Garzonè: nr 36 - Comune di Caderzone

Transcript

Garzonè: nr 36 - Comune di Caderzone
il
Garzonè
36
Comune di Caderzone Terme (Tn)
il
Garzonè
N. 36 - Dicembre 2011
Periodico semestrale di informazione
del Comune di Caderzone Terme (Val Rendena - TN)
Delibera del Consiglio Comunale n. 42 del 7 settembre 1990
Autorizzazione del tribunale di Trento n. 686 del 20 maggio 1990
Direttore: Emilio Mosca
Direttore responsabile: Walter Facchinelli
Comitato di Redazione: Federico Polla, Alfredo Amadei, Rosanna Polla,
Francesca Boselli, Flavia Frigotto, Maria Cristina Moratelli,
Testoni Marinei Terezinha, Barbara Maria Mosca
Direzione, Redazione, Amministrazione:
Municipio, Via Regina Elena 45
38080 Caderzone Terme - Tel. 0465.804214 - Fax 0465.804848
e.mail: [email protected]
www.caderzoneterme.net
Grafica: Walter Facchinelli
Stampa: Antolini Tipografia - Tione
Spedizione in abbonamento postale art. 2 Legge 662/96
Distribuito gratuitamente a tutte le Famiglie dei Caderzoni residenti
sia nel Comune sia in altre località in Italia ed all’Estero
ed a quanti ne facciano richiesta.
il Garzonè n. 36
Finito di stampare il 20 dicembre 2011
Copertina: Conca di Garzonè. Foto: Giacomo Masè, Tione
n. 36
sommario
pag.
3
vita dal cumün
“
6
opere pubbliche
“
21
attualità
“
29
associazioni
“
60
speciale terme
“
73
la nostra storia
“
83
i lettori scrivono
“
93
il
Garzonè n. 36
dal municipio
Malga Campo - Bait dai furmai
1
Dalla Redazione de “il Garzonè”,
giunga a tutti Voi l’augurio di un Nuovo Anno
ricco di salute, serenità, tranquillità e vera pace
dal
municipio
Saluto del Sindaco
il
A poco più di un anno dalla mia elezione a Sindaco vorrei
innanzitutto ringraziare tutti coloro che, con il loro sostegno ed
operato, mi stanno aiutando nell’assunzione delle responsabilità
ed acquisizione delle competenze che tale ruolo al giorno d’oggi
comporta. In particolare il mio grazie va al personale degli uffici
comunali che, oltre a svolgere con preparazione e cortesia preziosi
servizi alla popolazione, con pazienza mi sta trasmettendo i principi
di funzionamento della macchina pubblica; agli operai, attenti, disponibili e precisi nel lavoro, al custode forestale, prezioso supporto
e memoria storica, a tutto il personale dipendente ed amministrativo
delle Terme e a tutte quelle persone che, impegnate in associazioni o
particolarmente votate al volontariato, danno un senso al concetto
di comunità e permettono la realizzazione di progetti più o meno
ambiziosi che, altrimenti, resterebbero solo delle belle intenzioni.
Quello del sindaco non è un ruolo semplice, mediatore tra una
politica di proclami, sempre più astratta e slegata dai problemi della
gente comune, e la concretezza delle aspettative delle persone.
Una politica centrale e accentratrice, che non si limita ad indicare
il fine, auspicabile, di una riduzione dei costi amministrativi, ma
impone scelte e metodologie, di efficacia tutt’altro che dimostrata,
che tendono allo svuotamento di competenze ai Comuni per trasferirle ad altri, in particolare comunità di valle e società di sistema,
trascurando l’importanza del presidio del territorio e la ricchezza
del rapporto diretto dell’istituzioni con le persone.
Nella progressiva acquisizione di consapevolezza della gravosità
del compito è consolante riscoprire in molti compaesani propositività, solidarietà e voglia di fare finalizzate non al proprio tornaconto,
ma al bene comune. A tutti loro il mio più sentito ringraziamento
e l’assicurazione di piena collaborazione e sostegno.
Garzonè n. 36
Grazie...
3
dal
municipio
...e buona lettura!
Ci ritroviamo così, per riprendere la piacevole consuetudine di
ricordare gli avvenimenti che hanno caratterizzato la vita del paese,
scambiarci idee ed opinioni, rivivere emozioni in questa nostra amata
pubblicazione periodica. Se il numero precedente rappresentava
un’edizione speciale, “territorio e ambiente”, che voleva fare un po’
il punto della situazione a conclusione del percorso dell’Amministrazione Comunale precedente ed all’inizio di quella dell’attuale,
non meno impegnativa risulta la raccolta, in questo numero, dei
numerosi eventi che hanno caratterizzato l’ultimo biennio, volendo
dare spazio, come è sempre stato nella filosofia del Garzonè, anche
a fatti di vita quotidiana, ricordi, espressioni di emozioni in forma
scritta o artistica. Auguro quindi a tutti una piacevole lettura, con
l’invito a partecipare attivamente alla costruzione dei prossimi
numeri con proposte di articoli, fotografie, disegni... o semplici
lettere alla redazione.
il
Garzonè n. 36
Emilio Mosca
4
dal
municipio
Per la Redazione
Walter Facchinelli
il
Cari lettori,
è con immenso piacere che il neo-costituito Comitato di Redazione
intraprende questo incarico nel segno della continuità ed al tempo
stesso della rinnovata volontà di mettersi a disposizione della Comunità, con l’obiettivo di cercare nuovi argomenti e nuove rubriche, ma
attendendo da tutti Voi consigli e suggerimenti costruttivi.
Vorremmo che “il Garzonè”, il nostro periodico, continuasse
ad essere lo strumento privilegiato per favorire la conoscenza e la
partecipazione alla gestione del bene comune, per diventare, con
la vostra collaborazione, lo “specchio della Comunità di Caderzone
Terme”, intendendo con questo sottolineare che nelle pagine del
Garzonè potete osservare il cambiamento del nostro paese ed aiutarci
a documentarlo nella sua evoluzione, interpellando i componenti del
Comitato di Redazione, fornendoci notizie, segnalazioni o quant’altro
riterrete opportuno.
Prima di passare in rassegna i nomi dei componenti il Comitato
di Redazione, vorremmo esprimere un ringraziamento sentito e
sincero al precedente Comitato ed ai molti lettori – dentro e fuori
Caderzone Terme – che hanno collaborato inviandoci notizie, lettere
e fotografie. Non è un ringraziamento di circostanza, perché la loro
preziosa collaborazione ci ha aiutato a rendere più apprezzato “il
Garzonè”, di loro rimarrà il ricordo sulle molte pagine che negli scorsi
anni abbiamo realizzato.
Voi lettori, potrete contattare qualsiasi componente del Comitato
così composto: Alfredo Amadei, Francesca Boselli, Flavia Frigotto,
Maria Cristina Moratelli, Barbara Maria Mosca, Federico Polla, Rosanna
Polla, Terezinha Testoni Marinei, aiutandoci a meglio proseguire nel
cammino intrapreso.
In questo periodo natalizio non può non mancare un riferimento
all’ambito sacro della nostra esistenza, ed un pensiero va alla celebrazione della natività di Gesù, ancor oggi simbolo concreto di una
rinascita che può avvenire in ognuno di noi e che rappresenta la capacità di rivivere i valori più profondi dell’esistenza, messi in pratica
nelle piccole cose di ogni giorno.
La Redazione porge a tutti Voi il più sincero Augurio di Buone
Feste, auspicando che il nuovo anno porti pace, salute e serenità.
Buon Natale e Buon Anno a tutti!
Garzonè n. 36
Saluto della Redazione
5
vita dal
cumün
Al temp da Cadarciun dal 2010
Giner
Fivrer
Marz
Avril
Mac
Giugn
Lui
Agust
Setembar
Utubar
Nuembar
Dizembar
Tot
Sul
28
20
26
23
16
23
27
17
23
21
13
18
257
Aqua
1
2
3
5
4
1
1
5
5
7
5
43
Nef
1
1
3
2
2
7
Gnignugnugnela
1
7
4
10
3
3
9
2
5
6
6
58
Vent*
2
2
1
5*
Frot
- 9
- 13
- 8
- 4
+ 5
+ 5
+ 8
+ 5
+ 3
- 3
- 8
- 13
- 13
Caft
+ 9
+ 2
+ 8
+11
+12
+18
+19
+17
+16
+11
+ 8
+ 3
+19
Nef
42 ghei
17 ghei
4 ghei
6 ghei
33 ghei
49 ghei
155 ghei
il
Garzonè n. 36
*In dai di di vent le sempre sta bel temp
La temperatura e la nef l’è misurada ali set e meza di duman.
6
Al dumilaedes (2010) le sta n’an bagnà e cun pu di zent (100)
di di acqua, nef e gnignu gnugnela. In dai ultim agn al temp al
cambia sempre pu in presia in invern al fa frot al floca ma i va dre
l’acqua el caft (anca tanta acqua).
Giner le sta bel Fivrer in dai prum di la fat frot po le sta gnignugnugnela Marz le sta frosc e belin Avril le sta frot e cun refui di nef
in dai prum quindas (15) di, l’undas (11) è sentu cantar al cucu la
pruma bota Mac le sta umit e frosc fin al vinti (20) po belin Giugn
le sta bagna e frosc Lui le sta bel e caft Agust le sta bagna e in dai
di da feragust ghe sta tanta acqua e frot al tri (3) e na via l’ultima
nef in dai graper da Garzunè Setembar le sta bagna e frot. Anca
in Utubar ge sta des (10) di di brut temp Nuembar le sta brut cun
diriset (17) di di acqua o nef al disnof (19) e gata na gaspa di finfar
Dizembar i li a fati tuti le sta caft, po vers la meta la fat i di pu froc
dal an a mez di men zinc (5) po vers nadal bonacia e acqua fina fin
a dumila (2000) metri po amu frot.
Daniele Mosca Guadiabosc
vita dal
cumün
ANAGRAFE 2010
NATI
Maschi 2 - Femmine 2
Totale 4
MORTI
Maschi 1 - Femmine 4
Totale 5
MATRIMONI
N. 4
IMMIGRATI
Maschi 8 – Femmine 15
Totale 23
EMIGRATI
Maschi 11 – Femmine 10
Totale 21
SITUAZIONE AL 31.12.2010
Maschi 348 – Femmine 331 – Totale 679
Famiglie 312
0
0
0
1
0
1
0
0
0
1
3
0
1
4
4
1
1926
1927
1928
1929
1930
1931
1932
1933
1934
1935
1936
1937
1938
1939
1940
1941
3
3
1
4
2
1
6
2
8
4
7
6
4
6
5
3
il
1910
1911
1912
1913
1914
1915
1916
1917
1918
1919
1920
1921
1922
1923
1924
1925
Garzonè n. 36
CENSITI PER ANNO DI NASCITA AL 31.12.2010
TOTALE 679
7
vita dal
il
Garzonè n. 36
cumün
8
1942
1943
1944
1945
1946
1947
1948
1949
1950
1951
1952
1953
1954
1955
1956
1957
1958
1959
1960
1961
1962
1963
1964
1965
1966
1967
1968
1969
1970
1971
1972
1973
1974
1975
1976
9
9
9
8
14
7
8
9
7
5
14
6
6
10
8
12
10
9
11
12
14
4
12
12
14
9
14
10
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14
12
11
12
14
6
1977
1978
1979
1980
1981
1982
1983
1984
1985
1986
1987
1988
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
12
6
12
8
6
6
8
9
9
8
4
6
8
1
5
2
7
2
6
8
6
8
12
7
11
6
13
8
8
5
7
4
4
4
vita dal
cumün
Anno 2010 - Elenco delle
Concessioni di Edificare rilasciate
1 Giustina Ruggero
risanamento cascinello
p.ed. 302 - loc. Ingiva
2 Parisi Virginio
realizzazione cappotto esterno
e realizzazione di una legnaia di
pertinenza all’edificio di civile
abitazione
p.ed. 550 - via Pozze
3 Sartori Timoteo
ristrutturazione
e sopraelevazione
p.ed. 438 P.M.2
- via Diaz
4 Sartori Margherita
Risanamento conservativo
p.ed. 182/1 - loc. Ingiva
5 Amadei Giovanni
Ristrutturazione
p.ed. 47/1 P.M.4
- via Dante
p.ed. 47/2 - via Dante
6 Polla Mario
realizzazione di una stradina di
accesso
pp.ed. 485 - loc.
Gelada
7 Sartori Tullio
Seconda variante alla
concessione edilizia per
costruzione nuovo capannone
artigianale
p.ed. 484 - loc. Iscla
9 Polla Giuseppe
Ampliamento immobile
esistente e realizzazione nuova
struttura alberghiera
p.ed. 86 - Pp.ff. 928/1
- 928/2 - 928/3 - 928/4
- 978 - 979 - loc. Pan
Progetto di riqualificazione area
pp.ff. 1023/3 - 1020/4
- loc. Pulic
10 Stella Alpina S.R.L.
11 Sartori Alida, Piera, Sanatoria per la realizzazione di
Giordano, Ornella, aumento volumetrico
Iris e Luciana
pp.ed. 390 - 391
- via Regina Elena
Tecnico comunale
ing. Francesco Maffei
il
• Presentazione n. 45 “Denuncia di inizio attività”
• Espressione n. 08 “Accertamento di conformità”
• Espressione n. 09 “Parere preventivo”
Garzonè n. 36
Altri atti nell’anno 2010
9
vita dal
cumün
il
Garzonè n. 36
Nozioni di taglio di legna e piante
in sicurezza
10
Nella primavera 2010 e precisamente sabato 24 aprile l’assessorato
alle foreste di Caderzone Terme con la collaborazione delle Amministrazioni di Strembo e Bocenago e dell’Ufficio Distrettuale Forestale
di Tione di Trento, ha organizzato un incontro sul tema: “Nozioni di
taglio legna e piante in sicurezza”. Un incontro utile poiché molti dei
nostri concittadini provvedono al taglio della “part da la legna” che
la forestale assegna loro, a volte senza sapere i rischi e i pericoli che
si possono correre in questo tipo di operazioni, spesso considerate
una consuetudine. Era presente anche il dott. Roberto Zoanetti che,
nel presentare il corso, ha portato la propria esperienza personale.
Al corso, che prevedeva una parte teorica seguita da una pratica, hanno partecipato una quaranta iscritti che si sono trovati di
buon mattino in località Pineta, a Caderzone Terme, dove gli esperti
boscaioli Silvio Gottardi e Leandro Capelli - messi a disposizione
del Distretto Forestale di Tione – con molta professionalità hanno
spiegato la corretta cura, manutenzione ed utilizzo della motosega,
la sua regolazione, pulizia, l’affilatura e la sostituzione della catena.
Dopo la parte teorica, i partecipanti sono stati divisi in due gruppi
per passare alla parte pratica nel bosco, dove sono stati spiegati e
dimostrati i vari accorgimenti per abbattere un albero, sramarlo e
sezionarlo in modo da poterlo accatastare. Procedure seguite con
molto interesse da tutti i presenti. Le operazioni sono terminate a
mezzogiorno, così i partecipanti hanno raggiunto il Parco Crosetta
dove alcuni volontari di Strembo hanno preparato dell’ottima e
abbondante polenta.
Al termine del pranzo è
stato consegnato a tutti i
partecipanti, un attestato,
a conferma della partecipazione al corso pratico
teorico di “Nozioni di
Taglio Legna e piante in
sicurezza”, sottoscritto
da Roberto Zoanetti, capoufficio del Distretto
Forestale di Tione.
vita dal
cumün
Le amministrazioni comunali hanno inoltre consegnato in omaggio a tutti i partecipanti un caschetto dotato di cuffie antirumore,
un dispositivo di protezione individuale (DPI) molto apprezzato.
L’Amministrazione comunale ringrazia i partecipanti che hanno colto
quest’opportunità e il nostro Custode forestale Mosca Daniele che
ci ha seguito per tutto il corso.
Giovanni Mosca
Assessore comunale alle foreste e agricoltura
il
«Si possono trovare delle belle “brise” in pieno inverno?» Al “Caffè delle Terme” la mattina
del giorno di Sant’Ambrogio (7 dicembre 2011)
si vociferava «impossibile …ma è proprio così!».
Infatti Ezio Sartori “dei Matiot” alle ore 11 in
località “Ruina” a 1200 metri d’altezza ha trovato,
ma forse sarebbe meglio dire “ha scovato” tre
bei porcini del peso complessivo di 606 grammi.
«Sono un appassionato fungaiolo, afferma
Ezio, ma siccome sono distributore dei gelati Algida, per timore di non essere
creduto, o essere accusato di avere i porcini in freezer, con una scusa ho chiamato
Amadio Mosca, Guido Sartori e Carlo Emilio Mosca, chiedendo loro di accompagnarmi sul monte. Poi, con vaghe indicazioni ho indirizzato il mio
amico Amadio, fungaiolo esperto, a trovare le brise». E
Amadio, sorridente conferma «erano lì, tutte e tre
in fila, freschissime».
Per onor di cronaca dobbiamo dire che
«è un record, ma Ezio è abituato a queste
prodezze, perché il 5 dicembre 2009 aveva
già trovato altrettante brise». (w.f.)
Garzonè n. 36
…all’ultim’ora
“le brise d’inverno”
11
vita dal
cumün
il
Garzonè n. 36
Maurizio Polla riceve
il Filò di San Biagio 2011
12
Caderzone Terme, nel Filò di San Biagio unisce la tradizione religiosa della festa del Patrono con il “filò”, inteso come momento di
ritrovo della Comunità per ricordare e, come nel caso di quest’anno,
ringraziare e premiare chi si è particolarmente distinto per il bene
del paese.
Dalla sua istituzione nel 1992 il Filò di San Biagio “pubblico riconoscimento onorifico”, è stato assegnato ad Aldo Salvadei, don
Celestino Lorenzi, Tranquillo Giustina, Vigilio Sartori, monsignor
Mario Zanchin, Livio Polla (papà di Maurizio), ai volontari di Caderzone ed a Paolo Sartori.
Il 3 febbraio 2011, nelle scuderie del Palazzo Lodron Bertelli, il
sindaco Emilio Mosca ha consegnato a Maurizio Polla la pergamena
e la medaglia del Filò di San Biagio.
Maurizio Polla si è impegnato moltissimo per il paese di Caderzone Terme: è stato 22 anni segretario dei Vigili del Fuoco e 10
nel direttivo della Pro Loco, nel 1991 è
stato rifondatore della Banda comunale
di Caderzone Terme dove suona tuttora
ed è stato per 30 anni in Comune, 20 dei
quali da sindaco. Poi nel Consiglio delle
Autonomie di Trento, nel Consorzio dei
Comuni del Trentino, rappresentante del
Trentino nell’Associazione Comuni Italiani
(ANCI) e nell’Associazione Comuni montani a Roma, è consigliere dell’Agenzia della
depurazione della Provincia e dal 1977
dirigente del servizio tecnico del Comprensorio delle Giudicarie,
ora Comunità di Valle.
Emilio Mosca alla consegna dell’onorificenza ha affermato:
«molti sindaci dentro e fuori la Val Rendena prendono ad esempio
lo sviluppo del paese di Caderzone Terme, qui Maurizio Polla ha
promosso uno sviluppo intelligente, non votato alla speculazione;
ha saputo conservare il territorio ed i nostri valori. È riuscito a fare
tantissimo, portando avanti le potenzialità del paese senza stra-
vita dal
cumün
volgerlo». Tra le opere importanti promosse da Maurizio Polla si
ricorda: la realizzazione della superstrada che ha dato tranquillità al
paese, la valorizzazione e sviluppo del centro storico e la rinascita
del Palazzo Lodron-Bertelli, la nascita del golf e l’avvio del termalismo: cambiando il nome del paese da Caderzone in Caderzone
Terme e realizzando le Terme Val Rendena “fonte Sant’Antonio”,
favorendo così la destagionalizzazione del turismo, riconosciuta
con l’assegnazione a Caderzone Terme della Bandiera Arancione
del Touring Club Italiano.
La motivazione del Consiglio comunale recita: «a Maurizio Polla,
per la sincera dedizione ed estrema competenza manifestate in 20
anni di guida della Comunità in qualità di Sindaco, per aver creduto
nelle potenzialità del paese di Caderzone Terme, promuovendone
uno sviluppo sostenibile e rendendolo un polo turistico rinomato
a livello nazionale e conosciuto anche oltre i suoi confini.»
Un commosso Maurizio Polla ha ricevuto la pergamena e la medaglia del Filò di San Biagio, e ringraziando ha affermato «apprezzo
le motivazioni, in particolare quando si dice “sincera dedizione”,
perché ho la coscienza a posto; impegno ne ho messo tanto per la
Comunità di Caderzone Terme. Ho avuto molte gratificazioni, ma
quella di questa sera è quella che mi da più soddisfazione».
il
Garzonè n. 36
Walter Facchinelli
13
vita dal
cumün
il
Garzonè n. 36
Nuovo sistema per conferire rifiuti
14
Dal 24 maggio scorso anche a Caderzone Terme è in funzione
il nuovo sistema di raccolta puntuale dei rifiuti non differenziabili
attraverso le “calotte”. Il nuovo sistema prevede sostanzialmente
la chiusura di ogni contenitore del rifiuto “residuo” e l’attivazione
di una sorta di contatore apribile soltanto con una chiavetta elettronica, data in dotazione ad ogni utenza.
Questa riorganizzazione si è resa necessaria per raggiungere due
obiettivi strategici che la Provincia ha fissato:
• aumentare la raccolta differenziata per superare la soglia del
65%;
• non superare la soglia massima di 175 Kg di rifiuto residuo
all’anno per ogni abitante;
e allo stresso tempo ottemperare alle disposizioni in merito alla
misurazione della quantità di rifiuto residuo che ciascun utente
produce per poi commisurare la parte variabile della TIA (Tariffa
di Igiene Ambientale) in base al numero di conferimenti effettivi.
I primi dati forniti dalla Comunità delle Giudicarie, soggetto a
cui i comuni hanno affidato la gestione del servizio di raccolta e
smaltimento dei rifiuti, aggiornati al 30 settembre e riferiti all’intero territorio della Comunità di Valle, indicano un aumento della
raccolta differenziata, passata dal 59,7% dei primi quattro mesi del
2011 al 65,9% del periodo maggio settembre dello stesso anno,
facendo registrare un media annuale provvisoria (registrata fino a
settembre) del 64,1% di raccolta differenziata.
Al tempo stesso non si è registrato un peggioramento della qualità del rifiuto differenziato infatti dall’analisi di quanto si è trovato
nei contenitori, sia in quelli del “residuo” sia quelli della raccolta
differenziata, appare un comportamento sostanzialmente nella
norma e un impegno nel porre attenzione a dove depositare ogni
tipo di materiale, così come si registra una piccola riduzione della
quantità di residuo conferito rispetto al trend del recente passato.
Se tutti continueremo con la cura, l’attenzione e il senso civico
necessari aumenterà ancora la raccolta dei materiali differenziati e
questo si rifletterà positivamente sulla tariffa.
Di seguito uno schema guida sulla differenziazione dei rifiuti.
vita dal
cumün
il
Garzonè n. 36
Una giornata in compagnia
“sal gras da li Picinieli”
16
È ormai diventato un appuntamento fisso: lo scorso 24 settembre,
su invito dell’assessore alle foreste e agricoltura Mosca Giovanni,
molti volontari hanno partecipato alla giornata dedicata alla pulizia
e taglio degli arbusti che infestano il pascolo.
Giornata tradizionale che da diversi anni l’amministrazione propone a tutti i volontari che vogliano partecipare.
È noto anche lo scopo di tale giornata, infatti viene svolta per il
ripristino e il recupero della casina “dal Candido”, ormai diroccata
da diversi anni, con il contributo messo a disposizione dalla Provincia
Autonoma di Trento.
Negli anni passati, tutte le associazioni del paese hanno beneficiato di questi fondi per migliorare questa particolare e pregiata
zona di alta montagna, ora si è invece deciso di destinare il contributo a progetti specifici come, appunto, la ristrutturazione della
casina sopraccitata.
vita dal
Giovanni Mosca
Assessore all’agricoltura e foreste
il
Il 24/08/2010, con delibera 173/10, è stata ottenuta da parte della
Commissione Provinciale per la Tutela Paesaggistico Ambientale di
Trento (comprensiva anche del parere positivo del Parco Naturale
Adamello Brenta) l’autorizzazione alla ristrutturazione.
Successivamente in data 23/09/2010 si è ottenuto il parere della
commissione comunale con alcune prescrizioni, inoltre con determinazione del Dirigente in data 25/05/2011 è stato comunicato che
l’immobile denominato Casina Picinieli insistente sulla p.f 1744/1
non riveste l’interesse culturale di cui all’art. 12c. 2 del D. L.g.s
42/2004 e che conseguentemente l’immobile in oggetto è escluso
dall’applicazione del “Codice dei beni culturali e del paesaggio”.
In data 29/08/2011 invece è stato ottenuto l’ultimo parere positivo da parte del Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione
Ambientale - Ufficio Biotopi e Rete Natura 2000.
Solo ora, dunque, possiamo dire di essere pronti per la ricostruzione: è incredibile quante autorizzazioni servano!
Ringrazio anche la Stazione Forestale di Spiazzo, in primis il
suo Comandante Bruno Todeschini che, oltre a supportarci nella
presentazione delle pratiche per l’ottenimento del fondo contributivo, è sempre presente con i suoi custodi Forestali alla giornata,
collaborando fattivamente alla sua riuscita.
Ringrazio pubblicamente anche tutti i partecipanti che hanno
preso parte alla giornata, senza tralasciare il prezioso lavoro svolto
da Diego e Giuliano che si sono prodigati per preparare a tutti i
volontari presenti un ottimo pranzo servito a Diaga: pranzo offerto
dall’amministrazione comunale.
Ho già provveduto a contattare alcuni artigiani locali chiedendo
la loro disponibilità per ricostruire la casina nel corso della prossima
estate, poiché ricade in zona “SIC” (Sito di Interesse Comunitario)
nel Parco, i lavori possono essere effettuati solo in determinati
periodi dell’anno.
Orgoglioso di affermare che l’obiettivo prefissatoci qualche anno
fa è ormai prossimo, vi esorto fin d’ora a partecipare alla prossima “giornata” che, oltre ad un momento di festa e condivisione,
rappresenterà l’occasione per sostenere qualche altro progetto o
associazione che ne vorrà beneficiare.
Garzonè n. 36
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vita dal
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Usanze e tradizioni
a Caderzone Terme
Gli anni passano, arrivano i mezzi moderni e le nuove tecnologie
e sempre più le tradizioni vanno scomparendo, scompaiono soprattutto quelle usanze che, tramandate di generazione in generazione,
hanno come unico mezzo di trasmissione il canale orale. «Verba
volant, scripta manent» il buon vecchio proverbio latino è sempre
attuale.
E siccome è la parola scritta quella che rimane, ecco che si sente
sempre più l’esigenza di raccogliere sotto questa forma ciò che
altrimenti andrebbe irrimediabilmente perduto. Ogni paese ha poi
le sue usanze e le sue tradizioni che non sempre sono uguali.
Affidiamo dunque alle pagine del Garzonè l’importante missione
di tramandare ciò che è patrimonio di tutti i Caderzoni.
Iniziamo da questo numero con…
Cosa fare alla morte
di un familiare?
Informazione sugli adempimenti
attualmente in uso e tramandati
dai tempi passati
il
Garzonè n. 36
a cura di Lucio Mosca
18
Alla morte di un familiare la prima cosa da fare è chiamare il sacerdote per l’atto religioso della benedizione della salma e stabilire
il giorno e l’ora del funerale.
Per l’annuncio di morte alla comunità cristiana, avvisare il sacrestano per la “suonata da morto o Ave Maria”, preceduta da tre
boc’ che è un battito secco per l’uomo e due per una donna. Dopo
questo segnale, solo per i confratelli e le consorelle della Compagnia,
viene suonata la campana “piciola”.
I familiari del defunto/a chiamano l’ufficiale sanitario per redigere
l’atto di morte, si recano in Comune per avvisare della morte, comu-
vita dal
il
nicando giorno e ora della sepoltura per la preparazione della fossa
nel cimitero e la sigillatura della bara prima dell’inizio del funerale.
Avvisare gli incaricati della camera mortuaria (se il funerale parte
dall’abitazione) e accordarsi dove e quando sarà installata.
Alle ore 20 del giorno della morte (o, più precisamente del giorno
in cui suonano le campane a morto), in chiesa verrà recitato il rosario.
L’esposizione della bara sigillata, avviene due ore prima del funerale. Davanti ad essa va posizionata la Croce e l’acquasantiera,
che vengono consegnate dal sacrestano nel giorno dell’Ave Maria
così da metterle davanti al letto di morte.
Accanto alla bara va posto un vassoio per raccogliere i biglietti
di condoglianze.
All’ora stabilita per il funerale, le campane suonano tre volte: il
“campanun” staccato dalle altre proprio per indicare il lutto, nei
tempi passati durante tutto il tragitto fino in chiesa c’era il battito
dei rintocchi (boc’).
Prima dell’ora stabilita, il sacerdote con gli “operanti” (indicati
a parte) ed i chierichetti, partendo dalla chiesa si reca alla casa del
defunto/a, per recitare le preghiere di rito, benedire la salma ed
iniziare il funerale.
In chiesa la bara è esposta con la testa del defunto/a rivolta
all’altare e ne esce con i piedi verso l’uscita.
Quando la bara viene calata nella fossa, i presenti con un ultimo
gesto di saluto gettano una manciata di terra e fanno il segno di
Croce “terra erit, terra reverterit”. La conclusione del funerale è
annunciata dall’Ave Maria e davanti alla chiesa viene distribuito
il sale. Antica usanza è che la donna che prepara da mangiare,
quando sala le pietanze recita un “eterno riposo” per il defunto/a.
Garzonè n. 36
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vita dal
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il
Garzonè n. 36
I defunti appartenenti alla
Confraternita del Santissimo Sacramento hanno diritto a cinque
Sante Messe, il “massaro”, dopo
accordo con i familiari, segnala le
scadenze al parroco e all’incaricato
degli annunci in bacheca.
Le scadenze delle cinque Sante
Messe per antica regola sono:
la prima:
alla morte;
la seconda: dopo una settimana;
la terza:
dopo un mese;
la quarta: dopo due mesi;
la quinta: dopo un anno.
Naturalmente bisogna far coincidere le Messe con i giorni nei
quali sono celebrate a Caderzone.
È buona usanza da parte della famiglia fare un’offerta al Parroco
per la cerimonia, al sacrestano, al coro, ai chierichetti e agli addetti
alla camera mortuaria.
Composizione del Funerale
All’inizio la croce astile nera (chierichetto o parente incaricato),
poi gli uomini, tra gli uomini la croce della Confraternita e il gonfalone dei defunti che per tradizione è portato dal più anziano del
casato.
Davanti alla bara: ghirlande e fiori, coro, sacerdote e chierichetti,
la bara con a lato le quattro torce portate dai parenti, i familiari
del defunto/a, la croce delle donne (Confraternita), le donne e tutti
gli altri.
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opere pubbliche
il
“È la più antica testimonianza di architettura agricola - patronale
di tutta la valle. Parte in muratura e parte in legno il maso con le
sue stalle, il suo porticato, le sue gigantesche colonne di larice, il
tetto di scandole, il “casetto” del latte e la “casera” dei formaggi,
sorge nel punto più panoramico dell’omonima piana.
Deve il suo nome alla parola latino - barbarica “ Curium “ (o
Kurium) che significa “ il luogo del signore”
Così il maestro Tranquillo Giustina, appassionato conoscitore
delle vicende storiche della Val Rendena, definiva il maso “Curio”,
l’imponente architettura che definisce il carattere ed il paesaggio
dell’intera piana di Caderzone Terme.
Nonostante la sua importanza, le notizie storiche che lo riguardano sono scarse e frammentarie.
La sua esistenza è documentata per la prima volta nel testamento
di Donna Margherita, del 19 Settembre 1362, conservato presso
l’Archivio Storico del Comune di Caderzone Terme.
A proposito del testamento Tranquillo Giustina annotava:
“Donna Margherita, figlia di Nicolino detto Villotta, era indubbiamente una facoltosa possidente. Sulla provenienza delle molte
sue sostanze sono possibili solo illazioni. Di certo colui dal quale
aveva avuto un figlio (per altro di poca salute) non l’aveva lasciata
Garzonè n. 36
Il “Curio”
tra storia e conservazione
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opere pubbliche
il
Garzonè n. 36
sprovvista di eredità. Il fatto che nel testamento mai si alluda al
padre del bambino incoraggia la tesi d’una paternità lodroniana...”
“Solo l’alto rango di Donna Margherita e l’entità dei beni che
lasciava possono, in qualche modo, spiegare il rilevante numero di
testimoni davanti ai quali il 19 Settembre 1362 dettò le sue ultime
volontà. Essi furono: Enrico fu ser Pellegrino, Pietro fu Floriolo,
ser Biagio fu ser Pace, Benvenuto del fu maestro Tasino, Pietro fu
Bartolomeo detto Pixa, maestro Marchesino fabbro fu Giovanni,
Bortolo fu Antonio detto Checo, Nicolino di lui fratello, Nicolò del fu
Bartolomeo detto Moreto, ed altri a queste cose chiamati e pregati
di propria bocca dalla testatrice, tutti “ di detta villa di Caderzone...”
Il “Curio” sarebbe appartenuto dunque ai Lodron, presenti a
Caderzone a partire dal 1302, e con ogni probabilità costituiva, con
la possente torre eretta nei primi anni del milletrecento al centro
del paese, la loro dimora.
Nel documento del 1362, il “Curio” è descritto come: “grande
casa tezziva costruita di muro e legname e coperta di scandole
situata nelle pertinenze di Caderzone nella località di Curio”.
22
il
La presenza delle scandole fa supporre che già all’epoca si
trattasse di un edificio molto importante, in quel periodo infatti le
costruzioni comuni della valle erano per lo più coperte con paglia.
Soltanto a partire dal XVI sec., come riportato in numerosi atti
notarili, le scandole sostituirono in gran parte la paglia “per timore
di incendi”.
Nei secoli successivi la presenza del maso è ricordata nell’atto, conservato anch’esso presso l’Archivio Storico del Comune di
Caderzone, del 16 luglio 1444 redatto da ser Graziadeo notaro di
Bolbeno e da ser Pietro notaro di Pelugo con il quale vengono verificati e fissati nei loro giusti termini i confini dell’alveo del Sarca
tra i territori di Caderzone e Bocenago.
“...Dalla parte di Caderzone il primo termine è un sasso salazzo
con una croce, giacente a Curio appresso la via comune, tra una
stradina vicinale e una prativa di Biagio Majolo, dove al livello della
via e quasi sotto terra si trova e si vede a far da confine fra la prativa suddetta e la stradina vicinale, e lontano dal corrispondente
ed opposto termine di Bocenago di passi 182... “
Ulteriore documentazione storica è l’affresco, purtroppo ormai
in gran parte illeggibile, che si trova sulla facciata a mattina della
fabbrica. Nel dipinto il “Curio” è raffigurato colpito da un fulmine
tra le figure della Madonna, Sant’Antonio Abate, protettore delle
stalle e degli animali, e di Santa Barbara da sempre invocata in caso
di incendio. L’affresco riporta anche, in un riquadro, la data 1537.
Questo tipo di raffigurazione, diffuso in tutto il Trentino a partire
dalla prima metà del XVI secolo, è senz’altro un atto di ringraziamento per uno scampato pericolo o per una grazia ricevuta.
Il dipinto murale, la datazione e numerosi elementi in legno
segnati dal fuoco, fanno ritenere che prima del 1537 il maso sia
stato gravemente danneggiato da un incendio, forse provocato
dalla caduta di un fulmine, ed in seguito ricostruito.
Sabato 17 Settembre 1639, per l’ennesima volta, vennero rinnovate le terminazioni tra i territori di Giustino e Caderzone distrutte
da un’alluvione del fiume Sarca, nel relativo documento viene
menzionata la contrada di Curio:
“...Il XIV termine è un sasso salazzo di nuovo sistemato con 14
croci, piatto, poco sopra terra, messo nel luogo dove esisteva il
vecchio termine perduto, giacente fra la via pubblica e il prato di
Garzonè n. 36
opere pubbliche
23
il
Garzonè n. 36
opere pubbliche
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Antonio fu Pietro Salvadei di Caderzone, nella contrada di Curio...”
“Il XV termine, ed ultimo, designante la detta riva ed alveo, è
un sasso salazzo quasi tondo e a livello del suolo, ed ora quasi sepolto, anticamente segnato con 15 croci, giacente in un prato di
Nicolò fu Bortolo Moratelli di Caderzone nella contrada di Curio in
prossimità della via pubblica...”
Il termine contrada potrebbe indicare, all’epoca, l’inserimento
del maso in un contesto edificato più ampio, ipotesi questa che
allo stato attuale non trova ulteriori riscontri.
L’importanza e l’imponenza dell’edificio da sempre hanno suscitato un grande fascino sulle popolazioni locali tanto che intorno
ad esso sono sorte leggende e dicerie, alcune delle quali riprese
e trascritte da Aldo Gorfer nella sua guida delle Valli del Trentino:
...Il maso è il teatro del racconto popolare dei tre fratelli venuti
dalla Padania e stabilitisi con il loro gregge a Caderzone costruendovi tre case: al Curio, al Salamon e a Jamòn. Ma mentre i secondi
sembravano al sicuro sulla china del monte, il primo era insidiato
dalle piene del vicino Sarca. Così sorsero delle aspre dispute tra i
tre fratelli lombardi. Fino a che il Salamon fu portato via da una
frana, il Jamòn fu distrutto da un incendio. Rimase il Curio, il più
grande e robusto di tutti.
Un altra versione della leggenda è pure essa legata alle controversie per la divisione della proprietà. Narra che il maso era di una
famiglia di Caderzone. Morto il padre, dopo lungo litigare, i tre
fratelli si affidarono alla sorte: il Curio toccò a uno dei tre, mentre
gli altri due andarono a costruire i tabiadi a Salamon, al di là del
Rio, e a Jamòn, sulle pendici del monte....
L’edificio ed i suoi annessi sono facilmente individuabili, nella
configurazione attuale, nelle mappe del Catasto Austriaco del 1859.
Nel corso dei secoli la proprietà del Curio venne progressivamente frazionata ed agli inizi degli anni ‘70 del XX secolo l’edifico
risultava diviso in sei “porzioni di casa” appartenenti a dodici diversi
proprietari. L’eccessivo frazionamento della proprietà rendeva impossibile l’esecuzione di qualsiasi tipo di lavoro di manutenzione e
l’edificio cadde in uno stato di forte degrado, documentato dalle
immagini dell’epoca.
Nel 1971 la signora Adelaide Barbara Ambrosioni acquistò l’intero maso e ne curò un primo intervento generale di restauro che
il
consentì all’edificio di giungere
fino ai nostri giorni.
Tra il 1972 e il 1973 il Ministero
della Pubblica Istruzione, sottopose il Curio, i suoi annessi ed una
vasta zona prativa al vincolo di
tutela artistica ai sensi della Legge
1 Giugno 1939 n°1089.
Nel 1980 la signora Ambrosioni
ricostruiva, sui ruderi esistenti, il
cascinello, posto a sud dell’edificio principale, in passato adibito
ad abitazione e alla produzione
dell’acqua calda necessaria per la
conduzione delle stalle.
In tempi recenti la Provincia Autonoma di Trento, con provvedimento della Giunta Provinciale, inseriva il Curio, alcune particelle
fondiarie limitrofe ed i fabbricati annessi nell’elenco dei beni previsto
dall’art. 94 della L.P. 5 Settembre 1991 n° 22.
Negli anni ’90 l’edificio veniva puntualmente rilevato e studiato
dalla dottoressa Serena Filippini che nell’anno accademico 1996/97
presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, relatore professor Luca Giorgi discuteva la tesi: Il “Curio” sulla
conservazione e la tecnologia delle strutture lignee.
Nel febbraio del 2009 il Comune di Caderzone Terme acquistava
la struttura, che versava in stato di grave degrado, dalla signora
Ambrosioni.
Negli ultimi anni, precedenti l’acquisto del bene da parte del
Comune, l’edificio non era stato oggetto di regolari interventi di
manutenzione, il che aveva aggravato ulteriormente il suo stato
di conservazione, già definito precario negli studi degli anni ‘90.
La situazione venne ulteriormente compromessa dalle abbondanti nevicate dell’inverno 2008/2009.
L’amministrazione comunale di Caderzone Terme, consapevole
del valore del fabbricato, decise allora di procedere all’esecuzione
di un primo lotto di lavori da operare con carattere d’urgenza,
finanziati ai sensi della L.P. 1/93 dal Servizio Urbanistica e Tutela
del Paesaggio della Provincia Autonoma di Trento comprendente
Garzonè n. 36
opere pubbliche
25
la sistemazione ed il consolidamento
delle coperture e delle strutture lignee
e la riparazione puntuale delle strutture
murarie gravemente danneggiate dalle
abbondanti infiltrazioni di acque meteoriche.
Durante l’esecuzione degli interventi
le strutture lignee del maso sono state
sottoposte ad un esame da parte dei tecnici del Laboratorio di Biodegradamento
e Preservazione del CNR IVALSA (Istituto per la valorizzazione del
legno e delle specie arboree) di Sesto Fiorentino (FI), che ne hanno
verificato le condizioni e suggerito gli interventi necessari per la
loro conservazione.
Questo primo lotto di interventi, operato con carattere d’urgenza
ed ultimato entro il mese di novembre, costituisce un primo importante passo per garantire la “sopravvivenza” di questa importante
testimonianza storica.
Per giungere al recupero ed alla completa valorizzazione del
“Curio” nei prossimi anni dovranno essere programmati e realizzati ulteriori interventi finalizzati alla conservazione al restauro del
dipinto di facciata, al consolidamento delle strutture murarie ed
all’allestimento di un percorso che consenta la visita e la fruizione
del maso in condizioni di sicurezza senza snaturarne il carattere.
Allo scopo il Comune di Caderzone Terme ha già provveduto a
depositare presso le compenti strutture Provinciali le relative domande di finanziamento.
il
Garzonè n. 36
Arch. Roberto Paoli
26
opere pubbliche
I lavori di porfidatura della piazza
il
Garzonè n. 36
I lavori di realizzazione del centro Wellness, da qualche mese
realtà apprezzata del paese, e quelli di ristrutturazione del palazzo
Lodron Bertelli, finalizzati alla creazione di una struttura ricettiva a
quattro stelle, hanno profondamente segnato tutta la zona limitrofa
per diverso tempo. La strada antistante la casetta termale, piazza
Sant’Antonio, la stradina che sale a lato della chiesetta omonima
e la piazzetta restrostante apparivano profondamente ferite dal
passaggio degli scavi per i sottoservizi e dal prolungato deposito
di materiali.
La conclusione dei lavori edili richiedeva un intervento risolutivo su tali pertinenze, che si è voluto occasione di riqualificazione
dell’intera zona.
Si è così proceduto al rinnovamento della piazzetta di cui sopra,
preferendo il porfido alle bocce, in modo da poter realizzare alcuni
parcheggi ma, volendo nel contempo conservare memoria della vecchia pavimentazione, essa è stata riproposta sulla stradina pedonale
che scende a fianco della chiesetta nella piazza Sant’Antonio. Si è
colta l’opportunità della presenza degli scavi per un intervento di
impermeabilizzazione dei muri perimetrali della cappella.
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il
Garzonè n. 36
opere pubbliche
28
Anche la piazza Sant’Antonio è stata oggetto di un importante
intervento che, terminato poco prima dell’inverno ed immediatamente interessato dalla copertura di un soffice manto nevoso, ha
permesso a molti di ammirare la piazza chiusa al traffico libera da
automobili, rimembranza di tempi passati per alcuni, sensazione
completamente nuova per altri...
Tra i sanpietrini, nei pressi dell’ingresso principale al palazzo, è
stato creato uno stemma circolare contenente due figure in granito:
• il giglio argenteo fasciato d’oro, noto a tutti come simbolo
comunale di Caderzone Terme, ma pure stemma del nobile
casato dei Bertelli, anche “eredi del Giglio”,
• il leone rampante d’argento con coda bifida intrecciata,
stemma dei nobili Lodron,
entrambi posizionati sullo sfondo di boccette di porfido rosso,
caratteristica comune ai due stemmi.
Durante l’estate 2011, per dare maggior dignità e risalto agli
ingressi del palazzo e della chiesetta, la parte di piazza prospiciente
è stata chiusa al traffico grazie al posizionamento di quattro elementi in granito dissuasori di sosta.
Per la realizzazione degli stemmi è doveroso ringraziare l’artista
Alberto Mosca, che si è offerto di ridisegnare lo stemma dei Lodron
per renderlo riproducibile sul granito, il fabbro Cozzini Italo e le
ditte Adami Denis e F.lli Pedretti per aver dato corpo e realizzato
magistralmente l’idea iniziale, concepita col prezioso supporto di
Matteo Amadei.
Emilio Mosca
attualità
il
In una splendida giornata di sole, il 3 febbraio 2011, la Comunità religiosa di Caderzone Terme ha festeggiato San Biagio in una
giornata all’insegna della tradizione e del gusto di fare Comunità,
come un tempo.
Malgrado il giorno feriale, molti hanno partecipato alla santa
Messa del mattino, al canto del vespro pomeridiano seguito dalla
processione e al Filò di San Biagio in serata, momenti significativi
ed importanti di fede, gioia e divertimento, in un simpatico e spontaneo abbraccio di fraternità.
Monsignor Giulio Viviani, intervenuto alle celebrazioni in vece
del parroco don Augusto Tamburini ha ricordato la figura di San
Biagio, il vescovo e medico vissuto tra il III e il IV secolo a Sebaste in
Armenia (Asia Minore), imprigionato dai Romani a causa della sua
fede. Egli durante il processo si rifiutò di rinnegare la fede cristiana
e per punizione fu straziato con i pettini di ferro che si usano per
cardare la lana, e infine decapitato.
Ricordando il martirio di San Biagio, nell’omelia monsignor
Viviani ha affermato «lo scorso secolo è stato quello che ha procurato più Martiri dopo le persecuzioni dei primi secoli, e anche oggi
sappiamo quanti - in tante parti del mondo - soffrono solo per il
fatto di essere cristiani. A noi non è toccato nulla del genere, perciò
adorando San Biagio dobbiamo pregare per quanti nel mondo, in
Asia, Africa e America Latina,
soffrono a motivo della fede.
Noi oggi guardiamo anche a
loro, pensiamo anche a loro
e ci sentiamo ancora più responsabili nel testimoniare
la nostra fede nelle piccole
realtà di ogni giorno: i ragazzi e i bambini nella scuola;
noi nel posto di lavoro, nelle
famiglie e nella società. Per
questo, portando la reliquia
Garzonè n. 36
La festa di San Biagio
a Caderzone Terme
29
attualità
e l’immagine di San Biagio per le nostre strade di ogni giorno,
testimoniamo il nostro coraggio di credere, di professare la fede,
di difendere e diffondere la parola del Vangelo, la parola di Dio».
Alla processione hanno partecipato in molti: gli uomini con il
gonfalone del Santissimo, il sindaco Emilio Mosca col gonfalone
comunale accompagnato dai Vigili del Fuoco, le donne in costume
tradizionale e la banda comunale con suoni festosi e gloriosi. I bambini del Gruppo Folk hanno preceduto la statua del Santo - donata
nel febbraio 1939 dai Fratelli Amadei - portata insieme a ceri e
lanterne dai Confratelli, seguiti da monsignor Giulio Viviani con la
reliquia di San Biagio, dalle Consorelle col Crocefisso e dai fedeli,
tutti uniti nel testimoniare l’attaccamento della gente di Caderzone
Terme alla propria fede ed a quelli dei loro avi.
Ritornati in chiesa, monsignor Viviani ha benedetto la gola,
avvicinando due candele incrociate per preservare i fedeli dai mali
di gola e da tutti gli altri mali. Questa tradizione è legata ai diversi
miracoli attribuiti al vescovo e medico
Biagio, tra i quali si ricorda il salvataggio
di un bambino che stava soffocando dopo
aver ingerito una lisca di pesce.
il
Garzonè n. 36
Walter Facchinelli
30
attualità
il
A Caderzone Terme si è aggiunto l’unico tassello della Val
Rendena al variegato mosaico
- nazionale e trentino - dei festeggiamenti per ricordare i 150 anni
dell’unità d’Italia.
Al Centro Scolastico di Caderzone Terme Emilio Mosca, Walter
Ferrazza e Guido Botteri, sindaci
dei Comuni di Caderzone Terme,
Bocenago e Strembo hanno unito le forze per valorizzare e dare
significato alla ricorrenza dei 150
anni dell’Unità nazionale, coinvolgendo gli scolari dai 6 agli 11 anni, le Insegnanti della scuola e
l’Istituto Comprensivo Val Rendena, le Pro Loco dei tre paesi ed il
Museo d’Arte moderna e contemporanea di Rovereto.
Gli operatori del MART hanno insegnato agli scolari come realizzare delle composizioni floreali di matrice futurista, poi ragazzi
e genitori, insieme ai tre sindaci e altri amministratori comunali,
hanno realizzato delle bandierine ed un grande Tricolore, firmato
orgogliosamente da tutti.
Franco Brunelli, dirigente dell’I.C. Val Rendena, ha parlato dei
150 anni dell’unità d’Italia, delle figure istituzionali dello Stato e
dell’unicità dell’Italia «ricca di storia, cultura e prodotti della terra».
Walter Ferrazza, sindaco di Bocenago, ha sottolineato il significato della festa, ricordando i sacrifici di chi ha lottato per l’indipendenza, e ci ha regalato la libertà ed il senso di appartenenza.
Ferrazza ha invitato tutti ad «accrescere il nostro orgoglio di italiani,
approfondendo la conoscenza della nostra storia nazionale ed i suoi
valori, perché uniti saremo una Nazione grande».
A seguire il concerto della Banda comunale di Caderzone Terme,
per l’occasione riconosciuta “d’interesse comunale”, che ha eseguito
alcuni brani musicali e tra questi l’inno d’Italia.
Garzonè n. 36
150 anni dell’unità d’Italia
a Caderzone Terme
31
il
Garzonè n. 36
attualità
32
Poi tutti si sono spostati all’esterno dell’edificio scolastico, dove
sotto una pioggia battente è avvenuta l’accensione del Tricolore.
Un momento significativo e apprezzato da tutti.
«Il Tricolore, ha ricordato Emilio Mosca sindaco di Caderzone
Terme, l’abbiamo collaudato in occasione dell’iniziativa “m’illumino
di meno, quando spente le luci del paese abbiamo acceso questo
nostro simbolo nazionale per dimostrare che siamo fieri di essere
italiani».
Questo importante progetto sovracomunale che ha messo insieme i tre paesi in occasione dell’unità d’Italia, è nato dalla sensibilità
e dalla voglia delle tre Amministrazioni comunali di fare iniziative
congiunte e, nel caso specifico, di coinvolgere i loro cittadini, in
particolare i più giovani «che, hanno detto i sindaci, hanno il dovere
di conoscere e partecipare alla vita pubblica».
Walter Facchinelli
attualità
Ventesimo anniversario del
gemellaggio con Weissbach
il
Garzonè n. 36
Il 9 e il 10 settembre una folta rappresentanza di Caderzone
Terme, composta principalmente dalla Banda Comunale, dai Vigili
del Fuoco, dal Gruppo Folk e dall’Amministrazione comunale si
è recata a Weissbach raccogliendo l’invito dei “gemelli austriaci”
giunto in occasione del ventesimo anniversario del gemellaggio con
il grazioso paesello tirolese.
La visita si è svolta durante l’annuale festa autunnale dei contadini, appuntamento in cui l’attivo e ben radicato mondo rurale della
vallata, tra la fine del mese di agosto e l’inizio di ottobre, si apre
organizzando una serie di manifestazioni incentrate sulle tradizioni
popolari e la gastronomia locale attuando in maniera concreta lo
strategico connubio tra agricoltura e turismo.
Il programma della giornata dedicata alla ricorrenza del nostro
gemellaggio ha visto, nel pomeriggio, il passaggio delle vacche di
ritorno dall’alpeggio, la sfilata delle delegazioni dei due paesi gemellati e l’esibizione della Banda comunale di Caderzone Terme. è
seguito un momento ufficiale con i discorsi dei due sindaci, la firma
della pergamena di dichiarazione di
amicizia e lo scambio delle targhe e
dei doni. Infine chiusura della giornata con un entusiasmante concerto
della bravissima musikkapelle di
Weissbach.
Il viaggio si è concluso con una
capatina nella sempre incantevole e
bella Merano.
33
attualità
Acqua: doppio premio a
Caderzone Terme
il
Garzonè n. 36
Il concorso nazionale Federbim Valsecchi premia il
progetto “Indipendenza energetica del rifugio San
Giuliano”
34
Nel numero 33 del Garzonè è stato presentato un progetto
ambizioso per l’indipendenza energetica del rifugio San Giuliano,
che coniuga la volontà di risolvere un problema concreto, qual è
l’approvvigionamento energetico del rifugio, con l’opportunità di
fare della ricerca ad alto livello. La volontà di eliminare il rumoroso
ed inquinante generatore a gasolio si è quindi trasformata nell’opportunità di proporre qualcosa di nuovo: lo sfruttamento di una
pluralità di fonti rinnovabili di energia (in particolare fotovoltaica
ed idroelettrica), mediate da un innovativo sistema di accumulo
ad idrogeno gassoso e successiva cogenerazione con celle a combustibile.
il
Questo ambizioso quanto innovativo progetto è
stato valutato positivamente per il tipo di tecnologie
coinvolte, la versatilità del
sistema, la componentistica innovativa, l’idea di un
utilizzo sostenibile della
risorsa idrica, ma soprattutto per la realizzazione
di un laboratorio a cielo
aperto, che permetterà a
Caderzone Terme di divenire un polo di attrazione
scientifica, nel rispetto di
quell’ambiente incantevole
qual è il contesto di San
Giuliano e Garzonè a cui è impossibile non affezionarsi.
Il 29 aprile 2011 nella sala della Comunità montana della Valchiavenna nel paese di Chiavenna (SO) il progetto veniva premiato
quale vincitore assoluto del pubblico concorso nazionale Federbim
Valsecchi.
Già fortemente voluta dall’Amministrazione comunale precedente, e forte anche del riconoscimento ottenuto, l’idea progettuale
per l’indipendenza energetica del rifugio San Giuliano è stata sviluppata ed è passata al vaglio dei vari organi preposti, ottenendo
le autorizzazioni necessarie, ultima delle quali la concessione d’uso
dell’acqua da parte del servizio acque pubbliche.
In seguito è stata ammessa a finanziamento da parte dell’Agenzia Provinciale per l’Energia (provvedimento del dirigente n. 83
del 10/06/2011), potendosi dunque ora considerare di prossimo
realizzo.
Il premio, promosso dalla Federbim e dedicato alla memoria
di Athos Valsecchi, chiavennasco già ministro della Repubblica e
presidente della Federbim, di cui fu anche uno degli ideatori, in
quest’edizione aveva per tema “Le energie rinnovabili e la Green
economy attraverso le finanze di progetto”.
Garzonè n. 36
attualità
35
attualità
Caderzone Terme è tra
i Comuni più virtuosi
nell’utilizzo della
risorsa idrica
Nella stessa giornata (29
aprile 2011), in occasione
dell’inaugurazione del “Valsugana expo 2011” nel Palazzetto dello Sport di Borgo
Valsugana, il Comune di Caderzone Terme ha ottenuto
il piazzamento sul podio nel
campionato “serie Acqua”,
che premia i Comuni trentini
più virtuosi nell’utilizzo della
risorsa idrica.
il
Garzonè n. 36
dott. Emilio Mosca
36
attualità
MOSTRA ESTIVA
Sulla Spiritualità della
Pietra, della Roccia
e della Montagna
il
Garzonè n. 36
Come di consueto anche
nell’estate 2011 si è tenuta nella
sala polifunzionale del Palazzo
Lodron Bertelli una importante
esposizione artistica; la mostra,
inaugurata il 30 luglio assieme al
Centro benessere delle attigue Terme, è rimasta aperta fino al 17 agosto.
Lo studio e l’allestimento di questo evento culturale sono stati
curati con professionalità dagli architetti Anna Vergine e Gabriele
Fallini di Gussola (CR), che pazientemente hanno riunito in una mostra collettiva ben sei artisti ai quali è stato chiesto di interpretare,
attraverso le loro opere, il titolo “Sulla Spiritualità della Pietra, della
Roccia e della Montagna”.
Con tecniche e stili differenti, che spaziavano dal disegno a matita, al dipinto, alle installazioni, alle fotografie fino alle particolarissime impronte di pietra a secco su carta da acquerello, Romano
Bertuzzi, Andrea Giovannini, Matteo Massagrande, Maria Cristina
Spinato, The GAHAN Project e Giuliano Orsingher, già protagonista
di una riuscitissima mostra personale tenutasi a Caderzone Terme
nel 2005, hanno proposto la loro rappresentazione della montagna, raffigurata dalle rocce che la compongono e dai suoi maestosi
paesaggi.
37
attualità
il
Garzonè n. 36
“Masterclass di interpretazione
pianistica - Caderzone Terme”
2010 e 2011
38
Il “Masterclass di interpretazione pianistica - Caderzone Terme”,
giunto alla terza edizione nell’estate 2011 è organizzato dall’Associazione Musicale delle Giudicarie nata a Tione con la direzione
artistica di Teresa Pedretti, e promosso da Comune e Pro Loco di
Caderzone Terme.
Grazie a questa originale iniziativa, ogni anno per una settimana sono presenti a Caderzone
Terme una trentina di ragazzi, tra
i 12 ed i 26 anni, provenienti dai
più rinomati Conservatori d’Italia
che, sotto la guida dei pianisti e
docenti Maria Grazia Petrali e Andrea Turini, partecipano a sessioni
mattutine, pomeridiane e serali di
lezioni, studio e perfezionamento
nell’esecuzione pianistica.
Il “Masterclass” è aperto dal
concerto dei pianisti Maria Grazia
Petrali e Andrea Turini, mentre a
conclusione di questo stage di
perfezionamento, tutti gli allievi
si esibiscono in pubblico, ma è solo nell’ultima serata che i migliori allievi si contendono l’onore di tornare a Caderzone Terme per
suonare al Concerto di Natale ed i premi offerti dall’Associazione
Musicale delle Giudicarie, da Comune e Pro Loco di Caderzone Terme.
Nel corso della serata pianistica finale, si svolge la premiazione del Concorso di Poesia “Mons. Mario Zanchin”, indetto dalla
direzione della Casa per Ferie “Madonna della Neve” di Fidenza a
Caderzone Terme e promosso dal Vescovo e dal Comune di Fidenza,
e da Comune e Pro Loco di Caderzone Terme.
Walter Facchinelli
attualità
il
Dopo una settimana di impegnative sedute didattiche, la sera
del 28 agosto 2010 il Palazzo Lodron-Bertelli era gremito di giovani promesse che frequentando il “Masterclass di interpretazione
pianistica - Caderzone Terme”, hanno migliorato, perfezionato e
affinato le loro doti pianistiche.
Alla serata/concerto conclusiva del Masterclass ed alla premiazione dei partecipanti al Concorso di Poesia “Mons. Mario Zanchin”,
erano presenti il neosindaco di Caderzone Terme Emilio Mosca, il
vicesindaco Giovanni Mosca “Carlet”e l’assessore al Turismo Amadei Nicola, il Presidente della Pro Loco Diego Amadei, la Presidente
dell’Associazione Musicale delle Giudicarie Teresa Pedretti, il direttore della Casa per Ferie “Madonna della Neve” Giovanni Bonvini e
Lina Callegari, Assessore alla Cultura del Comune di Fidenza.
Il miglior allievo del Masterclass 2010 è stato Alberto Dalgo,
ritornato in paese per il riuscitussimo Concerto di fine anno.
Il primo premio del Concorso di Poesia “Mons. Mario Zanchin”
- categoria “Ragazzi” è stato assegnato alla tredicenne Susanna
Garzonè n. 36
Masterclass 2010
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attualità
Dinatale con la poesia “un raggio di sole”, che ha ricevuto la targaricordo del Vescovo di Fidenza Mons. Carlo Mazza ed alcune pubblicazioni di Caderzone Terme e di Fidenza. La pergamena-ricordo
per la “miglior segnalazione” è andata a Luis Cesar con “sera per
sera”. Nella categoria “Adulti – lingua italiana” vincitrice è risultata la
signora Liliana Coruzzi con “Ci sei da sempre”, segnalata la poesia di
Gianni Giuffredi “la pantofola del contadino”. Nella categoria “Poesia
dialettale” il primo premio è andato a Norma Bonenti di Bondo con
“Te voi bè”, segnalata la poesia “du cimiteri” di Giovanni Reverberi.
Nelle parole delle autorità si è evidenziato il singolare e riuscitissimo connubio tra “musica e poesia” ed è stata riaffermata l’amicizia
e la collaborazione che unisce Fidenza e Caderzone Terme.
Masterclass 2011
il
Garzonè n. 36
Al “Master 2011” hanno partecipato trentadue dei migliori studenti dei Conservatori d’Italia ed i loro commenti sono entusiasti.
«Per loro è stata una settimana intensa ed emozionante» precisa
Teresa Pedretti direttrice artistica della giovane “Associazione
Musicale delle Giudicarie”, che aggiunge «hanno partecipato con
impegno alle lezioni, seguiti passo passo da Maria Grazia Petrali e
40
il
Andrea Turrini che, con pazienza e competenza, hanno impartito
loro preziosi consigli».
Il concerto dei pianisti e docenti Maria Grazia Petrali e Andrea
Turini, seguito dal riuscito debutto degli allievi più giovani del
“Masterclass di interpretazione pianistica - Caderzone Terme”, sono
stati il preludio al concerto conclusivo dei migliori allievi che, alla
tastiera, si sono disputati l’onore di suonare il Concerto di Natale
a Caderzone. Il 21 agosto 2011 nel palazzo “Lodron-Bertelli” si è
svolta una serata musicalmente intensa e molto partecipata, ha decretato vincitore del “Terzo Masterclass di interpretazione musicale
di Caderzone Terme”, il pianista Tommaso Ferretti del Conservatorio
di Pavia. Gli applausi dell’ultima sera sono andati ai “veterani”, che
hanno suonato Franz Liszt «lo stesso compositore col quale si sono
confrontati i pianisti del Concorso Busoni». L’idea di ricordare il
bicentenario della nascita di Liszt e unire il 150° dell’Unità d’Italia
è di Teresa Pedretti, che quest’anno ha stupito con un programma
particolarmente ricco e interessante, che ha portato la grande
musica da camera anche a Pinzolo e Pelugo, riscuotendo un grande apprezzamento di pubblico. Tra le novità 2011 è da segnalare
l’esecuzione, durante il concerto finale, di tre brani musicali che
l’Associazione Musicale ha commissionato ai compositori trentini
Raul Masu, Rudy Parisi e Alessio Sala, eseguiti dai pianisti Lucrezia
Slomp, Alberto Dalgo e Alessio Sala. «Brani molto interessanti e
apprezzati, precisa Teresa Pedretti, ispirati dalle leggende e dal
paesaggio giudicariese».
Alla serata conclusiva del Masterclass ed alla premiazione del
Concorso di Poesia “Mons. Mario Zanchin”, erano presenti il sindaco
Emilio Mosca con l’assessore al Turismo Amadei Nicola, il Presidente
della Pro Loco Diego Amadei, la Presidente dell’Associazione Musicale delle Giudicarie Teresa Pedretti, il direttore della Casa per Ferie
“Madonna della Neve” Giovanni Bonvini e il consigliere Vittorio
Cavalli delegato del sindaco di Fidenza, il consigliere Manfredo Pedroni vicepresidente del consiglio provinciale di Parma ed il Decano
di Rendena don Paolo Ferrari.
La premiazione del Concorso di Poesia “Mons. Mario Zanchin”
ha assegnato riconoscimenti a Caterina Aiolfi e Silvia Peirano della
Scuola secondaria di primo grado di Lugagnano d’Arda (PC), Alberta
Zirri Martini di Parma e Franca Costa di Piacenza, Carmen Farina di
Comano Terme e Norma Bonenti di Bondo.
Garzonè n. 36
attualità
41
attualità
Festa dell’Agricoltura 2010 e 2011
Caderzone Terme con la Festa dell’Agricoltura, anno dopo anno
rivive e contribuisce a far rivivere un singolare quanto apprezzato
ritorno al passato contadino, qui riproposto con fedeltà e passione,
coinvolgendo molti turisti che possono così avvicinarsi alle attività
contadine e condividere il sudore e le fatiche della fienagione.
il
Garzonè n. 36
Festa dell’Agricoltura 2010
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Il copione della Festa dell’Agricoltura è di quelli consolidati e
collaudati dal tempo. La kermesse prende avvio nel prato poco
distante dall’hotel Rio, nella zona agricola di Caderzone Terme, qui
molti “cittadini” imbracciando il rastrello hanno ripulito il prato dal
fieno, che è stato successivamente raccolto e imballato. È seguita
la sfilata, che ha portato per le vie del paese persone, animali, carrozze e carri, trattori e vecchi attrezzi. L’allegro e rumoroso corteo
è stato aperto dalla Banda comunale di Caderzone, tallonata da
quegli “improvvisati contadini” che hanno sfilato tra due rami di
folla multicolore e plaudente, seguiti da bambini e ragazze del
Gruppo folk, donne e uomini in abiti da lavoro con cavalli, capre e
le immancabili vacche di Razza Rendena.
I più collaudati “sfalciatori” di Caderzone han dato avvio al
taglio dell’erba con la falce, a dimostrazione di quanta fatica e
destrezza serviva e serve tuttora a falciare l’erba. A loro si sono
uniti “in singolar tenzone” Emilio Mosca, Walter Ferrazza ed Ezio
Loranzi, rispettivamente sindaci di Caderzone Terme, Bocenago e
Vigo Rendena che, dopo aver sfilato in carrozza si sono rimboccati
le maniche ed hanno falciato l’erba. All’imbrunire polenta carbonera
con la farina di Storo, salame all’aglio e spressa rigorosamente di
Caderzone Terme. Il ballo contadino con le melodie della formazione
bandistica di Caderzone ed il grande falò nei pressi dell’antico Maso
Curio, hanno concluso una giornata intensa, vissuta all’insegna della
vita contadina, fatta di fatiche ma anche di autentico divertimento.
festa dell’Agricoltura
il
Garzonè n. 36
i protagonisti
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attualità
Festa dell’Agricoltura 2011
La pioggia insistente ed a tratti “battente” non ha impedito lo
svolgimento dell’edizione 2011 della Festa dell’Agricoltura. Come da
copione, molti “cittadini” con passione e fedeltà hanno imbracciato
il rastrello ed hanno condiviso il sudore e le fatiche della fienagione,
poi la sfilata per le vie del paese. La pioggia battente non è riuscita
a fiaccare i numerosi spettatori presenti lungo il percorso e nemmeno la Banda comunale di Caderzone Terme, seguita da bambini
e le ragazze del Gruppo folk e dai contadini-allevatori che hanno
accompagnato cavalli, capre e vacche di razza Rendena e guidato
carrozze, carri e trattori nella sfilata.
Il casaro di Maso Pan ha mostrato come nasce il formaggio
tipico della Valle, la Spressa, dando poi un assaggio di prodotto
freschissimo ai presenti. La novità 2011, che ha catturato l’attenzione di tutti, è stata la presenza di due cani da pastore, che hanno
dimostrato la loro abilità nel radunare e poi dividere in due parti
uguali un gregge di pecore. L’esibizione della Banda di Lizzana con
le majorette e quella di Caderzone hanno preceduto la cena con la
polenta carbonera e il ballo contadino.
il
Garzonè n. 36
Walter Facchinelli
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festa dell’Agricoltura
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Garzonè n. 36
i protagonisti
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attualità
il
Garzonè n. 36
Festa Anziani 2011
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attualità
il
Garzonè n. 36
L’Amministrazione comunale anche quest’anno ha organizzato la
Festa degli Anziani; alla cerimonia religiosa officiata da don Augusto
è seguito il pranzo conviviale all’hotel Bellavista a Giustino. Grazie
all’animatore presente al pranzo, i 55 ultrasettantenni sono stati
allietati con balli, canti, aneddoti e barzellette che hanno contribuito
a infondere allegria e buon umore.
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attualità
Festa della Famiglia 2011
il
Garzonè n. 36
Il giorno 1° giugno 2011, nel meraviglioso e verdeggiante parco
Li Cani nel Comune di Caderzone Terme, si è svolta la tradizionale
Festa della Famiglia organizzata dalla Scuola dell’Infanzia di Spiazzo.
Questa festa si ripete ormai da parecchi anni e ricorda il significativo
tema della famiglia, valore essenziale da far recepire ai nostri piccoli come ricchezza indispensabile nella vita quotidiana. Infatti per
l’occasione, in un solo giorno, più di 680 persone hanno invaso il
parco, dove è stato allestito con l’aiuto dei tanti volontari delle varie
associazioni e con l’aiuto di alcuni genitori, un grande capannone
messo a disposizione dalla pro loco di Caderzone Terme, dall’Amministrazione comunale e dai NU.VOL.A. Adamello. Fondamentale
l’aiuto di Nicola e Gisella per l’organizzazione e la sistemazione
dei numerosi tavoli, per la distribuzione e il reperimento di tutto
quanto necessario.
Mentre la regia per lo svolgimento della giornata, è da attribuire
alla maestria del corpo insegnante, l’intrattenimento di bambini
genitori e nonni, è stato possibile grazie all’impegno di maestre e
genitori, che nei giorni precedenti hanno preparato la scenografia
per un simpatico spettacolo riguardante la favola di pinocchio e
poco prima di pranzo hanno messo in campo il divertente siparietto
interpretando i vari personaggi della storia.
All’ora di pranzo, sotto una pioggia incessante, è arrivata la tanto
attesa polenta, “trisata” da un gruppo di volenterosi nonni che ben
sanno usare la trisa, mentre le nostre meravigliose cuoche Marzia,
Anna e Rosalba hanno cucinato un fumante e squisito spezzatino.
48
attualità
Il Comitato di Gestione
della Scuola dell’Infanzia
il
Il Comitato di Gestione vuole ringraziare
sentitamente tutto il corpo insegnante, le
cuoche e tutto il personale della Scuola dell’Infanzia, la Proloco
di Caderzone Terme, l’Amministrazione comunale di Caderzone
Terme, i NU.VOL.A. Adamello
e tutti quanti i volontari, che
hanno collaborato alla riuscita
della tradizionale Festa della
Famiglia.
Grazie!!!
Garzonè n. 36
E non è tutto: per finire in dolcezza sono apparsi piattini ricolmi
di squisiti dolci, sapientemente sfornati direttamente dalla cucina
della scuola.
Finito il pranzo è stato il momento più
atteso dai cerbiatti, i “grandi”, che hanno
ricevuto dalle loro insegnati, con qualche
lacrima di commozione, il diploma di congedo dalla scuola materna.
Nel tardo pomeriggio tutto si è concluso
tra ringraziamenti e saluti e l’arrivederci al
prossimo anno.
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attualità
XVI Rassegna dei Cori parrocchiali
il
Garzonè n. 36
Il 22 ottobre si è svolta a Caderzone Terme la rassegna decanale
dei cori parrocchiali alla quale, quest’anno,hanno partecipato ben
tredici cori di tutta la valle.
Una serata davvero riuscita, lo dimostra il numero di persone
che affollavano la chiesa per la rassegna, nemmeno le celebrazioni
liturgiche più partecipate hanno mai visto una simile affluenza!
50
Bravissimi tutti i cantori, un applauso speciale ai coretti dei più
piccoli; è bello sapere che nuove voci si impegnino affinchè la messa
venga arricchita dai loro canti: cantare significa pregare due volte,
diceva Sant’Agostino!
Don Paolo ha introdotto la serata ringraziando tutti i partecipanti e ricordando loro che la rassegna non è assolutamente una
gara o un concorso canoro ma un ottimo momento di condivisione
Flavia Frigotto
il
tra tutti i cantori, un modo
per imparare
ed ascoltare
nuovi canti e
nuove melodie. Quindi ha
concluso auspicando una
sempre e più
ricca compartecipazione
all’animazione
delle messe…
chi con i canti, chi con le letture o i chierichetti nell’aiuto al parroco.
Un ricordo e un pensiero vi è stato per Don Augusto, assente
per motivi di salute ma presente nel cuore di ognuno di noi, a
lui un caro saluto e un augurio di buona guarigione in attesa del
suo ritorno!
Un buffetto alla nostra amatissima capo coro Rosanna che si è
permessa un abbassamento di voce nel giorno più importante per
noi, creando suspance e ansia ai suoi cantori e a me, che ho dovuto
sostituirla, spero dignitosamente, nella presentazione della serata!
Molto sentita la partecipazione al canto finale della rassegna che
ha trasformato in un unico grande coro tutta la platea presente
nella chiesa, ottima la scelta del canto “Nome dolcissimo”, tutti
hanno seguito con gioia la direzione della nostra capo coro! Un
momento molto emozionante!
Ed infine un mega ringraziamento a chi si è occupato della
preparazione dello stupendo buffet: tartine, affettati, pizze, stuzzichini, torte, pasticcini e chi più ne ha più ne metta…un buffet
che è riuscito ad accontentare gli occhi e la gola di tutta la gente
intervenuta per la rassegna..ed oltre!!!
Un grazie a tutte, volontarie e con un cuore grande!
Grazie anche al contributo della Cassa Rurale di Bocenago, Strembo e Caderzone, al Comune e alla Pro Loco di Caderzone Terme
che ci hanno aiutato alla realizzazione di questa splendida serata!
Garzonè n. 36
attualità
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attualità
Usi, costumi, dialetto e tradizioni
di scena al “Castél”
il
Garzonè n. 36
Sabato 23 luglio 2011 presso la sala del Palazzo Lodron-Bertelli
a Caderzone Terme un folto pubblico ha partecipato alla recita di
chiusura dell’anno scolastico legata agli incontri sugli “Usi, costumi,
dialetto e tradizioni”, tenuti da alcuni anni, nelle scuole Elementari
e Medie delle Giudicarie da Elisa Polla.
La serata, patrocinata dalla Pro Loco di Caderzone Terme e dal
Parco Naturale Adamello Brenta, è stata introdotta da Rosanna
Polla; Giovanni Mosca, vicesindaco del paese ospitante, ha portato
il saluto dell’Amministrazione comunale.
La prima parte della serata, intitolata “Sti agn dal dì da
’ncö”, dedicata all’infanzia, all’adolescenza, alle prime amicizie è
stata raccontata dagli alunni della classe 3°di Pinzolo. Quest’anno
l’argomento trattato a scuola, “I fior dali nosi muntagni”, era
dedicato all’ambiente ieri e oggi; questo per stimolare lo spirito
d’osservazione, l’amore e il rispetto per la natura, partendo dalla
cultura dei nostri avi che vivevano a stretto contatto con la natura e
si curavano con i fiori e le erbe; nel corso dell’anno gli alunni hanno
ricercato storie e leggende sui fiori: “Li fòli dala nona” e “I rimedi
dala nona par cüràr li magàgni”; hanno poi conosciuto il linguaggio
e il galateo dei fiori realizzando anche un piccolo erbario.
52
23 luglio 2011: i 30 protagonisti della recita
attualità
La seconda parte della serata
intitolata “Stì agn pasé” ha visto
come protagonisti gli alunni delle
classi 3° 4° 5° del centro scolastico di
Caderzone Terme; in questo caso si
è trattato l’argomento ‘l magnar da
sti agn,“Li rizèti dala nona”: quali
erano in prevalenza i cibi sulle tavole
dei nostri nonni; la storia di una terra
attraverso le sue ricette. Gli alunni
hanno presentato ricette e racconti
di vita delle loro nonne accompagnati
da proverbi.
Il lavoro svolto a scuola è stato anche
raccolto in due libretti, rispettivamente di
72 e di 76 pagine, distribuiti a circa 90
alunni che hanno partecipato al progetto.
La conclusione della seconda parte,
“sti agn pasé”, dedicata al passato con
i consigli e il buonumore delle nonne nel
filò, in un’atmosfera d’altri tempi ha visto
protagonista il Gruppo “Le Castellane e
la Cumpagnia dal Castél”.
il
Luigino Polla ha
conseguito il volante
d’oro nel 2009 per
cinquant’anni di guida
senza incidenti.
Garzonè n. 36
Volante d’oro
53
attualità
il
Garzonè n. 36
Dalla Famiglia Cooperativa
di Caderzone Terme
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Nel corso dell’assemblea generale ordinaria della Famiglia
Cooperativa di Caderzone Terme il presidente Fulvio Collini ha
consegnato una targa ricordo a Colombo Sartori, un segno di
riconoscenza e ringraziamento per i 15 anni di presidenza alla
Famiglia Cooperativa.
Rinnoviamo un caloroso ringraziamento al caro Colombo, che
ci saluta con queste belle parole.
«Un saluto a tutti in questa bella assemblea, siamo in un periodo difficile, tutti i
settori dell’economia stanno attraversando
un periodo difficile, di conseguenza anche
la nostra società ne sta risentendo. Da parte nostra, con lo spirito cooperativo che ci
contraddistingue fin dall’inizio della nostra
storia, abbiamo cercato di andare incontro il
più possibile ai Soci e alle loro famiglie: con
l’alta qualità dei prodotti, con la vastità
dell’assortimento, con la massiccia presenza
di offerte speciali rivolte a tutta la clientela
in generale ed agli associati in particolare.
La risposta data dai soci e dai clienti è stata positiva, così abbiamo quasi raggiunto i
risultati che speravamo di ottenere: ma lo
dico ancora una volta, per riuscire a superare i momenti difficili che
sicuramente si dovranno affrontare nel prossimo futuro, abbiamo
bisogno dell’apporto costante e fedele di tutti. La nostra Cooperativa
offre un negozio fornito, moderno, efficiente ed ordinato: i soci
ed i clienti possono trovare risposte a quasi tutte le loro esigenze.
Il compito dei Soci è soprattutto quello di usare il “nostro/loro”
negozio, usarlo sempre e ancora sempre.
È questa la mia speranza, il mio augurio per il futuro della nostra Famiglia, per il futuro di una parte importante della nostra
Comunità.
attualità
il
Al bancone della Famiglia cooperativa di Caderzone alcuni dei volti
familiari per i clienti del paese.
Garzonè n. 36
Vi ringrazio per questo riconoscimento e questo grazie lo estendo
a tutti soci, consiglieri, collaboratori dipendenti. Io ho chiuso un periodo di 15 anni come presidente, sono stati anni pieni di impegno,
di lavoro, di fatiche, ma anche di entusiasmo e di soddisfazione.
Lascio una società in una buona situazione, sia dal punto di
vista economico che strutturale. Al nuovo presidente ed ai suoi
consiglieri auguro di avere la possibilità di lavorare con intensità
e con entusiasmo. Ma soprattutto auguro loro di avere risultati e
soddisfazioni ancora maggiori di quelli che ho avuto io in questi
15 anni».
55
attualità
Il sapore autentico
dello speck fatto in casa
di Giovanna Rauzi
(quotidiano “Trentino” 11 ottobre 2010)
il
Garzonè n. 36
Un punto vendita che serve tutto il paese e produce in
proprio salumi e speck. È la Famiglia Cooperativa di Caderzone e la andiamo a conoscere oggi con il concorso lanciato
dal Trentino e dalla Cooperazione di consumo trentina che
fa vincere ai lettori fino a un anno di spesa gratis.
Sulla prima pagina del quotidiano, ogni giorno, viene
pubblicato un bollino, da raccogliere e collezionare: con 80
bollini (per chi ne avesse perso qualcuno, ci sono sempre
i 5 jolly) si possono avere un mese, sei mesi o un anno di
spesa gratis in tutti i negozi e nei supermercati della Cooperazione di consumo.
56
il
Tra questi, c’è anche la Famiglia Cooperativa di Caderzone, con un punto vendita unico nel centro del paese e
un’attività che si divide tra il mantenimento delle tradizioni,
il rispetto dell’ambiente e l’educazione alimentare nelle
scuole. “Siamo nella piazza centrale del paese da oltre
cent’anni – spiega il direttore Luciano Polla – solo con
qualche piccola modifica. Abbiamo sempre avuto il negozio
vicino allo storico palazzo Lodron Bertelli”. L’attività della
Famiglia cooperativa è iniziata con un piccolo negozio per
diventare oggi un supermercato con 400 metri quadrati di
superficie e sei dipendenti fissi. A loro, durante l’estate si
aggiungono gli stagionali. I soci sono oltre 350.
Con un vasto assortimento di prodotti alimentari (freschi,
confezionati e anche di produzione propria) e un reparto
dedicato all’extra alimentare, il negozio risponde a tutte
le esigenze dei cittadini. “Direi che la caratteristica che ci
contraddistingue è la nostra produzione di salumi – continua a raccontare Polla – che piacciono sia ai nostri clienti
abituali che ai turisti”.
La produzione va dalle classiche salamelle di Caderzone,
alla pancetta arrotolata, ai cotechini e ad altri insaccati
tipici della produzione locale. “Nel periodo invernale, inoltre, prepariamo gli speck che vengono venduti in estate”
aggiunge Polla.
Il lavoro è portato avanti da un salumiere e la produzione
tocca il quintale di carne a settimana. Per quanto riguarda
i servizi, la Famiglia Cooperativa garantisce le consegne a
domicilio, come quasi tutti i punti vendita, e già da alcuni
anni collabora con delle cooperative scolastiche portando avanti dei progetti di educazione alimentare. “L’anno
scolastico è appena cominciato – precisa il direttore Polla
– quindi non sappiamo ancora qual è il nostro programma.
Per molti anni abbiamo collaborato con una cooperativa
scolastica, a servizio dei più piccoli”.
Garzonè n. 36
attualità
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attualità
il
Garzonè n. 36
“In tuchél
di mè”
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È stata un vero successo,
non solo di pubblico, la serata dedicata al libro di Alfredo
Amadei “in tuchél di mè”.
Nella grande sala di Palazzo Lodron-Bertelli c’era il
pubblico delle grandi occasioni, oltre duecento persone provenienti
da tutta la Val Rendena, riunite con il tam tam del passaparola per
rendere omaggio ad Alfredo Amadei, che ha deciso di dare alle
stampe un pregevole volume contenente i suoi disegni, accostati ad
alcune significative poesie dialettali. Accanto ad Alfredo, Maurizio
Polla sindaco di Caderzone e Walter Facchinelli che ha curato la
presentazione dell’autore e del volume stampato da Antolini Editore.
Malgrado le moltissime persone, in sala si respirava l’atmosfera
di un piacevolissimo salotto, intimo e familiare, reso ancor più suggestivo dalla proiezione dei disegni realizzati da Alfredo dagli anni
Sessanta ad oggi. Molti di questi pubblicati nel periodico comunale
“il Garzonè”, che Alfredo con puntualità arricchiva di un disegno
a china o a matita, spesso accompagnato da una breve poesia in
vernacolo. La serata è stata un suggestivo susseguirsi di rimandi,
di racconti, di emozioni che lo stesso Alfredo ha saputo suscitare.
Non sono mancati gli applausi ed i commenti divertiti e ammirati di
quanti si riconoscevano nei disegni di Alfredo. Come non è mancato
il ricordo delle persone rappresentate nei disegni ora scomparse,
tra queste le indimenticabili figure di don Celestino Lorenzi e del
maestro Tranquillo Giustina. Molti gli interventi di stima, amicizia e
ammirazione esternati da Giacomo Spada, Vigilio Sartori, Rosanna
Polla e altri, che hanno apprezzato il volume di Alfredo. In sala il
vecchio juke box che troneggiava nella prima e piccola discoteca a
Caderzone, ha allietato i presenti con canzoni degli anni Sessanta.
Al termine della serata Valentino Polla, giunto per l’occasione da
Trieste dove era emigrato come apprendista salumiere nel 1963,
ha riproposto il campanò.
attualità
Nuovo caseificio a Maso Pan
A Maso Pan, nella verdissima “Piana di Caderzone
Terme”, il 30 aprile 2001 è stato inaugurato il caseificio
e punto vendita dell’Azienda agricola Polla Mauro e,
a fare festa con la famiglia Polla c’erano molte persone, autorità locali e politici, ma anche gente di tutta
la Valle. Accanto al saluto del sindaco di Caderzone
Terme Emilio Mosca e del suo predecessore Maurizio
Polla, sono intervenuti il presidente degli Allevatori del
Trentino Silvano Rauzi, il vicepresidente della Comunità
delle Giudicarie Piergiorgio Ferrari, il presidente del
Parco Antonio Caola e l’assessore provinciale Tiziano
Mellarini.
Ognuno ha sottolineato il forte legame tra l’agricoltura di montagna ed il turismo, elogiando quest’azienda familiare dove si alleva,
produce e trasforma con la filiera corta.
«Qui è stato detto, non si parla di chilometro zero, ma di “metro
zero” poiché da una porta all’altra si passa dalla stalla al caseificio,
dallo spaccio all’agriturismo».
Il taglio del nastro, dopo la benedizione della nuova struttura
da parte di don Paterni Mangi, è toccato all’assessore provinciale
Tiziano Mellarini, una sottolineatura forte del patto dei Polla tra
agricoltura, turismo, commercio e conservazione del territorio.
il
Garzonè n. 36
Walter Facchinelli
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vita dalle
associazioni
il
Garzonè n. 36
Gruppo Folk
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Con l’autunno riprendono le prove folk e come ogni anno il
Gruppo cerca nuovi componenti per “ringiovanire le sue fila”.
Anche quest’anno è stato così e si sono presentati nuovi bambini.
Una piacevole scoperta è stata quella di vedere che, per una volta,
nel gruppo dei piccoli erano più i maschi che le femmine. Forse
dopo tanti anni di presenza all’interno delle varie manifestazioni
si è riusciti a superare almeno in parte il concetto che sia una cosa
da femmine… poi chissà mai perché, come se gli uomini di una
volta non ballassero.
Un grande aiuto in questa direzione ci è arrivato lo scorso anno
scolastico dalla possibilità di fare le ore opzionali con i bambini di
prima e seconda elementare. Tornare a scuola, poterlo fare con
quella che è stata anche la mia maestra, portare avanti un progetto
assieme che ha coinvolto e divertito sia noi che i bambini è stata
una grande soddisfazione. Lo spettacolo creato assieme è stato poi
presentato alla manifestazione interculturale per scuole elementari
dei “Colori dal Mondo” organizzato dall’Ancora e tenutosi a Tione
a fine maggio 2011. L’occasione di farsi conoscere dai bambini e
di superarne i pregiudizi è stata fondamentale e anche per questo
speriamo che ci sia la volontà di ripetere l’esperienza.
L’aumento del numero di ragazze e bambini ci ha messo nella
condizione di ricostituire la terza fascia d’età, così ora, oltre al gruppo dei grandi, ci sono sia il gruppo dei bambini dei primi anni delle
elementari che quello delle ragazze dalla quinta e dalla prima media.
Rientriamo da un’estate davvero piena, ma tanto stancante quanto appagante. Una per
tutte la partecipazione a Junior
Folk a Coredo, rassegna che ha
visto riuniti tutti i cinque gruppi
folkloristici giovanili del Trentino,
più uno proveniente da un’altra
regione italiana. Ci siamo esibiti
sul palco del teatro comunale ed
è stato molto piacevole vedere
vita dalle
il
che eravamo il gruppo con i componenti più piccoli e gli unici che
si sono presentati senza il supporto di un adulto che ballasse con
loro. Il successo di quella giornata ci ha permesso diventare i canditati ideali per l’organizzazione dell’edizione 2012, che speriamo
di riuscire a realizzare proprio qui a Caderzone Terme.
Quest’anno abbiamo avuto inoltre l’onore di essere scelti per
rappresentare la mostra “il costume del VFolk – vestirsi alla paesana… nel Trentino di oggi” organizzata dal Museo degli Usi e
dei Costumi della gente Trentina di San Michele all’Adige. Questa
Rassegna di costumi tradizionali, coordinata da Christian Arnoldi, ha visto il coinvolgimento di un’ottantina di associazioni tra
gruppi folk, cori e bande di tutto il Trentino. Quando abbiamo
visto il materiale, i volantini, gli opuscoli e i cartelloni, con noi che
balliamo a fare da logo a quella che vuole essere una raccolta che
testimonia l’importanza di quella che non è “solo una tradizione”,
ne siamo stati profondamente lusingati. Anche perché, per usare
le parole del curatore: “indossare il costume è quindi qualificarsi
come “veri” abitanti di un luogo, “veri” membri di una comunità:
un po’ come indossare quel luogo e la sua cultura ”e noi questo lo
facciamo con orgoglio ogni qualvolta ne abbiamo la possibilità”.
Garzonè n. 36
associazioni
61
vita dalle
associazioni
il
Garzonè n. 36
Sono anni che il nostro gruppo folk continua nel suo scopo ed il
proseguo delle nostre attività è dovuto in primis al grande impegno
che ci mettono i bambini, alla loro costanza nel fare prove gran
parte dell’anno ed a esibirsi nel restante periodo, sono tutti loro il
motore del gruppo e la fonte del nostro entusiasmo. Un grazie va
naturalmente anche ai genitori che ci supportano, ricordando tutte
le settimane le prove ai figli e che l’estate spesso passano le loro
domeniche in giro con noi per non farli mancare alle uscite. Non
posso inoltre non ricordare le persone stupende che collaborano
da anni alla crescita del gruppo e che al suo interno sono cresciute
fino ad oggi. Voglio anche cogliere l’occasione per ringraziare chi
quest’anno ci ha sostenuto con un gesto molto importante per noi,
ossia donandoci i loro gettoni di presenza in consiglio comunale:
grazie Gianni e grazie Ivo.
62
vita dalle
associazioni
Dalla Pro Loco
il
Citiamo le ultime due iniziative: sabato 1 e domenica 2 ottobre
2011: Pleinair (la giornata dedicata ai camperisti), e domenica 9
ottobre 2011: giornata promossa dal Touring per i paesi Bandiera
Arancione. Le citiamo non solo perché sono le ultime in ordine di
tempo, ma anche perché sono indicative di ciò che si sta facendo
per promuovere turisticamente il nostro paese.
Chi viene a visitarci ha commenti entusiasti per ciò che trova, per
il verde che circonda Caderzone Terme, per le passeggiate, per le
strutture (Terme, Museo della Malga…) per i nostri prodotti tipici,
ma anche per la calorosa accoglienza e l’ospitalità che trova.
Garzonè n. 36
Riassumere due anni di intensa e ricca attività in poche righe è
davvero difficile!
63
vita dalle
il
Garzonè n. 36
associazioni
64
Le due giornate sopra nominate sono anche la testimonianza
della stretta collaborazione che da sempre esiste, e che non è scontata, tra la Pro Loco e l’Amministrazione comunale.
In occasione di “Pleinair”, a Caderzone Terme erano presenti 20
equipaggi in camper, per un totale di circa 60 persone. Sabato 1
ottobre 2011 Il programma si è svolto così. Al mattino: aperitivo
di benvenuto dove il vicesindaco Giovanni Mosca, l’assessore al
turismo Nicola Amadei e il presidente della Pro Loco Diego Amadei hanno presentato il paese, l’iniziativa e il programma della
giornata. Nel pomeriggio: visita guidata del paese accompagnati
dallo “storico paesano” Lucio Mosca, conclusasi con degustazione
di prodotti tipici.
Domenica 2 ottobre 2011. Escursione ai laghi di San Giuliano
e Garzonè, accompagnati anche dalle guide del Parco Naturale
Adamello Brenta.
Domenica 9 ottobre 2011, in paese si è svolta l’iniziativa “i paesi Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano, questa giornata
che si è svolta contemporaneamente in 87 località di tutta Italia,
selezionate dal Touring, sotto l’Alto Patronato del Presidente della
Repubblica, con il Patrocinio del Ministro del Turismo e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. A Caderzone Terme c’erano
circa 20 persone. Alle 10 ed alle 14 c’è stata l’accoglienza e la visita
guidata del paese conclusasi con degustazione di prodotti tipici. In
entrambe le visite, è stata offerta ai partecipanti una borsa contenente “ricordi” del nostro paese: dall’assaggio gastronomico alle
creme delle Terme.
Mentre questa edizione de “Il Garzonè” va in stampa, si sta
approntando il calendario delle manifestazioni invernali. Approfittiamo per invitare a continuare la bella tradizione dei presepi per
le strade del paese
ed annunciamo
che verranno riproposti i Mercatini di Natale, con
il contorno delle
degustazioni e le
iniziative serali.
Rosanna Polla
vita dalle
associazioni
Grande successo
per l’arrampicata serale
il
Garzonè n. 36
Dopo la positiva esperienza degli anni scorsi, anche quest’estate
la sezione SAT Val Genova ha organizzato le serate di arrampicata
presso la palestra della scuola primaria di Caderzone Terme rivolte
ai bambini con l’obiettivo di farli avvicinare a questo sport di montagna in maniera sicura e divertente.
L’appuntamento molto apprezzato dai numerosissimi ragazzini,
sia locali che villeggianti, era fissato tutti i giovedì dal 23 giugno
al 25 agosto dalle 20.00 alle 22.00. Quest’anno, per garantire più
qualità all’iniziativa, ci si è avvalsi della professionalità della Guida
Alpina Fabio Salvadei che, affiancato dai volontari della SAT, ha insegnato i segreti della tecnica di arrampicata ai giovani freeclimber.
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vita dalle
associazioni
il
Garzonè n. 36
Gruppo ANA di Spiazzo
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Quest’anno la 51a assemblea del Gruppo
ANA di Spiazzo ha segnato il passaggio di consegne fra Renzo Bonafini, storico Capogruppo
e il neoeletto Claudio Capelli.
In un’assemblea molto partecipata presieduta dall’ex presidente sezionale Giuseppe
Demattè, si è provveduto anche a nominare
il nuovo segretario nella persona di Nicola
Amadei, che succede all’uscente Attilio Frioli,
al quale vanno i ringraziamenti di tutti per il
lavoro svolto con grande dedizione.
Su proposta del Vice Capogruppo Valentino Mosca, subito ratificata dai partecipanti all’assemblea, Renzo Bonafini è stato designato
Capogruppo Onorario.
Con Renzo Bonafini si chiudono 50 anni di importante storia del
Gruppo, un grande riconoscimento va al suo operato portato avanti
con carisma, entusiasmo, capacità e competenza.
Il nuovo Consiglio ha organizzato il viaggio all’Adunata nazionale svoltasi a Torino il 7 e 8 maggio 2011, partecipata con grande
entusiasmo dalle penne nere di Spiazzo e da migliaia di alpini, che
hanno sfilato orgogliosamente lungo i due chilometri e mezzo del
percorso cittadino, acclamati con entusiasmo dai Torinesi e non.
In Piazza San Carlo gli alpini hanno ricevuto il saluto delle Autorità presenti in tribuna d’onore. La sfilata è stata chiusa dalla
Sezione Alto Adige, che ospiterà la prossima 85a Adunata nazionale
degli Alpini 2012, prevista a Bolzano nei giorni 11, 12 e 13 maggio
2012. Durante la toccante cerimonia dell’Ammaina Bandiera, alla
presenza dei Sindaci di Bolzano e Torino, il Presidente della Sezione
Alto Adige ha ricevuto, dalle mani del Presidente della Sezione di
Torino, la “stecca” dell’Adunata.
Tra le attività 2011 da ricordare il 48° pellegrinaggio in Adamello,
dedicato alla memoria del Gen. Romolo Ragnoli e la consueta Festa Alpina del gruppo che si è svolta domenica 17 luglio 2011 a
Madonna di Campiglio.
Infine, a tutti i nuovi eletti va l’augurio di un proficuo ma soprattutto entusiastico lavoro di continuazione di quello che è stato
vita dalle
associazioni
il
Garzonè n. 36
l’operato portato avanti egregiamente da coloro che li hanno preceduti, auspicando l’indispensabile collaborazione di tutti gli Alpini
del Gruppo ANA di Spiazzo.
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disegno di Flavia Frigotto
vita dalle
associazioni
Luciano Polla
Presidente Banda comunale
di Caderzone
il
Dopo sei anni il maestro Antonio Vergara lascia la
direzione della Banda comunale di Caderzone.
In questi sei anni di proficua collaborazione ne
abbiamo potuto apprezzare la grande passione e l’impegno. Infatti, con qualsiasi condizione atmosferica
non ha mai fatto venir meno la sua presenza alle prove, anche se la strada da percorrere era molto lunga.
Di lui abbiamo potuto conoscere e ammirare la
profonda umanità, il suo impegno nel ricercare repertori musicalmente vari al fine di proporre concerti
facilmente comprensibili al pubblico e, nello stesso tempo, divertenti
da suonare per gli strumentisti.
Tra le altre cose abbiamo ammirato anche la sua grande pazienza: una dote che l’ha posto nella condizione di non dire mai una
parola sopra le righe né nei confronti dei bandisti e nemmeno nei
confronti degli allievi.
Durante gli scambi e le uscite abbiamo potuto apprezzare la sua
generosità, constatando quanto il maestro Vergara sia nel cuore di
tutti i componenti del movimento bandistico provinciale grazie alla
sua disponibilità nell’aiutare, sia come strumentista, le bande che lo
interpellano, sia con l’assidua presenza nella Banda rappresentativa
della Federazione.
Lo desidero ringraziare per quanto
ha fatto per la nostra Banda e per
quanto farà ancora, in qualità di insegnante della Scuola musicale delle
Giudicarie, per gli allievi di ottoni della
Banda comunale di Caderzone e nelle
altre bande.
Un benvenuto e un augurio di
buon lavoro al maestro Ugo Bazzoli,
che ha assunto la direzione della
Banda comunale di Caderzone Terme
dall’ottobre 2011.
Garzonè n. 36
Grazie Antonio
69
vita dalle
associazioni
La nosa Banda
il
Garzonè n. 36
Ala fin dal nuantün dal secul pasà,
in des o dudas amici in Cumün a sum gatà.
Gh’era amù don Celestino, me, al sindac, e ‘l Mario Gamba,
par vardar da trar insema la banda.
Cula sira lì, par uficializar la riuniun,
galùm cavada a furmar la direziun.
Estra a chei ca ò già dit, ga nera fursi amù set o ot,
al Diego, al Lucio, al Daniele, al Luciano,
al Sacristan e ‘l Matiot:
ma ades ca tüć quanć ie ne in direziun
ni mancava chei chi suplava in dai clarin e in dai trumbun.
Ma pian pian anca chei a ium gaté
e propriu da lì, a sunar sum mitü dré.
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La müsica le stada la Daria, cola dala minigon
chi na la insagnada,
anca sa l’oć al nava daspös sa li so gambi
par darghi na sbirciada.
Ma ghivani amur, pasiun e tanta sudisfaziun
ivani trat insema la banda da Cadarciun.
Dop é vignü al maestro, al Gianni da Runcun,
ca par farnala capir al duparava anca al bastun
ma ala fin fin l’era col ca i vuliva
si no la banda nu la partiva.
Al Gianni l’era ‘n umöt piciol, nu dic cuma al Custante
ma quant ca ‘l dirigiva l’era grant cuma ‘n gigante,
e quant ca sunavani, sa sbagliavani na nota,
in diesis o ‘n bemol,
al navria tirà al còl,
sa po’ sunavani masa stagn, l’usava: “piano”
po’ al la tacava cul Tarcisio o cul Pio da l’Ürbano.
Na sira é vignü al Mario in poc alegru e al sa mis a cantar.
Cumi na gata scuada, la ciapà la porta par scampar.
Navani a sunar di not sa i Cavrii e la Cavada.
Tüć i posti iera bon, par far na sunada.
Al mi par ier ca un vivöst sti bei mumenć
tüć insema, a sunar i nos strümenć.
vita dalle
associazioni
Par nar a sunar in giru, ghivani sempru tanta smània
sum ne a sunar a Roma, a Trieste e anca in Germania.
La Flavia le cola chi presenta la banda e tüti li canzun:
le bèla, la ghi sa far, tüć i la varda, la ni fa far in figürun.
Ades po’ ca sum vistì da nöf e gum anca la mantela
par me la nosa banda le sempru la pü bèla.
In la banda ai völ sempru vargügn dinanć chi tira al car,
a tüt al rest al ghi pinsa al maestru a dirni cul ca gum da far.
Gum da ringraziar anca al Cumün
e chi na dat fidücia e sustignü
parchè al dì d’ancö senza picai, mister nu san fa pü.
In pinser al va anca al Fulvio e al Tiziano,
ca putropo nu i ghe pü,
ma su convinto ca chei dü lì, ai ni scufta a star lasü.
il
Garzonè n. 36
Al maestru ca gum ades a le in certo Vergara
la pazienza ca ‘l ga cun nüaftri lé na roba rara,
anca sa na sira al sa rabì cumi ‘n gat
ca tüć chei chil vardava ià pinsà: “Le na fò da mat”
Sstar in la banda le cumi esar in famöia:
ghe postu par tüć, basta averghi pasiun e tanta vöia.
La müsica ca nüaftri sunum le bèla, o fursi anca brüta
ma sa ghé tanta gent chi ni scufta, nüaftri ga la mitum tüta.
Sa po’ ai ni bat li man, ni vegn anca al magun.
Alura saftum sü in pè e usum
Viva la Banda, viva Cadarciun!
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vita dalle
associazioni
“Le Castellane - La Cumpagnìa
dal Castél ”- storia
il
Garzonè n. 36
Il 28 luglio 2001
presso la sala del
Palazzo Lodron Bertelli si è svolta una
serata dedicata alla
presentazione di
dieci costumi tipici
di Caderzone fine
‘800 inizio ‘900 realizzati da Elisa Polla
recuperando antichi
tessuti (alcuni donati da Carlotta Sartori), camicie antiche
ricamate a mano,
scialletti in lana autentici di quell’Epoca; i costumi erano indossati dal Gruppo “Le
Castellane”, che Elisa aveva fondato per l’occasione.
Il Gruppo si proponeva in particolare di ricercare, documentare,
valorizzare e far conoscere dialetto, tradizioni, usi e costumi di
Caderzone Terme e della Val Rendena.
Nel corso degli anni il Gruppo ha via via abbandonato le finalità
per le quali era stato costituito. Per recuperare lo spirito originario è stata costituita e regolarmente registrata l’Associazione con
sede in via S. Giuliano 1, a Caderzone Terme, formata da alcune
socie della prima ora, alle quali si sono aggregate nuove leve più
giovani; è stato così rifondato il Gruppo formato da donne: “Le
Castellane”, affiancato da un nuovo nucleo maschile denominato
“La Cumpagnia dal Castél”.
72
Per informazioni rivolgersi alla responsabile Elisa Polla:
[email protected]
tel. 0465 322218
speciale
Terme Val Rendena
…il benessere a portata di mano
il
Garzonè n. 36
La società Terme Val Rendena è un’importante realtà che da diversi anni offre ai valligiani ed ai numerosi turisti che soggiornano
in Val Rendena un servizio importante per la cura ed il benessere
della persona. Tale reltà è cresciuta nel tempo sia in competenza,
che in visibilità e fruizione da parte del pubblico, tanto che l’edificio, in cui era inizialmente confinata tutta l’attività, cominciava a
mostrare una certa limitatezza degli spazi.
Così, negli anni, al primo edificio si è pensato di affiancarne un
altro per dare più spazio alle attività e distinguere, in un certo qual
modo, la parte legata più specificatamente alla cura della salute da
quella più spostata verso il benessere.
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speciale
il
Garzonè n. 36
Nel primo edificio venivano dunque lasciati gli ambulatori e
le sale per bagni, cure ed inalazioni, mentre la parte di estetica e
massaggi veniva trasferita nel nuovo edificio.
Al contempo si andavano a concludere i lavori di realizzazione di
un centro wellness completamente interrato per potenziare l’offerta
legata al benessere.
Nasceva così il “Borgo della Salute”, un complesso al centro del
paese fisicamente delimitato da edifici o murature e completamente
indirizzato alla salute ed al benessere fisico e mentale della persona.
Il Borgo ha per fulcro due edifici storici, il Palazzo Lodron Bertelli
e le sue scuderie, affiancati da due nuove palazzine, sapientemente
calate nel contesto architettonico da un gioco di listelli, murature
e vetrate ed è completato da un’insieme di locali interrati che collegano le palazzine con il palazzo storico. Le scuderie, ristrutturate
anni addietro, ospitano al piano terra il museo della Malga ed al
primo piano una magnifica sala congressi, apprezzata e rinomata
a livello di Comunità delle Giudicarie ed oltre. L’elegante palazzina
che ospita il Centro Estetico-massaggi al primo e al secondo piano ed è direttamente collegata con la zona dedicata al Wellness
nell’interrato, dal primo agosto offre relax e coccole a 45 persone
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Emilio Mosca
il
in contemporanea ed apre a Caderzone Terme la porta del mondo
del wellness pubblico.
Il Borgo della Salute: Terme, Centro estetico-massaggi e Wellness,
è diretto da Corrado Delugan che si avvale della collaborazione di un
direttore sanitario, nella persona del dott. Castellani, un’addetta alla
reception e tre alle cure presso lo stabilimento termale, un’ulteriore
addetta alla reception e cinque estetiste nel centro “benessere”.
Il servizio offerto del borgo della salute si fregia inoltre prestigioso
staff di specialisti medici che eseguono visite private su prenotazione
durante tutto l’anno.
Per far fronte al sempre maggiore afflusso di ospiti e clienti nei
periodi di alta stagione il personale viene inoltre integrato con assunzioni stagionali, rappresentando un polo d’impiego importante.
Il complesso della salute e del relax a Caderzone Terme è cresciuto nel tempo, sia per dotazioni che per numero di clienti, e
sta rispondendo positivamente all’aspettativa dei suoi ideatori, e
successivi e sostenitori, di creare un centro d’attrazione turistica e
servizio sociale a livello di valle. È importante infatti sottolineare
come il Borgo della Salute non voglia rappresentare una realtà a sè
stante, ma un’opportunità di sviluppo territoriale dell’intera valle,
un semplice tassello da aggiungere alle numerose possibilità che
già la Val Rendena offre e che non pretende certo di essere quello
conclusivo: Caderzone Terme ha scelto di offrire un certo servizio,
che mancava, è auspicabile che altri paesi facciano lo stesso, in
modo da promuovere un’offerta di Valle che ci renda attrattivi a
360 gradi 365 giorni l’anno.
Sono già operative, in un ottica di sinergia tra i diversi servizi
offerti dal nostro territorio, degli abbinamenti sci-benessere, con le
funivie di Pinzolo che proporranno stagionali con serata al centro
wellness, delle collaborazioni con il golf e numerose convenzioni
con alberghi che intendono offrire alla propria clientela i servizi di
un centro wellness qualificato.
Il “borgo della salute nasce nell’ottica di un’apertura annuale,
con lo scopo di una progressiva destagionalizzazione del turismo e,
non ultimo quello di una rivitalizzazione del cuore del nostro paese”.
Garzonè n. 36
speciale
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speciale
L’inaugurazione
Al taglio del nastro del nuovo “Centro Estetico e Wellness” della
Val Rendena, nel “Borgo della salute” il 30 luglio 2011 c’era la folla
delle grandi occasioni. L’inaugurazione è stata preceduta dall’apertura della mostra d’arte “Sulla Spiritualità della Pietra, della Roccia
e della Montagna” e dall’apprezzata esibizione canora della “Compagnia del Canto della Val Rendena” diretto da Liliana Gallazzini.
Nei discorsi delle autorità presenti, dal sindaco Emilio Mosca alla
presidente della Comunità Patrizia Ballardini, al presidente APT Marco Masè, fino all’assessore provinciale al turismo Tiziano Mellarini
è emersa la soddisfazione di una scelta strategica, del “Borgo della
salute” voluto al centro del paese «per creare vita e opportunità di
lavoro e sviluppo nel nucleo storico di Caderzone».
Il sindaco Emilio Mosca ha ringraziato di cuore l’ex sindaco Maurizio Polla «una persona che ha fortemente voluto questo progetto,
al quale va la gratitudine di tutti noi».
Per il presidente delle Terme Val Rendena Giorgio Zatta «le Terme,
il Wellness e il Centro estetico contribuiranno a dare una nuova
immagine della Rendena, allungando la stagione turistica, migliorandone l’offerta anche nei periodi estivo ed invernale».
Il parroco don Augusto Tamburini, si è complimentato con tutti
ed ha parlato di «speranza, che diventa certezza nel vedere con che
spirito le persone fanno la loro parte in questo bellissimo ambiente», poi la benedizione con «l’augurio per la salute del corpo, ma
soprattutto dello spirito».
il
Garzonè n. 36
Walter Facchinelli
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il
Garzonè n. 36
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speciale
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speciale
Il nuovo “Centro Estetico e Wellness”
della Val Rendena
il
Garzonè n. 36
Il nuovo “Centro Estetico e Wellness” si trova nel “Borgo della
salute”, ossia nel cuore di Caderzone Terme. Questa è stata una
scelta voluta e ricercata dall’Amministrazione comunale, peraltro
molto apprezzata, con l’obiettivo primario di valorizzare e rendere
“pulsante” il nostro centro storico anche attraverso la nascita di
nuove attività artigianali e commerciali favorite dalla frequentazione
numerosa della parte centrale del paese.
Accanto alle maestranze, ai progettisti ed ai tecnici specializzati,
hanno lavorato con impegno sia il Consiglio d’amministrazione delle
“Terme Val Rendena, Fonte Sant’Antonio”, sia i consiglieri comunali
di Caderzone Terme.
La nuova zona wellness offre una completa serie di attrazioni
che consentono di passare un pomeriggio o una serata rigenerante
in completo relax. Dopo gli spogliatoi per uomini e donne, appena
entrati troviamo la sauna finlandese, inebriante e calda, poi un
bagno turco ed un calidarium, un percorso con vasca refrigerante
e cascata di ghiaccio, la sala con la tisaneria, la splendida e calda
piscina con 4 lettini ad idromassaggio e svariati giochi di acqua e
luce, la grotta salina, che oltre alla funzione rilassante offre importanti effetti benefici per la respirazione e la pelle, diverse docce
aromatiche rivitalizzanti ed una doccia a “secchione” per gli amanti
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speciale
il
Garzonè n. 36
delle sensazioni forti dopo la sauna. Una silenziosa e accogliente sala
per il relax o la lettura accompagnati dal sottofondo dello scroscio
dell’acqua della fonte termale Sant’Antonio che scende dal soffitto
completa l’offerta di benessere fisico e mentale.
La superficie del wellness è di circa 500 mq, per un totale di
800 mq con la casetta per estetica e massaggi, arredati con gusto
e grande attenzione ai particolari.
La piscina, circa 75 mq di superficie per un volume di 90 mc
d’acqua riscaldata a 32°C, è il gioiello del nostro Centro Wellness:
completamente interrata trova collocazione in un’ ambiente illuminato da una singolare struttura a cono, che collega l’interrato
con la superficie, ed arricchito da un’emozionante fotografia del
tramonto in Brenta del noto fotografo Flavio Faganello.
Dalla zona wellness è possibile poi accedere direttamente alle
cabine del centro estetico per poter abbinare al relax della zona umida anche trattamenti per il viso-corpo o un massaggio rigenerante.
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speciale
Il centro estetico è composto da sei cabine, una dedicata all’abbronzatura con una doccia solare ed un lettino, due dedicate ai
trattamenti per il viso e il corpo, le ultime tre, situate al piano più
alto, riservate ai massaggi.
Fiore all’occhiello del nostro centro estetico, è la stanza “rosa
del deserto”, dotata di un lettino che produce vapore e massimizza
l’efficacia dei trattamenti al corpo eseguiti con fieno, estratti del
latte o altri prodotti naturali nutrienti per il corpo. Non meno intrigante il lettino oscillante yanna che, utilizzato per eseguire massaggi
rilassanti, dà la piacevole impressione di volteggiare tra le nuvole.
Nella zona esterna adiacente all’ingresso uno spazio verde che nei
periodi estivi viene adibito a solarium.
Le novità del borgo della salute però non terminano qui... invitiamo perciò tutti a venire a scoprirle ricordando che i residenti
hanno diritto a particolari agevolazioni.
Corrado Delugan
Orari e costi
Per ulteriori informazioni: tel. 0465 806069.
il
I prezzi: l’ingresso per due ore costa 16 €, che diventano
19 € in caso si voglia trascorrere nel centro tutta la giornata, senza uscite; è possibile anche un accesso limitato a 40
minuti al prezzo di 12 €.
Vengono inoltre proposti abbonamenti a prezzi vantaggiosi.
All’ingresso vengono forniti una borsino con telo da bagno
e un braccialetto elettronico col quale aprire il proprio armadietto. Presso la reception del centro è possibile noleggiare
o acquistare ciabatte, teli o accappatoi.
Garzonè n. 36
Il Centro Wellness è aperto tutti giorni dalle 15 alle 20;
giovedì, venerdì e domenica l’orario è prolungato alle 22;
giovedì dalle 20 alle 22 è riservato alle donne;
sabato dalle 10 alle 15, la zona piscina è riservata alle famiglie con bambini e ragazzi d’età inferiore ai 18 anni, che
normalmente non possono accedere al centro wellness.
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speciale
il
Garzonè n. 36
Un primo bilancio dopo l’inaugurazione
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Confermando le aspettative, il nuovo
“Centro Estetico e Wellness”, nel “Borgo
della salute” di Caderzone Terme, registra la notevole presenza quotidiana di
turisti e residenti che lo scelgono con
interesse e fedeltà.
Corrado Delugan il direttore di questo “gioiellino” nel cuore di Caderzone
Terme si dice «molto soddisfatto» e
afferma «i nostri punti di forza sono l’attenzione al cliente e la varietà dei nuovi
servizi, che vanno dalla grande piscina
con idromassaggi al calidarium, dalla
sauna finlandese al bagno turco, dalla grotta salina alla cascata di
ghiaccio, dalla vasca refrigerante all’ampia sala relax con tisaneria
ed una serie di docce emozionali».
Il caldo d’agosto non ha “fiaccato” i frequentatori del “Borgo
della salute” e «l’affluenza ai Centri Estetico e Wellness è stata
molto alta durante tutto il mese». Complice anche il fatto che dal
30 luglio 2011, data dell’inaugurazione, il Borgo della Salute è rimasto aperto tutti i giorni della settimana «e rimarrà tutto l’anno
per dare un buon servizio a residenti e turisti».
Il direttore Delugan afferma «sono state particolarmente gradite
le aperture serali fino alle 22 del giovedì, venerdì e della domenica.
Inoltre l’idea di riservare la sera del giovedì (dalle 20 alle 22) alle
donne, ha permesso a molte signore e signorine di passare una
gradevole serata tra amiche. La suggestiva piscina con acqua calda è stata molto utilizzata nel corso delle mattinate dedicate alle
famiglie con bambini, dai pochi mesi in su». Questo perché, a bambini e ragazzi d’età inferiore ai 18 anni, non è permesso accedere
al Centro Wellness durante l’orario normale «poiché il costume è
consigliato ma non è d’obbligo».
Tra le cose curiose, il direttore segnala «la presenza di persone
con difficoltà motorie, che vengono da noi accompagnate dal
proprio istruttore».
Walter Facchinelli
la nostra
Storia
“Fo Pan”
Lontane reminescenze d’infanzia 1945 -46
il
Garzonè n. 36
A le capità propriu cumi tanti robi na la vita, a ià tűt ribaltà. Nal
vigiar a me pasà dinanč la me gioventù…
“Fo Pan”
in t’un lamp a me rigurdà ca chii agn a nui ghè pű d’ampèz.
In quatru e quatr’ot i ruspùn, sti mostri can u avrìan mai pinsà da
vigiar a ia fat in ribaltùn…
“Fo Pan”
a ia scavà, a ia sfundà, a ia fat soteranei, tubi, scarichi, aura i
fundamenč e aftri robi, poi ia tűt ingualivà e al fin nu ‘s vič numa chi
tera muvìda, ingualivada e casi chi vanza sű.
Me puru nonu Giűstinu sal varda giű, al rastarà mal e al mi dirà, fum
prőst, Lűciu, tacùm sota la Nina al car e num a vigiar cu ca i fa la fo…
“Fo Pan”
purőt, me nonu, dopo tűt a le mei cì, ca nul vigia la spariziun da so
mundu, parchè al dirìa “Ma in du suma chi, nu ti m’dirè miga ca sum…
“Fo Pan”
Maso Pan – anni Cinquanta
83
la nostra
Storia
il
Garzonè n. 36
la stala, al tablà, al casőt, la curt, al ladamer, al car, la bőna dal
ladam, li cuerti, al fin, al farlet, la főia, al alt, li vachi, la cavra, li
veci pianti di pum, chili di pir, la brűgna, li galini, el cagnot ca i ghi
turlava sota, i vincei sa la plesa, la lőgna impilada sota la gronda, li
nus, li beli e grandi ciresi, fo drè la via da Bundàl culi so rudàni, cuan
ca li era madűri i ghi fava gula a tanč gnarei e i si rampagava sű da
scundun par scavaze i brascőč bei plin.
Chi boni ca li era chili ciresi magnadi cì cui os. As vič ca cula bota
ai plasiva anca chei. Ades è rastà numa na vecia nus ca nu la rigorda
pű nient da chii temp, anca parchè nal vigiar tűt stu via vai di machini, tratur, rűspi, camion e aftru e po tanta gent strana, vistìda sempre
cume cal fős carnaval tűt l’an, la si sintirìa stranida e rintrunida e la
si dirìa: ma chi nu sum miga…
“Fo Pan”
cula bota quanc ca era in pűtalot, rivè la fo cul car tirà da l’asan,
sal disligava fo e s’mitìva al car in la curt e la Nina (l’asan) na la stala.
Po me nonu al varzìva al casőt e par prűma roba al mi dava al
bazidèl e ‘l mi mandava par aqua, ma…la fo fo ‘n somp al prà in du
ca la sorgiva, anca sa da lì partiva la rugia ca la pasava vinti pas dal
casőt. La fo in du ca la nas a le pű bona al mi disìva.
84
la nostra
Ricorč dal Lűciu dai Munach
il
Me ziu Clemente cul capalàz di paia sal cò, a l’ea
già qualche ura cal sagava
al ghiva sé, el struguzava e
nul vigeva l’ura ca i purtős al
bazidel di cafè cul vin parchè
a l’era sidià.
“Fo Pan”
me nona Maria “lagiű”
(par distinguerla da l’aftra
nona, Maria anca cola, ca
l’era cola “lasű” par via indù
ca li stava nal paes) dunca
me nona “lagiű, la rivava fo
par trar insema al disnar.
Po ghera fo me mama
Nela e la popa (me surgela)
insema a qualchi parent da
Trent cu i so popi e anca al
Deputato da Roma cu la so famosa (a l’era in capo dal ministero
dell’interno in du ca laurava la Silvia, cusina da me nonu Giűstinu) cal
vigniva tűti li istà a vilegiar a Cadarciun.
Insoma, tra tűč na gran cumbricula chi vidava a duar sű al fin
“Fo Pan”
a me dismantagà al suplizio dal’őf, sicome me nonu a l’era zop,
senza na gamba persa in guera in Galizia, dop aver purtà l’aqua al
mi mandava na la stala a tőr fo i őf dal niu e űn amu caft al mal fava
bivar, e me nul pudiva sufrir. Am par da vigiar amù li so grosi man
cun stu őf cal ghi fava al bűsat par bivarlu, el disiva “al ti fa ben anca
sa nul ti plas”.
Finis sti rigorč da na bota cul ritu da la pulenta fűmante ca quand
ca i Giűstin ai scurlava al mezdì la rivava fo dal casőt in dal paről e i
la ribaltava sal tavel sal tavul li in banda a la porta dal casőt.
Ades lagu lì da ciacular parchè quant ca s’magna as tas par bona
creanza, ma par cula bota fursi l’è pű giűst dir “par lűzia”!
“Fo Pan”
“Na Bota”
Garzonè n. 36
Storia
85
Emma e Vittorio
(nel Rifugio Val di Fumo)
disegno di Alfredo Amadei
Na gita in Val di Füm
Dumàn ia mis bèl,
vegnat ca num,
a far in bel giru
in val di Füm.
Su gia sta dintru,
ma anca plasü,
e giustaparcòl
vegn dintru amù.
In cula magica Val,
dre a chi sinter,
ti si verz al cör
e anca i pinsèr.
Alfredo Amadei
il
Al disnàr sal rifugio
le sta tüt bon, e bel,
e ne vignù da livarvi
tant di capel.
Garzonè n. 36
La canzun dai ricordi,
sota us, li so rimi,
ti par quasi da ular,
darghi man ali cimi.
87
la nostra
Storia
il
Garzonè n. 36
Chi si ricorda della WAP?
88
Una bella domenica del mese di aprile del 1946, a Caderzone,
dopo la messa grande, davanti alla casa del Folsu cominciò a suonare la tromba del Gino Cavrer. La stava suonando il Carlin dai Usin
che se l’era fatta prestare per l’occasione.
Il motivo di tanto onore era il battesimo su strada di un’automobile. Un’automobile molto speciale però: si tratta infatti di
un’automobile di legno, con sei posti a sedere, decappottabile,
ancora da verniciare, motore a sei pedali, freno con fascia di ferro
su tamburo di legno, “servo-freno”, nel senso che uno scendeva e
tirava indietro, retromarcia in punta di piedi. L’automobile si chiamava WAP, derivato dai cognomi dei tre amici che la pensarono e
la costruirono: Wodniak, Amadei e Polla.
L’idea di costruire l’auto nacque così: noi tre all’epoca ci trovavamo di frequente a chiacchierare di varie cose. Così un giorno uno
di noi disse: “Sarebbe bello vedere un camion a rimorchio che va su
per la puntera di Mortaso con davanti un asinello che lo tira e mettere il silenziatore alla marmitta”. Siamo subito scoppiati a ridere,
poi siamo rimasti zitti per un po’ e quindi il Renzo ha cominciato
a disegnare per terra con un dito la sagoma di un’automobile e
disse: “Facciamo un’auto?” Il Mario rispose subito: “Sì! Io ci metto
il legname”, e io aggiunsi: “e io ci metto il posto per farla, la mia
cusinacia”.
La mattina dopo vidi arrivare a
casa mia il Mario con in spalla dei
travetti 8x8 e 10x10. “Ma allora
facciamo sul serio?” gli chiesi,
e lui: “Di certo!” Sistemammo
quindi i travetti in cusinacia e così
prese inizio l’avventura della WAP.
Cominciammo a fare dei progetti, alcuni disegni e cominciarono a sorgere anche i primi
problemi, molti dei quali ci trovarono del tutto impreparati, dato
che eravamo del tutto inesperti
la nostra
il
sul cosa fare. Ma comunque non ci perdemmo d’animo. Niente
ci poteva fermare: eravamo ben decisi ad andare avanti. In quel
periodo, era febbraio, mio padre aveva appena ucciso il maiale e
aveva appena finito di preparare gli insaccati. Decise di appenderli
alle travi della cusinacia perché lì si potevano asciugare bene, dato
che c’era il fuoco anche di notte. La seconda sera di lavoro, il Renzo
dal Petar, che faceva il pistur (fornaio), si presentò portando con
sé alcuni panini. Il companatico c’era già lì: comodo, comodo, che
bastava alzare il braccio… Andò avanti così alcune volte, finché una
sera entrò mio padre. Voleva passare a dare un’occhiata al nostro
lavoro, come aveva già fatto altre volte. Solo che quella sera alzò
gli occhi al soffitto e si accorse che quello che aveva appeso la
settimana prima si “schiariva” (diradava). I miei occhi si fissarono
con terrore sul bastone che lui, essendo guardia forestale, portava
sempre con sé. Mi ero già preparato ad assaggiarlo, come doloroso digestivo, ma mi andò bene. Mi disse solo: “Portiamoli dentro
che sono asciutti abbastanza. “ Li portammo in cantina e poi mio
padre chiuse la porta a chiave. Quella sera mangiammo panini
“biotti”(senza niente).
In poco tempo completammo la struttura in legno, finimmo
i disegni e trovammo tante soluzioni per i vari problemi che incontravamo man mano. Quanto pensare! Ci mancava però tutta
la parte in metallo e così andammo a trovare il Bruno da Giustin,
che faceva l’idraulico e riparava le biciclette. Gli facemmo le nostre
richieste e lui ci consigliò di prendere tre telai di bici vecchie e di
adattarli all’auto secondo i nostri disegni. L’idea ci piacque e il Bruno
ci preparò i tre telai in pochi giorni. Li montammo e affrontammo
quindi il problema della trasmissione. Avevamo bisogno di assali
per le ruote e questi ce li procurammo dal Barnard che aveva la
fusina vicino a dove ora si trova il Caseificio di Pinzolo.
Il Barnard risolse così il nostro problema della trasmissione: lui
ci avrebbe fatto l’asse anteriore, unico, come quello dei carri di allora; posteriormente ci avrebbe preparato dei semiassi. Con queste
misure tornammo quindi dal Bruno che ci potè preparare le ruote
libere e le catene: la nostra trasmissione era dunque completata.
Come tendicatena montammo i rocchetti del filo di refe che le
donne usavano allora per rammendare. I rocchetti erano di legno
trapezoidale.
Garzonè n. 36
Storia
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la nostra
il
Garzonè n. 36
Storia
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Lo sterzo fu piuttosto complicato. Una volta posizionato il volante, il piantone terminava a trenta centimetri dal centro dell’asse
sterzante. Sulla parte terminale del piantone praticammo un foro
e vi infilammo una corda di metallo, la fissammo con quattro giri
attorno al piantone e bloccammo quindi le sue estremità all’assale,
a sessanta centimetri dal centro, a destra e a sinistra.
Le ruote. Il Mario dal Tilio (falegnami) si procurò a casa sua degli
“assoti”di betulla da 5cm. Li inchiodammo a croce e andammo a
farli tornire dal Ruder di Pelugo, che credo si chiamasse Campidelli.
Sulle ruote inchiodammo dei vecchi copertoni di bicicletta con le
brocche da tappezziere. Anche l’occhio voleva la sua parte!
Finimmo quindi di montare l’auto. Ora bisognava provarla su
strada e qui capitò la sorpresa maggiore: ci accorgemmo solo allora che la WAP non passava dalla porta: era più larga! Ci poteva
passare solo se la mettevamo di costa, ma era troppo pesante per
noi tre e così andammo a chiedere aiuto. Vennero tre altri nostri
amici ed in sei riuscimmo a sollevarla, girarla e farla uscire dalla
porta della cusinacia. I tre che ci avevano dato una mano passarono
parola e così la sera dopo, al momento della prima prova su strada,
ci ritrovammo in undici. Salimmo tutti sull’auto e via, pedalando,
andammo fino al Gal e poi di ritorno. Da notare che “al stradun l’era
insalagà a toc”, il resto era ghiaia (o gèra). Le prove continuarono
con successo e nostro gran divertimento per alcune sere.
Nel frattempo ci trovammo ad affrontare un’altra peripezia, che
non dimenticherò mai. Bisognava pagare il Barnard. Lui ci disse:
“Se non avete soldi, portatemi del ferro, che a me serve sempre.”
Allora ci siamo dati da fare per cercare del ferro e lo trovammo nei
pressi di Strembo. Racimolammo tre mazzi per lo più di paletti per
le recinzioni, a L e a T, di varie misure. Una sera tardi li portammo
da Strembo a Giustino, senza passare per lo stradone nazionale,
così che non ci potesse vedere nessuno. Il ferro dovevamo portarlo
nel portico a piano terra della casa del Barnard. Quella sera era
molto scuro, come la bocca del Luf. Alla prima arcata della casa del
Bernard, entrammo uno alla volta, con il ferro in spalla, girammo
a sinistra e depositammo ognuno il proprio mazzo nell’angolo più
interno; quindi uscimmo e tornammo a casa.
La mattina seguente dovevo andare a Pinzolo, non ricordo bene
per quale motivo. Passai dalla fucina del Barnard e gli chiesi se ave-
la nostra
il
va visto i ferri e se erano abbastanza. Lui rispose che non li aveva
visti e che avrebbe dato un’altra occhiata la sera quando sarebbe
tornato a casa. Allora io passai per Giustino per vedere se i ferri ci
fossero ancora se se qualcuno ci avesse fatto uno scherzo. Quando
fui lì ebbi una sorpresa che mi fece rabbrividire. Dove avevamo
appoggiato i ferri, il giorno prima avevano fatto una buca per la
calce e avevano lasciato un corridoio di 50-60 cm. Noi eravamo
passati per quel corridoio senza accorgerci di nulla! Fu proprio una
gran fortuna essere riusciti a passare di lì senza cadere nella buca
o farci del male.
Ma ritorniamo al viaggio inaugurale della WAP, quella domenica
di aprile del ’46. Dopo le belle prove serali fino al Gal era finalmente
giunto il momento dell’inaugurazione ufficiale, la domenica davanti
a tutto il paese. Partimmo dalla chiesa e via, fino a Strembo, dove
ci stavano aspettando alcune nostre coetanee, avvisate dal Renzo.
Le ragazze ci accolsero con dei grandi mazzi di fiori e a noi parve
subito bellissimo, m subito dopo le nostre amiche presero a sfrigolarci i fiori sulla faccia e lì furono dolori perché in mezzo avevano
messo delle ortiche di siepe.
Alla fine di questo viaggio inaugurale si ruppe la catena e noi portammo l’auto nel garage del Petar. Avevamo intenzione di ripararla
in breve tempo, ma poi ci perdemmo un po’. Al padre di Renzo,
quell’auto in garage impediva e, visto che noi non ci decidevamo
Garzonè n. 36
Storia
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la nostra
Storia
mai di andare ad aggiustarla e portarla via, la vendette a dei ragazzi
di Bocenago. Questi la aggiustarono e la provarono su e giù per
il paese di Bocenago finchè la ruppero per il troppo carico. Poco
tempo dopo fu distrutta completamente. Della WAP non ci rimane
che il ricordo. Per noi sarebbe stato bellissimo avere una foto, ma
il Noè Polla che avevamo contattato per questo servizio, il giorno
dell’inaugurazione non si presentò. Ci rimanemmo molto male
perché per noi era molto importante avere una documentazione
della nostra realizzazione. Non potevamo chiamare il fotografo di
Pinzolo perché non avevamo da pagarlo. Così rinunciammo alla
foto, dato che non conoscevamo nessun altro da chiamare.
Le foto che vedete sono dell’epoca. Proprio di 50 anni orsono.
Prima di rendere pubblico questo racconto, l’ho dato in visione al
Renzo e ho avuto il suo benestare. Purtroppo (e mi dispiace moltissimo) al momento della scrittura, il Mario ci ha già lasciati.
il
Garzonè n. 36
Luigino Polla Biasin
92
i Lettori
scrivono
Spett.le
Redazione del Garzonè
il
Il volume “In tuchel di me” di Alfredo Amadei, non è solo “Un
pezzo di me”, è anche un tuchel di Caderzone. Per questo non può
dimenticarsene il Garzonè, cui spedisco volentieri le mie impressioni
utili a richiamare l’attenzione dei vostri lettori. Il libro è ammirevole,
unico del suo genere, per gli elementi e gli argomenti che lo compongono. Esso è bello di primo acchito, mentre lo prendi in mano
e cominci a sfogliarlo. Ti colpiscono subito il formato, la rilegatura,
la stampa. Da quando lo ebbi in regalo da Alfredo, nostro amico
dopo tante vacanze trascorse nel suo albergo con la mia famiglia,
questo libro in casa mia è sempre a portata di mano. Lo guardiamo
ogni tanto, tra l’interesse di amici che vengono a trovarci. Oggi
l’ho ripassato tutto da solo, soffermandomi qua e là, per gustare
paesaggi, casupole e ritratti disegnati a mano. La vita operosa e
serena è presente in ogni quadro. Noto che la maggior parte dei
personaggi appare in compagnia, come a dire che insieme si sta
bene.
L’accentuazione dei tratti mette in evidenza i vari caratteri, mentre
la cura minuziosa dei particolari, negli alberi, nei sassi, nell’erba,
ovunque, dà vita all’ambiente. La presenza di Guido, al scarpolin’,
con braccia e mani impegnate ad estrarre chiodi da una suola consumata, tra scaffali ripieni di calzature, è reale. Altrettanto gli amici
che alzano il bicchiere per brindare, compresa mamma Celestina,
anche lei con il calice sollevato, tra la solidarietà di zia Olga e zia
Teresa. Sarebbe lungo trattare le poesie, ricche di buoni sentimenti,
come quella del Campanò, accanto alla bella figura di Valentino.
“Il cuore è sempre giovane viene dedicato agli amici Luca e Luisa;
così per le altre coppie di sposi, dai quali arriva sempre l’aria sana
della cordialità. Il rastrello di Pietro e la pagina della polenta parlano più di tante parole. Esemplare la scelta delle immagini sacre
della Madonna e dei Santi, come esempi persistenti di vita religiosa a sostegno della devozione popolare. Non posso commentare
l’effige della giovale Narcisa: meglio e di più di quanto è scritto
Garzonè n. 36
Monzambano, lì 27/10/2011
93
i Lettori
il
Garzonè n. 36
scrivono
94
accanto non si può fare. I disegni sono tutti sintomo dell’intensa
partecipazione da parte dell’Autore, emozionato e incredulo forse
di averli fatti Lui stesso.
“Vengono dal cuore e vanno al cuore” commenta Franca Chesi.
Pure gradevoli e meritati gli scritti annessi al libro, come presentazione e omaggio al prezioso lavoro di Alfredo, di cui va apprezzata
la dedica alla moglie Narcisa, ai figli Matteo e Martina e «a tutta la
mia grande meravigliosa famiglia».
Complimenti ancora ad Alfredo e grazie dell’affettuoso autografo.
Grazie al Garzonè, se tiene vivi questi ricordi.
Cordialmente.
Walter Camatti
i Lettori
scrivono
Alfredo Amadei:
in Tuchel di Mè
Giovanni Bonvini
Direttore Casa per Ferie Madonna della Neve
il
Caderzone Terme 19 luglio 2010
Garzonè n. 36
L’autore ha saputo coniugare l’espressione, l’illustrazione grafica,
la vena poetica, gli aneddoti in un contesto di idee, ricordi, aspetti
riguardanti persone e momenti quotidiani significativi ed importanti
nella vita di tutti i giorni.
Nelle belle pagine del volume
rivivono immagini e significativi
ricordi dei suoi cari e delle frasi
più amorevoli e nostalgiche
della sua crescita, avvenuta
con buoni propositi e con l’attaccamento alla propria terra
ed agli ambienti che hanno
fatto parte di un mondo non
del tutto scomparso ed ancora
appariscente e bello.
I riferimenti, di volta in volta
pubblicati dal Garzonè, testimoniano e documentano un percorso umano fatto di personaggi di un passato che rivive nella
mente e nel cuore di Alfredo e
che rappresenta le frasi di una realtà fatta di piccoli artigiani, impegnati a rendere più ricca e piacevole la fatica quotidiana, di gioie
per tanti avvenimenti famigliari e collettivi, di piccoli avvenimenti
vissuti con semplicità e naturalezza apprezzabili.
Credo che Alfredo sia stato capace di manifestare non solo un
encomiabile talento ma anche una meritoria capacità di esprimere
pensieri e sentimenti che onorano la sua persona racchiusa in un
documento che merita attenzione, interesse, lode.
95
i Lettori
scrivono
Spett.le Redazione de:
“il Garzonè”
il
Garzonè n. 36
Latina, lì 20/08/2010
96
“Questa valle bisogna averla nelle ossa, come il vino e la polenta”, così scriveva Cesare Pavese della sua valle natia.
Sono quattro anni che trascorro brevi vacanze estive a Caderzone e la Val Rendena mi è veramente entrata nelle ossa.
La nostalgia affiora già nel lungo viaggio di ritorno verso la
mia Latina, ed è nostalgia di quei luoghi d’incanto, permeati di quiete e serenità, di quelle passeggiate nel verde dei prati o all’ombra dei boschi, di quelle albe diffuse di luce, di quei
tramonti nei quali brividi di vento, mai impetuoso, tremano sui
rami, come incerte carezze di un amore nuovo.
Durante l’ultima vacanza, sempre all’Hotel Rio, in questo
mese di agosto, ho avuto il privilegio (pare sia piuttosto raro,
per la ritrosia dell’autore) ed il piacere di apprezzare il libro “In
Tuchèl di Mè” di Alfredo Amadei.
I disegni ed i versi di questo testo, così ben curato, mi hanno
dato emozioni tanto più vive e profonde poiché, accumunandomi con l’autore, hanno esaltato anche la mia intima esigenza di
essere parte intrinseca dei luoghi e delle persone, nel microcosmo della quotidianità essenziale.
Ancora Pavese scriveva: “Un paese vuol dire non essere soli,
sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di
tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.”
E così, ancorato come sono, da sempre, all’amore per la natura, fonte prima di purezza e vivacità del mio pensare, mi piace
inviarVi questi miei brevi versi, legati a Caderzone, patria eletta
dei miei riposi estivi, ed a Sabaudia, meta usuale delle mie solitarie escursioni.
Con pieno consenso a pubblicare o, a Vs insindacabile scelta,a
cestinare, porgo i miei saluti più cordiali ed un vivo apprezzamento per il Vs periodico.
Guido Cusano
i Lettori
scrivono
Alba a Caderzone
Si perde lo sguardo
all’infinito dell’aria tersa
e vola il mio spirito
finalmente libero.
Guido Cusano
(Caderzone 5 agosto 2010)
Garzonè n. 36
Onde verdi di prati
digradanti al fiume
si vestono di sole.
Sui pendii ombrosi
alberi stretti
in muta preghiera
tendono infinite braccia
alla luce alta dei monti.
il
Da picchi di rocce
persi nel cielo,
dove il sole
gioca bambino,
scende leggera
l’Aurora di luce.
97
i Lettori
scrivono
Tramonto sulla duna
Nell’aria grigia
silente
un volto bianco
si perde al tramonto.
Onde lunghe
piane
fiottano soffi
di vento salmastro
a questa duna eterna,
a quei pini bassi
piegati ai monti ...
e fremiti di fronde
e bisbigli sommessi
rispondono al vento
nella lingua del mare.
il
Garzonè n. 36
Un sole stanco
serra il cielo al mare
e chiude il giorno.
98
Guido Cusano
(Sabaudia 15/11/2009)
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il Garzonè n. 36
Anni 21 - Numeri 36 – Pagg. 3250
Supplementi n. 7, pagg. 1228 – Totale pagg. 4478
“ il Garzonè ”
n. 36 - Dicembre 2011
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Comune di Caderzone Terme (38080 - TN - Italia)
Semestrale - Poste Italiane SpA - Spedizione in A. P. - 70% - CNS Trento - Taxe Perque
i Lettori
scrivono
Seriate, 16 gennaio 2010
Michele Zois
il
Puntuale come un orologio svizzero, mi è pervenuto anche il n.
34, dicembre 2009, del Vs. periodico semestrale di informazione,
“il Garzonè”.
L’appuntamento, con le notizie riguardanti la vita di Caderzone, mi accompagna continuativamente dall’anno 2003, quando
fui ospite per una breve vacanza estiva, dai F.lli Amadei, titolari
dell’Hotel Rio. Quindi ringrazio Lei, sig. Sindaco, tutto il Comitato
di Redazione, ed i Suoi collaboratori comunali, per la gentilezza
dimostratami in questo lungo tempo. Il “Garzonè” mi è sempre
stato fedele compagno di viaggio. Non tornai più a Caderzone, per
motivi di salute, dovendo preferirgli la Riviera ligure. Conto però di
ritornare presto da voi, dai vostri splendidi monti e paesaggi, dalla
vostra ospitale e cordiale comunità.
Dal n. 34 del “Garzonè” ho appreso, sig. Sindaco, che tra pochi
mesi andrete alle urne per fine legislatura.
Ho anche letto con attenzione, le importanti opere pubbliche,
e non solo, che avete eseguito in vent’anni di governo. È stato un
impegno, ed un lavoro davvero enorme, da veri “stacanovisti”,
considerata la mole di interventi importanti, eseguiti sul territorio,
appunto dal 1990 al 2009.
Complimenti! È stato sicuramente un record, di durata amministrativa, di programmazioni lungimiranti, di risultati certi e utili,
alla comunità locale.
Da persona esterna quale sono, mi è sembrato ovvio che i Suoi
cittadini, dopo la prima elezione a Sindaco, le abbiano successivamente rinnovata la fiducia, ancora per tre mandati.
Peccato, ora, non possa più candidarsi, in virtù delle disposizioni
insite nella Legge elettorale. La corsa, sembra finita ma, certamente,
Arch. Polla, potrà destinare le Sue capacità tecnico-amministrative,
verso altri incarichi, parimenti importanti: in Caderzone, oppure
verso altre mete. Auguri vivissimi.
Con stima e osservanza.
Garzonè n. 36
Sig. Sindaco
99
i Lettori
scrivono
Proponiamo ai lettori del Garzonè la poesia del giovane poeta cileno
Mario Meléndez “Per maggiore sicurezza”, proponendovi di pensare
all’associazione d’idee che porta Meléndez a considerare la poesia come
alla sua casa: ossia il luogo dove ama passare il tempo, concentrarsi
sull’osservazione della realtà e guardarsi dentro.
Parole che ci aiutano a vedere sotto una nuova luce i versi poetici,
accomunabili all’architettura locale di Palazzo Lodron Bertelli, con grandi
capriate e robuste travi che ne sostengono la costruzione.
Il poeta ci apre le porte della sua casa di poesia e come in un edificio,
dove non arriva la tecnica a spiegarne l’anima, ci soccorrono i sogni, le
emozioni e la nostra sensibilità.
il
Garzonè n. 36
Per maggiore sicurezza
100
Venite a vedere la mia poesia
non è fatta di materiale leggero
sopporterà perfettamente l’inverno
e d’estate rinfrescherà
le menti e i corpi.
Ci sono robuste travi tra ogni verso
assi a puntellare le mie parole
E se la pioggia vuole entrare
metterò i miei sogni sul tetto
e tapperò le falle
con il mio dolore.
Mario Meléndez
(da Vuelo subterráneo, 2002)