sotto una buona stella
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SOTTO UNA BUONA STELLA di Carlo Verdone (Sotto una buona stella) REGIA: Carlo Verdone. SCENEGGIATURA: Carlo Verdone, Pasquale Plastino, Gabriele Pignotta, Maruska Albertazzi. INTERPRETI: Carlo Verdone, Paola Cortellesi, Tea Falco, Lorenzo Ruichelmy, Eleonora Sergio. FOTOGRAFIA: Ennio Guarnieri (Formato: Panoramico/Colore). MUSICA: Umberto Scipione. PRODUZIONE: Aurelio & Luigi De Laurentiis. DISTRIBUZIONE: Universal. GENERE: Commedia. ORIGINE: Italia. ANNO: 2014. DURATA:106’. A Roma, oggi. Durante una festa, Federico Picchioni riceve la notizia che la ex moglie è in fin di vita. Non trova la forza per sganciarsi dal clima di allegria, arriva in ospedale quando la donna è ormai deceduta e può solo prendersi gli aspri rimproveri dei due figli, Niccolò e Lia, che gli rovesciano addosso la sua totale assenza, affettiva e fisica. Come se non bastasse, uno scandalo finanziario porta alla rovina la holding dove svolgeva una brillante carriera. Niente ufficio, niente impiego, impossibilità di pagare l'affitto per i figli, e una drastica decisione: tutti a vivere a casa sua, compresa la figlioletta di Lia. La convivenza però crea tensione e nervi tesi. Una mattina Federico va a protestare nell'appartamento accanto, dove è arrivata una nuova vicina. Nell'intento di giustificarsi, la donna afferma di essere la badante rumena. E' il primo di una serie di equivoci che devono essere dipanati con pazienza fino a quando Luisa (la vicina) non riuscirà ad entrare in quel nucleo familiare sull'orlo di una crisi di nervi, a conquistare la fiducia dei ragazzi, a fare breccia nel cuore di Federico…."Cerco in poche parole di raccontare debolezze, nevrosi, sbandamenti, vittorie e sconfitte del tempo che viviamo". Così Carlo Verdone presenta questo 24° film diretto e interpretato a partire dall'ormai lontano, ma non dimenticato "Un sacco bello" (1978). Da quando entra in scena Luisa (Paola Cortellesi), ogni passaggio è utile per evitare che il lieto fine risulti troppo prevedibile e un po' "telefonato". Nell'intrepretare il ruolo di Picchioni, Verdone non rinuncia a colorire il personaggio con indecisioni, sorprese, turbamenti, soprattutto fraintendimenti, affidandosi a mimica, gestualità, giochi di parole che rimandano ad una comicità 'antica': il che significa seria, genuina, autentica. Picchioni è il prototipo dell'uomo di oggi, che conosce le difficoltà del presente, non pensa di essere migliore di altri, ma sa di avere la forza per spingere gli altri a fare qualcosa di meglio, a dare l'esempio per un miglior vivere civile. Mite, ma non pavido, aperto, ma non indifferente, Picchioni è forse Verdone stesso, giunto a un passo decisivo della propria carriera di artista. Non sempre incisivo e graffiante, il copione conquista per una malinconica onestà di fondo, per la sincerità espressiva con la quale si getta nei disperanti problemi dell'Italia contemporanea, primi fra i tanti i figli e il lavoro. * Il film risulta un ritratto divertito e concreto dei molti aspetti problematici della nostra vita quotidiana. Il racconto, brillante e accattivante, si presta per molti spunti di riflessione. Verdone compone un film divertente, ma serio, nella tradizione della miglior commedia all’italiana. Sembra importante far notare il salto di qualità che Verdone sta compiendo rispetto a una via nazionale verso la commedia che ha finito per impoverire il cinema e i suoi spettatori. Invece di sfruttare gli spunti offerti dall'attualità per cercare la risata (cinema parassitario, dove la tecnica della sceneggiatura sovrasta e soffoca ogni cosa), Verdone si sforza di guardare il mondo che lo circonda per restituircelo attraverso la lente del sorriso (cinema maieutico, dove la coerenza della storia viene prima della pura invenzione di gag o battute). Ed ecco che il difficile rapporto tra padri e figli gli consente di riflettere con onestà sui fallimenti dei genitori, la solitudine di tanti giovani spesso abbandonati a se stessi, le responsabilità mancate di adulti immaturi ed egoisti e lo fa con affetto e tenerezza.
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