Dentizione decidua, il ruolo del medico pedodontista
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Dentizione decidua, il ruolo del medico pedodontista
3 Poliambulatorio ODONTOIATRIA L’IMPORTANZA DEL “DENTISTA DEI BAMBINI” PER UNA DENTATURA SANA DA “GRANDI” L a dentizione decidua è coinvolta nella crescita del paziente per tutta l’età pediatrica (0 – 14 anni). Il pedodontista consiglia una prima visita già in età prescolare. Il primo obiettivo è di lavorare sulla prevenzione dell’ansia; abituare un paziente fin da piccolo a sottoporsi a regolari controlli, e a eventuali cure senza timore, predispone a un adulto non ansioso, quindi motivato alla prevenzione. Il secondo obiettivo è quello di monitorare sia l’eventuale suzione di dito, ciuccio, biberon ecc. con possibili conseguenti variazioni dalla norma dell’occlusione, sia la presenza di abitudini alimentari scorrette, in particolare l’assunzione di bevande dolci prima del sonno, quali per esempio le tisane della prima infanzia: tali consuetudini possono condurre alla così detta “sindrome da biberon” caratterizzata da presenza di carie a rapida evoluzione che coinvolge prima gli incisivi e successivamente tutta la dentizione decidua già nei primi anni di vita. L’anatomia del dente deciduo, simile a quella del dente permanente, ne differisce per la presenza di una polpa più ampia, per cui è opportuno intervenire precocemente sulle lesioni cariose per non incorrere nella necessità di interventi di tipo endodontico. Qualora la patologia dovesse coinvolgere la polpa, la decisione terapeutica non potrà prescindere da una valutazione radiologica. La radice del dente deciduo possiede un suo dinamismo intrinseco strettamente legato allo sviluppo del dente permanente. Nella sua prima fase di sviluppo, il dente deciduo erompe in arcata avendo le radici non ancora completamente formate; a formazione completata, dopo una breve fase di stabilità, le radici iniziano a subire un processo di riassorbimento da parte degli Dentizione decidua, il ruolo del medico pedodontista osteoclasti parallelamente al progressivo sviluppo del dente permanente; su questo normale processo fisiologico di “sviluppo – degenerazione” della radice del deciduo possono incorrere diversi fattori a variarne l’armonia. Prima di intervenire su una struttura così dinamica è quindi indispensabile fare una valutazione radiografica per individuare l’effettivo stato in cui si trova la radice. Qualora lo stato delle radice rendesse impossibile una scelta terapeutica di tipo conservativo, la soluzione estrattiva diventerebbe la terapia d’elezione. La valutazione radiologica ci viene di nuovo in aiuto nel momento in cui decidiamo di estrarre un dente deciduo. Va in questo caso posta attenzione al livello di formazione del dente permanente: se quest’ultimo è ancora immaturo, dovremo predispor- re in arcata dei dispositivi in grado di mantenere lo spazio fino all’eruzione del dente permanente; diversamente si incorrerebbe in una mesializzazione dei denti distali al dente estratto, con conseguente chiusura dello spazio per il permanente che deve erompere. Il pedodontista consiglia quindi una valutazione radiografica mediante ortopantomografia in bambini fra i sei e i nove anni, indipendentemente dalla presenza o meno di lesioni cariose; se infatti, come abbiamo visto, è indispensabile un approfondimento radiografico per prendere certe decisioni terapeutiche, è altrettanto importante capire se una bocca che ci appare sana non nasconda problemi da affrontare. Sono, per esempio, di frequente riscontro la presenza di agenesie dei denti permanenti (per cui si dovrà porre una diversa attenzione al den- te deciduo), la presenza di permanenti sovranumerari, il mancato riassorbimento di una o frammenti di radice dei decidui per cui si potrebbe avere un’eruzione ectopica del permanente se non si procedesse all’estrazione del deciduo. La dentizione decidua entra in gioco anche nell’ortodonzia intercettiva. Compito del pedodontista è di valutare se il meccanismo di chiusura fra l’arcata superiore e quella inferiore è corretto; ove venisse riscontrata una disarmonia, una contrattura dell’arcata superiore o una tendenza alla crescita della mandibola in ante rotazione, si invierà il paziente all’ortodontista. Dott.ssa Ornella Tavolotti Medico pedodontista CDI EVENTI I CONFERENZE MINIMA FRUIZIONE MASSIMA FRUIZIONE musica classica praticare sport museo ATTIVITA’ 77,32 88,31 DIFFERENZA 100% 14,21% 73,76 75,36 80,82 82,00 9,57% 8,81% lirica/balletto 77,35 83,29 7,78% prova/musical 76,31 82,01 7,47% mostra pittura 76,18 81,85 7,44% assistere sport 76,80 81,15 5,66% romanzi 76,15 80,45 5,65% volontariato 77,16 81,47 5,59% cinema 76,50 80,30 4,97% TABELLA 2 dovrebbe essere oggetto di specifiche strategie d’incentivazione, ad esempio attraverso politiche culturali fortemente orientate all’accesso a forme di esperienza culturale dal carattere relazionale, o attraverso la partecipazione ad attività culturali dalla forte impronta socializzante. E’ in questa direzione che si può immaginare la politica culturale quale strumento per una nuova strategia di sviluppo locale, di welfare attivo, che veda tale risorsa quale agente privilegiato per la costruzione di occasioni di sviluppo della società, ma altresì di prevenzione del disagio. È in questo filone che, nel corso del 2010, la Fondazione Bracco, con la collaborazione dell’Assessorato alla Salute del Comune di Milano, ha effettuato uno studio scientifico indirizzato a comprendere e quantitativamente valutare i determinanti del benessere psicologico individuale nella città di Milano. L’iniziativa si colloca nella attività della Fondazione Bracco caratterizzate dall’ampio ricorso di metodologie trasversali scientifico, culturale e sociale per l’intervento sulle tematiche di alto interesse per la società. Agli strumenti già usati nel progetto precedente sono state integrate alcune domande intese a raccogliere dati inerenti gli stili di vita e le abitudini di accesso ad esperienze culturali, ricreative e alimentari della popolazione milanese. I dati raccolti permetteranno di evidenziare se e come gli stili di vita e le attività culturali condotte producano in Milano un effetto positivo superiore a quanto rilevato a livello nazionale, puntando l’attenzione su alcune particolari categorie sociali: giovani, anziani e genere femminile. Giovedì 3 marzo si terrà a partire dalle ore 18.00, presso il CDI Saint Bon, la conferenza “La conservazione delle cellule staminali: presente e futuro”, aperta ai medici e alle future mamme. Tra i relatori, il Prof. Peter Hollands, Honorary Research Fellow presso l’Università di Westminster, Londra, e Direttore scientifico della clinica IVF Bridge, Lagos, Nigeria, e la Dr.ssa Elisa Cavalleri, specialista in Ostetricia e Ginecologia CDI. Modera il Prof. Andrea Casasco, Direttore Sanitario CDI e Professore di Istologia, Facoltà di Medicina dell’Università di Pavia.
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