Villa Marcantonio - Portale Sangro Aventino
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Villa Marcantonio - Portale Sangro Aventino
Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti - Pescara Dipartimento di Scienze, Storia dell’Architettura, Restauro e Rappresentazione Associazione tra Enti locali per l’attuazione del Patto Territoriale Sangro-Aventino VILLA MARCANTONIO Comune e provincia: Mozzagrogna (Ch) Tipologia: impianto a blocco su tre livelli, articolato da volumi progressivamente aggettanti Ubicazione: piazza San Rocco Utilizzazione: l’edificio è da tempo in stato di abbandono Epoca di costruzione ed eventuali aggiunte/modifiche: il progetto dell’edificio è attribuito a Gino Coppedè. L’affinità stilistica con i palazzi Pastorino a Genova e Romagnoli a Firenze, dello stesso autore, sembrano confermare quest’ipotesi. La sua realizzazione risale al periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento, e si pone in linea con la ricca stagione liberty che contrassegna la cultura architettonica della provincia di Chieti. Le modifiche alla sua compagine riguardano soprattutto i prospetti, le cui aperture sono state in gran parte tompagnate con grave danno dell’ immagine complessiva Stato di conservazione: le condizioni dell’edificio sono molto precarie, non tanto riguardo alle strutture quanto alle superfici, macchiate dall’umidità, erose dagli agenti atmosferici, e con gli intonaci in gran parte caduti Descrizione dell’edificio con riferimento ai materiali e alle tecniche costruttive adottate: il prospetto principale è caratterizzato da una successione di avancorpi serviti da una scala monumentale. I livelli principali sono tre, impostati su un livello parzialmente interrato e conclusi da una loggiato tripartito con arcate a tutto sesto che alleggerisce la fabbrica esaltandone il rapporto con l’ambiente. Il carattere imponente dell’edificio, parzialmente diminuito dal suo stato di degrado, è dato dalla presenza di un ordine architettonico che impagina le superfici dando loro articolazione e volume. I robusti cantonali che serrano gli angoli, le fasce marcapiano, la fitta teoria di aperture e il ricco apparato decorativo, compongono una fabbrica tanto sapiente riguardo all’uso di materiali e tecniche quanto originale nella commistione di elementi stilistici di varia origine. Tra questi sono le teste di leone distribuite sotto il cornicione, in corrispondenza di cantonali e aperture, e poste, al pian terreno, a spezzare la cornice triangolare delle finestre e quella arcuata del portale. Questo è inquadrato da due colonne dal fusto liscio con capitelli di ordine ionico, che fanno da contrappunto alle lesene bugnate degli sfondi e alla massiccia cornice superiore, a sua volta sormontata dalla balaustra d’affaccio del terrazzo superiore che chiude il volume d’ingresso. Il prospetto nord, opposto a quello principale, presenta gli stessi motivi stilistici e decorativi che connotano l’insieme, usati ad articolare una superficie che manca di volumi aggettanti e che si risolve nella disposizione ordinata delle aperture e nella simmetria delle parti rispetto alla campata principale. Qui è un portale a tutto sesto, serrato da una grossa chiave di volta, inquadrato da un massiccio bugnato e preceduto, ai lati della corta scala d’accesso, da due statue di leoni in pietra. In pietra è anche la balaustra dell’unico balcone superiore. L’orientamento sfavorevole ha aggravato Questo progetto è stato finanziato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze Dipartimento per le Politiche di sviluppo e di coesione Programma Aggiuntivo POM “Sviluppo Locale – Patti Territoriali per l’Occupazione” Sottoprogramma n. 9 Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti - Pescara Dipartimento di Scienze, Storia dell’Architettura, Restauro e Rappresentazione Associazione tra Enti locali per l’attuazione del Patto Territoriale Sangro-Aventino su questo prospetto gli effetti dell’abbandono, evidenti non solo nel degrado delle superfici ma anche nella sistematica chiusura dei vani delle aperture, tappati da murature in mattoni oggi in parte cadute, con pesante danno dell’estetica della fabbrica e della sua sostanza materiale. Bibliografia: D. PRIORI, Il Castello di Septe, in “Rivista Abruzzese” , 1, 1958, pp. 26-29 A. L. ANTINORI, Annali degli Abruzzi dall’epoca preromana sino all’anno 1777 dell’era volgare, Mss., presso la biblioteca Prov. dell’Aquila, vol.VI, pp.331-338 L’eccletismo ed il liberty nella Frentania. Architettura del XIX – XX sec. in Lanciano e Vasto, Teramo 1998, pp. 121-129 Questo progetto è stato finanziato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze Dipartimento per le Politiche di sviluppo e di coesione Programma Aggiuntivo POM “Sviluppo Locale – Patti Territoriali per l’Occupazione” Sottoprogramma n. 9
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