)
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Insidie di guerra
1915
olio su tela cm. 31 x 46.5
in basso a destra: FUTUR BALLA
nel retro: INSIDIE DI GUERRA, BALLA 1915.
Collezione M. Carpi, Roma.
Storia. Casa Balla, Roma (Agenda n. 1196). Collezione M. Carpi, Roma.
Esposizione. Balla, il colore. 80 opere dal 1896 al 1946, introduzione di E. Crispolti,
Galleria d’Arte Niccoli, Parma 9 maggio-30 giugno 1987, riprodotto p. 37. Balla. 40 opere dal
1912 al 1943, a cura di E. Crispolti, Galleria Donatella Russo, Roma novembre 1987, riprodotto p.
17. Casa Balla e il Futurismo a Roma, a cura di E. Crispolti, Accademia di Francia, Villa Medici,
Roma settembre 1989, n. C/9, riprodotto pag. 234. Futurismo 1909-1916, a cura di E. Coen, Museo
Picasso, Barcellona 8 maggio – 21 luglio 1996, n. 35, (riprodotto). Futurismo. I grandi temi 19091998, a cura di E. Crispolti, F. Sborgi, Palazzo Ducale, Genova 17 dicembre 1997 – 8 marzo 1998
[mostra itinerante: Milano, Fondazione Mazzotta 1998], n. 9/8, (riprodotto). Futurismo e
Aeropittura – Arte in Italia 1909-1944, a cura di S. De Rosa, Palacio das Galveiras, Lisbona, 24
maggio – 24 settembre 1999, riprodotto p. 154, n. 100. Il Futurismo attraverso la Toscana, a cura di
E. Crispolti, Museo Civico “G. Fattori”, Livorno, 25 gennaio – 30 aprile 2000, riprodotto p. 66, n. 2,
3, 4.
Bibliografia. Archivi del Futurismo a cura di M. Drudi Gambillo, T. Fiori, De Luca, Roma
1962, n. 201d (non riprodotto).
Questo dipinto, insieme a altri sette quadri, rispecchia nel piccolo formato i dipinti interventisti.
Questi quadri sono catalogati nell'Agenda di Luce Balla, alcuni sono elencati negli Archivi del
Futurismo: sono riapparsi soltanto negli ultimi anni perché Luce Balla ha sempre rifiutato di
venderli e li custodiva gelosamente. Allo stato attuale degli studi, vengono catalogati a parte: si
tratta di modelli dei dipinti famosi oppure di memorie eseguite dal pittore subito dopo i quadri. Si
presentano con le loro fantasiose cornici dipinte da Balla.
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Paesaggio+velo di vedova; Guerra
1916
olio su tela cm. 34 x 39
in basso a sinistra: BALLA 1916
nel retro: PAESAGGIO +VELO DI VEDOVA - GUERRA - GIACOMO BALLA ROMA 1916
Cornice dipinta dall’artista.
Collezione M. Carpi, Roma.
Storia. Casa Balla, Roma (Agenda n. 137). Collezione M. Carpi Roma.
Esposizione. Balla, il colore. 80 opere dal 1896 al 1946, introduzione di E. Crispolti,
Galleria d’Arte Niccoli, Parma 9 maggio-30 giugno 1987, riprodotto p. 42. Balla. 40 opere dal
1912 al 1943, a cura di E. Crispolti, Galleria Donatella Russo, Roma novembre 1987, riprodotto
pag. 18. Casa Balla e il Futurismo a Roma, a cura di E. Crispolti, Accademia di Francia, Villa
Medici, Roma settembre 1989 n. C/10 riprodotto pag. 235. Futurismo 1909-1916, a cura di E.
Coen, Museo Picasso, Barcellona 8 maggio – 21 luglio 1996, n. 42, (riprodotto). Futurismo e
Aeropittura – Arte in Italia 1909-1944, a cura di S. De Rosa, Palacio das Galveiras, Lisbona, 24
maggio – 24 settembre 1999, riprodotto p. 74, n. 74.
Bibliografia. Archivi del Futurismo a cura di M. Drudi Gambillo, T. Fiori, De Luca, Roma
1962, n. 201h (non riprodotto).
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Rumoristica plastica Baltrr
1916
inchiostri colorati pastelli e filo rosso su carta cm. 38x26
Collezione M. Carpi, Roma.
Storia. Casa Balla, Roma. Collezione privata. Christie’s, Roma. Collezione M. Carpi, Roma.
Esposizioni. Atelier Balla: pittura, arredo, moda, a cura di M. Duranti, Galleria Marescalchi,
Cortina d’Ampezzo 28 dicembre 1996 – 31 marzo 1997, n. A/3, riprodotto pag. 27. Futurismo
1909-1944, a cura di E. Crispolti, Palazzo delle Esposizioni, Roma 7 luglio – 22 ottobre 2001,
riprodotto p. 495 (didascalia errata). Dal Futurismo al làser, a cura di M. Calvesi, R. Silicato,
Palau de la Virreina, Barcellona, dal 29 novembre 2000 - 14 gennaio 2001, riprodotto p. 54, n. 1/10.
L’avventura della materia, a cura di M. Calvesi e R. Silicato, Kunstforum, Berlino, 16 febbraio –
29 aprile 2001, riprodotto p. 54, n. 1°/10. Analogias Musicales – Kandinsky y sus contemporaneos,
a cura di J. Arnaldo, Museum Thyssen-Bornemisza, Madrid, 11 febbraio – 25 maggio 2003,
riprodotto p. 258, n. 176.
Bibliografia. G. Lista, Giacomo Balla futuriste, 1984, L’age d’Homme, Lausanne, n. 1244,
p. 237, riprodotto.
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Linee forza di paesaggio + esplosione
1918 circa
collage di carte colorate su cartoncino cm. 38x28
nel retro: LINEE FORZA DI PAESAGGIO + ESPLOSIONE, il timbro “Pugno di Boccioni” e
BALLA. Sul cartone di protezione: A DOTTORI FUTURISTA PER IL SUO COLOR GRIDANTE
– ROMA APRILE 1921, il timbro “Pugno di Boccioni” e FUTUR BALLA.
Collezione M. Carpi, Roma.
Storia. Gerardo Dottori, Perugia (donato da Balla nel 1921). Tancredi Loreti Perugia.
Esposizioni. Balla. 40 opere dal 1912 al 1943, a cura di E. Crispolti, Galleria Donatella
Russo, Roma novembre 1987, riprodotto p. 22. Atelier Balla: pittura, arredo, moda, a cura di M.
Duranti, Galleria Marescalchi, Cortina d’Ampezzo 28 dicembre 1996 -31 marzo 1997, n. A5,
riprodotto p. 29. Futuristichà, a cura di E. Crispolti, Museo Ceco di Belle Arti, Praga, 5 ottobre – 18
novembre 1994, riprodotto p. 10. Atelier Balla, a cura di M. Duranti, Cortina, 28 dicembre – 31
marzo 1997, riprodotto p. 29, n. A/5. Dal Futurismo al làser, a cura di M. Calvesi, R. Silicato,
Palau de la Virreina, Barcellona, dal 29 novembre 2000 - 14 gennaio 2001, riprodotto p. 57, n. 1/13.
L’avventura della materia, a cura di M. Calvesi e R. Silicato, Kunstforum, Berlino, 16 febbraio –
29 aprile 2001, riprodotto p. 57, n. 1°/13. Italienischer Futurismus 1909 – 1918, a cura di N. Nobis,
Sprengel Museum Hannover, Hannover, 11 marzo – 24 giugno 2001, riprodotto p. 112, n. 72.
Futurismo 1909-1944, a cura di E. Crispolti, Palazzo delle Esposizioni, Roma 7 luglio – 22 ottobre
2001, riprodotto p. 290 in basso a destra. Vroom, Italia in moto: 100 anni di arte, costume e design,
Villa Mussolini, Riccione, 16 aprile . 3 settembre 2006, riprodotto. Collage / Collages dal cubismo
al New Dada, a cura di M. Mimita Lamberti, M.G. Messina, Galleria Civica d’Arte Moderna e
Contemporanea, Torino, riprodotto p. 50, n. II.14.
82
83
Espansione di primavera, 1918, olio su tela cm. 60 x 50.5. Roma, collezione M. Carpi.
Estate, 1918 circa, olio su tela cm. 61 x 50. Roma, collezione M. Carpi.
Dissolvimento autunnale, 1918, olio su tela cm. 62 x 50.5. Roma, collezione M. Carpi.
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III. FUTURISMO AVANTI
Forme sintetiche astratte soggettive dinamiche
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Forze estive
1918 circa
Olio su tela incollato su cartone cm. 30 x 23.
In basso a sinistra: BALLA FUTURISTA
Nel retro: FORZE ESTIVE BALLA
Cornice realizzata dall’artista.
Collezione privata.
Storia. Casa Balla, Roma (Agenda n. 143); fino alla divisione testamentaria 1993.
Collezione privata.
Esposizioni. Giacomo Balla. Zero passato. Tutto Avvenire!, a cura di E. Gigli, CO2
Brasserie, Roma 26 – 30 settembre 2005, n. 4, (riprodotto). Giacomo Balla. Uno sperimentalista del
XX secolo, a cura di E. Gigli, Liceo Saracco, Acqui Terme 1 luglio – 3 settembre 2007, n. 33,
riprodotto pag. 70.
86
87
Dissolvimento autunnale
1918
Olio su tela cm. 34 x 28
In basso a sinistra: FUTURBALLA.
Nel retro: DISSOLVIMENTO AUTUNNALE BALLA 1918.
Cornice realizzata dall’artista.
Collezione privata.
Storia. Casa Balla, Roma (Agenda n. 141); fino alla divisione testamentaria 1993.
Collezione privata.
Esposizioni. Giacomo Balla. Uno sperimentalista del XX secolo, a cura di E. Gigli, Liceo
Saracco, Acqui Terme 1 luglio – 3 settembre 2007, n. 34, riprodotto pag. 71.
88
89
Primavera a Villa Borghese
1918 circa
Tempera e pastello e olio su tessuto cm. 186 x 88.5
Nel retro: PRIMAVERA A VILLA BORGHESE – BALLA
Collezione privata.
Storia. Collezione privata, Perugia [1998]. Collezione privata.
Esposizioni. Giacomo Balla 1895-1911. Verso il futurismo, a cura di M. Fagiolo dell’Arco,
Padova 15 marzo – 28 giugno 1998, n. 7, riprodotto pag. 55. Futur natura, Galleria Fonte d’Abisso,
Milano 19 novembre 1998 – 20 febbraio 1999, n. 38 riprodotto pag. 57.
90
91
Sorge l’idea, 1920, olio su tela cm. 100 x 75. Roma, GNAM [dono Elica e Luce Balla, Roma].
Numeri innamorati, 1920, olio su tela cm. 76 x 56. Rovereto, MART [VAF Stiftung]
E’ rotto l’incanto, 1924 circa, olio su tela cm. 106.5 x 76.5. Già Casa Balla, Roma.
92
ARTE IDEALISMO
93
L’idea
1920 circa
olio su tavola cm. 35x25
in basso a sinistra: FUT BALLA
nel retro: L’IDEA !
Cornice realizzata dell’artista (cm. 5).
Collezione privata, Roma.
Storia. Casa Balla, Roma (Agenda: n. 164). Collezione privata, Roma.
Esposizioni. Balla, il colore; 80 opere dal 1896 al 1946, introduzione di E. Crispolti,
Galleria d’Arte Niccoli, Parma 9 maggio-30 giugno 1987, riprodotto p. 59. Futur Balla – 40 opere
dal 1902 al 1943, a cura di E. Crispolti, Donella Russo, Roma, 1 novembre 1987 – 31 gennaio
1988. , riprodotto p. 21. Azur, Fondation Cartier, Parigi, 28 maggio – 12 settembre 1993, riprodotto
p. 235. Futuristi e Aeropittori a Catania, a cura di A.M. Ruta e S. Ventura, Galleria d’Arte
Moderna, Catania, 23 marzo – 1 maggio 1996, riprodotto p. 87.Atelier Balla: pittura, arredo, moda,
a cura di M. Duranti, Galleria Marescalchi, Cortina d’Ampezzo, 28 dicembre 1996 – 31 marzo 1997,
n. A/8, riprodotto a pag. 32. Roma 1918.1943, a cura di F. Benzi, G. Mercurio e L. Prisco, Chiostro
del Bramante, Roma, 29 aprile – 12 luglio 1998, riprodotto p. 224. Giacomo Balla. Uno
sperimentalista del XX secolo, a cura di E. Gigli, Liceo Saracco, 1 luglio – 3 settembre 2007, Acqui
Terme, n. 47 riprodotto pag. 83.
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95
Numeri innamorati
1924 circa
olio su tavola cm. 28x20
in basso a sinistra: BALLA
nel retro: BALLA NUMERI INNAMORATI
Cornice eseguita dell’artista (cm. 4)
Collezione M. Carpi, Roma.
Storia. Casa Balla, Roma (Agenda: n. 140). Collezione M. Carpi, Roma. Collezione privata.
Esposizioni. Balla, il colore; 80 opere dal 1896 al 1946, introduzione di E. Crispolti,
Galleria d’Arte Niccoli, Parma 9 maggio-30 giugno 1987, riprodotto p. 69. Futur Balla – 40 opere
dal 1902 al 1943, a cura di E. Crispolti, Donatella Russo, Roma, 1 novembre 1987 – 31 gennaio
1988, riprodotto p. 23. Giacomo Balla “Un art de vivre”, a cura di G. Landon, Artcurial, Parigi, 18
maggio – 8 luglio 1995. Futurismo e Meridione, a cura di E. Crispolti, Palazzo Reale, Napoli, 18
luglio – 31 ottobre 1996, riprodotto p. 206, n. A.4.3. Futurismo – I grandi temi 1909 – 1944, a cura
di E. Crispolti e F. Sborgi, P. Ducale poi Mazzotta, Genova poi Milano, 17 dicembre 1997 – 28
giugno 1998, riprodotto p. 186, n. 5/25. Futurisme. L’Italie face à la modernità 1909 – 1944, a cura
di E. crispolti, Fondation de l’Hermitage, Lausanne, 10 luglio – 11 ottobre 1998, riprodotto p. 113.
Futurismo e Aeropittura – Arte in Italia 1909-1944, a cura di S. De Rosa, Palacio das Galveiras,
Lisbona, 24 maggio – 24 settembre 1999, riprodotto p. 110, n. 58. …anche noi macchine, anche noi
meccanizzati…, a cura di I. Bartsch, Museum fur Kunst und Kulturgeschichte, Dortmund, 24 marzo
– 16 giugno 2002, riprodotto p. 224.
96
97
Il soggiorno di Casa Balla a via Oslavia in un fotografia di Eddie Gabbai, Roma 1989.
La credenza verde e gialla nella stanza di Elica, in un fotografia di Eddie Gabbai, Roma 1989.
Lo studiolo rosso con i fiori, in un fotografia di Eddie Gabbai, Roma 1989.
98
IV. ANCORA RICERCHE + LOTTE
Un incastro di legni
99
Mobiletto per il fumo
1916 circa
legno dipinto a porporina argento e velo ricamato cm. 112.5x46.5x54
Collezione M. Carpi, Roma.
Storia. Casa Balla, Roma. Cleto Polcina, Roma. Collezione M. Carpi, Roma.
Esposizioni. Giacomo Balla, a cura di E. Crispolti e M.L. Drudi Gambillo, Galleria Civica
d’Arte Moderna, Torino dal 4 aprile 1963, n. 284. Balla. 40 opere dal 1912 al 1943, a cura di E.
Crispolti, Galleria Donatella Russo, Roma novembre 1987, p. 36, riprodotto. Il Futurismo e la
moda, a cura di E. Crispolti, PAC, Milano 25 febbraio-9 maggio 1988,riprodotto p. 157. Casa Balla
e il Futurismo a Roma, a cura di E. Crispolti, Accademia di Francia, Villa Medici, Roma settembre
1989, n. E/135, riprodotto p. 313. Casa Balla. Un pittore e le sue figlie tra futurismo e natura, a
cura di M. Fagiolo dell’Arco, Comacchio 14 giugno - 12 ottobre 1997, n. 44, riprodotto p. 83.
Futurismo 1909-1944, a cura di E. Crispolti, Palazzo delle Esposizioni, Roma 7 luglio – 22 ottobre
2001, riprodotto p. 440 in alto a destra. Giacomo Balla. Uno sperimentalista del XX secolo, a cura
di E. Gigli, Liceo Saracco, 1 luglio – 3 settembre 2007, Acqui Terme, n. 38, riprodotto p. 75.
Bibliografia. Archivi del Futurismo, a cura di M. Drudi Gambillo, T. Fiori, De Luca, Roma
1962, n. 174 (fotografia del soggiorno di Casa Balla p. 105). G. Lista, Balla, Edizioni Galleria
Fonte d’Abisso, Modena 1982, p. 355 tav. XXXVI.
“Originalmente rosa grigio dipinto con linea ascendente del fumo, e realizzato circa nel 1916”
(Crispolti in catalogo Torino 1963 p. 119). “La sagoma a zig-zag, che sorregge un pannello
ricamato, è prima dipinta d’argento e poi striata in lillà evocando le spire di fumo. Il ricamo del
pannello è opera di Luce” (Fagiolo in catalogo Comacchio 1997 p. 96).
100
101
Mobile smontabile – studio
1920 circa
Tempera su carta cm. 21x31
In basso verso sinistra: mobile smontabile ; in alto a sinistra: spessori viola
Collezione privata, Roma.
Storia. Casa Balla, Roma. Collezione privata, Roma.
Esposizioni. Giacomo Balla, a cura di E. Crispolti, M.L. Drudi Gambillo, Galleria Civica
d’Arte Moderna, Torino aprile 1963, p. 124 n. 307, fig. 102a. Ricostruzione futurista dell’universo,
a cura di E. Crispolti, Mole Antonelliana, Torino giugno-ottobre 1980, p. 334. Futurismi &
Futurismi, a cura di P. Hulten, Palazzo Grassi, Venezia maggio-settembre 1986, p. 623. Futurismo
1909-1944, a cura di E. Crispolti, Sezon MOa, Hokkaido Moa; The Miyagi MOA, Shiga MOMA,
Tokyo – Otsu, aprile – settembre 1992, riprodotto p. 233, n. 3°-21. Futuristichà, a cura di E.
Crispolti, Museo Ceco di Belle Arti, Praga, 5 ottobre – 18 novembre 1994, riprodotto p. 19, n. 22.
Casa Balla e il Futurismo a Roma, a cura di E. Crispolti, Accademia di Francia, Villa Medici,
Roma settembre 1989, n. E/140. Atelier Balla: pittura, arredo, moda, a cura di M. Duranti, Galleria
Marescalchi, Cortina d’Ampezzo, 28 dicembre 1996 – 31 marzo 1997, n. A/8, riprodotto p. 87, n.
B/5. Futurismo 1909-1944, a cura di E. Crispolti, Palazzo delle Esposizioni, Roma 7 luglio – 22
ottobre 2001, riprodotto p. 440. Futurismo, prodromo del centenario, a cura di M. Duranti,
Spazioeventi Orler, Marcon, Venezia, 21 aprile 2007 – 23 giugno 2007, riprodotto p. 125, n. 153.
Bibliografia. Archivi del Futurismo, a cura di M.L. Drudi Gambillo, T. Fiori, De Luca,
Roma 1962, n. 152, riprodotto p. 101. M. Fagiolo dell’Arco, Ricostruzione futurista dell’universo,
Bulzoni, Roma 1968, fig. 137. V. Dortch Dorazio, Giacomo Balla. An album of his life and work,
Wittenborn, New York, Alfieri, Venezia 1970, fig. 202. G. Lista, Balla, Edizioni Galleria Fonte
d’Abisso, Modena 1982, n. 563, riprodotto pag. 519.
102
103
Panchetto
1922 circa
legno dipinto cm. 67x24x67.5
Collezione privata.
Storia. Casa Balla, Roma. Collezione privata, Roma.
Esposizioni. Balla. 40 opere dal 1912 al 1943, a cura di E. Crispolti, Galleria Donatella
Russo, Roma novembre 1987, p. 141, riprodotto. Casa Balla e il Futurismo a Roma, a cura di E.
Crispolti, Accademia di Francia, Villa Medici, Roma settembre 1989, n. E/142, riprodotto p. 314.
Casa Balla. Un pittore e le sue figlie tra futurismo e natura, a cura di M. Fagiolo Dell’Arco,
Palazzo Bellini, Cornacchio, 14 giugno – 12 ottobre 1997, riprodotto p. 84, n. 46. Futurismo – i
grandi temi 1909 – 1944, a cura di E. Crispolti e F. Sborgi, P. Ducale, Genova, 17 dicembre 1997 –
28 giugno 1998, riprodotto p. 265, n. 10/3. Futurismo 1909-1944, a cura di E. Crispolti, Palazzo
delle Esposizioni, Roma 7 luglio – 22 ottobre 2001, riprodotto p. 443 in basso a sinistra. Futurismo,
prodromo del centenario, a cura di M. Duranti, Spazioeventi Orler, Marcon, Venezia, 21 aprile
2007 – 23 giugno 2007, riprodotto p. 125, n. 154.
104
105
Tavolinetto
1922
legno dipinto cm. 45x34x79
Collezione privata.
Storia. Casa Balla, Roma. Collezione privata, Roma.
Esposizioni. Balla. 40 opere dal 1912 al 1943, a cura di E. Crispolti, Galleria Donatella
Russo, Roma novembre 1987, p. 40, riprodotto. Casa Balla e il Futurismo a Roma, a cura di E.
Crispolti, Accademia di Francia, Villa Medici, Roma settembre 1989, n. E/141, riprodotto p. 314.
Futurismo 1909-1944, a cura di E. Crispolti, Palazzo delle Esposizioni, Roma 7 luglio – 22 ottobre
2001, riprodotto p. 443 in alto. Futurismo, prodromo del centenario, a cura di M. Duranti,
Spazioeventi Orler, Marcon, Venezia, 21 aprile 2007 – 23 giugno 2007, riprodotto p. 125, n. 155.
106
107
Sgabello
1932 circa
legno dipinto cm. 41x30x27.8
Collezione privata, Roma
Storia. Signora Calabria, Roma. Collezione privata, Roma.
Esposizioni. Balla. 40 opere dal 1912 al 1943, a cura di E. Crispolti, Galleria Donatella
Russo, Roma novembre 1987, p. 40, riprodotto. Casa Balla e il Futurismo a Roma, a cura di E.
Crispolti, Accademia di Francia, Villa Medici, Roma settembre 1989, n. E/143, riprodotto p. 314,
361. Giacomo Balla. Dall’Autospalla all’Autodolore 1902 - 1947, a cura di M. Calvesi, Galleria
Arco Farnese, Roma, 16 novembre 1994 – 15 gennaio 1995, riprodotto p. 42, n. 39. Atelier Balla, a
cura di M. Duranti, Galleria Marescalchi, Cortina d’Ampezzo, 28 dicembre 1996 – 31 marzo 1997,
riprodotto p. 90, n. B/8. Casa Balla. Un pittore e le sue figlie tra futurismo e natura, a cura di M.
Fagiolo Dell’Arco, Palazzo Bellini, Cornacchio, 14 giugno – 12 ottobre 1997, riprodotto p. 86, n.
50. Le capitali d’Italia Torino-Roma 1911 – 1946, a cura di M. Vescovo e N. Vespignani, Palazzo
Bricaresio, Torino, 4 dicembre 1997 – 22 marzo 1998, riprodotto p. 154. Futurismo 1909-1944, a
cura di E. Crispolti, Palazzo delle Esposizioni, Roma 7 luglio – 22 ottobre 2001, riprodotto p. 443
in basso a destra. …anche noi macchine, anche noi meccanizzati…, a cura di I. Bartsch, Museum
fur Kunst und Kulturgeischichte, Dortmund, 24 marzo – 16 giugno 2002, riprodotto p. 251.
Futurismo, prodromo del centenario, a cura di M. Duranti, Spazioeventi Orler, Marcon, Venezia, 21
aprile – 23 giugno 2007, riprodotto p. 125, n. 161.
108
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Fiori futuristi
1918 circa
Legno colorato a incastro cm. h. 32.5, cm. 34, cm. 39, cm. 32,5, cm 34,5
Collezione privata.
Storia. Casa Balla, Roma (fino alla divisione testamentaria, Roma 1993). Collezione privata.
Esposizioni. Futur natura, Galleria Fonte d’Abisso, Milano 19 novembre 1998 – 20 febbraio
1999, n. 42 riprodotti pag. 61.
Bibliografia. Archivi del Futurismo, Roma De Luca 1962, n. 173-175, riprodotto pag. 105.
G. Lista, Balla, Edizioni Fonte d’Abisso, Modena 1982 n. 614, 609, 613, riprodotti pag. 293.
“Ma il punto più alto della ricerca dell’oggetto perduto (come diceva Marinetti) Balla lo
raggiunge nei Fiori futuristi. Taglia i legni e li unisce e li colora fino a ridarci l’immagine
(gigantesca, il più delle volte) di una natura impossibile. I fiori dovevano essere alti più di due metri
oppure si dovevano appendere al soffitto, dondolanti. Un nuovo modo di arredare la casa. Anche
questo tentativo di restaurare, in un nuovo senso, il culto della Dea-Natura in opposizione alla
macchina-diavolo, e’ un lascito dell’art nouveau (non a caso, centri della rivolta fin-de-siecle furono
l’Inghilterra e il Belgio, i paesi più industrializzati). Balla fa un fiore alto come un albero, che però
assomiglia a un armadio; traduce in termini geometrici un fatto organico; ricerca la creazione;
dimostra pazientemente che anche la natura può diventare artificiale. Una proposta che avrà un
seguito imprevedibile, anche nell’arte recentissima” (M. Fagiolo in Ricostruzione futurista
dell’universo, Bulzoni Roma 1968).
110
111
Motivo per tappeto; Motivo prismatico
1929 circa
tempera su carta intelata cm. 40 x19.
In basso da sinistra destra: tre timbri.
Collezione privata.
Storia. Casa Balla, Roma (Agenda n. 660). Collezione privata, Milano.
112
113
Paravento - Forme compenetrate + balfiori
1932
Olio su tavola cm. 161 x 43
Collezione privata
Esposizioni. Casa Balla. Un pittore e le sue figlie tra futurismo e natura, a cura di M.
Fagiolo dell’Arco, Palazzo Bellini, Comacchio 14 giugno – 12 ottobre 1997, n. 51 riprodotto pag.
87.
“Sono famosi i grandi paraventi dipinti da Balla. Ricordo quello giallo e blu (con un retro
dai colori accesi) che si ispira ai mobili del nuovo arredamento del dopoguerra (Archivi del
Futurismo 1962 n. 175). Ricordo quello coi motivi dei giocattoli già appartenuto alla principessa
Caetani di Bassiano. Una scatenata proposta quasi pop di una nuova arte per la vita. Il paravento
esposto a Comacchio [e qui ripresentato ndr ] proviene da Casa Balla: il pittore lo ha utilizzato nel
1934 come sfondo per una figura femminile (Ritratto di Clara Beer, riprodotto in Lista 1982 n.
928). E’ molto più rigoroso dei precedenti: sembra in un certo senso debitore della
schematizzazione appresa nella mostra dell’Art Déco (elegantissima la struttura astratta dei toni
grigi del fondo sulla quale si applicano due fiori sui toni del rosa” (M. Fagiolo in catalogo Casa
Balla, p. 97).
114
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La seggiola dell’uomo strano, 1929 circa, olio su tela cm. 55 x 74.5. Banca d’Italia.
Il corridoio di Casa Balla, in due fotografie dell’Archivio Balla, Roma.
116
V. VIA OSLAVIA 39 B, giugno 1929
Visitate Casa Balla
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Motivo con la parola TAC n. 57
1929 circa
olio su tela cm. 77x77
in basso a destra: FUTUR BALLA
nel retro: N. 57 MOTIVO CON PAROLA TAC
Collezione privata.
Storia. Casa Balla (Agenda: n. 164A); fino alla divisione testamentaria, Roma 1993.
Collezione privata.
Esposizioni. Il Futurismo e la moda, a cura di E. Crispolti, PAC, Milano 25 febbraio – 9
maggio 1988, p. 165 [targhetta nel retro]. Balla a sorpresa: astrattismo dal vero, decor pittura,
“realtà nuda e sana”, a cura di M. Fagiolo dell’Arco con la collaborazione di E. Gigli, Milano 14
novembre 2000 – 30 gennaio 2001, n. 37, riprodotto.
Giacomo Balla. Zero Passato. Tutto Avvenire!, a cura di E. Gigli, CO2 Brasserie, Roma, 26-30
settembre 2005, n. 7, riprodotto a pag. 55.
Nella nuova abitazione di Via Oslavia 39, al quartiere delle Vittorie a Roma, dove la famiglia Balla
si trasferisce nel giugno del 1929, il pittore elabora una serie di tele per chiudere il vano creatosi
nella parte alta del muro del corridoio, dove passano le tubature dell’acqua. In realtà si viene così a
creare, per Giacomo Balla, l’occasione per rievocare tutta la sua vicenda futurista. Osservando la
carrellata di tele, si possono vedere i soggetti dipinti da Balla:si va dallo spazio (Linee Spaziali) alla
velocità unita ad altri fattori (Velocità + forme rumore), dal cielo (Dinamismo spaziale) al mare
(Linee forza di mare), dalla luce( Ricerca luce ideale) alla parola (Buon appetito) all’Art Déco
(Balfiori).
118
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Motivo con la parola Balla n. 54
1929 circa
olio su tela cm. 77x77
in basso al centro: FUTUR BALLA
nel retro: N. 53 MOTIVO CON PAROLA BALLA
Collezione privata.
Storia. Casa Balla (Agenda: n. 295A); fino alla divisione testamentaria, Roma 1993.
Collezione privata.
Esposizioni. Omaggio a Giacomo Balla, Galleria Civica, Padova gennaio-febbraio 1983, n.
19, (riprodotto). Il Futurismo e la moda, a cura di E. Crispolti, PAC, Milano 25 febbraio – 9 maggio
1988, p. 165 [targhetta sul retro]. Giacomo Balla. 1894-1946 da Io Balla a Ball’io, a cura di M.
Verdone, R. Miracco, Pinacoteca di Stato, San Paolo, Brasile, maggio – giugno 2000, n. 77,
riprodotto p. 125 [Mostra itinerante: Monte Video, Uruguay, luglio – agosto, Buenos Aires,
Argentina, settembre 2000; Cordoba, ottobre 2000; Recife, novembre – dicembre 2000].
Bibliografia. G. Lista, Balla, Edizioni Galleria Fonte d’Abisso, Modena 1982, n. 792,
riprodotto pag. 365.
120
121
Seraluci
1929 circa
olio su tela cm. 77x77
in basso a sinistra: FUTUR BALLA
nel retro: SERALUCI BALLA 1925
Collezione privata.
Storia. Casa Balla (Agenda: n. 296); fino alla divisione testamentaria, Roma
1993. Collezione privata.
Esposizioni. Giacomo Balla, a cura di E. Crispolti e M.L. Drudi Gambillo,
Galleria Civica d’Arte Moderna, Torino 1963, n. 194. Omaggio a Giacomo Balla,
Galleria Civica, Padova gennaio-febbraio 1983, n. 13, riprodotto pag. 41 in alto.
Balla a sorpresa: astrattismo dal vero, decor pittura, “realtà nuda e sana”, a cura di
M. Fagiolo dell’Arco con la collaborazione di E. Gigli, Milano 14 novembre 2000 –
30 gennaio 2001, n. 39, riprodotto pag. 57.
122
123
Ricerca luce ideale n. 52
1929 circa
olio su tela cm. 77x77
in basso a destra: FUTUR BALLA
nel retro: N. 52 RICERCA LUCE IDEALE
Collezione privata.
Storia. Casa Balla (Agenda: n. 321A); fino alla divisione testamentaria, Roma 1993.
Collezione privata.
Esposizioni. Omaggio a Giacomo Balla, Galleria Civica, Padova gennaio-febbraio 1983, n.
20, riprodotto pag. 49 in basso. Giacomo Balla. Zero passato. Tutto Avvenire!, a cura di E. Gigli,
Roma 2005, n. 8, (riprodotto). Balla a sorpresa: astrattismo dal vero, decor pittura, “realtà nuda e
sana”, a cura di M. Fagiolo dell’Arco con la collaborazione di E. Gigli, Milano 14 novembre 2000
– 30 gennaio 2001, n. 38, riprodotto pag. 56.
124
125
Specchio d’acqua n. 35
1929 circa
olio su tela cm. 77x77
in basso a destra: FUTUR BALLA
nel retro: N. 35 SPECCHIO D’ACQUA BALLA
Collezione privata.
Storia. Casa Balla (Agenda: n. 337).
Esposizioni. Omaggio a Giacomo Balla, Galleria Civica, Padova gennaio-febbraio 1983, n.
14, riprodotto pag. 41 in basso. Giacomo Balla. Zero passato. Tutto Avvenire!, a cura di E. Gigli,
Roma, 26-30 settembre 2005, n. 6, (riprodotto).
126
127
Plasticità dinamica n. 54
1929 circa
olio su tela cm. 77x77
in basso a destra: FUTUR BALLA
nel retro: PLASTICITA’ DINAMICA N. 54
Collezione privata.
Storia. Casa Balla, Roma; fino alla divisione testamentaria, Roma 1993. Collezione privata.
Esposizioni. Omaggio a Giacomo Balla, Galleria Civica, Padova gennaio-febbraio 1983, n.
26, riprodotto pag. 57 in basso.
128
129
Linee spaziali n. 31
1929 circa
olio su tela cm. 77x77
in basso al centro: FUTUR BALLA
nel retro: N. 31 LINEE SPAZIALI N. 3 BALLA
Collezione privata.
Storia. Casa Balla (Agenda: n. 326); fino alla divisione testamentaria, Roma 1993.
Collezione privata.
Esposizioni. Giacomo Balla, a cura di E. Crispolti e M.L. Drudi Gambillo, Galleria Civica
d’Arte Moderna, Torino 1963, n. 193. Omaggio a Giacomo Balla, Galleria Civica, Padova gennaiofebbraio 1983, n. 12, riprodotto pag. 39.
Bibliografia. G. Lista, Giacomo Balla futuriste , L’Age d’Homme, Lausanne 1984, n. 1293,
riprodotto pag. 258.
130
131
Velocità + forme rumore n. 37
1929 circa
olio su tela cm. 77x77
in basso a destra: FUTUR BALLA
nel retro: N. 37 VELOCITA’+ FORME RUMORE
Collezione privata
Storia. Casa Balla (Agenda: n. 370); fino alla divisione testamentaria, Roma 1993.
Collezione privata.
Esposizioni. Futuristi nelle Marche, a cura di E. Maurizi, Chiesa del Gesu’, Ancona maggio
1982 [mostra itinerante: Chiesa di San Paolo, Pinacoteca Comunale, Macerata 10 luglio – 31
settembre 1982] n. 23 riprodotto [targhetta nel retro]. Omaggio a Giacomo Balla, Galleria Civica,
Padova gennaio – febbraio 1983, n. 18, riprodotto pag. 47 (titolo incompleto).
132
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Balfiori n. 52
1929 circa
olio su tela cm. 77x77
in basso a sinistra: FUTUR BALLA
nel retro: BALFIORI N. 52
Collezione privata.
Storia. Casa Balla, Roma; fino alla divisione testamentaria, Roma 1993. Collezione privata.
Esposizioni. Il Futurismo e la moda, a cura di E. Crispolti, PAC, Milano 25 febbraio – 9
maggio 1988, p. 165 [targhetta nel retro]. Giacomo Balla. 1894-1946 da Io Balla a Ball’io, a cura di
M. Verdone, R. Miracco, Pinacoteca di Stato, San Paolo, Brasile, maggio – giugno 2000, n. 69,
riprodotto p. 120 [Mostra itinerante: Monte Video, Uruguay …, Buenos Aires, Argentina, settembre
2000; Cordoba, ottobre 2000; Recife, novembre – dicembre 2000].
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