Applicazione di lenti a contatto morbide toriche
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Applicazione di lenti a contatto morbide toriche
Elementi essenziali nella pratica delle lenti a contatto Capitolo 7 Applicazione di lenti a contatto morbide toriche punti chiave punti chiave I miglioramenti ottenuti per le lenti toriche in relazione a velocità di orientamento, stabilità della lente, apporto di ossigeno corneale e riproducibilità, devono incoraggiare gli specialisti ad applicare lenti morbide toriche laddove la causa di una visione scadente sia un astigmatismo Nella valutazione della stabilità rotazionale in tutte le posizioni di sguardo e tra un ammiccamento e l’altro, risiede la chiave del successo applicativo I professionisti dovrebbero avere a disposizione almeno due diverse geometrie di lente tra cui scegliere, compresa una geometria a stabilizzazione prismatica e una geometria a stabilizzazione non prismatica I professionisti dovrebbero prevedere più di una lente per occhio, considerando tale opportunità in termini sia di tempo sia di costi, senza però superare un massimo di due lenti per occhio L’applicazione delle lenti a contatto morbide toriche era in precedenza considerata una “specialità” di cui solo i professionisti esperti si potevano occupare. Negli ultimi anni, tuttavia, è aumentato il numero delle geometrie a disposizione degli specialisti e si è semplificato l’approccio all’applicazione. La percentuale di nuove applicazioni di lenti a contatto morbide toriche supera ora il 30% in Gran Bretagna, un dato che ben si correla alla percentuale di incidenza della popolazione con un grado di astigmatismo compreso tra 0.75D e 2.50D 1. Tuttavia la percentuale di lenti morbide toriche applicate rimane ancora bassa in molti mercati del mondo2. 79 Cap. 7 - Applicazione di lenti a contatto morbide toriche L e lenti morbide toriche sono attualmente disponibili in stock e in numero sempre crescente, offrendo i benefici di una sostituzione frequente, monouso o materiali in silicone idrogel, l’applicazione può avvenire in maniera empirica oppure utilizzando ampi set di lenti di prova presenti all’interno del negozio di ottica. Quest’ultima metodologia permette di effettuare prove sui soggetti astigmatici usando lenti diagnostiche toriche monouso con la stessa convenienza d’uso offerta dall’applicazione delle lenti a contatto sferiche. Una delle ragioni di questa maggiore semplicità di applicazione delle lenti toriche consiste nei progressi compiuti dalla tecnologia di fabbricazione. L’avvento di una nuova tecnologia di stampaggio allo stato idratato e a basso costo che permette alla lente di conservare l’idratazione durante l’intero processo di fabbricazione, ha migliorato la riproducibilità e la qualità ottica delle lenti a contatto. Ciò dovrebbe offrire agli specialisti una maggiore garanzia che la lente consegnata corrisponda effettivamente a quella ordinata. Ciononostante, una recente indagine svolta tra i portatori ha dimostrato che gli alti livelli di performance delle lenti attesi da chi porta lenti toriche non sono stati raggiunti, specialmente quando si confrontano le valutazioni di comfort e visione3. La necessità di migliorare ulteriormente la performance, unitamente ad una migliore conoscenza dei fattori che influiscono sulle lenti toriche, ha comportato negli ultimi anni l’introduzione di geometrie delle lenti più avanzate. Le lenti a contatto morbide toriche offerte in stock e personalizzate per il singolo individuo sono ora disponibili in materiali in silicone idrogel e il risultante aumento della disponibilità di ossigeno ha consentito di apportare più ampie variazioni di spessore alla geometria delle lenti, migliorando ulteriormente orientamento e caratteristiche di stabilità della lente nell’occhio. Circa il 16% delle prescrizioni rivela la presenza di un astigmatismo superiore a 1.00DC (Tabella 1) che aumenta fino a più del 30 % nella popolazione ametropica con 0.75D o valore tabella 1 Incidenza dell’astigmatismo, da Bennett4 80 Percentuale di lenti per a s t i g m at i c i Potere di correzione cilindric a (D) Percentuale del c a m p i o n e t o ta l e 0 32.0 0.25-0.50 34.6 50.9 0.75-1.00 17.7 26.0 1.25-2.00 9.8 14.4 2.25-3.00 3.8 5.6 3.25-4.00 1.5 2.2 Oltre 4.00 0.6 0.9 Elementi essenziali nella pratica delle lenti a contatto superiore di astigmatismo refrattivo4. Per correggere questo errore di refrazione, lo specialista ha a disposizione diverse alternative. Lenti rigide gas-permeabili Le lenti rigide gas permeabili (RGP) permettono di correggere l’astigmatismo corneale. Il vantaggio di una lente RGP sferica nella correzione dell’astigmatismo risiede nella relativa facilità di adattamento, mentre gli svantaggi sono il ridotto comfort associato alle lenti rigide, la difficoltà di ottenere, in alcuni casi, una lente ben centrata e il problema frequente delle punteggiature corneali a ore tre e a ore nove. Tuttavia una lente RGP sferica non potrà correggere l’astigmatismo lenticolare. Nei casi di elevata toricità corneale la lente potrebbe diventare instabile, rendendo necessaria una periferia torica o una superficie posteriore completamente torica. Avere una superficie posteriore completamente torica consente di offrire la migliore opzione per ottenere un’applicazione in allineamento. Lenti morbide spesse Una strategia spesso citata per correggere bassi gradi di astigmatismo con le lenti morbide consiste nell’aumentare lo spessore della lente o utilizzare un materiale di modulo più elevato. La teoria di base afferma che una lente più spessa o più rigida si fletterebbe meno sulla cornea e quindi potrebbe mascherare di più l’astigmatismo. Studi controllati, condotti per verificare questo aspetto, generalmente non hanno presentato effetti significativi per la maggior parte dei portatori5,6. Analogamente, un materiale in silicone idrogel sferico di modulo più elevato ha dimostrato di non avere nessun impatto significativo sull’entità di astigmatismo mascherato in confronto a una lente a contatto morbida in idrogel7. In generale si deve concludere che il grado di correzione dell’astigmatismo ottenuto con lenti morbide sferiche è insignificante dal punto di vista clinico. Lenti in idrogel a superficie asferica In alcuni casi è stato dimostrato che l’uso di superfici anteriori asferiche per ridurre l’aberrazione sferica nel sistema lente/occhio, può migliorare le performance visive negli astigmatismi lievi rispetto alle lenti morbide sferiche ma l’astigmatismo rimane sottocorretto. Tuttavia, le aberrazioni dell’occhio variano considerevolmente tra i vari soggetti che portano queste lenti, il che può spiegare, in parte, perchè le lenti di questo tipo soddisfano le esigenze di alcuni portatori ma non di altri. Inoltre, una ricerca più recente, ha dimostrato che la performance di una superficie asferica quando viene applicata a portatori con un basso grado di astigmatismo diminuiva con le pupille più grandi e non corrispondeva all’acuità visiva, determinando una correzione astigmatica completa con una lente a contatto torica morbida8. Lenti morbide toriche L’opzione finale a disposizione del professionista è quella di applicare una lente morbida torica con il vantaggio di un materiale morbido e di una performance visiva generalmente migliore rispetto alle altre opzioni di lenti morbide precedentemente discusse. Il resto di questo capitolo tratterà la pratica riguardante l’applicazione delle lenti a contatto morbide toriche. 81 Cap. 7 - Applicazione di lenti a contatto morbide toriche Strumentazione figura 1 Rotazione del fascio per allineare le marcature della lente e misurare la posizione della stessa (Per gentile concessione di Trusit Dave) La strumentazione di base richiesta per l’applicazione delle lenti morbide toriche è identica a quella necessaria per applicare delle normali lenti morbide. Una lampada a fessura dotata di oculare millimetrato con riferimenti angolari è di particolare utilità nell’applicazione delle lenti morbide toriche come aiuto nella localizzazione dell’asse. Se tale strumento non fosse disponibile, potrebbero essere utili la rotazione del fascio del biomicroscopio e una scala indicante il grado di rotazione (Figura 1). Prova della lente Il sistema ideale prevede un ampio set di lenti di prova monouso all’interno dello studio ottico in cui si effettua l’applicazione, per permettere ai soggetti astigmatici di sperimentare l’uso delle lenti toriche allo stesso modo di quelle sferiche. L’opzione alternativa è l’applicazione empirica, sia applicando una lente monouso sia applicando una lente torica convenzionale in stock. Se si applica una lente monouso lo specialista ordinerà una lente diagnostica per quel portatore specifico. Indipendentemente dal tipo di approccio, una lente deve essere posizionata sull’occhio per permettere allo specialista di valutarne l’adattamento fisico e il suo comportamento rotazionale, determinanti per il risultato ottico. Mantenere la stabilità rotazionale della lente è indispensabile per una buona applicazione della lente morbida torica, non solo in posizione primaria di sguardo ma anche durante un movimento dell’occhio più laterale così come nelle diverse posizioni della testa. Toricità della superficie Una lente torica rigida mantiene la posizione sulla cornea attraverso il corretto allineamento della sua superficie posteriore con la cornea torica, presumendo che la cornea abbia una toricità sufficiente da giustificare l’applicazione di una lente torica. Se la lente morbida viene prodotta con una superficie posteriore torica, il suo ridotto modulo di elasticità fa sì che la lente continui a flettersi e quindi a ruotare sull’occhio. La maggior parte delle attuali lenti morbide toriche realizzate con il metodo a stampaggio, incorpora una superficie posteriore torica che ugualmente si adatta all’applicazione su cornee sferiche per la correzione dell’astigmatismo lenticolare. Geometrie più recenti prevedono una curva di adattamento sferica che circonda la porzione ottica torica della superficie posteriore. Tuttavia, per mantenere la correzione astigmatica della lente in allineamento con quella dell’occhio, la lente deve essere tenuta in posizione. Ci sono essenzialmente due modi per ottenere questo risultato: • Una geometria a stabilizzazione prismatica •U na geometria a stabilizzazione non prismatica (es. a doppio “slab-off”, doppia zona di assottigliamento, design a stabilizzazione accelerata). Geometria a stabilizzazione prismatica Si tratta del primo metodo di stabilizzazione e, sebbene abbia avuto notevoli adattamenti nel corso degli anni, è ancora il sistema più comune per stabilizzare la lente sull’occhio. In linee 82 Elementi essenziali nella pratica delle lenti a contatto generali, la lente è prodotta con un profilo che si ispessisce via via verso la sua base (Figura 2a). La porzione più sottile della lente si colloca sotto la palpebra superiore, che quindi schiaccia la porzione più spessa della lente verso la palpebra inferiore (il cosiddetto principio fisico del “seme di melone”). È stato considerato per molti anni che la gravità non gioca alcun ruolo nella determinazione dell’asse. Tuttavia, una ricerca più recente, che ha osservato cosa accade quando il portatore di una lente a stabilizzazione prismatica si stende su un fianco, dimostra che la gravità esercita un certo effetto come mostrato nella Figura 39. In questa posizione, la base del prisma oscilla verso la verticale. Posizione palpebrale, ammiccamento e gravità, sono importanti fattori che influiscono sull’orientamento della lente con questo tipo di geometria. Quando una lente con stabilizzazione prismatica ruota di 45 gradi dalla sua normale posizione, si orienta rapidamente per i primi 20-30 gradi sotto l’influenza della gravità. Quando la forza gravitazionale non è più significativa, la maggior parte della rotazione si verifica durante l’ammiccamento a causa del rapido movimento della palpebra superiore mentre “spazzola” la superficie della lente. L’aumento dello spessore della lente comporta una minore trasmissione di ossigeno attraverso il materiale e questo può anche determinare un minor comfort, specialmente in corrispondenza della palpebra inferiore. Per superare questo, i produttori eliminano la maggior parte del prisma della lente tramite una smussatura periferica a 360 gradi, definita lenticolazione eccentrica, studiata per ridurre lo spessore della lente10 (Figura 2b). Inoltre, le geometrie delle lenti a stabilizzazione prismatica sono state ulteriormente migliorate, con il risultato di un’ottica non interessata dal prisma (peri-ballast), presenza che viene limitata alla periferia della lente stessa11,12. Altri design mirano a controllare verticalmente il profilo dello spessore per limitare forze rotazionali non desiderate e minimizzare le differenze nella stabilizzazione tra lenti diverse per potere diottrico e asse del cilindro13 (Figura 2c). Geometrie a stabilizzazione non prismatica Anche queste geometrie si basano, per raggiungere la corretta stabilità, sull’interazione tra palpebra e lente. Entrambe le palpebre svolgono un ruolo attivo, a differenza delle geometrie a stabilizzazione prismatica dove l’interazione riguarda soprattutto la palpebra superiore. Queste geometrie mostrano poca o nessuna rotazione risultante dalla gravità. Nelle prime geometrie la stabilizzazione si otteneva realizzando una zona sottile in posizione superiore e inferiore rispetto alla zona ottica, avente come risultato nessuno spessore aggiuntivo. Le palpebre esercitano la loro azione schiacciando le zone di diverso spessore sulla lente, mantenendone la stabilità. Il vantaggio di questotipo di geometria consiste nel fatto che il profilo complessivo dello spessore può essere mantenuto ad un valore minimo, ottimizzando la risposta fisiologica ed il comfort del portatore. Un perfezionamento di questo approccio di stabilizzazione include geometrie che isolano la correzione ottica entro una zona ottica di aree di stabilizzazione indipendenti14 (Figura 4a). figura 2 Geometrie a stabilizzazione prismatica (solo per scopi illustrativi) a) Sezione trasversale di una lente morbida torica a stabilizzazione prismatica che mostra la variazione di spessore Carrier prismatico lenticolare Zona prismatica Smussatura Zona ottica Smussatura periferica per conferire massimo comfort Lente morbida torica a stabilizzazione prismatica, che mostra la zona ottica centrale non interessata dal prisma e il vettore periferico con prisma e camera per conferire massimo comfort, da Grant b) Zona prismatica Zona ottica Smussatura Lente morbida torica a stabilizzazione prismatica, che mostra la zona ottica centrale non interessata dal prisma e il vettore periferico con prisma e camera per conferire massimo comfort per consentire il controllo dello spessore della lente con diversi poteri di lente (adattato da Cox et al) c) figura 3 L’effetto della gravità su una lente morbida torica con stabilizzazione prismatica (per gentile concessione di Graeme Young ) 83 Cap. 7 - Applicazione di lenti a contatto morbide toriche figure 4 Geometrie a stabilizzazione non prismatica (solo a scopi illustrativi) Zona sottile Zona sottile Zona ottica a) Geometria di una lente a stabilizzazione a doppio slab-off Zona sottile Zona sottile Zona ottica indipendente b) Doppia zona di assottigliamento con una zona ottica indipendente Zone di spessore Zona ottica c) Design a stabilizzazione accelerata con zone di spessore localizzate al di fuori dell’apertura palpebrale. Ciò consente un orientamento coerente per tutti i poteri diottrici e un complessivo profilo di spessore sottile che migliora la trasmissibilità dell’ossigeno (Figura 4b). Più recentemente le geometrie hanno massimizzato l’efficacia localizzando ‘zone attive’ più spesse all’interno delle aperture palpebrali minimizzando ogni variazione di spessore della lente sotto le palpebre15 (Figura 4c). Questo consente di avere una lente che ruota rapidamente nella posizione desiderata e riduce la probabilità che la lente ruotando si allontani dalla posizione designata nei movimenti intercorrenti tra due ammiccamenti o a causa dei movimenti laterali della palpebra inferiore durante gli ammiccamenti. Le geometrie a stabilizzazione non prismatica possono essere più vantaggiose per i portatori con una palpebra inferiore alta ed in particolare se la palpebra è stretta può incoraggiare la rotazione nasale. Inoltre la gravità esercita una minima influenza rotazionale sulle geometrie a stabilizzazione non prismatica, quindi possono essere più indicate per varie situazioni dinamiche (es. guardando o praticando uno sport) o per categorie professionali come ballerini, meccanici, militari, ecc9. Dal momento che non esiste un’unica geometria di lenti morbide toriche adatta a tutti i tipi di occhi, lo specialista dovrebbe disporre almeno di due diverse geometrie, che comprendano sia quella con stabilizzazione prismatica sia quella con stabilizzazione non prismatica, con scelta ottimale in termini di materiale come il silicone idrogel. Oltre a selezionare lenti morbide toriche con diverse geometrie, lo specialista dovrebbe anche assicurarsi che le lenti applicate siano riproducibili e, nel caso delle lenti non monouso, il produttore deve garantire la possibilità di sostituirle, se necessario. La riproducibilità delle lenti morbide toriche è migliorata nel corso degli anni, sebbene le lenti tornite, in particolare, possano continuare a mostrare ancora una certa variabilità. Tutte le lenti morbide toriche richiedono la presenza di alcune marcature di riferimento sulla lente in modo che il professionista possa identificare la posizione degli assi del potere cilindrico. I produttori utilizzano una serie di simboli per contrassegnare il riferimento a ore sei, o la base prismatica della lente, oppure ancora le posizioni a ore tre e a ore nove (Figure 5 e 6). Tecniche Applicazione iniziale 84 È stato dimostrato che la posizione palpebrale, l’inclinazione verso l’alto o verso il basso delle palpebre e l’entità dell’apertura palpebrale, sono i principali fattori del portatore associati all’ orientamento e alla stabilità della lente16. Anche con una crescente conoscenza dell’applicazione delle lenti morbide toriche, non è ancora possibile per i professionisti applicarle senza effettuare prove e commettere errori, tuttavia questo permette di capire meglio dove possono verificarsi dei problemi e come fare per risolverli al meglio. Le esatte procedure di applicazione per le lenti morbide toriche possono variare in rapporto alle diverse marche. I principi basilari, tuttavia, rimangono gli stessi nel momento in cui la lente torica è applicata e valutata sull’occhio. Alcuni produttori sostengono l’applicazione empi- Elementi essenziali nella pratica delle lenti a contatto rica - l’ordine di una lente definitiva senza aver prima osservato la lente sull’occhio ed effettuando invece tutti gli aggiustamenti necessari una volta applicata sull’occhio. L’applicazione di lenti toriche monouso permette di ordinare empiricamente una lente di prova individuale o selezionare da un set di prova, situato all’interno dello studio professionale di applicazione, la lente con il potere diottrico appropriato. Adattamento fisico L’adattamento fisico di una lente morbida torica dovrebbe corrispondere a quello di una lente morbida sferica. La lente dovrebbe coprire la cornea in tutte le direzioni di sguardo e permettere un adeguato flusso lacrimale per consentire la rimozione dei prodotti metabolici mantenendo l’allineamento con la cornea e la congiuntiva. Se l’adattamento di una lente è al confine tra essere adeguato o avere un movimento lievemente eccessivo, l’adattamento più mobile verrebbe generalmente scelto per permettere alle varie forze di avere l’effetto desiderato sulla rotazione della lente. figura 5a e 5b Marcature dell’asse su diverse lenti morbide toriche (per gentile concessione di Trusit Dave) Lente di prova iniziale – scelta e applicazione La scelta del raggio della zona ottica posteriore (BOZR), del diametro totale (TD) e dello spessore centrale (tc) per una lente morbida torica dovrebbe avvenire nello stesso modo utilizzato per selezionare la geometria di una lente morbida sferica. Si dovrebbe scegliere il potere diottrico della lente con il potere sferico e, ancora più importante, il potere del cilindro e il valore dell’asse il più vicino possible ai parametri della lente definitiva prevista. Mentre le prime geometrie delle lenti morbide toriche tendevano, in maniera prevedibile, a ruotare verso il naso di 5-10 gradi dalla posizione designata, questo non accade con le geometrie più moderne. Sono stati identificati una serie di fattori nel portatore e caratteristiche di adattamento della lente che influenzano l’orientamento delle lenti morbide toriche, ma i risultati non consentono ai professionisti di predire accuratamente l’orientamento della lente torica. Per questo motivo non occorre effettuare alcuna compensazione iniziale dell’asse cilindrico quando si sceglie la lente di prova iniziale. Dal momento che la lente a contatto può avere differenti poteri cilindrici e diversi valori dell’asse, c’è il rischio che si verifichino differenze in stabilità e gradi di rotazione, specialmente con le geometrie caratterizzate da un profilo dello spessore di stabilizzazione dipendente dal potere diottrico della lente. Contrariamente a quanto si pensa, gli assi dell’astigmatismo risultano distribuiti quasi equamente nelle varie direzioni per i gradi più bassi di astigmatismo (Tabella 2). I cilindri obliqui generalmente garantiscono più difficilmente il successo in termini di visione, sebbene le più avanzate e recenti geometrie minimizzino tali possibilità. L’obiettivo dell’applicazione con una lente di prova è duplice: valutare l’adattamento fisico e fisiologico e la risposta alla lente oltre a misurare la posizione dell’orientamento insieme alla sua stabilità. Dopo aver inserito la lente, si dovrebbe attendere che la stessa si assesti, come nel caso della lente morbida sferica, prima di valutare l’adattamento. Con le geometrie più recenti, la velocità di orientamento è più rapida, permettendo di eseguire la valutazione entro 1-3 minuti dopo l’inserimento. 85 Cap. 7 - Applicazione di lenti a contatto morbide toriche Valutazione visiva Dopo il periodo di assestamento, si dovrebbe effettuare una sovrarefrazione. Lo scopo della sovrarefrazione non è determinare il potere diottrico o il grado di rotazione, ma considerare quanto sia stabile il risultato finale e valutare efficacemente la stabilità della lente. Se il portatore riferisce che la visione si offusca ad ogni ammiccamento, significa che l’adattamento della lente è inadeguato o che la stabilità rotazionale della lente è scarsa. In entrambi i casi occorre applicare un’altra lente con un parametro diverso (in caso di un adattamento insoddisfacente) o una diversa geometria (se la lente si dimostra rotazionalmente instabile). Presumendo che si possa ottenere una refrazione stabile e precisa, lo specialista dovrebbe procedere alla valutazione dell’adattamento della lente e della sua posizione rotazionale. Prima di determinare l’adattamento fisico, lo specialista dovrebbe innanzitutto ricercare la stabilità della lente dal punto di vista rotazionale. Questa operazione viene eseguita osservando le marcature di riferimento dell’asse sulla lente, le quali non dovrebbero evidenziare rotazioni a ogni ammiccamento o fra un ammiccamento e l’altro e dovrebbero mantenersi allineate alla loro posizione designata (in senso verticale o orizzontale). Se la posizione della lente risulta essere di oltre 30 gradi dalla posizione designata, la stabilizzazione potrebbe essere inadeguata e si dovrebbe quindi considerare una geometria alternativa. Se le marcature di posizionamento sono stabili nella posizione di sguardo primaria, il professionista dovrebbe annotarne la posizione rispetto alla relativa posizione designata e alla direzione e al grado di rotazione osservati (se esistono). La misurazione può essere compiuta con l’ausilio di un reticolo o la rotazione della larghezza del fascio proiettato dalla lampada a fessura (Figura 1) oppure stimata usando come guida le marcature dell’asse (Figure 6, 7). Occorre fare attenzione nel valutare le marcature di riferimento su una lente decentrata in quanto potrebbe sembrare che la lente abbia compiuto una rotazione quando in effetti non vi è nessuna rotazione. Un van- tabella 2 Distribuzione degli orientamenti dell’asse del cilindro, da Bennett4 86 d i s t r i b u z i o n e i n p e r c e n t u a l e d e l l’ o r i e n ta m e n t o potere del cilindro (d) d e l l’a s s e i n c i a s c u n p o t e r e c i l i n d r i c o secondo regola contro regol a asse obliquo 0.50 36 34 30 1.00 34 34 32 1.50 35 31 34 2.00 38 24 38 2.50 50 18 32 3.00 54 17 29 3.50 49 17 34 4.00 50 15 35 Oltre 4.00 58 13 29 Elementi essenziali nella pratica delle lenti a contatto taggio offerto da una lente torica con due marcature opposte una rispetto all’altra è che passando attraverso la lampada a fessura entrambe le marcature, si ottiene una misurazione più accurata della rotazione della lente, indipendentemente che la lente sia decentrata o meno. La stabilità dell’orientamento dovrebbe ulteriormente essere valutata mentre il portatore esegue un ammiccamento forzato e durante i movimenti di versione. è opportuno chiedere al portatore di guardare in alto, in basso, a sinistra e a destra, mentre si osserva una significativa rotazione della lente. Se la lente rimane relativamente stabile durante questa simulazione, essa dovrebbe fornire una visione relativamente stabile. La performance visiva dovrebbe essere valutata anche da vicino. La rotazione dell’asse fornisce al professionista le informazioni di cui ha bisogno per ordinare la lente. La rotazione della lente mostra quanto sarà ampio lo spostamento dell’asse del cilindro quando verrà posizionata sull’occhio la lente definitiva. Lo spostamento può essere compensato ordinando una lente con l’asse in posizione diversa. Se, ad esempio, la refrazione oculare è –3.00/-1.75x180 e una lente di prova ruota di 10 gradi in senso orario quando posizionata sull’occhio, la correzione sarà di –3.00/-1.75x170 gradi e la visione sarà offuscata. Per compensare questo problema, se la lente ordinata è –3.00/–1.75x10, la rotazione di 10 gradi in senso orario farà ruotare l’asse in direzione 180 gradi ottenendo l’asse richiesto e una visione nitida. La regola base prevede che se la lente ruota in senso orario il grado di rotazione deve essere aggiunto all’asse ma se ruota in senso antiorario, il grado di rotazione deve essere sottratto all’asse (CAAS). In alternativa, se la lente ruota verso sinistra, si deve aggiungere il grado di rotazione e se ruota verso destra dovrà invece essere sottratto (LARS). figura 6 Esempi di tacche di riferimento dell’asse su lenti morbide toriche differenti Senso orario: Aggiungere asse Senso antiorario: Sottrarre asse figura 7 Esempi che mostrano un allineamento e un disallineamento dell’asse Sovrarefrazione Se le marcature di riferimento posizionate sulla lente indicano un disallineamento compreso entro 10 gradi dalla posizione designata, è possibile valutare la visione ed eseguire una sovrarefrazione sferica per determinare se ordinare o meno un potere sferico alternativo. Le lenti che si posizionano fuori asse produrranno un errore refrattivo residuo che è in funzione del potere cilindrico e del grado di orientamento errato. Ad esempio, una lente torica morbida di potere –3.00/-1.75x180 che corrisponde alla prescrizione oculare del portatore ma si orienta di 20 gradi fuori asse produrrà una sovrarefrazione di +0.50/-1.25x55. La stabilità finale costituisce una valida indicazione del fatto che l’adattamento della lente è adeguato; tuttavia, è impossibile determinare se la componente sferica della prescrizione definitiva da ordinare richieda o meno una modifica. Di conseguenza, per permettere una sovrarefrazione sferica significativa, si dovrebbe applicare una nuova lente di prova dopo la compensazione dell’asse del cilindro per la rotazione della lente. L’ordine della lente definitiva include BOZR, TD, tc (se variabile) e potere diottrico in termini di sfera, cilindro e asse desiderato. 87 figura 8 Cap. 7 - Applicazione di lenti a contatto morbide toriche Procedura che prevede il diagramma di flusso per affrontare il problema della scadente acuità visiva con le lenti morbide toriche ACUITà VISIVA SCADENTE la lente è stabile sull’occhio in senso rotazionale? si No la lente è applicata correttamente per quanto riguarda tutti gli altri aspetti? si controllare la prescrizione della lente controllare la prescrizione degli occhiali No si No in che direzione ruota la lente? cambiare geometria o tipo di lente cambiare l’adattamento della lente senso orario aggiungere senso antiorario sottrarre grado di rotazione da/a asse del cilindro e riordinare Risoluzione dei problemi Scarsa visione Il problema più comune con l’applicazione delle lenti morbide toriche è un’acuità visiva insoddisfacente o variabile. La ragione più comune è da ricondurre allo spostamento dell’asse. Si potrebbe riscontrare un’acuità visiva ridotta al momento della consegna della lente definitiva o nel corso di un successivo esame di controllo. Se il problema si riscontra in sede di esame di controllo, è importante capire se vi è un particolare impegno visivo che comporta una visione scadente, ad esempio la lettura di un giornale con fogli larghi, in quanto spesso richiede posizione primaria di sguardo, o guardare la televisione sdraiati. In questi casi, posizione dell’asse e acuità visiva in posizione primaria di sguardo possono sembrare corrette, tuttavia i sintomi suggeriscono una stabilità della lente inadeguata e la necessità di eseguire prove con geometrie di lente alternative. 88 Se si riscontra una scarsa visione al momento della consegna della lente, il professionista dovrebbe prima esaminare la cartella del portatore per controllare il potere diottrico della lente di prova. Se il potere della lente di prova (sfera e asse) è simile a quello della lente prescritta, una delle due lenti potrebbe avere parametri diversi da quelli contrassegnati. In alcuni casi la ragione di una visione scarsa risiede nella rotazione dell’asse causata dai diversi effetti della palpebra sulla lente definitiva prescritta rispetto alla lente di prova. Questo inconveniente può a sua volta essere determinato dai diversi Elementi essenziali nella pratica delle lenti a contatto profili dello spessore e pertanto dall’efficacia della stabilizzazione di alcune geometrie di lenti. Il problema può essere evitato usando lenti di prova che corrispondono precisamente alla prescrizione oculare del portatore o impiegando geometrie di lenti che offrono zone ottiche e di stabilizzazione indipendenti. La figura 8 suggerisce una procedura che prevede un diagramma di flusso per affrontare il problema di una scadente acuità visiva17. Questo approccio si basa sulla valutazione della stabilità rotazionale della lente nell’occhio. Se la lente è stabile dal punto di vista della rotazione ma l’asse risulta erroneamente posizionato, il professionista compensa la rotazione dell’asse e riordina la lente. Se la lente è rotazionalmente instabile, si richiede un adattamento diverso o una diversa geometria della lente morbida torica. Una sovrarefrazione sfera/cil può essere utile nel determinare se l’acuità visiva scadente sia dovuta soltanto a un errato posizionamento della lente o se risulta da differenze tra le specifiche contrassegnate e quelle effettive. Se l’errore refrattivo residuo mostra un risultato in cui il potere cilindrico è numericamente il doppio del potere della sfera, è una buona indicazione di lente semplicemente fuori asse18. Scarso comfort È stato dimostrato che il comfort di una lente a contatto si relaziona al volume complessivo della lente. Se un portatore lamenta problemi di comfort durante l’utilizzo delle lenti morbide toriche, il professionista dovrebbe valutare di cambiare la geometria della lente con una di profilo più sottile. Questo è possibile, ad esempio, utilizzando una geometria con stabilizzazione prismatica più sottile oppure una geometria con stabilizzazione non prismatica più sottile. Inoltre, considerando un materiale in silicone idrogel è possibile migliorare il comfort e ridurre i sintomi di secchezza oculare per molti portatori di lenti a contatto. Edema L’aumentato spessore delle lenti morbide toriche in idrogel rispetto alle lenti sferiche morbide in idrogel comporta un minore apporto di ossigeno alla cornea, che può sviluppare come conseguenza un edema localizzato e una vascolarizzazione. Le prime geometrie di lenti toriche a basso contenuto d’acqua e aumentati profili di spessore producevano notevoli edemi corneali. Per aumentare il flusso di ossigeno con i materiali in idrogel, il professionista dovrebbe usare una geometria con un profilo assottigliato o un più elevato contenuto d’acqua oppure, idealmente, una combinazione di queste due caratteristiche. Con la crescente disponibilità di lenti morbide toriche in silicone idrogel, è possibile evitare edema nella maggior parte dei portatori. Punteggiature (staining) Dal momento che le lenti morbide toriche sono studiate specificatamente per impedire la rotazione e conseguire l’effetto ottico desiderato, questo potrebbe comportare un ridotto ricambio lacrimale e un intrappolamento dei residui metabolici, generando di conseguenza punteggiature corneali. Se si verificano punteggiature corneali, questa condizione viene affrontata con gli stessi principi che si seguono per la loro gestione con le lenti sferiche morbide. Con le lenti toriche in silicone idrogel, è importante escludere la possibilità che la combinazione materiale della lente/soluzione di manutenzione impiegata sia la causa di “staining”. In tali casi il passaggio ad una soluzione per la manutenzione delle lenti più compatibile con quel materiale specifico consentirà di ridurre le punteggiature. 89 Cap. 7 - Applicazione di lenti a contatto morbide toriche Conclusioni Fra le varie soluzioni correttive dell’astigmatismo con lenti a contatto morbide, l’uso delle lenti morbide toriche rappresenta il mezzo meno compromissorio. Con una più approfondita conoscenza dei fattori che influenzano l’applicazione delle lenti morbide toriche, i continui miglioramenti delle geometrie che consentono un più rapido orientamento quando vengono applicate per la prima volta, oltre ad essere più prevedibili sono più stabili anche in presenza di situazioni visive più dinamiche. La disponibilità di lenti toriche in silicone idrogel ha migliorato sia il comfort sia la disponibilità di ossigeno per la cornea. Per molti aspetti l’applicazione di una lente morbida torica, è oggi per la maggior parte dei portatori immediata quanto quella di una lente sferica, con un miglioramento sia della performance che della soddisfazione del portatore. Pertanto l’applicazione di lenti morbide toriche dovrebbe continuare ad essere parte integrante della pratica contattologica. BIBLIOGRAFIA 1. Morgan P. Trends in UK contact lens prescribing. Optician, 2008; 235:6155 18-19. 2. Morgan P et al. International contact lens prescribing in 2008. Spectrum, 2009; February. 28-32. 3. Hickson-Curran S and Dias L. Toric soft contact lenses: where are we now? Optician, 2006; 231:6041 14-16. 4. Bennett AG and Rabbetts RB. Distribution and ocular dioptrics of ametropia. In: Clinical Visual Optics (London: Butterworths), 1984; 433-444. 5. Cho PC and Woo GC. 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