Martin Luter King 3I
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Martin Luter King 3I
MARTIN LUTER KING IL RITRATTO DI MARTIN LUTHER KING Martin Luther King aveva gli occhi a mandorla e i capelli rasati e neri, aveva la pelle scura, era un uomo alto e intelligente: l’uomo delle battaglie politiche, personaggio dal grande carisma. I LUOGHI DI MARTIN LUTHER KING ATLANTA: il 15 gennaio1929 nasce Martin Luther King MONTGOMERY: inizia la protesta degli autobus, avviata da Rosa Parks WASHINGTON: il 28 agosto 1963 avviene la marcia su Washington, durante la quale Martin Luther King pronuncia il discorso: ‘I HAVE A DREAM’ CHICAGO: inizia la protesta nella città più segregazionista tra le città settentrionali. La campagna di Chicago ha come obbiettivo migliorare le condizioni di vita dei neri MEMPHIS: il 4 aprile del 1968 qui viene assassinato Martin Luther King HANNO DETTO DI LUI Per Barack Obama Martin Luther King è un eroe, di più, un profeta, un esempio. Salire su quello stesso palco da presidente è la prova della lotta d'altri, del reverendo, delle sue parole e del suo sogno. "Sono qui, siamo qui, grazie a quelle battaglie e a quelle marce. La fiamma della giustizia non è mai morta", ha detto il presidente. "Siamo in debito con chi ha sacrificato la vita per cambiare il nostro Paese”. Il presidente Kennedy, accogliendo il reverendo King nello studio ovale alla Casa Bianca per un incontro poche ore dopo la marcia, pronunciò le parole: «I have a dream». PAROLE PER CAPIRE LA LEGGE DEI DIRITTI DEI CIVILI Il due luglio del 1964, alla Casa Bianca, fu firmata e approvata dal presidente B. Johnson La legge dei Diritti Civili; la cerimonia venne trasmessa alla televisione. La legge prevedeva il divieto di trattamenti differenziati in scuole, alberghi, ristoranti e in ogni altro posto pubblico. Inoltre, dopo aver emanato questa legge, lo stato si impegnava a fornire maggiori garanzie sul diritto di voto dei neri. LEGGI DI JIM CROW L’insieme di leggi che prevedevano l’esclusione dei neri dalla vita sociale, vennero chiamate ”leggi di Jim Crow”. Venne dato questo nome perché il personaggio dai cui presero nome le leggi rappresentava il comune nero disgraziato. Nel 1896, venne deciso dalla corte suprema, per mezzo di una sentenza, che le insegne nei luoghi pubblici che vietavano l’utilizzo o l’accesso a mezzi pubblici alla gente di colore, venissero obbligatoriamente esposte. L’emanazione di queste leggi nel sud spinse molti neri a emigrare verso il nord. SEPARATI MA UGUALI Nel 1896, un cittadino di colore fece causa allo stato della Louisiana contro la distinzione dei posti riservati ai neri e ai bianchi sul treno. La sentenza stabilì la norma del “separato ma uguale” , che assegnava ai neri e ai bianchi dei luoghi diversi sui mezzi pubblici. KU KLUX KLAN Nel 1865 venne fondata una setta segreta chiamata Ku Klux Klan. Il nome deriva dalla parola greca kyklos che significa “circolo” e dal termine inglese Klan. Questa associazione aveva degli ideali razzisti; di notte i membri attaccavano i villaggi dei neri compiendo azioni brutali. I membri del Ku Klux Klan vengono descritti come fantasmi perché indossano lunghe tuniche bianche e cappucci del medesimo colore; un loro segno distintivo è un’ enorme croce che brucia. Venne sciolta nel 1869 e rifondata nel 1915 ad Atlanta. Ad oggi in America si verificano ancora episodi di violenza ad opera del KKK. Nel 2014 in una città del Kansas, Fraizier Glenn Miller, un uomo di 73 anni, attaccò una sinagoga, uccidendo due membri della chiesa metodica. Quando venne catturato inneggiava a Hitler. L’uomo, infatti, era già noto alle autorità per le sue idee estremiste. Negli anni settanta fu un soldato che combatté in Vietnam. Fu espulso dall’esercito a causa delle sue idee. Dopo essere stato espulso aveva preso parte al Partito Nazionalsocialista Americano. Aveva acquistato una fattoria dove aveva riunito altri militari che la pensavano come lui, rifondando il Ku Klux Klan. Venne ripetutamente denunciato dalle associazioni anti-razziste, per questo fu arrestato ma poi è stato rilasciato in libertà vigilata. Dopo esservi sfuggito, l’FBI lo ha rintracciato in una casa mobile con dei fedeli, e costui non potendo più fare niente si è arreso. Dopo essere stato liberato per aver testimoniato contro i suoi complici, è ritornato a fare propagande razziste. Dopo aver sentito parlare di lui, un ateo del Missouri lo ha invitato a una conferenza per mostrare il vero volto del razzismo. Nonostante ciò le autorità non l’hanno fermato in tempo. LA GUERRA DI SECESSIONE Nel 1861, in America, scoppiò la guerra di Secessione perchè gli stati del Sud volevano mantenere la schiavitù, utile nelle piantagioni, perciò desideravano difendere i propri interessi economici. Scoppiò quindi una guerra civile (secessione), tra nordisti, che lottavano per abolire la schiavitù, e sudisti. La guerra durò fino al 1865. Dopo la vittoria degli stati del Nord, il presidente Lincoln fu assassinato da un sudista. Con il tredicesimo emendamento della Costituzione, nel 1865, venne abolita la schiavitù. I VIAGGIATORI DELLA LIBERTÀ I “Viaggiatori della libertà” o “Freedom Riders” protestavano contro la segregazione razziale sui mezzi pubblici. A bordo di autobus attraversavano l’America per diffondere il loro messaggio di uguaglianza; spesso non venivano accolti molto bene nelle città di passaggio. Lo scontro più violento, tra i Viaggiatori e i bianchi razzisti, avvenne in Alabama, dove King intervenne personalmente. Nel 1961 venne abolita la segregazione razziale sugli autobus interstatali. I SIT-IN A febbraio del 1969, quattro studenti neri della Carolina del Sud si sedettero in un ristorante riservato a soli bianchi, aspettando di essere serviti. Non fu così, ma non si abbatterono. Il giorno dopo, alcune studentesse si rifiutarono di essere servite dai camerieri prima dei loro amici Afroamericani. Iniziò così una protesta pacifica, chiamata Sit-In, contro la segregazione nei luoghi pubblici: bianchi e neri si sedettero insieme nei luoghi simbolo della segregazione (ristoranti, scuole…). L’INCONTRO CON KU KLUX KLAN Ad Atlanta, in uno dei quartieri afroamericani, in una calda notte d’estate, un bambino nero, dopo aver recitato le solite preghiere serali, non riusciva a dormire e neanche a smettere di piangere. Quel giorno, gli era stato proibito di rivedere il suo più caro amico bianco, a cui era molto affezionato, perchè per la prima volta lo avevano chiamato “negro”, una parola che aveva sentito dire, ma non rivolta a lui. Ad un tratto vide penetrare una luce dalla finestra: il bambino scese dal letto, trattenendo il respiro, e cercò di vedere al di fuori della finestra, affacciandosi sulla punta dei piedi. In quel momento vide tutto ciò che non aveva mai visto e che gli era stato solo raccontato dai genitori e dagli amici: il campo dove giocava a baseball e a football era circondato da enormi fiamme e persone vestite di bianco con il viso coperto che cantavano. Dopo esser rimasto paralizzato dalla paura, corse verso la camera dei genitori, dove si trovavano già i due fratellini Christine e Alfred Daniel. Il padre disse che avrebbe combattuto fino alla fine per poter cambiare le cose e abbracciò i figli, mentre la madre rimase in piedi commossa. Quel bambino si chiamava Martin Luther King. IL BOICOTTAGGIO DEI BUS Nel 1955, King viveva a Montgomery, in Alabama, quando un suo collaboratore lo chiamò dicendogli che era successa una cosa molto importante. Nella telefonata l’ uomo descrisse lo straordinario evento avvenuto il giorno precedente: una signora nera di nome Rosa Parks si era opposta alla richiesta del conducente, cioè di alzarsi e lasciare il posto ai bianchi, che erano appena saliti sull’autobus, venendo così arrestata. Dopo aver ascoltato l’uomo, il reverendo fu entusiasta della notizia. King decise di incontrarsi con la comunità nella sua chiesa. Per annunciare l’evento vennero stampati dei volantini che permisero di diffondere la notizia in tutta la città. La mattina seguente, il reverendo e la gente nella chiesa si affacciarono alla finestra notando che tutti gli autobus erano vuoti e che le persone camminavano o andavano in bicicletta. Così King attuò una grande protesta contro la segregazione razziale: il boicottaggio dei mezzi pubblici, per circa un anno nessuna persona di colore prese l’autobus per spostarsi. Dopo un anno di boicottaggio, le aziende di trasporti, ormai sull’orlo del collasso, decisero con una sentenza della Corte Suprema di abolire la segregazione razziale sui mezzi pubblici. LA MARCIA SU WASHINGTON Il 28 Agosto 1963, a Washington, la capitale degli Stati Uniti si svolse una delle proteste più importanti per i diritti civili. Qualche ora prima, King si trovava in una camera di albergo dove scriveva il discorso che avrebbe dovuto pronunciare alla manifestazione quello stesso giorno. Si chiedeva se sarebbero accadute rivolte contro la polizia, come già successo in passato. Ad un tratto mentre dialogava con la moglie, squillò il telefono. Martin rispose incredulo capendo che la persona al telefono era Kennedy, il presidente degli Stati Uniti che lo ringraziava per quello che stava facendo e mandando a King un messaggio di speranza. Dopo la telefonata, King uscì dall’albergo assieme ai suoi collaboratori. Notò con gran gioia le strade, gli autobus, le stazioni piene di gente che proveniva anche da lontano. In lontananza però, si intravedevano le truppe pronte ad intervenire. La gente si trovava davanti al palco dove poi sarebbe salito Martin, impaziente di vederlo. Infine King si mostrò alla folla. Le persone lo accolsero con cori. Martin cominciò a leggere il discorso che aveva scritto pronunciando la storica frase “I have a dream” (“Io ho un sogno”). Questo sogno riguardava l’integrazione delle persone di colore, ma in generale, il ritenere ogni persona uguale all’altra. Mentre il discorso di King continuava, Hover, allora il capo dell’FBI, progettava un piano per distruggere King, ritenendolo un nemico dell’America. LA MARCIA DEI POVERI In un suo discorso del 1965, il reverendo King annunciò che avrebbe voluto organizzare un’altra marcia su Washington, però facendo partecipare tutta la gente povera. L’idea di King fu quella di costruire case di cartoni, di latta e di mattoni accatastati, vicino alle case dei ricchi. Martin e le persone che avrebbero aderito a questa protesta sarebbero vissute in questa baraccopoli finché il governo non avrebbe preso seri provvedimenti per risolvere il problema della povertà. Cominciarono i lavori riguardanti la baraccopoli, che doveva ospitare il più gran numero di partecipanti mai visti. King, partecipando, avrebbe corso un gran rischio, ma non si fece intimorire. Quando i lavori sembravano giunti al termine, King ricevette una notizia riguardante un gruppo di netturbini afroamericani in sciopero che erano stati aggrediti dalla polizia; questi richiedevano l’intervento di King, il quale, nonostante la marcia dei poveri e la situazione delicata, non negò il suo aiuto ai poveri netturbini. Il reverendo partì per Menphis, andando inconsapevolmente contro il suo destino. LA MORTE E I FUNERALI Il 28 marzo, a Memphis, King guidò una marcia di protesta dei netturbini, terminata tra i disordini e repressa dalla polizia. La stessa sera, dopo aver visto la cronaca in televisione, King decise di tornare a Memphis, per guidare una seconda marcia senza incidenti, una marcia calma per riavere la fiducia degli afroamericani. Il 3 Aprile il reverendo tenne a Memphis uno dei discorsi più emozionanti della sua carriera, e venne accolto da una grande folla. Il 4 aprile Martin Luther King, mentre si trovava sul balcone del motel Lorraine in cui alloggiava, fu assassinato. Questo fatto provocò rabbia e reazioni violente tra gli Afroamericani. Poche settimane prima aveva parlato del suo funerale dicendo che non avrebbe voluto un funerale lungo, e che tutti avrebbero dovuto ricordarlo come un amante e un servo dell’ umanità, non come il vincitore di un premio Nobel. Il funerale si svolse secondo il volere di King, al termine del rito il suo corpo fu portato al cimitero di Atlanta, seguito da una grande folla. Sulla lapide furono incise le parole pronunciate nel discorso di Washington: “Finalmente libero! Finalmente libero.” Molti giorni dopo finalmente si scoprì chi era stato ad assassinare M.L.K.: James Earl Ray, che si era appostato poco distante dal balcone del motel Lorraine. Egli fu condannato a 99 anni di prigione. HA DETTO: -link al discorso pronunciato a Washington :''I HAVE A DREAM'' (con sottotitoli in inglese) -link al discorso pronunciato a Washington:-Discorso con sottotitoli in italiano e sottofondo musicale -testo del discorso di Washington: ‘I am happy to join with you today in what will go down in history as the greatest demonstration for freedom in the history of our nation. Five score years ago, a great American, in whose symbolic shadow we stand today, signed the Emancipation Proclamation… … But one hundred years later, the Negro still is not free. One hundred years later, the life of the Negro is still sadly crippled (segnata) by the manacles of segregation and the chains of discrimination. One hundred years later, the Negro lives on a lonely island of poverty in the midst of a vast ocean of material prosperity. One hundred years later, the Negro is still languished in the corners of American society and finds himself an exile in his own land. And so we've come here today to dramatize a shameful condition… … Now is the time to rise from the dark and desolate valley of segregation to the sunlit path of racial justice. Now is the time to open the doors of opportunity to all of God’s children. Now is the time to lift our nation from the quicksands of racial injustice to the solid rock of brotherhood…… there will be neither rest or tranquility in America until the Negro is granted his citizenship rights… … But there is something that I must say to my people… We must forever conduct our struggle on the high plane of dignity and discipline. We must not allow our creative protest to degenerate into physical violence… … for (because) many of our white brothers, as evidenced by their presence here today, have come to realize that their destiny is tied up with our destiny. And they have come to realize that their freedom is inextricably bound to our freedom. We cannot walk alone. And as we walk, we must make the pledge (promessa) that we shall march ahead. We cannot turn back. There are those who are asking the devotees of civil rights, "When will you be satisfied?" We can never be satisfied as long as the Negro is the victim of the unspeakable horrors of police brutality. We can never be satisfied as long as our bodies, heavy with the fatigue of travel, cannot gain lodging in the motels of the highways and the hotels of the cities. We cannot be satisfied as long as the negro's basic mobility is from a smaller ghetto to a larger one. We can never be satisfied as long as our children are stripped of their self-hood (private della loro personalità) and robbed of their dignity by signs stating: "For Whites Only." We cannot be satisfied as long as a Negro in Mississippi cannot vote and a Negro in New York believes he has nothing for which to vote. No, no, we are not satisfied, and we will not be satisfied until "justice rolls down like waters, and righteousness like a mighty stream." … Go back to Mississippi, go back to Alabama, go back to South Carolina, go back to Georgia, go back to Louisiana, go back to the slums and ghettos of our northern cities, knowing that somehow this situation can and will be changed. Let us not wallow in the valley of despair, I say to you today, my friends. And so even though we face the difficulties of today and tomorrow, I still have a dream. It is a dream deeply rooted in the American dream. I have a dream that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: "We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal." I have a dream that one day on the red hills of Georgia, the sons of former slaves and the sons of former slave owners will be able to sit down together at the table of brotherhood. sit together in Georgia. I have a dream that one day even the state of Mississippi, a state sweltering with the heat of injustice, sweltering with the heat of oppression, will be transformed into an oasis of freedom and justice. I have a dream that my four little children will one day live in a nation where they will not be judged by the color of their skin but by the content of their character. I have a dream today! I have a dream that one day, down in Alabama, with its vicious racists, … one day right there in Alabama little black boys and black girls will be able to join hands with little white boys and white girls as sisters and brothers. I have a dream today! I have a dream that one day every valley shall be exalted, and every hill and mountain shall be made low, the rough places will be made plain, and the crooked places will be made straight; "and the glory of the Lord shall be revealed and all flesh shall see it together." This is our hope, and this is the faith that I go back to the South with. … With this faith, we will be able to work together, to pray together, to struggle together, to go to jail together, to stand up for freedom together, knowing that we will be free one day. And this will be the day, this will be the day when all of God's children will be able to sing with new meaning:… My country 'tis of thee, sweet land of liberty, of thee I sing. Land where my fathers died, land of the Pilgrim's pride, From every mountainside, let freedom ring! And if America is to be a great nation, this must become true. And so let freedom ring… And when this happens, and when we allow freedom ring, when we let it ring from every village and every hamlet, from every state and every city, we will be able to speed up that day when all of God's children, black men and white men, Jews and Gentiles, Protestants and Catholics, will be able to join hands and sing in the words of the old Negro spiritual: Free at Thank God Almighty, we are free at last!’ U2 E MARTIN LUTHER KING Canzone Pride degli U2 Testo: One man come in the name of love One man come and go One man come he to justify One man to overthrow Early morning, April 4 Shot rings out in the Memphis sky Free at last, they took your life They could not take your pride Traduzione: Un uomo viene nel nome dell'amore Un uomo viene e va Un uomo viene per giustificare Un uomo per cambiare le cose 4 aprile mattino presto Lo sparo un eco nel cielo di Memphis Libero infine, ti han tolto la vita Non sapevano come toglierti l'orgoglio Significato: La canzone risale agli anni ottanta, il 1984 più precisamente. L’autore Bono inizialmente voleva dedicarla al presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, famoso per il suo orgoglio. Pride, infatti, vuol dire orgoglio. Dopo qualche riflessione l’autore ebbe un ripensamento e la dedicò a Martin Luther King, che fu ucciso a Memphis il 4 aprile del 1968. C’è un piccolo aneddoto legato a questa canzone: l’autore ha commesso un errore storico: nel verso in cui fa riferimento all’assassinio di Martin Luther King, usa l’espressione “Early Morning” (di primo mattino), ma in realtà il pastore fu assassinato nel pomeriggio. Per porvi rimedio durante le esibizioni il gruppo cantava “early evening” al posto di “early morning”. Nel testo di "Pride (In The Name Of Love)" compare la frase "... free at last...", la stessa frase incisa sulla lapide di Martin Luther King, che tradotta sta per "libero alla fine".
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