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16 29 luglio 2011 / n.30 Copertina Vladimir luxuria E tra A PIEDI NUDI PER LE STRADE DI MARTINA Un volto e mille facce: l’impegno politico, la lotta per i diritti dei gay, la televisione e la scrittura. Luxuria si racconta per i lettori di Extra come quella volta che... E di Roberta Criscio - foto di Corrado Ferrante E clettica, tenace, audace, stravagante. Chi guarda Vladimir Luxuria in televisione vede tutto ciò. Chi ci parla personalmente, vede molto, molto di più. Persona e non personaggio, pochi minuti passati a parlare con lei bastano per capire quanto sia in grado di offrire, quanto sia brillante e profonda. Ci tiene a essere considerata per quello che pensa e non per quello che fa. Non è solo la prima transgendera essere stata eletta al Parlamento di uno Stato europeo (lo stesso Parlamento che ha affossato nei giorni scorsi la legge sull’omofobia); non è solo la vincitrice dell’Isola dei Famosi; non è solo un’attivista. È una donna capace di spaziare fra i più vasti ambiti culturali, una persona che si batte per difendere ciò in cui crede, che non conduce la sua vita in sordina, ma urla a squarciagola per far sentire la sua voce e per tentare di cambiare quanto di storto c’è al mondo. Più di una volta, intervistandola, mi ha lasciata senza parole, con la sua dialettica e la sua notevole proprietà di linguaggio. Non si prende mai troppo sul serio, e quando la conversazione verte verso temi più seriosi, ecco che salta fuori la battuta scherzosa o la frase a effetto. Sono parole, le sue, che non cadono nel vuoto, bensì lasciano trapelare il mondo di Luxuria, quello vero, quello fatto di grandi gioie ma anche grandi sofferenze, quello di contraddizioni e di ritrovati equilibri, perché – dice – la vita deve essere così. Frasi brevi, risposte concise e puntuali, che tuttavia chiariscono alla perfezione il suo punto di vista. Si parla del solito, del suo impegno politico e sociale, della sua campagna per i diritti degli omosessuali, della sua recente attività di scrittrice. Attualmente, infatti, è impegnatissimacon il tour del suo libro, “Eldorado”, che sta riscuotendo un notevole successo. Non è la prima volta, tuttavia, che si cimenta nella scrittura. «No, infatti. Il mio primo libro, “Chi ha paura della Muccassassina?” risale al 2007. L’anno precedente avevo ottenuto il primo mandato parlamentare presso la Camera dei deputati, e da quel momento sono diventata corteggiatissima da tutte le case editrici, le quali mi proponevano di raccontarmi attraverso la scrittura. Dapprima ero titubante, ma poi ho incontrato Elisabetta Sgarbi, il direttore editoriale della Bompiani. Lei è stata l’unica a mostrarsi interessata alla mia testa, a ciò che avevo da dire, più che al personaggio che appariva in televisione. Ne è nata un’ottima collaborazione, che dura tuttora. Dopo “Chi ha paura della Muccassassina?”, una sorta di saggio autobiografico nel quale racconto il mio vissuto dal palcoscenico della discoteca fino a Montecito- rio, è stata la volta de “Le favole non dette” edito nel 2009, e ora, appunto, di “Eldorado”». Attrice, deputato, personaggio televisivo, attivista nella battaglia contro l’omofobia, e ora anche scrittrice. Come riesce a conciliare tutte queste attività? «Cerco di fare il possibile. Ma non lo faccio per presunzione, non mi importa far vedere quante cose posso o so fare.Semplicemente mi vengono fatte delle proposte e non mi tiro indietro. Accetto tutto ciò che mi capita, tutto ciò che la vita ha in serbo per me, se ritengo che possa essere un’esperienza positiva. Del resto sono una persona molto intuitiva e quando vaglio una proposta mi lascio trasportare dalle emozioni. Quando l’istinto mi dice di accettare, non me ne pento quasi mai. È stato così per tutto: dalla politica, alla collaborazione con Bompiani, persino per “L’Isola dei famosi”». Eppure sono ambiti estremamente diversi gli uni dagli altri. Lei alterna attività leggere e briose, come appunto la partecipazione all’Isola, ad altre di gran lunga più impegnative, come la politica e la scrittura. «È perché sono costantemente alla ricerca di un equilibrio, nelle attività che svolgo così come nella vita. Seria/simpatica; uomo/donna. Le battaglie che solitamente si vivono al di fuori, nella società, io le ho vissute al mio interno e cerco di bilanciare aspetti che tra loro sono agli antipodi. D’altronde la vita deve essere questo, altrimenti si rischia di diventare seriosi». la scorsa edizione. Come viene accolto questo evento dal pubblico? «Devo dire abbastanza bene. E poi io sono per le pari opportunità. Nella gara della vita, nella ricerca di un amore, di un lavoro, nella corsa per seguire i propri sogni, chiunque deve essere messo nelle condizioni di poter competere. I transgender non possono partecipare al concorso ufficiale di Miss Italia, dunque ne creiamo uno appositamente per loro. È giusto che queste ragazze abbiano le stesse possibilità di chiunque altro». Progetti futuri? «Sto lavorando su una nuova proposta editoriale, sempre con Bompiani e vagliando altri progetti. Le prime due settimane di agosto però mi godrò un po’ di vacanze: vado a Los Angeles, con mia sorella Laura». Su di lei è stato detto ormai tutto. Ci racconti, per concludere,una curiosità che i nostri lettori non sanno. «Vi narro un aneddoto che riguarda proprio Martina Franca. Qualche tempo fa ero a Taranto ed era una giornata davvero afosa, forse la più calda degli ultimi anni. Così, la sera decisi di fare una passeggiata nella cittadina martinese; all’improvviso mi tolsi le scarpe e cominciai a camminare scalza per i viottoli del centro storico. La sensazione della pietra fredda lastricata direttamente a contatto con la pelle mi riportò alla mente la mia infanzia, quando correvo a piedi nudi sul pavimento di casa di mia nonna. Un senso di benessere che non dimenticherò mai». « Mi identifico in ciò in cui credo e non nelle cose che faccio. Non assumo mai la forma del contenitore, piuttosto adatto il contenitore alla forma di Luxuria» . In quale dei suoi molteplici ruoli si identifica maggiormente? «Mi identifico in ciò in cui credo e non nelle cose che faccio. Non assumo mai la forma del contenitore, piuttosto adatto il contenitore alla forma di Luxuria». Da sempre, anche e soprattutto a causa del suo vissuto personale, lei detiene una vera e propria lotta nei confronti dell’omofobia. Pensa di essere riuscita a limare, almeno in parte, i pregiudizi della gente? «Beh, credo di sì, e continuerò a lottare affinché spariscano del tutto. Di sicuro c’è maggiore apertura adesso rispetto al passato. Se ne parla di più, l’omosessualità non è più un tabù. Per un giovane omosessuale è più facile ora affrontare la società, grazie agli esempi di chi, come me, ha scelto di far sentire la propria voce». A fine agosto presenterà la finalissima di Miss Trans Italia e Sudamerica 2011, cosa che ha già fatto per E tra Copertina 17 29 luglio 2011 / n.30 Vladimir Luxuria, artista ed ex parlamentare, nata a Foggia nel 1965 come Vladimiro Guadagno, è oggi la transgender più famosa d’Italia. Una laurea in Lingue con 110 e lode, attrice e scrittrice, è stata per anni la regina indiscussa del Muccassassina, storico locale gay romano. Chi ha paura della Muccassassina? è anche il titolo della sua autobiografia uscita nel 2007 per Bompiani. All’attività nel mondo dello spettacolo, fata anche di radio e tv, ha sempre affiancato una grande partecipazione alla battaglia in favore dei diritti civili di tutte le minoranze. Il suo impegno politico ha raggiunto il culmine nel 2006, quando è stata eletta deputata nelle file di Rifondazione comunista: prima transgender ad entrare nel Parlamento italiano. La sua partecipazione all’Isola dei famosi, conclusasi con la vittoria dell’edizione 2008 del programma, ha scatenato un acceso dibattito. Nel 2009 sempre con Bompiani ha pubblicato “Favole non dette”. foto di Franco Marocco Quanto è lontana Foggia da Hollywood Nel romanzo “Eldorado”, Luxuria offre un modo nuovo di vedere la diversità, in un mondo che guarda con imbarazzo anche la terza età di Maria Rosaria Chirulli L a fedora di un lilla tenue, la pelle dorata, i capel- quanto ritenuti saggi. L’idea che ci siano dei provvedili lasciati selvaggi, abbigliamento stile balneare. menti che colpiscono gli anziani, ritengo sia un grande E’ apparsa così Vladimir Luxuria allo Yachting segno di inciviltà.” Club Porticciolo di San Vito (Taranto) nell’am- Il romanzo, costruito con anticipazioni e retroazioni, bito della seconda edizione della rassegna attraversa un arco temporale che dagli anni ’80 risale Spiagge d’autore, nel corso della quale ha presentato agli anni 30 ed è la storia, come si è detto, di Raffaele il suo primo romanzo, Eldorado (Bompiani – maggio Palumbo il cui debutto l’autrice immagina avvenuto 2011 – pgg.249) ad un pubblico attento, partecipe, forse proprio all’Eldorado berlinese, proprio nel giorno della un po’ troppo, considerando gli interventi che, più che sua chiusura, (1 marzo 1933) appena in tempo per codomande relative al romanzo, sono state geremiadi su noscere Karl e Franz, i due storici ballerini del locale. famiglia, educazione, giovani distratti dalla rete (non Quella sera le SS con fucili puntati sugli spettatori, fequella da pesca!) istituzioni che non funzionano. cero irruzione poco prima che cominciasse lo spettaEldorado prende il nome da un locale gay colo, “le tre restarono a bocca aperta pur di Berlino chiuso negli anni ’30 con l’ascenon cantando. La canna di un fucile aveva sa del Nazismo, un locale simile al Mucpreso di mira anche loro come un occhio di cassassina di Roma, diretto per 10 anni bue. Il pianista coprì lentamente la tastiera. dalla stessa Vladimir Luxuria. A Berlino Altri di loro in divisa si misero a sfasciare molti vennero deportati nei campi di conl’arredo, mandarono in frantumi bottiglie centramento e dei 30 mila oltre la metà non e bicchieri del locale urlando”Heil Hitler, ha fatto più ritorno. Qui lavorava Raffaele Schwule raus!”…Raffaele non avrebbe diPalumbo, il protagonista della vicenda che menticato per anni il suono di un bicchieora, a 70 anni compiuti, ritorna al suo pasre scagliato per terra”. Lui scamperà alla sato. Luxuria prima transgender ad essere deportazione, Franz e Karl l’affronteraneletta al Parlamento di uno stato europeo, no opponendole il sogno delle favole che VLADI personaggio televisivo, opinionista, attrice, allo Yachting un giorno si avvereranno. Il primo morirà Club a Taranto autrice del saggio autobiografico “Chi ha dopo un intervento “riparativo” intrapreso paura della Muccassassina” e dei racconti dai medici nazisti per eliminare la sua omo“Le favole non dette”, nel corso della presessualità. sentazione, con l’intelligente ironia che la caratterizza, “Nacqui a Foggia, una città così vicina a Bari ma terriesplicitando i temi del romanzo – solitudine, vecchiaia, bilmente lontana da Hollywood, una cittadina davvero omofobia – ha espresso considerazioni forti sullo stato ridente…nel senso che quando uscivo di casa tutta condi salute di questo nostro Bel Paese. “Per valutare la citata tutti mi ridevano dietro! Una città dove la preciviltà di una nazione – ha infatti affermato in apertura senza dei gay è sempre stata fondamentale, altrimenti - occorre considerare come essa tratta i vintage, ossia non avrebbero avuto niente di cui sparlare”. E’ Nonna gli anziani, i vecchi (che brutta parola!) . Gli anziani Wanda, il personaggio interpretato dall’ormai anziano sono una risorsa, non vanno abbandonati in case di Raffaele a parlare, ma la voce è di Luxuria che coltiva riposo o affidati a distratte badanti. In Africa i vec- con grande passione sia la lettura che la scrittura. “La chi sono rispettati e tenuti in grande considerazione, in lettura è evasione - ci rivela - essa crea un rapporto di intimità profonda, è il più grande antidoto alla morte. Oggi si corre, si va veloce in ogni campo, per fortuna qui al sud ci sono delle sacche di resistenza, la lettura è un elogio della lentezza, senza interruzioni pubblicitarie. E questo accade anche con la scrittura. Scrivere per me è stato fare qualcosa senza l’angoscia del tempo.” E per Luxuria la scrittura non rappresenta una finzione, un mascheramento, quanto piuttosto la sua voce più autentica: “Quando scrivi – afferma - non ti devi travestire, nessuno ti interrompe come nei dibattiti”. E a credere nella forza della scrittura di Vladimir Luxuria e nelle sue capacità creative è stata Elisabetta Sgarbi, la direttrice della Bompiani, che ha voluto fortemente questo romanzo. Eldorado si apre con la descrizione della cena che l’ultrasettantenne Raffaele si prepara seguendo le ricette della madre, intanto guarda “il tempio luminoso”, cioè la televisione, soffiando sulla calda pietanza col tovagliolo posato sulle ginocchia. Il programma che sta guardando è “Drive In” e, proprio com’è d’abitudine per gli anziani soli, parla con lo schermo: No, non è possibile, ma come si è rifatta male: labbra gonfie, naso mozzato; non è una faccia, è un incidente stradale!” Quindi cambia canale “Si sono estinti i mammut, ma certi politici ancora si vedono in giro”. Cambia ancora, ma sempre più insoddisfatto deciderà di uscire. Darà un passaggio ad un ragazzo che sembra intenzionato a sedurlo, ma che appena giunti in periferia lo picchierà e gli deruberà l’auto. Questa vicenda darà a Raffaele l’occasione per tornare al passato, ai tempi che precedettero la seconda guerra mondiale, quando si esibiva travestito all’Eldorado, insieme alle “due sorelle”, Franz e Karl. Il libro, quindi affronta una questione poco conosciuta: cosa rappresenta la terza età per un gay? In genere ci si chiede se gay si nasce o si diventa, ma in pochi sanno come si invecchia da gay. Si sfata così lo stereotipo del vecchio omosessuale dalla sessualità morbosa, alla ricerca di giovanotti con i quali sollazzarsi, oppure nevrotico e depresso. Raffaele di Eldorado, non è affatto depresso, al contrario, carico di slancio vitale e speranza, ogni volta che aveva pensato che alla sua età fosse arrivato il momento di tirare i remi in barca e smettere di sforzarsi per navigare, la vita gli aveva riservato delle sorprese: “La vita va vissuta appieno fino all’ultimo momento, dove c’è un punto c’è un capoverso e un’altra storia comincia, anche quando il bastone è più utile di un remo. Mai smettere di sperare e sognare: un nuovo amore alla mia veneranda età, il ritorno del sopravvissuto Karl per farmi raccontare tutto e ricostruire una memoria da non cancellare…” Eldorado, quindi, romanzo della memoria e della denuncia, romanzo che induce a riflettere e a non abbassare la guardia, sebbene il contesto storico sia mutato rispetto al passato. E su questo aspetto la voce di Vladimir e quella di Raffaele si confondono: “Raffaele aveva un sussulto di sdegno ogni volta che avvertiva la minaccia di un ritorno all’orrore vissuto, di un rigurgito dell’odio più cieco che si voleva legittimare con teorie pseudoscientifiche sulla difesa della società; aveva un conato di rabbia davanti ai troppi episodi di violenza verso chi, di volta in volta, era considerato diverso….Raffaele si indignava perché a suo avviso il mondo non reagiva abbastanza per spegnere sul nascere le fiamme distruttrici quando si riaccendevano sotto le ceneri delle dittature, la brace della cattiveria solo apparentemente spenta e alimentata dal vento dell’indifferenza.” Significativa è la lista dei morti (più di 300) con la quale si chiude il romanzo. Luxuria scrive: “Questa è la lista dei nomi degli omosessuali finora riconosciuti come vittime del campo di concentramento di Sachsenhausen (nel romanzo Franz e Karl sono deportati ad Auschwitz perché considerati travestiti e pericolosi; vengono pertanto isolati dagli altri omosessuali: Le morti dei miei personaggi sono frutto della mia immaginazione, queste riportate di seguito sono tragicamente reali, e sono solo una parte, degli altri non resta documentato neanche il nome.” Altri cinque minuti. La situazione era sotto controllo. La lancetta rossa dei secondi girava ticchettando.Raffaele si mise a fissare l’orologio a pendolo colorato a forma di baita; sotto, tra le pigne appese, una fanciulla sorridente attaccata alle funi di un’altalena oscillava a destra e a sinistra. Come in preda ad uno stato ipnotico allentò l’impugnatura sui pomoli e adeguò il movimento della mezzaluna a quello del pendolo, poi si distolse e riprese a sminuzzare con vigore il ciuffo di prezzemolo sul tagliere. - L’incipit di Eldorado -
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