operazione umanitaria analisi dei fatti luglio 2006 – maggio 2009
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operazione umanitaria analisi dei fatti luglio 2006 – maggio 2009
OPERAZIONE UMANITARIA ANALISI DEI FATTI LUGLIO 2006 – MAGGIO 2009 LUGLIO 2011 MINISTERO DELLA DIFESA REPUBBLICA DEMOCRATICA SOCIALISTA DELLO SRI LANKA (Testo originale in inglese – Traduzione non ufficiale) OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI SOMMARIO I. RESOCONTO EFFETTIVO A. Panoramica generale sul rapporto B. Panoramica generale sull’Operazione Umanitaria Pagina 5 5 5 PARTE PRIMA II. CONTESTO GENERALE A. Panoramica generale sul LTTE B. Le atrocità del LTTE contro i civili C. Impiego di bambini soldato da parte del LTTE D. Pulizia etnica effettuata dal LTTE E. Attacchi alla democrazia da parte del LTTE F. La minaccia globale lanciata dal LTTE G. La messa al bando del LTTE III. ESTENSIONE E SCOPO DEL COMANDO LTTE A. Potenza del comando LTTE B. Numero dei vari gruppi C. Forze combattenti di terra D. L’ala delle Tigri di Mare E. L’ala delle Tigri d’Aria F. L’ala delle Tigri Nere (Suicide) G. L’ala dell’Intelligence H. Rete dei sostenitori I. Meccanismi di supporto internazionale J. Rete criminale internazionale 2 8 8 10 14 14 15 15 16 17 17 18 18 21 24 26 26 27 29 31 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI IV. GLI SFORZI DEL GOVERNO PER LA NEGOZIAZIONE DI UN ACCORDO A. Panoramica generale B. I negoziati di Thimphu – Luglio/Agosto 1985 C. L’accordo Indo-srilankese – Luglio 1987 D. I negoziati di pace – Maggio 1989/Giugno 1990 E. I negoziati di pace – Ottobre 1994/Aprile 1995 F. L’intervento norvegese facilita l’instaurazione della pace Febbraio 2002/Gennaio 2008 G. Il comportamento del LTTE tra il 2002 e il 2006 Pagina 32 32 33 34 36 37 39 41 PARTE SECONDA V. VI. VII. VIII. IX. X. A. B. C. D. LA RIPRESA DELLE OSTILITÀ LE OPERAZIONI NEL WANNI L’OPERAZIONE DI SALVATAGGIO DEI CIVILI ACCOGLIENZA DEI CIVILI ASSISTENZA UMANITARIA PROCEDURE OPERATIVE GENERALI E PREPARATIVI PER SALVAGUARDARE LA VITA DEI CIVILI Procedure generali Esercito dello Sri Lanka Marina militare dello Sri Lanka Aeronautica militare dello Sri Lanka A. B. C. D. SALVAGUARDIA DEI DIRITTI CIVILI Quadri istituzionali Formazione sui Diritti Umani e sul Diritto Umanitario Internazionale Sorveglianza delle presunte violazioni Indagini e procedimenti giudiziari XI. 3 47 56 64 73 74 75 75 75 76 77 80 80 80 81 82 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Pagina PARTE TERZA XII. CONSEGUENZE DELL’OPERAZIONE UMANITARIA XIII. CONCLUSIONI 4 84 89 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI I. RESOCONTO EFFETTIVO A. Panoramica generale sul rapporto 1. Questo rapporto presenta il contesto effettivo e operativo dell’operazione umanitaria condotta dal Governo dello Sri Lanka tra luglio 2006 e maggio 2009 per liberare il paese dal comando LTTE. Un’analisi dei fatti dimostra il motivo per cui il Governo Sri Lankese elaborò una strategia militare contro il LTTE e la ragione per cui le Forze di Sicurezza impiegarono un tale livello di violenza, e si concentra sui provvedimenti a favore del rispetto e della tutela dei civili presi dal Governo ad ogni tappa dell’operazione. 2. La prima parte del rapporto fornisce un contesto dettagliato del LTTE, attraverso un dossier sulle atrocità passate, sulla portata ed evoluzione dell’organizzazione e sul continuo rifiuto di una soluzione pacifica. Al termine della prima parte è chiaro il motivo per cui il Governo dello Sri Lanka non abbia avuto scelta e abbia perseguito una strategia militare contro il LTTE. 3. La seconda parte tratta delle ragioni per cui le Forze di Sicurezza impiegarono un tale grado di violenza e determinate tipologie strategiche, e dimostra come tutti gli aspetti dell’Operazione Umanitaria furono pianificati ed eseguiti alla luce di una preoccupazione profonda per le vite di tutti i cittadini Sri Lankesi. Questa sezione descrive gli interventi intrapresi per ridurre al minimo il numero di vittime tra i civili con un’analisi dell’addestramento e delle politiche pre-operative e delle tattiche specifiche impiegate nelle battaglie ad est del paese e a Wanni. 4. La terza parte conclude il rapporto con una panoramica generale sulle conseguenze della guerra e prova che l’Operazione Umanitaria fu giusta, sia nel modo in cui fu condotta che relativamente ai risultati. B. Panoramica sull’Operazione Umanitaria 5. In Sri Lanka il LTTE condusse per trent’anni una campagna di terrore e violenza che provocò la morte di decine di migliaia di Sri Lankesi appartenenti a diverse etnie. Impiegando una combinazione di tattiche terroristiche e di violenza convenzionale, il LTTE realizzò il massacro di civili innocenti, attaccò obiettivi economici e istituzioni fondamentali, creando una mera psicosi che si ripercosse nella vita quotidiana di diverse generazioni di Sri Lankesi. Inoltre, il comando assassinò oltre un centinaio di leader politici eletti democraticamente, così come ufficiali del Governo di diverse etnie, il Capo di Stato Sri Lankese e l’ex Primo Ministro indiano. 5 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 6. Inoltre, il LTTE minacciò e sottomise incessantemente i civili che vivevano a nord e a est del paese, in modo particolare nelle zone in cui l’organizzazione dominava, reclutando bambini come soldati, spargendo mine in aree civili, impegnandosi in campagne di pulizia etnica e privando i cittadini dei diritti umani fondamentali e delle libertà democratiche. Ovunque, in Sri Lanka, la popolazione era terrorizzata dal LTTE e costretta a vivere in uno stato di eterna paura e insicurezza. 7. Il LTTE fu riconosciuto come una delle organizzazioni terroristiche più spietate e sofisticate al mondo. L’impiego del terrorismo, della guerriglia e di tattiche convenzionali attraverso forze militari semi convenzionali, e la possibilità di accedere a centinaia di migliaia di dollari provenienti da attività criminali, contributi volontari ed estorsione di individui in tutto il mondo, trasformarono il comando LTTE in un nemico formidabile che scampò ripetutamente alla sconfitta militare. 8. Durante il lungo conflitto armato con il LTTE, il Governo dello Sri Lanka tentò continuamente di convincere il comando a partecipare a negoziati di pace con l’obiettivo di trattare e raggiungere pacificamente un accordo. Anche i governi stranieri contribuirono al raggiungimento di questo obiettivo in due occasioni: nel 1987, quando i governi di India e Sri Lanka firmarono l’Accordo Indo-Sri Lankese, che sfociò nell’istituzione di una Forza Indiana per il Mantenimento della Pace (IPKF) in Sri Lanka per due anni, e nel 2002, quando il negoziato di pace fu facilitato dalla Norvegia. In ogni tentativo per la negoziazione di un accordo, il LTTE respinse qualsiasi soluzione pacifica della pace e impiegò il periodo di cessazione delle ostilità tra un incontro e l’altro per riorganizzarsi, rifornirsi di armi e rafforzare le proprie abilità militari. 9. Durante il cessate il fuoco che seguì l’ultimo negoziato di pace, il LTTE chiuse uno dei principali canali artificiali a Marvin Aru nel luglio 2006, lanciando così una terribile minaccia ai civili di tutte le etnie del Distretto di Trincomalee. Quest’intervento fu seguito da un attacco organizzato del LTTE su diversi fronti con lo scopo di prendere possesso del porto strategico di Trincomalee e delle zone circostanti. Considerando l’immediata minaccia alla vita dei civili, la storia delle atrocità inflitte a questi ultimi e le continue violazioni al cessate il fuoco da parte del LTTE, il Governo Sri Lankese non ebbe scelta e avviò un’Operazione Umanitaria per liberare la popolazione dell’est e del nord dalla minaccia del LTTE e cancellare la paura dei cittadini Sri Lankesi nei confronti di tale organizzazione terroristica. 6 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 10. Mentre l’Operazione Umanitaria continuava nell’interesse del paese, un gruppo sempre più isolato del LTTE si circondò con uno scudo umano di migliaia di civili nel tentativo brutale di autotutelarsi. Il LTTE tratteneva a forza i civili, li tenevano in ostaggio con modi violenti e mettevano volutamente a repentaglio le loro vite confondendo i combattenti coi civili e utilizzando luoghi civili protetti per le loro attività militari. 11. Consapevoli delle atrocità compiute dal comando LTTE, della portata e dell’evoluzione di quest’organizzazione e dell’evidente pericolo a cui erano esposti migliaia di civili in mano al LTTE, il Governo dello Sri Lanka ebbe la responsabilità e il dovere di sconfiggere tale organizzazione e liberare i civili tenuti nelle loro grinfie. Le Forze di Sicurezza agirono con la violenza necessaria per portare a termine questo compito in proporzione con la minaccia che sovrastava il paese. 12. Il Governo dello Sri Lanka fece ogni sforzo per proteggere i civili nella zona del conflitto con la creazione di Corridoi Sicuri e Zone Franche, e aderendo a una politica di “Zero Vittime tra i Civili” che fu trasmessa a tutte le truppe attraverso l’addestramento e gli ordini operativi. Lo Sri Lanka assunse anche un ruolo proattivo ed estensivo nel fornire assistenza umanitaria ai civili prima, durante e dopo il conflitto. Nonostante il chiaro intento del Governo e delle numerose precauzioni prese, in una battaglia di tale portata fu impossibile evitare vittime tra i civili, soprattutto contro un nemico spietato che metteva appositamente a repentaglio le loro vite. 13. Il 18 maggio 2009 lo Sri Lanka sconfisse il LTTE, ponendo così fine a trent’anni di conflitti e sofferenze. Il Governo fornì un’immediata assistenza umanitaria ai civili che erano tenuti prigionieri dal LTTE e si impegnò a trasferire rapidamente gli sfollati nei loro villaggi originari. 14. Oggigiorno, gli Sri Lankesi di tutte le etnie e di ogni zona dello Sri Lanka, sono liberi dalla minaccia del LTTE e non vivono più nella paura. A nord e a est del paese è stata ristabilita la democrazia e si sono riprese le procedure elettorali dopo decenni, gli sfollati sono stati riportati nelle loro case, gli edifici sono stati riparati, l’economia ha ripreso slancio, gli ex-gruppi armati hanno abbandonato le armi e sono entrati in politica, i bambini soldato coscritti dal LTTE sono ritornati dalle loro famiglie, e gli altri militari che si sono arresi sono stati reintegrati nella vita civile dopo un periodo di reinserimento sociale. Gli Sri Lankesi hanno iniziato un processo di ricostruzione delle loro vite e del loro paese. 7 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI PARTE PRIMA II. CONTESTO GENERALE A. Panoramica generale sul LTTE 15. Il comando LTTE è uno dei tanti gruppi militari organizzati che tentò di evitare l’entrata della comunità tamil nel processo di democratizzazione degli anni ’70. Per raggiungere i loro scopi, questi gruppi impiegavano la violenza armata e durante gli anni ’80, ad eccezione del LTTE, iniziarono a trattare con il Governo dello Sri Lanka rinunciando così alla violenza. 16. Nella storia dello Sri Lanka è capitato spesso che il governo sia entrato in trattativa con i gruppi militanti al fine di integrarli nella vita politica. Il Fronte di Liberazione del Popolo (Janatha Vimukthi Peramuna o JVP), un movimento Sri Lankese radicale che tentò di rovesciare il Governo attraverso la violenza armata all’inizio degli anni ‘70 e alla fine degli anni ’80, entrò in politica nel 1994 in seguito a negoziati con il Governo dello Sri Lanka e abbracciò da allora la democrazia. Analogamente, la maggior parte dei gruppi armati di origine tamil accettò di abbandonare le armi e collaborare con il Governo dello Sri Lanka per risolvere le problematiche. 17. Al contrario, il comando LTTE rifiutò di adottare metodi pacifici, diventando sempre più intransigente. Il comando indebolì ed eliminò i gruppi armati tamil concorrenti e i partiti politici del nord e dell’est, pretendendo arbitrariamente di detenere il ruolo di unico rappresentante dei tamil, e assassinò i tamil dissidenti, come personaggi politici, ufficiali del governo, studiosi e intellettuali di ogni zona del paese. Tra questi ricordiamo: 8 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Data 27 luglio ‘75 Obiettivo Sig. Alfred Duraiappa 2 ottobre ‘80 Sig. Subramaniam 16 marzo ‘81 1 gennaio ‘82 19 gennaio ‘83 Sig. C. Thanabalasingham Sig. K. Sundaram Sig. K. T. Pullendran 12 agosto ‘83 14 agosto ‘83 1 settembre ‘85 Sig. A.G. Rajasooriyar Sig. Kulasekaran Sig. K. Thurairathnam 6 maggio ‘86 13 luglio ‘87 Sig. S. S. Sabaratnam Sig. A. Amrthalingam 13 luglio ‘87 7 maggio ‘90 Sig. V. Yogeshwaran Sig. S. Thambimuttu 29 luglio ‘99 14 agosto ‘05 Dott. Neelan Tiruchelvam Sig. Lakshman Kadirgamar Professione Membro del Parlamento e Sindaco di Jaffna Coordinatore del Partito Nazionale Unito (UNP) per Kilinochichi Leader del gruppo armato TNT Leader militare del gruppo armato PLOTE Ex-membro del Parlamento e Coordinatore dell’UNP per Vavuniya Coordinatore Capo dell’UNP per Jaffna Leader del gruppo armato TELA Membro del Parlamento e del Fronte Unito di Liberazione Tamil (TULF) Leader del gruppo armato TELO Ex-leader dell’Opposizione, Membro del Parlamento e Segretario Generale del TULF Membro del Parlamento e del TULF Membro del Parlamento e del Fronte Rivoluzionario di Liberazione del Popolo Eelam (EPRLF) Membro del Parlamento e del TULF Ministro Affari Esteri (Vedi Allegato A per maggiori dettagli) 18. Dagli inizi, l’obiettivo ultimo del LTTE era costruire uno stato a parte esclusivamente per i tamil, chiamato “Tamil Eelam”, che si sarebbe esteso nel nord e nell’est dello Sri Lanka. Lo stato avrebbe occupato circa il 28,7% della superficie Sri Lankese e il 60% della costa. 19. Per raggiungere gli obiettivi prefissati, il LTTE si impegnò in una lotta armata di notevole violenza attraverso una lunga campagna di tattiche di guerriglia, azioni militari semi-convenzionali e terrorismo. Il conflitto armato si concentrò principalmente nel nord e nell’est dello Sri Lanka, mentre la campagna terroristica fu promossa in tutto il paese con conseguenze sulla stabilità politica, economica e sociale. 20. Lo scopo delle operazioni via terra del LTTE era duplice. In primo luogo, un obiettivo era infiltrarsi nelle zone civili e compiere atrocità. come omicidi di massa in villaggi vulnerabili, per indebolire la sicurezza e le funzioni amministrative del Governo dello Sri Lanka e diffondere panico e instabilità. In secondo luogo, altro obiettivo era causare il massimo danno alle Forze di Sicurezza e alle istituzioni militari, ricorrendo a tutte le forze armate e compiendo attacchi multipli combinati con tattiche semiconvenzionali, di guerriglia e terroristiche. 9 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 21. Oltre alle avanzate abilità di combattimento via terra, il LTTE sviluppò una flotta navale sofisticata nota come l’Ala delle Tigri di Mare. La flotta permise di affrontare le Forze di Sicurezza con operazioni anfibie, tra cui confronti diretti e missioni suicide, e di mantenere contatti via mare per i rifornimenti logistici provenienti dalla rete internazionale. 22. Unica al mondo tra le organizzazioni terroristiche, il LTTE riuscì a sviluppare anche una flotta aerea. Oltre all’attacco da terra di mezzi aerei militari e civili, l’Ala delle Tigri d’Aria permise all’organizzazione di effettuare operazioni offensive in tutto lo Sri Lanka, impiegando la propria flotta aerea anche nelle ultime fasi del conflitto. 23. Altra componente fondamentale delle forze di attacco del LTTE fu la formidabile Ala delle Tigri Nere, un’unità speciale che si occupava di condurre attacchi suicidi contro le Forze di Sicurezza e di compiere attacchi terroristici contro i civili in tutto il paese e non solo. Infatti, le Tigri Nere organizzarono almeno un attacco suicida anche nel sud dell’India. B. Le atrocità del LTTE contro i civili 24. La campagna terroristica del LTTE fu una caratteristica preponderante dell’intero conflitto. Tale campagna era mirata alla destabilizzazione del Governo dello Sri Lanka, paralizzando l’economia, indebolendo gli oppositori del LTTE e l’esercito e alimentando una psicosi in tutto il paese. I civili innocenti di tutte le etnie costituirono gli obiettivi degli attacchi terroristici e ne furono uccisi, mutilati e feriti a migliaia. 25. Il LTTE organizzò attacchi mirati ai civili in tutto lo Sri Lanka impiegando bombe umane, autobombe, bombe a orologeria, mine antiuomo Claymore, ordigni esplosivi improvvisati e attacchi armati. Gli attacchi a civili innocenti con l’impiego di queste tecniche causarono circa 9.800 morti e oltre 10.000 feriti gravi nelle zone controllate dal Governo, mentre il numero di civili uccisi e feriti nelle aree controllate dal LTTE è sconosciuto. Tra gli attacchi esplosivi che causarono più vittime si ricorda quello alla stazione centrale degli autobus di Colombo nel 1987, con oltre 100 vittime, e il camion bomba alla Banca Centrale nel 1996, con 86 vittime e oltre 1.300 feriti. Inoltre, furono compiuti diversi attacchi armati, tra cui il massacro di 120 fedeli ad Anuradhnapura, nel luogo sacro ai buddhisti Sri Maha Bodhiya nel 1985, e quello di 37 civili tra cui 33 monaci 10 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI buddhisti novizi a bordo di un autobus ad Aranthalawa nel 1987, o il massacro di 147 fedeli musulmani alla Moschea Kathankudy a Batticaloa nel 1995. Tra gli attacchi su larga scala si ricordano: Data 17 aprile ‘87 6 ottobre ‘87 11 aprile ‘89 24 luglio ‘96 5 maggio ‘98 29 settembre ‘98 29 novembre ‘99 15 giugno ‘06 Luogo Habarana Valachchenai Trincomalee Dehiwala Maradana Jaffna Madhu Church Kebetigollawa Vittime 96 40 51 57 36 54 38 48 Feriti 44 43 356 270 66 86 Descrizione Attacco su autobus passeggeri Incendio su un treno postale Autobomba Bomba su un treno Attacco su autobus passeggeri Attacco su aereo civile Armi leggere e mortai Mine Claymore su un autobus (Vedi Allegato B per maggiori dettagli) 26. Il LTTE attaccò anche i civili di villaggi vulnerabili, impiegando armi automatiche e leggere, spade, machete, mazze e altre armi manuali. Gli attacchi furono realizzati principalmente di notte sotto a sorpresa e gli obiettivi erano uomini, donne e bambini innocenti. Nel complesso, si stima che gli attacchi del LTTE ai villaggi vulnerabili provocarono circa 1.950 morti e oltre 400 feriti tra i civili. Il peggiore di questi attacchi si verificò nel villaggio musulmano di Eravur, nei pressi di Batticaloa, nell’agosto 1990, e causò 173 vittime tra i civili. Tra gli attacchi si ricordano: Data 29 novembre ‘84 10 ottobre ‘88 11 febbraio ‘89 29 aprile ‘92 15 ottobre ‘92 Villaggio Dollar Farm Mahakongaskada Dutuwewa & Sinhapura Krapola, Muthugala, A’thana Palliyagodella & Ahamedpura Luogo Welioya Medawachichiya Welioya Polonnaruwa Polonnaruwa 25 maggio ‘95 2 luglio ‘97 18 settembre ‘99 Kallarawa Erakkandy Galapitagala, Badirekka, Borapola Polonnaruwa Trincomalee Ampara Vittime 33 44 37 130 146 Feriti 0 4 5 71 83 42 34 50 15 0 5 (Vedi allegato C per maggiori dettagli) 27. Gli attacchi del LTTE a obiettivi economici e alle principali infrastrutture civili ebbero lo scopo di paralizzare l’attività economica dello Sri Lanka. Gli attacchi alla Banca Centrale di Colombo nel 11 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 1996 compromisero l’intero sistema finanziario. Gli attacchi all’Aeroporto Internazionale del paese di luglio 2001, in cui furono completamente distrutti diversi aerei passeggeri, tra cui un Airbus A-340 e un Airbus A-330, e gravemente danneggiati altri, ebbero un impatto devastante sull’industria del turismo per molti anni. Il LTTE prese di mira anche la Raffineria Petrolifera di Kolonnawa in diverse occasioni, l’ultima delle quali fu un attacco aereo effettuato nel 2007. Inoltre, il LTTE si concentrò su obiettivi come i servizi e le infrastrutture fondamentali per i trasporti, per esempio la Stazione Centrale degli autobus e la Stazione Ferroviaria di Colombo, e portò a termine attacchi anche su autobus, treni e aerei civili. Tra gli attacchi del LTTE si ricordano: Data 3 maggio ‘86 7 maggio ‘86 21 aprile ‘87 6 ottobre ‘87 20 ottobre ‘95 31 gennaio ‘96 24 luglio ‘96 15 ottobre ‘97 24 luglio ‘01 26 maggio ‘08 Luogo Aeroporto Internazionale Complesso Centrale delle Telecomunicazioni Stazione Autobus centrale, Colombo Valachchenai, Batticaloa Raffineria Petrolifera Kolonnawa Banca Centrale, Colombo Dehiwala, Colombo World Trade Centre, Colombo Aeroporto Internazionale Treno, Dehiwala Vittime 16 Feriti 0 Descrizione Bomba su aereo civile 15 4 Esplosione di una bomba 106 295 40 0 Autobomba alla Stazione degli Autobus Attacco del LTTE 17 35 Raid armato 86 1.338 Camion bomba 57 12 356 113 Bomba su un treno Autobomba 6 16 Attacco all’aeroporto 9 80 Bomba a orologeria (Vedi Allegato D per maggiori dettagli) 28. Il LTTE si impegnò anche in una campagna brutale di omicidi. Tra le vittime di questa campagna si annoverano anche due leader nazionali: l’ex-Primo Ministro indiano Rajiv Gandhi, che nel 1991 fu ucciso da un’attentatrice suicida, e l’allora Presidente Sri Lankese Ranasingha Premadasa, anch’egli assassinato in un attacco suicida nel 1993. Nel 1999, il Presidente Sri Lankese Chandrika Kumaratunga scampò alla stessa fine. Il LTTE assassinò anche il Ministero della Difesa Sri Lankese Ranjam Wijeratna nel 1991 e, durante un periodo di cessate il fuoco, il Ministro degli Esteri Lakshman Kadirgamar. Oltre alle personalità summenzionate, durante la campagna di omicidi l’organizzazione causò la morte di altri personaggi noti, tra cui: 12 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Data 27 luglio ‘75 13 luglio ‘87 Obiettivo Sig. Alfred Duraiappa Sig. A.Amirthalingam 13 luglio ‘87 23 aprile ‘93 Sig. V. Yogeshwaran Sig. Lalith Athulathmudli Sig. Gamini Dissanayake Sig. G. M. Premachandra 24 ottobre ‘94 Professione Membro del Parlamento e Sindaco di Jaffna Ex-Leader dell’Opposizione, Membro del Parlamento e Segretario Generale del TULF Membro del Parlamento e del TULF Ex-Ministro della Sicurezza Nazionale Candidato alla Presidenza dell’Opposizione Membro del Parlamento e Leader dei Fronte Democratico Nazionale Unito (DUNF) Membro del Parlamento, Ex-Ministro dell’Alimentazione e della Cooperazione Membro del Parlamento e Leader del Partito del Popolo dello Sri Lanka (SLMP) Membro del Parlamento e del TULF Ministro dello Sviluppo Industriale Ministro della Costruzione Nazionale Ministro delle Autostrade e dello Sviluppo Stradale Sig. W. Mallimarachchi Sig. O. Abeygunasekera 29 luglio ‘99 7 giugno ‘00 8 gennaio ‘08 6 aprile ‘08 Dott. Neelan Tiruchelvam Sig. C. V. Gooneratne Sig. D. M. Dasanayake Sig. Jayeraj Fernandopulle (Vedi Allegato E per maggiori dettagli) 29. Oltre all’assassinio di figure politiche in tutto lo Sri Lanka, il LTTE uccise funzionari del Governo, impiegati statali, membri del sistema giudiziario e altri individui con l’intento di turbare l’ordine pubblico del paese. Tra gli attacchi si ricorda l’uccisione a est del paese di 364 poliziotti dopo la loro resa e la garanzia di sicurezza comunicata loro da parte del LTTE nel periodo dei negoziati di pace con il Governo nel giugno 1990. 30. La campagna terroristica portata avanti dal LTTE in tutto lo Sri Lanka ebbe conseguenze di vasta portata. L’atmosfera di paura e instabilità incrementata dai numerosi attacchi ebbe un impatto devastante sull’economia del paese. Gli attacchi indiscriminati dell’organizzazione ai civili, tra cui i massacri di bambini, e alle zone di culto religioso, dimostravano chiaramente che nessuno era immune dalla violenza. Questa situazione provocò una tremenda tensione nella vita quotidiana degli Sri Lankesi, causando un immenso danno psicologico a diverse generazioni di tutte le etnie e sconvolgendo la vita civile. 13 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI C. Impiego di bambini soldato da parte del LTTE 31. Il comando LTTE sfruttò i bambini in modo spietato e costrinse quelli intorno ai 10 anni e residenti nelle zone controllate dall’organizzazione a entrare nell’esercito. Durante le fasi iniziali del conflitto le famiglie erano obbligate ad affidare al LTTE almeno un figlio proprio per questa causa. L’ideologia dell’organizzazione era promossa alle cerimonie obbligatorie nelle scuole e i bambini erano sequestrati perfino durante l’orario scolastico. I bambini reclutati erano soggetti a un indottrinamento e a un addestramento brutale. Alcuni di loro erano vittime del lavaggio del cervello con lo scopo di essere trasformati in elementi destinati a operazioni suicide. 32. Anche dopo la sottoscrizione dell’accordo di cessate il fuoco del 2002, il reclutamento di bambini da parte del LTTE continuò imperterrito. Sebbene l’organizzazione accettò di rilasciare i bambini soldato sotto la sua custodia e interrompere il reclutamento futuro, non rispettò nessuno di questi impegni. Nel 2006 l’UNICEF stimò che oltre 5.700 bambini facevano parte del comando LTTE. D. Pulizia etnica effettuata dal LTTE 33. Per perseguire l’ambizione di creare uno stato monoetnico destinato alla comunità Tamil, il LTTE attaccò sistematicamente i civili cingalesi e musulmani e tentarono di condurli fuori dalle aree controllate dal comando. 34. Dai primi anni ’80 il LTTE riuscì a liberare la penisola di Jaffna dai residenti cingalesi. Gli attacchi effettuati su civili cingalesi a nord e a est del paese durante gli anni ’80 fecero registrare circa 500 vittime e, nello stesso periodo, quelli realizzati in villaggi vulnerabili nei pressi delle zone sotto il dominio del LTTE causarono la morte di 150 civili cingalesi. Il programma di pulizia etnica dell’organizzazione tamil ebbe un impatto brutale, come si evince dal fatto che, virtualmente, qualche anno dopo nella Provincia Settentrionale non rimase nessuno dei 19.334 civili singalesi censiti come residenti di quella zona. 35. Il comando LTTE era intenzionato a liberare la zona nord del paese dalla presenza di musulmani. L’esempio più evidente fu l’espulsione di 75.000 residenti musulmani dalla penisola di Jaffna nell’ottobre 1990, in seguito all’ordine comunicato loro dal LTTE di abbandonare le loro abitazioni entro 48 ore. Inoltre, l’organizzazione realizzò diversi violenti attacchi in villaggi musulmani a nord e a est del paese, massacrando circa 600 civili. 14 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI E. Attacchi alla democrazia da parte del LTTE 36. La campagna terroristica del LTTE colpì le radici della democrazia. Oltre all’assassinio di nemici nelle aree che l’organizzazione pretendeva di dominare, tra cui tre sindaci in carica a Jaffna, si registrarono vittime anche nelle altre zone del paese, come il Presidente Ranasinghe Premadasa, l’ ex-Leader dell’Opposizione A. Amirthalingam e il Candidato alla Presidenza dell’Opposizione Gamini Dissanayake. Fu organizzato un attentato anche contro il Presidente Chandrika Kumaratunga, che fortunatamente rimase indenne. Tra le altre figure politiche assassinate in Sri Lanka si ricordano: Figure politiche Presidenti dello Sri Lanka Candidati alla Presidenza dell’Opposizione Leader di partiti politici Ministri di governo Membri del Parlamento Membri dei Comitati Provinciali Membri della zona di Pradeshiya Sabha Coordinatori di partiti politici Sindaci Vittime 1 1 10 7 37 6 22 17 4 37. Il LTTE negò i diritti democratici ai residenti delle zone controllate dall’organizzazione. Il voto non era libero in nessuna delle zone con una forte presenza di gruppi LTTE, che impiegavano la violenza con lo scopo di evitare che i residenti esprimessero il loro voto. Nel 2005 l’unico residente del distretto di Kilinochchi che disubbidì all’organizzazione andando a votare per le Elezioni Presidenziali fu smembrato e ucciso per dare una lezione agli altri. Il comando, infatti, non accettava né dissidenti né forme di pluralità, e impiegava regolarmente la violenza per mettere a tacere coloro che esprimevano opinioni contrarie. F. La minaccia globale lanciata dal comando LTTE 38. Dal 1980 in poi il LTTE sviluppò una rete mondiale con cellule in oltre 50 paesi. Oltre alla promozione degli obiettivi del LTTE attraverso la realizzazione di una spietata propaganda di guerra, la rete era coinvolta in numerose attività illegali. Tali attività comprendevano il traffico di esseri umani, il contrabbando di stupefacenti e di armi, il riciclaggio di denaro e l’estorsione. 15 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Lo scopo primario di tali attività era reperire fondi per permettere al LTTE di procurarsi le armi necessarie. Anche dopo la dissoluzione del comando LTTE in Sri Lanka, la rete mondiale rimane forte e continua a rappresentare una minaccia significativa all’Ordine Pubblico in tutto il mondo. G. La messa al bando del LTTE 39. L’inequivocabile natura terroristica del LTTE portò questo comando a essere indicato e bandito come un’organizzazione terroristica in 32 paesi, tra cui India (dal 1994), Stati Uniti (dal 1997), Regno Unito (dal 2001) e Unione Europea (dal 2006). 40. Nel 2007 l’organizzazione primaria di copertura del LTTE, l’Organizzazione per la Riabilitazione Tamil (TRO) fu bandita dal Governo statunitense e indicata come un’istituzione terroristica, e nel 2005 rimossa dalla lista degli enti beneficiari nel Regno Unito. La TRO costituì l’organo primario attraverso cui il LTTE raccolse fondi da destinare all’acquisto di armi con il pretesto di finanziare progetti di beneficenza in Sri Lanka. 41. Il Governo dello Sri Lanka bandì per la prima volta il comando LTTE nel 1978, ma rimosse la proscrizione nel 1987, come previsto dall’Accordo Indo-Sri Lankese. Nel 1988 la proscrizione fu imposta di nuovo in seguito ai bombardamenti di Sri Dalada Maligawa, uno dei maggiori santuari buddhisti al mondo. Il divieto fu sospeso nel 2002, in seguito all’accordo di cessate il fuoco che accompagnava le trattative per l’instaurazione della pace. Lo Sri Lanka mise al bando il LTTE nel gennaio 2009, quando fu evidente che l’organizzazione tamil non fosse interessata a una soluzione pacifica. 16 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI III. ESTENSIONE E SCOPO DEL COMANDO LTTE A. Potenza del comando LTTE 42. Le abilità militari del LTTE determinarono le difficoltà che il Governo dello Sri Lanka dovette affrontare per prevenire gli attacchi contro i cittadini e lo stato. Un’analisi della portata e delle abilità militari dell’organizzazione ha dimostrato come fosse necessario che le Forze di Sicurezza impiegassero determinati metodi di violenza per sconfiggerla. Ala dell’Intelligence ------- Unico Comandante ----------- Ala dell’Approvvigionamento Leader del LTTE Velupillai Prabhakaran | Segretariato Militare (Comitato Centrale) | Divisione dell’Ufficio Militare | | | | | | | | Ala Militare | Ala della Ricerca Ala delle Tigri Nere Ala delle Tigri di Mare | Ala delle Tigri d’Aria | | Dipartimento Comunicazioni Ala politica Schema dell’Organizzazione LTTE 43. L’intenzione del comando LTTE di combattere una lunga guerra contro le Forze di Sicurezza è valutabile dalle capacità che l’organizzazione sviluppò nel corso degli anni, in particolare nel periodo dell’ultimo cessate il fuoco. Il LTTE realizzò bunker sotterranei tecnologicamente avanzati per i propri leader, aprì industrie per la fabbricazione di munizioni e mine, costruì una fabbrica di inscatolamento di cibo e cantieri navali per sviluppare navi-bomba e sommergibili, e impiegò hangar come centri di manutenzione per la flotta aerea. Le competenze provenienti dall’estero furono utilizzate in diverse occasioni per lo sviluppo delle abilità e, per questo motivo, alcune cellule del LTTE furono inviate all’estero per un addestramento approfondito su alcuni settori. 17 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI B. Numero dei vari gruppi 44. All’inizio dell’Operazione Umanitaria nel luglio 2006, il comando LTTE possedeva circa 25.000 membri tra cellule permanenti e ausiliarie, addestrate al combattimento e impiegate in operazioni offensive e difensive. Con l’avanzare dell’Operazione Umanitaria il LTTE intensificò il processo di reclutamento, coscrivendo a forza e addestrando molti civili, tra cui bambini soldato, per combattere al fronte. All’inizio del 2008 si è stimato che nelle fila del LTTE ci fossero circa 30.000 membri. 45. I membri permanenti del LTTE furono supportati dai membri ausiliari che avevano ricevuto un addestramento militare di base. Tali forze ausiliarie comprendevano due organizzazioni distinte: a. Eelapadai – Una forza ausiliaria che comprendeva circa 5.000 volontari inizialmente reclutati come guardiani e in seguito impiegati per operazioni offensive e difensive. Erano indicati nella lista dei dipendenti del LTTE. b. Gramapadai – Una forza ausiliaria che comprendeva circa 5.000 individui con lo scopo di evitare l’ingresso delle Forze di Sicurezza nelle aree a nord controllate dal LTTE. Erano anche impiegati per l’assistenza logistica dell’organizzazione e per svolgere operazioni difensive, così come per scopi offensivi durante le ultime fasi dell’Operazione Umanitaria. C. Forze combattenti di terra 46. Da un piccolo gruppo di militanti armati, nel corso degli anni il comando LTTE si trasformò in un gruppo armato di terra esperto in combattimenti. La maggior parte dei gruppi LTTE comprendevano forze combattenti di terra. 47. Le unità combattenti di terra del LTTE possedevano una conoscenza approfondita del territorio e spesso combattevano in borghese. Grazie a questa tattica, i gruppi potevano mescolarsi ai civili e penetrare nelle zone vicine alle varie sedi delle Forze di Sicurezza. Le informazioni sul territorio e i servizi segreti raccolte tramite gli schieramenti delle Forze di Sicurezza rappresentarono una formidabile minaccia, soprattutto considerando la portata delle forze combattenti di terra e le loro tattiche. 48. Attaccando le strutture militari isolate, facendo appello a tutti i mezzi di combattimento e respingendo i rinforzi delle Forze di Sicurezza attraverso attacchi basati sull’impiego di guerriglia e 18 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI tattiche semi convenzionali, il LTTE rappresentava una minaccia significativa per la Polizia. Il comando tentò di alimentare una psicosi tra il personale delle Forze di Sicurezza con le incessanti e spaventose ondate di combattenti pronti a morire, e con l’abilità di produrre un grande numero di vittime utilizzando artiglieria e mortai. 49. Le abilità di combattimento via terra del LTTE migliorarono grazie a programmi di addestramento avanzato, armamenti ed equipaggiamenti sofisticati, e la creazione di reggimenti speciali tra cui: a. Gruppi Speciali di Ricognizione – Una cellula costituita dagli elementi più validi di tutti i reggimenti, che collaborava con l’ala dell’intelligence per reperire informazioni prima delle operazioni offensive. b. Cecchini – Il LTTE impiegava cecchini per limitare la libertà di movimento delle Forze di Sicurezza. I cecchini erano impiegati durante le offensive su larga scala realizzate dal LTTE e per gli omicidi. c. Pionieri di Assalto e Gruppi di Posizionamento Mine – Squadre responsabili dei compiti critici di ingegneria compreso il posizionamento di mine. d. Reggimento carri armati e anti carri armati – Lo scopo principale del reggimento era lo scontro con i veicoli armati del Governo dello Sri Lanka e della Forza Indiana per il Mantenimento della Pace (IPKF). Durante i vari attacchi il LTTE si impossessò anche dei veicoli armati delle Forze di Sicurezza. 50. Le armi, munizioni ed equipaggiamenti impiegati dalle unità combattenti di terra del LTTE comprendevano armi d’artiglieria, mortai pesanti e medi, granate a razzo, mezzi da sbarco, fucili contraerei, missili terra-terra, missili terra-aria, armi leggere, mine anti-carro armato e mine antiuomo. L’Allegato F presenta una lista di armi sequestrate dalle Forze di Sicurezza durante l’Operazione Umanitaria. La maggior parte delle armi pesanti e sofisticate del LTTE furono distrutte dall’organizzazione stessa per evitare che le Forze di Sicurezza se ne impossessassero appena prima della fine dell’Operazione Umanitaria. Nella pagina seguente una tabella presenta una stima del numero di armi possedute dal LTTE: 19 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Descrizione dell’elemento Carro armato di battaglia T-55 Cannone 130 mm tipo 59-1 Obice 152 mm tipo 66 Fucili 122 mm Razzo di artiglieria 107 mm Mortaio 140 mm Mortaio 120 mm Mortaio 82/81 mm Lanciarazzi 7 Missile IGLA (SA-16) Lanciamissili IGLA Numero stimato 1 12 9 2 2 4 150+ 500+ 350+ 16+ 5+ 51. L’addestramento fornito dal LTTE ai gruppi combattenti di terra si può suddividere in tre categorie: a. Addestramento Base – Civili e giovani reclute erano sottoposti a un addestramento base nelle sedi del LTTE, che si trovavano quasi in ogni villaggio sotto il controllo dell’organizzazione. b. Corsi di aggiornamento – Indipendentemente dal settore in cui operavano e dalla loro specializzazione, i membri dei reggimenti del LTTE erano tenuti a seguire dei corsi di aggiornamento. c. Addestramento per Operazioni Speciali – Questo addestramento era fornito a gruppi selezionati e comprendeva attacchi a obiettivi specifici, comprese le operazioni via terra e via mare delle Tigri Nere, e le avanzate operazioni di infiltrazione realizzate in tutto il paese. 52. Le grandi abilità delle unità di combattimento via terra del LTTE contribuirono ai successi dell’organizzazione nelle varie battaglie contro le Forze di Sicurezza. Nel complesso, 19.282 membri delle Forze di Sicurezza furono uccisi e 82.104 rimasero mutilati o feriti nei combattimenti contro il LTTE. Inoltre, 2.609 membri si ritirarono prima del lancio dell’Operazione Umanitaria nel 2006. Le perdite sostenute dalle Forze di Sicurezza durante le maggiori battaglie dimostrano la formidabile natura dei gruppi combattenti di terra del LTTE. Tra le maggiori perdite si ricordano: 20 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Data 5 luglio ‘87 7 dicembre ‘90 10 luglio ‘91 11 novembre ‘93 18 luglio ‘96 9 gennaio ‘97 6 marzo ‘97 2 gennaio ‘98 27 settembre ‘98 2 novembre ‘99 11 dicembre ‘99 23 aprile ‘00 10 maggio ‘00 Luogo Nelliady Kokavil Elephant Pass Pooneryn Mullaitivu Paranthan Batticaloa Kilinochchi Kilinochchi Oddusudan Vettilaikkerni & Thanakilappu Elephant Pass Ariyalai/Thanankilappu Vittime 19 48 156 229 1.173 158 73 89 857 117 197 708 628 Feriti 31 18 748 561 Dispersi 392 98 405 936 1.479 1.921 2.576 5.129 65 2 26 171 94 28 92 301 (Vedi Allegato G per maggiori dettagli) D. L’Ala delle Tigri di Mare 53. Il comando LTTE possedeva un gruppo combattente di mare ben addestrato ed equipaggiato, conosciuto come l’Ala delle Tigri di Mare, che fu capace di contrastare le operazioni delle Forze di Sicurezza attraverso tattiche navali semi convenzionali e missioni suicide. L’Ala delle Tigri di Mare fu una componente fondamentale dell’organizzazione visto che i rifornimenti di armi e altri equipaggiamenti militari arrivavano proprio via mare. Tale gruppo militare rappresentò una grande minaccia per i porti e le imbarcazioni civili, così come per le unità navali delle Forze di Sicurezza. Le Tigri di Mare permisero al LTTE di insediare i propri ufficiali in aree marittime delicate, migliorando le capacità di infiltrazione dell’organizzazione. 54. Subito dopo la sua istituzione, nei primi anni ’80, l’Ala delle Tigri di Mare impiegava navi da pesca per effettuare il traffico di droga e il contrabbando di armi. Negli anni ’90 il LTTE utilizzava navi veloci equipaggiate di motore fuoribordo in gruppi di cinque o sei per realizzare attacchi alle unità navali delle Forze di Sicurezza. Le imbarcazioni erano equipaggiate con armamenti formidabili e gli elementi dell’equipaggio erano armati con mitragliatrici e lanciagranate. 55. Quando le azioni controffensive delle unità navali delle Forze di Sicurezza, tra cui le Unità Veloci Lanciamissili, iniziarono a ostacolare i movimenti via mare del LTTE, l’organizzazione 21 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI iniziò a fare ricorso a navi suicide. La maggior parte di queste era costituita da gommoni in vetroresina dotati di motori fuoribordo, con un equipaggio limitato ma con un carico di esplosivi molto potenti. La presenza di numerosi pescherecci civili a largo delle coste settentrionali e orientali dello Sri Lanka fu una copertura per gli attacchi suicidi, che colpirono non solo i membri delle Forze di Sicurezza ma anche i civili che navigavano per scopi pacifici. 56. Oltre alla flotta offensiva, il LTTE mise in atto anche attacchi subacquei impiegando sommozzatori suicidi e imbarcazioni semi-sommergibili, che iniziarono a essere impiegati dalla metà degli anni ’90. Tra il 2000 e il 2009 il comando LTTE introdusse nella sua flotta anche mini sottomarini. Le Tigri di Mare utilizzavano ampiamente anche mine navali e ordigni esplosivi improvvisati, che avevano come obiettivi le Forze di Sicurezza e le varie istituzioni. 57. Di seguito è elencato l’equipaggiamento maggiormente utilizzato dalle Tigri di Mare: Tipo di equipaggiamento Navi cargo Unità veloci lanciamissili Navi di trasporto Navi suicida Sottomarini (fabbricati in zona) Jet d’acqua Scooter subacquei Navi telecomandate Navi in vetroresina Gommoni in vetroresina Navi equipaggiate di motore fuoribordo 300-40HP Diversi tipi di radar (KODEN/FURUNO/JRC/JMA/TOKIMEC/RAY MARINE) Conduzione di navi con GPS/Orologi da navigazione/Bussole Sistemi di localizzazione GPS Sistemi elettronici di comando a distanza KE – 04 Numero totale 25+ 20/30 20+ 23 6 Quantità sconosciuta 20+ 01 76 115 Quantità elevata 50+ Quantità elevata Quantità sconosciuta Quantità sconosciuta 58. Dal 1986 al 2009 le Tigri di Mare aumentarono gradualmente la loro forza e realizzarono una serie di attacchi attraverso navi di combattimento. Le navi suicide, ovvero l’arma maggiormente impiegata e letale, furono impiegate principalmente contro la Marina dello Sri Lanka che, in seguito agli attacchi suicidi delle Tigri di Mare, perse 8 imbarcazioni principali, 20 unità veloci lanciamissili e 28 navi di 22 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI pattugliamento. Inoltre, 52 ufficiali e 348 marinai rimasero uccisi durante le battaglie navali. Tra gli attacchi effettuati dalle Tigri di Mare si ricordano: Data 4 maggio ‘91 19 settembre ‘94 19 aprile ‘95 2 ottobre ‘95 17 ottobre ‘95 31 luglio ‘96 23 febbraio ‘98 25 marzo ‘06 9 novembre ‘06 22 marzo ‘08 Imbarcazione: Modus Operandi – Luogo Abheetha (nave di comando e sorveglianza): attacco suicida – Point Pedro Sagarawardana (pattugliatore): attacco LTTE – Mannar Ranasuru (nave cannoniera): sommozzatore suicida – Trincomalee Ranaraja (LCM): attacco LTTE – Mullaitivu A 512 (Nave ausiliaria): sommozzatore suicida – Trincomalee Ranaviru (nave cannoniera): attacco suicida – Mullaitivu Valampuri I (Traghetto): attacco suicida – Point Pedro P 431 (unità veloci lanciamissili): attacco suicida – Kudiramalai P 416 (unità veloci lanciamissili): attacco suicida – Thondiaimanaru P 438 (unità veloci lanciamissili): attacco suicida – Nayuru Vittime 9 Feriti 4 Dispersi / 1 7 20 6 10 / 4 7 6 5 / / 8 / 22 20 / / / 11 8 10 7 / 3 5 9 (Vedi Allegato H per maggiori dettagli) 59. Le Tigri di Mare furono coinvolte in azioni di pirateria in diverse occasioni, attaccando imbarcazioni mercantili a largo delle coste dello Sri Lanka. Tra le imbarcazioni si ricordano: Anno 9 ottobre ‘94 9 agosto ‘95 29 agosto ‘95 29 agosto ‘96 1 luglio ‘97 7 luglio ‘97 9 settembre ‘97 25 luglio ‘99 26 giugno ‘00 20 marzo ‘03 Luogo Off Vettilaikerni Off Pulmoddai Off Mullaitivu Off Trincomalee Off Pesalai (Mannar) Off Point Pedro Off Pulmoddai Off Trincomalee Off Point Pedro Off Trincomalee 23 dicembre ‘06 21 gennaio ‘07 Off Muallaitivu Off Point Pedro 23 Nome dell’imbarcazione MV Ocean Trader MV Princess Wave Irish Moana MV Athena MV Misen MV Morong Bong MV Cordiality MV Newko MCS Uhana Fuyuan Ya 225 (peschereccio cinese) MV Farha III MV City of Liverpool OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI E. L’ala delle Tigri d’Aria 60. Gruppo terroristico senza uguali nel mondo, il LTTE possedeva un’avanzata flotta aerea che si stava ampliando molto rapidamente grazie a nuovi mezzi e strutture. La flotta aerea era costituita da mezzi civili ottenuti tramite organizzazioni di copertura all’estero, trasportati in Sri Lanka a bordo di navi del LTTE e modificati per scopi offensivi. L’organizzazione possedeva diverse piste nelle zone di Iranamadu, Mulataitivu e Kilinochchi. Le maggiori piste erano costruite con una configurazione convenzionale e comprendevano strutture annesse come hangar, superstrade, sistemi di supporto alla navigazione e aree di sosta. 61. Un consistente numero di membri del LTTE dell’Ala delle Tigri D’Aria furono addestrati in scuole di volo private nei paesi del Sud-Est asiatico e in Europa. Inoltre, prima del 2005 questi ufficiali parteciparono a numerosi programmi di addestramento, tra cui corsi di manutenzione di aerei, di volo e di lancio col paracadute. 62. Durante gli ultimi vent’anni le operazioni delle Tigri d’Aria sul territorio Sri Lankese, condotte con l’impiego di missili aria-terra e di attacchi via terra, provocarono l’abbattimento e la distruzione di 52 aeroplani ed elicotteri, tra cui mezzi aerei civili. 63. Il LTTE effettuò attacchi via aria con mezzi aerei leggeri contro le basi militari e le strutture del Governo dello Sri Lanka situate fuori dalla zona settentrionale e orientale del paese. La maggior parte delle strutture prese di mira resistettero agli attacchi subendo danni minimi, tra cui l’Aeroporto Internazionale di Katunayake e la raffineria petrolifera di Kolonnawa. 64. Il Governo fu negativamente sorpreso dal fatto che le operazioni offensive del LTTE comprendessero anche attacchi aerei. I raid occasionali effettuati dalle Tigri d’Aria crearono il panico tra i civili in tutta l’isola, e portarono in diverse occasioni all’interruzione della corrente nella città di Colombo come misura preventiva. Inoltre, il principale Aeroporto Internazionale di Katunayake fu chiuso durante i raid aerei del LTTE e, di conseguenza, alcune linee internazionali furono costrette a cancellare i voli con destinazione Colombo. 24 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 65. Le Tigri d’Aria possedevano la seguente flotta aerea: Tipo di mezzo aereo Micro aereo leggero Aereo leggero – ZLIN 143 Elicotteri Aeromobile a pilotaggio remoto (APR) Numero totale 2 5 2 2 66. Gli attacchi effettuati dalle Tigri d’Aria contro la flotta aerea militare e civile e gli obiettivi del Governo dello Sri Lanka comprendono le seguenti operazioni: Data 28 aprile ‘95 29 aprile ‘95 22 novembre ‘95 22 gennaio ‘96 29 settembre ‘98 24 luglio ‘01 Aereo Avro Avro AN 32 MI 17 AN 24 3 x MI 17 MI 17 MIG 27 2 x KFIR 3xK8 A 340 A 330 26 marzo ‘07 24 aprile ‘07 22 ottobre ‘07 B212 3 X PT 6 K8 MI 24 MI 17 B 206 Beechcraft 28 ottobre ‘08 Modus Operandi Missile – zone limitrofe a Palaly Missile - zone limitrofe a Palaly Missile – zone limitrofe a Palaly Missile – zone limitrofe a Palaly Missile – zone limitrofe a Mannar Vittime 48 52 63 39 54 Attacco alla Base di Katunayake 6 Attacco all’Aeroporto Internazionale Attacco aereo alla Base Aerea di Katunayake Attacco aereo alla Raffineria Petrolifera di Kolonnawa Attacco aereo al Deposito di gas di Muthurajawela 3 Attacco alla base di Anuradhapura 20 Attacco aereo alla Centrale Elettrica di Kelanitissa 1 (Vedi Allegato I per maggiori dettagli) 25 / OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI F. L’ala delle Tigri Nere (Suicide) 67. L’Ala delle Tigri Nere era costituita da un’elite di ufficiali specializzati in operazioni suicide che avevano seguito un addestramento speciale per missioni suicide di gruppo o individuali. Gli addestramenti comprendevano un corso di ricognizione, istruzioni sul linguaggio, formazione sull’impiego di armi ed esplosivi, sulla guida di veicoli, sul pilotaggio di navi, sulla gestione dei rifornimenti, così come addestramenti per le missioni con riproduzioni degli obiettivi. Infatti, una formazione approfondita consentiva agli ufficiali di essere motivati e concentrati sugli obiettivi. 68. Le Tigri Nere furono impiegate in operazioni offensive contro le Forze di Sicurezza. Gli ufficiali di questa sezione furono annessi anche ai gruppi di spionaggio per condurre operazioni di sabotaggio. Questa cellula militare colpiva regolarmente i civili in tutto il paese. Secondo una dichiarazione pubblica del LTTE, 274 uomini e 104 donne kamikaze si fecero esplodere tra il 5 luglio 1987 e il 20 novembre 2008. Oltre agli ufficiali del LTTE che morirono negli attacchi alle Forze di Sicurezza, diversi membri dell’organizzazione assassinarono anche personalità note e civili. Ogni attacco era unico nel suo genere e pianificato meticolosamente: per esempio, l’attentatore suicida che assassinò il Presidente Ranasinghe Premadasa faceva parte della cerchia dei suoi collaboratori da ben due anni. Altre vittime delle Tigri Nere comprendevano il Candidato alla Presidenza dell’Opposizione Gamini Dissanayake e l’ex-Primo Ministro indiano Rajiv Gandhi. G. L’Ala dell’Intelligence 69. Per la realizzazione degli attentati e la diffusione della campagna terroristica in tutto lo Sri Lanka il comando LTTE poteva contare su un’estesa rete di intelligence. I membri dell’Ala dell’intelligence, infiltrati a Colombo e nel resto del paese, crearono una consistente rete di gruppi. Le rete dell’intelligence effettuava operazioni di ricognizione sugli obiettivi, facilitava la permanenza di ufficiali suicidi dell’Ala delle Tigri Nere in luoghi sicuri e li guidava verso gli obiettivi, assicurandosi che gli attacchi fossero portati a termine. L’Ala dell’Intelligence fece ricorso anche ad alcuni membri delle Forze di Sicurezza e della Polizia e ai civili nel resto del paese per ottenere aiuto per le operazioni. 70. Nel nord e nell’est del paese, i membri dell’Ala dell’Intelligence si stanziarono in prossimità delle 26 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI sedi delle Forze di Sicurezza e delle istituzioni più importanti. Reperivano le informazioni da utilizzare per gli attacchi delle unità offensive del LTTE. Oltre alle operazioni di reperimento di informazioni, l’Ala dell’Intelligence fu attivamente impegnata nella detenzione di informatori sospetti e di civili contrari al LTTE nelle zone controllate dall’organizzazione. L’Ala dell’Intelligence possedeva campi in cui erano rinchiusi i civili e i membri delle Forze di Sicurezza, che talvolta venivano uccisi. H. Rete dei sostenitori 71. Per raggruppare il suo formidabile arsenale il LTTE sviluppò una rete di approvvigionamento e consegna di armi sofisticate che operava in tutto il mondo attraverso organizzazioni di copertura, reti di spedizione e una flotta di magazzini galleggianti situati nelle acque internazionali a largo delle coste Sri Lankesi. 72. I fondi provenivano da varie fonti, tra cui contributi volontari e obbligati di privati, profitti di attività commerciali come stazioni di servizio, supermercati e centri di comunicazione, istituti di beneficenza fraudolenti e attività criminali come lo spaccio di droga, il traffico di esseri umani e le frodi bancarie. Questi fondi erano riciclati attraverso una sofisticata rete internazionale del LTTE ed erano utilizzati per l’acquisto di armi, munizioni ed equipaggiamento da varie fonti. 73. Una volta acquistato, l’equipaggiamento era inviato in Sri Lanka attraverso una rete di spedizione del LTTE. Dal traffico di armi leggere a quello di esseri umani tra Sri Lanka e il Sud dell’India negli anni ’80, la rete si allargò sempre più e nel 2005 includeva circa 20 grandi navi e un consistente numero di pescherecci registrati sotto diverse nazionalità. Furono costruiti anche cantieri navali nei paesi del Sud Est Asiatico per facilitare le operazioni di spedizione. I membri dell’equipaggio di queste navi appartenevano al LTTE, viaggiavano sotto diverse identità utilizzando passaporti di varie nazioni e trasportavano l’attrezzatura come un normale carico. 74. Diverse imbarcazioni erano ancorate in acque internazionali a largo della costa dello Sri Lanka e fungevano da magazzini galleggianti per il LTTE. In seguito, l’Ala delle Tigri di Mare inviava imbarcazioni più piccole per smerciare l’attrezzatura in Sri Lanka. L’attrezzatura più grande era smontata per il trasporto e riassemblata nelle basi del LTTE. Tra l’attrezzatura trafficata erano 27 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI compresi missili, artiglieria, fucili anti-aerei, mezzi blindati, mezzi aerei leggeri, mitragliatrici, armi leggere, munizioni e grandi quantità di esplosivi. Tra le imbarcazioni del LTTE sequestrate o distrutte si ricordano: Data 12 dicembre ‘90 Nome dell’imbarcazione MV Sunbird 1 novembre ‘91 MV Ongova 28 novembre ‘92 MV Checesri 16 gennaio ‘93 MV Yanath 14 febbraio ‘96 MV Horizon A largo di Mullaittivu/Na yaru 2 novembre ‘97 MV Fratzescom A largo di Mullaittivu 11 marzo ‘98 MV Mariamman A largo delle isole Andaman 01 maggio ‘98 MV Showamaru A largo di Mullaittivu 10 marzo ‘03 MV Koimar 14 giugno ‘03 MV Shoshan A largo di Mullaittivu A largo di Mullaittivu 17 giugno ‘06 Nome sconosciuto Zona Penang Malaysia Costa Nord Est dell’India Penang Malaysia Golfo di Bengala A largo di Kalmunai 28 Descrizione Sequestro da parte delle Autorità malesi Sequestro da parte della Marina indiana. La nave trasportava armi e munizioni. Sequestro da parte delle Autorità malesi La nave, che trasportava armi e munizioni, fu individuata dalla Marina indiana e affondata dal LTTE per evitarne il sequestro. La nave fu individuata dalla Marina Sri Lankese durante lo scarico di armi e munizioni su altre imbarcazioni del LTTE. La Marina e le Forze Armate Sri Lankesi distrussero l’imbarcazione. La Marina e le Forze Armate Sri Lankesi distrussero la nave dopo lo scarico di armi e munizioni. La nave, che trasportava armi e munizioni, fu distrutta dalla Marina indiana. Durante un pattugliamento la Marina Sri Lankese individuò l’imbarcazione a scaricare il carico a largo di Mullaittivu. La nave si allontanò dalla flotta della Marina Sri Lankese. La nave, che trasportava armi, fu distrutta dalla Marina Sri Lankese La nave, che trasportava attrezzature, fu distrutta dalla Marina Sri Lankese. La nave, che trasportava attrezzature, fu distrutta dalla Marina Sri Lankese. OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Data 28 febbraio ‘07 Nome dell’imbarcazione MV Koyei 18 marzo ‘07 MV Seyo 10 settembre ‘07 MV Manyoshi 10 settembre ‘07 Mv Seishin 11 settembre ‘07 MV Koshia 17 ottobre ‘07 MV Matsushima Zona Costa meridionale A largo di Arugabay Sud dello Sri Lanka Sud dello Sri Lanka Sud dello Sri Lanka Sud dello Sri Lanka Descrizione La nave, che trasportava armi, fu distrutta dalla Marina Sri Lankese. La nave, che trasportava armi, fu distrutta dalla Marina Sri Lankese. La nave, che trasportava armi, fu distrutta dalla Marina Sri Lankese. La nave, che trasportava armi, fu distrutta dalla Marina Sri Lankese La nave, che trasportava armi, fu distrutta dalla Marina Sri Lankese. La nave, che trasportava armi, fu distrutta dalla Marina Sri Lankese. I. Meccanismi di supporto internazionale 75. La rete internazionale, in funzione dalla metà degli anni ’80, facilitava l’approvvigionamento e il rifornimento del comando LTTE. La rete, stabilita per promuovere la campagna di propaganda del LTTE, si occupava del rifornimento di armi e dell’organizzazione di raccolte fondi e attività criminali. La rete comprendeva diverse attività di fronte e uffici di propaganda che operavano in varie parti del mondo prima della proscrizione dell’organizzazione terroristica. Controllore delle Finanze ----------- Leader del LTTE --------------------- Consulente Legale S. Sanachandran V Prabhakaran Rudrakumaran (Olanda) | (USA) Capo della Segreteria Internazionale Mannivannan @ Castro | Vice Capo delle Operazioni del LTTE Nediyavan (Norvegia) | | Organizzazione di Fronte delle LTTE | Approvvigionamento | Spedizione | Media/ Propaganda | ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------| | | | | | | | | | TRO | TCC | BTF-UK | BTA-UK | BTC-UK WTM-Canada (Ovest Europa) | (Ovest Europa) | | | | | | | ISA Europa TYO –Europa IFT Svizzera TLP – UK Proscrizione del LTTE 29 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 76. Dal bando imposto sul comando LTTE dai vari governi, tra cui quello degli Stati Uniti, del Regno Unito e dell’Unione Europea, molte attività internazionali del gruppo terroristico furono condotte da organizzazioni di copertura. Le organizzazioni di copertura furono istituite in 54 città e in 32 paesi in tutto il mondo, e operavano attraverso elementi radicali della diaspora tamil, permettendo al LTTE di fare pressioni sui governi esteri, su alcune organizzazioni internazionali non governative, media e opinionisti per scopi propagandistici e per creare legami con diversi attori internazionali, tra cui i trafficanti d’armi. 77. Il LTTE possedeva diverse stazioni televisive e radio, siti web e uffici stampa in varie capitali europee con una forte presenza di comunità tamil. Questi mezzi erano impiegati per diffondere l’ideologia del LTTE tra le comunità tamil e per raccogliere fondi da destinare alle operazioni militari. L’organizzazione stabilì contatti anche con diverse reti popolari indipendenti e le convinse a pubblicare o a trasmettere materiale a sostegno della loro causa. 78. Inoltre, furono istituite diverse centinaia di scuole tamil in tutto il mondo sotto il patrocinio del LTTE o delle organizzazioni di copertura. Le scuole indottrinavano le seconde e terze generazioni di tamil e costituivano un pretesto per la raccolta fondi organizzata. Agli studenti che frequentavano queste scuole fu spesso chiesto di partecipare a proteste e a campagne di propaganda del LTTE. LTTE/ Rete di media pro-LTTE | | | Radio Siti web VOT (Norvegia) Tamilnet.com IBC-UK Tamilwin.com TRT-Parigi Sangathi.com CMR Puthinam.com CTR Athirulu.com ATBC LankaSri.com Tamilstar-Canada | Stazioni televisive TTN – (chiusa) Tharisanam-Australia Thenral – (chiusa) TVI-Canada TVI-Canada GTV-UK Tamil24-Parigi NTT-USA (chiusa) EuroTelevision – Italia (chiusa) Mathuran - Singapore (chiusa) 30 | Stampa Ulagar Thamilar-Canada Eelamurusu – Parigi Erimalai- Parigi Tamil Guardian – UK Pulathil -Canada Oru-UK OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI J. Rete criminale internazionale 79. Oltre a finanziare le attività terroriste in Sri Lanka, il LTTE possedeva una rete criminale globale. Dalla metà degli anni ’80 il comando entrò nello spaccio di stupefacenti in Europa. I corrieri droga del LTTE formarono dei gruppi di spaccio in Europa e nei paesi del Sud Est Asiatico. Numerosi dei membri del Segretariato Internazionale del LTTE furono arrestati e detenuti in Francia per spaccio illegale di stupefacenti nella città di Parigi. 80. L’impegno del LTTE nel traffico di esseri umani risale agli anni ’80. Il primo caso fu quello dei 155 tamil trasportati nelle acque del Canada dalla Germania occidentale e lasciati alla deriva in scialuppe di salvataggio. Negli anni seguenti il traffico di esseri umani si concentrò in alcune nazioni del Sud Est Asiatico tra cui Cambogia, Laos, Tailandia, Indonesia, Malesia e Singapore, che divennero punti di passaggio e di entrata verso l’Occidente. Si ricordano in particolare due operazioni di traffico di esseri umani che avvennero nel 2005: la prima al porto tailandese di Sogkla, dove fu sequestrata una piccola imbarcazione con equipaggio Sri Lankese, e la seconda nella città di Pattaya, quando 49 Sri Lankesi furono ritrovati in un appartamento e arrestati. L’ultimo caso, avvenuto nel 2010, fu quello relativo alle due navi “Sun Sea” e Ocean Lady” in rotta dal Sud Est Asiatico verso il Canada. 81. Il comando LTTE estorse contributi per le proprie operazioni anche dai membri della diaspora tamil. Mentre una parte di contributi era volontaria, gran parte di questi erano frutto di intimidazione, minacce e violenza. A coloro che rifiutarono di contribuire era comunicato che la sicurezza dei loro parenti residenti in Sri Lanka non era garantita e che nemmeno la loro poteva essere garantita di ritorno al loro paese. 82. Considerando i contributi volontari e obbligati e profitti derivanti dalle tante attività illegali, si stima che il LTTE raccolse fondi per circa 50-75 milioni di dollari all’anno tra il 1993 e il 2002, e oltre 20 milioni dal 2002 al 2008. Tali fondi erano riciclati attraverso la sofisticata rete finanziaria internazionale, impiegando transazioni effettuate senza documenti e difficili da rintracciare. Alcuni dei fondi raccolti venivano trasferiti in Sri Lanka attraverso le organizzazioni di copertura del LTTE, come ad esempio l’Organizzazione per la Riabilitazione Tamil, e impiegati per le spese locali, mentre la maggior parte di questi era utilizzata per le attività internazionali di approvvigionamento. 31 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI IV. GLI SFORZI DEL GOVERNO PER LA NEGOZIAZIONE DI UN ACCORDO A. Panoramica generale 83. I governi successivi dello Sri Lanka cercarono di condurre negoziati con il comando LTTE per raggiungere una soluzione pacifica al conflitto. Oltre ai tre negoziati di pace costituiti da incontri diretti tra il Governo dello Sri Lanka e il LTTE ci furono anche altri due processi di pace facilitati da terzi, in questo caso dall’India e dalla Norvegia. In ogni caso, l’organizzazione tamil presentò richieste e precondizioni ostinate e dimostrò un certo rifiuto a discutere di questioni politiche che avrebbero ravvicinato le due parti con una soluzione ragionevole. 84. In nessuno dei negoziati di pace il LTTE affrontò seriamente le questioni relative alla comunità tamil, che nei loro discorsi e negli altri paesi dichiaravano essere al centro della loro attenzione, mentre il Governo dello Sri Lanka presentò proposte e intervenne per affrontare alcune di queste problematiche. Durante gli incontri di pace, il comando intervenne presentando solo il proprio programma: la richiesta del potere assoluto su tutti i tamil, lo status di soli rappresentanti della comunità tamil e il dominio del nord e dell’est del paese. La storia dei negoziati di pace e le ragioni dei successivi insuccessi dimostrarono come il LTTE non considerasse l’opzione di una soluzione negoziabile e la determinazione nell’affrontare il Governo dello Sri Lanka ricorrendo alla violenza. Nel corso dei negoziati il LTTE colse l’occasione di eliminare le altre organizzazioni politiche e militanti di tamil. Fase Periodo 13 luglio ‘85 12 agosto ‘85 Luglio ‘87 3 maggio ‘89 6 maggio ‘90 Luogo Capi della delegazione Gov. SL LTTE Negoziati di pace Buthan:Thimpu City Sig. H. W. Jayawardena Sig. L. Thilakar Negoziati Indo-Sri Lankesi Sri Lanka:Colombo Si tennero incontri tra il governo Sri Lankese e indiano Negoziati di pace 2 Sri Lanka: ColomboMinistro A.C.S. Hameed Sig. A. Balasingham Jaffna 32 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Negoziati di pace 3 1° sessione 13 ottobre ‘94 2° sessione 3° sessione 4° sessione 2 gennaio ‘95 14 gennaio ‘95 10 aprile ‘95 1° sessione 16 settembre ‘02 18 settembre ‘02 31 ottobre ‘02 3 novembre ‘02 2 dicembre ‘02 5 dicembre ‘02 6 gennaio ‘03 9 gennaio ‘03 7 febbraio ‘03 8 febbraio ‘03 18 marzo ‘03 21 marzo ‘03 2° sessione 3° sessione 4° sessione 5° sessione 6° sessione Oslo 22 febbraio ‘06 22 febbraio ‘06 8 giugno ‘06 9 giugno ‘06 Ginevra 28 ottobre ‘06 29 ottobre ‘06 Ginevra Sig. Karikalan Sri Lanka:Jaffna Sig. K. Balapatabandhi Rev. K. Fernando Negoziati di pace 4 Tailandia: Base navale di Sattahip, Chonburi Sig. S. P. Tamilselvam Tailandia: Hotel Rose Garden, Nakhorn Pathom Norvegia: Radisson SAS Plaza Hotel, Oslo Ministro G. L. Pieris Tailandia: Rose Garden Hotel, Nakhorn Pathom Germania: Ambasciata della Norvegia, Berlino Giappone: Hakorn Prince Hotel, Kanagawa Ripresa dei negoziati di pace Sig. A. Balasingham Svizzera: Ginevra Ministro N. S. Da Silva Sig. A. Balasingham Norvegia: Oslo Dott. P. Kohona Il LTTE si recò a Oslo ma non partecipò ai negoziati Svizzera:Ginevra Ministro N.S. Da Silva Sig. S. P. Tamilselvam B. I negoziati di Thimphu – Luglio/Agosto 1985 85. Il primo tentativo del Governo dello Sri Lanka di negoziare un accordo pacifico al conflitto fu effettuato dal Presidente J. R. Jayawardene e i negoziati ebbero luogo a Thimpu, Buthan. Durante gli incontri il LTTE fu uno dei gruppi tamil presenti all’incontro, tra cui: il Fronte Unito di Liberazione Tamil (TULF), l’Organizzazione di Liberazione Tamil Eelam (TELO), l’Organizzazione di Liberazione del Popolo Tamil Eelam (PLOTE), il Fronte di Liberazione Rivoluzionario del Popolo Eelam (EPRLF) e l’Organizzazione Studentesca Rivoluzionaria Eelam (EROS). 86. Il Governo dello Sri Lanka arrivò preparato ai negoziati per avanzare proposte generali per il decentramento del potere. Al contrario il LTTE e gli altri gruppi tamil non accettarono di partecipare ai colloqui relativi alle proposte politiche e, al contrario, avanzarono quattro 33 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI richieste che, a loro parere, dovevano essere necessariamente accettate dal Governo dello Sri Lanka, per continuare i negoziati. Le quattro richieste erano: a. b. c. d. Il riconoscimento dei tamil come una nazionalità distinta; Il riconoscimento del diritto dei tamil a una patria per la loro comunità; Il riconoscimento del diritto di autodeterminazione della Nazione Tamil; Il riconoscimento del diritto di piena cittadinanza di tutti i tamil residenti in Sri Lanka. 87. La quarta richiesta era specifica alle condizioni dei tamil dell’India residenti in Sri Lanka ed era in corso di valutazione. Tuttavia, visto che i gruppi tamil si rifiutarono di continuare le trattative senza l’approvazione delle altre tre richieste da parte del Governo dello Sri Lanka, i negoziati cessarono. 88. Il LTTE approfittò del cessate il fuoco concesso dal Governo dello Sri Lanka durante il periodo dei negoziati per rafforzare le proprie abilità militari. Per questo motivo, poco dopo l’interruzione dei negoziati il LTTE riuscì a conquistare la penisola di Jaffna. Durante il cessate il fuoco l’organizzazione si procurò un numero considerevole di fucili M-16 e AK-47 e lanciarazzi (RPG) e grandi quantità di esplosivo, che utilizzò ampiamente contro le Forze di Sicurezza e gli obiettivi civili. 89. Attraverso la violenza in quel periodo il LTTE divenne il maggiore gruppo militante tamil. Il comando decimò il Fronte di Liberazione Rivoluzionario del Popolo Eelam (EPRLF) ed eliminò il leader dell’Organizzazione di Liberazione Tamil Eelam (TELO), Sri Sabaratnam. In seguito ai negoziati il LTTE sfruttò i vantaggi militari che era riuscito ad ottenere per assassinare sistematicamente altri leader e annientare interamente alcuni gruppi tamil. 90. Attraverso i contatti internazionali stabiliti durante i Negoziati di Thimpu, il LTTE acquistò la prima nave chiamata “Cholan” nel 1986. Questo evento segnò la nascita di una rete di spedizione internazionale. C. L’accordo Indo-Sri Lankese – Luglio 1987 91. Nel 1987 il Governo dello Sri Lanka era in una posizione dominante e di maggiore potenza militare rispetto al LTTE. Tuttavia, un’offensiva efficace da parte delle Forze di Sicurezza nel nord del paese, 34 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI chiamata “Operazione Liberazione”, perse intensità e il Governo dello Sri Lanka decise di cessare le ostilità. Di conseguenza, il 29 luglio 1987 fu firmato a Colombo l’Accordo Indo-Sri Lankese tra il Primo Ministro indiano Rajiv Gandhi e il Presidente Sri Lankese J.R. Jayewardene. Il negoziato portò all’arrivo in Sri Lanka di una forza indiana per il mantenimento della pace. Il Governo decise di apportare modifiche alla costituzione nazionale, aggiungendo un tredicesimo emendamento che prevedeva un sistema governativo provinciale, ovvero il sistema del Consiglio Provinciale. Di conseguenza, in seguito alla notifica sulla gazzetta, le province del nord e dell’est furono unite. 92. Un importante aspetto dell’accordo riguardava la resa del LTTE e degli altri gruppi militari. Diversamente dagli altri, il comando LTTE consegnò solo una parte minima di armi e sfruttò il periodo di cessate il fuoco per consolidare ulteriormente il suo potere nel nord e nell’est del paese. Il 1 ottobre 1987, solo quattro giorni dopo la comunicazione della resa, il LTTE commise un massacro di civili cingalesi a est del paese, uccidendo 211 civili in due settimane e ferendone 39. Gli attacchi furono i seguenti: Data 6 ottobre ‘87 6 ottobre ‘87 6 ottobre ‘87 6 ottobre ‘87 7 ottobre ‘87 10 ottobre ‘87 15 ottobre ‘97 16 ottobre ‘87 19 ottobre ‘87 Luogo Batticaloa Town Valachchenai Talawai, Batticaloa Sagarapura, Trincomalee Lahugala, Pottuvil Gantalawa, Kantalai Ellakantalai, Trincomalee Pulmoddai – Anuradapura Kalkudah Vittime 18 40 25 27 Feriti 6 0 0 6 Modus Operandi Attacco armato a civili Incendio su un treno postale Attacco armato a un villaggio Attacco armato a un villaggio 30 9 14 0 3 0 Attacco su un autobus Attacco armato a un villaggio Attacco armato a un villaggio 8 0 Attacco su un autobus 40 24 Esplosione di una mina terrestre 93. Poco tempo dopo, 17 membri del LTTE furono arrestati a bordo di un peschereccio in rotta verso una nave di rifornimenti. Prima di essere trasferiti a Colombo affinché le Forze di Sicurezza potessero prendere provvedimenti, il 5 ottobre 1987 11 di loro si suicidarono ingerendo cianuro trafficato dell’organizzazione. 94. La reazione del LTTE arrivò entro breve, con l’attacco a due accampamenti militari e l’omicidio di 8 soldati prigionieri e 23 civili. Qualche giorno dopo, il comando uccise anche cinque o sei soldati indiani. 35 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI L’aperta ostilità del LTTE, dimostrata col rifiuto di resa delle armi, portò all’entrata nel conflitto di una Forza Indiana per il Mantenimento della Pace (IPKF). Infatti, nei due anni successivi l’IPKF si scontrò direttamente con l’organizzazione terroristica tamil e, secondo i verbali della forza militare indiana, in quel periodo il LTTE eliminò 1.138 soldati indiani e ne ferì 2.762. Il fatto che il comando coinvolse nel conflitto una terza parte, ovvero una forza di mantenimento della pace, e continuò a realizzare attacchi terroristici nonostante le azioni di riconciliazione del Governo dello Sri Lanka, dimostrava la natura violenta e la falsità dell’organizzazione di fronte alla negoziazione di soluzioni pacifiche. D. I negoziati di pace – Maggio 1989/Giugno 1990 95. Dopo 18 mesi di guerra contro l’IPKF, il LTTE richiese un periodo di tregua. Dal 25 aprile 1989 il comando accettò di partecipare a una serie di negoziati di pace con il nuovo Presidente Ranasinghe Premadasa per guadagnare tempo e rafforzarsi. Al contempo, per dimostrare buona volontà durante i negoziati di pace, il Governo dello Sri Lanka costrinse l’IPKF ad accettare il cessate il fuoco con il LTTE dall’8 giugno 1989 e a lasciare il paese. In questo tentativo di trattare con l’organizzazione militare tamil il Governo dimostrò la sua buona volontà accettando anche una serie di richieste del LTTE, tra cui la chiusura di diversi accampamenti militari strategici. Il comando continuò a presentare anche altre richieste per ottenere nuove concessioni. 96. Durante la seconda sessione dei negoziati, l’11 giugno 1990, mentre la delegazione LTTE era a Colombo sotto la protezione delle Forze di Sicurezza Sri Lankesi e della Polizia, il comando si arrese e allo stesso tempo attaccò più di una dozzina di stazioni di polizia nell’est del paese, sequestrando centinaia di ufficiali e facendoli prigionieri. Il giorno seguente il LTTE uccise 364 degli ufficiali prigionieri, molti di cui singalesi e musulmani, che si erano arresi all’organizzazione come richiesto loro dal Governo. Durante la settimana seguente il comando continuò ad attaccare e a conquistare stazioni di polizia a est e a nord del paese. Tuttavia, il Governo si impegnò a non interrompere le trattative con il LTTE e inviò un Ministro a Jaffna per ulteriori negoziazioni, il cui risultato fu la dichiarazione di cessate il fuoco. 97. Il LTTE non rispettò nemmeno questa tregua e attaccò diversi accampamenti dell’aviazione e dell’esercito e altre stazioni di polizia, uccidendo 342 persone e ferendone 412. Infatti, il comando sfruttò nuovamente il periodo dei negoziati di pace e del cessate il fuoco a suo favore, riprendendosi 36 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI dalla sconfitta militare e acquisendo una posizione di vantaggio tattico e psicologico rispetto alle Forze di Sicurezza. 98. Durante i negoziati di pace il LTTE consolidò ulteriormente il suo potere sui gruppi tamil con campagne di omicidi e violenza mirata. Questa volta le maggiori vittime furono i leader del TULF. Nel luglio 1989 l’ex leader dell’Opposizione A. Amirthalingam fu ucciso con V. Yogeshwaran, membro del Parlamento per Jaffna. Inoltre, anche uno dei maggiori politici tamil dell’est del paese, Sam Thambimuttu, membro del Parlamento del Fronte Rivoluzionario di Liberazione del Popolo Eelam (EPRLF), fu ucciso dal LTTE nel maggio 1990. 99. Con l’inizio della guerra nel giugno 1990, il LTTE riprese gli attacchi suicidi ed espanse le operazioni suicide dalle aree in cui era concentrato il conflitto a quelle esterne dal nord e dall’est del paese, compresa l’India. Gli obiettivi maggiori furono i leader politici e militari che erano stati identificati dal leader del LTTE come potenziali minacce al raggiungimento del suo scopo finale. 100. Nella sua campagna di omicidi il LTTE prese di mira anche la comunità musulmana. Nell’agosto 1990 l’organizzazione uccise 147 musulmani fedeli in preghiera nella moschea di Kathankudy e 173 compaesani musulmani a Eravur, Batticaloa. In seguito, nello stesso anno, il LTTE espulse tutti i musulmani da Jaffna. 101. Questo periodo segnò anche l’inizio degli attacchi suicidi contro la flotta navale che operava a largo delle coste orientali dello Sri Lanka. Il primo attacco navale suicida risale al 10 luglio 1990 a Velvettithurai, Jaffna, quando le Tigri Nere tentarono di far schiantare una nave carica di esplosivo contro l’imbarcazione della Marina Sri Lankese “Edithara”. E. I negoziati di pace – Ottobre 1994/Aprile 1995 102. Il 17 agosto 1994, ovvero qualche giorno dopo la nomina di Primo Ministro, il Presidente Chandrika Kumaratunga cominciò i “negoziati incondizionati” con il LTTE. Le due parti accettarono una “Dichiarazione di Cessazione delle Ostilità”, a patto che il LTTE e le Forze di Sicurezza mantenessero le loro posizioni sul territorio. Il comando, tuttavia, rifiutò fermamente di affrontare ulteriori colloqui relativi alle questioni politiche importanti fin quando una serie di ulteriori 37 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI richieste, nessuna delle quali fu accettata durante l’accordo di cessate il fuoco, non fosse accolta dal Governo. Tali richieste comprendevano la rimozione da parte del Governo di un importante accampamento militare a Pooneryn, l’apertura di una rotta stradale strategica a uso del LTTE, il permesso agli ufficiali del comando di trasportare armi ad est del paese, ad eccezione dei membri di posti di controllo e monitoraggio stradale, e la diminuzione delle restrizioni sulle attività di pesca nelle zone orientali dello Sri Lanka. Sebbene il LTTE affermò che le richieste fossero avanzate per questioni umanitarie, fu subito chiaro che l’accettazione di tali istanze da parte del Governo avrebbe consentito all’organizzazione un vantaggio militare fondamentale ai fini del perseguimento del programma di separazione. 103. Ciononostante, al fine di raggiungere un accordo pacifico con il LTTE il Presidente Kumaratunga accettò molte delle richieste, ad eccezione della chiusura dell’accampamento di Pooneryn, sebbene l’organizzazione non fosse soddisfatta e insistesse che ogni istanza doveva essere accolta prima di intavolare una discussione. Mentre i negoziati stavano procedendo, il LTTE fece improvvisamente saltare in aria due cannoniere navali attraccate al porto di Trincomalee, uccidendo 12 marinai e ferendone altri 21. Il comando si rifiutò non solo di comunicare con le 72 ore di preavviso stabilite nell’accordo l’interruzione della tregua, ma dimostrò un evidente disprezzo per i negoziati di pace rispondendo con grande violenza alle concessioni del Governo. 104. Il LTTE si rafforzò in modo significativo nel periodo del cessate il fuoco, formando quattro nuovi Reggimenti per la Fanteria e il Supporto Militare chiamato Anbarasy (anti flotta aerea), Malathi (reggimento della fanteria femminile), Kittu (reggimento dell’artiglieria) e Victor (reggimento anti carro armati). L’organizzazione acquistò anche grandi quantità di armi d’artiglieria, antiaeree e anti carro armato ed esplosivi dall’Europa orientale e dai paesi dell’Est Asiatico. 105. Per la prima volta nel conflitto il LTTE impiegò contro l’Aeronautica Sri Lankese missili ariaterra procurati durante il periodo di cessate il fuoco. Il 28 e il 29 aprile 1995 il comando abbatté due aeromobili Avro dell’Aeronautica, uccidendo 100 ufficiali disarmati in congedo e alcuni civili. In quel periodo furono realizzati anche altri attacchi missilistici, come l’attacco ai danni di un aereo AN-32 nel novembre 1995 e quello a un elicottero MI-17 per il trasporto di passeggeri nel gennaio 1996, per un totale di 102 vittime. 106. Inoltre, nel 1996 il comando LTTE organizzò un intenso attacco a una sede delle Forze di Sicurezza a Mullaitivu, uccidendo più di 1.100 soldati. 38 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 107. Con l’inizio della Terza Guerra Eelam, il LTTE incrementò il numero di operazioni suicide in luoghi religiosi e istituzioni economiche. L’attacco realizzato con un veicolo carico di esplosivo al tempio di Sri Dalada Maligawa o “Tempio del Dente”, santuario buddhista in cui è conservato il Dente Sacro del Buddha, fu la prima operazione suicida del LTTE in un luogo religioso. D’altro canto, l’attacco suicida compiuto il 20 ottobre 1995 alla raffineria petrolifera di Kolonnawa e alle cisterne di petrolio di Orugodawatta, a Colombo, può essere identificato come la prima operazione suicida del LTTE contro obiettivi economici ed ebbe un impatto molto negativo sull’economia del paese. Quest’ultimo fu seguito da un attentato alla Banca Centrale nel gennaio 1996. 108. Gli esempi forniti dimostrano che il LTTE sfruttò la situazione di pace e il periodo di cessate il fuoco per rafforzare in modo marcato le proprie forze militari e acquisire equipaggiamento sofisticato da impiegare successivamente contro le Forze di Sicurezza e i civili con conseguenze disastrose. F. L’intervento norvegese 109. Il Governo del Fronte Nazionale Unito (UNF) guidato dal Primo Ministro Ranil Wickremasinghe venne instaurato nel dicembre 2001 con la promessa di porre fine alle operazioni militari contro il LTTE e riportare la pace tramite i negoziati. Poco dopo il successo elettorale dell’UNF, il 24 dicembre 2001 il comando LTTE avanzò la proposta di un cessate il fuoco unilaterale e di negoziati incondizionati, che fu accolta dal Governo UNF. Il Governo e il LTTE firmarono un Accordo di cessate il fuoco il 22 febbraio 2002. 110. Il Governo della Norvegia facilitò il processo di pace, coordinando le comunicazioni tra le due parti e occupandosi delle questioni logistiche prima e durante i negoziati di pace. Inoltre, fu nominata la Missione di Monitoraggio dello Sri Lanka (SLMM), che comprendeva membri dei paesi nordici, con lo scopo di supervisionare l’implementazione dell’accordo di cessate il fuoco. L’SLMM monitorava la situazione del territorio ed era tenuta a effettuare valutazioni relative alle violazioni di cessate il fuoco avvenute durante il suo mandato. Inoltre, i capi di governo degli Stati Uniti, del Giappone, della Norvegia e dell’Unione Europea furono nominati come co-presidenti della Conferenza di Tokyo sulla Ricostruzione e lo Sviluppo dello Sri Lanka del 10 giugno 2003, un’iniziativa mirata a incoraggiare l’instaurazione della pace attraverso lo stanziamento di fondi destinati a progetti di sviluppo economico nel nord e nell’est del paese. 39 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 111. Come nelle trattative precedenti il comando LTTE avanzò numerose richieste che il Governo dello Sri Lanka dovette accettare come requisito indispensabile per l’avvio dei negoziati. Le richieste riguardavano la diminuzione delle restrizioni sul trasporto di merci a duplice scopo (civile e militare) nelle aree controllate dal LTTE, le misure per il trasporto di membri dell’organizzazione, l’accesso ai fondi esteri, il rifornimento di equipaggiamento per le comunicazioni e, infine, la partecipazione a programmi di formazione internazionale degli ufficiali del comando. Il LTTE affermò che tali condizioni erano necessarie per “costruire la fiducia” e per “ragioni umanitarie”, ma non prevedevano concessioni dell’organizzazione al Governo dello Sri Lanka. Nonostante l’approvazione di quasi tutte le richieste da parte del Governo, l’organizzazione ostacolò, sospese e, infine, abbandonò i negoziati di pace proprio nel momento in cui era necessario prendere provvedimenti su alcune questioni politiche sostanziali. Nonostante l’interruzione dei negoziati di pace, il cessate il fuoco non cessò, principalmente perché il LTTE continuava a trarre beneficio dai periodi di tregua e attendeva il momento giusto per tornare in azione. 112. Poco dopo la vittoria delle elezioni presidenziali nel novembre 2005, il Presidente Mahinda Rajapaksa riprese con successo i negoziati di pace interrotti con il LTTE. Consapevole che le tattiche dell’organizzazione si basassero sull’avanzamento di richieste a breve termine per evitare di affrontare importanti questioni politiche, la delegazione del Governo rifiutò la proposta del LTTE di limitare i colloqui all’accordo di cessate il fuoco e, d’altro canto, insistette per affrontare un vasto programma. Nonostante i progressi su una serie di questioni nella prima sessione dei negoziati di pace con il Presidente Mahinda Rajapaksa, il LTTE ritornò alle sue tattiche usuali, giustificandosi con scuse logistiche e presentando ulteriori richieste con lo scopo di sospendere le trattative. 113. Nel giugno 2006 la delegazione del LTTE ebbe l’opportunità di recarsi a Oslo, in Norvegia, per una serie di colloqui programmati con il Governo dello Sri Lanka ma, insoddisfatta della composizione della delegazione del Governo, rifiutò di presentarsi alla negoziazione. Nell’ultima sessione dei negoziati, nell’ottobre 2006, il LTTE rifiutò di procedere con ulteriori trattative di pace fin quando il Governo dello Sri Lanka non avesse accettato di aprire l’autostrada A-9. Tuttavia, tale richiesta non fu soddisfatta per ragioni di sicurezza e questa volta, quando i negoziati furono sospesi, il LTTE aveva sfruttato il cessate il fuoco per raggiungere i suoi obiettivi ed era pronto a continuare con le ostilità. 40 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI G. Il comportamento del LTTE tra il 2002 e il 2006 114. Dalla firma dell’Accordo di cessate il fuoco del febbraio 2002 da parte del Governo dello Sri Lanka, precisamente dal Ministro Ranil Wickremasinghe, e fino all’interruzione dei negoziati di pace dell’ottobre 2006, il LTTE rafforzò in modo significativo e notevole il suo apparato militare. Infatti, i documenti relativi a quel periodo dimostrano come l’organizzazione sfruttò il cessate il fuoco per riarmarsi e accumulare scorte di armi e munizioni, così come per assassinare i nemici politici e consolidare il suo potere a nord e a est del paese. Durante questo periodo il LTTE promosse anche una campagna per provocare, minacciare e demoralizzare le Forze di Sicurezza, a cui, secondo le misure previste dall’accordo di cessate il fuoco, era impedito reagire. Il LTTE infranse sistematicamente l’accordo, compiendo violazioni sempre più frequenti e gravi alla fine del 2005. La grande quantità di violazioni registrate dalla Missione di Monitoraggio dello Sri Lanka (SLMM) dimostrava il disprezzo del LTTE nei confronti dell’accordo stesso. Acquisizione di armi e munizioni 115. Durante il cessate il fuoco il LTTE si dedicò al potenziamento dei sistemi di combattimento e alla realizzazione di vaste scorte di armi. L’organizzazione riuscì a procurarsi un grande numero di spedizioni di armi dall’estero e a scaricarle via mare nella roccaforte di Mullaitivu. Gli armamenti comprendevano armi, mine, artiglieria, aerei, missili ed esplosivi. Il LTTE possedeva una flotta di imbarcazioni commerciali destinate al trasporto di armi per l’organizzazione che viaggiava sulle acque internazionali a largo delle coste dello Sri Lanka ed effettuava consegne ai pescherecci, che, a loro volta, le trasportavano alla costa. L’allegato fornisce dettagli sugli approvvigionamenti di armi. 116. Secondo i registri dell’SLMM, il 14 luglio 2002 e il 10 febbraio 2003 lo stesso organo di controllo e la Marina Sri Lankese individuarono pescherecci carichi di armi. In queste occasioni i controllori dell’SLMM a bordo delle imbarcazioni della Marina Sri Lankese documentarono il trasporto di armi da parte del LTTE durante il cessate il fuoco. Tra settembre 2006 e ottobre 2007 la Marina Sri Lankese individuò e distrusse 10 imbarcazioni del LTTE con un carico di migliaia di tonnellate di armi ed equipaggiamenti e tali dati costituiscono la prova empirica del modus operandi adottato dal comando tamil per il trasporto di armi durante la tregua. 41 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Acquisizione di aeromobili 117. Il comando LTTE, limitato a forze di terra e mare, aggiunse una nuova dimensione alla guerra introducendo attacchi aerei realizzati con aeromobili procurati durante il cessate il fuoco. Il LTTE sfruttò la tregua anche per inviare i suoi ufficiali all’estero per addestramenti di volo e per costruire diversi aeroporti. Reclutamento dei membri 118. Il LTTE trasse vantaggi dal cessate il fuoco incrementando in modo significativo le attività di reclutamento anche nelle zone controllate dal Governo, tra cui il rapimento di adulti e bambini. L’SLMM stima che durante il cessate il fuoco il comando fu responsabile del reclutamento di 1.743 bambini, di 253 rapimenti di bambini e di altri 579 di adulti. I dati si riferiscono solo alle denunce presentate all’SLMM dai parenti relative al reclutamento e ai rapimenti del LTTE. Considerando che l’SLMM non aveva la possibilità di monitorare gli obblighi di cessate il fuoco e ricevette denunce pubbliche solo nelle aree controllate dal LTTE, è probabile che un consistente numero di casi in quelle aree non siano stati denunciati. 119. Il LTTE rinvigorì anche le forze ausiliarie e fornì un addestramento obbligatorio ai civili nelle aree di suo controllo. Il reclutamento del LTTE effettuato durante il periodo di cessate il fuoco portò a un significativo aumento della potenza dell’organizzazione: da un’organizzazione costituita da meno di 14.000 membri nel giugno 2006 tale numero raggiunse i 25.000. Sfruttamento degli incarichi politici da parte del LTTE 120. Durante la tregua al LTTE fu permesso di dedicarsi all’attività politica nelle aree controllate dal governo. Secondo le aspettative, il LTTE avrebbe ricavato il massimo dall’opportunità di trasformare un’organizzazione militare in una politica. Sfortunatamente, la concessione del Governo dello Sri Lanka mirata a facilitare tale passaggio fu impiegata in modo improprio da parte dell’intransigente LTTE. Infatti, l’accordo di cessate il fuoco fornì ai combattenti LTTE l’occasione di entrare nelle aree controllate dal governo tramite l’istituzione di diversi “Uffici Politici del LTTE” in quelle aree. Il comando utilizzò questi uffici per organizzare campagne di reclutamento, interventi per l’avanguardia dell’intelligence, raccolta di armi e azioni di minaccia e intimidazione ai residenti. 42 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Rafforzamento dei fondi internazionali e delle operazioni di approvvigionamento di armi 121. Durante il cessate il fuoco il LTTE fu coinvolto attivamente nel rinvigorimento della rete internazionale con lo scopo di migliorare le operazioni di raccolta fondi e approvvigionamento di armi. Nel luglio 2003 il Centro di Coordinamento Internazionale del LTTE decise di far incontrare i maggiori leader dei gruppi esteri e fornì loro istruzioni sull’istituzione di una rete internazionale. Questa riorganizzazione iniziò immediatamente e la diaspora tamil fu convinta e in alcuni casi costretta a contribuire con denaro alla ripresa della guerra. Il messaggio del LTTE alla diaspora tamil si concentrava sul fatto che erano necessarie grandi somme di denaro per la preparazione di una battaglia decisiva mirata al raggiungimento di un obiettivo, ovvero la guerra finale. 122. Durante la tregua il comando tamil sfruttò ogni fonte di denaro, compresi i fondi ricevuti in seguito allo tsunami di dicembre 2004, per sostenere spese sempre maggiori e sviluppare strutture militari a nord e a est del paese. I fondi erano raccolti all’estero dal LTTE con il pretesto di utilizzare i contributi per lo sviluppo e la riabilitazione delle zone settentrionali e orientali dello Sri Lanka. Il denaro era trasferito alla principale organizzazione di copertura, l’Organizzazione per la Riabilitazione Tamil (TRO), che fu in seguito bandita in diversi paesi in qualità di organo legato al terrorismo. Durante la tregua il LTTE istituì anche una banca illegale, la “Banca per lo Sviluppo del nord e dell’est”, con sede a Killinochchi, a cui trasferì i fondi raccolti dal TRO. L’uccisione degli oppositori 123. Durante il cessate il fuoco il LTTE promosse una nuova campagna di omicidi mirata agli oppositori. L’organizzazione impiegava i nuovi “uffici politici” situati nelle zone controllate dal governo per pianificare e supportare le operazioni segrete. Un cecchino del LTTE uccise il Ministro degli Esteri Lakshman Kadirgamar nell’agosto 2005, e Ketesh Loganathan, Vice Segretario Generale del Comitato di Coordinamento del Processo di Pace, fu freddato fuori dalla sua abitazione nell’agosto dell’anno successivo. La tregua permise al LTTE di uccidere anche diversi leader e membri di partiti tamil che si erano opposti all’organizzazione ed avevano abbracciato la corrente democratica. 43 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Azioni provocatorie 124. Dopo la firma dell’accordo di cessate il fuoco nel febbraio 2002 il LTTE commise azioni provocatorie contro le Forze di Sicurezza, con l’intento di portarle a reagire e a violare la tregua. Tra queste si ricordano diversi atti di intimidazione, compresi rapimenti, attacchi e assassini mirati alle Forze di Sicurezza, così come azioni minori pianificate per sollecitare una risposta immediata. Nei posti di controllo a nord e a est dello Sri Lanka, i membri del LTTE organizzavano interventi provocatori mirati a umiliare i singoli soldati, schernendoli, lanciando loro sassi e ricoprendoli di sputi. In diverse occasioni i membri del LTTE in abiti civili attaccarono brutalmente e uccisero alcuni ufficiali delle Forze di Sicurezza che stavano effettuando pattugliamenti delle strade nelle zone controllate dal governo. I membri del LTTE, sempre in borghese, bruciavano gomme sulla strada, bloccavano il traffico e sconvolgevano la vita dei civili. Nonostante le provocazioni da parte del LTTE, le Forze di Sicurezza reagirono con moderazione nello spirito dell’accordo di tregua. Violazioni all’Accordo di cessate il fuoco 125. L’SLMM ha stimato che tra febbraio 2002 e maggio 2007 il LTTE violò il cessate il fuoco 3.830 volte, contro le 351 del Governo dello Sri Lanka. Si deve però considerare che il ruolo e le risorse dell’SLMM limitarono l’attività di monitoraggio e di investigazione sulle denunce, soprattutto nelle zone controllate dal LTTE. Per questo motivo, è probabile che il comando abbia violato il coprifuoco molte più volte rispetto al numero sopraindicato. 126. Dopo che il LTTE fu bandito dall’Unione Europea, il comando militare si vendicò affermando di non poter più garantire la sicurezza del personale SLMM. Di conseguenza, la presenza e il ruolo dell’organo di controllo, che operava in Sri Lanka da settembre 2009, diminuirono in modo significativo. 127. Considerando l’incapacità dell’SLMM di investigare sulle denunce presentate contro il LTTE nelle aree controllate dall’organizzazione stessa e la diminuzione del personale in seguito alle provocazioni del comando tamil, è necessario esaminare accuratamente i registri delle denunce durante il periodo di cessate il fuoco. La tabella a fianco riporta la natura e il numero delle denunce. 44 Trincomalee 147 101 16 1 96 1 97 753 218 42 36 213 79 20 186 118 21 9 40 9 19 30 28 2 99 265 1 884 251 35 55 39 5 112 152 1 766 85 4 111 37 11 4 243 593 1.456 311 225 2.183 TOTALE Batticalao, e Ampara Polonnaruwa 102 221 45 Altre aree Wanni Rapimenti di civili Azioni provocatorie Campagne di protesta Richieste di riscatto Coscrizione Rimozione forzata di veicoli privati Issaggio di bandiera del LTTE in istituzioni pubbliche Molestie ai civili Trasporto di armi in aree abbandonate Costruzione di nuovi accampamenti/bunker Uccisione di civili Uccisione di personale della Polizia Esercitazioni navali con apertura del fuoco TOTALE Jaffna Categoria Colombo OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 1 1 1.189 659 124 46 434 93 247 1 30 29 5 105 60 112 373 114 11 800 1.369 2 5.461 128. Il 16 gennaio 2008, quando l’accordo di cessate il fuoco terminò formalmente, la tregua era già stata ufficialmente sospesa nel luglio 2006 a causa dell’aumento di atti di violenza del LTTE. Di conseguenza, l’effettiva abrogazione dell’accordo avvenne solo successivamente a questa data. La preparazione del LTTE alla guerra 129. Una valutazione delle denunce effettuate contro il LTTE nel periodo precedente a luglio 2006 evidenzia un aumento in quantità e gravità delle violazioni alla tregua e dimostra l’incremento dei gruppi militari e delle sfacciate provocazioni contro le Forze di Sicurezza. I registri dell’SLMM documentano il percorso del LTTE verso la guerra. La tabella alla pagina seguente sottolinea un chiaro incremento del numero delle violazioni nel 2005 e nel 2006, facendo un confronto con l’anno precedente. 45 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Violazioni all’accordo di cessate il fuoco da parte del LTTE Anno Numero di violazioni 2002 815 2003 871 2004 702 2005 975 2006 2.098 Totale 5.461 Numero di violazioni del cessate il fuoco 130. Le statistiche in alto dimostrano l’evidente intenzione del LTTE di provocare il Governo dello Sri Lanka e condurlo a una reazione militare. Allo stesso tempo, la natura degli obiettivi selezionati dal LTTE indicano chiaramente l’intenzione di limitare le capacità del Governo per intraprendere una vittoriosa reazione militare. Durante il cessate il fuoco il LTTE riuscì ad uccidere 24 agenti dell’intelligence Sri Lankese. In seguito, nell’aprile 2006 l’organizzazione cercò di assassinare il Comandante dell’Esercito dello Sri Lanka con un attacco eseguito da un attentatore suicida che si infiltrò nel quartier generale dell’esercito. Successivamente, nel giugno 2006 un attentatore suicida uccise il Vice Capo del Personale dell’Esercito. Infine, un altro attentato fu organizzato ai danni del Segretario del Ministro della Difesa nel dicembre dello stesso anno. 131. Nonostante i diversi attentati realizzati dal LTTE per provocare la reazione armata del Governo, quest’ultimo optò per questa scelta solo quando l’intervento militare divenne l’unico mezzo per evitare la crescente crisi umanitaria causata dalla chiusura del canale artificiale di Mavil Aru da parte del LTTE nel luglio 2006. 46 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI PARTE SECONDA V. LA RIPRESA DELLE OSTILITA’ 132. All’incirca il 21 Luglio 2006 abitanti del villaggio di origini Musulmane, Singalese e Tamil riferirono all’Ingegnere delle Acque d’Irrigazione delle chiuse del canale artificiale Mavil Aru di aver notato un’insolita diminuzione del flusso delle acque nel braccio Kallar del canale. L’uscita per l’ispezione delle chiuse del canale d’irrigazione da parte dell’ingegnere venne impedita dal LTTE sotto minaccia di armi da fuoco. Divenne chiaro che le principali chiuse del canale vennero bloccate dal LTTE a seguito dell’improvvisa presa di controllo dell’area, con conseguente cessazione del flusso d’acqua. Chiuse del Canale Mavil Aru 47 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 133. Mavil Aru comprende tre chiuse – la chiusa principale, la chiusa dalla sorgente, e la chiusa radiale. La chiusa dalla sorgente e quella radiale sono state costruite su due torrenti di Verugal Aru, che scorre verso est. La chiusa principale controlla il flusso d’acqua al braccio Kallar del canale, che scorre in direzione nord e rifornisce di acqua i villaggi. 134. La popolazione dell’area di Mavil Aru che riceveva l’acqua includeva 9510 Musulmani, 8013 Singalesi e 4439 Tamil residenti in 20 villaggi. La chiusura della chiusa pregiudicò seriamente i loro mezzi di sussistenza e la vita quotidiana. L’occupazione principale degli abitanti dei villaggi era la coltivazione e il loro filo diretto con l’acqua proveniva da questa risorsa. Vennero colpite anche le famiglie dedite all’allevamento degli animali e alla pesca in vasche. Si stava preparando una catastrofe poiché l’agricoltura e la sopravvivenza erano minacciate. 135. La vicenda venne riferita alla Missione di Monitoraggio dello Sri Lanka e ad altre autorità competenti, ma la situazione rimase immutata. Ogni tentativo pacifico di ripresa del flusso delle acque fallì. Col passare dei giorni il problema restava irrisolto. Se non si ripristinava il rifornimento di acqua l’intero raccolto sarebbe andato perso. La comunità iniziava ad essere disperata. 136. Gli abitanti dei villaggi volevano marciare verso il punto di blocco con l’intenzione di aprire le chiuse del canale. Ciò avrebbe condotto ad uno scontro con il LTTE, che andava impedito. La negazione dell’acqua, diritto primario per la vita di una comunità, sembrava concepito dal LTTE per provocare la reazione del Governo dello Sri Lanka laddove i numerosi tentativi precedenti avevano fallito. La comunità veniva usata come pedina dal LTTE. 137. La situazione richiedeva l’intervento del Governo, se non si volevano obbligare gli abitanti dei villaggi ad abbandonare coltivazioni e terre. Il Governo venne obbligato ad avviare una limitata operazione militare per aprire le chiuse del canale. Forze di Sicurezza avviarono le operazioni alle 5 del mattino del 28 Luglio 2006. 138. Lo slancio delle Forze di Sicurezza venne rallentato a causa dell’alta concentrazione di mine piazzate dal LTTE, e dalla strenua resistenza di trincee e bunker di recente costruzione e massiccia fortificazione. Le truppe dovettero anche fronteggiare raffiche di artiglieria e di mortaio del LTTE. 48 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 139. Mentre l’operazione Mavil Aru era in corso, il LTTE sferrò attacchi simultanei verso le 2 del mattino circa del 02 Agosto 2006 contro campi militari a Kaddaiparichchan, Selvanagar, Mahindapue, il Distaccamento Navale a Mutur e la città di Mutur. Le Forze di Sicurezza dovevano adesso respingere gli attacchi del LTTE su questi nuovi fronti intorno al porto di Trincomalee. Anche il Jetliner, il principale corazzato per il trasporto truppe, fu attaccato al suo ingresso nel porto di Trincomalee. Avvio delle operazioni a Mavil Aru e risposta del LTTE 49 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 140. La città di Mutur, di fronte al porto di Trincomalee, cadde nelle mani del LTTE mentre si registravano duri scontri presso Kattiparichahan alle porte di Mutur. Gli attacchi a Selvanagar e Galkanda hanno portato i civili dell’intera area a sud del porto di Trincomalee ad abbandonare le proprie case. Gli sfollati confluiti nei campi a Kantale ammontarono a 76745, di cui 5848 Singalesi, 29620 Tamil e 41277 Musulmani. 141. Le intenzioni del LTTE erano di prendere possesso del porto di Trincomalee, la principale base logistica per il trasporto di rifornimenti per i civili a Jaffna come pure per le Forze di Sicurezza. Il sistema alternativo di trasporto era via aerea, dato che la strada A-9 (Main Supply Route) era parzialmente controllata dal LTTE. Se Trincomalee fosse caduta nelle mani dell’LTTE, la penisola di Jaffna sarebbe stata in grave pericolo poiché non vi sarebbe stato accesso immediato per uomini e materiali. 142. Il mattino del 6 Agosto 2006, le Forze di Sicurezza iniziarono a liberare la città di Mutur e in serata le truppe consolidarono le operazioni. Anche Kattaparichchan venne liberata verso quelle ore. Il 7 Agosto 2006 si riottenne il totale controllo di Trincomalee Sud. 143. Dopo aver riassunto con successo il controllo di Trincomalee Sud, le truppe vennero di nuovo indirizzate a proseguire gli sforzi per la liberazione di Mavil Aru. Il 10 Agosto le Forze di Sicurezza consolidarono la sponda ovest della chiusa radiale, ponendo fine alla battaglia per l’acqua. Le chiuse del canale furono aperte nuovamente e l’acqua fluì liberamente verso le zone coltivate. 144. Per fermare le Forze di Sicurezza ad est e farle convergere su Jaffna, il LTTE ampliò l’11 Agosto il teatro delle operazioni. Appena 15 min. prima della chiusura dei lavori del giorno, il LTTE attaccò il punto di entrata/uscita Muhamalai sulla strada A-9 Kandy-Jaffna, violando gravemente l’accordo di cessate il fuoco. Avvicinandosi a bordo di un autobus al punto di entrata/uscita, al riparo dietro un altro autobus che portava pellegrini, il LTTE predispose un piano d’attacco terrestre ben coordinato, supportato da vicino dalla concentrazione di artiglieria e fuochi di mortaio, uccidendo l’impreparato personale militare occupato con le attività di conclusione della giornata al check-point. L’attacco causò la morte di civili vicini al luogo. Contemporaneamente vi furono dei tentativi del LTTE per la presa del Distaccamento Navale a Kilaly e sulla Linea di Difesa Avanzata a Muhamallai. Il LTTE riportò dei successi parziali in questi tentativi alle ore 23. 50 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 145. Successivamente, cellule delle Tigri del Mare LTTE effettuarono uno sbarco conquistando parte delle difese delle truppe della Marina all’Isola Katys mentre impegnavano Ariyalai con fuoco concentrato d’artiglieria. Le truppe della Marina dovettero abbandonare le posizioni nella linea di Difesa Avanzata ed occupare posizioni alternative all’interno. L’iniziale successo ottenuto fu sfruttato dal LTTE che stabilì una sua roccaforte ad Allaippiddi. Gli attacchi nella penisola di Jaffna 146. Le truppe che s’imbatterono nel primo scontro dovettero ridistribuirsi ad occupare le posizioni della contro-occupazione per prevenire altre incursioni. Si inviarono rinforzi per avere il controllo della situazione sul fronte di Kilaly, mentre si contenne il LTTE a Muhamallai e l’area a nord del varco di entrata/uscita. Le truppe nelle posizioni della contro penetrazione sferrarono una serie di contrattacchi senza molto successo. Dall’11 al 14 Agosto 2006 le Forze di Sicurezza effettuarono diversi tentativi per rimpossessarsi della Linea di Difesa Avanzata ma vennero efficacemente fermate dal LTTE. 147. Si sferrò un contrattacco per rimpossessarsi del Distaccamento Navale a Kilaly. Le Forze di Sicurezza si ripresero con successo il Distaccamento Navale dietro strenua resistenza con l’aiuto del 51 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI fuoco di artiglieria. Per le 4 del mattino del 12 Agosto 2006 le difese del fronte della Laguna di Kilaly furono ristabilite. 148. Presso Kayts, la Marina dello Sri Lanka tenne le basi dopo essersi riposizionata, lasciando scoperti alcuni punti saldi lungo la fascia costiera. Le Forze di Sicurezza lanciarono con successo un contrattacco il 12 Agosto 2006 e si ripresero le postazioni occupate dal LTTE. La Marina consolidò i punti di difesa liberati a Mandaitivu il giorno dopo. 149. Le Forze di Sicurezza riuscirono a contenere le incursioni del LTTE fino al 17 Agosto 2006 occupando vittoriosamente le contro postazioni e quindi lanciando contrattacchi di diversa portata. La degradazione esercitata dalle Forze di Sicurezza ridusse l’efficacia dei combattimenti del LTTE impedendogli di lanciare attacchi mirati verso le posizioni avversarie e quelle alle spalle. Sia le Forze di Sicurezza che il LTTE subirono pesanti perdite durante lo scontro. 150. Le Forze di Sicurezza completarono la rioccupazione il 27 Agosto 2006 e ristabilirono integra la Linea di Difesa Avanzata a Muhamallai. 151. Dopo aver fallito nella sua precedente importante offensiva per prendere il porto di Trincomalee, il LTTE proseguì col fuoco di artiglieria e mortaio da Sampoor e Ralkuli (situate ad entrambi i lati di Mutur nel bacino del porto) verso i cantieri navali, la base dell’Aeronautica Militare (SLAF) nella baia China, e minacciò il cementificio ‘Mitsui’, il mulino ‘Prima Flour’ e serbatoi di petrolio. Questo creò una seria minaccia all’area di Trincomalee e la popolazione civile iniziò a partire per timore della propria incolumità. 52 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI L’importante offensiva LTTE per conquistare Trincomalee 152. Le Forze di Sicurezza iniziarono a rifornire la popolazione di rifugi e servizi, cosa che divenne in seguito appannaggio dell’apparato amministrativo civile. Il LTTE cercava costantemente di attaccare imbarcazioni della Marina che navigavano dentro e fuori il porto di Trincomalee e il molo di Muttur. Un’interruzione della linea di comunicazioni via mare per Jaffna avrebbe conferito un enorme vantaggio militare al LTTE. 153. In aggiunta a tali fattori, i civili sfollati di Mutur e l’area sud di Trincomalee, che avevano vissuto la recente esperienza degli assalti del LTTE, i fuochi di artiglieria e di mortaio, richiesero che le Forze di Sicurezza garantissero la loro sicurezza allontanando il LTTE e la costante minaccia ch’esso rappresentava. In questa situazione, considerata la serie di attacchi avuti in precedenza, si ritenne necessario mettere in salvo Sampoor e le zone adiacenti per garantire la sicurezza dei civili. 154. Il LTTE accrebbe la propria forza e fortificò la zona per negare l’accesso alle Forze di Sicurezza e prevenire il territorio da ogni sbarco via mare dalla zona di Foul Point. Le attività del LTTE a Sampoor e Ralkuli seguitarono a costituire una minaccia diretta alle attività navali del 53 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Porto di Trincomalee. Accrebbero le attività delle Tigri del Mare con l’arrivo dei capi anziani delle Tigri del Mare con imbarcazioni veloci e barchini esplosivi che determinarono un cambiamento importante nelle loro capacità di attacco. 155. Il Governo dello Sri Lanka, obbligato a reagire alle aperte provocazioni del LTTE ad est a Mavil Aru e a Trincomalee Sud, nella penisola di Jaffna a Muhamallai e Katys, si vide costretto a respingere tale crescente minaccia lanciando una controffensiva al LLTE. 156. Le Forze di Sicurezza lanciarono l’Operazione Umanitaria per proteggere la zona di Sampoor alle 3 del mattino del 24 Agosto 2006. La precisione dell’artiglieria e dei divieti aerei combinati a piccole azioni di gruppo causarono gravi perdite al LTTE, mentre le manovre tattiche del convoglio principale crearono confusione tra i leader del LTTE. Al 3 Settembre le Forze di Sicurezza anche tramite risorse tecniche riscontrarono che le restanti cellule del LTTE tentavano di ripiegare verso sud. La Marina prevenne il ritiro via mare del LTTE. Per le 14 del 4 Settembre 2006 le Forze di Sicurezza riguadagnarono il pieno controllo dell’area di Sampoor. 157. Il vittorioso completamento delle operazioni ebbe un grande impatto sulla fiducia della popolazione civile e migliorò l’immagine complessiva del Governo. La zona riconquistata inoltre, fu dello spessore necessario per la sicurezza della città di Trincomalee, il suo porto e i cantieri navali. Manirasakulam, occupata dal LTTE durante il periodo del cessate il fuoco, venne riottenuta, impedendo così movimenti di terroristi tra il Wanni, Trincomalee e Batticaloa. 158. Una volta messa in sicurezza la zona, tutte le persone che l’avevano abbandonata furono in grado di farvi ritorno in piena tranquillità per la propria sicurezza. Le normali attività ripresero e i campi abbandonati per anni vennero nuovamente coltivati. Il bacino di riso intorno a Trincomalee fiorì di nuovo in assenza del LTTE. 159. Tratto rilevante di questa operazione fu che la vita civile e la proprietà furono in linea di massima protette. Tuttavia si registrarono perdite di civili per opera del LTTE, inclusi degli spari a Galkanda su un ambulanza di passaggio. Civili musulmani che scappavano agli attacchi dell’artiglieria vennero presi di mira da parte di cellule LTTE in ritirata. 54 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 160. L’Operazione Umanitaria proseguì nella liberazione della restante parte orientale compresa Vakarai, il bacino di Batticaloa, Thoppigala e Trincomalee nord. Al 10 Luglio 2007 le Forze di Sicurezza completarono la liberazione della Provincia Est. 161. Le prolungate violazioni dell’Accordo di Cessate il Fuoco da parte del LTTE rivelarono chiaramente che questo lo utilizzò unicamente come copertura per ottenere i propri obbiettivi militari. Il bisogno di una risposta calibrata era stato ampiamente provato, e il successo di tale risposta ha comportato la liberazione di civili. In quanto stato sovrano con autorità legittima, lo Sri Lanka aveva l’obbligo di proteggere tutti i suoi cittadini e in particolare quelli sotto il giogo del LTTE, per permettere anche a loro di godere degli stessi diritti e benefici degli altri cittadini. 55 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI VI. LE OPERAZIONI NEL WANNI 162. Mentre l’Operazione Umanitaria ad oriente raggiungeva il proprio apice, fu deciso di aprire un fronte nel teatro delle operazioni del Wanni. Durante questo periodo un’area di 6792 km2 era controllata dal LTTE. Le Forze di Sicurezza attrezzarono una Linea di Difesa Avanzata lunga 11 km. da Kilaly a Nagarkovil attraverso Muhamallai a nord e un’altra di 140 km. da Mannar a Kokkuthuduwai attraverso Omanthai a sud. L’operazione nel Wanni prese avvio il 5 Marzo 2007. Il teatro delle operazioni del Wanni 163. Gli scontri iniziali ebbero luogo nella giungla vergine, limitando così l’impiego efficace di mortai e artiglieria. Le zone abitate vennero attentamente evitate, in linea con la politica adottata di “Nessuna Vittima tra i Civili”. Prima dell’avvio della campagna, si svolse un considerevole lavoro 56 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI di identificazione dei luoghi di residenza dei civili, grazie all’aiuto di funzionari pubblici del posto, per evitare di farne delle zone di conflitto. Dette aree vennero interamente evitate anche dopo l’abbandono da parte della popolazione civile. 164. Le operazioni delle Forze di Sicurezza vennero condotte da gruppi ridotti che mantenevano una certa distanza tra loro e operavano avanti alla linea di difesa ben mantenuta, detta linea base. Il dispiegamento in piccole unità riduceva l’esigenza delle risorse dell’artiglieria. Inoltre, la formazione orientata all’incarico impartita alle piccole unità sul lavoro di vedetta in prima linea si dimostrò molto efficace per l’abilità di richiedere preciso fuoco indiretto quanto ce n’era bisogno, aumentandone molto l’efficacia e riducendo le perdite tra i civili e le proprie truppe. La richiesta di fuoco di mortai venne anch’essa ridotta come risultato delle operazione dei piccoli gruppi, e a sua volta diminuì di molto il rischio di causare perdite tra i civili. 165. Dopo la sconfitta ad est il LTTE si rese conto del danno causato da questi piccoli gruppi e modificò le proprie tattiche. Diversamente dalla situazione all’est, le linee LTTE erano molto fortificate e il LTTE si oppose energicamente all’avanzata delle Forze di Sicurezza mediante una forte concentrazione di mine, trappole esplosive e fuoco d’artiglieria. Le truppe subirono gravi perdite e conseguentemente vi furono lenti progressi. 166. Durante l’Operazione umanitaria ad est, la strategia adottata di un attento impiego di imperativi sul territorio da parte delle Forze di Sicurezza si rivelò efficace nel separare in buona parte i terroristi dai civili. Ciò impedì al LTTE di usare i civili come scudi umani, escluso a Vakarai. In ogni caso, dopo la lezione ad est, il LTTE impedì la fuga ai civili nelle fasi iniziali delle operazioni nel Wanni, dispiegando cellule armate ai punti d’ingresso/uscita a Omanthai e Uliyankulam. Contro ogni previsione, un piccolo numero di civili riuscì a sfuggire a queste cellule nel Marzo 2008, quando 46 famiglie con 138 persone riuscirono a passare alla parte controllata dal governo. Questi tentativi di sfuggire al LTTE proseguirono fino alla conclusione delle Operazioni Umanitarie.. Si tennero aperti molti corridoi di sicurezza tra le strade A9 e A32 sia per questo spostamento di civili che per il rifornimento ininterrotto di beni essenziali, specie per i convogli con derrate alimentari lungo la A9 da parte delle agenzie delle Nazioni Unite, con la coordinazione del Quartier Generale delle Forze di Sicurezza nel Wanni. 57 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 167. Avendo progettato sin dall’inizio dell’ operazione Wanni l’ utilizzo di civili come scudi umani, il LTTE ha costretto la popolazione civile a spostarsi dietro le retrovie per utilizzarli all’ occorrenza. Il LTTE ha trascinato i civili con se anche per reclutarli nelle sue truppe, utilizzarli come forza lavoro, specialmente per la costruzione di terrapieni e fossati e per ottenere la distribuzione di cibo e medicine da parte del Governo dello Sri Lanka. Il LTTE ha costretto i civili ad abbandonare le loro abitazioni molto prima dell’ arrivo delle Forze di Sicurezza. 168. Le Forze di Sicurezza hanno diffuso pubblicamente, tramite volantini e messaggi con altoparlanti, l’invito ai civili ad abbandonare la zona dei combattimenti, nel caso vi fossero ancora persone rimaste indietro e che non fossero state portate via dall’LTTE. Dei sistemi più sofisticati sono stati installati negli UAV, i mezzi aerei senza pilota, dopo le operazioni nella zona orientale, al fine di ottenere immagini da inviare ai comandanti di formazione per l’identificazione degli obbiettivi militari.. Le istruzioni sono state seguite rigidamente dai comandanti di prima linea per monitorare e salvaguardare le zone dove si trovavano i civili. Tutte queste risorse di alta tecnologia, con personale di grande esperienza e capacità, hanno assicurato l’individuazione precisa degli obbiettivi militari, minimizzando in questo modo eventuali danni collaterali. 169. La riconquista di Madhu il 24 Aprile 2008 è stato ritenuto il primo obbiettivo importante liberato, nel corso delle operazioni a Wanni, per il suo grande significato per i Cattolici dello Sri Lanka. Il LTTE ha edificato dei bunker intorno alla chiesa e ha lanciato attacchi d’ artiglieria dai suddetti locali. Ha anche utilizzato la zona della chiesa per prestare soccorso ai suoi feriti. Onde rispettare gli ordini di evitare danneggiamenti a luoghi di significato religioso o culturale, le Forze di Sicurezza hanno evitato di scatenare offensive nelle vicinanze della chiesa. Invece, le truppe hanno tagliato le vie di rifornimento del LTTE intorno alla chiesa forzando in questo modo il LTTE a ritirarsi. La liberazione di Madhu, evitando lo scontro diretto, è stata molto apprezzata dalla Chiesa e la festa annuale ha potuto avere luogo regolarmente con l’ appoggio delle Forze di Sicurezza. 170. Le Operazioni Umanitarie sono continuate, con la liberazione di Adampan, la zona del riso di Mannar, e Periyamadhu. Le Forze di Sicurezza hanno conquistato nel Luglio 2008 Veddithalathive, una delle più importanti basi marine delle Tigri del Mare. Le linee fortificate preparate e utilizzate dal LTTE che andavano da Nachchikudah a Therumurukandi passando per Akkarayankulam, non sono avanzate. Gli attacchi dell’artiglieria pesante del LTTE hanno provocato gravi perdite nelle Forze di Sicurezza, che hanno utilizzato i velivoli UAV ed i radar per localizzare in modo preciso e quindi distruggere i depositi di artiglieria del LTTE. Nachchikudah è stata liberata nel mese di Ottobre 2008. 58 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Le Forze di Sicurezza conquistano Veddithalathive 171. La conquista delle fortificazioni di Akkarayankulam è stato un evento chiave delle Operazioni Umanitarie, in quanto il LTTE aveva in progetto di combattere la sua battaglia principale proprio in quella zona lanciando una massiccia controffensiva. Le Forze di Sicurezza hanno bonificato una serie di postazioni fortificate che erano state minate e dotate di trappole esplosive e hanno anche respinto la controffensiva del LTTE.. Questo impegno è stato critico : essendo stato sconfitto proprio in un terreno che favoriva la guerriglia, il LTTE ha dovuto spostare il proprio modus operandi a un atteggiamento di combattimento semi-convenzionale. A causa di una scarsità di risorse, il LTTE ha forzatamente impiegato dei civili per la costruzione di fortificazioni e ha utilizzato mezzi per lo spostamento della terra sottratti forzatamente a civili e ad organizzazioni internazionali ONG. Questo fatto divenne evidente dal riconoscimento effettuato da velivoli dell’ Aeronautica dello Sri Lanka. In questa situazione il LTTE ha utilizzato civili addestrati all’ uso delle armi insieme ai propri militari in varie operazioni di difesa, riservando le truppe più esperte per contrattacchi e offensive future. Akkarayankulam venne catturata nel mese di Novembre 2008. 59 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 172. Le operazioni delle Forze di Sicurezza sono continuate incessantemente su tutti i punti del fronte della zona di Wanni. 173. Quando le Forze di Sicurezza sono entrate nella città di Kilinochchi, il polo amministrativo del LTTE, tutta la popolazione civile era stata scacciata verso Vishvanmadhu. L’ obbiettivo del LTTE era quello di creare uno scudo umano per bloccare l’ avanzata delle Forze di Sicurezza verso Puthukudiruppu dove il comando militare aveva la sua roccaforte. Il 2 Gennaio 2009, il Presidente Mahinda Rajapaksa ha invitato il LTTE a deporre le armi ed arrendersi. Il LTTE non ha dato ascolto a questo invito. Ha continuato ad occupare varie linee laterali successive e ha schierato i suoi militari vicino ai civili aprendo il fuoco contro le truppe. Le Forze di Sicurezza catturano la Città di Kilinochchi 174. Nel mese di gennaio 2009 il Governo ha istituito una Zona di Non Combattimento (No Fire Zone) nell’ area di maggiore concentrazione di civili tenuti prigionieri dal LTTE in quel momento. Non era un caso che le Forze di Sicurezza avessero dichiarato queste Zone di Non Combattimento e 60 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI successivamente avessero spinto i civili proprio verso queste zone. La creazione della Zona di Non Combattimento è stata una misura precauzionale adottata dal Governo per salvaguardare le persone ancora sotto il controllo del LTTE. 175. Le Forze di Sicurezza spostandosi più vicino alla Zona di Non Combattimento, intendevano agevolare la fuga dei civili da quella zona. Nella prima settimana di Febbraio, oltre 20,000 civili si sono spostati verso zone controllate dal Governo e a quel punto il LTTE ha reagito inviando una donna suicida che si è fatta esplodere nel centro di accoglienza di Vishvamadu il 9 Febbraio 2009 provocando molte vittime sia tra i militari che tra i civili. Questo fatto ha scoraggiato molti civili al tentativo di attraversamento anche se molti lo hanno ancora fatto. 176. Come risultato il LTTE ha spostato molta gente da questa Zona di Non Combattimento, vasta ed accessibile, in altre zone più piccole e meno accessibili. Queste erano le zone che successivamente sarebbero diventate anche esse Zone di Non Combattimento. Lo spostamento di civili è stato effettuato dal LTTE. Era evidente che la gente voleva fuggire dagli artigli del LTTE e in ogni occasione che si presentava i civili attraversavano fino a raggiungere al riparo offerto dalla Forze di Sicurezza. Molti fecero tentativi disperati e molti vennero uccisi dal LTTE. Le Zone di Non Combattimento 61 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 177. Nello spostamento incessante di civili in zone sempre più piccole, il LTTE ha distrutto la cisterna d’ acqua di Kalmandukulam, intrappolando i civili e impedendo a loro di spostarsi verso le zone controllate dal Governo. Il LTTE ha anche tentato di distruggere la cisterna di Iranamadu, la maggiore riserva d’ acqua del Nord. Se ciò fosse avvenuto avrebbe provocato una terribile catastrofe umanitaria, ma gli stessi militari che dovevano compiere questa azione si sono rifiutati e si sono arresi alla forze di sicurezza. Le Cisterne d’Acqua a Kalmandukulam e Iranamadu 178. Il LTTE ha continuamente utilizzato civili di ogni età all’interno della Zona di Non Combattimento per spostare materiali bellici e utilizzare le razioni di cibo che erano state rubate che avevano trattenuto per il loro consumo personale lasciando affamare gli altri. Nel corso della ritirata il LTTE ha usato spesso queste provviste e specialmente riso, farina e zucchero per costruire dei bunker coprendoli con delle tende distribuite tra i civili dalle agenzie delle Nazioni Unite, per attaccare o lanciare attacchi suicidi contro le truppe che avanzavano. 62 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 179. Negli stadi finali della operazione nel Wanni membri del LTTE si sono mischiati con i civili per lanciare attacchi, utilizzando artiglieria e mortai, contro le forze di sicurezza. I militari del LTTE, vestiti in abiti civili hanno aperto il fuoco tra la gente. Questo ha intralciato le operazioni delle Forze di Sicurezza in quanto il fuoco di risposta diretto a neutralizzare gli obbiettivi ha dovuto essere ridotto di molto. Il LTTE ha anche lanciato attacchi da zone che dovevano essere esenti da combattimenti come gli ospedali, con risultati simili. 180. Dall’inizio di gennaio 2009 il LTTE ha spostato i suoi uomini e armamenti in luoghi che erano stati dichiarati Zone di Non Combattimento. Ha lanciato attacchi contro le Forze di Sicurezza da queste posizioni utilizzando artiglieria, carri armati, mortai e armi di grosso calibro. Il LTTE ha anche costruito ostacoli per impedire ai civili di spostarsi verso le zone controllate dal Governo. E’ stato un compito impegnativo quello di separare i civili dai militanti del LTTE in quanto questi ultimi si erano camuffati con abiti civili. 181. Il LTTE ha indirizzato la sua violenza disordinata ed irrazionale contro i civili al fine di creare un problema umanitario, essendo questo una tattica che il LTTE ha tradizionalmente impiegato in modo disperato nel corso di numerose battaglie che poi ha perso. Il dovere tenere in considerazione gli ordini ricevuti ha complicato lo svolgimento delle operazioni, ma le Forze di Sicurezza hanno sempre mantenuto il rigido controllo al fine di evitare vittime civili in questo ambiente difficile e complesso. L’intenzione primaria era quella di salvare i civili dalle grinfie del LTTE richiedendo la neutralizzazione del controllo che il LTTE esercitava su di essi. 182. Il LTTE, avendo realizzato che la sua capacità di controllare i civili in vaste estensioni di territorio era in effetti limitata, ha continuando a spostare con la forza i civili verso zone sempre più limitate fino a raggiungere Puttumattalan. Questa era una sottile striscia di terra situata tra il mare e la laguna, che formava un ostacolo naturale ai civili che intendevano fuggire e che si aggiungeva alle azioni ostili del LTTE per tenerli in trappola. In una circostanza ben documentata il LTTE ha aperto il fuoco contro migliaia di civili ammassati sul bordo della laguna che stavano tentando di raggiungere la sicurezza delle zone controllate dal Governo. Questo fatto ha indotto le Forze di Sicurezza a varare una missione di salvataggio degli ostaggi. 183. Con l’inizio della missione di salvataggio degli ostaggi, le Forze di Sicurezza, aderendo agli ordini ricevuti, hanno posto fine all’utilizzazione di armi che avrebbero potuto causare perdite civili. Le operazioni erano ristrette alla missione di salvare i civili. 63 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI VII – L’ OPERAZIONE DI SALVATAGGIO DEI CIVILI 184. L’Operazione Umanitaria che è iniziata a Mavil Aru, nelle ultime fasi della guerra si è convertita a un missione di salvataggio di civili, in quanto i civili erano trattenuti dal LTTE contro la loro volontà nelle zone di Putumattalm, Karayamullivaikkal e Vellamullivaikkal, dove la situazione geografica (tra la laguna ed il mare) rendeva difficile la creazione di passaggi sicuri per i civili che volessero attraversarla per raggiungere le zone liberate. Zone dove i civili erano trattenuti contro la loro volontà dal LTTE 64 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 185. La traversata del canale è stata una operazione nell’ acqua in quanto a volte una delle basi si trovava su di un’ isola sulla quale piccoli gruppi hanno effettuato perlustrazioni iniziali, adottando mosse furtive ed effettuando irruzioni a sorpresa. L’irruzione iniziale è stata di fondamentale importanza. Corde, barili, tubi, tronchi, bastoni e tubi gonfiati sono stati piazzati nell’ acqua da parte di sommozzatori e nuotatori esperti come punti di riferimento per l’ evacuazione dei civili. Non sono state utilizzate piccole imbarcazioni per evitare di essere individuati dai posti di vedetta del LTTE. Vennero approntate vie sicure per facilitare il salvataggio dei civili. 186. L’ operazione è iniziata con l’utilizzo di piccoli gruppi su zattere costruite in loco senza l’ aiuto di corde in quanto potevano venire individuate. Sommozzatori e nuotatori esperti erano presenti per fornire direttive e guida. 187. Il LTTE ha contrastato questa operazione con la costruzione di cumuli difensivi e molteplici strati di ostacoli creando doppie barriere per ritardare l’ ingresso e impedire l’ accesso alla libertà per i civili intrappolati. Nel corso di questo periodo vi è stato un considerevole aumento delle atrocità commesse dal LTTE contro la popolazione civile tenuta prigioniera. con l’ uccisione di coloro che tentavano di lasciare la zona controllata dal LTTE, l’uso permanente di civili come scudi umani, lavoro forzato, reclutamento imposto ai bambini, e costruzione forzata di terrapieni strategici da parte di civili sotto sorveglianza armata. I civili che sono riusciti a fuggire verso le zone liberate hanno confermato che la popolazione civile era soggetta a terribili violenze da parte del LTTE. 188. Alcuni piccoli gruppi hanno effettuato irruzioni a sorpresa con l’ aiuto delle tenebre e si sono spinti all’interno fino ai terrapieni. Azioni a sorpresa sono state effettuate per valicare i terrapieni mentre le riserve rimanevano nelle retrovie. L’ obbiettivo era quello di aprire corridoi di mobilità in modo che i civili potessero trovare una strada verso la salvezza. Appena vennero occupati i terrapieni, dei cecchini vennero impiegati per immobilizzare le armi del LTTE e sparare verso i bunker. Alcuni piccoli gruppi sono avanzati condotti da esploratori e navigatori. Il fuoco del LTTE ha provocato molte perdite che è stato necessario trasportare via. Lo spostamento graduale in avanti ha significato una entrata lenta dopo la conquista, istallando tende e rifugi temporanei. I civili si sono diretti disperatamente verso le Forze di Sicurezza che stavano avanzando e sono stati diretti a voce, e tramite segnalazioni, verso le postazioni più sicure. I malati e gli anziani, con i loro bagagli sono stati portati via e alcuni hanno necessitato di cure mediche. Molti militari hanno perso la vita mentre prestavano assistenza ai civili conducendoli verso la salvezza, colpiti dai cecchini che si trovavano nella Zona di Non Combattimento. Con in mente la salvezza dei civili, le Forze di Sicurezza, nel corso dell’intera missione di soccorso hanno usato la minima forza per rispondere al fuoco del LTTE e hanno mirato solamente obbiettivi militari armati ben definiti che stavano aprendo il fuoco. Queste precauzioni hanno inevitabilmente causato perdite tra i membri delle Forze di Sicurezza. 65 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 189. Vi sono state delle prove evidenti della disperazione dei civili per fuggire dalle grinfie del LTTE. Le Forze di Sicurezza hanno provveduto a dare massima assistenza ai civili. a) Dal momento in cui il LTTE ha iniziato a tenere prigionieri i civili, molti tentativi sono stati fatti da essi per traversare la laguna e fuggire verso il territorio controllato dal Governo. Le Forze di Sicurezza hanno annunciato periodi di tregua durante i quali non avrebbero condotto alcuna azione al fine di invogliare il LTTE a liberare le persone tenute prigioniere, ma questo senza riscontro in quanto il LTTE ha mancato di rispondere positivamente. b) Quando i civili si sono riuniti per fare la traversata o salire a bordo di una imbarcazione della Croce Rossa Internazionale, il LTTE ha radunato i civili intenzionati a partire, aprendo il fuoco su di essi e disperdendo l’ assembramento. Era evidente che i prigionieri avessero un atteggiamento di ostilità nei confronti del LTTE. Successivamente il LTTE ha tentato di reclutare forzatamente i civili per i suoi reparti di combattimento. Il LTTE ha ucciso e ferito numerosi civili che tentavano di attraversare la laguna. Le Forze di Sicurezza hanno piazzato corde, tubi e imbarcazioni con l’assistenza di sommozzatori per fornire aiuto ai civili che si apprestavano a tentare la traversata durante la notte. c) Mentre la Croce Rossa Internazionale stava trasportando via i malati e gli anziani con un traghetto, il LTTE ha piazzato i propri militari feriti su dette imbarcazioni, privando in questo modo i civili anziani e malati dalle cure mediche che necessitavano. d) Le Forze di Sicurezza hanno dovuto spostare i centri di accoglienza per i civili a centri di assistenza lontani dall’ artiglieria del LTTE in quanto il LTTE stava colpendo detti centri con la propria artiglieria al fine di scoraggiare i civili dal traversare la laguna. e) I civili che sono fuggiti dalla prigionia sono stati trasportati ai campi di accoglienza in veicoli protetti dato che il LTTE utilizzava la tecnica dei combattenti suicidi per farsi esplodere in mezzo ai civili, dopo essersi travestiti da civili. 190. Gli altri metodi adottati localmente dalle Forze di Sicurezza per liberare i civili, includevano la richiesta ai civili che erano riusciti a fuggire dal LTTE, di fare degli annunci mediante altoparlanti per incoraggiare le persone trattenute con la forza a progettare delle fughe simili alla loro. Alcuni civili di sesso maschile chiesero volontariamente di ritornare al territorio dominato dal LTTE e vennero lasciati andare nel tentativo di portar in salvo amici e parenti. Dei volantini sono stati lanciati nelle zone dove i civili erano tenuti in ostaggio dal LTTE con annunci mediante altoparlanti e radio, incoraggiando i civili a tentare la fuga. 66 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 191. Malgrado queste misure, i velivoli senza pilota, inviati sopra i territori del nemico hanno rivelato un aumento della violenza usata contro i civili da parte dei membri del LTTE che aprivano il fuoco contro qualsiasi persona che tentasse di sfuggire al suo controllo. Pertanto il Governo dello Sri Lanka ha deciso di utilizzare la forza per salvare la popolazione civile dall’incombente pericolo del LTTE. Ma la forza utilizzata era con armi di portata limitata come da istruzioni ricevute. 192. Le Forze di Sicurezza erano ben addestrate nel combattimento armato e nelle operazioni di soccorso con l’ esperienza professionale di essere in grado di controllare situazioni estreme, aderendo agli obblighi di salvaguardia dei Diritti Umani presi dallo Stato. 193. Inoltre, prima dell’inizio delle operazioni di salvataggio, sono state condotte prove specifiche prove generali e addestramento a varie situazioni, accentrate sulle operazioni di salvataggio. Queste includevano anche la creazione di nuove Zone di Non Combattimento. 194. L’ Esercito dello Sri Lanka ha dei reparti speciali specializzati in Operazioni di Salvataggio che sono stati posti a disposizione per questa operazione, e che, a loro volta, hanno fornito comando e addestramento alle altre unità delle Forze di Sicurezza utilizzate nella operazione di salvataggio. 195. Informazioni relative agli ostaggi sono state raccolte mediante l’utilizzo dei velivoli senza pilota e sono state ricevute dalle Forze di Sicurezza e dai servizi segreti militari e fonti civili e tramite vari network internazionali. I civili che sono riusciti a fuggire sono stati interrogati dalla Forze di Sicurezza, Questo è stato fatto per accertare la situazione anche se si è rivelata una sfida impegnativa l’ avere accesso a tutti i dati per mettere insieme un quadro completo, con l’incombente situazione di una minaccia mortale. La prima considerazione fu quella di ridurre al minimo il pericolo di vita per i civili nel progettare la strategia. 196. Mediante l’utilizzazione di questa informazione una pre-progettazione meticolosa è stata sviluppata prima dell’inizio di ciascuna fase dell’ operazione di salvataggio. Con l’ obbiettivo principale di ridurre il numero delle vittime al minimo sono state adottate le seguenti strategie : 67 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI a) Addestramento modello e prove con addestramento situazionale centrato sulle operazioni di soccorso e la protezione delle vite dei civili. Le immagini dei velivoli senza pilota sono state utilizzate su dei modelli a scala reale dove sono state effettuate delle prove. b) Delle truppe addestrate specificatamente contro i dirottamenti e il salvataggio degli ostaggi sono state utilizzate durante le operazioni per il salvataggio degli ostaggi insieme alle truppe di terra. c) Cambio di armamento – ie: nessuna arma d’artiglieria è stata utilizzata nella Zona di Non Combattimento. Tuttavia sono state utilizzate armi a fuoco limitato, incluso l’ uso di cecchini, nel corso delle operazioni di salvataggio. d) I cecchini sono stati costantemente utilizzati dato che membri del LTTE si mischiavano ai civili. Questo fatto ha avuto un impatto molto rilevante sui civili in quanto hanno potuto costatare che i bersagli erano i combattenti del LTTE che si apprestavano ad aprire il fuoco e le Forze di Sicurezza hanno accuratamente evitato di colpire i civili nelle vicinanze. Queste azioni da parte delle Forze di Sicurezza hanno dato un messaggio molto forte che delle braccia amichevoli sarebbero venute in loro soccorso per effettuare la traversata e ha incoraggiato molti civili ad attraversare la laguna. e) Cambio volontario delle armi da fuoco rapido in quelle a fuoco mirato. f) Massimo utilizzo delle capacità delle Forze Speciali e della loro abilità nei combattimenti notturni. Operazioni notturne vennero effettuate con molta cautela dato che avevano lo svantaggio di scarsa visibilità malgrado l’equipaggiamento speciale. g) I concetto di utilizzo di piccoli gruppi (squadre da 4/8 uomini) : l’ accento era stato posto su attacchi strategici con l’utilizzazione di armi personali con una regola di puntare e sparare. h) Costruzioni di trincee e avvicinamento tramite le suddette trincee. 197. Mediante lo stabilimento di punti di partenza sicuri per successive operazioni, è stato possibile aprire dei passaggi ancora più sicuri per l’ evacuazione e il 20 Aprile 2009 oltre 42,000 civili sono stati salvati. Inizialmente vennero condotti a punti di accoglimento mediante i passaggi sicuri dove le loro immediate necessità e bisogni sono state loro assicurate. Successivamente sono stati trasferiti ai centri per i civili. I civili salvati sono stati una miniera di informazioni per le attività del LTTE utilizzate nei piani operativi delle missioni di salvataggio. Il controllo del LTTE sui civili si è grandemente ridotto quando la Zona di Non-Combattimento è stata suddivisa in due settori da parte delle truppe creando così un passaggio verso il mare. Con l’ avanzamento delle truppe, il LTTE ha costretto i civili a spostarsi verso sud. 68 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 198. Il 21 e 22 Aprile 2009 oltre 60,000 civili sono stati salvati dalle grinfie del LTTE, dimostrando in questo modo la vastità dell’ operazione e l’ appoggio logistico necessario. I civili erano determinati a fuggire e sono riusciti in questo loro intento con l’ assistenza fornita dalle Forze di Sicurezza. I civili sono arrivati alle zone controllate dal Governo in piccoli gruppi o in grandi quantità in ogni momento e in ogni circostanza. Le operazioni notturne venivano preferite per aprire dei passaggi per i civili. 199. Gli spazi liberi hanno reso le Forze di Sicurezza molto vulnerabili e il LTTE ha costruito bunker mediante l’utilizzo di lavoro forzato onde fermare la spinta verso l’ esterno. Diverse incursioni sono state lanciate utilizzando la laguna per fare delle irruzioni a sorpresa. Il LTTE, disperato e messo alle strette, ha utilizzato motociclisti suicidi e varie infiltrazioni mediante imbarcazioni. Le Forze di Sicurezza hanno mantenuto il vantaggio con forti forze di riserva e molteplici linee posteriori per respingere possibili contrattacchi. La rotazione di truppe fresche in ogni fase ha contribuito a tenere alto il morale. 200. Le Forze di Sicurezza, che hanno trasportato i civili verso la salvezza, si sono trovate davanti a fossati riempiti d’ acqua, fittamente minati con mine a uomo e trappole esplosive. Vi erano anche da superare dei terrapieni che si snodavano dal mare alla laguna. 201. Nelle fasi finali il LTTE ha adottato la nuova tattica di utilizzare piccoli gruppi isolati per combattere fino alla morte per impedire l’ avanzata delle Forze di Sicurezza. Questo sembrava un ultimo tentativo disperato di salvare il comando, nel prendere tempo per facilitare la fuga o il salvataggio del comando da parte di forze esterne. Le fonti di informazione hanno riportato che i civili rimanenti si trovavano sul bordo della laguna a sud in attesa di assistenza per fuggire. Le stime indicavano che vi erano circa 70,000 persone in trappola. Le truppe hanno dovuto avanzare tra le dune di sabbia (lunghe 270 metri e larghe 40 metri) per le quali erano state addestrate appositamente. Una lunga trincea venne costruita per salvaguardare la strada rialzata per il salvataggio dei civili ancora in trappola. 202. A causa dei ripetuti attacchi, le Forze di Sicurezza hanno dovuto scavare postazioni nel terreno. Le trincee dovevano essere scavate di notte per evitare di essere individuati. Questa era una operazione rischiosa dato che il LTTE continuava a sparare durante la costruzione. In una settimana le Forze di Sicurezza hanno perso 47 militari che scavavano queste trincee. Le trincee avevano un muro protettivo costruito come riparo. Le Forze di Sicurezza si sono dovute rifugiare in trincee e bunker prefabbricati (costruiti con una curvatura a zig-zag per ridurre l’impatto del fuoco indiretto) prima dell’inizio delle azioni vere e proprie, e successivamente avanzando lentamente con movimenti saltellanti. Sono stati dati, e seguiti, ordini molto rigidi di osservare l’ ordine di fuoco da distanza ravvicinata. 69 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 203. Anche il LTTE ha utilizzato cecchini e cannoni anti-carro armato. I punti di avvicinamento erano stati minati fittamente e gli attacchi del LTTE contro i civili in fuga sono diventati più frequenti e il reparto delle Tigri di Mare del LTTE divenne operativo mediante la tattica dei piloti suicidi su imbarcazioni cariche di esplosivo. Le Forze di Sicurezza hanno utilizzato i muri protettivi e i bunker prefabbricati e fogli di lamiera per superare le difficoltà incontrate sulla sabbia. e migliorare la mobilità. Le Forze di Sicurezza dovevano essere pronte, anche con l’ ausilio dei radar, a impedire che i membri del LTTE fuggissero via mare. Alcuni dei capi e militanti tentarono di raggiungere le giungle nel corso della notte con l’intenzione di fuggire. Scambi a fuoco per impedire ciò a volte si sono protratti fino all’ alba. 204. Le Forze di Sicurezza hanno fronteggiato il LTTE nella zona della Laguna di Nanthi Kadal su tre fronti (Nord/Ovest/Sud) per ottenere un vantaggio tattico. I terroristi del LTTE erano trincerati in uno spazio limitato con il mare e la laguna a Est e Ovest. le Forze di Sicurezza sono avanzate da nord e sud per colpire i membri armati del LTTE. Questa strategia è risultata in un movimento molto lento ma data la vicinanza assai breve il LTTE non ha potuto utilizzare il proprio fuoco di artiglieria. L’ apertura del fuoco da diverse posizioni a breve distanza da parte delle Forze di Sicurezza ha provocato il disorientamento e la successiva eliminazione della forza fuoco del LTTE. 70 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Le Forze di Sicurezza Fronteggiano il LTTE Su Tre Fronti 205. L’utilizzo costante delle immagini fornite dai velivoli senza pilota da parte dei comandanti delle linee avanzate è stata la fonte più utile per l’identificazione dei combattenti armati, anche se alcuni di essi vestivano abiti civili. 206. Le operazioni di salvataggio degli ostaggi sono state condotte sotto attenta supervisione e monitoraggio. Il monitoraggio è stato eseguito con il Comando e monitoraggio radio. La supervisione ed il processo di monitoraggio hanno assicurato quanto segue : 71 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI a) I Comandanti si trovavano in posizione avanzata per monitorare tutte la azioni sul terreno. Questo ha assicurato l’ attuazione precisa dei comandi da parte delle truppe. b) Il monitoraggio mediante velivoli senza pilota era disponibile in tutti i centri di comando. c) Sessioni di brainstorming e interrogatori con valutazione della situazione sono state effettuate molto frequentemente; dato che si trattava di una Zona di Non-Combattimento e l’utilizzo delle armi era limitato ad armi di natura specifica come da istruzioni ricevute, il compito era impegnativo e pertanto alta priorità è stata data alle sessioni di briefing e de-briefing per le truppe dato che qualsiasi manovra doveva essere eseguita con cura e cautela. d) Rapporti sulla situazione venivano inviati regolarmente al Comando Superiore. 207. Il LTTE ha costruito i propri bunker e fortificazioni vicini alle zone dove si trovavano i civili e inoltre ha spostato alcuni pezzi di artiglieria pesante in aree abitate dai civili. Il LTTE ha iniziato a distruggere la maggior parte del suo equipaggiamento militare e di comunicazione nel corso dell’ ultima parte delle operazioni umanitarie in modo da impedire che cadesse nelle mani delle Forze di Sicurezza. Il LTTE ha anche distrutto un certo numero dei suoi depositi di munizioni, artiglieria pesante e antro materiale logistico utilizzando congegni esplosivi causando vittime fra i civili. Il fuoco ha distrutto centinaia di ricoveri per gli sfollati. Una ripresa video effettuata da un velivolo senza pilota in data 17 Maggio 2009 ha confermato la potenza di queste esplosioni e la distruzione provocata nella zona. In base a fonti civili un certo numero di membri del LTTE si è suicidato facendosi esplodere dopo avere distrutto il proprio equipaggiamento. 208. Quando le Forze di Sicurezza si sono avvicinate ai civili rimasti e hanno assicurato loro una via di transito sicuro, i civili si sono sentiti fiduciosi di spostarsi nella loro direzione. E’ stato solamente dopo che i militari hanno stabilito un punto di appoggio attraverso la Laguna di Vadduvakkal che i civili hanno iniziato a spostarsi in gran numero oltre la laguna verso le Forze di Sicurezza. Questo gruppo di circa 80,000 persone è stato l’ultimo a fuggire dal controllo del LTTE. Tuttavia alcuni dei militari del LTTE che si trovavano con i capi sono fuggiti insieme ai civili essendosi tolti l’uniforme di combattimento. In questo modo le Forze di Sicurezza hanno completato la missione di salvataggio dei civili. 209. L’operazione contro il LTTE per il salvataggio degli ostaggi è stata lanciata come ultima risorsa da parte del Governo dello Sri Lanka, dopo avere esplorato tutte le altre possibilità e avere implorato il rilascio dei civili da parte del LTTE. Le numerose richieste rivolte dalla comunità internazionale e dal Governo dello Sri Lanka rivolte al LTTE di evitare di utilizzare i civili come scudi umani e per il loro rilascio sono rimaste inascoltate da parte del LTTE. 72 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI VIII – ACCOGLIENZA DEI CIVILI 210. Tutti coloro che si sono trasferiti alle zone controllate dal Governo hanno ricevuto cure e attenzioni immediate. Centri di accoglienza sono stati allestiti e preparativi dettagliati erano stati approntati in precedenza. Centri di selezione sono stati preparati in detti campi in seguito all’ episodio del suicidio esplosivo di un membro del LTTE a Vishvamadu nel mese di Febbraio 2009. 211. Squadre di medici del Corpo Sanitario dell’ Esercito dello Sri Lanka hanno visitato tutte le persone ricoverate per ferite e malattie, e le hanno evacuate a centri medici per le cure necessarie. Disidratazione e ipoglicemia sono state trattate al primo stadio e qualsiasi persona affetta da emorragia è stata curata d’ emergenza per arrestare il sangue. Nessuna distinzione è stata fatta fra i civili ed i combattenti nelle cure fornite. 212. Un gran numero di medici e di studenti di medicina sono stati utilizzati. Otto postazioni di medicamento avanzato sono state create entro un raggio da 500 metri ad un chilometro dalla prima linea per le cure mediche più semplici. Le cure più complesse venivano trattate dalle cinque postazioni sanitarie create nella zona dello stato maggiore di divisione. I feriti gravi venivano trasportati agli ospedali di Vavuniya e Anuradhapura mediante l’ utilizzo di elicotteri. 213. Dopo una selezione iniziale, tutti i civili che non necessitavano di cure mediche sono stati inviati ai villaggi di sostegno stabiliti dal Governo di Sri Lanka nella zona di Vavuniya. 214. I membri del LTTE che si sono arresi sono stati portati ai centri per ulteriori investigazioni e per la riabilitazione. Gli ex bambini soldato sono stati curati separatamente. 73 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI XI. – ASSISTENZA UMANITARIA 215. Un rapporto dettagliato dell’ assistenza umanitaria fornita dal Governo dello Sri Lanka, prima, durante e successivamente all’ Operazione Umanitaria è documentato del rapporto “Lo Sforzo Umanitario dello Sri Lanka” rilasciato dall’ Ufficio Speciale Presidenziale per il Reinserimento, lo Sviluppo e la Sicurezza nella Provincia Settentrionale. Si consiglia ai lettori di fare riferimento a questo Rapporto per ottenere una copertura dettagliata dell’ argomento. 74 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI X. PROCEDURE OPERATIVE GENERALI E PREPARATIVI PER SALVAGUARDARE LA VITA DEI CIVILI A. Procedure generali. 216. Prima di effettuare l'Operazione Umanitaria, le Forze di Sicurezza si sono sottoposte ad un corso di formazione completa e ad una preparazione mirata a raggiungere un elevato livello di protezione dei civili e per ridurre al minimo le vittime civili. 217. La formazione è stata condotta al fine di raggiungere un livello efficiente di Comando, Controllo e Comunicazione. 218. L'efficiente maneggio delle armi e la precisione di mira sono stati gli obiettivi primari dei corsi di formazione. 219. La lingua Tamil è stata insegnata a tutto il personale al fine di garantire la capacità di comunicare con i civili di lingua Tamil. 220. Materiali, tra cui volantini, libretti di istruzioni, cartelloni e presentazioni in Power Point aventi a che fare con i reati perpetrati nei conflitti armati, unitamente a regole di condotta, sono stati ampiamente distribuiti per assicurare che il personale comprendesse e rispettasse il quadro giuridico delle leggi sui conflitti armati. 221. Lezioni e workshop, con frequenza regolare, sulle leggi che regolano i conflitti armati e le relative norme di comportamento, sono parte integrante dei programmi di formazione delle Forze di Sicurezza per i comandanti senior e junior. Le lezioni hanno contribuito immensamente al riconoscimento delle responsabilità di comando e allo stimolo ad attenersi a queste per tutta l'Operazione Umanitaria. 222. Mentre gli errori umani sono stati mitigati attraverso la formazione, ispezioni regolari, controlli periodici e test della vista sono stati effettuati su tutti i sistemi d'arma per ridurre al minimo gli errori tecnici. B. Esercito dello Sri Lanka 223. La formazione era mirata al miglioramento delle capacità individuali e delle piccole unità nonché dell’efficienza degli elementi di sostegno, fondamentali per ridurre al minimo i danni collaterali. 75 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Programmi di formazione mirati come la Formazione Avanzata del Plotone di Fanteria (AIPT) e la Formazione Operativa Speciale del Plotone di Fanteria (SIOT) per sviluppare le abilità dei piccoli gruppi hanno contribuito in modo significativo ad identificare obiettivi precisi durante l'Operazione Umanitaria. 224. Realistici modelli di formazione ed esercitazioni di battaglia progettati e messi in pratica da divisioni operative, con lo scopo di catturare le località fortificate, tra cui dighe, assicurarono precisione ed efficacia, consentita dall’impiego del radar e degli UAV. 225. Beni culturali come il Santuario Holy Madhu e templi indù furono protetti dagli attacchi e furono imposte delle restrizioni sull'uso della forza contro di essi, a meno che non fossero utilizzati da parte del comando LTTE per attività militari o in caso di necessità militare imperante. 226. L’induzione di artiglieria e radar per la rilevazione di mortai, l’ampio uso di UAV e controllori di tiro con le truppe in avanzamento hanno aiutato a verificare gli obiettivi e garantire precisione. 227. E’ stata realizzata un’accurata valutazione dei danni da combattimento al fine di ridurre al minimo i danni collaterali e per mantenere l'impegno contro i bersagli identificati del LTTE. 228. Sono state fornite delle avvertenze multiple ai civili prima degli attacchi ed è stata applicata una sofisticata tecnologia per attuare il trasferimento dei civili e minimizzare i danni collaterali. C. Marina Militare dello Sri Lanka 229. La Marina Militare dello Sri Lanka ha stabilito dei corridoi marini sicuri per i civili in fuga dalle aree tenute dal LTTE e tali aree sono state costantemente tenute sotto stretta sorveglianza. 230. Durante il giorno, le barche che trasportavano i civili erano individuate ad occhio nudo e scortate più vicino alle posizioni delle forze di sicurezza a terra. Piccole imbarcazioni con 2 membri dell’equipaggio furono utilizzate per avanzare ed identificare il carattere civile degli occupanti, correndo il rischio poiché il comando LTTE aveva schierato barchini esplosivi tra le barche in fuga. 76 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 231. Durante le ore di buio, le imbarcazioni dotate di Dispositivi Elettro-Ottici (EOD) furono utilizzate per identificare le barche in fuga. Anche le più piccole motovedette costiere (IPC) erano dotate di EOD. Paracadute aerei illuminanti furono utilizzati per guidare le barche più vicino alle imbarcazioni navali. 232. Chemmalai e Chilawatta, situate nella costa orientale a sud di Mullativu, avevano un Sistema di Sorveglianza Elettro-Ottico (EOSS) installato sul palo radar al fine di avere sorveglianza continua sul mare e sulla spiaggia, permettendo di monitorare le barche che fuggivano dalla spiaggia. 233. Durante l'intera operazione umanitaria, non vi furono casi di errata identificazione o spari su barche in fuga, poiché a tutte le unità navali furono emesse delle rigorose condizioni restrittive indicando di non sparare se non in risposta a spari. 234. Le barche che trasportavano i civili in eccesso ed i civili con urgenti necessità mediche erano assistite da imbarcazioni che prendevano persone a bordo per evitare ogni possibile incidente. 235. Ai civili malati e feriti veniva fornito un urgente primo soccorso da parte del personale della Marina; gli stessi venivano successivamente trasferiti a Pullmodai e Point Pedro per trattamenti medici più completi da parte del personale medico della Marina negli ospedali di fortuna. 236. Apparati telefonici furono forniti ai civili in fuga per consentire loro di contattare persone ancora in custodia del LTTE nella Zona di Non Combattimento ed incoraggiarli a fuggire per via mare per la loro sopravvivenza. D. Aeronautica Militare dello Sri Lanka 237. Per l’Aeronautica Militare dello Sri Lanka (SLAF), in possesso un inventario da combattimento ed infrastrutture belliche ben approntate, era prevista una rigorosa e meticolosa procedura di esecuzione della missione per intraprendere qualsiasi tipo di azione offensiva. 238. La presenza della popolazione civile è stata oggetto di studi approfonditi effettuati da informatori, da cellule del LTTE catturate e, per quanto possibile, dalle forze di sicurezza che erano penetrate nel territorio nemico dopo l’assegnazione delle aree di pertinenza. Nel caso in cui vi fosse il minimo dubbio della presenza di civili in un luogo, tali zone erano evitate. 77 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 239. I bersagli furono rivalutati utilizzando le fonti possedute/mantenute da altre organizzazioni di servizi segreti prima di assegnare l'incarico, cioè, ogni volta che un obiettivo era assegnato dalla Direzione dei Servizi Segreti Militari (DMI) esso era sottoposto al controllo incrociato con i servizi segreti di Stato (SIS), con la Direzione dei Servizi Segreti Navali (DNI) ed altre agenzie di intelligence. Questa verifica multipla assicurava che non ci fosse alcun dubbio riguardo il bersaglio. Non si verificava mai l’individuazione di un bersaglio solo da parte di una unica fonte. 240. Tutti i bersagli erano rivalutati utilizzando immagini di Veicoli Arerei Automatici (UAV) o altre piattaforme aeree di ricognizione ed altre fonti come fotografie aeree/immagini satellitari. Questo confermava positivamente l'assenza di civili in quelle aree mirate per via aerea. 241. L’Aeronautica Militare dello Sri Lanka (SLAF) esercitò la massima precauzione nei confronti delle armi utilizzate per colpire il bersaglio e nel selezionare le munizioni. Vari tipi di bombe convenzionali, utilizzate per scopi generici erano a disposizione nel magazzino e vari tipi di aeromobili potevano adattarsi a qualsiasi tipo di destinazione. Una volta scelta l’arma adatta al bersaglio si può procedere con l’operazione. L’Alto Comando è stato investito del compito di prendere le decisioni. La selezione di armi da distribuire è stata presa considerando il bersaglio da colpire. 242. Nel distruggere tali bersagli, l’Aeronautica Militare dello Sri Lanka (SLAF) garantiva la precisione osservando un’alta disciplina delle procedure dettagliate: a. La precisione dei piloti si sviluppò attraverso una formazione costante. I piloti erano appositamente ed accuratamente selezionati per varie missioni secondo i loro livelli di esperienza e abilità. Il livello più alto della SLAF era quello implicato nel processo decisionale. b. Una volta decise le aree di pertinenza, i piloti d’attacco erano ampiamente informati prima dello scontro. In alcuni casi, si conducevano delle missioni UAV separate per far familiarizzare i piloti con i bersagli. I piloti non erano inviati in caso del minimo dubbio circa l'individuazione del bersaglio. Inoltre, i piloti avevano la discrezione di far fallire un attacco al momento dello scontro al minimo dubbio sul bersaglio. Al fine di consentire la corretta esecuzione di valutazione del danno della battaglia, tutti gli attacchi aerei erano sotto sorveglianza. 243. La SLAF distribuì solo Munizioni Guidate di Precisione (PGM) per quegli obiettivi che richiedevano un alto grado di precisione. 78 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 244. La valutazione dei danni della battaglia era effettuata utilizzando le immagini in tempo reale subito dopo l’attacco. Anche il processo di attacco era filmato per la revisione. Va anche detto che il processo di raccolta delle informazioni implicava la registrazione di tutte le informazioni, anche se le fonti non erano affidabili, ed era preso in considerazione fino alla conferma della sua validità. 245. Nello svolgimento delle Interdizioni sul Campo di Battaglia (BAI), la SLAF aveva sia vantaggi che limitazioni: a. Tutte le missioni BAI venivano verificate all'interno di una cintura di 3-5 km dalle Linee di difesa avanzata (FDL) del nemico. Ciò ha garantito l'assenza di civili per una considerevole distanza durante la battaglia. Tuttavia, questa libertà fu persa nelle fasi finali poiché il comando LTTE ha assunto posizioni strategiche mescolandosi con la popolazione civile ponendo fine alle missioni BAI della SLAF. b. Per affrontare la riduzione della presenza del personale dei servizi segreti a terra, attrezzature di ricognizione aerea furono ampiamente utilizzate per ottenere una conferma finale. 246. Nel portare avanti le strategie di Supporto Aereo Ravvicinato (CAS) altre misure dovevano essere ridotte al fine di affrontare l'urgenza sul campo di battaglia. Le limitazioni sono esaminate qui di seguito: a. Le missioni CAS sono state effettuate secondo le indicazioni del comandante sul campo. Tutto ciò è avvenuto direttamente all'interno del campo di battaglia, riducendo la probabilità della presenza dei civili. b. Tuttavia, le indicazioni previste dai comandanti sul campo furono convogliate verso i Quartieri Generali dell’Aereonautica Militare e seguivano la solita procedura, mentre l’attacco era effettuato sotto sorveglianza e con regole rigide. c. L’identificazione dell’obiettivo era ad un livello professionale poiché i piloti erano forniti di immagini satellitari aggiornate. Per questo motivo, quando i piloti erano oltre il bersaglio avevano abbastanza familiarità con l'area geografica, consentendo una positiva identificazione del bersaglio. 79 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI XI. Salvaguardia dei diritti civili A. Quadri istituzionali 247. Come mostrato precedentemente, l'operazione umanitaria è stata condotta con la massima cura per salvaguardare le vite dei civili. Diverse misure sono state prese per assicurare che anche i diritti civili fossero protetti. 248. Le forze di sicurezza hanno diversi meccanismi istituzionali da mettere in atto per salvaguardare i diritti umani: a. Il Comitato Direttivo dei Diritti dell'uomo ed il Diritto Umanitario dell’Esercito dello Sri Lanka (SLA) fu istituito nel gennaio 1997. Il suo ruolo è quello di migliorare ulteriormente al personale dello SLA la conoscenza del Diritto Internazionale Umanitario (IHL) e dei Diritti Umani (HR) attraverso la formazione, il monitoraggio della conformità del personale a queste norme e attraverso le indagini per stilare rapporti sulle presunte trasgressioni. b. Il Sottodirettorato dei Diritti Umani e del Diritto Internazionale Umanitario della Marina Militare di Sri Lanka (SLN) fu istituito nel giugno 2002 come mezzo per fornire consulenza, svolgendo corsi di formazione per il personale della Marina, per garantire la diffusione dell’informazione ed il coordinamento del lavoro con le varie agenzie su tutte le questioni correlate ai Diritti Umani (HR) e del Diritto Internazionale Umanitario (IHL). c. L’organo del Diritto Internazionale Umanitario e dei Diritti Umani dell’Aereonautica Militare di Sri Lanka (SLAF) fu istituito nel 2002 sulla stessa linea. B. La formazione sui Diritti Umani ed il Diritto Umanitario Internazionale 249. Il personale delle forze di sicurezza riceve una formazione approfondita sui diritti umani e sul diritto internazionale umanitario attraverso i Comitati Direttivi summenzionati. In particolare, ufficiali e soldati impegnati attivamente nelle operazioni sono addestrati per essere consapevoli delle loro responsabilità in materia di sicurezza dei civili e tutela dei diritti umani, e sono istruiti per prendere opportune decisioni in battaglia. 250. La formazione comprende tre programmi distinti: 80 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI a. Formazione a tempo pieno degli istruttori per condurre seminari e programmi di sensibilizzazione su HR e IHL per personale. b. Una formazione regolare in campo per il personale è condotta da questi istruttori addestrati nelle aree operative. c. In centri di formazione istituiti viene effettuata una formazione per ufficiali ed altri ruoli militari. Questi programmi di formazione sono supportati dalla diffusione di materiali scritti, tra cui volantini, libretti di istruzioni, cartelloni, ecc, che si occupano di diritti umani, codici di condotta, reati nei conflitti armati e altro materiale pertinente. 251. Per questi programmi di formazione è stata ottenuta l’assistenza di organizzazioni governative, e non governative ed organizzazioni internazionali come il Ministero della Gestione dei Disastri, il ICRC, l'UNDP, il British Council, la Commissione Nazionale per i Diritti Umani, l'Istituto Nazionale della Pubblica Istruzione, il Centro per lo Studio dei Diritti dell'Uomo presso l'Università di Colombo e l’Istituto della Fondazione di Sri Lanka. 252. Complessivamente, più di 175.000 persone dello SLA effettuarono corsi di formazione in questo settore a partire dal 2001. L’Istruzione su IHL e HR fu un obbligo per tutto il personale della SLN la quale faceva corsi di formazione, training sul campo e tutti i corsi obbligatori relativi alla promozione. Oltre 24.000 dipendenti della SLAF hanno anche ricevuto una formazione di questo tipo. C. Sorveglianza di presunte violazioni 253. Il monitoraggio dei comportamenti delle forze di sicurezza ed il processo di investigazione sulle presunte infrazioni da parte del suo personale sono parte integrante dello sforzo di salvaguardare i diritti umani. Il sofisticato meccanismo di sostegno istituzionale all'interno della SLA, che è l’organismo avente la maggiore interazione con i civili a causa della sua terra ruolo sul campo, illustra il meccanismo di controllo. 254. Una rete a livello nazionale di cellule dei diritti umani è stata istituita presso lo SLA sotto il Comitato Direttivo dei Diritti Umani ed il Diritto Internazionale Umanitario. Queste cellule includono gruppi di ufficiali che ricoprono incarichi di rilievo all'interno di ogni divisione, brigata e battaglione della SLA. Questi ufficiali hanno un mandato ampio per monitorare la situazione dei diritti umani e inviare rapporti quindicinali al 81 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Comitato Direttivo. Oltre alla loro funzione di reporting, le cellule hanno il compito di assistere le indagini effettuate dalla Direzione dei Servizi Legali e dalla Polizia Militare dello SLA così come dalla polizia civile e dagli altri enti interessati sulle presunte violazioni. 255. In caso di presentazione di denunce, sono state intraprese le seguenti azioni: a. Conduzione di inchieste da parte della Polizia Militare b. Consegna dei sospettati alla Polizia civile c. Collaborazione con la polizia civile nella conduzione delle indagini d. Mettere a disposizione sospettati e testimoni alla Polizia civile e alle Corti e. Conduzione parallela di indagini interne e messa in atto della legge militare 256. Chiunque cerchi di denunciare una presunta violazione ai propri diritti fondamentali può adottare un altro meccanismo, ovvero la presentazione della denuncia alla Commissione dei Diritti Umani, un organo nominato costituzionalmente. La Commissione dei Diritti Umani ha il potere di trattare questioni sulle quali la Corte Suprema deve compiere ulteriori indagini. 257. Si noti che la Costituzione dello Sri Lanka offre garanzie radicate in relazione a qualsiasi violazione dei diritti umani che può essere inviata alla Corte Suprema, alla quale è stata attribuita la competenza esclusiva. Vi sono state diverse petizioni inviate alla Corte Suprema, nelle quali il personale delle forze di sicurezza personale furono citati in qualità di convenuti. D. Indagini e procedimenti giudiziari 258. Le forze di sicurezza effettuano una procedura di giustizia militare per la quale le accuse di reato sono indagate dalla polizia militare e sottoposte ad una Corte militare d'inchiesta e, nel caso di reati più gravi, anche da parte della polizia civile e tribunali civili. Vi sono stati diversi casi in cui il personale militare è stato oggetto di accuse sottoposte al Procuratore Generale ed alla Corte Suprema. 259. Indipendentemente dal risultato di un caso sottoposto ai tribunali civili, se vi è un caso di prima facie contro l'imputato, dopo l'inchiesta militare l'accusato viene dimesso dalle Forze di Sicurezza. 260. La procedura della giustizia militare è qui di seguito indicata. Questa è una procedura che lo Sri Lanka ha ereditato dal Governo britannico nel periodo di post-indipendenza. Attualmente questa procedura è stata dettata 82 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI statutariamente dall’Esercito, dalla Marina e dall’Aeronautica dello Sri Lanka, ed è stata emanata una normativa in virtù di tali leggi. PROCEDURA DI GIUSTIZIA MILITARE Passo Azione 1. Ricezione di informazioni riguardanti il presunto reato Offese criminali 2. 3. Indagine della Polizia Militare ------------------------------------------------------------------Commissione d’inchiesta 4. Sintesi delle prove 5. Corti marziali / Processo Sommario 6. Polizia Azione depositata in tribunale Diritto di ricorso giurisdizionale dinanzi alla Corte d'Appello di una domanda di un atto di certi orari. 7. Diritto di ricorso alla Corte Suprema con l'autorizzazione della Corte. 261. Una sintesi dei principali reati commessi dal personale dell'esercito dello Sri Lanka tra il 2005 e il 2010 a Nord e a Est e le azioni conseguenti intraprese da parte dell'esercito e del giudice civile sono indicate qui di seguito: AZIONE DELL’ESERCITO AZIONE DELLA CORTE 1 1 13 8 3 4 1 1 1 13 83 1 1 TOTALE 1 1 5 COMMISSIONE D’INCHIESTAPROVE REGISTRATE 4 ALTRE PUNIZIONI 1 DIMESSI DALL’ESERCITOO 1 CONDANNATI 1 3 TOTALE 8 AZIONI ANCORA PENDENTI 1 NESSUNA AZIONE INTRAPRESA 1 ASSOLTI 1 CONDANNATI Totale TOTALE Abuso sessuale 2010 1 2009 Stupro 4 2008 1 2007 Assassinio 2006 2005 Categoria 6 8 3 4 1 13 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 262. Per ogni infrazione, l'esercito ha intrapreso un'azione di pronta disciplina e vi sono casi ancora pendenti davanti a giudici civili. PARTE TERZA XII. Conseguenze dell'operazione umanitaria 263. Il successo dell'operazione umanitaria ha provocato conseguenze positive non solo per i civili liberati dalla prigionia LTTE, ma anche per lo Sri Lanka di tutte le etnie in tutto il paese. I benefici positivi della fine del conflitto furono sia immediati che a lungo termine. Sradicamento del terrorismo 264. Per la prima volta in tre decenni, il popolo può continuare a vivere senza la costante paura di un attacco terroristico e la sensazione di insicurezza che affligge un paese sotto la costante minaccia del terrorismo. I leader del governo dello Sri Lanka, i rappresentanti politici e i civili innocenti non sono più a costante rischio di morte per atti terroristici. Questo è un vantaggio che è difficile da quantificare, ma di enorme significato in quanto ha cambiato la vita di tutti gli Sri Lankesi. Ripristino delle elezioni 265. Il diritto di voto è stato ripristinato per migliaia di residenti del Nord e l'Oriente e, attualmente, le elezioni democratiche sono in corso regolarmente. Le seguenti elezioni hanno avuto luogo in Sri Lanka dopo la fine dell’Operazione Umanitaria, nel maggio 2009: Elezioni Distretto Data Elezioni di Autorità locali Jaffna e Vavuniya (Provincia del Nord) 8 agosto 2009 Elezioni del Consiglio Provinciale Provincia dell’Est 10 maggio 2008 Sabaragamuwa e Provincia del Centro Nord 23 agosto 2008 Provincia del Centro e del Nord Ovest 14 febbraio 2009 Provincia UVA 8 agosto 2009 Provincia dell’Ovest 25 aprile 2009 Elezioni presidenziali In tutto il Paese 26 gennaio 2010 Elezioni generali In tutto il Paese 8 e 20 aprile 2010 84 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Il governo dello Sri Lanka agì rapidamente per permettere lo svolgimento delle elezioni del Consiglio Provinciale nella provincia dell’Est dopo che questa fosse liberata dal comando LTTE. Durante le elezioni, un ex-combattente del comando LTTE, che aveva rifiutato di aderire al terrorismo e che si era unito al processo democratico, fu eletto Primo Ministro della Provincia dell’Est. Le elezioni presidenziali, che ebbero luogo nel gennaio 2010, furono le prime elezioni nell’arco di decenni in cui gli abitanti del Nord e dell'Est votarono liberamente senza subire violenze e minacce da parte del comando LTTE. Le elezioni generali seguirono a breve nell'aprile 2010, in tale occasione la Tamil National Alliance emerse come il partito con il terzo numero più alto di seggi in Parlamento, vincendo nella Provincia del Nord e nel distretto di Batticaloa, nella Provincia dell’Est. Le Elezioni del Consiglio provinciale si erano già tenute nell’area Est e quelle del governo locale della Provincia Nord sono in programma per il 23 luglio 2011. Ripristino della democrazia nella Provincia Nord ed Est 266. Per la prima volta da decenni, il popolo nelle aree precedentemente dominate dal comando LTTE ha la possibilità di partecipare al processo democratico senza costrizioni. Il fiorire della pluralità politica in queste aree può essere visto attraverso il trionfo di un partito di opposizione nella Provincia Nord, mentre il partito principale del governo ha trionfato ad Est ed è arrivato secondo nell’area Nord durante le elezioni generali tenutesi nel 2010. L'emergere di un gran numero di partiti politici indipendenti verificatosi durante quelle elezioni dimostra che la politica elettorale in queste aree guadagna vitalità dopo lo smantellamento del comando dittatoriale LTTE. Disarmo dei gruppi armati 267. I gruppi armati che si opponevano al comando LTTE nella Provincia dell’Est furono disarmati e trasformati in partiti politici all'interno della corrente principale democratica cercando di rappresentare il popolo attraverso il processo elettorale. Il governo dello Sri Lanka ha adottato misure concrete per disarmare questi gruppi, dopo il successo dell’Operazione Umanitaria. Con la scomparsa del comando LTTE, per i membri di tali gruppi non era più indispensabile portare armi per proteggersi. Il governo dello Sri Lanka ha inoltre fornito ferme indicazioni alla polizia di arrestare qualsiasi persona trasportasse illegalmente armi al fine di garantire il disarmo completo. 85 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Diritto al dissenso e libertà di espressione 268. Nella Provincia Nord, dove il comando LTTE ha con successo spazzato via ogni resistenza al suo dominio, è stato finalmente ristabilito il diritto al dissenso. In tutte le aree precedentemente dominate dal LTTE la libertà di espressione è stata restituita al popolo e la gente ha riacquistato la libertà di partecipare alla vita civile senza timore di essere soggiogata. Sminamento della zona a Nord e ad Est 269. Uno dei principali ostacoli al rapido re-insediamento degli sfollati è rappresentato dall’estesa presenza di mine seminate dal comando LTTE nelle aree civili. Per rispondere a questa sfida le forze di sicurezza hanno condotto un'operazione di sminamento completo per sgominare questo pericolo a Nord e ad Est del Paese. Diversi governi stranieri ed agenzie internazionali hanno fornito il supporto per questa impresa. Di conseguenza, decine di migliaia di famiglie sono state in grado di tornare rapidamente nelle proprie case. E’ importante notare che non è stato segnalato alcun episodio di esplosione di mine che abbiano provocato lesioni ai civili da quando gli sfollati sono stati re-insediati. Riabilitazione degli ex Quadri del comando LTTE 270. Gli sforzi di riabilitazione dei comandanti LTTE sono in gran parte riusciti. Oltre 11000 ufficiali LTTE arresi o arrestati dalle forze di sicurezza e 595 ex bambini soldato del comando LTTE sono stati riabilitati attraverso un programma assistito dall’UNICEF e sono poi ritornati in famiglia da maggio 2010. Il governo dello Sri Lanka ha preso la decisione politica di non perseguire legalmente nessun bambino soldato. Altri 6.130 adulti sono stati riabilitati con successo e sono stati reintegrati nella società civile entro giugno 2011. La maggior parte dei restanti ex-combattenti è in fase di ulteriore riabilitazione, mentre alcuni sono stati identificati e processati attraverso il sistema legale per la loro colpevolezza nelle attività terroristiche. Libertà di movimento 271. Tutti i cittadini dello Sri Lanka possono recarsi in qualsiasi zona del Paese, senza essere bloccati dalle minacce del comando LTTE, dalla violenza o dai posti di blocco resi necessari a causa delle attività del LTTE. Molti dei partecipanti alla Diaspora Tamil che non hanno collaborato con la rete internazionale del comando LTTE sono stati lasciati liberi di tornare in Sri Lanka per la prima volta dopo decenni. 86 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Ritorno alla normalità a Nord e ad Est 272. Le persone che vivono nel nord e nell'est dello Sri Lanka sono ritornati a uno stato di normalità: i bambini possono liberamente andare a scuola e non devono più temere di essere reclutati con la forza da parte del LTTE, il sistema giudiziario funziona senza impedimenti, è possibile praticare l’agricoltura in aree che in precedenza erano piene di mine. Per la gente di queste zone la vita sta tornando alla normalità dopo un periodo prolungato di paura. Ogni persona indipendentemente dall'appartenenza etnica può possedere delle proprietà in qualsiasi area del Paese. Rimozione delle restrizioni sulla pesca 273. Le ampie restrizioni che dovevano essere in vigore nel Nord e nell'Est del Paese a causa della situazione di poca sicurezza causata dal comando dell’Ala delle Tigri di Mare del comando LTTE sono state eliminate. Le restrizioni sulla capacità dei motori fuoribordo sono diminuite, mentre le limitazioni relative alle zone di “Divieto di Pesca" localizzate vicino a porti critici sono state notevolmente ridotte. Le restrizioni sui tempi in cui la pesca può aver luogo sono state gradualmente eliminate tra giugno 2009 e febbraio 2010. Sviluppo Economico del Nord e dell'Est 274. Il governo dello Sri Lanka ha lanciato un rapido programma di sviluppo delle infrastrutture subito dopo la liberazione dell’Est nel 2007. A Nord del Paese è stato lanciato un diverso programma di progetti in settori quali i trasporti e autostrade, ferrovie, irrigazione e agricoltura, pesca, alimentazione, istruzione e servizi finanziari, ecc. Esso comprende la gamma di servizi e bisogni essenziali alla vita della comunità. Come risultato della pace e del rapido sviluppo delle infrastrutture, le province del Nord e dell'Est stanno beneficiando di nuove attività commerciali intraprese da piccole e medie imprese. Grandi investimenti stanno inoltre cominciando ad essere effettuati in queste aree che in precedenza erano per lo più ignorate dal settore commerciale o che, nel caso delle ex aree controllate dal LTTE, risultavano completamente inaccessibili. La ripresa economica in Sri Lanka 275. Il potenziale dell’economia dello Sri Lanka è stato soffocato per decenni perché la minaccia del terrorismo aveva pregiudicato gli investimenti ed il turismo. Inoltre, l’atmosfera avversa creata dal conflitto ha avuto effetti negativi sull’economia e, nel corso degli anni, ha influito sugli investimenti in progetti di infrastrutture dei governi successivi. La fine dell’operazione umanitaria segnò un periodo di crescita e di opportunità economiche, nonostante le sfavorevoli condizioni economiche a livello mondiale. 87 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI Armonia 276. Senza le provocazioni e le minacce del LTTE, le comunità di diverse etnie e religioni sono tornate a vivere pacificamente in tutto lo Sri Lanka. Sicurezza 277. Con l'eliminazione del LTTE tutti gli abitanti dello Sri Lanka che hanno vissuto in uno stato paura causato dal terrorismo possono ora godere della vita in uno dei ambienti più stabili e sicuri del mondo. I paesi che hanno scongiurato un viaggio in Sri Lanka ai loro cittadini hanno ritirato tali misure cautelative. Riconciliazione e responsabilità 278. Grazie al successo dell'operazione umanitaria, il paese ha ora un’opportunità di riconciliazione, sia a livello nazionale che locale. Il 15 maggio 2010, il presidente Mahinda Rajapaksa ha istituito la Lesson Learnt and Reconciliation Commission (LLRC) con l'obiettivo di riparare i danni causati dal conflitto e riconciliare il popolo dello Sri Lanka. La Commissione ha il potere di indagare e riferire i fatti e le circostanze che hanno portato al fallimento del cessate il fuoco e riportare gli eventi accaduti fino al 18 maggio 2009, tra cui l’identificazione delle persone o dei gruppi responsabili. La LLRC ha condotto udienze pubbliche e raccolto la testimonianza di un ampio spettro di persone, da funzionari del governo ad ufficiali militari o civili ordinari, anche mediante visite alle zone colpite dai conflitti. Il 13 settembre 2010, la LLRC ha presentato le sue istruzioni provvisorie, e il governo dello Sri Lanka ha nominato un comitato di alto livello per attuarle mediante misure pratiche per rafforzare i processi in corso. 88 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI XIII. Conclusioni 279. Lo Sri Lanka si è impegnato in una strategia militare contro il LTTE come ultima risorsa, dopo decenni di duratura violenza e di terrorismo commessi contro i suoi cittadini e contro lo Stato. Gli attacchi del comando LTTE documentati in questo rapporto non sono esaustivi, ma illustrano la vastità e l'intensità degli attacchi LTTE ai civili, ai politici, ai dirigenti, agli avversari politici ed alle infrastrutture vitali. 280. Nonostante le enormi perdite subite e le tribolazioni patite dallo Sri Lanka e dalla sua gente a causa degli attacchi del LTTE e delle minacce di attacco, i successivi governi dello Sri Lanka erano disposti e desiderosi di negoziare con il comando LTTE al fine di raggiungere la pace. I dettagli dei processi di pace tentati dal governo dello Sri Lanka descritti in questa relazione, tra cui le atrocità commesse da parte del LTTE durante ogni periodo di cessate il fuoco, mettono in chiaro che il LTTE non aveva mai previsto di accontentarsi se non di una vittoria militare per raggiungere l'obiettivo di uno stato separato. 281. Dopo aver esaurito tutte le alternative, lo Sri Lanka utilizzò la forza militare nel momento in cui era necessaria per difendere i suoi cittadini e lo Stato dal comando LTTE. La risorse militari impiegate furono proporzionate alla forza, alle risorse e alle tecniche sofisticate del LTTE. 282. I dettagli forniti in questa relazione sulle risorse umane, armi, finanziamenti e altre costanti del LTTE dimostrano che un intervento minimo non sarebbe stato sufficiente per sconfiggere l’organizzazione militare. La vittoria militare richiedeva un grande sforzo coordinato di tutte le tre forze armate, un alto livello di disciplina e l'uso di tattiche diverse in base ad aree e contesti differenti. 283. Riconoscendo la quantità di forza necessaria per una operazione umanitaria di questa portata, le forze di sicurezza erano consapevoli delle possibili conseguenze negative delle azioni militari, ovvero la perdita di civili. Come risultato, le forze di sicurezza hanno avuto la massima cura prima, durante e dopo l'operazione al fine di ridurre al minimo i danni collaterali, seguendo la politica di “Zero Vittime tra i Civili” adottata dal governo. Ciò è stato dimostrato dalle precauzioni prese prima dell'operazione, dalle linee guida specifiche e dalle tattiche impiegate durante le operazioni umanitarie. 89 OPERAZIONE UMANITARIA – ANALISI DEI FATTI 284. I dettagli sulle battaglie nella zona Est, a Wanni e sull’operazione finale di salvataggio degli ostaggi presentati in questa relazione mostrano come in ambienti diversi, e diverse fasi della guerra, le forze di sicurezza abbiano adeguato le loro tattiche e il livello di forza usata per raggiungere l'obiettivo generale di sconfiggere il terrorismo. Il rapporto ha dimostrato come nell'ultima fase del conflitto, nel momento in cui il LTTE è stato indebolito, le Forze di Sicurezza abbiano adattato le loro tattiche al nuovo territorio. 285. Ciò che il resoconto ha evidenziato è che, sebbene le forze di sicurezza furono in grado di modificare le loro tattiche, non poterono cessare la loro offensiva. La minaccia del LTTE rimase fino all'ultimo, e il successo richiedeva continui sforzi e disciplina per rispondere alle nuove sfide del comando: i civili intrappolati ed esposti a pericoli imminenti ed alla violenza per mano del comando LTTE dovevano essere abilmente sottratti ad una situazione precaria. Le Forze di Sicurezza hanno soddisfatto con successo questa sfida con un’azione militare equilibrata che minimizzasse le perdite. 286. Il risultato per i civili e per il paese è stato assolutamente positivo. Migliaia di cittadini rimasti in Sri Lanka si sono salvati dalla minaccia del terrorismo e dalla guerra. La qualità della vita di tutti gli Sri Lankesi come le prospettive di questo Paese nei confronti dell'economia mondiale sono notevolmente migliorate. Le conseguenze positive delle operazioni umanitarie descritte nella presente relazione sono rappresentative e non esaustive ed i benefici di aver sconfitto il terrorismo sono incommensurabili. 287. Considerando la logica iniziale necessaria per intraprendere un'operazione militare, la quantità di forza utilizzata durante l'operazione e il risultato finale, la presente relazione ha dimostrato come, a tutti gli effetti, l'operazione umanitaria fosse giusta. 90
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