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IDR web - Recensioni Ristoranti - Sito comune di IDR [RECE] Combal.zero (Rivoli-TO) - TO Category : Torino Published by James_P__Sullivan on 29/10/2003 MESSAGGIO IN GOOGLE GRUPPI ED EVENTUALE DISCUSSIONE La mia proverbiale pigrizia mi fa trascorrere ben dodici giorni prima di pubblicare una sintetica recensione. Non andavo al Combal dai tempi della vecchia e invero non particolarmente invitante sede di Almese ed era molta la curiosita' di vedere e soprattutto assaggiare le specialita' di Davide Scabin in una location che ben si addice al suo spirito innovatore. Combal.zero in effetti sorge nella "manica" del Castello di Rivoli, da alcuni anni sede di uno dei piu' interessanti Musei d'Arte Moderna italiana. La manica e' un lunghissimo e ampio corridoio, circondato da vetrate (che da un lato danno sul prato antistante la caffetteria del Museo e dall'altro offrono una vista panoramica sulla pianura sottostante). L'arredamento e' moderno e minimalista, introdotto da enormi cassoni dello spedizioniere Gondrand. La freddezza dell'arredo e' compensata dallo splendido e "caldo" pavimento in parquet. Per poter assaggiare il cosiddetto "menu' innovativo" (ora detto menu Combal.zero) e' necessario specificare il desiderio alla prenotazione. Il menu' in cui si da' carta bianca allo chef e' assai costoso (110 euro): in alternativa e' possibile ripiegare su un menu' meno sconvolgente (60 euro) , ma sicuramente di ottima fattura che prevede quattro antipasti interessanti un primo (da scegliersi tra un bel risotto alla bufale e tartufo nero e degli gnocchi), un secondo (che non ricordo nei tavoli vicini) dessert e predessert. Alla carta per mangiare qualche piatto si rischia di avvicinarsi agli 80 euro. In sala la direzione e' affidata a Milena (che come Scabin, ha partecipato a numerosi stage da Adria') e il servizio (come usa adesso) a volenterosi giovanotti in nero, con t-shirt moderne e informali. Per parlare del menu' mi valgo del graditissimo gadget ricevuto alla fine: un tubo metallico, contenente in un lucido arrotolato il menu' degustato. Il locale (era un venerdi' sera) appare quasi completo nei suoi 40/50 http://idrweb.altervista.org 30/9/2016 2:33:13 / Page 1 coperti (e piu' di meta' dei tavoli ha prenotato il costoso menu Combal.zero). Ci viene consegnata una carta dei vini dalle proposte piuttosto limitate per un locale di questo livello (per intenderci c'e' un solo Bianco Siciliano...), ma, forse proprio per questo, dai ricarichi abbastanza limitati. Ci viene consigliato o di scegliere delle bollicine o un bianco strutturato, avvertendo che con il preantipasto verra' servito un Brut di Ca' del Bosco e gli ultimi piatti verranno accompagnati da Cocktail. Optiamo per Martin, un Timorasso di Martinetti, prodotto con la collaborazione di Massa (uno dei leader di questo autoctono della zona del tortonese) che a me piace e i miei amici che se ne intendono mi bocciano regolarmente perche' troppo legnoso. Il prezzo di 45 euro mi pare piuttosto corretto. (Per intenderci ,se qualcuno, gia' provato finanziariamente dai 110 euro a testa del menu, vuole optare per un vino da 20 euro o giu' di li' ha parecchie alternative...). Con l'aperitivo viene servito il pre-menu che consiste in un curioso dattero avvolto nello speck, buono ma non eccezionale. Si parte con il piatto piu' di ispirazione Adrianesca: l'Eiskesada di Baccala' con Patate e Pomodoro al Cointreau. Ha la consistenza del classico cappuccino in cui affondare il cucchiaio fino in fondo per gustare la commistione degli ingredienti. Piacevole, ma non sconvolgente. Segue un piccolo ovetto di quaglia in camicia su chip S.Carlo, con burro di arachidi (fuso e assai particolare) e una foglietta di lattuga di mare con sale rosso. Al terzo antipasto comincio a preoccuparmi: il torcione di foie gras con gelatina al frutto della passione e croccante di mandorle per me e' slegatissimo e gli ingredienti fanno a pugni tra loro. Finora il bilancio e' negativo: stiamo pagando come da Alajmo e 10 euro piu' che da Cedroni (che abbinava fior di vini oltretutto). Segue l'Albese 2.3. E qui si torna a qualcosa di interessante: sull'involtino di carne cruda, deliziosa, qualche scaglia di Reali e in abbinata un involtino di verza con caviale beluga e un'insolita fettina di lime a contrastare correttamente. Molto piacevoli le calde panelle, da mangiare in un cartoccio con le mani, abbinate a una cialda di parmigiano e al bicchierino di crema fredda di piselli e menta. Il crescendo inizia con il celebratissimo CyberEgg. Non e' solo scena: il frutto con due strati di cellophane, va inciso con il bisturi che viene portato e, a questo punto, succhiare il rosso d'uovo che si fonde con il http://idrweb.altervista.org 30/9/2016 2:33:13 / Page 2 caviale e' un'esperienza quasi mistica. Segue l'unico piatto che avevo gia' mangiato in passato: uno dei classici di Scabin e ancora eccezionale; lo spiedino di lumache fritte da abbinare, un morso per volta, con un sorso del gazpacho, molto bilanciato. Ed ecco il "primo": nel classico tovagliolo vengono portati i ravioli da gustare con le mani; il tovagliolo ha delle strisce nere che introducono i gamberi black tiger del ripieno. Si consiglia una predegustazione olfattiva. La Zuppizza, ovvero la zuppa di Pizza, non e' la solita stupidaggine con la scusa della destrutturazione: la crema di formaggio in cui galleggiano il pomodoro e l'acciuga e' realmente bilanciata e qui con ironia, ti viene servito un fresco bicchiere di normalissima Moretti chiara in accompagnamento. Il primo secondo e' indimenticabile: la (il?) tataki di spada e' tenerissima e gustosa al tempo stesso con un delicato wasabi, sedano e ginger. In accompagnamento un cocktail al Gin. Il Mojito Italian Style e' il cocktail successivo (con il basilico al posto della menta) e accompagna il petto di Faraona all'Eucalipto con carpaccio di Ananas, pepe nero e pistilli di zafferano su fondo bruno. Un piatto appena inferiore ai precedenti, ma pur sempre piacevole. E' il momento del dessert e viene portato un bicchiere pieno di ghiaccio e un paio di forbici. Introducono un dessert da "astronauti" il Water Sweet & Blue. Ci viene servita una busta piena di liquido azzurro contenente all'interno altre due bustine di liquidi marroni e bianco. Come scritto sul foglio di istruzioni accluso (!!) bisogna scolare il cocktail nel bicchiere e succhiare dalle altre due bustine contenenti creme di cioccolato. Vabbe' qui e' puro divertimento e nulla piu'. La vera prova della bravura sul dessert e' data da una dozzina di minipasticcini presentati in abbinamento al caffe' a livelli veramente notevoli (tra le migliri friandises assaggiate). Il conto finale e' preciso e conciso: due menu' x 110 + 45 euro del Martin 265 in due. Il resto (aperitivo, acque minerali, cocktail, birra, caffe' etc) tutto compreso. Il che obiettivamente riporta, non dico a livelli ragionevoli, ma senz'altro meno marziani, il costo globale. Servizio eccellente e ben scandito nei tempi (i piatti sono moltissimi e presentati con la coreografia giusta). Bella esperienza: ovviamente da non ripetersi piu' di una volta all'anno. (Ribadisco che il menu' tradizionale a 60 euro e' comunque una buona idea per una serata meno impegnativa). http://idrweb.altervista.org 30/9/2016 2:33:13 / Page 3 Ciao. Leo. http://idrweb.altervista.org 30/9/2016 2:33:13 / Page 4
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