CHIGIANA Unico Settimana 2011 OK
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CHIGIANA Unico Settimana 2011 OK 23-06-2011 16:46 Pagina 178 178 zione delle orchestre militari turche che sostituirono quelle dei Giannizzeri nel XIX secolo. Le prime fanfare erano originariamente composte dalla zurla o zurna (oboe tradizionale) e dai tapan o davul (tamburi a doppia membrana percossi con bacchette). A questa strumentazione si aggiunsero poi altri strumenti, fino ad arrivare a quelle odierne composte prevalentemente da ottoni (trombe, bassi tuba, sassofoni), percussioni (grancassa e piatti), a cui si aggiungono anche clarinetti, violini e fisarmoniche. Ma al di là della specificità timbrica, risaltano l’espressività virtuosistica e l’estrema disinvoltura del gesto musicale, in grado di trasferire tecniche esecutive proprie di uno strumento ad un altro, come il caso della zurna, rimpiazzata dal clarinetto o dal sassofono, senza perdere il vigore e l’intensità della sua tecnica, attraverso sonorità stridenti e glissati o portamenti che permettono di produrre variazioni micro tonali. La fanfara rom si presta particolarmente alle esigenze artistiche di Goran Bregovic per diversi motivi. Da una parte il ricco repertorio dei ritmi trascinanti delle danze è un elemento di grande spettacolarità, ma a sua volta essa è il risultato di molteplici influenze musicali. Il popolo rom, arrivato nei Balcani attorno al XIV secolo, ha progressivamente assorbito e rielaborato i diversi repertori locali, fino a divenire il depositario della tradizione, e allo stesso tempo il principale agente innovatore. A questo proposito si deve specificare che non esiste una musica rom, o un’essenza musicale zingara, ma piuttosto un’attitudine, sviluppata storicamente, ad assimilare differenti linguaggi musicali, riproposti poi a seconda del pubblico e del contesto della performance. Tale attitudine si basa su una lunga storia di adattamento e flessibilità, e richiede capacità strumentali di stampo virtuosistico. Ciò che più comunemente caratterizza i musicisti rom del mondo balcanico è dunque l’abilità strumentale e l’esuberante musicalità, basate su un orecchio musicale capace di afferrare e riprodurre una musica al primo ascolto, salvo poi rielaborarla in maniera peculiare. In questo senso il richiamo alla ziganità di Bregovic è l’emblema della flessibilità e creatività musicale allo stato puro. Tuttavia il successo del progetto artistico di Goran Bregovic, non può essere ascritto semplicemente all’idea di fondere svariati linguaggi nel nucleo della musicalità zigana. Oltre l’indubbio talento compositivo, e di arrangiatore, l’artista ha mostrato estrema attenzione anche nei confronti dei nuovi stili emersi a partire dagli anni Ottanta, che pur appartenendo ai singoli contesti nazionali, in una certa misura si configurano anche come parte di un movimento pan-balcanico di innovazione musicale. Fra questi possiamo citare il turbo folk serbo, il manele rumeno, la chalga bulgara, la tallava albanese, e l’arabesk turco. Anche se gli stilemi di questi generi
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