APACHES - Develop building blocks for future territorial cooperation
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APACHES - Develop building blocks for future territorial cooperation
TITOLO APACHES - Develop building blocks for future territorial cooperation LUOGO E DATA ORGANIZZATORE Bruxelles Committee of the Regions 19 marzo 2014 Flemish Land Agency (VLM) , City of Hagen and the Liaison agency Flanders-Europe (vleva), Interreg IVB North West Europe Strategic Cluster 'APACHES' RELAZIONE Il moderatore Dirk Sterckx (Journalist for Flesmish Public Broadcasting) ha aperto i lavori affermando che le Regioni europee devono far fronte all’urgente sfida di creare nuovi posti di lavoro e supportare la crescita economica, affrontando le tematiche del miglioramento della coesione sociale e la creazione di comunità sostenibili. Sterckx ha affrontato anche il dilemma di come il lavoro transnazionale possa dare impulso all’innovazione, stimolando le giuste condizioni di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Luc Van den Brande (Membro del Comitato delle Regioni dell’UE), supportato dal correlatore Tom Wild (South Yorkshire Forest/ Sheffield City Council, APACHES leader), ha evidenziato l’importanza del cluster Apaches, quale esempio di cooperazione fruttifera tra i Paesi dell’Europa nord-occidentale (NWE) nei temi di innovazione, occupazione, coesione sociale e infrastrutture eco-compatibili. Infatti, lo scopo di Apaches è quello di dimostrare come la cooperazione transnazionale abbia migliorato la redditività economica delle città, delle Regioni e delle comunità dei Paesi NWE (Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Svizzera e Regno Unito), attraverso la gestione e lo sviluppo delle aree pubbliche – nuove o già esistenti – secondo modalità innovative e differenti, migliorandone l’attrattività nei confronti di professionisti, visitatori e investitori, e contribuendo a fissare le priorità per futuri programmi di finanziamento europei relativi allo sviluppo e alla riqualificazione urbana. Tra i programmi di finanziamento dell’UE, il relatore Van den Brande, congiuntamente a Ruut Louwers (Joint Technical Secretariat, Interreg NWE), ha segnalato “INTERREG IVB NWE” quale strumento finanziario della politica di coesione dell'Unione europea volto a finanziare progetti a sostegno della cooperazione transnazionale nei settori economico, ambientale, sociale e territoriale tra i Paesi NWE, investendo ca 355 milioni di € dal Fondo FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale). L'obiettivo è infatti quello di analizzare metodologie innovative per rendere efficaci le attività territoriali ed affrontare le problematiche comuni a Stati membri, Regioni e altre autorità. Van den Brande ha affermato, inoltre, che il cluster sta affrontando l'ambizione del Programma Interreg IVB di promuovere una maggiore comunicazione e diffusione dei risultati ottenuti tra i Paesi NWE e il resto dell’Unione europea, consentendo agli stakeholder di affrontare i temi principali della strategia UE 2020, anche attraverso l’implementazione dei seguenti programmi: COLLABOR8, MANDIE, CURE, LICI Lively Cities, VALUE Added, PORTICO, MANAGE+ e VALUE+. Il relatore ha inoltre spiegato che Apaches concentrerà le proprie azioni sulla comunicazione a livello europeo delle storie di successo originate dai progetti Interreg, coinvolgendo la più ampia gamma di stakeholder, al fine di individuare le future priorità per Interreg ‘14-‘20 e per gli altri programmi di finanziamento dell'Unione europea, concentrandosi sulle questioni strategiche condivise, associate alla gestione, allo sviluppo e al miglioramento dell’attrattività delle aree pubbliche. Gli otto Progetti precedentemente citati, che presentano un’esplicita intenzione di sostenere l’obiettivo della coesione sociale e territoriale, si inseriscono nelle seguenti aree tematiche: • • spazi pubblici urbani, parchi, piazze e aree agricole; patrimonio culturale e archeologia; • • centri di quartiere; reti, cluster e spazi virtuali. Attraverso l’implementazione di tali Progetti sarà possibile migliorare la cooperazione transnazionale in più ambiti, includendo la possibilità per le città e le Regioni di lavorare con nuovi partner e sviluppare nuove collaborazioni produttive anche tra le imprese del settore privato e i cittadini. Ecologia e sviluppo sostenibile costituiscono per il Telos Brabant Center tematiche di primaria importanza e il relatore Hans Mommas (Tilburg University – Telos Brabant Center for Sustainable Development) ha sostenuto la necessità di agevolare le collaborazioni tra le università e le aziende per sviluppare progetti di ricerca in merito alla tutela ambientale. Il Centro promuove infatti un progetto volto a creare interrelazioni tra le parti sociali per riconfigurare una collaborazione attiva in materia di tutela ambientale, quale serio problema sociale. Inoltre, tra le tematiche affrontate, il relatore ha evidenziato quelle dell’innovazione e dell’occupazione, volte a stimolare il rinnovamento creativo e lo sviluppo industriale, quali elementi fondamentali per lo sviluppo delle economie regionali in termini di competitività, sviluppo delle conoscenze, sviluppo tecnologico e prevenzione dell’esaurimento delle risorse naturali e dei disastri ecologici. Basandosi su quanto affermato da Castells circa la “Società Informazionale” che punta sulla rivoluzione della produttività e sull’aumento globale dell’offerta di lavoro che si sono manifestati là dove la resistenza sindacale - dopo la crisi degli anni ‘70 - non ha impedito l’innovazione e la “flessibilità”, il relatore ha affermato che l’internazionalizzazione avvenuta negli ultimi anni ha generato una “guerra di talenti” modificante gli ambienti creativi partendo dalla conoscenza economica post-industriale. Gli spazi urbani e le fabbriche hanno subito infatti un grosso cambiamento post ‘70, rivelando ora un nuovo ambiente, anche tecnologico, rendendosi sempre più appetibili per le persone. Il rinnovamento creativo, invece, passa attraverso l’apertura sociale, ottenibile tramite lo sviluppo della conoscenza e della creatività, quali fattori agglomeranti che condizionano l’ambiente aziendale che necessita di continui stimoli innovativi per promuovere uno sviluppo sostenibile. Pertanto, la relazione tra capitale economico sensibile all’ecologia, quale fattore eco-sostenibile e smart, e capitale socio-culturale, quale fattore inclusivo, è strettamente legata. In tale ottica, il relatore ha concluso l’intervento affermando che l’ineguaglianza sociale, il lascito industriale e la reazione populista generano la necessità di costruire nuovi ponti per l’internazionalizzazione, che promuove un ambiente creativo e lo sviluppo della conoscenza economica, realizzando nuove piattaforme di sviluppo aventi come concetto cardine la cultura. Martijn De Bruijn (DG for Regional and Urban Policy - European Commission) ha affrontato la tematica dell’approccio territoriale integrato nelle politiche di coesione, sottolineando il fatto che la politica di coesione territoriale costituisce un obiettivo primario per il Paesi europei al fine di promuovere il migliore sviluppo urbano e territoriale. Infatti, l’approccio territoriale integrato analizza territori che presentano funzionalità specifiche e differenti, ricercando nuove strategie integrate per lo sviluppo, come avviene ad esempio tra i Paesi NWE nei quali viene costantemente promossa la cooperazione transnazionale tra Regioni europee che si confrontano e coordinano congiuntamente in merito a vari temi, quali i trasporti, il business internazionale, la ricerca e l’innovazione, lo sviluppo urbano, ecc… L’approccio territoriale è applicabile ovunque, grazie a: - un framework strategico comune e la stipula di accordi di partenariato; il coinvolgimento degli stakelholder locali attraverso la redazione di un codice di condotta; la conduzione di analisi obbligatorie circa le sfide e le potenzialità territoriali. De Brujin ha spiegato che sono stati messi in atto due nuovi strumenti territoriali, quali 1. ITI (Integrated Territorial Investments) e 2. CLLD (Community Led Local Development) (Art. 32 (2) disposizioni comuni, Reg. 1303/2013) per contribuire al conseguimento delle priorità dell’Europa 2020 (secondo i criteri di crescita intelligente - focalizzata su ricerca e innovazione, ICT e SME, crescita sostenibile, basse emissioni, efficienza delle risorse, prevenzione del rischio, trasporti - e crescita inclusiva nella quale rientrano impiego, inclusione sociale e educazione) e per svolgere azioni e strategie integrate per lo sviluppo e il miglioramento di sobborghi urbani, città, aree funzionali urbane, regioni metropolitane e aree rurali. 1. ITI (Integrated Tterritorial Investments): sono investimenti territoriali intergrati che consentono agli Stati Membri di raggruppare finanziamenti da diversi assi prioritari di uno o più Programmi Operativi dell’UE per garantire l'attuazione di una strategia integrata per un territorio determinato. Gli ITI possono essere efficacemente utilizzati solo se la specifica area geografica interessata ha adottato una strategia territoriale integrata ed intersettoriale. Gli elementi chiave sono costituiti da: un territorio designato e una strategia di sviluppo territoriale integrata, un pacchetto certo di interventi da attuare e modalità di governance per la gestione degli ITI. Il miglioramento e lo sviluppo urbano sostenibile integrato che promuovono, considerando che almeno il 5% del FESR (Fondo di Sviluppo Regionale Europeo) deve essere dedicato all’affrontare le sfide economiche, ambientali, climatiche, demografiche e sociali, deve incidere sulle aree urbane, incluse città, aree peri-urbane e sobborghi urbani, tenendo conto anche della necessità di promuovere i collegamenti tra aree urbane e rurali. 2. CLLD (Community Led Local Development): è uno strumento specifico per l'impiego a livello sub-regionale, che è complementare ad altre forme di sostegno allo sviluppo a livello locale, in grado di mobilitare e coinvolgere le comunità locali e le organizzazioni a contribuire al conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, promuovendo la coesione territoriale e il raggiungimento di obiettivi politici specifici. I principali obiettivi di CLLD sono: • incoraggiare le comunità locali a sviluppare approcci integrati nei casi in cui vi sia la • • • necessità di rispondere alle sfide territoriali locali che richiedono un cambiamento strutturale; sviluppare la capacità della Comunità e dei territori locali di stimolare l'innovazione (anche sociale), l'imprenditorialità e la predisposizione al cambiamento, incoraggiando lo sviluppo e la scoperta del potenziale non ancora sfruttato; promuovere la partecipazione all'interno delle comunità per costruire un maggiore senso di coinvolgimento socio-economico volto ad aumentare l'efficacia delle politiche dell'UE; assistere la governance multi-livello, indicando un percorso definito per le comunità locali a prendere pienamente parte nel plasmare la realizzazione degli obiettivi dell'Unione europea in tutti i settori. Karin Zaunberger (DG Environment – Biodiversity Unit - European Commission) ha argomentato circa l’importanza della tutela della biodiversità ambientale, volta a moderare i cambiamenti climatici anche attraverso l’applicazione di soluzioni naturali integrate agli ambienti urbani, come ad es. la realizzazione di pareti e tetti green che consentono di ottenere un rilevante risparmio energetico e la riduzione delle emissioni tali da migliorare il microclima locale e apportare benefici diretti sulla salute dei cittadini. Zaunberger ha evidenziato infatti che la riduzione della biodiversità è causa concatenante degli impatti ambientali dovuti ai cambiamenti climatici, quali inondazioni, terremoti e siccità, verificatisi, ad es., nel giugno 2013 in Germania e in Belgio nel novembre 2010. Alla luce di questi gravi sconvolgimenti climatici pare evidente la necessità urgente di elaborare azioni concrete, realizzando ad esempio infrastrutture “Green”, e pianificando strategicamente la creazione di aree naturali e semi-naturali per fornire la più ampia gamma di servizi eco-sistemici, incorporanti spazi verdi (o blu nel caso di sistemi acquatici) e altre aree marine (incluse le coste) o terresti (zone rurali e contesti urbani). La Strategia Europa 2020 mira a promuovere la crescita inclusiva, sostenibile e intelligente delle aree comunitarie, sostenendo il passaggio ad un’economia basata sull’efficienza delle risorse e sulle basse emissioni di anidridi, investendo nel capitale naturale e nella sensibilizzazione della popolazione. Inoltre, da un punto di vista economico si evidenzia l’importanza di selezionare misure che abbiano ricadute sociali multiple e che siano in grado di adattarsi flessibilmente al contesto attuale che testimonia cambiamenti climatici repentini. Infatti, nel 2013 l’UE ha adottato una pacchetto di misure di adattamento ai cambiamenti climatici volto a definire obiettivi strategici e priorità tematiche a livello trans-regionale. Ruut Louwers (Joint Technical Secretariat, Interreg NWE) ha preso la parola relazionando più dettagliatamente circa il progetto Interreg IVB NWE, sorto dai regolamenti delle politiche di coesione UE 2020, evidenziando quanto la cooperazione transnazionale costituisca il cuore del programma stesso e consenta agli interlocutori di lavorare congiuntamente su progetti reciprocamente vantaggiosi, producendo modelli lavorativi trasferibili e accelerando il processo innovativo attraverso la condivisione dei costi di ricerca e sviluppo. Infatti, dal 2007 ad oggi Interreg ha affrontato le sfide che riguardano la coesione economica, sociale e territoriale dell’area europea nord-occidentale e, grazie al sostegno finanziario e di orientamento del Programma, i progetti in fase finale di realizzazione stanno migliorando la competitività economica dell’area, promuovendone l’innovazione e lo sviluppo urbano sostenibile. Louwers ha inoltre evidenziato la necessità di costruire la nuova strategia del Programma Interreg NWE 2014–2020, che dovrà allinearsi agli obiettivi della strategia Europa 2020, e che si concentrerà sulle sfide e le esigenze che possono essere efficacemente affrontate attraverso la cooperazione transnazionale. A tal proposito, gli Stati membri del NWE hanno iniziato a redigere la bozza del Programma futuro e hanno convenuto i seguenti obiettivi tematici: • stimolare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione. Il Programma infatti investirà nel potenziamento delle capacità del territorio NWE di generare innovazione, sulla base dei suoi attori esistenti e potenziali, cercando di ridurre i divari in merito alla capacità di innovazione e di attuazione delle strategie di specializzazione intelligente delle Regioni partecipanti; • sostenere la transizione verso un'economia volta a ridurre le emissioni, investendo nel potenziale di mitigazione del cambiamento climatico dell’area, ottenibile attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra e il miglioramento dell'efficienza energetica attraverso fonti energetiche rinnovabili; • proteggere l'ambiente e promuovere l'efficienza energetica, investendo nell’ecoinnovazione e nell’utilizzo efficiente delle risorse (anche in tema di trasporti) con lo scopo ultimo di ridurre l'impatto ambientale delle attività umane. Il calendario preliminare stilato prevede una consultazione degli stakeholder circa la bozza del Programma di cooperazione NWE nella primavera 2014, a cui seguirà un accordo finale da parte degli Stati membri e la presentazione del Programma di cooperazione alla Commissione europea nell’autunno 2014. Per fine anno è invece prevista l’approvazione del programma NWE 2014-2020 da parte della Commissione Europea, seguita dalla prima NWE Call per i nuovi Progetti durante il 1° semestre del 2015. LINK Progetto di Ordine del Giorno: http://en.vleva.eu/event/APACHES2014 Streaming: https://new.livestream.com/corlive1/events/2814988/embed Eseguito da: Sara Battaggia UNIONCAMERE DEL VENETO Delegazione di Bruxelles Av. de Tervueren 67 - B-1040 Bruxelles Tel. +32 2 5510492 Fax +32 2 5510499 E-mail [email protected]
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