Lo Zingaro Riserva Naturale Orientata
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Lo Zingaro Riserva Naturale Orientata
Scuola, cittadinanza, sostenibilità “Le pietre e i cittadini” Progetto nazionale per l’Educazione al Patrimonio 2015-16 SCHEDA DI LETTURA E DI INDAGINE DEL PAESAGGIO Docente ........ Monteleone Brigida Maria... Tel. 3339967621. E mail [email protected] Scuola / Istituto: ..IISS D’AGUIRRE ALIGHIERI SALEMI SEDE DI PARTANNA TP.. Viale Gramsci .......... Città Partanna CAP..91028. Prov....TP..... Tel. 092449662..... Fax . .. e-mail .... [email protected]......... IL PAESAGGIO SCELTO LO ZINGARO RISERVA NATURALE ORIENTATA TRA SAN VITO LO CAPO E SCOPELLO. area naturale protetta gestita dall’azienda regionale foreste demaniali della regione sicil LOCALITÀ Toponimo (anche dialettale) … Costa settentrionale della Sicilia: il territorio della Riserva parte da Cala Mazzo di Sciacca fino alla Tonnarella dell'Uzzo e ricade in gran parte nel Comune di San Vito Lo Capo e in misura più modesta in quello di Castellammare del Golfo. Toponimi si riscontrano nelle descrizioni poetiche di viaggiatori islamici: al-dagal “terrazza in pendenza”, o balat al-bayda “la pietra bianca”. Il borgo marinaro di Scopello, da Skopelòs “scoglio” sorge sulla mitica Cetaria, sostituita dall’araba Iscubul. ……………………………………………………………………………………………………… LE MOTIVAZIONI DELLA SCELTA ……La riserva naturale dello Zingaro è la prima in ordine di tempo tra quelle istituite in Sicilia ed è considerata il simbolo di un nuovo e diverso rapporto tra i siciliani e la natura. Qui l’uomo ha abitato per millenni lavorando la terra e fondendosi con essa, ma anche sfruttando le risorse del mare, come dimostrano le numerose tonnare presenti nel territorio. La riserva riveste importanza prevalentemente naturalistico-culturale, ma anche archeologica in quanto nella grotta dell’Uzzo ha avuto sede uno dei primi insediamenti preistorici della Sicilia. … Questo angolo di paradiso ancora pulito, questa vegetazione spontanea e forte che sposa l'intenso azzurro di un cielo terso al cangiante colore di un mare dalle acque limpide e cristalline, è uno scrigno aperto laddove la terra profuma ancora di terra ed il mare profuma ancora di mare, due componenti che ispirano allo studio, alla meditazione alla distensione fisica e spirituale." (G. Battaglia)……… …………………………………………………………………………………………… BREVE DESCRIZIONE DELLE COMPONENTI PRINCIPALI Contesto territoriale Lo Zingaro ha una superficie di 1650 ettari, una fascia litoranea di circa 7 Km, formata da una costa rocciosa di calcari del Mesozoico, intercalata da numerose calette e caratterizzata da strapiombanti falesie che da un'altezza varia dai 610 m s.l.m. di Pizzo Passo del Lupo ai 913 di Monte Speziale portano rapidamente al mare. Partendo dal livello del mare, e proseguendo in risalita sino alle vette più alte, si incontrano diversi tipi di ecosistemi, tutti estremamente significativi La struttura geopedologica è rappresentata da formazioni calcarenitiche quaternarie e soprattutto da rilievi mesozoici di natura calcarea dolomitica. La morfologia del paesaggio presenta forme aspre e accidentate. I terreni costituenti la riserva sono il risultato dell'intrecciarsi dell'attività umana e dell'evoluzione della natura, infatti, fino a poco tempo fa ogni superficie, se pur piccola, era coltivata a scopo agricolo. Notevoli sono i fenomeni carsici con formazione di pianori sommitali e doline dove l'erosione favorisce l'accumulo di terra rossa inframezzata da rocce affioranti in lastre e spuntoni. Lo Zingaro incanta per la sua aspra bellezza per i colori intensi in ogni stagione, per le bianche calette incastonate in un mare turchese, le onnipresenti palme nane, la rigogliosa macchia mediterranea, i tenaci olivastri e i maestosi carrubi da dove si intravedono le armoniose forme delle case contadine. Oltre a specie comuni dell'area mediterranea la Riserva ospita elementi particolari di rilevante interesse. Gli ambienti rocciosi, la macchia arbustiva e la gariga che caratterizzano il territorio, sono l'ambiente ideale per specie ormai in diminuzione. Vanto della Riserva è infatti l'aquila del Bonelli che si riproduce regolarmente deponendo uno o due uova, il velocissimo falco pellegrino, la coturnice di Sicilia che riesce qui a mantenere popolazioni stabili, la poiana dalle grandi ali caffelatte, il gheppio piccolo falco dal colore castano bruno, il barbagianni, l'allocco, la civetta chiudono il panorama dei rapaci. All'interno della riserva si trovano il Museo Naturalistico, il Museo delle Attività Marinare, il Museo della Civiltà Contadina, dove è riprodotto il ciclo completo del grano, il Centro di Educazione Ambientale, due aree attrezzate e dei caseggiati rurali adibiti al bivacco. Lo Zingaro riserva terrestre è tuttavia strettamente legata al mare, che non è soltanto il confine geografico ma lo sfondo costante del paesaggio e il complemento indispensabile degli aspetti naturalistici. Il profilo litoraneo è un'alternanza di alte pareti di roccia che sprofondano nel blu e di insenature degradanti dolcemente verso il mare. Le calette tutte ciottolose viste dal mare hanno l'aspetto di nicchie più chiare incavate sul fianco delle muraglie dolomitiche che prendono il nome di Cala della Capreria , Cala del Varo (raggiungibile via mare), Cala della Disa o Zingaro, Cala Beretta, Cala Marinella, Cala Torre dell'Uzzo il cui substrato calcareo esalta la trasparenza dell'acqua proprio come un ambiente tropicale. E in fine Tonnarella dell'Uzzo. Il paesaggio subacqueo è un continuo susseguirsi di colori e forme. Si comincia dalla sponda dove l'impatto del mare si fa tumultuoso e si adorna del Lithophyllum tortuosum un'alga rossa intricatissima e sfrangiata. A livello di marea l'alga Cystoseira stricta testimonia il grado di purezza delle acque. Al di sotto del primo metro appaiono Cistoseire dall'aspetto più delicato che si mescolano ad altre alghe brune. Dove il blu è uniforme si fanno più frequenti gli animali dall'aspetto floreale: anemoni, rose di mare, madrepore. Sotto queste fioriscono le Astroides calycularis (polpi di madrepora) che accendono le pareti di colori dall'arancio al rosso fuoco. Spugne dai toni gialli, violetti rossi, rivestono antri e cunicoli. A profondità ragguardevoli gemma ancora il corallo rosso.…………………………………………………………………………………………... La storia La costa dello Zingaro è una delle pochissime in Sicilia senza strada litoranea, malgrado ne fosse stata prevista una ed effettivamente iniziata già nel 1976 che avrebbe dovuto unire, via mare, gli abitante di San Vito Lo Capo e Scopello aggredendo un tratto di costa, rimasto miracolosamente indenne dalla cementificazione di quasi tutta la costa siciliana. Per ottenere la sospensione dei lavori e la revoca del finanziamento, dal 1974 al 1981 parecchie associazioni naturalistiche (Associazione dei Forestali di Sicilia, Club Alpino Siciliano, Italia Nostra, WWF, Lega Ambiente) si unirono per una protesta comune, coadiuvati da una massiccia campagna di stampa mirata a sensibilizzare l'opinione pubblica che sfociò il 18 maggio del 1980 in una marcia di protesta che coinvolse circa 3 mila persone, che pacificamente e simbolicamente presero possesso del territorio. Quella che può definirsi “la lunga marcia” del popolo siciliano verso una “rivoluzione culturale” sancì la nascita di un nuovo modo dei siciliani di rapportarsi con il problema ambiente naturale. Successivamente, con la legge regionale 98/81, viene ufficialmente istituita la RISERVA NATURALE ORIENTATA DELLO "ZINGARO", prima riserva in Sicilia affidata in gestione all'Azienda Regionale Foreste Demaniali. Oggi la Riserva si estende nella parte Occidentale del Golfo di Castellammare, nella penisola di San Vito lo Capo che si affaccia sul Tirreno tra Castellammare del Golfo e Trapani. Il territorio ricade per gran parte nel comune di San Vito lo Capo e in misura minore nel comune di Castellammare. Dati geo-morfologici e geografici (orografia, clima, estensione, densità abitativa) … Lo Zingaro ha una superficie di 1650 ettari, una fascia litoranea di circa 7 Km, formata da una costa rocciosa di calcari del Mesozoico, intercalata da numerose calette e caratterizzata da strapiombanti falesie che da un'altezza massima di 913 mt. (Monte Speziale) portano rapidamente al mare. La struttura geopedologica è rappresentata da formazioni calcarenitiche quaternarie e soprattutto da rilievi mesozoici di natura calcarea dolomitica. La morfologia del paesaggio presenta forme aspre e accidentate. I terreni costituenti la riserva sono il risultato dell'intrecciarsi dell'attività umana e dell'evoluzione della natura, infatti, fino a poco tempo fa ogni superficie, se pur piccola, era coltivata a scopo agricolo.…………………………………………………………………………………………………… Accessibilità (motorizzata e non) La Riserva presenta due ingressi, uno a sud a un km circa dal borgo di Scopello e uno dal versante nord dal paese di San Vito Lo Capo ( circa 12 km) - Per accedere in Riserva da Sud, arrivando in automobile dall' Autostrada A29 Palermo - Mazara del Vallo:imboccare lo svincolo per Castellammare del Golfo, quindi proseguire sulla Strada Statale 187 in direzione Trapani. A circa 4 Km seguire le indicazioni per Scopello fino a raggiungere la costa. Arrivati in località Guidaloca, seguire le indicazioni per la Tonnara di Scopello dove si possono ammirare i magnifici faraglioni. Superata la tonnara dopo pochi km si arriva al piazzale della Riserva . Lasciata l'automobile nell'apposito parcheggio, si prosegue a piedi, a partire da Cala di Mazzo di Sciacca, attraverso i sentieri della Riserva. coordinate 38°04'54,19'' N - 12°48'30,60'' E - Per accedere alla Riserva da Nord: arrivare sulla Strada Statale 187 fino al bivio per San Vito Lo Capo. Dal paese proseguire in direzione Villaggio Calampiso – Riserva Zingaro. - Per arrivare in Riserva in pullman da Castellammare del Golfo. ( da San Vito Lo Capo non vi sono mezzi pubblici) I valori espressi Questo territorio da sempre antropizzato fin dal paleolitico come testimoniano gli scavi effettuati presso la grotta preistorica dell' Uzzo, conserva ancora le tracce del sodalizio dell'uomo con la terra . I frassineti, i mandorleti, gli oliveti, i resti di vigneti ormai inselvatichiti, gli alberi da frutto dai sapori antichi, un tempo fonti di sussistenza degli uomini che abitavano questi luoghi, fanno parte ormai del paesaggio agrario. La palma nana (Chamaerops humilis) che oggi è il simbolo della Riserva, rappresentava un tempo unitamente all'ampelodesma la maggior fonte di reddito. Infatti, oltre ad essere utilizzata per confezionare manufatti per uso quotidiano (borse, stuoie, corde, cappelli, scope, ventagli per attizzare il fuoco ecc.), le foglie raccolte nel periodo estivo venivano vendute alla fabbriche di crine dei paesi limitrofi e commercializzate in tutta Europa. Mentre l'ampelodesma veniva venduta alle tonnare per costruire le reti. Lo zingaro nell'ottica della rivalutazione delle tradizioni nei pianori di Borgo Cusenza ha seminato antiche varietà di grano (biancolilla, russia, tumminia, bilì). In autunno il terreno viene arato con l'aratro di legno tirato dal mulo. In inverno si semina il grano. A fine giugno primi di luglio avviene la mietitura: la falce messoria è la protagonista di questo evento. Impugnata dai mietitori che per l'occasione hanno rispolverato i ricordi, la sapienza antica e tutti gli attrezzi impiegati in questa fase del raccolto. All'occorrenza viene preparato nel punto più ventilato del campo il luogo dove avviene la battitura delle spighe con gli zoccoli dei muli che girano sempre in tondo, incitati dai canti e dai richiami dei contadini. Il grano verrà messo in un grosso “crivo” (setaccio) che poggia su un treppiede per la cernitura. Il mulino di pietra pazientemente girato macinerà i chicchi dorati. Si prepara il pane cotto nel forno a legna . La tradizione vuole condirlo con olio e origano. Un grosso quantitativo di spighe viene lasciato, per essere manipolato e intrecciato da abili artigiani, che con la loro perizia e fantasia riescono a creare dei veri capolavori. Sempre al Borgo Cusenza sono stati ripresi il vigneto e il frutteto. Lungo le contrade del sentiero costiero sono stati ripresi gli oliveti. Recupero di grande prestigio è stata la rivalutazione dei frassini da manna abbandonati negli anni '50. Recuperati a partire agli inizi del 2000. adesso vengono intaccati annualmente nel mese di agosto con una discreta produzione di manna. La scuola dell'intreccio delle fibre vegetali è il fiore all'occhiello del recupero delle tradizioni. Abili intrecciatori lavorano la palma nana, la canna e l'ulivo, il giunco, la ferula e gli steli di grano. I manufatti prodotti sono in esposizione presso il centro visitatori della Riserva. Rischi di alterazione Le prerogative essenziali della riserva sono fondate sulla tutela della quiete e tranquillità dei luoghi. Essa come ogni altra area protetta, ha un limite massimo di carico di visitatori. Questo dovrebbe far riflettere ed entrare nello Zingaro con rispetto, per scoprirne i valori, gli itinerari, gli insegnamenti. Purtroppo lo scopo della maggior parte dei visitatori è rivolto alla balneazione e il loro afflusso potrebbe diventare incompatibile con i fini della riserva, per cui è indispensabile regolamentarne l’accesso. Soggetti pubblici con competenza sul territorio interessato Regioni: Sicilia Province: Trapani Comuni: Castellammare del Golfo, San Vito Lo Capo Provv.ti istitutivi: LR 98 6/05/1981 - D.A.R. 09/05/88 Elenco Ufficiale AP: EUAP0382 Ente Gestore: Dipartimento Regionale Azienda Foreste Demaniali Altri Enti ed organismi interessati alla tutela/valorizzazione del paesaggio esaminato ……WWF ITALIA delegazione Sicilia Occidentale………………………………………… I materiali disponibili (documenti, testi, pubblicazioni, siti web di riferimento, ecc. …) ………………………………………………………………………………………………………... WWW.lasiciliainrete.it www.parks.it www.riservazingaro.it Situazione vincolistica, con particolare riferimento al D.Lgs 42/04 (Codice Urbani) e ad eventuali strumenti di pianificazione paesistica La riserva è stata quasi interamente demanializzata nel 1982, tranne piccole aree tuttora coltivate e le relative case in uso. L’area è sottoposta a vincolo edilizio, alla regolamentazione del pascolo, al restauro degli immobili esistenti nel rispetto delle tipologie tradizionali, al recupero naturalistico con piantagioni e ripopolamenti esclusivamente con specie autoctone. La pubblica fruizione è assicurata mediante il ripristini dei sentieri esistenti, l’allestimento di centri di visita, didattici e ricreativi. Il materiale da costruzione deve essere trasportato con muli e asini, è vietato l’ingresso a qualsiasi veicolo motorizzato, ogni lavoro va eseguito a mano, come un tempo. Proposte integrative di tutela Sarebbe auspicabile l’istituzione dello Zingaro in “riserva naturale costiera” poiché mare e terra rivestono ruoli equivalenti, in quanto componenti diversi di un unico “sistema biologico”. Per tutelare anche il mare, la Capitaneria di Porto di Trapani ha provveduto con propria ordinanza a regolamentarvi la navigazione. formulate da: ...Azienda foreste demaniali... Eventuali proposte di valorizzazione formulate da: ......…………...……………………………………………………………………… ALTRE NOTE ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… SI ALLEGANO N° …. IMMAGINI IN FORMATO DIGITALE (300 dpi e dimensione1-4 Mb) Luogo e data .....Partanna, 10/02/2016 ....................... Da restituire all’indirizzo di posta elettronica [email protected] Ed alla sezione che organizza il corso di aggiornamento
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