cn posillipo - Circolo Nautico Posillipo
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C.N. POSILLIPO Sabato, 16 maggio 2015 C.N. POSILLIPO Sabato, 16 maggio 2015 C.N. POSILLIPO 16/05/2015 La Gazzetta dello Sport Pagina 46 FRANCO CARRELLA Del Lungo il bello del Settebello «Recco, non è ancora... 16/05/2015 TuttoSport Pagina 22 EMANUELE MORTOLA Recco, match ball per il 29° scudetto 16/05/2015 Il Mattino Pagina 21 Maria Chiara Aulisio De Crescenzo: così in piscina insegno a vincere 16/05/2015 Il Mattino Pagina 41 Maria Chiara Aulisio Paolo De Crescenzo «Da Dennerlein ai ragazzi la mia vita a pelo d'... 16/05/2015 Il Mattino Pagina 41 16/05/2015 Il Roma Pagina 33 6 11 Acquachiara a caccia del ribaltone 16/05/2015 Il Roma Pagina 33 12 Canottieri, vincere per centrare l' Europa Tra Recco e la storia c' è solo il Brescia 5 10 Cresciuto nella Canottieri Napoli, De Crescenzo esordì in prima... 16/05/2015 Il Secolo XIX Pagina 4041 3 4 Pallanuoto, in gara 2 per il terzo posto l'Acquachiara ospita Sport... 16/05/2015 Il Mattino Pagina 27 1 ITALO VALLEBELLA 13 16 maggio 2015 Pagina 46 La Gazzetta dello Sport C.N. POSILLIPO Del Lungo il bello del Settebello «Recco, non è ancora finita» Il portiere del Brescia si lancia su gara3 «Non ci sentiamo per niente spacciati» Il bello della pallanuoto è che puoi crederci sempre. «Fino all' ultimo istante, come è successo in gara2 contro la Pro Recco». Quando il Brescia s' è arreso ai rigori. Il bello del Settebello è Marco Del Lungo: sguardo da magnifico tenebroso e profilo da attore hollywoodiano. «Sembra il Principe Azzurro di Shrek» disse di lui Stefano Tempesti, il capitano azzurro, attraverso le pagelle semiserie stilate con la Gazzetta al termine degli Europei di Budapest, chiusi con l' inattesa medaglia di bronzo. Amici e rivali, in Nazionale e nella finale scudetto. Mercoledì, il destino è stato beffardo con il numero 1 dei lombardi. Due rigori parati (come Tempesti), eppure sconfitto. Il bello di questa finale è che il titolo non è stato ancora assegnato. «Con la serie al meglio delle cinque partite, le emozioni per fortuna si allungano. E noi non ci sentiamo per niente spacciati. Rispetto al primo match, abbiamo fatto enormi passi avanti» garantisce Marco alla vigilia di gara3 che può assegnare alla squadra ligure il decimo tricolore di fila. «Peccato per l' occasione sprecata sul 63, una doppia superiorità che avrebbe potuto darci il +4». ISTINTO Giovedì, per mitigare l' amarezza della sera prima, Del Lungo s' è diretto alla punzonatura della Mille Miglia, un mondo che ama da sempre. «Tutti i motori, due o quattro ruote che siano. La Ferrari e la Ducati, Michael Schumacher e Valentino Rossi». Ma adora soprattutto la natura, gli spazi all' aperto. «Mare, montagna, campagna». In attesa di concedersi un po' di vacanza, si lancia con decisione sull' ennesima sfida a distanza. «Tempesti? Non c' era bisogno di questa finale per ribadire quanto sia bravo. Ha esperienza e grandi mezzi fisici. Ma confesso che il mio idolo, quando ho cominciato, era Marco Gerini: lo guardavo in tv ai Mondiali di Barcellona 2003. Parare i rigori? Certo che studio un po' gli avversari, ma per il 90% mi lascio guidare dall' istinto» spiega il portiere romano, nato a Tarquinia (Viterbo) perché la mamma ostetrica lavorava lì, ma civitavecchiese a tutto tondo, fratello di Andrea che da un po' fa l' arbitro di pallanuoto. Cresciuto nella Cosernuoto col grande Roldano Simeoni («All' inizio facevo il marcatore del centro»), consacrato nella Snc Civitavecchia, è dal 2011 a Brescia, su intuizione del d.s. Piero Borelli. Tifoso della Lazio, ha studiato Scienze e tecniche delle attività motorie: «Ma è durissima conciliare scuola e sport ad alto livello». Si schermisce quando si parla del suo fascino che piace alle donne: «Non mi sento così bello. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 A CURA DI ASITNEWS COLLABORAZIONE UFFICCIO STAMPA FIN CRC Continua > 1 16 maggio 2015 Pagina 46 < Segue La Gazzetta dello Sport C.N. POSILLIPO Non mi hanno mai proposto di fare cinema o di posare. E comunque la mia fidanzata non è troppo gelosa...». Alessandra è cugina di Claudia, sposata con Marco De Luca, il miglior cinquantista della marcia italiana. «Ci confrontiamo spesso, discutendo di metodologie di allenamento. Lui dice che la pallanuoto è lo sport più massacrante, io credo invece che sia la marcia». Una bella lotta. FRANCO CARRELLA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 A CURA DI ASITNEWS COLLABORAZIONE UFFICCIO STAMPA FIN CRC 2 16 maggio 2015 Pagina 22 TuttoSport C.N. POSILLIPO PALLANUOTO Recco, match ball per il 29° scudetto Match ball per il Recco che, in vantaggio nella serie delle finali tricolori per 20 ed ospitando oggi il Brescia nella vasca "bunker" di Sori, dove ha perso solo una volta negli ultimi quattro campionati, ha l' occasione di chiudere i conti e di conquistare il 10° scudetto consecutivo, 29° della sua storia. Missione quasi impossibile, invece, per il Brescia la cui situazione è ormai gravemente compromessa. E in effetti, tutto lascia davvero pensare che i giochi siano già fatti e che il Brescia abbia definitivamente "perso il treno" mercoledì scorso in gara 2 quando, nella piscina di casa, non è riuscito a gestire un vantaggio di tre reti. Ma anche i precedenti sono tut ti a favore del Recco che, da quando ha iniziato a vincere scudetti in serie, ha disputato contro il Brescia 12 partite nelle finali vincendone 11. Donne: finale 3° posto Oggi si giocano anche le finali per il terzo ed il quinto posto, in palio i pass per la Champions League e l' Euro Cup, nonché MessinaBogliasco, incontro valido come finale in gara unica per il terzo posto del campionato femminile (inizio alle 14.30, arbitri Centineo e Riccitelli). La squadra vincente in Euro League. ILPROGRAMMAfinalescudetto(gara 3)alle19.30 ReccoBrescia (serie 20, arbitri Ceccarelli e Gomez, diretta tv su Raisport 2); finale 3° posto (gara 2), alle 19 AcquachiaraBpm Sport Management (serie 01, arbitri Brasiliano e Lo Dico); finale 5° posto (gara 2), alle 20.30 Canottieri NapoliBogliasco (serie 10, arbitri L. Bianco e Ricciotti). EMANUELE MORTOLA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 A CURA DI ASITNEWS COLLABORAZIONE UFFICCIO STAMPA FIN CRC 3 16 maggio 2015 Pagina 21 Il Mattino C.N. POSILLIPO Pallanuoto, in gara 2 per il terzo posto l'Acquachiara ospita Sport Management Alle 19 la Carpisa deve vincere per la bella; quinto posto (20.30) la Canottieri affronta il Bogliasco Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 A CURA DI ASITNEWS COLLABORAZIONE UFFICCIO STAMPA FIN CRC 4 16 maggio 2015 Pagina 27 Il Mattino C.N. POSILLIPO Storico coach del Posillipo, oggi all' Acquachiara De Crescenzo: così in piscina insegno a vincere Laurea in Economia e commercio, ottima conoscenza di psicoanalisi e psicoterapia. Passioni: musica brasiliana, i libri di Baricco e la pallanuoto. È Paolo De Crescenzo, 64 anni, storico coach del Posillipo anni 80/90. Che premette: «Ho avuto un buon maestro, Fritz Dennerlein. Nessuno a Napoli ha vinto più di lui né l' ha meglio rappresentata. Fritz mi ha insegnato i valori dello sport, quelli veri. Uno su tutti: l' importanza della squadra, il "potere" del gruppo. Ho imparato a non considerare mai il campione migliore di chi non lo è, ma il team nel suo complesso». De Crescenzo ha guidato anche per un anno la Pro Recco, per due la Nazionale, ora l' Acquachiara e racconta: «Franco Porzio? Bravissimo. Sia lui che suo fratello Pino. Con Pino e Carlo Silipo abbiamo vinto tutto quello che si poteva. Sono cresciuti con me, avevano 16 anni quando ho cominciato ad allenarli. I ragazzi li sento tutti figli miei. L' allenatore è un professionista, un padre, un fratello maggiore, un amico, un riferimento per l' atleta». Maria Chiara Aulisio Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 A CURA DI ASITNEWS COLLABORAZIONE UFFICCIO STAMPA FIN CRC 5 16 maggio 2015 Pagina 41 Il Mattino C.N. POSILLIPO Paolo De Crescenzo «Da Dennerlein ai ragazzi la mia vita a pelo d' acqua» Laureato in Economia appassionato di psicoanalisi la storia di un grande coach Laurea in Economia e commercio, parentesi da promotore finanziario, ottima conoscenza in materia di psicoanalisi e psicoterapia con una particolare propensione verso il mondo della comunicazione non verbale, il linguaggio del corpo per intenderci, convinto com' è che la mimica riveli i pensieri e le intuizioni altrui più delle parole. Punti di riferimento: Carl Rogers per le relazioni umane e Alexander Lowen per la bioenergetica. Grandi passioni: la musica brasiliana, i libri di Baricco e la pallanuoto. Eccolo qui Paolo De Crescenzo, classe '50, storico allenatore del Posillipo degli anni 80/90, vincente da giocatore e da coach, unico «tecnico» della pallanuoto ad aver portato a casa Coppe dei campioni e scudetti dentro e fuori vasca. Ma quanti titoli ha vinto? «Parecchi». Quanti? «Tre Coppe dei campioni, due da allenatore del Posillipo e una da giocatore della Canottieri, e tredici scudetti. Oltre a trenta presenze in Nazionale». Un fenomeno. «Non esageriamo». Ha vinto di tutto. «Ho avuto un buon maestro». Chi? «Fritz Dennerlein. Nuotatore e pallanuotista, ct della Nazionale azzurra. Nessuno a Napoli ha vinto più di lui né l' ha meglio rappresentata: trenta titoli italiani, duecento presenze in Nazionale, cinque primati europei e tre olimpiadi. Era un padre per me, quell' incidente stradale che lo ha portato via a 56 anni è stato una beffa». Grande dolore. «Lo amavo molto. Se n' è andato senza aver realizzato l' ultimo progetto». Quale? Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 A CURA DI ASITNEWS COLLABORAZIONE UFFICCIO STAMPA FIN CRC Continua > 6 16 maggio 2015 Pagina 41 Il Mattino C.N. POSILLIPO < Segue «Scrivere un libro sulle malefatte dello sport e creare un movimento che potesse diffondere un nuovo modello di atleta, figura troppe volte inquinata da miliardi, sponsor e gelosie». Uomo straordinario. «Gli devo buona parte di quello che sono, mi ha regalato una grande formazione umana iniziata quando prese la squadra nel '67, mi ha accompagnato, con la Canottieri, fino al 1980. Fritz mi ha insegnato i valori dello sport, quelli veri». Quali? «Uno su tutti: l' importanza della squadra, il "potere" del gruppo. Ho imparato a non considerare mai il campione migliore di chi non lo è, ma il team nel suo complesso. Anzi, vi dirò di più». Prego. «Chi dispone di qualità naturali ha l' obbligo di metterle al servizio degli altri. I giocatori possono essere di livello, cultura e nazionalità diversa ma tutti appartengono alla squadra e ognuno ne è protagonista». In acqua nessuna differenza, dunque. «No. O meglio: è chiaro che il giocatore di talento, grazie alle sue qualità, riceve un miglior ritorno economico e una maggiore gratificazione. Ma il riconoscimento all' interno del gruppo, anche in termini di minuti di impiego, sarà sempre in relazione ai benefici che sa dare alla squadra». Che cosa ne pensano i campioni di questa teoria? «I "miei" non protestano più». Perché prima sì? «C' è sempre chi è più ribelle e meno incline al rispetto delle regole. In ogni caso o si fa come dico io o niente. La squadra ha una sua identità che prescinde dai singoli, sono loro che devono adattarsi, mai il contrario. I campioni lo sanno, altrimenti glielo spiego io». Lei è anche psicologo, saprà bene come comunicare nel modo migliore. «Il mio obiettivo è uno solo: tirar fuori il meglio da ognuno». Ci riesce? «Quasi sempre». D' altronde di ragazzi ne ha visti. «Tanti». Quanti? «Mah, non saprei. Considerando che ho allenato quattro squadre direi forse un centinaio». Quali squadre ha allenato? «Il Posillipo per circa vent' anni: sono arrivato su quella panchina nel 1983, avevo 33 anni. Devo ammettere che fui capace di conquistarmi subito le simpatie dell' ambiente». Grazie, cominciò a stravincere. «Vero. Fu un buon periodo. Portammo a casa nove scudetti, due Coppe delle coppe, due Coppe Italia e soprattutto due Coppe dei campioni oltre alla Supercoppa europea». Quattro squadre, diceva. «Dal 2003 al 2005 ho guidato la Nazionale, poi la Pro Recco per un anno e adesso l' Acquachiara, una giovane formazione sportiva presieduta da Franco Porzio che mi ha voluto in panchina». Franco Porzio? Ma non è stato uno dei suoi giocatori? «Tra i migliori». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 A CURA DI ASITNEWS COLLABORAZIONE UFFICCIO STAMPA FIN CRC Continua > 7 16 maggio 2015 Pagina 41 < Segue Il Mattino C.N. POSILLIPO Da allievo a presidente? «La vita va così. Con lui c' è sempre stato un rapporto di stima e affetto». Dunque, Porzio tra i migliori? «Bravissimo. Sia lui che suo fratello Pino, due fuoriclasse». Chi altro c' era tra i campionissimi di quegli anni? «Sicuramente Mario Fiorillo, Marco e Stefano Postiglione, i due fratelli Fiorentino, Piero e Massimo». Basta così? «Ricordo anche il talento di Carlo Silipo, Nando Gandolfi... Erano gli anni Novanta. Molto bravi pure gli stranieri Tamas Kasas e Vladimir Vujasinovic». Belle soddisfazioni? «Direi proprio di si. Con Pino Porzio e Carlo Silipo abbiamo vinto tutto quello che si poteva vincere. Sono cresciuti con me, avevano 16 anni quando ho cominciato ad allenarli». Ottimo lavoro a giudicare dai risultati. «Straordinario direi, negli anni in cui ho allenato la Nazionale, alla guida del Posillipo si sono alternati loro, prima Pino e poi Carlo». L' allievo che supera il maestro? «Adesso non esageriamo. Scherzo, potrei andarne solo fiero. La verità sapete qual è?». Quale? «Che alla fine, i ragazzi, li sento tutti figli miei. E non potrebbe essere diverso. L' allenatore è un professionista, un padre, un fratello maggiore, un amico, un punto di riferimento assoluto per un atleta. Condividiamo tutto, gioie e fallimenti. La vera squadra si vede nella sconfitta. È proprio in questi casi che riconosco il vero atleta». Chi è il «vero atleta»? «Quello che quando si perde non cerca alibi o attenuanti, non scarica sugli altri e si mette in discussione, cosa che faccio regolarmente anche io». Qual è una sconfitta che ancora le brucia? «Forse l' ultima. Il Posillipo che ha vinto l' Euro Cup 2015 battendo noi dell' Acquachiara 1110, per un gol, al termine di un derby rimasto in bilico fino all' ultimo secondo». Peccato. «Eh sì. Ma va bene lo stesso, da ogni sconfitta si esce più forti e più uniti. Era uno slogan anche quando in acqua c' eravamo noi». Noi chi? «La grande Canottieri Napoli degli anni Settanta, fortissima. Quattro scudetti in sei anni». Caspita. «I famosi scudetti degli anni dispari: 1973 1975 1977 e 1979. Per la verità nel '77 vincemmo anche la Coppa dei campioni, a Palermo, e chi se lo scorda». Uno squadrone, insomma. «Gruppo di fuoco». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 A CURA DI ASITNEWS COLLABORAZIONE UFFICCIO STAMPA FIN CRC Continua > 8 16 maggio 2015 Pagina 41 < Segue Il Mattino C.N. POSILLIPO Chi c' era in quella squadra? «Da mio fratello Massimo a Gualtiero Parisio, Giorgio Sorrentino, Mario Scotti, Guido Criscuolo, Marco Pirone, Renato Notarangelo, Silvano Forte... il grandissimo Enzo D' Angelo il cui ricordo porterò sempre nel cuore». Una curiosità: meglio i ragazzi di ieri o quelli di oggi? «Uguali. Stessa passione, stesso amore per lo sport e stessa voglia di vincere. Solo una cosa...». Quale? «Stanno sempre co' sto telefonino in mano, ma che terranno da guardare?». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Maria Chiara Aulisio Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 A CURA DI ASITNEWS COLLABORAZIONE UFFICCIO STAMPA FIN CRC 9 16 maggio 2015 Pagina 41 Il Mattino C.N. POSILLIPO Cresciuto nella Canottieri Napoli, De Crescenzo esordì in prima squadra nel 1965 in quel gruppo ... Lo sport nel sangue. Cresciuto nella Canottieri Napoli, De Crescenzo esordì in prima squadra nel 1965 in quel gruppo che dominò l' Italia della pallanuoto negli anni settanta. Nel 1983 arriva sulla panchina del Posillipo. La sua storia sportiva ha una impennata esponenziale: 9 scudetti, 2 Coppe delle coppe, 2 Coppe Italia e 2 Coppe dei campioni oltre che la Supercoppa europea. Dal 2003 al 2005 ha anche guidato la Nazionale prima di ritornare per un altro biennio al Posillipo, ritirandosi nel 2007. Nell' estate 2013 viene contattato dall' Acquachiara Napoli e accetta l' incarico. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 A CURA DI ASITNEWS COLLABORAZIONE UFFICCIO STAMPA FIN CRC 10 16 maggio 2015 Pagina 33 Il Roma C.N. POSILLIPO PALLANUOTO PLAY OFF Per arrivare terza la Carpisa Yamamay deve superare la Bpm stasera (ore 19) e domani Acquachiara a caccia del ribaltone NAPOLI. Una meta distante due partite. Le due partite distanti 24 ore. Si gioca tutto la Carpisa Yamamay Acquachiara in vasca contro la Bpm Sport & Managment questa sera alle 19 alla Scandone. In virtù della sconfitta a Monza gli uomini di De Crescenzo sono chiamati a vincere la gara di oggi per accedere alla "bella" che si terrebbe domani alle 18. I biancazzurri cercheranno di ripetere l' impresa già riuscita nei quarti di finale contro il Posillipo, quando con due vittorie in due giorni capovolsero il verdetto sfavorevole della prima partita della serie. Stavolta la posta in palio è ancora più alta: il terzo posto definitivo in campionato e un pass per accedere direttamente ai gironi preliminari della prossima Champions League. I napoletani non hanno scelta: bisogna vincere entrambe le gare. Ov viamente, considerando che, se l' Acquachiara non riuscirà ad imporsi stasera, la gara di domani non si giocherà e l' intero montepremi andrebbe di diritto tutto al team di Baldineti. Come ogni gara dei play off non è previsto il pareggio e quindi, come è successo anche alla Canottieri con il Boglisco, nel caso in cui le due squadre dovessero arrivare all' ultima sirena appaiate si procederà con i tiri di rigore per decretare un vincitore. Non è un' impresa facile, tutt' altro, quella che attende i biancazzur ri. Devono superare due volte l' unica squadra di A1 che non sono mai riusciti a battere. Due sconfitte e un pareggio il bilancio dell' Acquachiara nei tre precedenti, tutti in questa stagione, che è anche la prima dei veronesi nella massima serie. «Per farcela sottolinea Paolo De Crescenzo c' è bisogno non solo della migliore Acquachiara, ma anche e soprattutto dell' aiuto del nostro pubblico». Ecco perchè a partire da questa sera per gara 2 della finale del terzo posto, si tornerà all' ingresso gratuito. A dare il fischio d' inizio e a dirigere la contesa saranno l' arbitro ligure Brasiliano e il suo collega siciliano Lo Dico. De Crescenzo non ha problemi di formazione, potrà schierare tutti gli effettivi, fatta eccezione ovviamente per Scotti Galletta. «A Monza continua il tecnico la mia squadra è stata all' altezza della situazione. L' unica cosa negativa è stato il risultato finale. Questo mi fa ben sperare per domani sera». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 A CURA DI ASITNEWS COLLABORAZIONE UFFICCIO STAMPA FIN CRC 11 16 maggio 2015 Pagina 33 Il Roma C.N. POSILLIPO FINALE QUINTO POSTO Se i giallorossi battono il Bogliasco (ore 20,30) strappano il pass per l' Euro Cup Canottieri, vincere per centrare l' Europa NAPOLI. Appuntamento con l' Europa per la Canottieri Napoli. I giallorossi hanno questa sera alle 20,30 la chance di chiudere il discorso quinto posto battendo in Bogliasco in gara due della serie play off. In caso di vittoria i giallorossi contestualmente strapperebbero il pass per la prossima Euro Cup. L' ultima qualificazione alla Coppa Len da parte del Circolo Canottieri Napoli risale alla stagione 98/99 con il compianto Enzo D' Angelo allenatore. La partecipazione, nella stagione seguente, si concluse a Barcellona, quando la Canottieri fu eliminata dal Barceloneta del leggendario Manuel Estiarte. In quella squadra militava l' attua le tecnico della formazione giallorossa, Paolo Zizza. La vittoria in Liguria di domenica scorsa pone certamente la formazione giallorossa in una posizione di vantaggio (potendo disputare la eventuale terza partita di domani sempre alla Scandone), ma il Bogliasco ha dimostrato di essere una formazione ostica e difficile da battere. Escludendo i rigori, nelle tre sfide nelle quali le due formazioni si sono incontrate il bilancio è di un pareggio e due vittorie dei liguri. Deserti e compagni punteranno nuovamente a ribaltare il fattore campo, ma troveranno i ragazzi di Zizza motivatissimi a mantenere la promessa fatta ad inizio campionato al presidente Sabbatino di conquistare un posto in Europa. «Il fatto di aver vinto la prima partita non ci autorizza a pensare che abbiamo in tasca anche la vittoria finale. Sarebbe un errore di valutazione gravissimo e potrebbe compromettere quanto di buono abbiamo fatto fin qui ha detto coach Paolo Zizza, Resta un impegno difficile contro un avversario forte e ben preparato. Prevedo anche questa una gara molto equilibrata e combattuta sino alla fine. Dobbiamo cercare di ripetere la stessa gara che abbiamo fatto a Bogliasco per intensità e concentrazione». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 A CURA DI ASITNEWS COLLABORAZIONE UFFICCIO STAMPA FIN CRC 12 16 maggio 2015 Pagina 4041 Il Secolo XIX C.N. POSILLIPO PALLANUOTO/ GARA 3 SCUDETTO Tra Recco e la storia c' è solo il Brescia Sarebbe il decimo tricolore di fila RECCO. Tre match point da sfruttare per non mancare l' appuntamento con la storia. Il primo, per la Pro Recco passa stasera. Alle 19.30 a Sori (diretta tv su Rai Sport 1) arriva il Brescia. Basta una vittoria per centrare il ventinovesimo scudetto ed entrare (sempre di più) nella storia della pallanuoto maschile con dieci tricolori di fila. Guarda caso, i giocatori che più di tutti hanno firmato questo ciclo unico sono quelli che in queste finali sono stati anche più decisivi. Stefano Tempesti (presente dall' inizio di questo ciclo) ha chiuso la porta (vedi ad esempio i rigori parati mercoledì), Maurizio Felugo (otto tricolori con il Recco, uno col Posillipo) ha dettato i tempi, organizzato la squadra e piazzato gol pesanti e bellissimi. Come dire: chi meglio conosce queste partite, sa anche meglio degli altri come interpretarle. Martedì Felugo a Brescia nel primo tempo è rimasto a guardare. Quando è entrato la musica è cambiata:«E' la squadra che si è compattatasottolinea. Poi l' abitudine a giocare certe gare può aiutare. Mi fa piacere essere un punto di riferimento per i miei compagni». Il Felugo che arriva a questo finale di campionato è un giocatore ritrovato che aveva iniziato la stagione con molte difficoltà, spesso messo ai margini anche da Milanovic. «Nel nostro sport ti alleni proprio per essere al top ora spiega .Io sto bene, mi diverto e giocare certe partite mi piace un sacco». Stasera arriva quella che vale l' appuntamento con la storia. E che potrebbe permettere alla Pro Recco di battere se stessa. I biancocelesti vinsero, infatti, nove tricolori di fila tra il 1964 e il 1972. Allora Eraldo Pizzo era giocatore. Oggi è vice presidente. «Io invidioso di questo Recco? Ma non scherziamo sorride il Caimano . Resta tutto in famiglia. Mi scoccerebbe se fosse un' altra società a superarci. Se ci riusciremo noi, tanto meglio». ITALO VALLEBELLA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 A CURA DI ASITNEWS COLLABORAZIONE UFFICCIO STAMPA FIN CRC 13
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