La leggenda del Señor de los Milagro
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La leggenda del Señor de los Milagro
Lima Perù La leggenda del Señor de los Milagro Testo e foto di Marco Simola Nel mese di ottobre le strade del centro di Lima si tingono di viola e profumano d'incenso in onore al Señor de los Milagros. La tradizionale processione cattolica è una delle più grandi feste religiose del mondo, che da oltre 300 anni raduna migliaia di fedeli nella capitale peruviana. Nella metà del XVII secolo, Lima, oggi megalopoli con più di otto milioni di abitanti, contava soltanto 35.000 residenti. Migliaia di persone desiderose di migliorare il proprio tenore di vita si riversarono costantemente dal quel momento nella capitale peruviana. Molti immigranti provenivano dalla costa atlantica dell’Africa Occidentale, a quel tempo colonia portoghese, fra i quali gli Angolas che veneravano diverse immagini sacre trasportate durante le feste religiose, per cantare la libertà perduta e la nostalgia dei paesi di origine. Nel 1650 gli Angolas crearono una confraternita a Pachacamilla, un quartiere dove in passato vivevano indigene provenienti dalla zona di Pachacamac, e dove oggi sorgono la chiesa ed il monastero delle Nazarene e la costruzione della confraternita del Señor de los Milagros. L’antica costruzione aveva spesse mura di fango e su una di queste, nella stanza, dove i confratelli solevano riunirsi, era stata dipinto a tempera un Cristo in croce. Il pomeriggio del 13 di novembre del 1655, alle 2.45, un terribile terremoto cambiò la faccia di Lima e del Callao (la città che oggi ospita il porto di Lima), distruggendo chiese e abitazioni, lasciando migliaia di morti e di senza tetto. Il terremoto colpì molto duramente il quartiere di Pachacamilla, e tutte le case degli Angolas furono rase al suolo, incluso l’edificio della confraternita; ma miracolosamente, il muro con l’immagine del Cristo in croce rimase illesa. Dopo il terremoto, gli Angolas si trasferirono in un’altra zona della città, lasciando l’immagine sacra al suo destino di abbandono. Quindici anni dopo, Antonio León, un membro della parrocchia di San Sebastian, vide l’immagine del Cristo che, nonostante le pessime condizioni del muro e dell’ intero edificio, era intatta come dipinta il giorno prima. Stupito, Leon decise di ripulire il luogo e di costruirvi un altare, ma dovette fermare i lavori poco dopo a causa di un’improvviso e strano dolore che lo afflisse e che miracolosamente passò dopo alcuni giorni. Leon decise allora di tornare ad onorare l’immagine sacra, con se arpe, cajones, e musicisti. Leon fu il primo a dare l’avvio al culto alla sacra immagine del Cristo di Pachacamilla e il primo membro della confraternita del Señor de los Milagros. Le genti di colore furono le più numerose a favorire la crescita del culto; si riunivano ogni venerdi sera per cantare le loro preghiere al Cristo, al suono delle arpe, dei cajones e delle vihuelas, una sorta di piccola chitarra. Alle riunioni partecipava sempre più gente, più per la novità che per devozione, e molto spesso le funzioni religiose cattoliche ufficiali si trasformavano in feste. Per questo, le autorità civili e religiose le proibirono e fu ordinato di cancellare l’immagine sacra. Quest’ordine fu eseguito, tra il 6 ed il 13 di settembre del 1671, da un gruppo di persone tra le quali era presente un rappresentante dell’arcivescovo, un notaio, un pittore indigeno ed il capitano dell’esercto del Vicerè, Don Pedro Balcázar. Scortato da due gruppi di soldati in caso sorgessero problemi di ordine pubblico fra i curiosi che affollavano il luogo. La leggenda racconta che il pittore, quando salì sulla scala appoggiata alla parete, iniziò improvvisamente ad essere scosso lungo tutto il corpo da forti tremori, e fu obbligato a scendere con l’aiuto dei suoi compagni. Dopo un momento ritentò di salire sulla scala per cancellare l’immagine, ma era talmente nervoso che gli fu impossibile iniziare il lavoro. A quel punto scese rapidamente dalla scala e sparì. Un altro uomo, un soldato di Balcázar, salì sulla scala, ma immediatamente ridiscese dicendo che aveva visto l’immagine diventare via via più bella e la sua corona diventare verde. Per questo motivo non poteva obbedire all’ordine di cancellare l’immagine. Il Vicerè, informato dei fatti, decise di annullare l’ordine di rimozione e di acconsentire al culto del Cristo dipinto e il 14 di settembre del 1671 venne celebrate la prima messa che da allora iniziò a chiamarsi “Il signore dei Miracoli o delle Meraviglie” con un gran numero di fedeli al seguito. Nel mese di ottobre del 1687 un altro terremoto rase al suolo la città costiera del Callao e parte della città di Lima e distrusse la cappella dedicata al Cristo. Miracolosamente, la parete su cui era dipinta l’immagine rimase intatta! Dopo l’evento venne fatta una statua del Cristo crocefisso, che venne trasportata sulle spalle attraverso le strade del quartiere di Pachacamilla. Da allora ogni anno si celebra con una processione. Il Signore dei Miracoli è uno dei più famosi fenomeni religiosi del Cattolicismo popolare. Sebbene la prima messa fosse stata celebrata nel 1671, fu solo nel 1940 che gli storici della religione se ne interessarono. Ogni anno la processione del Señor de los Milagros diventa più grande e bella. L’ antica lettiga è stata sostituita da una d’argento sorvegliata da uno staff apposito e posta in una stanza all’interno del monastero costruito dove si trovava il muro con la pittura originale. Durante la processione, uomini devoti organizzati in squadre di 36 sollevatori, trasportano l’icona per le strade di Lima. Sono i cargadores la confraternita deputata al trasporto della pesante statua. E’ un incarico molto sentito: per farne parte bisogna essere presentati da un padrino e sottostare ad un lungo periodo di prova e di apprendistato spirituale. La processione attrae centinaia di migliaia di devoti e fedeli, che affollano le vie della città, cantando e danzando, mentre i venditori propongono ogni genere di articoli spirituali, medagliette religiose, scapolari e una gran varietà di piatti e dolci, incluso il famoso Turrón de Doña Pepa, un delizioso torrone dolce e morbido fatto di uova, burro, farina, anice e frutta sciroppata. La lettiga d’argento che sostiene la statua è trasportata a spalle dai credenti durante le 24 ore di processione che servono per andare dalla Chiesa delle Nazarene, attraversando il centro della città, fino alla chiesa della Mercede nel quartiere di Barrios Altos. Ognuno dei 4300 portatori si carica sulle spalle un peso di 50 Kg, e deve camminare per un periodo di circa 15 minuti per coprire la distanza di 80 metri. Davanti all’immagine sacra camminano le sahumadoras, un gruppo di 244 sorelle che indossano il tipico abito viola segno di devozione verso il Signore dei Miracoli, con i loro bracieri dove brucia incenso. Subito dietro ci sono le cantadoras, 320 donne che intonano inni e canzoni devote che accompagnano l’intera processione. Molte altre figure minori, quali penitenti, musicisti, venditori ambulanti sono diventati personaggi tipici della processione. Un occhio attento non potrà non notare anche le moltissime persone vestite di viola, come forma di ringraziamento per un miracolo ricevuto; alcuni indossano questi abiti per un anno intero. Credenti o meno, nessuno dimentica di partecipare alla processione indossando il classico colore viola. La gente inizia a comprare o a preparare i vestiti fin da giugno, e nei giorni più prossimi alle 4 processioni, i piccoli negozi attorno alla chiesa delle Nazarene vendono tra i 700 e 950 vestiti, tra uomo, donna e bambino, al giorno. Nei negozi si vendono anche articoli religiosi come candele di diverse grandezze, immagini religiose del Cristo e dei santi, incenso per seguire la processione.
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