Opere del Dopoguerra Opere del Dopoguerra da una Collezione

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Opere del Dopoguerra Opere del Dopoguerra da una Collezione
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Opere del Dopoguerra
da una Collezione Privata
Gli anni Sessanta nella migliore produzione
di
Melotti Castellani Fontana
Inoltre
Severini De Chirico e Balla da una raccolta privata di capolavori
del Primo Novecento
Nell’asta di arte moderna e contemporanea
del 26 & 27 maggio 2010
Due i cataloghi di questa prossima asta milanese dedicata all’Arte Moderna e
Contemporanea e di questi uno è dedicato ad una collezione privata costruita con sapienza e
raffinatezza sin dalla fine degli anni Cinquanta, una trentina di opere che esemplificano al meglio la grande
forza innovatrice degli artisti italiani del dopoguerra.
Si sfoglia dunque un catalogo che mostra un percorso collezionistico lineare e lungimirante, ricco di
documenti anche fotografici che seguono con meticolosità la storia espositiva delle singole opere.
Nella raccolta sfilano i nomi più importanti della scena artistica italiana da Morandi
Morand ( una Natura Morta del
1955 val. 300/400.000 euro ) a Licini, da Fontana a Castellani,
Castellani, da Manzoni (un Achrome del 1959 val.
450/550.00 euro) a Tancredi.
Tancredi
Reduce dal grande successo dell’asta Lenz di Londra dove Silver Surface del 1959 (cm 60x80) è stata
venduta alla cifra record di oltre 493.000 GBP in questo appuntamento milanese un altro Castellani argento
del 1969, il grande acrilico su tela estroflessa Superficie argento – cm 181x252 - con una valutazione di
300/400.000 euro che precede la Superficie bianca del 1966 stimata 400/500.000 euro.
Ma è a Fausto Melotti che il collezionista dedicò una gran parte della sua raccolta raccogliendo con
particolare attenzione e profonda stima per lo scultore nel corso degli
degl i anni una serie esemplificativa di
opere, dai progetti ideati nel 1935 alle sculture datate dal 1961 al 1971.
Nel 1935 insieme al cugino Carlo Belli, Fontana e Licini, Fausto Melotti
inseguì la “voce del mediterraneo” e produsse il gesso Scultura 16, opera di
grande importanza innovatrice e dalla ricca storia espositiva ( val.
150/200.000 euro).
Segue la scultura in terracotta monocroma Solo coi cerchi eseguita nel 1944 :
una preziosa nicchia narrativa e sognante che inaugura la serie dei “teatrini” (
val. 120/180.000 euro).
Con l’opera La Spiaggia (ottone, val. 40/60.000 euro) si apre per Melotti la
felice pagina delle sculture in metallo che qui esemplifichiamo nella poetica La torre di Babele, scultura in
ottone datata 1968 e già esposta alla Gam di Torino negli anni Settanta: è alta 98 cm ed ha una stima di
180/250.000 euro.
In collezione inoltre due magnifiche ( cm 124x110) opere veneziane di Tancredi Senza Titolo
– A proposito dell’alba e S.T. A proposito della laguna n.2 del 1958-59, esposte al Pac di
Milano nel 1984 e alla Fondazione Cini di Venezia nel 1997. Ciascuna tempera è stimata
150/200.000 euro.
Lucio Fontana,
Fontana infine, è presente in questa raccolta con due carte ed un olio del 1961 ( val.
300/400.000 euro) ma qui citiamo il bellissimo tagli del 1965, Concetto spaziale, Attese, cm
92x73, val. 500/600.000 euro, acquistato direttamente nel 1966 dall’artista.
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Il secondo catalogo si evidenzia - nella parte serale della vendita - con una Collezione
privata di capolavori del primo Novecento Italiano con capolavori di Severini, de Chirico
e Balla .
Due delle opere di questa collezione privata di grande rarità
provengono dalla celebre Collezione di Léonce Rosenberg –
mercante, collezionista ed editore parigino delle avanguardie
artistiche dell’epoca - ed hanno entrambe una storia espositiva
di rilievo museale.
Rosenberg inaugura nel 1914 la sua galleria L‘Effort Moderne che
ben presto – nel 1919 - accoglie un Severini cubista di grande
impatto e dimensioni: si tratta dell’olio su tela Arlequin à la
mandoline pubblicato sul catalogo dell’asta milanese di maggio
con una stima di 700.000/1.000.000 euro.
La tela in asta, ha come centro un elegante Arlecchino,
personaggio della Commedia dell’Arte, tra i più cari al
francesissimo pittore italiano di Parigi, figura centrale del dialogo artistico tra Francia ed Italia ad inizio
secolo.
Dopo il primo conflitto mondiale, negli anni tra il 1917 ed il 1919 – data del dipinto in asta – Severini rivede i
moduli cubisti con una felice ricerca di armonia ed una tavolozza raffinata.
L’Arlequin à la mandoline fu in seguito inviato in Italia per una serie di mostre di cui ricordiamo quella del 1923
a Roma, al Palazzo delle Esposizioni, mentre nel 1950 il dipinto fu esposto alla XXV Biennale di Venezia.
L’altra opera di provenienza Rosenberg della raccolta, è la tela datata 1925 di Giorgio de Chirico che nel
1926 appare sul Bulletin de l’Effort Moderne - la pubblicazione della galleria - alla tavola 22.
Tra i temi caratteristici dell’iconografia dechirichiana degli anni del secondo soggiorno parigino, uno dei più
assidui è il ritrovato tema dei manichini.
Un manichino infatti è al centro della tela Le Confiseur de Periclès ( Il mercante Frigio) un olio a sviluppo
verticale che ha in catalogo la stessa stima d’asta dell’Arlecchino di Severini.
Palazzo Reale a Milano accoglie il dipinto nel 1970, a questa mostra antologica seguirono altre esposizioni in
Italia e all’estero, infine nel 1979, Le Confiseur è esposto a Palazzo Grassi, Venezia, nell’ambito della mostra
Pittura Metafisica.
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Nel 1990 a New York, Sotheby’s battè la storica asta
della Collezione di Lydia Winston Malbin dedicata al
Futurismo Italiano, registrando aggiudicazioni record
per Severini e Balla e di quest’ultimo due sono le
opere Futuriste in collezione: Sorpresa ( riprodotto qui a
lato)firmato FuturBalla ed eseguito nel 1923 e Merli
Futuristi dell’anno seguente.
Il primo, già nella raccolta di casa Balla, ha una
valutazione di 600/900.000 euro, mentre il secondo
fu esposto nel 1925 alla storica Exposition
Internationale des Arts Dècoratif et Industriels
Modernes di Ginevra alla quale Balla partecipò con
Depero e Prampolini; successivamente la lunga tela
dei Merli futuristi fece un tour espositivo in America,
da Boston a New York sino a Washington. Oggi ha
una stima d’asta di 600/900.000 euro.
Segue Le Depart des Argonautes di Savinio,
Savinio del 1929, raffinato dipinto, una sorta di poetica finestra verso
l’infinito e l’avventura ( il tema è caro a Savinio, è motivo evocativo ed identificativo insieme); la tela, quasi
quadrata, ha una stima di 190/250.000 euro.
Dalla collezione lombarda di Francesco Pellin due opere importanti di Renato
Renato Guttuso , I Tagliaboschi del
1949 ( val, 80/100.000 euro) e Fumatore del 1958 realizzato in uno stile neo-fauve con violenti contrasti di
colore ( 70/90.000 euro).
Già nella Galleria newyorkese di Leo Castelli uno splendido Birchbark Paint ( realizzato con corteccia di
betulla) nel 1960 dal romano-americano Salvatore Scarpitta valutato 120/150.000 euro. Dello stesso anno –
passato nelle celebri raccolte romane Volpi Orlandini e Franchetti - Isola di Capri di Schifano, quasi uno
schermo a due sole tinte, opera di grande innovazione ( val. 100/150.000 euro). 400/600.000 euro è la
stima per la grande tela quadrata del 1969 di Afro che conobbe a New York De Kooning e Franz Kline,
sviluppando un’autonoma interpretazione della pittura Informale.
ASTA:
ASTA Palazzo Broggi, via Broggi 19, Milano
26 Maggio ore 19 ; 27 Maggio ore 15
ESPOSIZIONE:
ESPOSIZIONE Palazzo Broggi, via Broggi 19, Milano dal
d al 21 al 25 Maggio 2010 ore 10 – 13 e 14 - 19
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