cantami o diva
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50 GFDS 37 • Valutare • di Giulio Salvioni AVID DIVA II SP CANTAMI O DIVA Ci risiamo! Per l’ennesima volta un componente entrato in sala d’ascolto per una prova rimarrà in pianta stabile nel mio impianto. E dire che ero ben lungi dall’idea di acquistare un nuovo giradischi, ma si sa noi audiofili incalliti pur di dare sfogo alla nostra passione siamo disposti a raccontarci delle balle inaudite. Ecco dunque manifestarsi l’improcrastinabile esigenza di dotare il mio secondo impianto di una sorgente analogica, con la conseguente necessità di dover trovare un degno sostituto del Michell Gyrodeck - migrato appunto nel secondo impianto - nell’impianto principale. Inutile dire che l’ho trovato nel Diva II SP. N on sono nuovo a questo cose, lo so. E sono altresì consapevole che un recensore dovrebbe essere quantomai distaccato ed obbiettivo. D’altro canto però penso che quella che ritengo di condividere con voi lettori, sia una sana passione per la musica e per le macchine che ne consentono la riproduzione. Credo quindi che possa anche starci che ogni tanto sia la passione a dettare il senso di ciò che state leggendo. La mia conoscenza del marchio AVID risale ad un paio di anni orsono, allorquando ebbi il privilegio di essere scelto da questa testata per scrivere la recensione di uno dei modelli di fascia alta di questo costruttore inglese, l’Acutus. Rileggendo quella recensione mi sono ricordato di quanto fui affascinato da una perfezione meccanica che lasciava intuire uno strenuo lavoro di rilettura critica dei tanti parametri critici che influiscono sul suono di un giradischi. Quella prova purtroppo durò poco e mi lasciò con il desiderio di poter, prima o poi, tornare ad ascoltare quella meraviglia. Desiderio rimasto ahimè inappagato anche per il non trascurabile particolare che la cifra richiesta per portarselo a casa superava i ventimila euro, cioè troppi per le mie tasche. Qualche mese fa ero alla ricerca di alcune informazioni tecniche riguardanti i sistemi analogici e ho pensato di inviare una mail al titolare della AVID, Mr. Conrad Mas, chiedendogli cosa ne pensava rispetto al problema che stavo affrontando. Va detto che questo signore, oltre ad essere uno dei più preparati conoscitori dei segreti dell’analogico, è anche uno che non da mai niente per scontato e che affronta le questioni tecniche secondo un suo particolare punto di vista. Lo scambio epistolare è stato quindi quantomai interessante e mi ha fornito informazioni assai utili, nonché la possibilità di provare questo DIVA II SP che, ad un prezzo assai più terreno rispetto al modello che già conoscevo, promette prestazioni di alto livello condividendo con esso l’impostazione generale ed alcuni dettagli costruttivi. COSTRUZIONE Parliamo dunque di come è fatto questo Diva II SP; per prima cosa diciamo che si tratta di un giradischi a telaio rigido, dunque privo di qualsiasi sistema di sospensione. Qui il concetto di rigidezza del telaio è portato agli estremi in virtù di una particolare configurazione del sistema costituito da piatto, tappetino, clamp, perno, cuscinetto e telaio, concepito con I’obiettivo di trasmettere nel modo più efficace e diretto I’energia meccanica, che inevitabilmente si produce all’atto dello sfregamento dello stilo sul solco, verso il sistema di dissipazione rappresentato dai tre piedoni di appoggio con smorzatori in Sorbothane® disposto su tre strati. In pra- GFDS 37 • Valutare • AVID DIVA II SP 51 tica ciò è reso possibile sia mediante l’uso di particolari materiali, tra i quali citiamo il morbido sughero con il quale è realizzato il tappetino, sia dalla morfologia delle parti che costituiscono il sistema. Esemplare in tale senso è il telaio costituito da un’unica fusione in alluminio ultra rigido, la cui forma alterna superfici piane con giaciture differenziate nello spazio, al fine di evitare I’insorgere di onde stazionarie e nervature di irrigidimento che hanno lo scopo di impedire ogni movimento relativo tra il braccio, il piatto ed il cuscinetto di rotazione, riducendo così la perdita di informazioni e l’insorgere di indesiderate colorazioni del suono. Da notare che, al fine di aumentare la rigidità del punto di contatto tra la base del braccio ed il gruppo perno - cuscinetto, non c’è la classica basetta intercambiabile forata a seconda del braccio prescelto. La soluzione proposta su questo giradischi è ben più drastica: il braccio viene avvitato direttamente sul telaio che può essere fornito con diversi piani di foratura in modo da accogliere bracci da diversi costruttori. Nel mio caso il Diva II SP mi è stato inviato con i fori predisposti per accogliere un braccio SME, cosa che mi ha permesso di installare con grande facilità il mio SME IV. Il cuscinetto invertito, realizzato in zaffiro, carburo di tungsteno e acciaio inox, agisce come una sorta di diodo elettrico rispetto all’energia meccanica consentendone il flusso unidirezionale verso il telaio. Il perno è filettato e su di esso si avvita un clamp metallico di notevole peso, visto già sui modelli superiori, che, a detta dei tecnici della AVID, apporta notevoli benefici all’ascolto specialmente per ciò che riguarda la coerenza temporale del messaggio sonoro riprodotto in virtù dell’eliminazione di eventuali micro slittamenti del disco sulla superficie del piatto, nonché della dissipazione di energia meccanica residua verso il telaio. Il motore è di tipo sincrono in corrente alternata ad alta coppia, alloggiato in una sorta di torretta completamente scollegata dal telaio, il che impedisce ad eventuali vibrazioni di propagarsi verso il sistema di lettura; esso trasmette il moto al piatto, realizzato in pesante alluminio, mediante due cinghie sovrapposte a sezione circolare. Va detto che il motore di questo Diva II SP è a dir poco esuberante; i dati dichiarati ci dicono che ha una coppia circa dieci volte superiore a quella dei motori che si possono trovare nei giradischi della concorrenza! Si tratta di un particolare approccio volto ad ottimizzare la regolarità di rotazione, minimizzando così i valori di wow e flutter: invece di usare un motore piccolo facendo affidamento sulla massa del piatto e sulla sua inerzia, si preferisce utilizzare un motore surdimensionato in grado di controllare al meglio la velocità di rotazione non essendo in alcun modo influenzato da fattori esterni. Un’ulteriore dimostrazione del particolare approccio di Mr. Mas. è il fatto che in questo giradischi si faccia uso di un motore in alternata piuttosto che di uno più convenzionale in corrente continua. Egli infatti giudica l’uso di un motore in continua un’inaccettabile semplificazione poiché basta una semplice variazione sulla tensione per variarne la velocità di rotazione, ciò implica un’intrinseca instabilità prestazionale legata alla variabilità del carico. Questa considerazione ha condotto allo sviluppo di un circuito elettronico, denominato DSP Vari-Speed perché utilizza la tecnica del Digital Signal Processing per la generazione del segnale e di controllo, in grado di generare un segnale perfettamente pulito e stabile per alimentare il motore, dotato anche di regolatore di frequenza per consentire di variare con estrema precisione la velocità di rotazione del disco. Fisicamente l’alimentatore del Diva II SP si presenta come una scatola di metallo con un interruttore rotativo on/off e due pulsanti: uno serve per l’avvio e l’arresto del piatto, l’altro per selezionare la velocità di rotazione; tenendoli premuti entrambi si entra nella modalità di regolazione della velocità, in cui con un pulsante si accelera e l’altro si rallenta. Una volta impostata la velocità desiderata, entrambi i pulsanti devono essere premuti contemporaneamente per memorizzare l’impostazione. Il manuale di istruzioni (in inglese) è corredato da molte immagini fotografiche che rendono l’assemblaggio del Diva II SP un’operazione alla portata di chiunque. ASCOLTO Durante la prova ho montato sul piccolo AVID, dotato di braccio SME IV, una testina Koetsu Rosewood signature e l’ho inserito nella mia abituale catena d’aDettaglio della puleggia del motore con le due cinghie. 52 GFDS 37 • Valutare • AVID DIVA II SP scolto costituita dalle elettroniche Lamm (pre L2.1 e finali M1.2 Reference), diffusori Tannoy Yorkminster SE con i supertweeter ST200, pre fono Bakoon EQA11 R, il tutto cablato con Neutral Cable Fascino e Copper. Il giradischi è stato posizionato sul consueto sistema Music Tools ISOstatic. L’appartenenza alla tipologia dei giradischi a telaio rigido è chiara ed evidente sin dalle prime note: linee di basso facilmente leggibili, grazie ad una marmorea fermezza e definizione, immagine stabile e una straordinaria silenziosità di funzionamento che si concretizza in dei silenzi interstrumentali davvero da primo della classe. L’immagine non è forzatamente espansa sui tre assi, direi anzi che talvolta si ha l’impressione che sia addirittura leggermente ridotta in scala rispetto a come uno se la sarebbe immaginata; dopo un pò però ci si rende conto che questo è tutt’altro che un difetto ma semmai un pregio: non c’è mai in questo AVID la tendenza a strafare o a spettacolarizzare inutilmente l’immagine o una parte dello spettro sonoro a discapito di altre. Anche dal punto di vista timbrico, se proprio dovessi muovere una critica, dovrei evidenziare una leggera mancanza piuttosto che un eccesso: la gamma media del DIVA II SP mi è sembrata, limitatamente a ciò che ho riscontrato nel mio setup, leggermente arretrata il che conferisce talvolta una certa sensazione di freddezza all’equilibrio timbrico generale. Parliamo di sfumature ovviamente, che possono essere equilibrate (o enfatizzate) dalla scelta di un cavo, piuttosto che da un fonorivelatore con caratteristiche differenti. Quello che invece mi ha entusiasmato e che mi ha convito a tenere questo giradischi come elemento fisso del mio impianto è il parametro della velocità: qui siamo davvero a livelli di assoluta eccellenza. Gli attacchi sono sempre veloci e precisi ed il senso del ritmo è eccezionale, per esplorare ancora in questa direzione ho fatto una prova ulteriore sostituendo alla Koetsu la ZYX Diamond che avevo in prova e che della velocità e coerenza temporale fa il suo punto forza. Beh, che dire? Fantastico! Il basso che è diventato ancora più intonato, profondo e preciso con ogni genere musicale, così come le percussioni che si stagliano in modo impressionante dal nero dello sfondo per poi decadere nel tempo con la giusta intensità: una vera goduria per gli amanti del rock e del jazz. CONCLUSIONI L’ho detto in apertura: l’AVID Diva II SP me lo sono comprato, dunque le conclusioni sono semplici. Al prezzo al quale viene offerto, che certamente non è una cifra trascurabile, a me sembra veramente un affare: realizzato in modo impeccabile, con materiali eccellenti lavorati in modo sublime; caratterizzato da una progettazione consapevole dei punti di criticità del sistema giradischi che sono stati affrontati con un approccio spesso innovativo; dotato di un’estetica sobria ed elegante, mi pare che non possa essere trascurato da chi è alla ricerca di una sorgente analogica. CARATTERISTICHE TECNICHE Tipo: giradischi con sistema a doppia cinghia Velocità: 33.3 e 45.0 RPM Massa del piatto: 6.3 Kg Perno: Invertito in acciaio inossidabile Sospensioni: Elastomerica a tre punti Braccio: pronto per SME (adattatori optional) Motore: 24v 12mNm sincrono Alimentazione: Separata Voltaggio :100-240V ac 50/60Hz 20 watt max Peso: 12.8 Kg Distributore: Audiogamma - Tel. 02 55.18.16.10 Web: www.audiogamma.it
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