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© CREATIVE COMMONS/FLUIDO & FRANZ SPECIALE TOSCANA VIVONO D’ARTE 2 3 È come un cortocircuito visivo, e di emozioni estetiche. I capolavori del passato e l’arte contemporanea sono vicini di casa, in Toscana. Buoni vicini. Capita d’incontrare una parete specchiante di Daniel Buren, che gioca con il panorama, e confonde lo sguardo, nel giardino di un borgo fortificato. Laboratori e studi d’artista in mulini di pietra, nelle torri a colombaia dei granai. Una scultura aerea di Alexander Calder, appesa al soffitto di una villa secentesca della Lucchesia. Installazioni sonore nel giardino segreto di una magione rinascimentale. E collezioni da museo internazionale, in una fattoria, o tra le botti di rovere di una cantina. L’arte chiama l’arte. Sarà una questione di genius loci: le affinità elettive tra la Toscana e i grandi artisti vanno dagli affreschi di Cimabue e Giotto alle rivoluzioni del corpo di Kiki Smith. A metà febbraio le installazioni dell’artista cinese Chen Zhen passeranno il testimone alle opere di artisti affluenti quali Kader Attia e Carlos Garaicoa tra i corridoi, la platea, le balconate, il palcoscenico dell’ex-cinema degli anni ’50 dal quale sono stati ricavati gli spazi un po’ labirintici della Galleria Continua a San Gimignano. Al cinema si aggiungono una vicina torre e l’Arco dei Becci: una galleria diffusa, oltre che “continua”. Nel borgo toscano famoso, per le sue svettanti torri medievali, è scorsa in questi ultimi vent’anni una lista di “firme” da far invidia a Chelsea e Soho, i quartieri dell’arte a New York: Michelangelo Pistoletto e Antony Gormley, Mona Hatoum e Anish Kapoor, Subodh Gupta ed emergenti toscani quali Loris Cecchini e Giovanni Ozzola. A sua volta, la galleria toscana ha aperto sedi lontane: Le Moulin, nella campagna parigina, una manifattura recuperata di 10mila 68 ULISSE FEBBRAIO 2012 1 metri quadri; e uno spazio industriale nel 798 Art District di Pechino. Un piccolo miracolo del villaggio-mercato globale: dal territorio al mondo. Già, il territorio è fondamentale: in Toscana dalla fine degli anni ’40 sono passati tutti, e molti si sono fermati: critici quali Bernard Berenson nella sua villa dei “Tatti” vicino Firenze, artisti come Niki de Saint-Phalle e Jean Tinguely, che hanno collaborato al Giardino dei Tarocchi di Capalbio, fino a Daniel Spoerri, a Seggiano, e Sandro Chia, a Castello Romitorio, a Montalcino, più di recente. Una mescolanza di sguardi sull’arte di oggi e di epoche lontane - che è stata feconda. Tanto da poter parlare di un nuovo, piccolo “Rinascimento”. Il seme è stato gettato nel 1988 con l’apertura del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, a Prato. Nell’architettura razionalista progettata da Italo Gamberini si integrano il museo, un centro d’informazione e un archivio per la documentazione, un inedito nell’Italia di quegli anni. La collezione, eclettica, va da Jan Fabre a Giulio Paolini. E vi si sono tenute mostre brillanti, come il match diretto tra Alberto Burri e Lucio Fontana, i due grandi maestri italiani del dopoguerra, nel 1996; o l’antologica dedicata al pittore tedesco Gerhard Richter, nel 1999, che ha fatto scuola. In “Corrispondenze”, del 2007, erano di fronte quadri barocchi e tagli di Fontana, la collezione del Museo Civico di Prato e quella del Pecci, il presente e il passato. Un dialogo che già si era delineato nel territorio toscano, dove le nuove collezioni s’insediano a vista di pievi romaniche e fondi oro. Festeggia i trent’anni dalla sua apertura al pubblico la col- lezione Gori nella fattoria di Celle, una villa del 1600 a Santomato di Pistoia. In un parco all’inglese di 30 ettari, comparvero nel giugno del 1982 sedici opere site-specific, disseminate tra i giardini romantici, la voliera, la palazzina del tè. Oggi le installazioni ambientali, pensate per diventare “organiche” ai luoghi, sono diventate settanta. Si può meditare nel “Bosco Virgiliano” dello scozzese Ian Hamilton Finlay; farsi ipnotizzare dai cerchi sciamanici del land artist Richard Long, dietro la voliera e all’interno della fattoria, uno il negativo dell’altro; interrogarsi sull’Italia rovesciata di Luciano Fabro, sotto il dipinto orientalista al piano nobile della villa. È un modello toscano, quello della collezione diffusa. Come al Castello di Ama, borgo nel Chianti senese, diventato scrigno della collezione Pallanti, dove un “pozzo rosso” di Anish Kapoor inquieta nel pavimento di una chiesetta sconsacrata, o un cannocchiale sul belvedere permette di entrare nella finta intimità familiare di una capanna nel bosco allestita da Ilya ed Emilia Kabakov. Si deve scendere in una cella delle cantine per visitare una sorta di “tempio segreto”, nel quale Louise Bourgeois ha posto una scultura a una divinità ignota. All’entrata delle cantine (i collezionisti Marco e Lorenza Pallanti sono produttori di vini pregiati), ad accogliere come in un percorso iniziatico, c’è un grande tronco, aperto in una fenditura, in cui Michelangelo Pistoletto ha inserito uno specchio dalle rifrazioni multiple. Le degustazioni accompagnano spesso le epifanie dell’arte nella campagna toscana. È così anche per la collezione di Giuseppe Calabresi, all’interno dei tenimenti D’Alessandro, appena fuori Cortona: dopo un as- © CASTELLO ROMITORIO Nomi illustri hanno scelto la Toscana come buen retiro. Intorno a loro è fiorita una rete di gallerie d’arte contemporanea e di straordinarie collezioni. © ELA BIALKOWSKA IN PRESA DIRETTA 1. Back to Fullness, Face to Emptiness di Chen Zhen alla Galleria Continua / Back to Fullness, Face to Emptiness by Chen Zhen at the Continua Gallery 2. Il Giardino dei Tarocchi a Capalbio / The Tarot Garden in Capalbio 3. La tasting room di Castello Romitorio a Montalcino / The tasting room at the Romitorio Castle in Montalcino saggio di shiraz e di olio, ci si può spostare per vedere gli arazzi di William Kentridge, un albero addobbato di maschere africane in plexiglass come per un gioco esotico da Pascale Tayou, o giocare davvero con un flipper d’artista nel garage. Il paesaggio toscano è tra i più “umanizzati” d’Italia. Come se fosse modellato ad arte, tra chiese e colli, vigne e castelli. A Seggiano, sulle pendici dell’Amiata, Daniel Spoerri ha tentato con l’arte di ricreare il “paradiso”. Questo era, del resto, il vecchio nome del giardino dove l’artista svizzero ha riunito 103 opere di 50 amici. Da queste parti, la Toscana è mistica e brigantesca. E alcuni lati del paradiso possono essere ruvidi, come la scultura di attrezzi agricoli di Arman, al centro di una fontana. O il “bacio di ferro” di Ugo Dossi. I riferimenti alla buona tavola non mancano neppure a Seggiano: Spoerri è stato fondatore dell’Eat Art, e nel Giardino c’è un ristorante che miscela ricette artistiche e piatti del territorio. Gli itinerari d’arte s’incrociano nella provincia di Siena, dal castello di Sandro Chia, esponente della Transavanguardia (produttore di vino anche lui) all’UMoCA, a Colle Val d’Elsa, museo all’aperto, sotto il ponte di San Francesco, “inventato” dall’artista cinese Cai Guo-Qiang. Più a nord, a Vinci, a casa ULISSE FEBBRAIO 2012 69 del grande Leonardo, Mimmo Paladino, altro transavanguardista, ha ridisegnato la piazza d’accesso al museo leonardiano. La scena dell’arte, nella Lucchesia, è stata di recente movimentata dall’Accademia dello Scompiglio, sulle colline di Vorno, creata dalla collezionista Cecilia Bertoni, in una spettacolare villa del ’600, come luogo d’incontro-scontro tra cultura e natura, sensi e intelletto. Altra Toscana, altri collezionisti. A Pietrasanta, favorita dagli scultori per la vicinanza con le cave di marmo delle Alpi Apuane - hanno qui una casa Fernando Botero e Igor Mitoraj, tra i tanti - Rosa Sandretto ha tessuto i nodi di una rete d’arte e turismo tra albergo, galleria e gli spazi urbani, abbaglianti, quasi metafisici del borgo dei marmi. THEY LIVE FOR ART Many well-known artists have chosen Tuscany as a hideaway. Their presence has sparked a network of contemporary art galleries and extraordinary collections. T © ANDREA MARTIRADONNA he contrast is like a visual short circuit of aesthetic feeling. In Tuscany, masterpieces from the past and contemporary art are good neighbours. You can view a mirrored wall by Daniel Buren, playing with the panorama and confounding the eye, in the garden of a fortified village. Workshops and artists’ studios occupy stone mills and dovecote towers of barns. A mobile by Alexander Calder hangs from the ceiling of a 17th-century villa outside Lucca. Sound installations are set up in the secret garden of a Renaissance manor. And collections from international museums can be seen on a farm or amidst the oaken casks in a winery. Art calls to art. It may be a question of genius loci: the elected affinity between Tuscany and great artists has continued from Cimabue and Giotto to the bodily revolutions of Kiki Smith. In mid-February, the Chinese artist Chen Zhen’s installations will pass the torch to works by such artists as Kader Attia and Carlos Garaicoa, in the corridors, stalls, balconies and 70 ULISSE FEBBRAIO 2012 stage area of the 1950s cinema now occupied by the Galleria Continua in San Gimignano. Another art venue is the nearby Arco dei Becci, an extended gallery that’s also “continuous”. Here in this Tuscan village, famous for its soaring medieval towers, “name” artists have exhibited over the past 20 years. The list is one New York’s art districts of Chelsea and Soho might envy. These include 1 Michelangelo Pistoletto and Antony Gormley, Mona Hatoum and Anish Kapoor, Subodh Gupta and such rising Tuscan artists as Loris Cecchini and Giovanni Ozzola. The Tuscan gallery has also opened foreign locations: Le Moulin, outside Paris, a refurbished factory with 10,000 square metres of space; and an industrial site in the 798 Art District in Beijing. A small miracle in the global village-market, reaching out from Italy to the world. Since the 1940s, Tuscany has attracted many important figures in the art world. These include critics like Bernard Berenson, with his “I Tatti” villa near Florence. The artists Niki de Saint-Phalle and Jean Tinguely collaborated at the Giardino dei Tarocchi in Capalbio. More recent arrivals are Daniel Spoerri, in Seggiano, and Sandro Chia, at the Romitorio Castle in Montalcino. This fertile mix of ways of looking at the art of present and past periods has led to talk of a new little Renaissance. The seeds were sown in 1988, with the opening of the Luigi Pecci Centre for Contemporary Art in Prato. The rationalist architectural structure designed by Italo Gamberini houses a museum, a training centre and a document archive, something new to Italy at the time. The eclectic collection spans from Jan Fabre to Giulio Paolini. Brilliant exhibitions have included the 1996 face-off © UDO BERNHART TUSCANY SPECIAL 1. Installazione di Alfredo Pirri nella cappella della Tenuta dello Scompiglio a Vorno / Alfredo Pirri’s installation in the chapel on the Scompiglio Estate in Vorno 2 between Alberto Burri and Lucio Fontana, two Italian masters of the post-war period, and an instructive anthology dedicated to the German painter Gerhard Richter in 1999. Corrispondenze (correspondences) in 2007 paired Baroque paintings with pieces by Fontana, and collections of the Prato Civic Museum and the Pecci, the present and the past. It was a dialogue played out in Tuscan territory, where new collections were seen in the context of Romanesque parish churches and gilded backgrounds. Celebrating 30 years since opening to the public is the Gori collection on the Celle farm, a 17th-century villa in Santomato di Pistoia. In a 30-hectare English park, sixteen site-specific works were shown in 1982, amidst romantic gardens, the aviary and the tea cottage. There are now 70 environmental installations, “organic” to the locations, including the Bosco Virgiliano (Virgilian Woods) by Scottish artist Ian Hamilton Finlay, the hypnotic shaman circles by land artist Richard Long behind the aviary and inside the farmhouse negative images of each other - and the curious upside-down Italy by Luciano Fabro, beneath an Orientalist painting on the first floor of the villa. The extended collection is a Tuscan concept. An example is Castello di Ama, a village in the Sienese Chianti, now home to the Pallanti collection. Anish Kapoor’s “red well” is a disquieting element in the floor of a deconsecrated church. A telescope on the belvedere reveals the artificial family intimacy in a cabin in the woods, a conceit by Ilya and Emilia Kabakov. In the cellar is a “secret temple”, where Louise Bourgeois has placed a statue to an unknown deity. At the entrance to the wine cellar (the collectors Marco and Lorenza Pallanti are producers of fine wines) is a large cleft tree trunk where Michelangelo Pistoletto has put a multiple-refraction mirror that welcomes visitors as in an initiation rite. The discovery of art in the Tuscan countryside is often accompanied by wine tasting. At Giuseppe Calabresi’s collection on the D’Alessandro property outside Cortona, enjoy a glass of Shiraz and a taste of olive oil, then move on to view William Kentridge’s tapestries, contemplate Pascale Tayou’s playful Plexiglass African masks hanging from a tree, or play designer pinball in the garage. Tuscany has one of the most “humanising” landscapes in Italy, artistically modelled with churches and hills, vineyards and castles. In Seggiano, on the Amiata slopes, Daniel Spoerri has attempted an artistic recreation of “paradise”, the former name of the garden where the Swiss artist has displayed 103 works by 50 friends. In these parts, Tuscany is a mystical land of brigands, and some aspects of paradise 2. L’opera di Daniel Buren al Castello di Ama / Daniel Buren’s work at the Ama Castle can be coarse, like Arman’s sculptures of farm implements in the centre of a fountain. Or Ugo Dossi’s Iron Kiss. References to fine food abound in Seggiano. Spoerri is the founder of Eat Art, and a restaurant in the Garden mixes artistic recipes with local dishes. Art paths converge in the province of Siena, from the castle of Sandro Chia, an exponent of Trans-avant-garde (he is also a wine producer) to UMoCA in Colle Val d’Elsa, an open-air museum below the San Francesco bridge, “invented” by the Chinese artist Cai Guo-Qiang. Farther north, in Vinci, the home of Leonardo, Mimmo Paladino, another Trans-avant-garde artist, has redesigned the access plaza to the Leonardo museum. The art scene in and around Lucca has recently been enhanced by the Scompiglio Academy, on the Vorno hill, created by the collector Cecilia Bertoni in a spectacular 17th-century villa as a meeting point for art and nature, the senses and the intellect. In Pietrasanta, a favourite spot among sculptors because of the nearby marble quarries and the Apuan Alps (Fernando Botero, Igor Mitoraj and other artists have houses here), Rosa Sandretto has joined art and tourism in a hotel, gallery and dazzling, almost metaphysical urban spaces, in the village of marble. ULISSE FEBBRAIO 2012 71
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