IL RITRATTO DI MILDRED

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IL RITRATTO DI MILDRED
IL RITRATTO
DI MILDRED
Atto Unico
di
Matteo Tibiletti
IL RITRATTO
DI MILDRED
Atto unico
Di
Matteo Tibiletti
PERSONAGGI
Joe (un uomo inglese molto suscettibile)
Mildred (sua moglie)
Pedro (un maggiordomo dall’accento sudamericano)
Walter Boring (un pittore molto passionale)
Regista (un uomo molto irritabile)
Un inserviente
BIOGRAFIA DELL’AUTORE
Matteo Tibiletti nasce a Varese il 23/10/1978. Da sempre coltiva una profonda passione per il
cinema, la fotografia e per la scrittura creativa. Autore di sceneggiature, racconti, poesie e copioni
teatrali si cimenta spesso come regista di brevi cortometraggi o shooting fotografici (su
www.youtube.com/teotibi e www.flickr.com/teotibi è presente tutta la sua produzione). Nel 2009 ha
pubblicato tramite il sito www.lulu.com una raccolta dei suoi migliori scritti dal titolo “LO
SCONOSCIUTO”. Ha frequantato per cinque anni la Scuola di Teatro Città di Varese. Dal 2008 è
uno dei membri fondatori, attori e registi dell’Associazione culturale “Compagnia Duse” di
Besozzo. Da gennaio 2012 è regolarmente iscritto alla SIAE come autore teatrale e fotografo.
DATI DELL’AUTORE
NOME E COGNOME: Matteo Tibiletti
NATO A : Varese il 23/10/1978
RESIDENTE IN: Via C. Goldoni 41/B, Varese (VA)
CELLULARE: 3462219045
INDIRIZZO MAIL: [email protected]
POSIZIONE SIAE: 213623
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Salotto contemporaneo, mobilio dal gusto un po’ retro. Divano, mobile e televisore, alcune vetrine con liquori e bicchieri.
Entra Joe con un grosso pacco dalla forma quadrata e dallo spessore relativamente sottile. Si può già dedurre si tratti di
un quadro.
JOE: Mildred!
(Nessuna risposta)
JOE: Mildred, tesoro, sono tornato!
(Nessuna risposta)
JOE: E’ bello tornare a casa e sentire questo calore umano tutto attorno!...
(Joe appoggia il grosso pacco contro un mobiletto. In quel momento entra Mildred ballando DO THE
LOCOMOTION. Non si è accorta di Joe e usa la scopa per cantare. Finalmente finisce per saltargli sui piedi. Joe fa un
balzo urlando. Mildred si accorge di lui e grida anche lei. Lui per risposta, ancora più adirato e indicandosi il piede, urla
di nuovo e più forte.)
MILDRED: Tesoro!
JOE: (riprendendosi) Amore mio!
MILDRED: Tortino al cioccolato
JOE: Crostatina di mele
MILDRED: Biscottino
JOE: Caramellina mia
MILDRED: Cosciottino di maiale
(lui rimane un po’ stupito)
JOE: Cotoletta di manzo!
MILDRED: Culatta di porco!
JOE: Testa di gallina!
MILDRED: imbecille!
JOE: Sgualdrina!
(Procedono sempre più incalzanti, cominciando a picchiarsi, ma i loro insulti vengono oscurati dalla musica di DO THE
LOCOMOTION. Si accorgono della musica, smettono di picchiarsi e cominciano a ballare. D’un tratto poi la musica si
spegne e loro cascano esausti sul divano.)
JOE: Mildred tesoro?
MILDRED: Dimmi Joe, amore mio..
JOE: Ti ho portato il regalo che con tanta ansia aspettavi
MILDRED: E cioè?
JOE: Il tuo ritratto…L’ho fatto incorniciare.
MILDRED: (indifferente) Ah..ok..
JOE: Non emozionarti troppo eh…
MILDRED: Non so Joe, quel ritratto non mi è mai piaciuto…
JOE: Ma che cosa dici?! Fosti tu a chiedermi che Walter Boring ti ritraesse…ricordi? E ti ricordi quanto
fosti contenta del risultato? Mi sei stata addosso per mesi, mi hai quasi obbligato moralmente ad
incorniciare quel quadro e ora…
MILDRED: Lo so Joe…ricordo bene quante storie ho fatto pur di averlo in casa eppure…
JOE: Che cosa?
MILDRED: Non so…quando sei uscito per andarlo a ritirare, io ci ho pensato a lungo…e in fin dei
conti..beh, non è poi così bello…
JOE: Ma tesoro, sei tu nel ritratto!
MILDRED: Che cosa vorresti dire, scusa? Che siccome ci sono io allora è normale che non mi
piaccia?! Che è normale che la mia immagine risulti inguardabile ai miei stessi occhi?!
JOE: Ma no! Sto semplicemente criticando il tuo punto di vista…come puoi dire che non è bello, sei
tu…è un ricordo…anche secondo me starebbe bene qui, in salotto…
MILDRED: Non sono io in quel quadro! Quel quadro è un modo di vedere la mia persona con gli
occhi di…di uno sconosciuto!
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JOE: Ma è Walter Boring…
MILDRED: Potrebbe essere anche Pier Capponi…per quanto mi riguarda non ci ho mai cenato, né
ho mai condiviso con lui una partita a Monopoli..quindi…è e rimane un perfetto sconosciuto.
JOE: Quello sconosciuto si è preso duemila sterline per un regalo che tu mi hai chiesto! E ora questo
regalo l’ho fatto pure incorniciare, spendendone altrettante!
Entra il maggiordomo Pablo
PABLO: Signore, c’è il signor Boring
JOE: Walter?! Ma che diavolo è venuto a fare qui?!
MILDRED: Tesoro, non è che ti sei dimenticato di pagarlo?
JOE: No no, me lo ricordo bene…e me lo ricorderò anche la prossima volta che mi verrà in mente di
spendere una cifra del genere per farti contenta!
MILDRED: Ah, smettila! Tu e le tue idee di farmi regali non desiderati!
JOE: Non desiderati?!....Pablo, hai sentito cosa mi ha detto?
PABLO: No, signore, e non mi interessa
MILDRED: Bravo Pablo
JOE: Certo, tu incoraggia questo cafone a rispondermi così…
PABLO: Faccio osservare a Sua Sozzeria che qui in anticamera c’è ancora il signor Boring che
vorrebbe parlare con lei.
MILDRED: Sua sozzeria, hihihihi!
JOE: Sentite voi due…presto o tardi me la pagherete per questo accidenti di comportamento! Tu
smettila di ridere…e tu!...sì, tu! Razza di maleducato senzatetto…fai entrare il signor Boring e poi
sparisci nel tuo ripostiglio!
I due si guardano con aria di sfida, poi Pablo esce con un cenno di disprezzo.
MILDRED: Ma perché lo tratti così male?
JOE: Cosa?! Io lo tratto male?! Ma dico si è mai sentito un maggiordomo che tratta il proprio datore di
lavoro, apostrofandolo con “Sua Sozzeria”?!
MILDRED: Io lo trovo divertente
JOE: Tu lo trovi divertente solo perché, punto primo, certe cose le dice a me e non a te, punto
secondo, perché questa è casa tua e quello è tuo cugino! Che chissà per quale gioco sadomasochista si fa
trattare come un maggiordomo, ma solo da te!
MILDRED: Oh, quante storie, sei solo geloso!
JOE: Ti rendi conto?! Io devo sentirmi dire da mia moglie che sono geloso del mio maggiordomo!
Ahhh, è pazzesco!
(Entra il signor Boring.)
WALTER BORING: E’ permesso?
JOE: Oh certo, carissimo signor Boring, prego, accomodatevi!
WALTER BORING: La ringrazio molto, buonasera a lei signora.
Mildred è fredda e molto inquieta.
MILDRED: Buonasera.
(Joe e Walter Boring si siedono sul divano)
JOE: Dunque signor Boring, a cosa debbo l’enorme onore di questa visita?
WALTER BORING: Oh, beh (molto imbarazzato) ma quale onore…no, non deve sentirsi onorato,
onorato sono io ad essere ricevuto da lei
JOE: Ma no, le garantisco che l’onore è tutto mio, avere seduto sul divano del mio salotto un pittore di
così grande talento…
WALTER BORING: Le ripeto, non faccia così io…non sono che un dilettante…
JOE: Hai sentito Mildred?! Un dilettante?! Il signor Boring si definisce un dilettante, davvero molto
divertente!
WALTER BORING: Ma no, le dico…
JOE: Senta, mi scusi ma non penso affatto che lei sia un dilettante, il ritratto che ha fatto a mia moglie
è semplicemente straordinario!
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WALTER BORING: Ecco..io..
JOE:..Senza contare che gliel’ho pagato fior fior di quattrini, quindi non potrei certo ammettere di
averlo acquistato da un dilettante, non crede?! Passerei per fesso!
MILDRED: Ah!
JOE: Taci tu!
MILDRED: A me di tacere non lo dice nessuno!
JOE: Io lo dico!
MILDRED: Tu devi solo stare lì a fare gli onori di casa con questo mascalzone che non sa nemmeno
tenere in mano una matita da disegno, per il resto ci sono gli uomini veri…
JOE: Ora basta Mildred, hai davvero passato il segno…io….
Fa per alzarsi, la situazione sembra precipitare, quando d’improvviso entra Pablo e con una pistola
spara un colpo per aria. Boring salta sul divano aggrappandosi malamente ad uno dei braccioli, Mildred
salta in braccio a Joe e Joe si siede sulla schiena di Boring, proprio sul bracciolo del divano.
PABLO: Chiedo susa, ma non riesco a leggere il mio quotidiano; potete, gentilmente, fare silenzio?
JOE: Ma…ma…
PABLO: Grazie
Pablo esce.
(Il trio si ricompone)
JOE: Le chiedo scusa, signor Boring, io non capisco…tutto questo è estremamente imbarazzante…mia
moglie che si comporta male con me davanti agli ospiti, il mio maggiordomo che…beh…
WALTER BORING: Non si preoccupi, signore … c’è di peggio!
JOE: Ah si? Non lo avrei mai detto!
WALTER BORING: Beh sì, basti pensare che mia moglie ha ucciso il mio maggiordomo con una
pistola. E il maggiordomo, per uno strano gioco sadomasochistico che anche io non mi spiego era mio
cugino!
MILDRED: Accidenti! Dice che finirò anche io per sparare a Pablo?
JOE: Ma Pablo è vivo!
MILDRED: Però, mi perdoni …
WALTER BORING: Prego …
MILDRED. : Lei asserisce di non comprendere per quale motivo sadomasochistico … il suo
maggiordomo fosse suo cugino? Beh, è presto spiegato, trattasi di parentela no?
JOE: Ma di cosa stai parlando tesoro?
MILDRED: Zitto tu!
JOE : Ma, che diavolo!
WALTER BORING :Prego, prego signor … signor?
JOE: Joy.
WALTER BORING : … signor Joy …
(Pausa.)
JOE: Che c’è signor Boring, qualcosa non va?
WALTER BORING: Affatto, riflettevo solo a proposito di come è strana a volte la vita.
MILDRED: Già, basta guardare mio marito. .. la natura non avrebbe potuto esserlo di più
JOE: … Finirà anche questa maledetta giornata e allora sì che regnerà il silenzio in questa casa!
MILDRED: Datti pace tesoro, il giorno in cui qui dentro ci sarà pace sarà il giorno in cui, disteso e
ben vestito, guarderai i vermi mangiare il coperchio di una grossa cassa di legno!
JOE:Non ci posso credere! Dico, signor Boring, ha sentito in che modo mia moglie si rivolge a me?!
WALTER BORING (distratto) Sì, sì e ne sono oltremodo esterrefatto? (guarda fisso il pavimento)
JOE: Sentito? (indicandolo con rabbia)
MILDRED: Sì sì, ma tu lo hai visto?! (indicandolo con rabbia)
(Pausa. I due osservano il signor Boring con curiosità, quando ad un tratto questi, come risvegliato da un coma riprende
a parlare come una mitraglietta)
MILDRED: Joe, forse non abbiamo fatto lavare il pavimento …
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JOE: No, no, forse è una piastrella scheggiata che ha attirato la sua attenzione, signor Boring?
Silenzio
JOE e MILDRED: Signor Boring?
Entra Pedro con una tromba da stadio, dà una strombazzata, poi esce in silenzio. I tre sussultano. Il
signor Boring pare avere trovato la soluzione all’enigma che lo teneva oltremodo concentrato.
WALTER BORING: Certo! Certamente! Certissimamente! Certissimamente certo di esserne certo!
JOE: Ben felice che ne sia certo!
MILDRED: Se ne è certo lei, noi non possiamo che esserne…
JOE: Certamente felici!
WALTER BORING: Ecco dove il mio pensiero si andava aggrovigliando! È chiaro! Ora è tutto
chiaro! Lei si chiama Joe Joy! E come non pensare in un caso come questo a quanto la natura sia
talvolta buffa e senza controllo! Certo, si potrebbe pensare che la colpa sia da imputare ai soli suoi
genitori, che hanno voluto apporre una nota, per così dire musicale al suo nome, abbinato al cognome
che porta … ma il fatto è che qui siamo di fronte ad una stranezza doppia! Eh già signori, perché se lei
è Joe Joy io sono Walter Boring! Capite? Joy e Boring, opposti attratti ambedue dalla stessa musa che se
non ricordo male adorna il proprio nome con un cognome assai singolare …
MILDRED: Sadness
WALTER BORING: Vede? Tutto torna! Joy, Boring, Sadness! Ecco cosa mi mandava in scompiglio
il cervello! Signori, è evidente che siamo di fronte ad un caso più unico che raro … noi non siamo altro
che un assieme di stati d’animo, niente di più!
JOE: Accidenti ma sa ch enon ci avevo pensato?! Siamo l’uno l’antitesi dell’altro! … a parte forse… voi
due!
(Mildred e Boring hanno un sussulto, segue una pausa imbarazzante.)
MILDRED :Già … che casualità, vero caro? …
JOE: Casualità, cara? Non saprei se sia corretto liquidare con le tue parole questo evento … mi ricordi
quel che ha detto poc’anzi signor Boring … più unico che raro, vero?
WALTER BORING : A questo proposito signor Joy … vengo al motivo della mia visita: dovrei
riprendermi il quadro.
JOE: Come dice prego?
WALTER BORING: (estraendo il portafogli) Ho portato anche il denaro. Dunque, erano duemila
sterline per il quadro, più altrettante per la cornice, è corretto? Quel che è giusto è giusto ed io voglio
restituirle tutto … fino all’ultimo penny! Sono un gentiluomo, sa?! (sorride imbarazzato)
JOE: Ma davvero?
WALTER BORING: Beh, certo!
MILDRED: Certo caro, non vorrai mettere in dubbio che il signor Boring …
JOE; Ma non dicevi che per te poteva chiamarsi anche Pier Capponi?
MILDRED: Già ma..
WALTER BORING: Pier Capponi?
JOE: Sì, signor Boring, vede mia moglie poc’anzi mi faceva notare che se quel quadro lo avesse fatto
anche Pier Capponi, per lei non avrebbe fatto alcuna differenza, non è forse così cara?
MILDRED: Ma no, caro tu hai travisato …
JOE: Trovi?
MILDRED: Beh, certo caro io ho profonda stima del signor Boring.
JOE : Stima eh …
MILDRED : Certo caro!
JOE: Signor Boring …?
WALTER BORING: Sì, caro … ehm … intendevo dire … mi dica!
JOE: Posso chiederle gentilmente per quale motivo vuole indietro il suo quadro?
WALTER BORING: Ehm…
JOE: E, soprattutto, per quale motivo è disposto a separarsi da quattromila sterline, così, senza nessun
ripensamento?
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WALTER BORING: Beh, perché credo che quel quadro non le appartenga, in realtà …
JOE: Come? Mi aiuti a comprendere bene la logica del suo discorso, signor Boring …
MILDRED: (cercando in fretta una soluzione) E’ chiaro che il signor Boring intende dire che forse il punto
di vista dell’opera è totalmente estraneo al nostro matrimonio, concettualmente parlando!
JOE: Ah, davvero tesoro?
MILDRED: Beh, credo di sì, lei che ne pensa signor Boring?
WALTER BORING: Ecco io… credo semplicemente che dovrebbe restituirmi il quadro e
riprendersi i soldi!
JOE: Signor Boring, su quel quadro è raffigurata mia moglie!
WALTER BORING: Lo so.
JOE: Quindi, per quale motivo non dovrei possedere un quadro sul quale è raffigurata mia moglie?
WALTER BORING: Beh, perché …
MILDRED: (con ansia e impeto)Perché forse prima vorrebbe rifinire l’opera? Magari l’ha consegnata
prima del tempo? Non è forse così signor Boring? Anche io preferirei averla più in là nel tempo, caro
… è proprio di questo che ti parlavo poco fa! Ci sono opere che hanno bisogno del giusto tempo per
essere messe al mondo, per essere portate allo scoperto, vero signor Boring? Vero che è così?!.
WALTER BORING: (sguardo basso) Già … Forse … forse è così signora Sadness … forse è un’opera
che va completata. L’ho iniziata con uno stato d’animo molto particolare ma … poi … il mio stato
d’animo è cambiato e ora … Non amo lasciare a metà un lavoro che ho cominciato con tanta passione.
(pausa)
MILDRED: Ah,ah, ah! Questi artisti! Come sono impulsivi, non è vero caro? Parlano invece di stare a
sentire! Diglielo caro, digli che per te può pure riprendersi il quadro e tornare quando lo avrà
completato, magari settimana prossima, vero caro?
JOE: Intendi la settimana in cui sarò in trasferta per lavoro?
MILDRED: Oh… eh…ah… beh ma questo che c’entra cara? Il signor Boring potrà lasciare a me il
quadro, non serve che tu sia presente, no? Lo pagherò quando mi porterà l’opera finita e al tuo rientro
ti farò trovare il quadro appeso proprio qui (indica una parete) … ti va bene qui, caro?
(Silenzio)
MILDRED: (A Boring) ha visto? Mio marito è d’accordo ora, ecco il quadro è qui, dia a me i soldi, ci
sentiamo in settimana, va bene?
JOE: (interrompendola) Vedo che questo incontro sta prendendo un’interessantissima piega, trovo
tuttavia le sue giustificazioni, signor Boring, un po’ … come dire …superficiali. Cara, per cortesia,
lasciami parlare un po’ con il nostro ospite … sai, non credo sia tutta opera della casualità, il fatto che
oggi, noi tre ci si trovi tutti assieme, a discutere di questo bel quadro. Penso semmai che il destino
abbia creato per noi uno tortuoso sentiero per giungere a delle conclusioni ben precise, altrimenti
inverosimili. Non trova signor Boring?
WALTER BORING: Ehm…
JOE: Ma veniamo al dunque… (Entra il maggiordomo suonando il campanello, porta un vassoio. Sul vassoio c’è
un uovo sodo appoggiato su di un portauovo Joe guarda Pedro e fa cenno di no con la mano.)
JOE: Non ora, Pedro, non ora. (Pedro esce con nonchalance) … dunque dicevamo (a Boring), per quale
motivo è venuto a trovarci questo pomeriggio?
WALTER BORING: Ehm…
JOE : Temo di supporre che la causa non sia da attrbuire all’oneroso quadro che mia moglie le ha
commissionato … corretto?
WALTER BORING: Ehm…
JOE: E tanto meno all’altrettanto onerosa cornice che proprio ieri mattina ho pagato con denaro
contante!
WALTER BORING: Ehm..
JOE: Dunque, veniamo al sodo …
(Entra il maggiordomo suonando il campanello, porta un vassoio. Sul vassoio c’è un uovo sodo appoggiato su di un porta
uovo. Questa volta Joe fa un cenno di approvazione e con la mano chiede a Pedro di avanzare. Pedro esegue.)
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PABLO: Ecco qui. Un uovo sodo da servire alle 16.12 poco prima dell’omicidio.
MILDRED: Omicidio?!
WALTER BORING: Ehm…
JOE: Bravo Pablo, vedo che ti sei ricordato tutto! E’ forse la prima volta che questo accade!
PABLO: Forse perché è la prima volta che me lo chiede per favore!
JOE: Ah già, perché qui, ricordiamolo, si parla di cortesia! Allora, cortesemente, Pablo puoi appoggiare
il vassoio sul tavolo e darmi la pistola con cui prima hai bucato il mio soffitto?
PABLO: Mi spiace contraddirla, ma come Sua Sozzeria ha poco fa affermato, questa casa è della
padrona, non sua!
JOE: Hai ragione, Pablo, ti chiedo scusa, dunque dicevo, puoi portare la pistola con poco fa hai
sfondato il tetto di tua cugina?
PABLO: Certo, torno subito.
(Esce.)
JOE: La servitù moderna … si può proprio dire che la sindacalizzazione del personale domestico ha
disintegrato quel poco che rimaneva della comoda e antica schiavitù. Ora, per avere un bicchier di latte
a mezzanotte bisogna chiederlo per favore e trattare gli straordinari in busta paga … assurdo!
(Mildred e Walter sono impietriti ed immobili)
MILDRED: Tesoro, cosa vorresti fare ora?
JOE: Io? Oh, ma è semplice…
(Si avvicina al tavolo prende dal porta uovo l’uovo sodo e lo infila in bocca intero. Mildred e Walter Boring lo osservano
mentre mastica a fatica, in completo silenzio. Poco dopo entra Pablo con la pistola in mano. Giunto in prossimità di Joe
gliela consegna, quindi si volta e fa per uscire. Joe lo guarda e con freddezza gli spara alla schiena.)
MILDRED: Oh, mio Dio!
WALTER BORING: Ehm…
(Silenzio. Joe finisce di masticare, quindi va verso il giradischi e sceglie, sempre nel più completo silenzio un disco di
musica classica.)
MILDRED: Joe…
JOE: Dopo cara, dopo … Mr Boring, potrebbe cortesemente mettere a sedere Pablo?
WALTER BORING: Come dice, prego?
JOE: Il domestico, signor Boring. Le ho chiesto per cortesia (estrae un disco e lo mette sul piatto) di
mettere a sedere Pablo, perché lì dov’è … fa disordine, non trova?
WALTER BORING: Ma…ma io…
(Joe si volta lentamente con un sorriso inquietante.)
JOE : Per favore …
(Boring esegue immediatamente. A fatica trascina il cadavere di Pablo fino alla poltrona, quindi lo mette a sedere.)
Joe fa partire il disco. Beethoveen. Buio.
(Al rialzarsi delle luci Boring è davanti ad una tela e sta dipingendo terrorizzato la scena che gli si presenta davanti agli
occhi: Joe è in piedi accanto alla poltrona sulla quale sono seduti il cadavere di Pablo e la moglie Mildred, terrorizzata.
JOE : Adesso mr Boring, senza distrarsi da quel che sta facendo,sia cortese e mi racconti, secondo lei, per quale motivo
ho ucciso il cugino di mia moglie, ovvero il mio maggiordomo.)
Silenzio. Walter Boring smette di disegnare. Mildred ha un sussulto.
JOE: Mr Boring, le avevo detto di non distrarsi, per cortesia!
WALTER BORING: Oh, mi scusi … non volevo
Riprende immediatamente a dipingere.
JOE: Dunque?
MILDRED: Ti prego Joe, questo è troppo!
JOE: Questo è troppo? Ma amore! Ho appena ucciso tuo cugino! E ora mi dici che è troppo chiedere
al tuo … ehm… al signor Boring cosa ne pensa? Per quale motivo avrei dovuto compiere un gesto così
efferato?
MILDRED: Oh…
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JOE: Vede mr Boring, lei sarà anche un tipo noioso e mia moglie il paradigma della tristezza ma io non
riesco a non vedere nel domani un che di gioioso e positivo … proprio nel rispetto del discorso a cui lei
poc’anzi faceva riferimento.
WALTER BORING: E va bene signor Joy…
JOE: La prego, mi chiami Joe! Odio questa formalità … posso chiamarla Walter?
WALTER BORING: S…sì
JOE: Bene, Walter … dunque riprendiamo il discorso, cosa ne pensa dell’omicidio di …
(Si interrompe)
JOE: anzi, rendiamo più interessante il discorso: cosa ne pensa dell’omicidio?, punto. Ha compreso la
domanda? Non mi riferisco più all’omicidio da me commesso poco fa, intendo proprio l’omicidio come
gesto generico e generalizzato. Io uccido, tu uccidi, egli uccide insomma. Togliere la vita ad una persona
che fino a poco prima era dotata di pensieri, emozioni e respiro … non trova che questo fatto abbia un
ché di morboso ed eccitante al tempo stesso?
WALTER BORING: Assolutamente no, signor … ehm… intendevo dire Joe. Non trovo nulla di
eccitante nell’omicidio!
MILDRED: Ben detto Walt …. Ehm… signor Boring!
(Silenzio. Joe sorride malizioso.)
JOE: Molto bene … quindi lei nega l’omicidio come fonte di ispirazione artistica?
WALTER BORING: Se fosse così anche i nazisti avrebbero dovuto definirsi artisti non trova? Sei
milioni di morti!
JOE: Ottimo esempio, Walter! L’antitesi dell’arte dovrebbe essere la morte, vero? L’arte nasce come
rappresentazione della vita … ma … la morte non fa forse parte della vita? Dunque, riassumendo, non
è altrettanto vero che uccidere qualcuno equivale a rappresentarne in effetti la fine della vita? Ovvero il
momento in cui la vita di questo qualcuno ha un termine?
MILDRED: Caro, cosa c’era nell’uovo? Stai delirando!
JOE: No, cara, non sono mai stato più lucido di così! Te l’assicuro! Se vi fermaste a riflettere su quanto
ho detto comprendereste che non sono le parole di un folle, bensì di una persona che riflette sulla
natura stessa dell’arte e sul perché l’uomo sia spinto a “creare” qualcosa per poter in qualche modo
esprimersi o riempire un vuoto altrimenti incolmabile …
WALTER BORING: Dunque, lei sta asserendo che l’omicidio equivale a riempire un vuoto?
JOE: Perché no? Questa poltrona ora non è più vuota! (Ride.) Sì, sì, lo so, perdonatemi, non era
divertente (ride ancora.) Beh, forse un po’ sì! (ride di gusto. Mildred e Walter lo osservano in silenzio)
WALTER: Mi permetto di dirle che …lei … è completamente pazzo!
MILDRED: No, Walter!
JOE: Vi prego, vi prego non litigate! Non sul mio stato mentale almeno! … dunque, abbiamo appurato
che lei, Walter …
(Si interrompe e guarda Mildred)
JOE: Tesoro, sbaglio o hai chiamato per nome il signor Boring?
MILDRED: Ehm…
JOE: Non ho sentito il signor Boring concedere a te questa confidenza, io l’ho chiesta poco fa, ma tu
quando?
MILDRED: Tesoro, cerca di capire la situazione mi ha un po’ sconvolta, forse me lo sono lasciata
sfuggire … ma credo che il signor Boring potrà perdonarmi, vero che mi perdona il signor Boring?!
WALTER BORING: Beh, ma certo! Io ho concesso la confidenza ad ambedue, era sottinteso … mi
spiace che lei abbia scambiato la confidenza di sua moglie, assolutamente giustificata, con un atto di
maleducazione. Le assicuro che non è nulla di tutto ciò!
JOE: Bene, in tal caso chiedo scusa ad entrambi, ma torniamo a noi. Dicevamo, Walter, che lei non
approva l’omicidio come musa ispiratrice e fonte d’arte allo stato puro.
WALTER BORING: Assolutamente no!
JOE: Peccato, non sa cosa si perde! … ad ogni modo … cosa la ispira, cosa la attrae in tal senso? Lei
dipinge spesso su commissione, dunque … i soldi sono la sua musa?
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WALTER BORING: I-io…
JOE: No, mi scusi, questo è a tutti gli effetti un vero e proprio oltraggio alla sua arte! Certo, è chiaro
che lei come tutti debba campare del proprio lavoro, cionondimeno il valore della sua arte non è in
discussione! Non potrei mai credere che tali beltà provengano da un gusto squisitamente mercenario!
Assolutamente no, le chiedo scusa!
WALTER BORING: Non fa niente …
JOE: Ma allora, cosa … cosa la spinge a dipingere?
WALTER BORING: Guardi non saprei … io …
JOE: l’infinito?
WALTER BORING: beh…
JOE: La natura?
WALTER BORING: Oddio…
JOE: L’oblio?
WALTER BORING: Mah…
JOE: L’amore?
WALTER BORING: Ehm…
JOE: il sesso?
(Cala il silenzio).
JOE: Lo immaginavo.
MILDRED: Cosa?
JOE: Zitta tu!
(Joe finalmente si sposta e si avvicina a Boring e alla tela)
JOE: Cortesemente, mi mostri cosa è scaturito da questo nostro bel siparietto … mi faccia vedere cosa,
questa situazione, sia riucita a comunicarle in senso artistico …
WALTER BORING: Beh … davvero poco se devo esssere sincero …
JOE: non sia timido, mi faccia vedere.
(Joe gira attorno alla tela, spostando Walter che si allontana terrorizzato di qualche passo fino quasi ad inciampare. Joe
guarda il quadro, prima stranito, poi inorridito, quindi grida, gettando il quadro a terra)
JOE: Fa schifo! Lei è un ciarlatano!
WALTER BORING: La prego Joe! Non si arrabbi, conti il mio stato d’animo … non si può dipingere
se si ha paura!
JOE: Davvero?!
MILDRED:Certo caro! Stai calmo ti prego!
JOE: Zitta tu!
WALTER BORING: Ma Joe, le assicuro che è così! L’arte deve venire dal cuore, ci deve essere
passione, non paura!
MILDRED: Infatti
JOE: Zitta tu!
WALTER BORING: Quello che dice lei, riguardo alla morte, è certo un discorso interessante ma di
sicuro non è valido per me … io dipingo per amore!
JOE: Per amore?
WALTER BORING: Sì!
JOE: E per sesso?
MILDRED: Basta caro, ti prego!
(Joe si volta e le tira uno schiaffo)
JOE: Impara a fare quello che ti dico, sgualdrina!
WALTER BORING: Basta, la prego! Cosa vuole da me? Perché tratta a quel modo sua moglie?!
JOE: Ben detto! Mia moglie!
WALTER BORING: (in ginocchio) Basta la prego! Questa è una tortura, ci lasci in pace!
JOE: Che fa, Walter, ora parla al plurale?
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WALTER BORING: Sì, insomma lasci in pace sua moglie e me! Si faccia aiutare! Lei è evidentemente
sconvolto!
JOE: Farmi aiutare?
WALTER BORING: Certo, farsi aiutare … è evidente che l’omicidio di Pedro l’ha sconvolta!
JOE: Mildred, cara, pensi che io sia sconvolto?
MILDRED: S-Sì…
(Joe la schiaffeggia di nuovo)
JOE: Zitta, zitta zitta!!!
WALTER BORING: Va bene, va bene, ho capito!
JOE: Cosa ha capito, Walter mi dica?
(Mildred fa cenni per impedire a Walter di parlare)
WALTER BORING: ( a Mildred) è l’unico modo!
(Mildred si sbraccia ancora sempre più agitata)
JOE: Dica pure Walter, non faccia caso a mia moglie … è sconvolta per la perdita di suo cugino…
(Pausa d’imbarazzo)
JOE: Coraggio…
WALTER BORING: Io e sua moglie abbiamo avuto una relazione.
(Mildred si lascia cadere sulla poltrona, con le mani fra i capelli)
JOE: (serio e lucidissimo) Bene…
WALTER BORING: Ma ora le assicuro che è tutto…
(Joe estrae la pistola e spara a Walter. Mildred urla terrorizzata)
MILDRED: Joe! Ma perché?! Perché?!
JOE: Chissà cosa lo ispirerà ora… ora che del sesso gli è rimasto solo una diapositiva sbiadita
nell’anima … già l’anima … tu credi nell’anima tesoro?
MILDRED: Ma di cosa stai parlando?!
JOE: Parlo dello spirito di ognuno di noi…
MILDRED: Ti prego Joe, ti chiedo scusa per tutto quello che ti ho fatto ma ora basta, ti prego, voglio
svegliarmi da questo brutto sogno!
JOE: Ma cara non è un sogno. Questa è la realtà, una realtà che molti possono solo sognare in effetti,
perché completamente priva di schemi! Un po’ come la fantasia! Non trovi?
MILDRED: Ora basta Joe, voglio chiamare la polizia (si alza e corre verso il telefono. Joe si gira e le spara alle
gambe. Mildred cade, rantolante a terra.)
JOE:(proseguendo il discorso) … La fantasia è un luogo nel quale tutto può essere! Ci hai fatto caso come
nei sogni nulla abbia un nesso logico? Non esiste un prima od un dopo! Spesso quando ci si sveglia si è
completamente disorientati e non si riconoscono i luoghi che ci circondano, non è vero?
(Mildred non risponde e striscia per terra sofferente)
JOE: … nel sogno tutto può cambiare da un momento all’altro! E’ come uno spettacolo che cambia
registro a metà dell’opera! Pensa se noi fossimo attori di una commedia brillante e immagina che d’un
tratto lo scrittore che delinea i nostri caratteri immaginasse il contrario di quel che fino a quel punto ha
scritto di noi! Riesci ad immaginarlo?
MILDRED: Muori…bastardo! Pazzo schifoso! (strisciando)
JOE: Morire? Io ? oh no, lo spettacolo finirebbe anzitempo non credi? E nemmeno tu puoi morire! La
storia non può avere luogo senza qualcuno che la popoli, è un controsenso! … e sebbene io adori il
controsenso come stile di vita, trovo che in questo momento sarebbe qualcosa di troppo. Il pubblico
direbbe che lo scrittore ha esagerato, te li immagini? “ eh ma che noia, in questo spettacolo parlano,
parlano e non succede niente!” E allora tac! Eccoti uno, due, tre colpi di scena uno dopo l’altro … lo
spettatore è spiazzato e lo spettacolo raggiunge vette inestimabili! Nelle quali il pubblico può avere
essenzialmente due reazioni diametralmente opposte: o ci odia o ci ama e se ci ama, il colpaccio è
defintivo! ... e … e … poi (esce dal personaggio) scusate, ma non ricordo come va avanti!
(si ode una voce dal pubblico)
REGISTA: Come sarebbe a dire che non ti ricordi come va avanti?! Un’altra volta?!
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(Mildred, Pedro e Walter si alzano in piedi)
MILDRED: Senta, già che ci siamo interrotti di nuovo,queste pompette per il sangue non funzionano
proprio! E’ al seconda volta che mi allagano il vestito e non spruzzano all’esterno! Non s’era detto che
doveva simulare sangue arterioso?! Il sangue arterioso spruzza! E queste pompette qui non spruzzano!
REGISTA: Qualcuno può sistemare le pompe a quest’altra?!
(Entra un inserviente trafelatissimo e si avvicina a Mildred per sistemarle le pompette)
JOE: Davvero mi dispiace ma non ce la faccio ad andare avanti, non mi sento molto bene e mi gira la
testa! ... forse è per questo che ho avuto un vuoto … è da questa mattina che proviamo e riproviamo!
REGISTA: Sei stanco?
JOE: Beh sì!
REGISTA: Non ti senti molto bene?
JOE: Esattamente!
REGISTA: E chi se ne frega! Sai perché siamo ancora qui da stamattina? Perché tu ogni volta non ti
ricordi come va avanti questa boiata! Eppure, è semplice, è fottutamente semplice! Hai ancora un breve
monologo in cui non fai che ribadire la sottile differenza tra sogno e realtà! E' poi c’è la fase conclusiva!
In cui peraltro non dici più niente! Non ci vuole molto! Avanti!
JOE: Eh va bene, possiamo ripartire da dove ci siamo interrotti?
REGISTA: Prego?
JOE: Intendo dire che non è necessario riprendere da capo … fin qui andava bene, no? Quindi perché
ricominciare, trovo che sia un’inutile perdita di tempo!
REGISTA: Fammi capire bene … forse mi è sfuggito un concetto … per caso, dico per puro caso,
stai cercando di dirmi come fare il mio lavoro?
JOE: No, sto soltanto dicendo che…
REGISTA: E invece mi pare proprio che tu stia dicendo che io dovrei lavorare nel modo in cui tu mi
stai suggerendo e non come ho lavorato fino ad ora, poiché, parole tue, in questo modo sto soltanto
perdendo tempo!
JOE: Ma no! Io…
REGISTA: Tu devi soltanto tacere! Tacere, significa parcheggiare la tua lingua quando io dico stop e
limitarti a rimetterla in carreggiata quando è ora di recitare ciò che questo demente dell’autore ha deciso
di buttare su un foglio di carta in un momento di profonda depressione! Non c’è altra spiegazione
d’altro canto a una simile accozzaglia di boiate pseudo filosofiche!
PEDRO: Ma perché allora portarlo in scena?!
REGISTA: Ottima domanda, caro il mio messicano trapiantato! Non ne ho nessuna idea, ma ti dirò di
più, non me ne frega proprio nulla! C’è un produttore che evidentemente non sa leggere oppure ha due
natiche appoggiate sugli occhi e non capisce che questa roba non riempirà nemmeno un teatro
parrocchiale! E ora per cortesia, per favore … ve lo chiedo con gentilezza, cosa che non mi è affatto
consona! …. Fate quello che vi dico!
MILDRED: Eh no eh!
PEDRO: Non ditemi che …
WALTER BORING: Per favore, io ho anche una famiglia!
REGISTA: Non me ne frega un’emorroide di quello che avete da fare o di chi dovete andare ad
accudire! Voi non vi muoverete da qui fino a quando non mi farete tutta una tirata, dall’inizio alla fine,
senza rompermi le palle tutte le volte, è chiaro?!
PEDRO: Sì però così si sta esagerando!
MILDRED: Come può pretendere il medesimo impegno dopo ore e ore di lavoro?!
REGISTA: Hai detto bene, io pretendo! Pretendo e continuerò a farlo perché voi siete pagati tanti bei
soldoni per fare questa stronzata sul teatro nel teatro! Io non volevo farla, me l’hanno commissionata e
ora devo farla, perché anche io, cari miei, ho una famiglia e perché anche io vorrei tornare a casa … il
fatto è che però se lo spettacolo risultasse più schifoso di quanto non sia già orribile sulla carta, io finirei
in mezzo a una strada! E voi assieme a me! È chiaro ora perché mi permetto di pretendere da voi quello
per cui siete pagati?! E quanto a te (rivolto a Joe) prova di nuovo ad interrompere il mio spettacolo e
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giuro che ti renderò impossibile procreare per il resto dei tuoi giorni! E ora riprendiamo! Forza,
dall’inizio (citando le battute iniziali) “Mildred? E’ bello tornare a casa e sentire questo calore umano tutto
attorno!...” fuori tutti, incluso il quadro e pulite il sangue grazie!
(Joe si attarda sul palco, guarda fisso il pavimento, come in trance, mentre gli altri gli fanno cenni frenetici di uscire)
REGISTA: Ehi, allora?! Cos’è, ha le orecchie foderate con il lardo di balena?! Non ci senti?! Ti ho
detto di..
(Joe estrae la pistola e spara in pieno petto al regista. Lunga pausa. Gli attori escono dalle quinte in silenzio e osservano
con muto orrore il cadavere del regista. Buio)
(Al rialzarsi delle luci, il cadavere di Pedro è seduto in poltrona, sul divano ci sono i cadaveri di Walter, del regista e
dell’inserviente. Appeso sul fondale, finalmente scoperto, il quadro di Mildred, in cui la donna è rappresentata con le
sembianze di un busto antico, senza braccia, senza gambe e seno scoperto. Sul tavolo apparecchiato ed imbandito per la
cena, appoggiata quasi come un soprammobile, proprio come il bronzo del quadro, c’è Mildred, ridotta a tronco umano.
Joe le siede accanto e la imbocca.)
MILDRED: Tesoro!
JOE: (riprendendosi) Amore mio!
MILDRED: Tortino al cioccolato
JOE: Crostatina di mele
MILDRED: Biscottino
JOE: Caramellina mia
(Joe si alza, si avvicina alla donna e la bacia sulla bocca)
MILDRED: Ti amo, caro.
JOE: Anche io ti amo, cara.
(Parte la musica di DO THE LOCOMOTION. Buio.)
FINE
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