Asferico - Inside Natura di Giacomo De Franceschi
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Asferico - Inside Natura di Giacomo De Franceschi
Anno 8 N.23 - Dicembre 2006 - Spedizione in A.P. - 45% Art.2 Comma 20/B legge 662/62 D.C.I. PN - Euro 5,80 Quadrimestrale di fotografia naturalistica - Dicembre 2006 € 5,80 ISLANDA L’isola di fuoco e di ghiaccio VENETO Laguna EMILIA ROMAGNA Boscone della Mesola PORTFOLIO Imagepower Gallo forcello SICILIA Etna Natura digitale sommario 5 Editoriale 7 News 8 L’isola di fuoco e di ghiaccio ISLANDA - di Giuseppe Borziello 14 Laguna veneta VENETO- di Paolo Ugo e Sez.AFNI Veneto 26 Il Boscone della Mesola EMILIA ROMAGNA - di Paolo Cortesi 32 Imagepower PORTFOLIO - di Michael Weber 40 Gallo forcello di Paolo F. & Giacomo de Franceschi 48 Etna SICILIA - di Salvo Orlando a lato Giovane maschio di cervo (Cervus elaphus) nella nebbia del bosco. (Canon Eos1n, ob.300/2,8, Fuji Provia 100 foto di Paolo Cortesi rubriche 54 Natura digitale Alte sensibilità di Manuele Affaticati 60 Libri 61 La fotografia da cliccare a lato sopra Durante il periodo degli amori i maschi del forcello (Tetrao tetrix) vestono il loro abito più bello, i cui colori vengno fatti risaltare dalla calda luce mattutina; è una vera emozione vederlo a pochi metri dal capanno mentre rugola ed apre la meravigiosa coda a lira. Nikon F5 ob. Nikon AFS 300 f. 2,8 + TC 20E. Fuji Velvia 100 F cavalletto gitzo MK 1345 + testa a sfera Linhof. Capanno. foto di Gabriele Bano. a lato sotto Lupi (Canis Lupus). Nikon D2X, ISO 250, AF-S ED 200-400 mm f/4 VR foto di Michael Weber asferico 3 editoriale Cari lettori e collaboratori, Quadrimestrale di fotografia naturalistica ANNO 8 N°23 - DICEMBRE 2006 In copertina: Poiana codabianca (Buteo rufinus). Foto di: Michael Weber. Edito da A.F.N.I. Associazione Fotografi Naturalisti Italiani Via Della Liberazione 6 33070 Budoia PN tel. e fax. 0434654322 www.afni.org [email protected] REDAZIONE E ABBONAMENTI Segreteria Afni - Via Della Liberazione 6 33070 Budoia PN - tel.e fax 0434654322 e-mail: [email protected] Abbonamento annuale, 3 numeri €.15,00 da versare su CCPostale n.10822591 intestato a AFNI Arretrati: n.1-2 €12,50, dal n.3 €8,50. Asferico è una pubblicazione registrata presso il Tribunale di Pordenone, n.484 del 22/04/2002 spedizione in A.P. - 45% Art.2 comma 20/b legge 675/96 D.C.P. - PN . . SPECIALIZZATI IN MATERIALE FOTOGRAFICO E ACCESSORI in attesa di vedere le Vostre immagini, che ci auguriamo giungano numerose per il primo concorso fotografico internazionale indetto da Asferico, Vi comunichiamo che la premiazione dei vincitori avverrà allʼInternational Po Delta Birdwatching Fair 2007 a Comacchio (FE), dove verrà allestita anche la mostra fotografica. Nel frattempo, per chi non ne fosse già a conoscenza, Vi informiamo che in questi giorno è uscito in libreria “Belpaese Natura Portfolio 1”; un volume che inaugura una serie incentrata sulle principali associazioni italiane di fotografia naturalistica. Eʼ di scena la Natura del nostro Paese, vista dallʼAFNI (Associazione Fotografi Naturalisti Italiani), dallʼARDEA (Associazione Ricerche Documentazione Etologiche e Ambientali), dalla SICF (Società Italiana di Caccia Fotografica) e dallʼAssociazione Fotografica STRIX – Fotonaturalisti Alto Adige. SOLUZIONI DIGITALI PER QUALSIASI ESIGENZA NIKON/MINOLTA DIGITAL CENTER MASSIMA QUALITÀ PER SVILUPPO, STAMPA, TRATTAMENTO DIA CONDIZIONI PARTICOLARI PER PROFESSIONISTI FOTO FLASH SAS DI SIBONI GIORGIO & C. VIA T.GULLI, 161/A - 48100 RAVENNA FAX 0544 426007 DISPONIBILI COPIE ASFERICO COORDINAMENTO EDITORIALE Via Boccaccio 34p - 35128 Padova PD tel.0498761629 - fax 0498783899 www.asferico.com e-mail: [email protected] Direttorer responsabile: Francesca Giannelli Direttore editoriale: Armando Maniciati COORDINAMENTO EDITORIALE: Daniele Marson, Alessandro Magrini, Luciano Gaudenzio, Riccardo Polini. COLLABORAZIONE SCIENTIFICA: Tiziano Fiorenza. Stampa: Grafiche RISMA srl Roveredo PN. - con retino Co-Res screening da 300lpi. Impaginazione e grafica: Daniele Marson. ID.62029 I dati personali forniti dagli abbonati, in ottemperanza alla legge 675/96, vengono usati esclusivamente per l’invio della pubblicazione. E’ vietata la riproduzione di testi, fotografie e disegni senza l’autorizzazione scritta dell’autore e dell’editore. HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Giuseppe Borziello, AFNI Veneto, Paolo Cortesi, Michael Weber, Paolo F. & Giacomo De Franceschi, Gabriele Bano, Luciano Gaudenzio, Paolo Da Pozzo, Salvo Orlando, Emanuele Affaticati. Tersti e foto non richiesti non vengono restituiti Gli autori degli articoli sono responsabili del contenuto degli stessi. 4 asferico Svasso maggiore (Podiceps cristatus) - foto di Paolo Ugo. Via Dante, 79 - 35139 Padova Tel e Fax 049/8758849 Apparecchi Reflex, Medio formato, Compatte, APS, Digitali, Videocamere Digitali e Video 8 Sviluppo - Stampa e Accessori NIKON DIGITAL CENTER EPSON BEST SELLER M E T Z P E N TA X M I N O LTA YASHICA CANON LEICA HASSELBLAD S I P I X C O N TA X R O L L E I Iniziamo questo numero con un viaggio nellʼisola di fuoco e di ghiaccio: lʼIslanda, dove i paesaggi e lʼavifauna regnano sovrani. Continueremo poi con itinerari di casa nostra: il primo riguarda il Veneto con un S.I.C. di grande importanza: la laguna di Venezia. La laguna è infatti la più grande zona umida costiera dʼItalia ed una delle più importanti dellʼintero Mediterraneo. Proseguendo il nostro viaggio lungo la strada Romea, arriveremo al Boscone della Mesola. La grande diversità ambientale del Bosco e la sua stessa posizione geografica determinano una presenza faunistica molto rilevante, e dovuta in gran parte alla presenza di una piccola ma importante popolazione di cervo nobile. Il portfolio di questo numero ha la firma di un affermato fotografo tedesco: Michael Weber. Seguirà un articolo sul gallo forcello, coronato da immagini di notevole bellezza. Poi voleremo sulle pendici dellʼEtna, per ammirare il suo paesaggio e le sue fioriture. In chiusura le rubriche con un articolo tecnico sul digitale. Ringraziamo inolre il dott. Paolo Politi per le informazioni relative allʼarticolo sulla Palude di Bolgari pubblicato nel precedente numero. Buona lettura. DISPONIBILI COPIE DI ASFERICO Fioriture sull’Etna - foto di Salvo Orlando La Redazione asferico 5 1° Concorso Internazionale di Fotografia Naturalistica Quadrimestrale di fotografia naturalistica 2007 La premiazione dei vincitori avverrà all’ International Po Delta Birdwatching Fair Comacchio FE - ITALY, dove sarà allestita anche la mostra fotografica. www.asferico.com/concorso news Novità dal Mondo Digitale a cura di Emanuele Affaticati Eʼ arrivata la Photokina e, come negli anni precedenti, ha portato molti nuovo prodotti, qualche sorpresa a qualche delusione per chi si aspettava novità che non sono state annunciate. Sono mancate le reflex professionali: le case produttrici si sono concentrate sul mercato amatoriale, rimandando allʼanno prossimo lʼannuncio dei nuovi modelli di punta. Nikon ha annunciato il successore della popolare D70: la nuova D80 offre un sensore da 10 megapixel in un corpo rinnovato sotto molti aspetti, tra cui un nuovo modulo AF e lo schermo da 2.5”, che ormai è lo standard. Insieme alla reflex sono state annunciate due ottiche: il 18-135 DX, esclusivamente per il digitale, e il 70-300 ASF VR. Canon non ha tardato a rispondere: la 400D, erede della 350, ha un corpo molto simile, altrettante leggero e compatto. Le differenze sono allʼinterno: un nuovo sensore CMOS da 10 megapixel, un avanzato modulo AF a 9 punti (lo stesso della 30D) e un sistema anti-polvere, simile a quello già utilizzato da tempo da Olympus. Le nuove ottiche annunciate sono il 50mm f/1.2 L, professionale e molto costoso, e il versatile 70-200 f4 L IS. Pentax ha annunciato quella che forse è la migliore reflex in questa categoria. La K10D, come le concorrenti, offre un sensore da 10 megapixel, ma ha un corpo molto robusto e tropicalizzato, come le professionali. Dispone anche di un sistema di stabilizzazione integrato, che agisce tramite il movimento del sensore. Pentax ha annunciato anche tre ottiche, per adesso non ancora disponibili: il 16-50 f/2.8, 50-135 f/2.8 e 60-250 f/4. Olympus ha presentato la compattissima E-400, che ha caratteristiche simili alle altre amatoriali Olympus ma un sensore da 10mp. Inoltre, è stato mostrato un prototipo della E-3, la nuova professionale che sarà annunciata alla PMA, e che si suppone dotato di un sensore da almeno 10mp, stabilizzazione e nuovo autofocus. Fujifilm ha mostrato un prototipo della S5, che utilizza lo stesso sensore della precedente S3 ma sfrutta il corpo dellʼeccellente Nikon D200. Anche Sigma ha annunciato, dopo tanta attesa una nuova reflex: la SD14 ha un sensore Foveon da 4.6x3 megapixel, che ha una risoluzione reale pari a quella di una reflex tradizionale da 8-9 mp. Infine, unʼaltra fotocamera “di nicchia” è la Leica M8, un modello a telemetro dedicato agli amanti dello storico marchio. Sandisk, una delle migliori case produttrici di supporti di memoria, ha annunciato la nuova linea di Compact Flash Extreme 4, con velocità 266x e capacità fino a 8GB, e le Extreme 3, ora disponibili anche in capacità di 12 e 16 GB. Oltre ai modelli destinati al grande pubblico, ci sono state novità anche in campi più specialistici. Phase One ha rinnovato la sua linea di dorsi medio formato, e Hasselblad ha annunciato la H3D, reflex con sensore da 39megapixel, disponibile a circa 30000 euro. Nella stessa fascia di prezzo, Seitz ha annunciato una grande formato con dorso a scansione da ben 160 megapixel, e sensibilità variabile da 500 a 10000 ISO. Il record del prodotto più insolito va però a Zeiss, che ha mostrato un obiettivo 1700mm f/4, dal peso di ben 256 kg e lunghezza superiore al metro. Lʼottica è stata realizzata su commissione per un cliente che utilizza una fotocamera medio formato Hasselblad. 6 asferico asferico 7 La laguna di Jökulsarlón è solcata dai piccoli iceberg che si staccano dal fronte glaciale del Vatnajökull, il più esteso ghiacciaio d’Europa. Pentax LX, ob. SMC Pentax-M 40 f2.8 Fujichrome Velvia 50. ISLANDA Testo e foto di Giuseppe Borziello E ’ fine agosto quando atterriamo all’aeroporto di Keflavík. Non sarebbe questo il periodo ideale: infatti i magnifici luoghi di nidificazione sono ormai deserti, ma la delusione viene compensata, almeno in parte, dalla scarsa affluenza di turisti e dalla dolce atmosfera regalata dai colori dell’autunno incipiente. Þingvellir (la “Þ” della lingua islandese, l’originario idioma dei Vichinghi, suona un po’ come il “th” inglese) è luogo di memorie antiche, della terra e dell’uomo. Qui infatti una larga spaccatura nella crosta di lava, una sorta di piccolo canyon, evidenzia la faglia che separa le placche continentali europea e americana. E qui per secoli si sono riuniti i capifamiglia dei clan vichinghi, qui furono prese le decisioni più gravi, da questo piccolo popolo di navigatori, divenuti allevatori di pecore e cavalli su questa terra 8 asferico/islanda inospitale, dove il buio della notte ricopre per mesi la neve dell’inverno e la morte si annuncia col rombo di un’eruzione o una soffocante pioggia di cenere. A Þingvellir ho il primo incontro col paesaggio vegetale islandese: la roccia di nero basalto ospita licheni e muschi, poche piantine erbacee e gli arbusti nani della brughiera artico-alpina: mirtilli (Vaccinium sp. pl.), uva ursina (Arctostaphylos sp.), ribes (Ribes sp.), moretta palustre (Empetrum nigrum), brugo (Calluna vulgaris), timo artico (Thymus sp.). Su un abete sta di vedetta un tordo sassello (Turdus iliacus); sotto un cespuglio trovo le spoglie di un beccaccino (Gallinago gallinago). In Islanda i boschi praticamente non esistono, se si esclude qualche lembo di macchia a betulla, per lo più frutto di recenti rimboschimenti. Infatti i primi coloni distrussero in poco tempo la copertura forestale dell’isola, per procurarsi legna e liberare terreni per il pascolo. Nel pomeriggio raggiungiamo la prima grande cascata: Gullfoss, ed è un grandioso spettacolo di forza naturale, inaspettato nella sua imponenza. A Geysir l’ambiente è diverso: una piana di fango rappreso con pozze d’acqua fumanti, alcune grigie di fanghiglia, altre azzurrissime e trasparenti; dalla pozza centrale ogni quarto d’ora si sprigiona improvvisa un’alta colonna d’acqua e vapore. E’ già notte quando raggiungiamo il nostro cottage, sui campi di lava a sud di Kirkjubæjarklaustur. La casetta in lamiera, col tetto protetto da zolle d’erba, sorge solitaria nella brughiera, che è così bassa e rada da sfumare presto in tundra. Ed è vera tundra laddove i cuscini di lava sono coperti soltanto da un morbido strato di muschio. In quest’ambiente desolato avvisto un culbianco (Oenanthe oenanthe), un chiurlo (Numenius sp.) e un gruppetto di pivieri dorati (Pluvialis apricaria). Il giorno dopo attraversiamo la vasta piana alluvionale di Skeidarársandur e arriviamo a Jökulsarlón, una laguna al margine sudorientale del Vatnajökull, il più esteso ghiacciaio d’Europa. Il battello naviga fra gli iceberg staccatisi dal fronte glaciale: sono blocchi dalle più diverse forme e dimensioni, alcuni anneriti dalla sabbia vulcanica, altri invece bianchissimi o con toni di colore che sfumano nell’azzurro e nel verde. Mi soffermo sulla riva insieme a mio figlio, armati di binocolo e fotocamera. Mentre in acqua nuotano alcune foche comuni (Phoca vitulina) e qualche edredone (Somateria mollissima), sul ghiaccio sostano i mugnaiacci (Larus marinus) e gli zafferani (Larus fuscus); in aria volano rapidissimi due labbi (Stercorarius parasiticus), che non danno pace alle agili e aggraziate sterne codalunga (Sterna paradisaea). A terra si trascina uno stercorario maggiore (Stercorarius skua), incapace di volare per chissà quale disavventura. Non distante dal lindo villaggio di Kirkjubæjarklaustur, una cascata supera un salto altissimo: un giorno che il vento soffia più impetuoso del solito, essa si ribella alle leggi di Newton e, invece che precipitarsi nell’abisso, spruzza la sua acqua nel cielo! Mentre un doppio arcobaleno dipinge il tramonto, davanti a noi taglia l’aria una compatta formazione di aironi cenerini (Ardea cinerea). La domenica ci spostiamo verso nord. A Vík incontriamo tanti giovani fulmari (Fulmarus glacialis), provenienti dalle falesie che distano qualche chilometro dalla costa: si spostano penosamente sulle loro zampe inadatte, nel disperato tentativo di raggiungere il mare. Infatti il peso eccessivo, accumulato nel nido, ancora non consente loro l’involo; il tragitto però è lunghissimo e molti trovano la morte attraversando il nastro d’asfalto della Ring Road. Visitato il cratere di Kerið, al cui fondo c’è un piccolo lago, prendiamo la via del Kjölur, un percorso per fuoristrada che attraversa l’isola e raggiunge la costa settentrionale. Un’arida steppa ricopre l’altopiano compreso fra gli enormi ammassi glaciali del Langjökull e dello Hofsjökull, ma presto anche i pochi fili d’erba scompaiono e subentra un vero deserto di pietra. Proprio qui il nostro mezzo ci tradisce, lasciandoci appiedati, islanda/asferico 9 speciale AFNI - SIC a cura della Sezione Veneto Tramonto a Lio Piccolo. Canon Eos 33V, 17-40 f4 L USM, Fujichrome Sensia 100. Foto di Giulio Compostella. LAGUNA VENETA L o sguardo del visitatore della laguna di Venezia si perde alla ricerca dell’orizzonte, dove acqua, terra e cielo si confondono in una successione di linee orizzontali dai confini resi ancora più incerti dalla frequente foschia. La vastità della laguna non è solo una sensazione legata all’assenza di un preciso confine dove ancorare lo sguardo; con i suoi 50.000 ettari, la 14 asferico/laguna veneta laguna è infatti la più grande zona umida costiera d’Italia e una delle più importanti dell’intero Mediterraneo. Si estende per 50 Km lineari tra gli sbocchi fluviali del Sile a Nord e del Brenta a Sud, racchiudendo al suo interno un mosaico di ambienti che la rendono unica. E’ protetta dal mare aperto dai lidi, lunghi cordoni sabbiosi formati dai sedimenti trasportati dalle correnti marine nel loro continuo fluire da nord-est verso sud-ovest. In corrispondenza di ciascuna bocca di porto esistevano in passato delle barre sabbiose denominate “bacan”: oggi ne rimane una sola, il Bacan di Sant’Erasmo, che costituisce un’importantissima area di sosta ed alimentazione per decine di migliaia di uccelli migratori. Gli ampi specchi d’acqua che coprono circa 15.000 ettari di laguna, individuano la cosiddetta laguna viva. E’ l’area con caratteristiche più simili a quelle marine, a salinità elevata e ricca di pesce. Il tracciato dei canali navigabili è segnalato dalle briccole, caratteristici gruppi di pali piantati nel fango. Questa parte della laguna è il regno degli uccelli tuffatori come cormorani, svassi e smerghi. Allontanandosi dalle bocche di porto, i canali s’insinuano tra le barene, superfici tabulari melmose, ricoperte da vegetazione alofila (che tollera il sale), che vengono sommerse solo dalle alte maree più sostenute. Si formano ai margini dei canali oppure contornano le isole o le barre sabbiose. La “spalla” subacquea delle barene è costituita dalle velme, che emergono solo in caso di bassa marea eccezionale; sono costituite da sedimenti molto fini e sono prive di vegetazione. I canali sono le arterie che trasportano i flussi di marea dal mare a ogni più remoto angolo del bacino lagunare e viceversa, ogni sei ore: i canali principali trasportano le grosse masse d’acqua da e verso il mare; quelli secondari drenano invece le acque dalle aree più interne del bacino lagunare. Infine, i canali di terzo livello, denominati “ghebi” costituiscono un dedalo di minuscole “vene” ramificate che alimentano i flussi idrici delle velme e delle barene. Un ambiente tipico della laguna è costituito dalle valli da pesca. Si tratta di aree realizzate dall’uomo, arginando porzioni di laguna e adattando l’ambiente alle esigenze dell’itticoltura estensiva. Sono formate da specchi d’acqua poco profondi, alternati ad argini con sponde più o meno degradanti, in cui il livello e la salinità dell’acqua sono controllati e regolati dall’uomo con chiuse e canali, al fine di favorire la crescita di pregiate specie ittiche, come branzini, cefali e orate. Le valli presentano un’elevata biodiversità e ospitano un’abbondante avifauna acquatica. Per l’abbondante presenza di anatre svernanti molte di queste aree sono gestite come aziende faunistico venatorie dove si pratica la caccia dalle “botti”. laguna veneta/asferico 15 I Il Boscone della Mesola EMILIA ROMAGNA Testo e foto di Paolo Cortesi Un giovane daino (Dama dama) nella cornice del bosco Canon Eos1n, ob.300/2,8+2x, Fujichrome Provia 100. a lato Stramonio in fiore (Datura stramonium) 26 asferico/pino loricato Canon Eos1n, ob.180/3,5 macro, Fujichrome Velvia 50. l Bosco della Mesola è una Riserva Naturale dello Stato e con i suoi 1058 ettari di superficie è l’area boscata di maggiore estensione del Delta del Po. Entrando nel Bosco ci si può stupire per il contrasto fra la solennità e la tranquilla possanza del luogo e la monotonia del paesaggio agrario che lo circonda. Localmente viene chiamato il “Boscone”, termine quasi affettuoso, che più che alludere alla sua estensione fisica si riferisce al rispetto verso questo “grande vecchio” la cui storia è intimamente legata a quella delle genti di questa comunità e alle vicende storiche degli Estensi. I Duchi di Ferrara scelsero questi luoghi come loro riserva di caccia e per il ritrovo annuale della corte fecero costruire il bel Castello di Mesola. Il bosco era tenuto in grande considerazione dai Duchi Estensi tanto che furono emanate leggi severe per la sua tutela. Nel 1758 questi territori furono ceduti alla Casa d’Austria e in seguito divennero proprietà dello Stato Pontificio. Dalla Rivoluzione francese in poi si succedettero diversi proprietari fino a quando, nel 1919 il latifondo fu ceduto alla Società per la Bonifica dei Terreni Ferraresi. Durante la seconda guerra mondiale, per sopperire ai bisogni della popolazione, ma anche per motivi bellici, ci fu una intensa attività di taglio che durò fino al 1947. Nel dopoguerra il Bosco era destinato a scomparire se nel 1954 non fosse stato acquistato dall’Azienda di Stato per le Foreste Demaniali e attraverso il Corpo Forestale iniziò la gestione selvicolturale secondo criteri naturalistici. presentare individui anche di grandi dimensioni. Il sottobosco si presenta estremamente rado e sono quasi totalmente assenti specie floreali a causa dell’intenso pascolo di cervi e, soprattutto, daini, che risparmiano solo le piante poco appetibili o tossiche, come la felce aquilina e il vincetossico. Anche se la vegetazione arborea è predominante, alcune zone del Bosco sono ricoperte da vegetazione erbacea: radure, a volte ampie, come il Parco delle Duchesse sul cui suolo arido si sviluppano erbe annuali con muschi e licheni, o depressioni in cui si sviluppano prati umidi dominati dal falasco ed euforbia palustre. Nelle bassure della parte sud-orientale del bosco, a causa della moderata salinità della falda dovuta alla vicinanza della Sacca di Goro, si sviluppa un tipo molto particolare di vegetazione caratterizzata come prato umido dove predominano il giunco marittimo e il giunco litorale. I molti canali che attraversano il Bosco ospitano comunità vegetali che raggiungono lo sviluppo ottimale nel periodo estivo: per lo più si tratta di vegetazione galleggiante in superficie, come la lenticchia d’acqua, oltre a ceratofillo e millefoglio acquatico. Un aspetto del bosco che stupisce il visitatore è dato dalla ricchezza della flora fungina, soprattutto nel periodo autunnale: tra le specie più significative si possono osservare spugnole, amanite, boleti, russule e coprini. LA VEGETAZIONE Il Bosco della Mesola è insediato su una serie di dune che si sono originate attorno al 1000 d.C. da sedimenti depositati dal Po di Volano e dal Po di Goro: la morfologia è pertanto caratterizzata da una successione di rilievi separati da depressioni interdunali. La varietà vegetazionale del Bosco dipende dalla diversificazione della distanza della falda freatica creata dall’antico sistema dunale, determinando di conseguenza la disponibilità idrica a favore degli apparati radicali delle piante. Si sono così determinate tre tipologie boschive: un bosco igrofilo insediato nelle depressioni interdunali, dove dominano il frassino e il pioppo bianco; la lecceta, habitat insolito per la pianura padana, che occupa la sommità delle antiche dune; il bosco mesofilo, più maturo e complesso, sulle zone pianeggianti o con rilievi ridotti, caratterizzato dalla commistione di specie caducifoglie, come farnia e carpino, con il leccio che può qui ASPETTI FAUNISTICI La grande diversità ambientale del Bosco e la sua stessa posizione geografica determinano una presenza faunistica molto rilevante. La fama del Boscone è dovuta in gran parte bosco mesola/asferico 27 imagepower Portfolio di Michael Weber Michael Weber nasce a Stoccarda (Germania) nel 1959. Dopo aver studiato Inglese e aver completato gli studi in discipline economiche, nel 1988 diventa insegnante alla Business School di Stoccarda. Dopo aver iniziato la propria attività di fotografo naturalista, Michael sviluppò un interesse anche per la foto sportiva. Dal 1996 è fortemente attratto dalle potenzialità espressive della fotografia digitale e attualmente si dedica a molti aspetti della fotografia moderna, concentrando però la propria attività soprattutto nei settori Natura e Sport. Il lavoro svolto negli ultimi dieci anni ha permesso a Michael di pubblicare oltre 4000 immagini e di avere numerosi riconoscimenti e premi. Nel 1996, nel 2001 e nel 2005 la rivista tedesca FOTOMAGAZIN lo ha nominato “Fotografo dellʼAnno”. Nel 1997 ha vinto il prestigioso Austrian Super Circuit. Nel 2002 e nel 2005 la DVF (la società tedesca di fotografia, fondata nel 1908) gli ha conferito il titolo di “Campione di Germania”. Nel 2003, 2005 e 2006 la DVF gli ha conferito il titolo di campione federale per lo stato di BadenWuerttember. Il suo sito (www.imagepower.de) merita una visita, sia per le immagini, sia per la ricchezza di informazioni tecniche. Aironi cinerini (Ardea cinerea), Nikon D2H, AF-S ED 300 mm f/2.8. 32 asferico/portfolio pwolio/asferico 33 Lupi canadesi (Canis lupus), Nikon D2X, 250 ISO, AF-S ED 200-400 mm f/4 VR. 34 asferico/portfolio portfolio/asferico 35 36 asferico/portfolio Cormorano (Phalacrocorax carbo), Airone cinerino (Ardea cinerea), Nikon D2X, 400 ISO, AF-S ED 200-400 mm f/4 VR. Nikon D1X, AF-S ED 400 mm f/2.8. portfolio/asferico 37 sopra Passera oltremontana (Passer domesticus), Nikon D2X, ISO 250, AF-S ED 200-400 mm f/4 VR. a lato Lupo europeo con cuccioli (Canis lupus), Nikon D2H, AF-S ED 200400 mm f/4 VR. in alto Cormorano (Phalacrocorax carbo), Nikon D2H, 320 ISO, AF-S ED 300 mm f/2.8. sopra Lepre (Lepus europaeus), Nikon D2H, 250 ISO, AF-S ED 200-400 mm f/4 VR. 38 asferico/portfolio portfolio /asferico 39 Primavera in montagna su un’arena di canto di fagiano di monte Gallo forcello Testo di Paolo Flavio De Franceschi & Giacomo De Franceschi Foto di Gabriele Bano, Luciano Gaudenzio e Paolo Da Pozzo I l fagiano di monte - o gallo forcello o semplicemente forcello - che appartiene sistematicamente al genere Tetrao e viene classificato come Tetrao tetrix Linnaeus, 1758, rappresenta sicuramente una specie di galliforme dal comportamento riproduttivo estremamente interessante dal punto di vista ecologico ma altrettanto singolare anche per i fortunati naturalisti ricercatori. In natura il riconoscimento e la distinzione tra i sessi è semplice, infatti il maschio adulto ha un piumaggio nero lucente su tutto il corpo con riflessi bluastri sul dorso e sul collo, bianco con qualche macchia nera sul sottocoda; nere sono le timoniere, quelle esterne sono più lunghe di quelle centrali con forma a ventaglio durante le parate. Sul capo, al di sopra degli occhi, evidenti sono le grosse formazioni rosse prive di piume dette “caruncole”, che aumentano le loro dimensioni durante il periodo riproduttivo. La femmina, al contrario, ha un piumaggio piuttosto dimesso, grigio scuro rossastro con fitte barrature nere che diventano un po’ più rade nella parte superiore del corpo. Il fagiano di monte è distribuito abbastanza uniformemente attraverso le Alpi e frequenta gli habitat al di sopra della vegetazione forestale dove la componente arborea, cespugli e arbusti si alternano a praterie alpine: pino mugo su pascoli carbonatici, ontano verde su pascoli acidi, larici maturi con grosse piante al limite superiore della vegetazione e peccete mature su pascoli abbandonati ricchi di specie arbustive (rododendri, mirtilli, lamponi, salici, ecc.) che occupano i margini delle radure di queste formazioni. Arriva la primavera! Spesso a questa quota la neve non si è ancora disciolta e gli spazi aperti vengono a costituire delle vere e proprie “arene di canto”. I maschi di fagiano di monte sentono l’approssimarsi del periodo degli amori e si preparano ad aggregarsi raggiungendo spaiatamente l’area centrale o fermandosi su qualche albero ad osservare. E’ ancora notte, a oriente un barbaglio di luce si intravede attraverso i cespugli che circondano il riparo che il giorno precedente La calda luce del mattino sta per entrare nell’arena. Il forcello continua incessantemente ad attirare le attenzioni con salti, sbuffi e rugolii. Alle 7.00 del mattino l’arena è perfettamente illuminata. I forcelli rimarranno qui ancora per un’ora al massimo. Poi come sono arrivati, nel pieno della notte, così insieme voleranno via, al sicuro, in mezzo al bosco. In apertura, foto di Luciano Gaudenzio. Nikon F 5 – Ob. 300mm f.2,8 AFS + 1,4 x. Fuji Velvia 50. a lato, foto di Paolo Da Pozzo. Nikon F 5 – Ob. 300mm f.2,8 AFS + 1,4 x. Fuji Velvia 100F. 40 asferico/yellowstone gallo forcello/asferico 41 Attività vulcaniche. Nonostante l’utilizzo di sensibilità ISO elevate per bloccare in parte le esplosioni di lava, il rumore dell’immagine è rimasto comunque a livelli più che accettabili. Canon EOS D60 – ISO 800 - EF 17-40 F4 L Manfrotto 055PROB + Testa a sfera GRIP ACTION 322RC2 Etna, il paesaggio vulcanico testo e foto di Salvo Orlando H o da sempre nutrito un certo fascino nei confronti dell’Etna, è innegabile che buona parte della gente che abita alle sue pendici incroci con lo sguardo la sua cima almeno una volta al giorno. L’Etna è il vulcano più alto d’Europa e anche uno dei più attivi, negli ultimi anni ha spesso esibito la sua vigorosa energia con spettacolari eruzioni. Dal 1987, intorno al vulcano è stato istituito il 48 asferico/etna “Parco dell’Etna” per proteggere la natura che lo circonda; l’area principale ha un’estensione di circa 45000 ettari di meraviglie naturalistiche, suddivise in due zone concentriche al vulcano: la zona A, 19000 ettari quasi totalmente disabitati, e la zona B, 26000 ettari che comprendono anche insediamenti umani di carattere rurale. Intorno a queste due zone principali esistono poi altre due zone di pre-Parco C e D (complessivamente più di 13000 ettari) che, sempre nel rispetto della natura, sono prevalentemente riservate alle strutture turistiche. All’interno del “Parco dell’Etna” troviamo una notevole varietà di flora e fauna, la vegetazione in particolare, si spinge fino a quote elevatissime con piante specializzate in grado di sopravvivere in condizioni estremamente rigide. Questa vegetazione si inoltra sino ai 2800 m di quota ed è capace di fissarsi su terreni poveri e privi di consistenza, come le sabbie di origine vulcanica, diradandosi fino a scomparire verso le zone sommitali che invece risultano totalmente sterili per l’incessante attività eruttiva dei crateri. Alcune di queste piante come il Rumex aetnensis, il Senecio aetnensis, l’Anthemis aetnensis o lo Sclerantus vulcanicus sono endemiche dell’Etna e costituiscono buona parte della vegetazione d’alta quota che circonda il vulcano. Un’altra pianta che è possibile scorgere facilmente sull’Etna e, che costituisce un anello intorno al vulcano a 1800-2000 m di quota, è l’Astragalus siculus o Spino Santo, altra endemicità etnea. Sul finire della primavera poi, è possibile scorgere in alta quota e maggiormente presso i Crateri Silvestri e Calcarazzi, la coloratissima saponaria dell’Etna che per un paio di settimane l’anno tinteggia di un vivace rosa acceso la superficie del vulcano. Alle quote più basse, dove le colate non hanno invaso il territorio, è possibile addentrarsi in boschi di faggi e betulle e incontrare numerosi alberi di castagno. Durante questa estate il vulcano ha regalato ai suoi visitatori quella che potrebbe essere definita “un’eruzione turistica”, uno spettacolo che non ha comportato rischi per la gente che vive alle sue pendici, un’attrazione per geologi, ricercatori e fotografi di tutte le parti del mondo che ha visto l’alternarsi di colate laviche e attività esplosiva. Quello che segue è una breve testimonianza dell’accaduto. A metà del mese di luglio 2006, da una frattura etna/asferico 49 natura digitale a cura di Emanuele Affaticati Alte sensibilità risultati. Semplificando molto, si può dire che una fotocamera digitale è composta da tre elementi: il sensore (CCD o CMOS), l’ADC (convertitore Analogico-Digitale) e il processore d’immagine. Il sensore riceve la luce (fotoni) e la “converte” in una carica elettrica, che viene inviata all’ADC dove è convertita in un digitale e ripulita, almeno in parte, dai disturbi del Fino a pochi anni fa, sensibilità di 50 o 100 ISO erano la regola per la fotografia naturalistica: la Velvia è stata una delle pellicole più popolari, nonostante avesse una sensibilità di appena 50 ISO. Pellicole da 400 ISO o più erano considerate “off limits” dalla maggior parte dei fotografi. L’avvento del digitale ha portato grandi cambiamenti anche in questo campo: ora è possibile fotografare a 400 ISO con qualità pari o superiore alle migliori pellicole da 100 ISO, e alle sensibilità più basse le reflex digitali offrono una chiarezza e una “pulizia d’immagine” che non ha paragoni nel mondo della pellicola. Canon EOS 20D, Canon EF 600mm f/4 L IS USM, 1/3200 f/4, iso 200, treppiede. Oasi di Torrile. NOZIONI TECNICHE DI BASE E’ utile comprendere i concetti basilari della tecnologia che rende possibili questi a lato Canon EOS 350D, Canon EF 600mm f/4 L IS USM, Canon 1.4x TC, 1/2000 f/5.6, iso 400, treppiede. Oasi di Torrile. 54 asferico/tecnica Airone bianco maggiore (Egretta albus). tecnica/asferico 55 libri a cura di Gabriele Bano Az év termézosztfotói Magyarorszag 2005 Casa editrice Alexandra www.alexandra.hu [email protected] 144 pagine - foto a colori – formato 25 cm x 25 cm Nel panorama fotografico internazionale i fotografi ungheresi, negli ultimi anni, si stanno ritagliando un posto di assoluto rilievo, e di ciò si ha conferma dai numerosi riconoscimenti nei vari concorsi. Al festival della fotografia naturalistica di Fürstenfeld Bruk di quest’anno, l’associazione fotografica ungherese ha avuto il privilegio di proporre i suoi lavori con delle proiezioni che hanno riscosso notevole apprezzamento. Quello che presentiamo è il catalogo del concorso nazionale interno dell’associaziazione fotografi naturalisti ungheresi del 2005 (sono stati stampati anche i cataloghi del 2003 e del 2004); le fotogafie, suddivise nelle varie categorie, testimoniano il notevole livello qualitativo di molti fotografi tra cui alcuni già affermati e conosciuti a livello internazionale come Màtè Bence, Gyarmati Csaba e Ferenc Somodi. FARBEN IN DER NATUR di Blende 4 Casa editrice: Tecklenborg Verlag Acquistabile presso HF Distribuzione www.hfnet.it € 39,00 128 pag. 160 foto colori; formato 28X24 La casa editrice tedesca Tecklenborg continua a “sfornare” libri di fotografia naturalistica a un ritmo vertiginoso, segno tangible della differenza di cultura del mercato internazionale rispetto al panorama italiano ... e dire che i fotografi italiani, sempre più numerosi, che si recano all’annuale fiera della fotografia naturalistica a Fürstenfeld Bruk, rientrano in patria con gli zaini pieni di libri! I fotografi naturalisti Fritz Polking, Benhard Volmer, Willi Rolfes e Jurgen Borris, si sono riuniti nel gruppo “Blende 4”, e questa è la loro seconda fatica editoriale dopo un volume interamente dedicato all’acqua stampato nel 2003. Il libro è suddiviso in capitoli, il cui filo conduttore è il colore in tutte le sue sfumature e in tutti i suoi contrasti; gli autori sono riusciti a descrivere, con 160 immagini quai tutte di buona qualità, come il variopinto mondo della natura sia mutevole e ci riservi sempre delle sorprese, a seconda delle sfumature e dei riflessi che la luce provoca sui vari soggetti o sui vari ambienti che si osservano e che si fotografano. 60 asferico la fotografia da cliccare a cura di Luciano Gaudenzio Asferico in questo numero vi conduce a esplorare i siti web di due fotografi, uno svedese lʼaltro americano, accomunati dalla luce in cui hanno la fortuna di fotografare, quella del grande Nord. Per domande, segnalazioni del vostro sito o di quello preferito potete spedire unʼ E-mail a [email protected] >> La Natura dietro casa di Magnus Carlsson http://www.taigavision.com Magnus Carlsson è un giovane svedese che ha nel proprio archivio scatti eccezionali, favorito anche da una Natura che a quelle latitudini manifesta davvero tutta la sua incredibile forza. Foto in volo di forcelli in mezzo alla neve, orsi in controluce, volpi artiche che guardano un paesaggio infinito, il paesaggio artico con le sue luci, le sue atmosfere, i suoi colori. Il sito è diviso in gallerie sulle principali specie nordiche come la strolaga, il gallo forcello, il gallo cedrone e l’aquila di mare; per gli stessi animali il giovane Magnus organizza anche dei workshops. Il sito, davvero ben organizzato, permette tramite la “lightbox” una specie di “borsa della spesa”, usualmente utilizzata nei siti di shop on-line, di archiviare le immagini che ognuno di noi ritiene più interessanti per poi eventualmente rivederle. Un sito che il fotografo ha voluto per condividere la sua personale visione di bellezza della Natura, per regalarci i suoi momentanei e veloci sguardi nel tempo. >> Lʼamerica Selvaggia di John Hide http://www.wildthingsphotography.com Solo in silenzio e con grande ammirazione si possono osservare le foto di questo grande fotografo americano, John Hide. La sensibilità che dimostra negli scatti è incredibile e ognuno, pur bravo, bravissimo che sia, non potrà che imparare qualcosa di nuovo nel vedere le sue immagini. Immagini preziose nella ricerca della luce, della composizione, della combinazione dei colori, nelle atmosfere. Balene che emergono tra le acque gelide, aquile di mare stagliate in volo su cieli azzurrissimi, lupi e orsi incastonati nelle tundre artiche, paesaggi infiniti di un’America ancora selvaggia. Queste le immagini che compongono le gallerie del suo sito web, razionale ed essenziale nei contenuti e nelle informazioni. Credo che sia fondamentale riportare le sue parole di introduzione al sito, che fanno intuire, ancor prima di vedere le sue immagini, qual è la filosofia che guida questo autore nella fotografia: “I miei studenti spesso mi chiedono qual è lo scatto perfetto e la risposta è semplice: lo scatto perfetto è quello che ti guida a farne un altro. Ogni immagine deve essere vista come un pietra da mettere sopra la precedente. Questo è quello che mi guida nel mio percorso creativo..” asferico 61 Abbonamenti prossimamente CANADA: Riding Mountain National Park Frammenti di emozioni vissute all’interno del Riding Montain National Park, splendido scenario di foresta boreale dove la wilderness regna sovrana, alla ricerca di alci e bisonti; prima tappa di un viaggio che arriverà fino all estremo nord del Manitoba, sulla Baia di Hudson, dominio incontrastato dell’orso bianco. [email protected] www.asferico.com annuale 3 numeri 15,00 euro biennale (oltre il 28% di sconto) 6 numeri solo 25,00 euro da versare sul Conto Corrente Postale n.10822591 intestato a AFNI, oppure bonifico bancario sullo stesso CCP - cod.ABI 07601, cod.CAB 12500, cod.CIN M. Sulla causale del bollettino specificare il tipo di abbonamento e i numeri richiesti. L’abbonamento partirà dall’ultimo numero uscito. SICILIA: Entroterra ACQUISTO IN CONTANTI - PERMUTE CONTO VENDITA - SPEDIZIONI IN TUTTA ITALIA NOLEGGIO - RIPARAZIONI VASTA SCELTA LIBRI E MANUALI SERVIZI FOTOGRAFICI FOTORITOCCHI SVILUPPO E STAMPA PROFESSIONALE. La varietà dei paesaggi che si possono incontrare in Sicilia è sorprendente. L’isola è conosciuta più per il mare, le belle spiagge e il sole, ma sa anche offrire col cambio di stagione un’alternanza dei colori del terreno arso dal sole in estate, dei faggi in autunno, del verde dei campi in inverno e l’esplosione di colori della fioritura in primavera. Per gli amanti della natura: collezione completa dei volumi del “Wildlife Photographer of the Year” STATI UNITI: Il falco, il gabbiano e i merluzzi Lungo la costa est degli Stati Uniti, nella parte di Nuova Inghilterra fra Boston e New York, le carte geografiche mostrano la presenza di un grande ricciolo di sabbia che si protende verso l’Atlantico: la penisola di Cape Cod (in italiano, meno poeticamente, Capo Merluzzo). Questo lembo di terra si è formato in tempi geologici relativamente recenti, a partire da circa 23 mila anni fa, durante il periodo di massima intensità dell’ultima glaciazione. VENDITA MATERIALE FOTOGRAFICO NUOVO, USATO E DA COLLEZIONE IL CONTATTO Via Orvieto, 62C - 10149 TORINO -TEL. 011 2166170 htpp:/www.il contatto.com - [email protected] DISPONIBILI COPIE DI ASFERICO distribuito da MAFER Srl Via G.Brocchi 22 - 20131 Milano www.maferfoto.it Un’iniziativa per documentare la biodiversità nelle Alpi occidentali In collaborazione con il Parco Nazionale del Gran Paradiso è nato un progetto, su base volontaria, per documentare la biodiversità dell’ambiente montano nelle Alpi occidentali. I fotografi naturalisti sono invitati a partecipare, con l’invio di immagini (diapositive di qualunque formato, stampe a colori o in bianco e nero, file digitali) che ritraggano sia singole specie che, soprattutto, la coesistenza fra specie diverse e l’interazione fra attività pastorale e biodiversità. Per ulteriori informazioni, per comunicare il proprio interesse ed essere inseriti nella mailing list, e comunque prima di inviare le immagini, preghiamo di mettersi in contatto con il curatore di questa iniziativa: Antonello Provenzale, email: [email protected]. Compudaypack Super Trekker AW2 62 asferico
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del nostro Paese, vista dallʼAFNI (Associazione Fotografi Naturalisti Italiani), dallʼARDEA
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