Kiribati - Ambasciata d`Italia
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SCHEDA PAESE KIRIBATI DATI DI BASE Nome Ufficiale: Superficie: Popolazione: Capitale: Forma di Governo: Capo dello Stato: Capo del Governo: Ministro degli Affari Esteri: Sistema legislativo: Sistema legale: Suffragio: Gruppi etnici: Religioni: Lingue: Partiti politici principali: Prossime elezioni Voto Moratoria Universale della Pena di Morte (2014): Repubblica di Kiribati (Ribaberiki Kiribati) 811 Kmq (33 atolli) 105.711 (Censimento Luglio 2015) Tarawa Repubblica Parlamentare Taaneti Mamaua (dal 2016) Taaneti Mamaua (dal 2016) Taaneti Mamaua (dal 2016) Assemblea unicamerale Basato sulla Common Law britannica, , sebbene i giudici devono prendere in considerazione anche il diritto consuetudinario nei procedimenti penali e civili. Tre i livelli di giustizia e la Corte d'Appello del Privy Council nel Regno Unito. Universale (18 anni) Micronesiani (98,8%); Altri (1,2%) Cattolici (56%), Chiesa Presbiteriana di Kempsville (33%), Mormoni (5%), altri Kiribati e Inglese Boutokaan Te Koaua Party, Maneaban Te Mauri Party, Maurin Kiribati Party, Tabomoa Party 2020 Favorevole CENNI STORICI Nel 1606, l’esploratore spagnolo de Quiros giunse a Butaritari e vi trovò gli austronesiani, arrivati sulle isole almeno 2000 anni prima. Gli abitanti delle Tonga e delle Fiji giunsero intorno al XIV secolo. All’inizio del XIX secolo cominciarono ad arrivare gli europei e intorno al 1826 tutte le isole erano ormai segnalate sulle carte nautiche. L’olio di cocco e la copra divennero i principali prodotti di scambio e iniziò anche il cosiddetto blackbirding, ossia il rapimento di indigeni da destinare al mercato degli schiavi da parte di peruviani, inglesi e australiani. Le isole vennero chiamate Isole Gilbert, Kiribas secondo la pronuncia gilbertese, in onore del Capitano Thomas Gilbert. Nel 1892 gli inglesi proclamarono l’arcipelago Protettorato britannico, sotto l’amministrazione della Western Pacific High Commission, con sede a Fiji. Essi aggiunsero Banaba nel 1900, dopo avervi scoperto i giacimenti di fosfato, e iniziarono un’opera di estrazione su vasta scala. All’inizio del 1916 gli inglesi avevano ormai legittimato la loro appropriazione delle Isole Gilbert ed Ellice con un’ordinanza del Sovrano fatta sottoscrivere ai capi locali. Altre isole furono poi aggiunte al gruppo, tra cui Teraina, Tabuaeran, Kiritimati, l’arcipelago delle Tokelau (che passò alla Nuova Zelanda nel 1925) e le Isole della Fenice. Quando il Giappone iniziò le azioni di guerra nel Pacifico, Kiribati venne inevitabilmente coinvolto. I giapponesi bombardarono Banaba, quindi sbarcarono a Tarawa e Butaritari poco dopo aver attaccato Pearl Harbour, ma nel novembre del 1943 gli americani li avevano respinti da gran parte delle isole con alcune delle più sanguinose battaglie combattute nella storia dei Marines. Nel 1957 e nel 1962 l’Inghilterra fece esplodere delle bombe all’idrogeno vicino all’isola di Kiritimati, come parte dei test svolti durante il periodo culminante della Guerra Fredda. Nel 1978 le Isole Ellice divennero lo Stato indipendente di Tuvalu. L’anno successivo anche le Gilbert ottennero l’indipendenza, dando vita all’odierno Kiribati. Nel 1983 fu invece la volta di un importante trattato con gli Stati Uniti, con cui questi rinunciarono definitivamente alle loro pretese sulle Isole della Fenice e sulle Sporadi Equatoriali. Kiribati comprende pertanto tre gruppi di isole, le Gilbert, le Sporadi Equatoriali (Line Islands) e le Isole della Fenice. POLITICA La Costituzione di Kiribati, promulgata nel 1979, prevede elezioni libere e a suffragio universale. Il potere esecutivo è esercitato da un Presidente, un Vice Presidente e un Gabinetto. Il Presidente, nominato tra i parlamentari eletti, rimane in carica per quattro anni, rinnovabile per due volte addizionali, e nomina i membri del Gabinetto scegliendoli tra i deputati. Il potere legislativo è esercitato da un’assemblea unicamerale, Maneaba ni Maungatabu, costituita da 44 membri. Le elezioni si tengono ogni quattro anni. Nelle elezioni del 2016 ha prevalso Taaneti Mamaua. Le elezioni del Parlamento si tengono entro tre mesi dal quarto anniversario della prima seduta del Parlamento. Le elezioni presidenziali si tengono entro un mese dalla nomina dei candidati presidenziali. Sebbene Kiribati abbia formalmente partiti politici, essi si comportano piuttosto come gruppi di pressione. Il Presidente Tong aveva fatto del tema del cambiamento climatico il suo cavallo di battaglia; il suo Paese, costituito solo da atolli, rischia di scomparire per effetto dell’innalzamento del livello delle acque o a seguito delle devastazioni dei cicloni e di onde anomale. Il Presidente Tong, paladino degli Stati del Pacifico afflitti dal medesimo problema, si era distinto per i suoi appelli alla comunità internazionale affinché la questione climatica entri veramente a far parte dell’agenda mondiale. Kiribati è uno dei paesi più poveri e sottosviluppati al mondo, e la sfida posta dal cambiamento climatica è troppo grande per essere affrontata senza l’aiuto e la cooperazione della comunità internazionale e dei Paesi prossimi. Le ultime elezioni, tenutesi a marzo 2016, si sono concluse con l’elezione dell’Onorevole Taaneti Mamaua a Presidente della Repubblica. Il neoletto Presidente, appartente al partito di opposizione, ha vinto nettamente la tornata elettorale con circa il 60% dei voti. Tong non ha potuto essere rieletto in quanto aveva già servito tre mandati. Uno dei provvedimenti più discussi della storia di Kiribati è stata la decisione del Presidente Teburoro Tito, eletto nel 1994, di spostare la linea internazionale del cambio di data verso est, così da includere anche le Sporadi Equatoriali. Questa decisione, mirata a facilitare la vita economica del paese, ha anche permesso a Kiribati di essere il primo paese a salutare l’alba del nuovo millennio, evento che ha avuto positive ripercussioni in termini di turismo. Dopo la rielezione di Tito nel 1998, Kiribati è entrato a far parte dell’ONU nel 1999. Nel 2002 è stata approvata una controversa legge che ha conferito al governo il potere di chiudere le testate giornalistiche. Tito ottenne un’ulteriore mandato nel 2003, ma nello stesso anno fu deposto da un voto di sfiducia, e sostituito da Anote Tong, leader dell’opposizione poi confermato nelle elezioni del 2007. Nell’estate del 2008 Kiribati ha chiesto ufficialmente ad Australia e Nuova Zelanda di concedere ai propri cittadini lo status di rifugiati permanenti. Kiribati potrebbe infatti essere il primo paese a scomparire a causa dei cambiamenti climatici e dell’innalzamento del livello del mare. POLITICA ESTERA Kiribati è membro del Commonwealth, delle Nazioni Unite e del Pacific Islands Forum (PIF). Solo quattro Stati hanno missioni diplomatiche residenti a Tarawa: Taiwan, Cuba, Australia e Nuova Zelanda, mentre la Repubblica Popolare Cinese ha un Ufficio di Rappresentanza. A partire dal 2003 Kiribati riconosce Taiwan. Le relazioni con Cuba consistono invece prevalentemente in aiuti sanitari forniti da quest’ultima alla Nazione pacifica sotto forma di medici e farmaci. In termini di aiuti internazionali i principali donatori sono l’UE, l’Australia, la Nuova Zelanda, il Giappone, il Canada e gli Stati Uniti. Tali aiuti possono costituire dal 25 al 50% del PIL di Kiribati. Circa 1600 gilbertesi abitano in Nuova Zelanda. ECONOMIA Kiribati è uno dei paesi più poveri al mondo. Lo sviluppo economico di Kiribati è fortemente limitato sia dalla sua geografia che dalle limitate risorse naturali. La bassa elevazione delle terre, l’erosione delle coste e l’aumento del livello del mare, con conseguente salinazione del suolo, fanno sì che lo sviluppo agricolo risulti impossibile. Gli approvvigionamenti di acqua sono scarsi e le condizioni climatiche sono molto variabili, con lunghi periodi di siccità. Il Dollaro di Kiribati è agganciato al Dollaro Australiano in rapporto 1:1. Nel paese mancano adeguate infrastrutture e collegamenti per i trasporti sia all’interno che verso l’esterno. Le isole Gilberts soffrono del sovraffollamento, poichè in queste isole si concentra circa metà della popolazione totale. La principale attività commerciale è la coltivazione della noce di cocco per il consumo locale. La copra (polpa essiccata della noce di cocco) viene esportata per la maggior parte in Bangladesh e più recentemente anche in Australia. Comunque, anche le entrate derivanti dalle esportazioni di copra oscillano a causa dalle condizioni climatiche e dai prezzi mondiali in continua variazione. Lo sviluppo economico è anche limitato per mancanza di lavoratori qualificati (eccetto i marinai, educati al Marine Training Centre di Betio e molto ricercati in Germania e in USA), la debolezza dell'infrastruttura e la distanza dei mercati internazionali. Lo sfruttamento delle notevoli risorse marine delle acque attorno a Kiribati, ricche di tonno, rappresenta una fonte importante di entrate valutarie anche se buona parte delle stesse è costituita dalle entrate derivanti dalla concessione di licenze di pesca a imbarcazioni estere, principalmente taiwanesi, giapponesi e sudcoreane, ma anche europee e statunitensi. Solo da queste licenze deriva oltre il 20% del PIL di Kiribati, mentre un altro 10% deriva dalle rimesse dei cittadini residenti all’estero. Dal 16 settembre 2003 è in vigore il Fishery Agreement, il primo Accordo concluso dall’Unione Europea con uno Stato del Pacifico relativo alla cessione di licenze di pesca e commercializzazione del tonno. L’Accordo è modellato su quello, omonimo, firmato con il Giappone. Una menzione merita infine il turismo, che con 3-4.000 visitatori all’anno rappresenta più di un quinto del PIL del paese. Tuttavia, il settore non è sfruttato come dovrebbe. Tra le principali attrazioni vi sono senz’altro i siti delle battaglie della Seconda Guerra Mondiale. Gli aiuti finanziari esterni, provenienti in gran parte dal Regno Unito e dal Giappone, hanno negli ultimi anni apportato fra il 25% e il 50% del PIL. L’Unione Europea è impegnata a favore delle Piccole Isole in Via di Sviluppo del Pacifico (SIDS) con nuovi Programmi Indicativi Nazionali (NIP) firmati durante la conferenza SIDS a Samoa, nel settembre 2014. Questo ulteriore impegno nell'ambito del cosiddetto PATHWAY Samoa sarà cruciale per il raggiungimento di progressi in numerosi settori importanti nei prossimi sei anni. Vale la pena ricordare che l'Italia contribuisce al 17% del bilancio dell'Unione Europea (UE). L'Unione europea ha investito 114 mln. Euro nel periodo 2008-2013 (in parte nei NIP) e sta investendo 166 mln. Euro nel periodo 2014-2020, al fine di proteggere l’ambiente e promuovere programmi di difesa dei diritti umani. Parte del budget del decimo EDF è stato destinato a programmi per la sanitizzazione dell’acqua e per le energie rinnovabili. Kiribati riceverà circa 23 mln. Euro nel periodo 2014-2020, nell’ambito dell’undicesimo EDF. RAPPORTI BILATERALI - Interscambio commerciale I dati dell’interscambio bilaterale tra Italia e Kiribati sono sempre stati molto esigui, in quanto le relazioni commerciali tra i due paesi sono sempre state incostanti ed estremamente limitate. Secondo gli ultimi dati ISTAT nel 2014 l’Italia ha esportato a Kiribati prodotti finiti per un valore totale di 2.861 € (+117,1% rispetto al 2013), mentre le nostre importazioni da Kiribati nel 2014 riguardano prodotti alimentari pari a 9.259 € (-20,9%). - Cooperazione L’Italia ha finanziato attività di cooperazione allo sviluppo sia attraverso i fondi dell’Unione Europea che attraverso il Programma FAO Support to the Regional Programme for Food Security in the Pacific Island Countries. Nell’ambito del Progetto Regionale FAO di Sicurezza Alimentare Food Security, è operativo a Kiribati il progetto Development of Home Garden and Root crops & Coconut Industry Study (111.670 US$). Nel 2007, l'Italia ha avviato un programma di partnership a lungo termine sulle energie rinnovabili e l'efficienza energetica con 14 Paesi SIDS, che si è dimostrato così efficace e concreto da catalizzare la partecipazione di altri donatori quali l'Austria, Lussemburgo e Spagna. Kiribati è tra i 14 destinatari membri; alcuni progetti sono attuati a livello nazionale, altri a vivello regionale. Finora l'Italia ha investito nella regione del Pacifico più di 10 mln. US$, impegnandosi per altri 6 mln. US$, condividendo coi SIDS l'aspirazione ad un mondo sostenibile. Con fondi italiani l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), ha implementato a Kiribati l'attuazione di progetti sul tema “Managing Ecosystem & Livelihood Implications of Energy Policies in the Pacific Islands States”; 4 progetti sono stati attuati o sono in procinto di esserlo attraverso il sistema di finanziamento diretto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, e cioè: “Renewable Energy Systems for water pumping in rural areas”, “Wind resources assessment for Kiribati Islands”, “Biofuel Production and refining development at Kiribati” e “PV-hybrid Minigrid for Chevalier College Abemama Atoll”, per un valore complessivo di 760.000 US$. Un nuovo progetto denominato “Solar Electrification project for the Christina Community Leaders (CCL) Training Institute, Manoku” (del valore di 232.000 US$) è stato approvato dall’VIII Commissione Mista tenutasi a New York nel luglio 2015 e verrà attuato dall’IUCN. Kiribati, precedentemente inclusa nelle due “black lists” del MEF per l’indeducibilità dei costi e le “controlled foreign companies”, e’ stata rimossa da entrambe all’inizio del 2016. - Candidature italiane Kiribati è solitamente ben disposto verso le candidature italiane alle varie organizzazioni internazionali. Da segnalare da ultimo il sostegno a: - Consiglio di sicurezza dell’ONU (2007-2008) - Consiglio dei diritti umani dell’ONU (2007-10) - Consiglio ICAO (2007-2010) - Consiglio di Sicurezza dell’ONU (2017-2018) Quanto alla riforma del Consiglio di Sicurezza, Kiribati si è sempre espresso in favore delle aspirazioni giapponesi, in ragione anche del peso degli aiuti bilaterali concessi da Tokyo.
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