il tridente ha fatto 100 - Libreria dell`Automobile
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il tridente ha fatto 100 - Libreria dell`Automobile
1 NAZ/223/2008 35 Iscriviti alla newsletter www.libreriadellautomobile.it periodico semestrale di auto e moto d’epoca Semestrale - 1° semestre 2014 - Anno XVIII - N° 35 - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi. n° 35 • I s emestre 2014 IL TRIDENTE HA FATTO 100 1914-2014: sono le coordinate temporali dentro le quali si è dipanata la storia di uno dei marchi automobilistici italiani più prestigiosi: la Maserati. Era inevitabile ripercorrerne la storia in un libro. T utto ha inizio il 1 dicembre 1914 quando Alfieri Maserati, assieme ai fratelli Ettore ed Ernesto, apre a Bologna, al n° 1 di Via dè Pepoli, la “Società Anonima Officine Alfieri Maserati” che, come è scritto nella registrazione alla Camera di Commercio, sarà: “un’officina meccanica per riparazioni automobili e garage”. Alfieri è uno dei sei fratelli – sarebbero in realtà sette ma il terzo scompare appena un anno dopo la nascita – nati fra il 1881 e il 1898 da Rodolfo Maserati e dalla moglie Carolina Losi. Almeno sino alla metà degli anni Venti, questa nuova realtà, sapientemen- te guidata proprio dallo stesso Alfieri, si dedica in particolare all’elaborazione e alla preparazione sportiva di vetture, soprattutto motori, di altre marche quali Isotta Fraschini e Diatto. Con queste automobili il nome Maserati inizia a figurare con sempre maggiore insistenza nelle classifiche delle diverse gare che, all’epoca, si disputavano tanto in Italia quanto in Europa ma poi, già nel 1924, i risultati iniziano a scarseggiare e la Diatto, oppressa da debiti e creditori, alla fine della stagione successiva, decise di cedere tutta l’attrezzatura sportiva, compresa una decina di telai di Diatto 30 Sport, proprio ai Maserati che, come si suol dire, non aspettavano altro... Nella nuova officina di Via Emilia Levante dove frattanto si erano trasferiti, i fratelli Maserati, fra l’inverno del 1925 e la primavera dell’anno successivo, lavorano alacremente su quella che sarebbe poi diventata a tutti gli effetti la prima “vera” Maserati, la Tipo 26, una Grand Prix contrassegnata da una filante carrozzeria ma soprattutto recante sul radiatore un piccolo tridente, analogo a quello che il Giambologna aveva scolpito nella mano destra della statua di Nettuno, posta nella piazza omonima, nel centro di Bologna. A pensare a quel tridente e a stilizzarlo in funzione di quella nuova destinazione, l’emblema di una Casa automobilistica, aveva pensato un altro dei fratelli, Mario, l’artista di famiglia. La “prima” nata sotto il segno del Tridente Quella Tipo 26 era mossa da un 8 cilindri di 1,5 litri di cilindrata (1492 cc) che, grazie al turbocompressore, arrivava ad esprimere una potenza di oltre 120 CV. La neonata Maserati dominò, da subito, al debutto, nella propria categoria, alla Targa Florio del 25 aprile di quell’anno, guidata dallo stesso Alfieri e da quel Guerino La Libreria dell’Automobile magazine a casa tua... ☞ Non ricevi ancora La Libreria dell’Automobile magazine? ☞ Stai cambiando indirizzo e vuoi continuare a riceverla? Richiedi la tua copia OMAGGIO Comunicaci il tuo indirizzo: Fax 02.27301454 Tel. 02.27301462/68 E-mail: [email protected] www.giorgionadaeditore.it Giorgio Nada Editore Via C. Treves, 15/17 - 20090 Vimodrone (MI) www.giorgionadaeditore.it LDA Magazine 35.indd 1 20/03/14 10:56 2 n° 35 • I semestre 2014 Un celebre quanto intenso primo piano di Alfieri Maserati. La Maserati Tipo 26B del 1927. te l’Isotta Fraschini, portano avanti il marchio di famiglia ma, pur a fronte di altri esaltanti successi (si pensi alle vittorie colte dal binomio NuvolariMaserati), nel volgere di pochi anni si accorgono che i costi dell’attività sportiva sono esorbidanti e che, da soli, non potranno tirare avanti molto. La Tipo 26 durante i primi collaudi a Monza. Bindo, Ernesto ed Ettore Maserati al tavolo di lavoro. Dietro di loro il ritratto del fratello Alfieri. Bertocchi che, nel corso del tempo, sarebbe diventato lo storico meccanico e collaudatore della Casa. La Tipo 26 c’è e quello altro non è che il primo di una lunga serie di successi colti nel volgere di pochi anni da quella straordinaria vettura e dalla sua ricca e articolata discendenza: dalla 26B alle 26MM e R, dalla 26 C alle 26 M Sport. A condurle al successo, oltre agli stessi Maserati, piloti del calibro di Arcangeli, Fagioli, Varzi e Borzacchini, quel Borzacchini che nel 1929 conquista il record mondiale di velocità sui 10 chilometri (lungo gli interminabili rettifili tra Mantova e Cremona, resi famosi dal Circuito motociclistico di Cremona tra il 1912 e il 1924) alla media di 246,069 km/h: è alla guida della tipo V4, una 16 cilindri a V da 4 litri. All’alba degli anni Trenta, la Maserati è ormai un nome noto nel panorama automobilistico internazionale ma proprio quando sembra che tutto volga a favore degli intraprendenti fratelli, accade l’irreparabile: il 3 marzo 1932, all’età di 44 anni, scompare all’im- provviso Alfieri Maserati. Ernesto ed Ernesto cui si aggiunge Bindo che per far fronte all’emergenza abbandona repentinamen- La Maserati 8C 2500 di Giuseppe Campari alla Parma-Poggio di Berceto del 1933. Storica immagine quella di Wibur Shaw a bordo della Maserati 8CTF con cui vinse la 500 Miglia di Indianapolis nel 1939 (per poi ripetersi nel 1940). Arrivano gli Orsi Nel 1937, la famiglia Orsi di Modena (che, dopo aver iniziato con la raccolta di materiali ferrosi, ha saputo dar vita a un gruppo forte di ferriere, miniere, compagnie di trasporto e navigazione), guidata dalla 3 n° 35 • I s emestre 2014 mASERATI UN SECOLO DI STORIA Il lIbro uffIcIale gianni Cancellieri, Luca Dal monte, Cesare De Agostini, Lorenzo Ramaciotti Formato 26.5x29.5 cm, pagine 360, foto in b/n e a colori, rilegato con sovraccoperta, testo italiano € 50,00 Era il 1° dicembre del 1914 quando Alfieri Maserati comunicò alla Camera del Commercio e dell’Industria di Bologna l’apertura in via De Pepoli di un’officina dedita alla riparazione di automobili. L’attività divenne subito intensa e, nel volgere di un decennio, assieme ai suoi fratelli, Alfieri iniziò a costruire vetture con un proprio marchio. La prima Maserati, la Tipo 26, con tanto di Tridente impresso sopra al radiatore, vide così la luce nel 1926. Malgrado non siano mancati i momenti difficili, in questo primo secolo di vita, la Casa fondata dai fratelli Maserati è divenuta, assieme alla Ferrari e ad altri pochi marchi, uno degli emblemi del Made in Italy e una realtà che tutto il mondo ci invidia. A ripercorrere questi cento anni sono alcune fra le firme più prestigiose del giornalismo di settore, da Luca Dal Monte, direttore Stampa e Relazioni Esterne Maserati, che traccia un secolo di storia industriale, a Lorenzo Ramaciotti, responsabile Stile del Gruppo Fiat, che offre un proprio punto di vista sulla evoluzione stilistica delle vetture del Tridente. A Cesare De Agostini e Gianni Cancellieri spetta il compito di raccontare le vicende agonistiche della Maserati che, sin dalle origini, ha fatto dell’impegno sportivo un proprio cavallo di battaglia. Disponibile anche l’eDizione inglese mASERATI A CENTURY oF HISToRY The offIcIal book Un “mezzo busto” di Adolfo Orsi e, a destra, una pubblicità delle candele Maserati apparsa sulla stampa specializzata dell’epoca. figura di Adolfo, rileva marchio, attività e officine di Bindo, Ernesto ed Ettore Maserati. I fratelli, rimasti al loro posto con un contratto decennale di consulenza, continuano in Via Emilia Levante 84 la progettazione (grazie soprattutto al più giovane di tutti loro, Ernesto) e la costruzione di auto da corsa e di candele d’accensione, nonché di macchine utensili. Due anni dopo, fabbriche e scuderia vengono spostate a Modena: sotto la Ghirlandina, la produzione viene trasferita nel nuovissimo stabilimento di via Ciro Menotti 322, dietro i binari della stazione ferroviaria, dove si continueranno a costruire le vetture da competizione (e, in seguito, le granturismo) delle Officine Alfieri Maserati nonché le candele della Fabbrica Candele Maserati. Dopo il celeberrimo trionfo del 1939 alla 500 Miglia di Indianapolis con Wilbur Shaw (poi ripetuto l’anno dopo) con una 3000 cc a 8 cilindri con compressore, arriva lo stop imposto dalla Seconda guerra mondiale: la Maserati, al pari di altre realtà, “campa” con la revisione di veicoli militari ma anche con la costruzione di macchine utensili e motocarri. Tornata la pace, al GP di Nizza del € 60,00 Gli Orsi e il passaggio a Moden a 1937-1945 Da bolognese oltre che da uomo di sport, Filippini conosce I fratelli Maserati sono perfettamente le difficoltà professionisti rispettati economiche di cui i e amati dalla fol- rati ta e cosmopolita comunità fratelli Masesembrano non riuscire che si muove intorno a liberarsi. E ha un’intuizione. all’automobili- semplice smo sportivo degli anni Tanto quanto geniale. A Modena, Trenta – quel mondo città che dista da Bologna in cui le corse in una automobile, complice quarantina di chilometri, la rivalità a tutto campo conosce un industriale tra Tazio Nuvolari e Achille Varzi, si affiancano che si è fatto dal niente. Il suo al ciclismo e al calcio nome è Adolfo Orsi. in quanto a se riuscire Se questi dovespopolarità. Anche dopo ad assicurare alla Maserati la scomparsa di Alfieri, che tra le altre ca la sicurezza economicose si occupava in modo di cui necessita, i tre così naturale pure delle fratelli potrebbero concentrarsi relazioni pub- e unicamente bliche per conto dell’azienda solo su quello di famiglia, i Maserati che sanno fare meglio: continuano costruire ad avere un rapporto progettare e automobili da corsa. sincero e cordiale con la stampa sportiva italiana. Se Giovanni Orsi è nato nel 1888 Canestrini, il grande e ha iniziato inviato della Gazzetta come garzone di macelladello Sport, è uno degli io. Siccome la macelleria intimi in casa Alfa Romeo gli dava da lavorare e, di conse- nel pomeriggio solo al mattino, guenza, della Scuderia Ferrari, Corrado Filippini si era ingegnato a vendere ha strettissimi della frutta per le strade rapporti con i fratelli sua città. Percorrendo Maserati. Filippini è le vie di Modena aveva l’inviato del Littoriale il quotidiano sportivo , raccogliere gli stracci iniziato a che si stampa a Bologna, usati che trovava sul la città della suo serati. Ed è proprio l’alto cammino. Dal Ma- carretto spinto con la forza delle sue e dinoccolato giornalista braccia e della sua schiedel Littoriale na era a cambiare la storia passato a uno tirato dell’azienda che porta da un cavallo. Poi i il nome Maserati. cavalli erano diventati due. Più tardi tre. Nel frattempo, dagli stracci, Adolfo Ancora Circuito di Modena, anno 1936. “Nando” Righetti (n. 14) si appresta al sorpasso dell’altra Maserati di ri, che precederà al traguardo Prospearrivando terzo. Un evento altrettanto importante si stava consumando dietro le quinte: grazie alla mediazione di Corrado Filippini, Nella pagina a fianco, proprio in quell’occasione un celebre scatsi ebbe il prito dei fratelli Maserati, mo incontro fra Adolfo da sinistra Bindo, Orsi, importante Ernesto ed Ettore, li ritrae imprenditore modenese, in “abiti da lae i fratelli Mavoro” con il ritratto dell’altro serati che stavano cercando fratello Alfieun referenri, fondatore della Casa, te di rilievo cui cedere alle loro spalle. l’azienda. L’acSotto, “Società Anonima cordo è presto fatto Off. A. Maserati e già il 1° maggio Candele Maserati" è 1937 Orsi acquisisce scritto sulla fiancata sia le Officine Aldel furgone, completo fieri Maserati sia la fabbrica di rimorchio, destidi candele. nato al trasporto delle vetture. 40 STORIA DI UN’A ZIENDA del prototipo ma i fari avevano 56 unità, manteneva le proporzioni La vettura di serie, prodotta in si collegava alla coda in un del parafango e il padiglione preso la posizione classica all’attacco La vetratura a due luci e il montante lunotto inclinato e poco curvo. fastback “alla Cisitalia”, con un visibilità. I dettagli dell’esecuzione più luminoso migliorando la del sottile rendevano l’abitacolo del momento e il desiderio esemplare, secondo l’ispirazione variavano da esemplare a poteva essere sia verticale l’elemento più iconico del frontale proprietario. Anche la calandra, su misura”! che orizzontale: il bello del “fatto esperienza di modellato disadorno. «Fondamentale vettura: questa Angelo Tito Anselmi scrive di GT all’italiana». Cisitalia 202 per il futuro della con Più significativa della stessa a 6 cilindri derivato dalla 6CM, è costruita attorno al motore La meccanica della vettura erogava 65 CV. Telaio a traliccio delle valvole monoalbero che testata riportata e comando rigido posteriore con balestre anteriori indipendenti e ponte sospensioni diametro, forte tubolare di classico. completano un progetto solidamente Bellentani. con Alberto Massimino e Vittorio L’ultimo seguito dai fratelli Maserati, SCHEDA TECNICA Modello Tipo Produzione da/a A6 1500 A6 STORIA DI UN’A ZIENDA 1947/1950 61 è arretrata 1. La maschera della calandra rispetto alla testa dei parafanghi. sobrio 2. Trattamento estremamente fiannel decoro, superfici continue, Faricata perfettamente liscia. Pinin na sta definendo lo stile del tempo. 3. Il posteriore discende rapidamente in una linea continua. che carat4. L’importanza del cofano, terizza e condiziona le proporzioni della vettura, è una peculiarità marcante di tutta la serie A6. 2 classica, 5. La plancia, assolutamente è presentata con rigore compositivo e cura nell’esecuzione. testi6. Il logo impresso sui pedali che monia l’attenzione nei dettagli priMaserati ha ricercato fin dalle me vetture. della 7. Un particolare della plancia A6: il termometro dell’acqua. 3 41 Quantità Motore anteriore Posizione 6 in linea 1488 Cilindri Cilindrata cc Potenza CV/giri min. Trasmissione 5 4 marce Cambio Verso il secondo secolo Dimensioni Lunghezza mm Larghezza mm Altezza mm Peso kg Per Ma c’è anche un annuncio importante a livello logistico. basterà il arrivare a produrre 50.000 Maserati all’anno, nonCarrozzeria Tipo solo stabilimento di Modena. La storica fabbrica di Viale CiCarrozziere è dalla ro Menotti ha un problema di capacità. Chiusa come Disegno a sud città – a nord dalla ferrovia, a est da altre fabbriche, Prestazioni la strada abitazioni, a ovest dal cavalcavia che sovrappassa massima km/h Velocità da ferrata – non può produrre più di 12.000 vetture all’anno. E poi non è una fabbrica completa, mancando della fonderia. La soluzione escogitata da Marchionne è il ripristino della ex fabbrica Bertone a Grugliasco. È chiusa da un paio d’anni, ma è proprio alle porte di Torino. Una scelta che risolve ben più 2011-2013 65/5000 Il futuro della Maserati viene annunciato dall’amministratore delegato della Casa Sergio Marchionne nel corso dell’incontro con gli analisti del 22 aprile 2010. È l’amministratore delegato del Gruppo Fiat colui che forse più di tutti ha creduto nella possibilità di pieno rilancio della Maserati ed è coerentemente lui a tratteggiarne i nuovi orizzonti. L’obiettivo sono le 50.000 unità in un anno. Per realizzarlo la Fiat mette a disposizione un investimento complessivo di 1,2 miliardi di Euro. Arriveranno nuovi prodotti che da una parte rinnoveranno la gamma attuale e, dall’altra, apriranno alla Maserati le porte di un problema. di nuovi segmenti di mercato. Il primo di questi nuovi prodotti In ordine di tempo, la prima vettura sulla rampa di lancio è la sarà una berlina di alta gamma del segmento E. Il secondo – nuova Quattroporte. Deve sostituire un modello che non solo ma il suo arrivo sarà annunciato solo a margine del Salone di ha fatto scuola, ma anche la storia recente della Maserati. A Los Angeles nel novembre di quello stesso 2010 – è il primo nessuno, a Modena così come a Torino, sfugge che è proprio sulla quinta generazione della Quattroporte che si è concreSUV della storia Maserati. 4100 1560 1350 800 Berlinetta/Spider Pinin Farina Pinin Farina 155 1 22 106 4 A6 1500 nni doRAti GRAntuRismo, Gli A 6 Detroit, 14 gennaio 2013. Il CEO di Maserati, Harald Wester, presenta al mondo la nuova Quattroporte – la sesta erede di una vettura che, esattamente cinquant’anni prima, ha rivoluzionato il mondo dell’automobile. Nella pagina a fianco, la California è per la Maserati il mercato più grande negli Stati Uniti. In quello Stato, il maggior successo per la Maserati si registra nell’area urbana di Los Angeles. La Quattroporte nelle vie di Beverly Hills. 88 1946 (il primo del dopoguerra), la Casa modenese vince con Gigi Villoresi (che già aveva dominato l’ultima gara prima della guerra, la Targa Florio del 1940, sempre su una vettura del Tridente) alla guida della 4CL vecchia di otto anni ma costantemente aggiornata. Nel 1947, Ernesto, Ettore e Bindo Maserati, ormai svincolati dal rapporto con il gruppo Orsi, fondano a Bologna la OSCA (Officine Specializzate Costruzioni AutomobiliFratelli Maserati), il cui primo modello è pronto nell’aprile dell’anno dopo. Quasi in contemporanea, al Salone di Ginevra di quell’anno viene presentata la prima GT della Casa del Tridente: la A6 1500, un’elegantissima berlinet- ta magistralmente vestita da un sarto di eccezione quale Pinin Farina. Come dire che, anche sul fronte delle stradali,...il “dado è tratto”. Pubblicità STORIA DI UN’AZIENDA Dal Mondiale di Fangio... alla Citroën Nei primi anni Cinquanta all’interno della famiglia Orsi viene sancita un’ancor più netta divisione STORIA DI UN’AZIENDA 89 societario-imprenditoriale: le Officine Alfieri Maserati vanno ad Adolfo e al figlio Omar, la Fabbrica Candele Accumulatori Maserati alle sorelle di Adolfo, Ida La prima granturismo Maserati: la A6 1500 di Pinin Farina del 1947 e, sopra, uno dei suoi primi riconoscimenti: il “Grand Prix” al Concorso d’Eleganza di Montecarlo, vinto lo stesso anno. 19 27 28 2014 7 4 n° 35 • I semestre 2014 La Maserati A6GCS di Musso-Donatello al via della Mille Miglia 1953. Lo stand Maserati al Salone dell’Automobile di Torino del 1954. Una vista di profilo secco della 5000 GT del 1959. La Maserati 3500 GT del 1957. La Maserati Quattroporte del 1963. La Maserati Biturbo del 1981. e Bruna. Nel frattempo, il 6 cilindri progettato da Ernesto in tempo di guerra da origine alla famosa serie di modelli Grand Prix siglati 250 ma anche ad una serie di Sport destinate a lasciare un segno profondo nelle gare riservate a vetture a ruote coperte sin oltre la metà di quel decennio. Ma l’alloro più prestigioso matura in F1 nel 1957 quando Juan Manuel Fangio si aggiudica il titolo iridato con la 250 F. Nel frattempo, la produzione di vetture GT prosegue con la 3500 carrozzata da Touring: è un elegante coupé spinto da un 6 cilindri in linea, doppia accensione, 220 CV, 235 km/h. Due anni dopo ecco la 5000 GT che riceve in dote il propulsore 8 cilindri a V di 90° “addolcito” della 450 S poi, in rapida successione, è la volta della Sebring (1959), della rivoluzionaria “prima” Quattroporte del ‘63 (all’epoca la più veloce berlina al mondo con i suoi 230 km/h), della Mistral, apparsa sempre lo stesso anno, e della Mexico (1966). Dopo arriveranno due intramontabili classici come la Ghibli (1967) e la Indy (1969). F r a q u e s t i d u e m o d e lli, la Maserati conosce il suo ennesimo “passaggio di mano”: è il dicembre del 1968 quando la Citroën, per “pochi spiccioli” (come notarono gli addetti ai lavori), rileva la Maserati; due anni dopo, ecco il frutto di quel matrimonio italo-francese: la SM, secondo chi scrive un vero e proprio caposaldo nella storia delle auto sportive, col suo motore a 6 cilindri a V (2670 cc, 170 CV, 213 km/h) progettato ancora dal grande Giulio Alfieri. Ancora il tempo per qualche nuovo modello, la Bora (1971), la Merak (1972) e la Khamsim (1974) prima che il sodalizio Maserati-Citroën naufraghi letteralmente...in un mare di petrolio, quello della profonda crisi che nel ‘73 colpisce duramente il mondo dell’auto. Da De Tomaso a Fiat passando...per Maranello Nel 1975 la Maserati rischia di scomparire ma, quello stesso anno, la GEPI (società per le Gestioni e Partecipazioni Industriali) prima l’acquista e poi la “passa” ad Alejandro De Tomaso che dalla GEPI stessa viene nominato Amministratore Delegato della Casa del Tridente. All’imprenditore argentino le idee non mancano: dalla controversa Kyalami (1976) alla terza generazione della Quattroporte che appare nel ‘79 (che avrà il suo culmine nella versione Royale) alla straordinaria “invenzione” della Biturbo, una vettura di alto profilo ma da poter essere immessa sul mercato a prezzi quanto mai concorrenziali grazie, soprattutto alla sua cilindrata di appena 2 litri (ma “aiutata” da ben due turbocompressori) che la mette al riparo da pesanti ripercussioni fiscali. Gli ordini fioccano ma l’auto del rilancio he ben lontana da essere al “top” finendo per compromettere l’immagine della marca. Nel 1993, la Maserati entra nel gruppo Fiat (che già dal 1990 ne deteneva il 49% del pacchetto azionario) finché nel 1996 la Ferrari ne assume la gestione: dopo di che, Maranello investe 400 miliardi di lire dell’epoca per attuare il definitivo Pubblicità 5 n° 35 • I s emestre 2014 L’ultima nata della Casa del Tridente: la Ghibli del 2013 nelle viste di tre quarti anteriore e posteriore. ritorno sul mercato (con un occhio particolare a quello USA) del marchio del Tridente. Non potrà essere altro che con una vettura degna della sua gloriosa tradizione e così, nel 1998, arriva la strepitosa 3200 GT disegnata da Giugiaro. Maserati oggi Gli ultimi anni vedono la presentazione, tra le altre, della Spyder a 8 cilindri aspirati (2001), della Coupé (2002) sempre a 8 cilindri e con la stessa cilindrata di 4,2 litri, della Quattroporte del 2003 ancora a 8 cilindri per 4200 cc, della MC12 del 2004, una V12 da 6 litri, indiscussa protagonista del Campionato FIA GT per diverse stagioni. La Maserati GranTurismo del 2007 in uno scatto ufficiale della Casa. Nel 2005, il 1° aprile, la Maserati torna ad essere...pienamente Maserati pur sempre sotto l’egida FIAT. La GranTurismo del 2007, la nuova (sesta!) Quattroporte e la nuova Ghibli (entrambe apparse nel 2013), sono le ultime nate di un marchio che entra nel suo “secondo centenario” più vivo che mai. O. Grizzi Il Tridente...nero su bianco mASERATI TIPo 26B 1927-1930 moNoPoSTo MONOGRAFIA N. 1 Dove presentarlo se non...a modena? di Karl Ludvigsen ARCHIVIo mASERATI (UFFICIALE) Formato cm 27x18 cm, pagine 16, foto 24 a col e 6 in b/n, brossura, € 6,00 testo italiano/inglese mASERATI SPYDER: LA SToRIA THE HISToRY di Jürgen Lewandowski Formato cm 21x28 cm, pagine 125, foto 25 a col e 145 in b/n, brossura, testo italiano/inglese/ francese € 35,00 Formato 35x50 cm, foto 41 a colori e 33 in b/n, rilegato, testo italiano/inglese € 199,00 al posto di € 387,00 (offerta valida fino al 31/07) mASERATI DA ComPETIZIoNE mASERATI A6g.CS SPoRTS CAR 1947-1953 MONOGRAFIA N. 2 di Karl Ludvigsen Formato cm 27x18 cm, pagine 16, foto 24 a col e 6 in b/n, brossura, € 6,00 testo italiano/inglese Lo scorso 6 dicembre, il libro “Maserati 100 anni. Un secolo di storia” ha avuto la “sua prima” a Modena, nello spettacolare show room della Maserati stessa. A fare gli onori di casa è stato Luca Dal Monte, presente nella duplice veste di Direttore delle Relazioni Esterne e Stampa della Casa del Tridente, e in quella di “scrittore”, avendo firmato il capitolo dedicato alla storia aziendale che figura all’interno di questo volume ufficiale. E, sempre sul fronte degli autori, è intervenuto anche Lorenzo Ramaciotti, President Style di Fiat Group Automobiles e artefice della sezione dedicata all’evoluzione stilistica delle granturismo Maserati, dalla A6 1500 sino agli ultimi modelli nati proprio sotto la sua direzione. A fare le veci degli altri due autori del libro, Gianni Cancellieri e Cesare De Agostini è stato invece Leonardo Acerbi, responsabile editoriale di Giorgio Nada Editore, che ha tracciato un rapido excursus sulle vicende sportive della Casa, dopo che lo stesso editore Giorgio Nada, anch’egli presente alla serata, ha spiegato la genesi di questo progetto tanto lungo e complesso, iniziato oltre due anni fa. Ospite d’eccezione fra i relatori anche il CEO Maserati Harald Wester che ha invece delineato traguardi e progetti del Marchio oggi. Ma le presenze importanti non sono mancate neppure fra il pubblico: dall’Ingegner Alfieri Maserati alla “pilotessa” Maria Teresa De Filippis, protagonista proprio al volante di vetture del Tridente alla metà degli anni Cinquanta, senza dimenticare Ermanno Cozza, memoria storica della Casa, i fratelli Panini, “custodi” dell’impareggiabile collezione di vetture Maserati, sino ad arrivare a Don Sergio Mantovani, il sempre “tenace” parroco dei piloti. di Etienne Cornil Formato cm 32x21 cm, pagine 104, foto 70 a col e 14 in b/n, brossura, testo italiano/inglese/ francese € 24,00 al posto di € 60,00 di giancarlo Reggiani Formato 25x25 cm, pagine 188, foto 167 a col e 17 in b/n, rilegato, testo italiano € 19,90 al posto di € 39,00 (offerta valida fino al 31/07) mASERATI NEL mASERATI A6g.CS 2000 SPoRTS CAR 1953-1955 MONOGRAFIA N. 3 Formato cm 27x18 cm, pagine 16, foto 24 a col e 6 in b/n, brossura, € 6,00 testo italiano/inglese SEgNo DEL TRIDENTE: TUTTE LE MASERATI GP, SPORT E GT 1926-2003 di maurizio Tabucchi Formato cm 24x27 cm, pagine 360, foto 89 a col e 500 in b/n, rilegato, testo ita€ 39,00 al posto di € 68,00 liano (offerta valida fino al 31/07) oSCA. LA mASERATI 150 S SPoRTS CAR 1955-1957 MONOGRAFIA N. 4 Formato cm 27x18 cm, pagine 16, foto 24 a col e 6 in b/n, brossura, € 6,00 testo italiano/inglese Pubblicità mASERATI SPYDER & CoUPÈ RIVINCITA DEI mASERATI. STORIA, CORSE, PILOTI, MODELLI di Luigi orsini - Franco Zagari Formato 24.3x27 cm, pagine 352, foto 407 in b/n e 60 a colori, rile€ 180,00 gato, testo italiano mASERATI 200S-200SI SPoRTS CAR 1955-1957 MONOGRAFIA N. 5 Formato cm 27x18 cm, pagine 16, foto 24 a col e 6 in b/n, brossura, testo italiano/inglese € 6,00 SERIE ComPLETA DI 25 moDELLINI mASERATI in scala 1:43 + ED. BRoSSURA LIBRo “NEL SEgNo DEL TRIDENTE” 01. 02. 03. 04. Maserati Quattroporte 2003 Maserati Spyder GT 2001 Maserati Khamsin 1974 Maserati Coupè Cambiocorsa 2002 05. Maserati 3500 GTI 1961 06. Maserati A6 GCS Street 1953 07. Maserati 450 S GP Cuba 1958 08. Maserati Ghibli 1967 09. Maserati Mistral 1964 10. Maserati 250F F1 1957 11. Maserati A6G 2000 Spyder Frua 1952 12. Maserati Biturbo 1982 13. Maserati Quattroporte 3.2i V8 Evoluzione 1998 14. Maserati Karif 1988 15. Maserati Bora 1971 16. Maserati Merak 1972 17. Maserati Biturbo Spyder 1985 18. Maserati 5000 GT 1960 19. Maserati Trofeo 2002 20. Maserati 2000 Gran Turismo Spyder 1955 21. Maserati Coupé Gransport 2004 22. Maserati 8CTF Boyle Indyanapolis 1939 23. Maserati 150S 1956 24. Maserati 151 Le Mans 1962 25. Maserati 420 M Eldorado 1959 Prezzo Speciale: Euro 200,00 invece di Euro 390,00 (SoLo 3 CoPIE DISPoNIBILI IN PRomoZIoNE) 6 Nelle foto di apertura, uno scatto in bianco e nero della prima edizione del 1965 e la Porsche 917 K di Rodriguez-Oliver alla 1000 KM del 1971. Mille...di quei giorni chicane di rallentamento all’entrata di ciascuna curva, venne eliminato per il 1970 quando la Porsche 908, in una prova preliminare, dimostrò di girare alla media di 218 km/h sullo stradale (allora, senza chicanes) e a 192 km/h sull’anello. Senza più il freno delle sopraelevate e grazie alle Sport 5 litri, le medie sali- n° 35 • I semestre 2014 La 1000 Km di Monza è stata per oltre un decennio una delle corse più importanti nel panorama agonistico nazionale e non solo seconda soltanto, e non sempre, al GP d’Italia. La sua epopea rivive oggi in un libro. rono oltre i 230 km/h. Le velocità di punta alla frenata della Curva Grande, in fondo al rettilineo principale (senza la prima variante), arrivarono a 370 km/h, registrati dalle Porsche 917 nelle due edizioni 1970 e 1971, le più entusiasmanti nella storia della 1000 Km di Monza. Con gli anni Settanta, iniziò il lungo delit- to premeditato della Fia, la Federazione Internazionale dell’Automobile, contro le corse di durata. Regolamenti assurdi frenarono spettacolo e velocità. La gente restò a casa, magari per vedere un gran premio F1 alla TV. Il revival degli anni Ottanta, con le vetture Gruppo C e la presenza di grandi marchi quali Jaguar, Mercedes, A sinistra, la Ferrari 330 P4 (n. 3) di Bandini-Amon, vincitrice della 1000 KM di Monza 1967. Accanto si riconosce la Dino 206 S di Williams-Klass. H i t o s h i O g a v a 1, chi era costui? E cosa hanno in comune il motore Carma2 e la Tiga3 Gruppo C2? E in tempi di quote rosa, perché citare Lilian Bryner 4, Desiré Wilson 5, Lella Lombardi 6 ? Quali piloti italiani conquistarono il titolo di Campione del Mondo Piloti7. Sono solamente un piccolo campione delle domande che può fare un lettore attento della storia della 1000 Km di Monza, la gara endurance disputata dal 1965 al 2008, cui il libro è dedicato. E che fornisce tutte le risposte. Una corsa che ha attraversato la trasformazio- ne dell’automobilismo sportivo. Ha conosciuto momenti leggendari. Ha visto i migliori piloti sfidarsi sui Prototipi più veloci e innovativi assieme a vetture artigianali e guidatori della domenica. Le prime edizioni, dal 1965 al 1969, vennero disputate sul circuito completo di 10 km, che comprendeva l’anello di alta velocità con le due curve sopraelevate. Si vide subito l’assurdità di utilizzare le sopraelevate, già pericolosamente degradate a 10 anni dalla costruzione. Con una concezione para-eroica e retrò dell’automobilismo, il mix tra circuito stradale e alta velocità venne presentato quale banco di prova per la durata delle auto e la resistenza degli uomini che le guidavano. Allora, della sicurezza dei piloti non si preoccupava nessuno. Nella prima edizione (1965) ci fu l’unico incidente fatale in 40 edizioni: lo svizzero Tommy Spichiger, che uscì di strada all’attacco della Parabolica, sul circuito stradale. L’altro incidente con esito fatale fu quello di Silvio Moser nel 1974. Morì in una clinica di Locarno, un mese dopo la corsa di Monza. Il cosiddetto anello di “Alta Velocità”, con le La Porsche 910 di Rindt-Mitter alla 1000 KM del 1967. Pubblicità 7 n° 35 • I s emestre 2014 La Chaparral 2F di Phil Hill e Mike Spence alla 1000 KM del 1967. La Porsche 917 K di Rodriguez-Kinnunen alla 1000 KM del 1970. Toyota, Nissan, Porsche non riuscì a ridare splendore alle corse endurance. La fine fu segnata nel 1992 quando, dopo un Campionato disputato tra pochi intimi, la Fia lo abolì. La F1 aveva vinto. Monza non abbandonò le gare di durata per le Sport-Prototipo. Nel 1995, riprese la tradizione, pur se nella confusione regolamentare e organizzativa di quel decennio in cui le corse venivano indette da associazioni private, BPR e ISRS. Sulle quali la Fia calò rapidamente il suo passo da elefante in cristalleria. Furono anni di 1000 Km belle, combattute, con tante vetture in pista, ma il fascino dell’endurance era ormai un ricordo. Si andò avanti fino al 2008, sempre con griglie interessanti e intriganti e la presenza di marchi NOTE 1 - Hitoshi Ogawa, giapponese, vinse con la Toyota TS010 l’edizione 1992, ultima valida per Aldo Zana il Mondiale Sport Fia. Daniele Buzzonetti “Provo ancora un gran fastidio quando sento dire che le Ferrari del mio periodo vincevano per la superiorità dei motori mentre i telai erano inferiori alla concorrenza. Un falso storico assoluto!” 2 - Carma è la marca di un Aldo Zana Le Matra MS670 di Pescarolo-Larrousse (n. 6) e Beltoise-Cévert ai box durante le prove della 1000 KM del 1973. quali Chrysler, Porsche, Audi, MG, Peugeot, Ferrari. E poi basta, anche perché per avere lo status di prova mondiale di durata, la Fia chiede una tassa di 125.000 Euro, ai quali sommare i costi organizzativi, comprese le circa 700 persone che operano nei box, nel paddock, alle verifiche, lungo la pista. E quando va bene, il pubblico è di poche migliaia di persone. Il libro è molto dettagliato, con cronache, griglie, classifiche complete, cenni biografici di 105 tra i piloti che hanno partecipato alla corsa (tutti citati con nome e cognome). Grazie a un impianto iconografico ricco e spesso inedito, il libro intende riportare la 1000 Km di Monza in primo piano dal fondo della memoria dei tanti, tantissimi, che c’erano. A. Zana Parmense di origine, ha iniziato l’attività giornalistica nel campo dei motori, a Roma nel 1970. Ha abbinato l’interesse per le corse automobilistiche alla produzione ed alla storia. Entrato nella Casa Editrice del settimanale Autosprint nel 1976, ha svolto varie mansioni in redazione e sui circuiti come inviato in F.1 fino al 1987. Successivamente è stato vice-direttore del mensile Auto e direttore di Gente Motori. Ha proseguito l’attività come vice-direttore di AM-Automese per poi tornare ad Autosprint in veste di vice-direttore all’inizio degli Anni 2000. Contemporaneamente, dal 1998 al 2009, è stato autore di newsletters per conto della Ferrari nell’ambito del “Ferrari Challenge”. Più recentemente ha diretto i settimanali Sportauto e Sportmoto. È autore di vari libri, tra cui Formula 1. 1950-2007, Mauro Forghieri. 30 anni di Ferrari e oltre e Mille Miglia. ottimo motore, prodotto a 1000 KM DI MONZA 1965-2008 Zingonia (Bergamo), campio- Mauro Forghieri ne del mondo C Junior 1983 e 1984 montato sulla Alba italiana. Prende il nome dalle iniziali dei fondatori: Carlo Facetti e Martino Finotto. 3 - Tiga, vettura C Junior/C2, inglese, ha la stessa origine: le iniziali di Tim Schenken e Howden Ganley. 4 - Lilian Bryner in quattro 1000 KM DI MONZA 1965-2008 di Aldo Zana Formato 26x29,5 cm, pagine 304, foto in b/n e a colori, rilegato con sovraccoperta, testo italiano DISPONIBILE DA METÀ MAGGIO edizioni con la Ferrari 333 SP € 50,00 ottenne il secondo posto nel Dal 1965 ai primi anni Novanta, la 1000 Km di Monza, Trofeo Filippo Caracciolo, è stata una fra le gare di durata più classiche, per molte stagioni inserita a buon diritto nel calendario del Campionato del mondo riservato alle vetture Sport e Prototipi. Su quella storica pista e sulla sua sopraelevata si sono sfidati piloti e vetture di prima grandezza, tra cui Porsche, Ferrari e Ford, dando vita ad indimenticabili pagine di automobilismo sportivo. A ripercorrere questa affascinante storia è la penna di Aldo Zana, noto storico dell’automobile, il cui racconto è corredato da preziose immagini d’archivio per lo più inedite. 1998, il terzo nel 1999, il quinto nel 2000. 5 - Desiré Wilson, sudafricana, vinse l’edizione 1980 assieme ad Alain De Cadenet sulla De Cadenet Ford. 6 - Lella Lombardi fu protagonista negli anni Settanta e nel 1981 arrivò seconda con la Osella PA9 due litri. 7 - Mauro Baldi è stato Campione del Mondo Piloti Endurance 1990 e Teo Fabi conquistò il titolo nel 1991. Pubb...poche copie_ Magazine 35:Pubb...poche copie_ Magazine 35 20/03/14 10:59 Pagina 1 Ne restano solo poche copie... Completa la tua collezione con una selezione di titoli edizioni Giorgio Nada, di ieri e di oggi, ormai in via di esaurimento ALFA ROMEO GLI ANNI DI ARESE La fabbrica, gli uomini, le automobili ● ? 39,00 ✶ Pag: 140 ✶ Foto: 296 in b/n e a colori ✶ Testo: ITALIANO ✶ Formato: cm. 24,3x27 BIREL 40 ANNI DI STORIA E TECNICA DEL KART ● ? 44,00 ✶ Pag: 320 ✶ Foto: 700 in b/n e a colori ✶ Testo: ITALIANO ✶ Formato: cm. 24,3x27 FERRARI 250 GTO MINI IL DESIGN SIMBOLO DI UNA GENERAZIONE I primi 40 anni ● ? 50,00 ✶ Pag: 224 ✶ Foto: 138 b/n 224 a colori ✶ Testo: ITALIANO ✶ Formato: cm. 24x29 ZAGATO MILANO 1919-2009 WROOOM 20th F1 & MotoGP Press Ski meeting a Madonna di Campiglio ● ? 12,90 anziché € 35,00 ✶ Pag: 200 ✶ Foto: in b/n e a colori ✶ Testo: ITALIANO/INGLESE ✶ Formato: cm. 24x33 MOTO GUZZI DA CORSA 1941/1957 VOL. 2 ● ? 62,00 ✶ Pag: 250 ✶ Foto: 330 in b/n ✶ Testo: ITALIANO ✶ Formato: cm. 24x28 GILERA QUATTRO TECNICA E STORIA ● ? 31,00 anziché € 62,00 ✶ Pag: 272 ✶ Foto: 310 in b/n ✶ Testo: ITALIANO ✶ Formato: cm. 24,3x27 LDA Magazine 35.indd 7 ● ? 40,00 ✶ Pag: 176 ✶ Foto: 105 b/n 265 a colori ✶ Testo: ITALIANO/INGLESE ✶ Formato: cm. 26x37 MILANO-TARANTO ● ? 14,90 anziché € 36,16 ✶ Pag: 124 ✶ Foto: 136 a colori ✶ Testo: ITALIANO ✶ Formato: cm. 21x28 ● ? 80,00 ✶ Pag: 192 ✶ Foto: 192 b/n e 118 a colori ✶ Testo: ITALIANO ✶ Formato: cm. 26x26 FERRARI V65. 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In una parola, uomini che sanno lasciare tracce indelebili. Ayrton Senna è uno di loro. Senna e Prost durante un fitto dialogo ai box. Senna durante le prove del memorabile GP di Monaco del 1984 al volante della Toleman. C AYRTON SENNA. IMMAGINI DI UNA VITA/A LIFE IN PICTURES di Mario Donnini Formato 28x30 cm, pagine 208, foto in b/n e a colori, rilegato, testo italiano/inglese DATA DI PUBBLICAZIONE: FINE APRILE € 40,00 Ayrton Senna, a venti anni dalla scomparsa, resta il campione più amato e sognato della F.1. Re della pole, quando il giro secco in prova era terrificante e spietato, sovrano delle corse bagnate e tre volte iridato, protagonista d’un dualismo da favola con Alain Prost, il brasiliano resta vivo nel ricordo di chi l’ha visto correre ed è rimpianto perfino da chi non l’ha vissuto. Nel ventennale del tragico incidente di Imola, avvenuto il 1° maggio 1994, i tempi sono maturi per andare a riscoprire ciò che Ayrton è stato davvero. Un viaggio emotivo e rigoroso condotto sul doppio binario della testimonianza visuale e dell’approfondimento personale. Decine e decine di foto di “Magic” - dall’inizio fino ai suoi momenti più indimenticabili - corredate da rivelazioni inedite, aneddoti, confidenze e racconti di vita vissuta regalati da chi l’ha conosciuto bene. Fare battere il cuore di chi non l’ha dimenticato e avere un racconto palpitante e diverso, in uno scorcio nuovo, per ridare lucentezza a un sentimento antico, capace di cristallizzarsi nelle immagini: tutto ciò è tra le righe di questo libro. LDA Magazine 35.indd 8 ’è qualcosa di caldo e infinito in Ayrton Senna. Una connotazione quasi inconscia che lo rende, a venti anni dalla scomparsa, vicino, anelato e presente. Perché Ayrton non è solo un campione del volante. Tre titoli mondiali vinti, nel 1988, 1990 e 1991, più 41 Gp su 160, bastano a farne un grande della F.1, ma non è tutto. È la commistione di qualità umane, tetragone e ambivalenti ad essere rara e preziosa. Forza di volontà adamantina, velocità innata, mediaticità sopraffina e aggressività agonistica, quanto dialettica tali da farne un campione ancor più che vero, assolutamente autentico. E poi la sua spiritualità, una fede divorante in Dio, unita a una concezione sognante e migliorativa della vita, tanto da renderlo per una nazione intera, il suo Brasile, emblema mondiale d’affermazione e riscatto. Non ultima, la sua imprenditorialità autoriferita. Se Jackie Stewart fu il primo campione dell’era moderna, Ayrton resta il primo top driver della F.1 nel mondo dei media divenuto Villaggio Globale. E la sua vicenda breve e intensa resta ricca di inneschi e snodi narrativi potenti, quelli propri d’un romanzo avvincente. Le sue 65 pole position nei giri secchi a vita persa, quando la capacità di tirare la coltellata agli avversari, sfruttando l’ultimo secondo, poteva ancora fare la differenza. Una differenza abissale tra lui e gli altri. La capacità di partire all’attacco al segnale del via, addirittura esaltata AYRTON SENNA: UNA LEGGENDA A FUMETTI di Jean Graton Formato 22x29 cm, pp. 48, disegni e foto b/n e a colori, rilegato, testo italiano € 13,00 SENNA & CLARK: DUE MITI A CONFRONTO di Fabio Vandone Formato 24x27 cm, pp. 80, foto b/n e a colori, rilegato, testo italiano € 9,99 al posto di € 20,00 SENNA E IL DILUVIO. RICORDANDO AYRTON 10 ANNI DOPO di Marco Evangelisti e Fulvio Solms Formato 17x24 cm, pp. 122, brossura, testo italiano € 9,99 al posto di € 15,00 dalle avversità meteo. Già, la pioggia. Fu la pioggia a rivelarlo al mondo, nel 1984, quando sfiorò la vittoria a Montecarlo con la modesta Toleman. Pioveva, l’anno dopo, quando vinse il primo Gp in Portogallo con la Lotus. Era umida la pista, quando a Suzuka 1988 colse il suo primo titolo iridato in rimonta su Alain Prost, compagno in McLaren. E poi quella rivalità spietata e cinematografica col francese. L’alter ego, il duellante, così poco spettacolare e amabile, il suo doppio narrativamente cattivo. E non finisce qui, perché a animare e rendere pulsante la sua storia c’è anche il sogno mai raggiunto, che conserva il fascino di ciò che sarebbe potuto essere e mai fu: il rapporto mancato con la Ferrari. Il fiore mai colto, che profumerà per sempre. E poi il finale tragico, il 1° maggio a Imola 1994, con lo schianto al Tamburello, laddove, venti anni dopo, la commozione si mescola al mistero e al dolore di una morte compresa ma mai del tutto spiegata. Un evento che ha interrotto una vita intensa, fatta anche di solidarietà e impegno nei confronti dei ragazzi del suo Paese. Soprattutto, un evento che non ha mai interrotto l’amore degli appassionati per “Magic” o “O Rey” come lo chiamava il suo popolo. Sì insomma, per quell’uomo chiamato Ayrton Senna. M. Donnini Senna, sempre a Montecarlo, con la Lotus nel 1985. Senna è nell’abitacolo della Williams nel 1994. Ricordando Ayrton I l I° maggio 1994, sul circuito di Imola, si compiva il fatale destino di Ayrton Senna, il tre volte campione iridato di Formula 1. Per ricordarlo (e con lui ricordare Roland Ratzenberger, l’altro pilota deceduto in occasione delle prove dello stesso Gran Premio), presso l’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola si terrà una manifestazione-tributo dall’1 al 4 maggio 2014. L’evento, promosso dal Comune di Imola e con il patrocinio dell’istituto Ayrton Senna di San Paolo del Brasile, sarà organizzato da F1Passion.it, in collaborazione con l’autodromo stesso. Il I° maggio, alle 13.45, presso la curva del Tamburello ci sarà la cerimonia di commemorazione, mentre il giorno 2, alle 9.30, partirà il Kart Race Memorial Senna, con prove libere e qualificazioni (con piloti di F1). Il 3 maggio, oltre ad esibizioni di vetture Formula, Sportcars e Granturismo, alle ore 11:30 sarà presentato il libro “Ayrton Senna. Immagini di una vita/A life in pictures”. Domenica 4 maggio, alle 15.30 a chiusura della kermesse, grande parata di auto storiche. 20/03/14 10:57
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