Apoteosi sonora nella Cattedrale di San Lorenzo
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Apoteosi sonora nella Cattedrale di San Lorenzo
Sabato 1 agosto 2015 il Giornale dell’Umbria “Le notti dell’utopia”, al via la sesta edizione SPELLO - Si terrà il 6, 7, 8 agosto a Spello, a Villa Fidelia (nella foto), la sesta edizione de “Le notti dell’utopia”, il grande contenitore di eventi organizzato dalla Cooperativa Utopia2000. Scopo dell’iniziativa è quello di far conoscere il mondo del Terzo settore, lanciando messaggi importanti attraverso spettacoli di intrattenimento di assoluta qualità. L’iniziativa ha l’obiettivo di amplificare il lavoro di inclusione sociale e territoriale messo in atto dalla cooperativa, giunta in Umbra nel 2013 e con all’attivo già numerose iniziative sportive, artistiche e musicali. La prima de le “Notti”, che dureranno tre giorni, si terrà a Bevagna, presso l’Agriturismo etico “Le Grazie” gestito dalla stessa Utopia2000. 37 cultura&SPETTACOLI Trasimeno blues, si va verso il gran finale Serata africana a Panicale, poi gli Heavy Wood a Castiglione del Lago W eekend conclusivo per l’edizione 2015 del Trasimeno Blues festival che sta riscuotendo grandi successi di pubblico grazie ad una programmazione particolarmente incentrata sulle contaminazioni musicali e sul blues in tutte le sue innumerevoli declinazioni e commistioni con altri generi musicali. Stasera, nella nuova location del parco di Casalini (nel comune di Panicale) il concerto molto atteso dagli amanti delle sonorità africane: Baba Sissoko presenta il suo ultimo originale progetto “Three Gees”. Ultimo indiscusso griot del Mali, dopo una lunga fila di stellari collaborazioni, dall’Art Ensemble of Chicago ad Ali Farka Tourè, dall’incontro con Luca Sapio nasce il progetto “Three Gees”. Un album visionario in cui la tradizione maliana si confronta con i ritmi della musica afro americana e la psichedelia passando dall’Afrobeat al Funk e nel quale, oltre ad essere accompagnato da una fantastica live band, non sarà solo sul palco ma con sua madre e sua figlia. Tre generazioni appunto. È proprio nel Mali e nei suoi cantastorie cosiddetti griot che vanno rintracciate le radici del blues e Baba Sissoko è proprio uno di questi, l’ultimo grande griot vivente, un poeta e cantore maliano che porta con sé tutta la forza e la passione della tradizione orale africana. Eccelso polistrumentista e maestro indiscusso del Tamani (talking drum), Baba Sissoko è Il maliano Baba Sissoko sarà sul palco con la madre e la figlia: tre generazioni legate dalla musica stato il primo ad introdurre il suono del tamani nella musica moderna maliana. Nelle sue composizioni musicali grande influenza ha l’Amadran, che è una ripetitiva ed ipnotica struttura musicale tipica del Mali dalla quale, secondo il parere di numerosi ricercatori, ebbe origine il blues. Il suo stile è estremamente originale: Baba ama integrare melodie e ritmi propri della tradizione musicale del Mali (Bambara, Peul, Mandinghi e Sonrai), con le sonoritè del jazz e del blues, creando un fantastico e originale effetto musicale. Questo è possibile anche grazie alle sue numerosissime esperienze e collaborazioni con musicisti provenienti da contesti e culture musicali diverse tra cui ricordiamo Habib Koite, Rokia Traore, Il cantastorie A destra, Baba Sissoko Sotto, gli Heavy Wood Ibrahim Ferrer, Buena Vista Social Club, Don Moye and Art Ensemble of Chicago, Dee Dee Bridgewater, Enzo Avitabile, Omar Sosa. A mezzanotte si cambiano genere e location. L’appuntamento è alla darsena bar caffè a Castiglione del Lago. Saliranno sul palco gli scatenati Heavy Wood. Un vortice di potenza hard rock con chitarre acustiche ad opera del power trio Hard Folk composto da un americano, un pugliese e un umbro. Così descrivono la loro musica: «immaginatevi Ennio Morricone che si ubriaca con gli Ac/Dc e Eugene dei Gogol Bordello a dirige- re l’orchestra». La band è composta da Nate Kanter alla voce, chitarra e armonica, Roberto Cavallo alla chitarra e voce e Franco Pellicani alla batteria. Domani gran finale dell’edizione 2015 di Trasimeno Blues a Città della Pieve con la scatenata P-Funking Band per le strade del Apoteosi sonora nella Cattedrale di San Lorenzo L’orchestra sinfonica giovanile di Bremen protagonista nell’ambito di Musica dal mondo di STEFANO RAGNI PERUGIA - Apoteosi sonora in Cattedrale, giovedì sera, per il concerto di Musica dal mondo. Un’orchestra giovanile tedesca nella pienezza di quelle tradizioni sinfoniche che rendono insuperabile il Paese di Beethoven. Anche la filacciosa acustica di san Lorenzo, abitualmente viscida come una medusa, sembra per una volta accogliere gli squilli degli ottoni con una insolita capacità di rifrazione che dilata i volumi in spessori sontuosi. La sinfonica giovanile di Bremen appare un po’ come il fiore all’occhiello di questa stagione del festival promosso dall’AGiMus e dall’amministrazione comunale. E questo avviene non solo per la straordinaria preparazione dei giovani alemanni, in gran parte ragazze, ma anche per la capacità del direttore Martin Lenz di porsi come coordinatore sagace e convincente, dotato di calma esemplare e indirizzato a una concertazione di esattezza e di misura dei tempi, dei ritmi e degli sviluppi timbrici. Questo avviene soprattutto nel grande pezzo finale, la seconda sinfonia di Cajkovskij, emblema di quella musica piena di malinconia che il grande pensatore russo Florenskij giudicava «senza spina dorsale e refrattaria all’ontologia». Certo Florenskij era uno scienziato e per di più un presbitero e la sua valutazione proveniva dalle meditazioni elaborate nella prigioni del gulag sovietico. Pure è difficile dargli torto ascoltando il corno solista enunciare il tema di una canzone popolare ucraina, “Lungo le sponde del Volga”. Tutta la sinfonia nasce nel contesto di un viaggio di Cajkovskij in Ucraina e prende perciò il no- centro storico a partire dalle 18.30 e la grande festa finale in Piazza Unità d’Italia alle 21.30 con uno show esplosivo che vede insieme sullo stesso palco la strepitosa voce di Lisa Hunt, lo straordinario sassofonista James Thompson e la poderosa Harlem Blues Band. me di Piccola Russia. Andate a spiegarlo a quelli che ora si stanno ammazzando per questo. Ma al maestro Lenz importa poco delle riflessioni di Florenskij: lui deve guidare questi straripanti ottoni in lunghe conversazioni coi quattro flauti e la batteria dei corni, imbrigliando i fremiti e i sincopati dei violini fino all’esplosione del finale, la “canzone della gru”, un’altra melodia ucraina. Ce la fa con pieno successo e si prende una valanga di applausi insieme ai suoi novanta strumentisti. Due di questi, nel corso della serata, si erano proposti come solisti, la magnifica violoncellista Henriette Kissling in Fauré e il prodigioso virtuoso di fagotto Dominik Relitz in Weber. Apertura con il Bernstein di West Side Story per fare il pieno di sensazioni piacevoli.
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