IL MERcATO dELL`ARTE

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IL MERcATO dELL`ARTE
[INVESTOART]
INVESTOART
di Massimiliano Sciullo
Il
franco guerzoni
Mercato dell’arte
bene rifugio al tempo
della crisi economica
Negli ultimi cinque anni il rendimento medio annuale di un’opera
d’arte è stato dell’ 1.1% mentre chi ha scelto di investire nella borsa
valori ha dovuto subire una perdita del 6.3%
L’
investimento “sicuro”, in questo momento, se ne infischia
dello spread, snobba i tassi
delle borse e vola più in alto
anche
delle
contrattazioni
sull’oro, sul petrolio e su altri beni. Il vero “bene rifugio” in tempi di crisi economico finanziaria-internazionale si gode il panorama dall’interno della sua
cornice. O dall’alto del suo piedistallo. Insomma,
è il mercato dell’arte. Una realtà in cui impegnare
dei soldi, negli ultimi anni, ha dato risultati positivi,
soprattutto se confrontati con altre possibilità di impiego dei propri risparmi. E che vede nel Piemonte
una delle tre regioni italiane con il peso specifico più
importante dal punto di vista delle transazioni.
Ma andiamo con ordine: per capire come mai è un
asset inatteso come quello dell’arte e della cultura
a svettare sugli altri più “tradizionali”, bisogna partire da alcuni dati. Il primo è – per così dire – risaputo.
Ovvero che nel nostro Paese trova cittadinanza il 70%
(avete letto bene, il settanta per cento) delle opere
d’arte presenti al mondo. In pratica siamo una specie di patrimonio artistico naturale, circondato da
tre mari e separato dal resto del mondo dalla catena delle Alpi. Una posizione dominante che si è se-
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At the moment the “sure” investment is the art market, it doesn’t care of spread, doesn’t care of Stock
Exchange rates, ans flies higher then gold market,
then petrol market and other markets. It’s the only
sure investment in such a period of international economical and financial crisis. It’s a reality, in which, investing money in the last few years, have given positive results, especially if compared to the other risky
opportunity to invest spared money. Piedmont is one
of the three Italian regions, where the majority of the
transactions in the field of art happened.
But let start from the beginning, in order to understand why an asset like that of art and the culture is
the top asset, above the other traditional ones, it’s
useful to analyse some points.
First of all, as everybody knows, 70% (yes, seventy
per cent!), of the artistic goods of the world are i
Italy, it means that we are a sort of natural artistic
patrimony, surrounded by three seas an separated
from the rest of the world by the Alps. Our dominant
position settled itself rind the centuries and there’s
no antitrust law able to spoil it. And it’s not all, if on
one hand such a richness of resources represents an
important base for the tourism sector, on the other
hand also savers and art lovers pay a great atten-
Valerio Berruti
dimentata nel corso dei secoli e che nessuna legge
antitrust può pensare di intaccare. Ma tutto questo
non basta: se da un lato una tale ricchezza di risorse rappresenta una miniera inesauribile per il settore
del turismo (e una sua mancata valorizzazione adeguata meriterebbe un discorso a parte, che qui non
faremo), dall’altra è accompagnata da un enorme
attenzione dei risparmiatori e degli appassionati per
la materia. Secondo una recente ricerca effettuata
dalla Nomisma, in Italia le transazioni del mercato
dell’arte sono stimate in circa un miliardo di euro e il
solo giro d’affari dell’arte moderna e contemporanea è stato, nel corso del 2010, di 158 milioni di euro,
addirittura in crescita rispetto all’anno precedente
del 2.7%. Un dato che va preso con le molle, in verità, visto che quello del 2009 fu l’anno più colpito
tion to this subject.
A recent research made by Nomisma, confirmed
that in Italy transactions in the art market are around
one billion Euro and business around modern and
contemporary art ,in year 2010, was around 158 millions Euro, more than the previous year, the growth
has been of 2,7%. Anyway we must consider the in
year 2009, when the crisis was particularly strong,
the business fell down, -60,6%. Now the trend has
changed, and numbers shows a suggestive power.
Also forecasts for year 2011 are absolutely positive,
more than 60% of the experts, says that the value of
business in the contemporary art field will be able
to keep the same high level of 2010, and maybe
even to improve it. And if we talk about modern art,
the experts percentage whose forecast are so posi-
In italia le transazioni sono stimate
in un miliardo di euro
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Il piemonte tra le regioni più virtuose
negli investimenti
luca caccioni
tive, grows up to 70%.
Let’s analyse the geographical differences about
art market. And Piedmont, in this list, is at the the
third position, just after Lombardia and Veneto.
Lombardia is the place where 39,45% of the total
transactions takes place, in Veneto 27,67%, and then
Piedmont, with 10,01%. It’s an important percentage,
even if it’s a little bit lower compared to the 15,62%,
in year 2009.
Also the topic about the power of art, facing the
economical crisis, is very interesting, indeed in the
last few years art investments has shown to be able
to resist much more than share investments. In the
last five years, the medium annual yield of an art
piece was of 1,1%, while those who invested in the
medhat shafik
dalla crisi e mostrò un vero e proprio crollo (-60,6%).
Ma intanto la tendenza si è invertita e i valori assoluti
mantengono il loro potere suggestivo. E le previsioni per il consuntivo del 2011 non sono certo pessimistiche: oltre il 60% dei galleristi, infatti, ritiene che il
valore degli scambi del comparto dell’arte contemporanea riuscirà a mantenere i livelli del 2010, se non
addirittura a migliorarli. E i galleristi ottimisti salgono
al 70% se si parla di arte moderna.
Ma si diceva di differenze geografiche, in Italia, per
quanto riguarda il mercato dell’arte. E il Piemonte,
in questa particolare classifica, si trova a occupare
il terzo gradino del podio, dietro soltanto a Lombardia e Veneto. Se la Lombardia vanta infatti il 39,45%
del valore delle transazioni totali, il Veneto registra un
27,67%. Quindi il Piemonte, con il 10,01%. Una percentuale importante, anche se il leggero arretramento
rispetto al 2009, quando era al 15,62%.
Altrettanto interessante, poi, è il discorso sulla tenuta
a fronte della crisi economica. L’arte, infatti, negli ultimi anni ha mostrato margini di resistenza superiori
a quelli – per esempio – degli investimenti in azioni.
Negli ultimi cinque anni, infatti, il rendimento medio
annuale di un’opera d’arte è stato dell’1,1%, mentre
chi ha scelto la Borsa valori ha dovuto subire un -6,3%.
Quello che resta da compiere, secondo gli esperti,
è il passaggio generazionale di chi sceglie di investire nei beni e nelle opere che rappresentano il nostro
bagaglio culturale, prima ancora che economico. I
nuovi collezionisti tendono infatti a non entrare ancora nel mondo dell’arte. Ma nonostante la crisi gli
Stock Exchange, had a loss of -6,3%. The experts say
that now we have to wait for the new generation
to start investing in art goods, which are part of our
cultural background, more than our economical
background. Even if the Italians have had to face
the crisis, they have never given up to spend in this
sector, as it’s shown by the expenses for the culture,
that between 2009 and 2010 have grew of 4,9%, for
a total of 65,5 billions Euro. At the same time, also
visitors at museums increased (+3,82%), just the State
seems not to notice that, indeed just 0,20% of the
Italian PIL is spent for art and culture.
i galleristi invitano
a investire nell’arte
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moderna
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italiani non hanno mai rinunciato a spendere in questo settore: basti pensare che le spese in cultura, tra il 2009
e il 2010 sono salite del 4,9% per un totale di 65,5 miliardi di euro. Sono aumentate, allo stesso tempo, anche le
presenze nei musei (+3,82%), ma rimane la nota stonata di uno Stato che fa orecchie da mercante. Non d’arte,
ovviamente. Visto che destina soltanto lo 0,20% del proprio bilancio al patrimonio artistico e culturale della Penisola. Ma questo, come si accennava poco più in su, è un altro discorso.
mirco marchelli
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L’
Giorgio griffa
di Pietro Genuardi
estero non tira,
meglio gli artisti
ITALIANI
JONATHAN GUAITAMACCHI
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Sorpresa: l’artista che ha fatto registrare le migliori performance
sul mercato è Giorgio Griffa. Dal 1998 al 2008 le suo quotazioni sono
schizzate del 28%. Ma non è il solo: anche Adami scala le classifiche
Mi
sono svegliato, stropicciandomi
gli
occhi ancora assonnati
e incollati mi sono
diretto a memoria in
bagno e dopo essermi sciacquato il viso mi sono seduto davanti al mio Mac per scrivere il secondo articolo per InvesTo magazine. Il vuoto!
Dopo
mezz’ora
trascorsa
nell’assoluta
immobilità
ho spento il portatile e con lo schermo buio mi sono
detto: “Che cosa invierò alla redazione?”
Una frase di una serie americana che distrattamente vomitava parole doppiate senza alcun senso per
me dal televisore, mi ha riportato alla memoria una
cosa che avevo letto… Ringrazio la tecnologia e
Steve Jobs in rappresentanza di tutti i geni di Silicon
Valley! Riaccendo il computer, digito su Google le
parole che mi ricordavo e…. “I soldi sono come il
letame. Se lo spargete in giro fa bene. Se ne fate un
mucchio in un posto solo, puzza!” Francis Bacon
Nato a Dublino nel 1909 Francis Bacon, pittore appassionato di cavalli benché un’asma cronica lo
obbligasse a stare lontano dalle scuderie del padre
non aveva problemi di denaro. La famiglia della
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Jan Knap
madre era molto ricca avendo fatto la propria fortuna con l’acciaio, ma vedendo a Parigi una mostra
di Picasso alla galleria Rosemberg pensò: ”Cercherò
anche io di fare il pittore!”
Riuscì nel suo intento e ora chi possiede un Bacon ha
nel suo caveau un’opera che può valere qualche
milione di sterline.
Naturalmente non possiamo pretendere tanto ma
queste sono fortune che con l’arte possono verificarsi. Avendo ormai la certezza della necessità di
far girare l’economia e considerando che il deposito alla Paperon De Paperoni di Disneyana memoria
non ha più ragione di esistere a meno che non si
possa competere all’asta sulle frequenze televisive,
l’arte continua ad essere un buon investimento anche per i piccoli risparmiatori.
Al secondo appuntamento con InvesTo magazine
ho deciso di continuare il mio viaggio attraverso le
gallerie torinesi e inevitabilmente sono incappato in
una delle piu auterovoli e strutturate… La Galleria
Giampiero Biasutti. Nata nell’85 nelle sue sale, fin
dagli esordi passano alcuni fra i grandi autori del
Novecento italiano ed i più importanti nomi internazionali del dopoguerra. La sede di Via della Rocca
inaugurata con una personale di Emilio Tadini nel
duemila non è casuale ma a coronamento del gallerista di vivere e lavorare in questa parte della Torino storica, continuando a presentare mostre dedicate ad Autori prestigiosi del panorama nazionale e
internazionale quali Hans Hartung, Giuseppe Capogrossi, Marini Marini, Piero Griffa, Jan Knap, Valerio
Adami, e Sebastian Matta,
ma ponendo la propria
attenzione anche ad artisti delle nuove generazioni
come nel caso di Jonathan Guaitamacchi. E proprio di Adami, Griffa, Knap e Guaitamacchi ho voglia di spendere qualche parola.
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VALERIO ADAMI
L’artista bolognese Valerio Adami (1935) è sicuramente uno dei grandi nomi dell’arte italiana. Fin
dai suoi esordi lavora con alcune fra le più importanti gallerie italiane ed internazionali. Intensa e
continua è soprattutto l’attività di mostre personali in alcuni fra i più importanti musei del mondo
come, per esempio, il Centre Georges Pompidou
di Parigi che gli dedica una importante retrospettiva nel 1985; la partecipazione a kermesse internazionali quali Documenta III di Kassel nel 1964 e
la Biennale di Venezia nel 1968 (sala personale) e
1985, lo consacrano definitivamente introducendolo a pieno titolo nel gotha dell’arte contemporanea internazionale. La continua e progressiva
ascesa dei prezzi delle sue opere, sia nelle prestazioni in galleria che nelle aste internazionali, lo
pongono quale nome sicuro fra gli artisti italiani
su cui investire.
JAN KNAP
GIORGIO GRIFFA
Giorgio Griffa nasce a Torino nel 1936 ed è sicuramente uno fra gli artisti da prendere ad esempio
quando si parla di prestazioni e rivalutazioni nel
mondo dell’arte contemporanea: già nel 2009 Il
Sole 24 Ore, in una sua inchiesta sull’investimento
in arte, lo indicava come l’artista italiano con la
migliore prestazione nel decennio 1998-2008, con
una performance media annua di + 28,77 %.
La sua storia è un susseguirsi di mostre in alcune
fra le più importanti gallerie del mondo e di partecipazioni a rassegne nazionali ed internazionali fra cui le Biennali di Venezia del 1978 e del
1980. Quest’anno realizzerà una mostra personale nella prestigiosa galleria newyorchese Casey
Kaplan ed un numero importante di operatori di
mercato iniziano a pensare che ciò possa rappresentare un’ulteriore e cospicua spinta alle
quotazioni dell’artista.
Nato nel 1949 a Chrudimi, nella Repubblica
Ceca, Jan Knap ha studiato architettura a
Praga e pittura all’Accademia delle Belle Arti
di Dusseldorf. Verso la fine degli anni Settanta
è fondatore, con Milan Kunc e Peter Angermann, del gruppo Normal.
La sua inimitabile ed originalissima figurazione lo ha portato nelle più importanti collezioni
pubbliche e private e gli ha consentito i più
ambiti riconoscimenti internazionali.
La continua attenzione di alcune gallerie fra
le più importanti del mondo e le quotazioni
dei suoi lavori praticamente raddoppiate nel
corso dell’ultimo decennio, rendono l’acquisto di una sua opera un’occasione sicura di
investimento.
JONATHAN GUAITAMACCHI
Nato a Londra nel 1961, Jonathan Guaitamacchi si diploma all’Accademia
di Belle Arti di Brera a Milano, città dove vive e lavora. A renderlo noto in
campo artistico sono state le sue visioni metropolitane in bianco e nero,
caratterizzate da una sorprendente potenza pittorica e da una pennellata
forte, incisiva e graffiante. Guaitamacchi ha realizzato mostre personali e
collettive in importanti gallerie e spazi pubblici in Italia e in Sud Africa. I suoi
prezzi, dal 2000 ad oggi, sono pressoché quadruplicati, rendendo più che
soddisfatti tutti i collezionisti che hanno puntato su di lui.
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“Faccio sempre ciò che non so fare, per imparare come va
fatto” diceva Vincent Van Gogh e io per la seconda volta mi
provo a ripercorrere un sentiero che non conosco ma che mi
emoziona.
Per chi, neofita, legge queste righe potremmo essere di fronte ad un modo inusuale di “fare i soldi”, potremmo semplicemente appassionarci ad un ‘artista e imparare ad “entrare” in
lui per capirlo, viverlo respirarlo tanto da esserne fagocitati e
diventarne succubi volontari; certo è che l’arte, in qualsiasi forma venga espressa ha sempre ammansito anche le menti più
crudeli che difronte ad un’opera nn hanno saputo distogliere
lo sguardo, anche solo per brevissimi attimi, scevre da qualsiasi
cupo pensiero.
Io, quello che preferisco credere è nell’indispensabilità dell’arte e del ruolo che gli artisti devono riconquistare nella società
e se poi attraverso la rivalutazione della creatività il nostro denaro ritorna ad essere in qualche modo “protetto” prenderemo tutti coscienza del fatto che i tagli alla cultura creano un
danno irreversibile in una società civile!
Con qualche giorno di ritardo... Buon 2012
Pietro Genuardi
Via Custoza, 2 - 53100 Siena (Italy)
Phone: +39 0577 567111 - Fax: +39 0577 46050
e-mail: [email protected] web: www.gardenhotel.it
“Alle porte del centro storico di Siena, in esclusiva posizione panoramica,
l’Hotel Garden nasce nel 1960 dalla ristrutturazione di una prestigiosa villa del XVIII sec.
Immersa in un ampio parco di alberi secolari e roseti, è composta da un edificio principale e tre
dependance. Nel 2003 si è aggiunto un moderno “Salone delle Feste” per ospitare meeting, congressi e
matrimoni. Il ristorante “La Limonaia” offre i sapori del territorio senese all’interno di una sala con terrazza
panoramica. Un’ampia piscina ed un campo da tennis offrono nel periodo estivo
la possibilità di fare sport e rilassarsi”
Via della Rocca, 6 - 10123 Torino
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