ss comparativa 250 4t 2012
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COMPARATIVA 250 4T 2012 SEVEN CR O SS 000 SETTE MOTO, CIOÈ TUTTO QUELLO CHE OFFRE IL MERCATO DELLE 250 4T. QUATTRO GIAPPONESI PIÙ TRE EUROPEE SI CONTENDONO LA CORONA DELLA MIGLIORE DELLA CLASSE MX2 di Marco Gualdani con la collaborazione di Marco Villa, foto Stefano Brugnola 000 Sette moto, i sette vizi capitali di chi ama la classe mx2. Esaltano la Superbia di voler essere superiori agli altri, solleticano la Lussuria che porta avere in garage un mezzo all’ultimo grido, suscitano l’Invidia di chi non ce l’ha, oltre all’Ira o l’Accidia di chi non può averle. Fanno Gola, ma si scontrano con l’Avarizia. Si dividono in due grandi insiemi: le giapponesi Honda, Kawasaki, Yamaha e Suzuki e le europee Husqvarna, KTM e TM. Tutte insieme formano una categoria, quella che, sulla carta, è dedicata alla crescita dei giovani, ma che poi nella realtà si traduce come la classe più ricca di sostenitori, di piloti. Sono facili, maneggevoli, piccole, con una inerzia ridotta, ma che poi chiedono più delle sorelle maggiori MX1 di essere spremute per funzionare a dovere. Sono moto che cantano e che devi far cantare. Il 2012 delle MX2 si presenta con qualche novità, non tantissime, ma sicuramente di più rispetto alla MX1 che, quest’anno, offre pochi spunti quanto a iniziative delle Case. Solo Kawasaki ha rifatto la sua 450, mentre le altre si sono limitate a modifiche di dettaglio. Qui, invece, qualche cosa in più c’è. Ma non solo. La bella novità è che finalmente anche nella MX2 si iniziano a vedere tentativi di rendere le moto più originali, particolari, con quel dettaglio dedicato che crea interesse. Di solito sono sempre state le MX1 a vantare “esperimenti” ingegneristici particolari come teste girate, moltiplicazione di cilindri, riduzioni di cilindrata, launch control elettronici, avviamenti elettrici, ecc. Qui parliamo ovviamente del doppio iniettore della Kawasaki, che fa seguito all’altra particolare scelta della forcella monomolla introdotta già lo scorso anno sullo stesso modello. Va a lei la palma della moto più pionieristica della MX2. Ma anche gli altri, in fondo, non stanno fermi. KTM ha montato l’avviamento anche sulla sua 250F e Yamaha è l’ultima moto tra tutte quante ad avere ancora il carburatore (il che la rende una particolarità) e proprio lì ha lavorato, oltre a introdurre un nuovo telaio; l’ultima è TM, che lancia per prima il controllo di potenza di serie. Una componente già introdotta lo scorso anno, ma che è senza dubbio un’innovazione importante. Questo è quanto di più importante si è fatto, ma anche le altre hanno ricevuto importanti modifiche di dettaglio, che potrebbero far pendere o meno verso di loro l’ago della bilancia di questa prova comparativa. Il test dinamico con i nostri due piloti Matteo Bonini e Vittorio Cavuoti si è svolto sul rinnovato crossdromo di Asti, un tracciato perfetto per esaltare le doti di ogni moto. Come sempre i nostri parametri di giudizio sono vari. Dai rilevamenti al banco prova, ai tempi sul giro, alle velocità massime. Ma soprattutto il giudizio dei tester. Perché non le analizzano, le toccano, le guidano. E quando le hai tutte assieme nello stesso posto e a completa disposizione le differenze tra l’una e l’altra saltano fuori come salmoni che risalgono la corrente. E la prima cosa che ti salta all’occhio, di solito, sono i difetti di ognuna, che ti viene naturale evidenziare come ciò che ti impedisce di fare quello che in quel frangente riuscivi a fare con altre moto. Ma quindi sono i difetti che fanno una moto o sono i pregi? Ancora una volta, pensate un po’, la differenza non la fanno affatto i pregi; come vedremo, chi comanda sono quelli che di difetti ne hanno di meno… LE MOTO HONDA CRF250R PREZZO: 7.955 EURO PREGI ● Guidabilità DIFETTI ● Bassi regimi Si rilancerà l’anno prossimo nel Mondiale con una squadra ufficiale e staremo a vedere che farà. Sì, perché Honda ultimamente ha puntato più al prodotto di serie, piuttosto che a vincere nelle gare iridate. E i volumi di vendita dovuti alle sue caratteristiche le hanno quasi sempre dato ragione. Nella sua razionalità è forse quella che, fino ad oggi, era la MX2 più particolare. Merito della distribuzione Unicam che la rende l’unica 250F con un solo albero a camme, ma che garantisce regimi di giri e fasature al pari della concorrenza. Per il modello 2012 le novità non mancano. Si parte dalla riduzione del corpo farfallato (come è stato per la sorella 450 l’anno scorso) che passa da un insolito 50 mm a un più giustificato (per la categoria) 46 mm. Questo ha comportato le relative modifiche alla testa. Ci sono, infatti, nuovi condotti di aspirazione e scarico con nuove valvole di uscita comandate a loro volta da un diverso albero a camme. Le modifiche alla distribuzione sono figlie anche dell’adozione di un nuovo e più chiuso terminale di scarico, obbligatorio per limitare ancora la rumorosità. Un diverso trattamento di indurimento dell’albero motore conclude le modifiche al motore. La ciclistica, basata sulla quinta generazione del telaio in alluminio perimetrale, vanta un nuovo leveraggio con relativa taratura del mono e della forcella, entrambi firmati Showa (solo la 450 è Kayaba). Le altre modifiche riguardano le nuove pedane più larghe e lunghe e una nuova leva della messa in moto. Viene mantenuto l’ammortizzatore di sterzo. Esteticamente resta legata al look introdotto nel 2009. HUSQVARNA TC250 DATI DICHIARATI Motore: monocilindrico 4T, alesaggio per corsa 76,8x53,8 mm, cilindrata 249,4 cc rapporto di compressione 13,2:1, distribuzione monoalbero Unicam a 4 valvole, raffreddamento a liquido. Alimentazione: iniezione elettronica Keihin, diametro corpo farfallato 50 mm; capacità serbatoio 5,7 litri. Avviamento: a pedale. Cambio: a 5 marce. Frizione: multidisco in bagno d’olio con comando a cavo. Telaio: doppio trave in alluminio. Sospensioni: anteriore forcella rovesciata Showa da 48 mm, posteriore mono Showa con link. Misure in mm e peso: interasse 1.488, altezza sella 955, altezza da terra 325, inclinazione cannotto 27°12’, peso 103,9 kg. Freni: anteriore a disco da 240 mm con pinza a due pistoncini, posteriore a disco da 240 mm. PREZZO: 8.090 EURO PREGI ● Ciclistica DIFETTI ● Allungo È tornata alle competizioni quest’anno con il team di Ilario Ricci e, anche se i risultati sono stati un po’ al di sotto delle aspettative, Husqvarna continua a credere nel cross con decisione. Anzi, la TC250 è proprio la sua punta di diamante della gamma cross. Una moto molto originale nello stile, la più particolare assieme a KTM. È passata all’iniezione l’anno scorso e quest’anno presenta molte altre novità, in parte figlie dell’esperienza nel Mondiale MX2. La prima cosa che si nota è la nuova testa voluminosa con modifiche strutturali per entrambi gli alberi a camme. Totalmente riviste anche le 4 valvole in titanio e il pistone, il tutto alla ricerca di maggiore potenza in alto. La pompa dell’acqua resta ancorata al lato sinistro della testa. L’iniezione adesso è della Keihin, con corpo 84 farfallato da 46 mm e anche l’accensione Kokusan è completamente nuova. Come l’anno scorso monta il terminale di scarico Akrapovic di serie che, da questa stagione, presenta anche il bombolino risuonatore sul collettore. Resta la frizione con comando idraulico e arrivano nuovi cavallotti per il manubrio. Ma anche la ciclistica ha subito interventi. Il telaio, che resta in acciaio al Cr-Mo, è stato irrobustito nella zona del cannotto per modificare la rigidità e per le sospensioni si è passati totalmente a Kayaba, sostituendo il vecchio mono Sachs e ritarando la forcella da 48 mm. Esteticamente cambia molto, con il telaio verniciato di nero, i cerchi che da neri passano argento e la nuova colorazione dei convogliatori serigrafata alla plastica. DATI DICHIARATI Motore: monocilindrico 4T, alesaggio per corsa 79x50,9 mm, cilindrata 249,5 cc, rapporto di compressione 13,6:1, distribuzione bialbero a 4 valvole, raffreddamento a liquido. Alimentazione: iniezione elettronica Keihin, diametro corpo farfallato 42 mm; capacità serbatoio 6,5 litri. Avviamento: a pedale. Cambio: a 5 marce. Frizione: multidisco in bagno d’olio con comando idraulico. Telaio: Monotrave in acciao in tubi a sezione circolare, rettangolare ed ellissoidale. Sospensioni: anteriore forcella rovesciata Kayaba da 48 mm, posteriore mono Kayaba con link. Misure in mm e peso: interasse 1.460, altezza sella 985, altezza da terra 325, peso 100 kg. Freni: anteriore a disco da 260 mm con pinza a due pistoncini, posteriore a disco da 240 mm. KAWASAKI KX250F PREZZO: 7.990 EURO PREGI ● Motore DIFETTI ● Ciclistica Come sappiamo è dotata di doppio iniettore, cioè uno spruzzatore aggiuntivo alloggiato nel collettore di aspirazione vicino alla cassa filtro, che entra in funzione dopo che si sono superati un certo numero di giri e dare un’iniezione di potenza ulteriore. Questo grazie a un percorso più lungo del mix carburante-aria che arriva più nebulizzato nel cilindro, alimentando gli alti regimi. Il primo iniettore, che resta ancorato al corpo farfallato, si fa carico di coprire a dovere il lavoro del motore dai bassi ai medi regimi. Il motore era il suo punto di forza, adesso è un riferimento di categoria. Restando sul propulsore, il corpo farfallato da 43 mm è stato alleggerito e sfrutta sempre due leveraggi interconnessi che permettono di aprire la farfalla più rapidamente dopo che questa ha compiuto i 3/8 di corsa. Un’altra caratteristica di Kawasaki è il pistone bridged-box che, grazie a un rinforzo interno (appunto a forma di ponte), permette di ridurre al minimo la superficie del mantello e quindi degli attriti. Altra caratteristica Kawa è il condotto interno dello scarico con fori asimmetrici per disperdere meglio il rumore. Passando alla ciclistica, si scopre la forcella Showa da 47 mm con funzione SFF (Separated Function Fork), cioè con uno stelo dedicato all’idraulica e uno alla molla. Lavorando in modo indipendente, entrambe le componenti hanno un volume maggiore, avendo più spazio a disposizione. Offre anche una maggiore possibilità di intervento (i click sono addirittura 60 per il ritorno), anche se il giudizio dei tester non è così entusiasmante come per il doppio iniettore. KTM SXF250 DATI DICHIARATI Motore: monocilindrico 4T, alesaggio per corsa 77x53,6 mm, cilindrata 249 cc, rapporto di compressione 13,5:1, distribuzione bialbero DOHC a 4 valvole, raffreddamento a liquido. Alimentazione: iniezione elettronica Keihin con doppio iniettore diametro corpo farfallato 43 mm, capacità serbatoio 7,2 litri. Avviamento: a pedale. Cambio: a 5 marce. Frizione: multidisco in bagno d’olio con comando a cavo. Telaio: doppio trave in alluminio. Sospensioni: anteriore forcella rovesciata Showa SFF con funzione separata da 47 mm, posteriore mono Showa con link. Misure in mm e peso: interasse 1.475, altezza sella 945, altezza da terra 330, peso 106,2 kg. Freni: anteriore a disco da 250 mm con pinza a due pistoncini, posteriore a disco da 240 mm. PREZZO: 8.200 EURO PREGI ● Maneggevolezza DIFETTI ● Schiena motore Se si guardano le corse, non ha rivali. Non perde il titolo dal 2007, l’ultimo di Tony in MX2 con la Yamaha. Nel tempo è mutata, fino a cambiare totalmente l’anno scorso, assieme al resto della gamma. È passata all’iniezione Keihin nel 2011 e adesso anche lei vanta l’avviamento elettrico. L’alimentazione dell’iniezione resta batteryless come per le sorelle maggiori e non viene alimentata dalla batteria, perché l’avviamento elettrico è rimuovibile. Anche se è assurdo fare a meno di un accessorio così utile che, in fondo, vorresti anche sulle altre. La distribuzione resta bialbero a 4 valvole in titanio con bilancieri a dito con rivestimento in carbonio. È l’unica della comparativa ad avere il cambio a sei marce. Le altre novità del my 2012 sono quelle comuni a tutta la gamma e sono modifiche di detta- glio. La forcella ha i foderi rivestiti in Teflon e monta i paraolio di tenuta SKF. I freni sono Brembo con un diverso profilo, uniti a una nuova pompa freno posterire ridisegnata. Il motore ha un diverso cuscinetto del cambio e l’iniezione sfrutta una nuova protezione in gomma per il sensore TPS che gestisce l’apertura dell’acceleratore. C’è anche un piccolo filtro nel pre iniettore utile a depurare ulteriormente il carburante. Le coperture di primo equipaggiamento passano da Bridgestone a Pirelli. Graficamente è ispirata alle moto ufficiali, con i portanumero laterali che da neri diventano bianchi e più armonici. Optional lo scarico Akrapovic e il selettore della doppia mappatura sul braccialetto del freno anteriore. Due accessori che vi consigliamo, tra i tantissimi del catalogo Power Parts. DATI DICHIARATI Motore: monocilindrico 4T, alesaggio per corsa 76x54,8 mm, cilindrata 248,6 cc, rapporto di compressione 13,5:1, distribuzione bialbero a 4 valvole, raffreddamento a liquido. Alimentazione: iniezione elettronica Keihin con corpo farfallato 42 mm, capacità serbatoio 7,5 litri. Avviamento: solo elettrico. Optional a pedale. Cambio: a 6 marce. Frizione: multidisco in bagno d’olio con comando idraulico. Telaio: tubo centrale sdoppiato in acciaio al Cr-Mo. Sospensioni: anteriore forcella rovesciata WP da 48 mm, posteriore mono WP con link. Misure in mm e peso: interasse 1.495, altezza sella 992, altezza da terra 375, peso 103,4 kg. Freni: anteriore a disco da 260 mm con pinza a due pistoncini, posteriore a disco da 220 mm. 85 SUZUKI RM-Z250 PREZZO: 8.153 EURO PREGI ● Motore DIFETTI ● Manubrio basso In barba a tutte le novità, a tutte le nuove invenzioni e alle pensate più strane, lei resta legata ad un progetto più datato, ma continua a essere una delle più apprezzate del lotto. Suzuki per il 2012 non cambia, o cambia poco (si parla giusto di messa a punto sospensioni). Ma la cosa interessante è che non è cambiata neppure tanto per il modello 2011. Fu modificata molto con l’arrivo dell’iniezione elettronica per il modello 2010, ispirandosi molto alla sorella da 450 cc. Il telaio è in alluminio perimetrale ed è molto ben realizzato. Le sospensioni sono Showa, sia la forcella da 48 mm, sia il mono. Il motore è alimentato dall’iniezione elettronica Keihin, con corpo farfallato da 43 mm, con apertura pro- gressiva e iniettore a 12 fori. Suzuki fu la prima giapponese a introdurre l’iniezione su una moto da cross con il modello 450 nel 2008. Lo fece abbinandole anche il serbatoio in alluminio che tutt’ora è presente su questo modello. Per il resto si può dire che non abbia nulla di particolare. Cerchi classici, dischi freno a margherita, design moderno e forme spigolose. Le nuove grafiche, con il ritorno del rosso sulla sella, sono molto accattivanti. Una delle sue più grandi qualità, tra l’altro, è sempre stata quella di essere la moto più economica. Per il 2012 la palma l’ha persa, dovendosi allineare al prezzo delle altre moto. Un po’ un controsenso se si pensa ai pochi aggiornamenti rispetto agli anni precedenti. TM MX250FI DATI DICHIARATI Motore: monocilindrico 4T, alesaggio per corsa 77x53,6 mm, cilindrata 249 cc, rapporto di compressione 13,4:1, distribuzione bialbero a 4 valvole, raffreddamento a liquido. Alimentazione: iniezione elettronica Keihin, diametro corpo farfallato 43 mm; capacità serbatoio 6,2 litri. Avviamento: a pedale. Cambio: a 5 marce. Frizione: multidisco in bagno d’olio con comando a cavo. Telaio: doppio trave in alluminio. Sospensioni: anteriore forcella rovesciata Showa da 47 mm, posteriore mono Showa con link. Misure in mm e peso: interasse 1.475, altezza sella 955, altezza da terra 345, inclinazione cannotto 30°20’, peso 102 kg. Freni: anteriore a disco da 250 mm con pinza a due pistoncini, posteriore a disco da 240 mm. PREZZO:8.350 EURO PREGI ● Motore DIFETTI ● Mono poco pro- gressivo La Casa di Pesaro è presente e continua a sviluppare i suoi modelli con una sua personalità originale, da buona moto italiana. È l’unica tra le europee a montare il telaio in alluminio, introdotto nel 2008. Resta un prodotto probabilmente di nicchia, ma che ha sempre saputo evolversi nel tempo e non manca di essere presente anche nell’era dei 4T. Anzi, si prende il lusso di vantare una parte speciale che le altre non hanno. Con lo switch al manubrio (di serie) si possono selezionare due mappe. La prima è standard, mentre la seconda attiva il controllo di potenza che aiuta nei casi di terreno viscido o di scarsa trazione. Anche se su una 250 forse non è così utile. Il tutto è gestito da una centralina Microtec che lavora assieme all’iniezione realizzata direttamente da TM, così come il corpo 86 farfallato da 44 mm. Il motore è la sua arma vincente ed è, anch’esso, realizzato in sede. È un corsa corta con distribuzione bialbero a camme con bilancieri a dito. Un sistema che utilizza anche KTM. Le 4 valvole sono in titanio e il cambio a 5 rapporti. Lo scarico è firmato HGS. Le novità per il 2012 sono di dettaglio, ma comunque importanti. Il motore viene equipaggiato con un nuovo pistone accoppiato a una nuova biella. Entrambi i componenti sono realizzati in TM. Poi arriva una diversa lubrificazione interna con nuovi condotti e nuove mappature della centralina. Arriva un nuovo setting sospensioni che punta alla sensibilità dei click e un nuovo parafango anteriore con possibilità di feritoie per afflusso aria ai radiatori. Per finire, c’è una diversa grafica dedicata ai 150 anni dell’unità d’Italia. DATI DICHIARATI Motore: monocilindrico 4T, alesaggio per corsa 77x53,6 mm, cilindrata 249,5 cc, distribuzione bialbero a 4 valvole, raffreddamento a liquido. Alimentazione: iniezione elettronica TM, diametro corpo farfallato 44 mm; capacità serbatoio 8,2 litri. Avviamento: a pedale. Optional elettrico con 310 euro in più. Cambio: a 5 marce. Frizione: multidisco in bagno d’olio com. idraulico. Telaio: doppio trave in alluminio. Sospensioni: anteriore forcella rovesciata Marzocchi da 50 mm, posteriore mono Sachs con link (opitonal: Ohlins base a 150 euro, TTX a 800 euro e mono TM a 150 euro). Misure in mm e peso: interasse 1.475, altezza sella 955, altezza da terra 345, inclinazione cannotto 30°20’, peso 102 kg. Freni: anteriore a disco da 270 mm con pinza a due pistoncini, posteriore a disco da 245 mm. YAMAHA YZ250F PREZZO: 8.450 EURO PREGI ● Bassi e medi regi- mi DIFETTI ● Allungo Tra le giapponesi è quella che è cambiata di più. Il suo classico telaio in alluminio, che si è sempre contraddistinto dagli altri per il suo profilo più fine, si è maggiormente standardizzato con due travi discendenti molto più larghi e con differenti nervature interne. Alla resa dei fatti resta comunque ancora un telaio originale, con i longheroni a sezione variabile, che partono più fini dal cannotto per allargarsi nella zona delle pedane. Di conseguenza cambiano gli attacchi del motore e del forcellone. E anche l’avancorsa che passa da 25 a 22 mm. Le modifiche alla ciclistica continuano con una diversa piastra inferiore, mentre quella superiore offre un doppio foro di attacco del manubrio. La forcella mon- ta le canne esterne della 450 e ha una diversa taratura, così come il mono, per adattarsi alle modifiche del telaio. Come detto è l’unica che mantiene il carburatore, che in pista dimostra di poter ancora dire la sua. Anche grazie all’upgrade ricevuto dal motore per il modello 2012. Il flusso di aspirazione può contare su un diverso collettore, più rettilineo e che convoglia l’aria nel nuovo carburatore da 39 mm, arrivato a sostituire il vecchio da 37. La scelta ha comportato anche una modifica al pistone che è stato anche alleggerito. Arriva una nuova grafica e, come avviene dal 2008, viene sempre proposta nella doppia colorazione blu e bianca e bianca e rossa. DATI DICHIARATI Motore: monocilindrico 4T, alesaggio per corsa 77x53,6 mm, cilindrata 250 cc, rapporto di compressione 13,5:1, distribuzione bialbero a 4 valvole, raffreddamento a liquido. Alimentazione: carburatore Keihin FCR-MX da 39 mm; capacità serbatoio 6,4 litri. Avviamento: a pedale. Cambio: a 5 marce. Frizione: multidisco in bagno d’olio con comando a cavo. Telaio: doppio trave in alluminio. Sospensioni: anteriore forcella rovesciata Kayaba da 48 mm, posteriore mono Kayaba con link. Misure in mm e peso: interasse 1.468, altezza sella 992, altezza da terra 378, inclinazione cannotto 27°10’, peso 103 kg. Freni: anteriore a disco da 250 mm con pinza a due pistoncini, posteriore a disco da 245 mm. 87 HONDA DETTAGLI INIEZIONE Cinque costruttori puntano su Keihin, uno lo autoproduce (TM) e uno monta ancora ratore il carbu- (Yamaha). HUSQVARNA C’è poi Kawasaki, che di iniezioni ne ha due. Ognuno ha fatto la sua scelta per il diametro dei corpi farfallati: 46 per Honda, 42 per Husqvarna, 43 Kawasaki, 42 KTM, Suzuki e 44 KAWASAKI 43 FRENI Tutti con profilo a margherita. Il vecchio disco tondo non lo usa quasi più nessuno. Nep- TM SUZUKI KTM pure al posteriore. Honda mantieTM. Proprio la Ca- ne il suo classico sa pesarese vanta copridisco, remo- un inedito collet- vibile soltanto sfi- tore di aspirazio- lando il perno della ne. Dal filtro sale ruota a cui è anco- verso l’alto, prima rato. Per lei pinza di ritornare verso il Nissin e disco da basso incontrando 240 mm, la stes- il corpo farfallato sa misura del po- piazzato “in disce- steriore. Husqvar- sa”. Yamaha resta na punta sulla pin- a carburatore, con za Brembo con di- un diametro di 39 sco Braking Wave mm. Per lei niente da 260 mm. Kawa- transistor, power saki pinza Nissin tuner e cablaggi. con disco dal pro- Si parla ancora di filo appena accen- getti, spilli e gal- nato da 250 mm. leggiante. Monta il disco flottante, a differenza della 450 che è tornata al fisso. KTM pinza Brembo e classico disco Galfer da 260 mm. Per Suzuki pinza Nissin e disco da YAMAHA 250 mm. TM usa la pinza Brembo e disco Braking Wave maggiorato da 270 mm. Yamaha ha pinza Nissin e monta un disco da 250 mm dal profilo simile a Kawasaki. 88 SCARICO Nell’era delle proteste contro il rumore, lo scarico è diventato un componente importante. Strozzarlo per ridurre le emissioni spesso vuol dire mettersi a lavorare su tutta la moto per non perdere potenza. Tutti spuntano dal lato destro della moto, MANUBRIO eccetto Husqvarna L’evoluzione che le moto ha porta- tradizional- mente montato to anche alla dota- sulla sinistra. Pro- zione di manubri di prio Husky monta ottima qualità che un pregiato termi- piano piano hanno nale Akrapivic in sostituito i vecchi titanio e carbonio. pali di ferro model- Per gli altri si no- lati che si monta- tano le vano qualche anno differenze. Quelli fa e che venivano di Honda, Kawasa- sostituiti con quel- ki e TM sono molto li personali ancor lunghi e volumino- prima di accende- sti. Più ridotti quel- re la moto. Renthal li di KTM, Suzuki e con traversino per Yamaha. Attacco Honda e Kawasa- unico per Honda, ki, senza traversi- Husqvarna, Kawa- no per KTM e Su- saki, Suzuki e Ya- zuki. maha, doppio per ha scelto un Magu- KTM e TM che pun- ra senza traversi- ta anche su fascet- no, mentre TM usa te di tenuta. Reikon a è del- occhio Husqvarna e Ya m a - ha il classico Pro Taper. Nel tempo, però, si è evoluta anche la possibilità di modificare la posizione in sella e piano piano molte Case stanno trovando soluzioni in merito. Chi più di tutti tiene a mente questo concetto è KTM che permette di montare il manubrio su 4 posizioni. Anche Husqvarna (ruotando i cavallottti) offre due alternative, così come Yamaha che ha due fori sulla piastra. Restano fisse, invece, le staffe di Honda, Kawasaki, Suzuki e TM. 89 I VALORI DELLA PISTA MOTO TEMPI HONDA 1’55’’18 HUSQVARNA 1’56’’98 KAWASAKI 1’57’’03 KTM* 1’58’’28* SUZUKI 1’54’’63 TM 1’56’’71 YAMAHA 1’56’’69 Un giro lanciato e poi via per il tempo. La sfida contro il cronometro è sempre interessante nelle comparative. Il miglior tempo è stato stampato da Suzuki che ha sfondato per ben due volte (il giro è stato ripetuto a fine prova per verifica) il muro del 1’55’’. Ben tre moto sono nel 56”, con Kawasaki di poco sopra il 57. Significa che c’è un buon equilibrio generale. Questo nonostante un giro di pista molto lungo che sfiora i 2 minuti. * La prestazione di KTM, nettamente inferiore a quella delle precedenti versioni, ci fa pensare a un’anomalia tecnica, non visibile nella curva al banco (effettuato prima della prova dinamica). Ad avvalorare questa tesi, il fatto che alla guida si avvertiva una risposta decisamente sottotono del motore in uscita di curva. Per la massima trasparenza e serietà ci ripromettiamo di verificarne le reali prestazioni sul prossimo numero. NUMERI A CONFRONTO Dieci guinness delle sette moto, per colmare ogni curiosità. MOTO VELOCITÀ HONDA IN KM/H 87 HUSQVARNA 86 KAWASAKI 88 KTM 85 SUZUKI 87 TM 89 YAMAHA 86 Armati di pistola laser abbiamo catturato le velocità massime raggiunte in cima al rettilineo di partenza della pista di Asti. Di ogni moto abbiamo evidenziato il risultato migliore sui vari giri della prova. I risultati rispecchiano i valori dei nostri banchi prova e delle sensazioni dei tester, con TM che segna la velocità più alta con 89 km/h e Kawasaki vicina a 88 km/h. Le più lente sono risultate proprio KTM 85 km/h e Yamaha 86 Km/h che hanno dimostrato di pagare qualche cavallo rispetto alle migliori. 90 LA PIÙ POTENTE TM con 36,46 CV a 11.300 giri/min LA PIÙ PESANTE KTM 103,6 kg LA PIÙ LEGGERA YAMAHA 98,4 kg LA PIÙ ECONOMICA HONDA a 7.955 euro LA PIÙ LUNGA KTM interasse: 1.495 mm LA PIÙ CORTA HUSQVARNA interasse: 1.460 mm SERBATOIO + CAPIENTE KTM 7,5 litri SERBATOIO - CAPIENTE HONDA 5,7 litri LA CASA PIÙ VECCHIA HUSQVARNA prima moto nel 1903 LA CASA PIÙ GIOVANE TM fondata nel 1976 LA PISTA: UN INEDITO VALMANERA DI ASTI La pista di Asti, rimasta chiusa per molto tempo per questioni burocratiche, è stata teatro della nostra prova comparativa. La sua imminente riapertura ci ha permesso di far tornare a rombare i motori nella vallata del Valmanera, avendo a disposizione una pista in ottime condizioni e leggermente modificata rispetto alla vecchia versione. Roba di poco, giusto il profilo di alcuni salti e una nuova esse nella parte finale del giro, abbinata a un nuovo e lungo panettone. Adesso misura 1.710 metri. Ma le modifiche alla pista non sono state le uniche novità che abbiamo trovato. Il vecchio gestore Vittorio è infatti andato in pensione ed è stato sostituito dalla famiglia Lorenzon con il figlio Davide trasformatosi in tutto fare e nuovo riferimento per l’impianto, che resta sempre di proprietà della famiglia Crosetti. Nella casetta in alto, di fianco al ristorante, sarà presto allestito un piccolo mueso del motocross realizzato con tutto il materiale raccolto in 40 anni di passione di Gianpaolo Crosetti. L’ingresso costerà 5 euro e tutto il ricavato sarà devoluto a una associazione Onlus per i bambini della Bolivia; i soldi saranno consegnati direttamente da due imprenditori locali. All’interno della pista grande è stata mantenuta anche la pista per i più piccoli, che è stata a sua volta modificata. È perfetta per chiunque voglia iniziare ad andare in moto o per le pit bike. La pista di Asti riaprirà tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre. Il prezzo di una giornata in pista sarà di 25 euro. I giorni di apertura giovedì, venerdì, sabato e domenica. Si gira con licenza FMI, UISP e AICS. Per info: 320 3311115 www.motocrossasti.com CONSIDERAZIONI GENERALI In una prova comparativa così articolata il giudizio dei tester si mescola con i dati numerici rilevati dai banchi prova e dai tempi sul giro. Riuscire ad intrecciare le informazioni che emergono è la chiave per capire le potenzialità di questi mezzi, ma soprattutto quali sono le scelte vincenti. Perché ciò che è emerso è molto interessante. Alcune moto come TM e Kawasaki vantano un motore molto potente (non a caso hanno anche le velocità più alte), ma nel computo totale non sono risultate i riferimenti della categoria. All’opposto, Suzuki, che ha registrato un valore di CV tra i più bassi, si prende il lusso di staccare tutti nel tempo sul giro. Poi Honda. I tester scendono dalla moto e sono d’accordo sul fatto che è un po’ fiacchina di motore. Il banco prova li smentisce con il terzo risultato assoluto sul rullo. Ma non è un errore dei piloti. La potenza, se erogata nel modo giusto, può non impressionare, ma non per questo manca. E la sua qualità pare essere la schiena tra i 7.000 e i 9.000 giri. I cavalli sparati in faccia in modo crudo fanno gola, esaltano, ma poi non pagano. I risultati ci danno proprio Honda e Suzuki come le più complete del gruppo. In una parola: efficienti. Perché poi entrano in gioco i fattori della ciclistica, la trazione, la facilità di guida intesa come il riuscire a sfruttare quello che c’è senza prendere rischi, anche in una categoria in cui le potenze non sono alte come nella MX1 e un buon motore, sulla carta, potrebbe fare la differenza. KTM ha un po’ sorpreso, eppure il suo valore di cavalli è simile a quello di Suzuki. La sua potenza del motore è sempre stata una delle armi vincenti, che faceva soprassedere su alcune parti della ciclistica migliorabili. Invece pare che il passaggio all’iniezione le abbia tolto questa qualità e a confronto con le altre paga qualcosa. Resta il dubbio, però, che al momento della prova dinamica ci sia stato un piccolo problema tecnico sull’iniezione, avvenuto dopo la prova al banco, perché la spinta in uscita di curva era un po’ sottotono. L’investimento evolutivo per Yamaha ha riguardato l’alimentazione, con un carburatore nuovo e un diverso collettore di aspirazione. Quella che sembra una moto arretrata, in realtà non delude. Forse anche perché l’altra parte di attenzione è stata data al telaio. Di TM abbiamo detto del buon motore, ma il suo telaio un po’ più rigido la rende una moto più impegnativa e quindi meno apprezzabile da un’utenza amatoriale. Diremmo che è una caratteristica, più che un difetto. Kawasaki paga forse una scelta ciclistica estremamente particolare. Questa forcella con una sola molla resta da capire, perché su entrambi i modelli in cui l’abbiamo testata (2011 e 2012) non ha convinto in pieno. Ed ecco che la buona idea del doppio iniettore si fa un po’ eclissare da una forcella poco progressiva. I vantaggi della particolare alimentazione si leggono nei numeri del banco. Oltre alla bellezza della curva, si legge come la potenza massima si raggiunga a 12.500 giri! Un limite in cui le altre hanno già perso gran parte della spinta. Husqvarna resta nel limbo, con una ciclistica ben realizzata, anche se vorresti qualcosa in più in stabilità che ti toglie quella sicurezza sul veloce che poi compromette un po’ la prestazione. Questa sensazione è poi effettivamente evidenziata da un valore di interasse tra i più bassi, abbinata una inclinazione del cannotto ridotta. 91 IL PILOTA Matteo Bonini COME VA HONDA Il motore alla prima impressione non ti stupisce. Anzi, sembra fiacchino. Ma forse è solo questione di come viene erogata la potenza. Gira molto in alto ed è molto facile da usare. È un motore che non ti stanca, facile, che riesci a sfruttare bene. Uno di quelli con cui non ti aspetti di fare il tempo ma poi ti esce con facilità. Come ciclistica è un giocattolino, curva da sola, anche se aveva la piastra un po’ alta rispetto alla sella. Il bilanciamento delle sospensioni è molto buono e tutto quello che magari paghi in basso con il motore, lo recuperi con la facilità della ciclistica. Riesci a guidare pulito ed è difficile sbagliare. HUSQVARNA Non mi è piaciuto il silenziatore che è un po’ ingombrante. Diventa un po’ fastidioso quando stai in piedi e nei salti. La ciclistica mi è piaciuta, è bilanciata e sospensione e mono lavorano insieme abbastanza bene. E 92 VINCE L’EQUILIBRIO, NON IL CAVALLO anche la posizione di guida non è male. Il motore spinge bene in basso e a metà, ma perde qualcosa in allungo e nel cambio marcia. Non è esaltante, ma neppure deludente. Una caratteristica è l’anteriore chiuso che ti fa perdere un po’ fiducia nei tratti più veloci, anche se poi ti viene in aiuto sullo stretto. Il cambio non è morbidissimo. KAWASAKI Un gran bel motore. Ha potenza in tutti i settori e tende a salire di giri molto in fretta, ma senza murare. Un motore completo, il doppio iniettore fa il suo dovere. Non mi è piaciuto, invece, il rapporto tra la forcella e il mono che non lavorano in simbiosi. La forcella è abbastanza dura e legnosa. Non è questione di taratura, ma di scarsa progressività. Questo rende l’anteriore alto e il mono è troppo cedevole. Una caratteristica che mi ha dato anche qualche problema sui salti. Nello stretto non è male, anche se in uscita di curva non brilla quanto a trazione. L’ergonomia non è male, così come i comandi e i freni. re un po’ di trazione se si trova qualche buca, mentre dove c’è la sabbia esce meglio grazie al tiro motore. KTM SUZUKI Mi ha deluso un po’ il motore perché fa un bel rumore, sembra bello pieno e dà la sensazione di andare forte. Ma poi non è così potente. Soprattutto in uscita di curva tendeva a calare di giri. Quando gli chiedi di tirare la marcia o in quei momenti in cui serve dimostrare forza non viene fuori. Diciamo che non ha molta schiena. Anche in questo caso la sella è un po’ morbida. La ciclistica è cambiata molto, però ha perso qualcosa in ingresso curva e in percorrenza. La moto è aggressiva, ma ho fatto un po’ fatica a girare le curve in modo regolare. Forse per la forcella un po’ morbida che fa perdere bilanciamento. Anche il link si è dimostrato un po’ nervoso nei pezzi veloci con le buche e anche in uscita di curva fa perde- Mi è sembrata la moto più completa. Il motore è forte dappertutto: sotto, a metà spinge molto e allunga bene. Mi è piaciuta anche com’è settata, è molto bilanciata e ti trasmette molta sicurezza sul veloce, senza pagare poi in maneggevolezza. Per queste caratteristiche ti permette di spingere tanto. E anche in caso di errore un motore così completo ti permette di recuperare senza perdere troppo tempo. L’ergonomia mi piace, la moto è raccolta. L’unica cosa che mi verrebbe da dire è che ha il manubrio un pelo basso e se sei un pilota alto lo puoi avvertire. I freni mi sono piaciuti anche se non sono potentissimi. Non ha punti di forza particolari, ma nel complesso è quella con cui si riesce a guidare meglio. Matteo Bonini ha provato per noi le moto della comparativa. Ex pilota del Mondiale, oggi è tra i protagonisti del supercross. Sempre una gran manetta. TM YAMAHA Il motore ha molta schiena e funziona bene sotto e a metà e anche in allungo non è male. La sua qualità è sicuramente questa. Però ha anche molto freno motore, una caratteristica che non mi è piaciuta molto e che ti condiziona un po’ la guida. È l’unica europea ad avere il telaio in alluminio ed è un po’ più rigida. È abbastanza maneggevole perché ha un interasse giusto, anche se è una moto più impegnativa di altre da usare. Il mono è molto duro e frenato e non ti dà una sensazione di grande progressività. L’anteriore, invece, è leggero e maneggevole. Non è facile da portare al limite ma, all’opposto di Honda, il motore compensa quello che puoi perdere con la facilità di guida. Una moto dedicata a un’utenza meno amatoriale. Mi hanno colpito i freni. Sono molto potenti, aggressivi, ma nel complesso anche modulabili. Il motore è migliorato molto sotto rispetto a qualche stagione fa. Spinge bene ai bassi regimi e anche a metà non è male, anche se poi paga qualcosa in allungo. Si riesce a sfruttarla meglio usando molto il cambio, senza insistere troppo sullo stesso rapporto. Il nuovo telaio mi è piaciuto molto come maneggevolezza, anche se è migliorabile come ergonomia. Soprattutto per la sella larga e con un materiale non troppo duro. Ti senti un po’ in poltrona. E anche i convogliatori sono un po’ larghi rispetto alle altre giapponesi. Il bilanciamento però è buono. Le sospensioni sono un po’ morbide e veloci di ritorno, una caratteristica che si avverte di più quando si forza. 93 Vittorio è il nostro tester da lunghi anni. Meno spettacolare di Matteo, ma preciso e puntiglioso nei giudizi. COME VA HONDA Non mi è sembrata molto cambiata rispetto all’anno scorso. Forse la trovo meno rapida sotto, ma più potente in allungo. A guidarla non ti dà l’impressione di avere chissà quale motore, però fa strada e scarica bene a terra. Come ciclistica è facilissima da guidare, facile da inserire, i freni sono ottimi per potenza e modulabilità. Dal punto di vista della guidabilità è un riferimento. Un giocattolino. Un neo lo trovo nelle sospensioni troppo morbide, sia la forcella sia il mono. Questo crea un limite alla moto, con più sostegno potrebbe fare anche qualcosa di più. HUSQVARNA Sotto tanti aspetti assomiglia a Honda. Il motore sotto è un po’ 94 AVREI SCELTO YAMAHA vuoto e poi da metà prende potenza e tira bene fino quasi alla fine. È facile, si lascia guidare bene, ha un discreto allungo, anche se non paragonabile a Kawasaki e TM. Il telaio è molto maneggevole, si inserisce in curva con grande facilità. È piccolina, raccolta. Di contro, sulle buche vorresti un po’ di stabilità in più. Rispetto alle giapponesi non si ha la sensazione di rigidità del telaio e, per esempio, all’atterraggio dei salti senti che il telaio lavora, si torce, assorbe il colpo e alla lunga questo ti porta a stancarti un po’ meno. È molto elastica. Come ciclistica non è male. Una moto competitiva, senza eccessivi pregi, ma neppure grossi difetti. Frizione e cambio sono buoni; i freni non brillano per potenza rispetto alle giapponesi. KAWASAKI La sua qualità principale è sicuramente il motore. È molto lineare, non senti mai un calo di potenza, neppure se curvi in terza. Senti che trova il modo di andare a cercare la potenza e ce la fa, istantaneamente. Il doppio iniettore funziona molto bene. Gira molto in alto, ma quando gira non senti che sfarfalla, continua a spingere. Ha molta forza. Per me è il motore al top per quanto riguarda spunto e potenza. La ciclistica è vincolata dal fatto di avere un mono poco progressivo e decisamente cedevole. Anche in questo modello si avverte un po’ la tendenza al posteriore basso, dovuto a un lavoro di idraulica poco soddisfacente. Anche la forcella non è eccezionale, è molto sostenuta, ma fa fatica a partire e la scor- revolezza non è da riferimento. Nel complesso telaio motore, però, non una moto così male. Bisogna un po’ metterla a punto. KTM Mi aspettavo un motore un po’ più competitivo, anche solo per il fatto che è proprio lì che loro fanno la differenza. La sua parte migliore è il sotto e il medio regime, ma poi quando arriva in alto non ha troppa potenza. Gira, ma non spinge. Per quanto riguarda le sospensioni, l’ho trovata un po’ bassa dietro e questo ti porta ad affrontare in modo particolare la curva. La forcella è molto progressiva e scorre bene. È molto maneggevole, ma perdi qualcosa in entrata e percorrenza, perché non ti trasmette quella fiducia che trovi in moto come Suzuki o Honda. Come ergonomia mi L’AMATORE Vitto Cavuoti è piaciuta molto, perché ha delle dimensioni ideali, è molto piccola, anche se è un po’ alta di pedane. I freni sono migliorati tantissimo rispetto al passato; sono più modulabili e meno aggressivi. SUZUKI Mi è piaciuta. Rispetto a come è stata consegnata abbiamo dovuto chiudere molto la compressione del mono e sfilare la forcella per migliorare il bilanciamento, perché era un po’ seduta. È molto simile allo scorso anno. La forcella lavora meglio del mono che è un po’ scarico. Davanti, invece, è anche fin troppo dura. Non frena troppo bene come Yamaha e Honda. Da usare è molto facile, bella da inserire, ti permette di guidare fluido ed è efficace. Il motore è molto buono. Tira bene sotto e non delude in alto. TM YAMAHA Il motore è molto bello. Sotto e in mezzo tira bene, ma in alto non ti dà la sensazione di spingere tantissimo. L’unico neo del propulsore è che ha un freno motore molto forte rispetto a tutte le altre moto. Questo, in fase di staccata o nelle rampe dei salti crea qualche fastidio. Soprattutto in staccata perdi molto tempo. Devi abituarti a guidare tenendone conto. A livello di telaio non è male, è molto maneggevole, si inserisce bene. Rispetto alle altre in alluminio è comunque un po’ più rigido e avverti qualche vibrazione. Purtroppo l’ammortizzatore è eccessivamente duro e poco progressivo e non ti permette di guidare al 100%. La forcella è progressiva, fa bene il suo lavoro. I freni sono competitivi, nella norma. Cambio e frizione funzionano a dovere. È una moto maggiormente apprezzabile da chi ha una buona esperienza. Ha fatto un bel gradino rispetto al precedente modello. È quella che mi ha stupito di più. Il motore ha un bel tiro sotto, è più lineare e anche in alto dà l’impressione di andare molto forte. Arrivato al limitatore non tende a sfarfallare e mantiene una discreta spinta. Un motore completo, forse il più facile e sfruttabile tra tutti. Non ha molto freno motore e prende bene la marcia in salita. Il telaio è un po’ più rigido, ma è molto più preciso del vecchio modello. Anche il mono era molto più sostenuto e molto più progressivo e aiutava a mantenere un’ottima stabilità anche se sollecitato. È precisa in ingresso curva e in percorrenza tiene bene la linea. La forcella non è il massimo per scorrevolezza, ma è abbastanza sostenuta. La nuova ergonomia mi è piaciuta, anche se non è strettissima tra le gambe come le altre tre jap. 95 AL BANCO 40 CV m Husqvarna TC250 Honda CRF250R 35 Kawasaki KX250F KTM SX250F 30 Suzuki RM-Z250 TM MX250FI Yamaha YZ250F 25 20 15 potenza 10 5 0 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 x 1000 14 rpm Salita simile per tutte, poi in alto si fanno le differenze. Il picco massimo lo ha toccato TM con i suoi 36,46 CV, poi Kawasaki con quasi 36 e quindi Honda con 35,35. Rispetto alla comparativa dello scorso anno sono migliorate tutte di circa 1 CV. Husqvarna addirittura di 2. KTM, Suzuki e Yamaha, invece, sono rimaste più o meno allo stesso livello e non fanno segnare i risultati migliori. Il vantaggio del doppio iniettore Kawasaki si nota proprio nella parte finale, dove svetta su tutte. DATI RILEVATI Potenza max ruota CV-giri Coppia max ruota Nm-giri Rumorosità (dB) MISURE RILEVATE Peso kg (ant.-post.) Interasse mm Altezza minima da terra mm Altezza sella mm Larghezza manubrio Posizione attacchi manubrio DOTAZIONE MOTO IN PROVA Rapportatura finale Tipo pneumatico anteriore Misura pneum. ant. Tipo pneumatico posteriore e misura Misura pneum. post. MISURE DELL’ASSETTO CON PILOTA 70 KG Front sag mm Front rider mm Rear sag mm Rear rider mm 96 HONDA CRF250R 35,35 - 11.100 25,48 - 7.900 88,2 HUSQVARNA TC250 34,56 - 11.500 24,26 - 8.900 89,6 KAWASAKI KX250F 35,93 - 12.500 25,58 - 8.700 96,3 100,8 (49,6-51,2) 1.498 320 945 805 posizione fissa 102,6 (49,4-53,2) 1.460 330 963 810 standard di 2 101,2 (49,4-51,8) 1.480 320 945 805 posizione fissa 13/49 Pirelli Scorpion Mid Soft 32 80/100-21’’ Pirelli Scorpion Mid Soft 32 100/90-19’’ 13/53 Michelin Starcross 80/100-21’’ Michelin Starcross 100/90-19’’ 13/49 Michelin Starcross 80/100-21’’ Michelin Starcross 100/90-19’’ 24 46 35 80 34 46 40 107 10 15 34 92 LA PROVA AL BANCO Husqvarna TC250 Honda CRF250R 26 Kawasaki KX250F KTM SX250F 24 Suzuki RM-Z250 TM MX250FI Yamaha YZ250F 22 20 18 I DATI DICHIARATI E RILEVATI m 28 Nm coppia 16 14 12 10 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 x 1000 14 rpm La curva di coppia premia Kawasaki che può sfruttare il doppio iniettore che permette di non limitare la spinta in nessun settore. E c’era da aspettarselo. Mentre il risultato di Honda (con valore molto simile) sorprende. Le altre si intrecciano tra di loro con picchi a diversi numero di giri, ma è nella prima parte che si leggono le vere differenze con KTM che buca meno di tutte, partendo, però, più in sordina. KTM SX250F 33,33 - 11.200 24,54 - 8.300 91,8 SUZUKI RM-Z 250 33,85 - 11.200 24,41 - 8.800 93,5 TM MX250FI 36,46 - 11.300 24,64 - 9.200 nr YAMAHA YZ250F 33,07 - 11.900 23,98 - 8.600 92,1 103,6 (50-53,6) 1.500 312 958 820 posizione 1 di 4 101,6 (49-52,6) 1.480 310 945 810 posizione fissa 100,4 (49-51,4) 1.500 330 963 810 posizione fissa 98,4 (47,8-50,6) 1.460 316 946 810 posizione arretrata di 2 13/48 Pirelli Scorpion Mid Soft 32 80/100-21’’ Pirelli Scorpion SX Mid Soft 32 100/90-19’’ 13/49 Dunlop D742 80/100-21’’ Dunlop D756 100/90-19’’ 13/53 Michelin Starcross 80/100-21’’ Michelin Starcross 100/90-19’’ 13/51 Pirelli Scorpion Mid Soft 32 80/100-21’’ Pirelli Scorpion Mid Soft 32 100/90-19’’ 32 46 32 89 24 35 40 95 34 46 40 107 27 50 25 85 COMPARATIVA MX2 2012 2 CR O SS
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