I problemi conservativi dei supporti in masonite dei dipinti murali
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I problemi conservativi dei supporti in masonite dei dipinti murali
I problemi conservativi dei supporti in masonite dei dipinti murali staccati del Chiostro Verde di Santa Maria Novella a Firenze: una proposta per il loro adeguamento Invito alla conferenza Lunedì 18 aprile 2016, ore 16:30 Aula C-101, Blocco C Campus Trevano, Canobbio Corso di laurea in Conservazione e restauro Conferenza Lunedì 18 aprile 2016 ore 16:30 Aula C-101, Blocco C Campus Trevano Relatore Alberto Felici Docente ricercatore Istituto materiali e costruzioni, SUPSI Informazioni SUPSI Dipartimento ambiente costruzioni e design Campus Trevano CH 6952 Canobbio T +41 (0)58 666 63 41 [email protected] www.supsi.ch/dacd/ bachelor/conservazione Zurigo San Gottardo Bellinzona as sa ra te A2 Bellinzona, San Gottardo Canobbio Ve d eg gio -C Comano Ga lle ria SUPSI Dipartimento ambiente costruzioni e design Campus Trevano Vezia Ospedale Civico Breganzona A2 Chiasso, Milano Paradiso Chiasso Milano Lugano Stadio Cornaredo I problemi conservativi dei supporti in masonite dei dipinti murali staccati del Chiostro Verde di Santa Maria Novella a Firenze: una proposta per il loro adeguamento La conservazione dei dipinti murali staccati presenta specifiche problematiche principalmente legate alla eterogeneità dei materiali impiegati. Oggi il distacco dei dipinti murali dal supporto murario è eseguito esclusivamente in casi eccezionali, ma per molti anni, dai primi decenni fino agli anni Sessanta del Novecento, ha rappresentato l’unica possibilità per scongiurarne la perdita, cosicché un grandissimo numero di dipinti hanno subito questo tipo di intervento. Uno dei materiali più comunemente utilizzati per la realizzazione dei nuovi supporti è stata la “masonite”, un prodotto realizzato con fibre legnose combinate con leganti di varia natura, che purtroppo, con il passare degli anni, non risulta essere più idoneo. Il ciclo pittorico del Chiostro Verde di Santa Maria Novella di Firenze rappresenta un caso particolarmente complesso e al tempo stesso estremamente rappresentativo tanto che può essere considerato un esempio paradigmatico dell’intero territorio fiorentino. I dipinti murali, fra cui possiamo ricordare le scene dipinte da Paolo Uccello sul lato orientale, furono distaccati dal loro supporto originario in diversi periodi, dai primi anni del Novecento, fino agli anni Cinquanta e furono applicati su nuovi supporti composti da vari materiali fra cui la masonite. Attualmente è in corso un progetto di intervento realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze in collaborazione con l’istituto ICVBC del CNR, che prevede l’adeguamento dei supporti e il monitoraggio degli interventi eseguiti. Alberto Felici Nasce a Firenze il 9 giugno 1962. Ha un diploma in “Conservazione e Restauro di pitture murali e stucchi”, presso la Scuola di Alta Formazione dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e due lauree presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze in “Storia e conservazione di Beni Artistici” e in “Storia dell’Arte”. Dal 1998 al 2001 ha avuto la responsabilità tecnica come libero professionista di interventi di restauro di numerosi cicli di pitture murali quali: Pordenone nel Duomo di Cremona, Giulio Romano in Palazzo Ducale a Mantova, Iacopo Bassano a Cittadella di Padova, Filippino Lippi in Santa Maria Novella e Vasari nella Cupola del Duomo di Firenze. Alberto Felici è attualmente docente presso l’Università Internazionale dell’Arte di Firenze nei corsi di formazione professionale nel settore “Conservazione e Tecniche esecutive di dipinti murali”; restauratore e docente presso l’Opificio delle Pietre Dure, dove ha formato parte programmi di ricerca sulla messa a punto di strumenti di controllo e misurazione e di metodologie applicative nel restauro delle pitture murali in collaborazione con centri di ricerca del CNR e dell’Università di Firenze e docente del Master in conservazione e restauro della SUPSI.
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