Chi siete e qual è la vostra missione?
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Chi siete e qual è la vostra missione?
A Milano si sono incontrate imprese italiane e tedesche dell’acciaio: numeri e opportunità it_germania | 10 aprile 2013 | Commenta Si è appena conclusa a Milano Made in Steel, la principale fiera italiana dedicata alla filiera siderurgica. Punto di incontro importante tra il mercato italiano e quello tedesco, in un settore, quello dell’acciaio, in cui la Germania si conferma come la locomotiva d’Europa. Internazionalizzazione e innovazione sono state le parole chiave dell’evento che si è svolto dal 3 al 5 aprile nei padiglioni di fieramilanocity: una tre giorni di conferenze, incontri B2B e altri momenti di business. La Germania è la locomotiva d’Europa nell’acciaio La Germania produce il 25% dell’acciaio all’interno dell’Unione Europea. Secondo i dati 2011 sono 4.215 le imprese tedesche del settore, con 315.992 occupati. Questi sono i numeri che hanno portato a un fatturato di 114 miliardi di euro nel 2011: il più alto d’Europa. Un settore destinato a crescere in Germania. Si prevede infatti un aumento del 2,7% nel fatturato del 2013. Sono questi dati a suggerire perché alle piccole e medie imprese italiane conviene fare rete con le aziende tedesche dell’acciaio. A sottolineare il grande potenziale tedesco nel settore e l’importanza di creare una partnership con l’industria tedesca è stata Claudia Nikolai, Segretario Generale della Camera di Commercio Italiana per la Germania, durante Made in Steel. Internazionalizzazione e innovazione sono le parole chiave della siderurgia “Il mercato tedesco rappresenta tradizionalmente uno sbocco di grande rilievo per le imprese italiane” ci ha spiegato Giulia Virilli, Referente Marketing per la CCIG. “A rendere la Germania il paese partner ideale per le piccole e medie imprese italiane sono i legami culturali, le complementarietà tra i due paesi, la vicinanza geografica, l’assenza di barriere doganali e la stabilità politica della Germania”. A supportare l’incontro tra imprese italiane e tedesche a Made in Steel è stata la Camera di Commercio Italiana per la Germania, presente in fiera con un proprio stand. Circa 15 incontri B2B hanno permesso ai protagonisti dei due mercati di entrare in contatto: “i risultati sono stati molto positivi” conferma Giulia Villirilli. Foto da qui: Made in Steel. Tag:acciaio, Claudia Nikolai, fieramilanocity, internazionalizzazione, Made in Steel, PMI, siderurgico Box: Eventi per conoscere il mercato, Le fiere per fare impresa Aprire un’impresa in Germania: 2. La società semplice it_germania | 8 aprile 2013 | Commenta La società semplice personale (in tedesco Gbr o BGB‐Gesellschaft) è una società con responsabilità personale e illimitata di ogni socio nei confronti di tutti i creditori. La GbR è la società che più si sottovaluta in termini di malintesi ed errori. La società può essere infatti costituita anche tramite una semplice telefonata. Ma gli obblighi derivanti che possono essere molto gravi. Vi raccomandiamo quindi di leggere con attenzione questo seconda appuntamento della rubrica Aprire un’impresa in Germania, dove spieghiamo quali passi seguire per avviare una società semplice personale. Caratteristiche principali Per la costituzione di una GbR sono necessarie almeno una o più persone fisiche e/o giuridiche. La GbR non richiede alcun atto scritto o notarile per essere costituita. In teoria basterebbe un semplice accordo a voce, nel quale si definisce lo scopo della società. In tal caso, la GbR è completamente regolata dalla legge. Per evidenti motivi è altamente consigliabile redigere uno statuto al fine di adattare l’assetto legale alle esigenze concrete della società. I soci rispondono personalmente e illimitatamente per ogni debito della società. Inoltre, i soci stessi rappresentano la società nei confronti di terzi, potendo impegnare possono impegnare la società (e quindi tutti i soci) nei confronti di terzi. Quali sono i requisiti? Non esiste nessun requisito di forma per la costituzione della società. Basta un accordo a voce e la presenza di uno scopo sociale [qualcosa paragonabile alla ragione sociale di una S.r.l. italiana] I passi da seguire per avviare una società semplice In linea di massima basta un accordo, anche solo a voce, fra i soci. Tutto il resto dipende dalle esigenze concrete degli associati. Che tipo di responsabilità è prevista per l’amministratore e per i soci? Ogni socio rappresenta la società nei confronti di terzi. Con appositi accordi interni, si potrebbe, con vigenza fra i soci, limitare il potere di rappresentanza. Nei confronti di terzi,resta il pericolo responsabilità personale di tutti i soci. che ogni socio impegni la società con rischio di Più importante per i soci è quindi il regime di regresso interno, perché la responsabilità è per legge solidale. Questo significa che ogni socio risponde per l’intero debito, fatta salva la possibilità di regresso pro rata. A quanto ammonta il capitale sociale/le quote di partecipazione dei soci? Nessun capitale minimo è richiesto in termini societari. Le quote dipendono dagli accordi scritti (se presenti). Che tipo di tassazione è prevista? La società semplice non viene tassata come società di capitali, ma come insieme di persone. La tassazione è dunque quella personale. L’utile tassato varia in dipendenza degli statuti ed eventuali quotazioni previste in via scritta. Il tutto dipende dall’assetto fiscale dei singoli soci [persone fisiche e/o giuridiche]. Quali sono i costi per la registrazione? Non è richiesta nessuna registrazione in termini societari. L’impresa stessa dovrà ovviamente esaurire gli obblighi legislativi su scala comunale, regionale e statale in dipendenza relativi all’attività effettivamente svolta [ad esempio l’iscrizione in registri rifiuti, le comunicazioni lavoristiche, l’iscrizione nel libro degli immobili, etc.]. Di conseguenza, nessun costo è necessario per la costituzione della società. È consigliabile comunque redigere un atto di costituzione (volontario) per adeguare l’assetto societario alle esigenze dei singoli soci [tipo di attività, regime fiscale etc.]. Ulteriori informazioni sulla gestione di una società semplice La GbR è la società che più si sottovaluta in termini di malintesi ed errori: come detto infatti può essere costituita anche tramite una semplice telefonata, ma gli obblighi derivanti che possono essere molto gravi. Si pensi al caso in cui una società già in stato pre fallimentare “acquisisca” un nuovo socio che potrebbe rispondere personalmente e illimitatamente per tutti gli obblighi, eventualmente anche intrapresi dalla società in passato. Come cessare l’attività? In caso di cessazione di attività, la società viene sciolta, con divisione pro rata l’eccezione derivante da eventuali statuti – fra i soci di obblighi e utili. – fatta salva Leggi la scheda completa sulla Gbr della Camera di Commercio Italiana per la Germania. Foto da qui: flickr/splorp Tag:BGB-Gesellschaft, come aprire un'impresa in Germania, forme societarie tedesche, Gbr, guida, imprenditori italiani in Germania, Società semplice personale Box: Aprire un'impresa in Germania Aprire un’impresa in Germania: 1. La microimpresa it_germania | 2 aprile 2013 | Commenta Nel 2012 in Germania ne sono state fondate 243.400. Sono le microimprese o piccole imprese [in tedesco Kleigewerbe], ovvero, secondo la legge tedesca, un’impresa che “secondo le sue peculiarità o le sue dimensioni non necessita dei beni strumentali di un’azienda commerciale”. Possono essere qualificate come microimprese (o piccoli imprenditori) solo le persone fisiche e le società semplici. Nel primo appuntamento della nostra guida per aprire un’impresa in Germania rispondiamo alle domande più frequenti su come diventare un piccolo imprenditore. Quali sono i requisiti? Non ci sono particolari requisiti per aprire un’attività in Germania come piccolo imprenditore. Nelle relazioni commerciali il piccolo imprenditore agirà con nome e cognome, per intero; è ammissibile che venga aggiunta l’indicazione dell’attività e/o del settore dell’attività. I nomi di fantasia sono esclusi. I passi da seguire per aprire una microimpresa La costituzione e l’attività vengono regolate dal Codice delle attività lucrative indipendenti (GewO). Bisogna obbligatoriamente iscriversi al Gewerbeamt La registrazione al Registro delle imprese [Handelsregister] non è obbligatoria e può essere fatta volontariamente, ma ha conseguenze legali. Se ci si è iscritti anche al Registro delle imprese, l’impresa diventa un’impresa commerciale e con ciò un imprenditore commerciale a tutti gli effetti [Vollkaufmann/grande imprenditore]. Questa iscrizione è vincolante per 5 anni e impone di regola l’obbligo di tenere la contabilità commerciale redazione di un inventario redazione del bilancio Con l’iscrizione è ammesso l’uso di nomi di fantasia. Attenzione: L’iscrizione al Registro delle imprese diventa obbligatorio con un’ipotesi di fatturato annuo superiore a 250 mila € (commercio al dettaglio) o da 400 mila a 500 mila € (per commercio all’ingrosso/produzione). Il piccolo imprenditore è invece esonerato da questi obblighi (tenuta della contabilità commerciale, redazioni d’inventario, del bilancio), laddove l’impresa attesti un fatturato annuo non più di 500 mila € , ovvero un’eccedenza annuale (utile) non più di 50 mila €. Attenzione: sussiste comunque un obbligo fiscale originario che differisce dagli obblighi imposti ovvero esoneri concessi dal diritto commerciale in relazione alla base imponibile e in relazione ai periodi di accertamento. Che tipo di responsabilità è prevista per l’amministratore e per i soci? Per il piccolo imprenditore: piena, diretta e illimitata responsabilità patrimoniale. Per la società semplice solidale dei soci. che agisce quale piccolo imprenditore esiste invece una responsabilità A quanto ammonta il capitale sociale/le quote di partecipazione dei soci? Non esistono regolamenti per un capitale minimo. Che tipo di tassazione è prevista? 1. Imposta sul valore aggiunto[Umsatzsteuer]. Vengono esonerati dall’imposta i piccoli imprenditori che nell’anno precedente non hanno realizzato ricavi superiori a € 17.500 e che non prevedono per l’anno in corso ricavi superiori a € 50.000 al lordo dell’imposta. Possono rinunciare all’esonero e determinarsi per l’applicazione del regime usuale del rimborso IVA [Vorsteuerabzug]. La rinuncia è irrevocabile per cinque anni. Ciò vale solo per imprenditori residenti in Germania (ovvero che abbiano perlomeno un ufficio in Germania e che siano ivi reperibili, anche telefonicamente). 2. Imposta sui redditi 3. Imposta sull’industria e sul commercio [Gewerbesteuer]. Quota esente 24.500 € per anno. Quali sono i costi per la registrazione? Almeno 25€[a seconda del Land]: costo per l’iscrizione al registro del Gewebeamt. Almeno 250€: giudiziarie. costi per l’iscrizione al registro delle imprese [non obbligatorio], spese notarili e Ulteriori informazioni sulla gestione di una microimpresa I piccoli imprenditori non hanno l’obbligo di tenere la contabilità[Buchführungspflicht], solamente un obbligo di determinare l’eccedenza attiva annuale [Einnahmen/Überschussrechnung]. Sotto il profilo fiscale, vi è obbligo di tenere una contabilità commerciale, l’obbligo di redazione di un inventario e la formazione del bilancio laddove venga svolta un’attività commerciale e realizzato un fatturato anno superiore a 500 mila € ovvero un’utile superiore a 50 mila € per esercizio. Attenzione: vi è esonero da tali obblighi,solo sotto il profilo del diritto commerciale (civile), laddove il fatturato o l’eccedenza annuale siano inferiori a questi parametri per i due anni successivi Attenzione: I regolamenti fiscali e di diritto commerciale (civile) possono differire quanto alle basi imponibili e ai periodi di accertamento. La mancanza di una completa armonizzazione fra le due normative può avere come conseguenza che sulla base del diritto commerciale (civile) vi sia esonero di tenuta della contabilità obbligatoria dopo due anni mentre per il diritto fiscale possa sorgere l’obbligo di tenuta della contabilità commerciale se viene superato anche solo una volta il limite imposto dalla legge. Per questi motivi è consigliabile comunque la verifica da parte di un consulente fiscale. Come cessare l’attività? Compilare la domanda di cancellazione delle attività lucrative indipendenti Redazione del bilancio finale di liquidazione in relazione al giorno di cessazione dell’attività. La fotocopia della domanda di cessata attività e il bilancio di chiusura [Aufgabebilanz] sono da inviare all’ufficio imposte. Leggi la scheda completa sulla microimpresa della Camera di Commercio Italiana per la Germania. Foto da qui: flickr/Alexandre Dulaunoy Tag:forme societarie tedesche, guida, imprenditori italiani in Germania, imprenditorialità, Microimpresa, piccoli imprenditori Box: Aprire un'impresa in Germania L’impresa sociale conosce i meccanismi dell’azienda tradizionale: in parte li adotta, in parte li critica it_germania | 11 aprile 2013 | Commenta Uno spazio per organizzazioni e aziende, un riparo per 150 persone bisognose, un’officina di idee sulla sostenibilità, una piattaforma per progetti di inserimento professionale, ma soprattutto un’impresa sociale. È così che si autodefinisce la Casa della Solidarietà “Luis Lintner” di Bressanone, la cooperativa altoatesina che dal 2002 sta realizzando il suo progetto sociale: “fornire un contributo per un mondo migliore”. Per il nostro osservatorio sull’impresa sociale, ci ha raccontato di questo progetto Alexander Nitz, membro del direttivo della Casa della Solidarietà. Un’idea che si basa sull’indipendenza economica e politica della cooperativa e sulla creatività dei soci e dei volontari. Tutti uniti da un unico obiettivo: “Bisogna massimizzare il bene comune, non il profitto” Alexander ci ha dato anche la sua definizione di impresa sociale. Un’impresa che conosce i meccanismi dell’azienda tradizionale e in parte li adotta, in parte li critica. Di seguito l’intervista completa ad Alexander Nitz della Casa della Solidarietà “Luis Lintner”. Chi siete e qual è la vostra missione? La Casa della Solidarietà è un alloggio che dà un tetto a circa 150 persone bisognose ogni anno. La Casa della Solidarietà offre anche uno spazio a organizzazioni e aziende; la Casa della Solidarietà è un’officina di idee e pensieri sulla sostenibilità; la Casa della Solidarietà è una piattaforma per progetti di inserimento lavorativo. La nostra missione è quella di fornire un contributo per un mondo migliore e vivere, concretamente, la solidarietà. Come cercate di realizzare questa vostra missione? Ecco le nostre strategie: Indipendenza politica ed economica Siamo orientati verso il bene comune Impiegati e volontari fanno quello che voglio fare davvero Creatività e apprendimento continuo In che modo raggiungete la sostenibilità economica? Senza finanziamenti pubblici, con le entrate che realizziamo con le nostre attività [affitti, eventi, donazioni, progetti di inserimento lavorativo]. Quale forma giuridica avete adottato, e perché? Da un anno siamo una cooperativa. Questo ci dà la possibilità di sviluppare e ordinare le nostre numerose attività. In passato siamo stati un’associazione. Noi ci consideriamo un’impresa sociale. Quali sono le vostre proiezioni verso il futuro (prossimi 3- 5 anni)? Tra 3-5 anni ci saremo organizzati secondo un modello sostenibile [parola chiave: economia della postcrescita]. Ma saremo ancora creativi e innovativi, come nella prima fase pionieristica. Cos’ è l’impresa sociale secondo voi? Vi definireste come tale? Assolutamente sì. Un’impresa sociale secondo noi è un’impresa che agisce in maniera sana dal punto di vista economico, che cammina sulle proprie gambe dal punto di vista economico, che conosce i meccanismi delle aziende tradizionali, e in parte li adotta, in parte li critica – con il fine ultimo di non massimizzare il profitto, ma di massimizzare il bene comune. Scheda Tecnica Nome della organizzazione: Casa della Solidarietà “Luis Lintner” Indirizzo: Via Vintler 22 39042 Bressanone Sito web: http://www.hausdersolidaritaet.org/ Nome dell’intervistata: Alexander Nitz Foto dalla pagina Facebook della Casa della Solidarietà Tag:Alexander Nitz, Alto Adige, Bressanone, Casa della Solidarietà "Luis Lintner", cooperativa, featured, Impresa sociale, inserimento professionale Box: Osservatorio sull'impresa sociale “Le imprese sociali devono fare rete con altre organizzazioni”. Intervista con Günther Lorenz it_germania | 28 marzo 2013 | Commenta “Gli imprenditori sociali non sono soli. L’economia sociale e solidale esiste in tutto il mondo. È dappertutto e spesso, senza che noi lo sappiamo, è nel nostro stesso quartiere” Günther Lorenz si occupa da più di trentanni di impresa sociale ed economia solidale. Attualmente continua la sua ricerca all’interno di Technologie-Netzwerk, partner tedesco della nostra rubrica “Osservatorio sull’Impresa Sociale“. Le imprese sociali si devono presentare come tali, devono fare rete, creare associazioni e partnership con le altre organizzazioni, per raggiungere con successo il proprio scopo. Secondo Günther Lorenz a questo non c’è alternativa: le imprese sociali devono rendersi più visibili e comunicarsi meglio. D’altra parte si tratta di un settore molto promettente per il futuro come “sanno tutti quelli che hanno lavorato in questo ambito”. Impresa sociale: Germania e Italia a confronto Abbiamo approfittato della lunga esperienza di Günther Lorenz per chiedergli un confronto tra l’impresa sociale in Italia e quella in Germania. Le imprese sociali in Italia e in Germania sono molto differenti, ma hanno delle somiglianze. Infatti se i punti di partenza sono molto diversi, le imprese sociali si configurano in maniera simile nei due paesi: imprese di proprietà dei cittadini, avviate dalla società civile e dalla collettività, con obiettivi sociali e ambientali da raggiungere. L’impresa sociale e l’economia solidale secondo Günther Lorenz La sua attività di ricerca sul tema Impresa Sociale ed Economia locale e solidale è ultratrentennale. Per questo conosce molto bene sia il contesto italiano che quello tedesco. Potrebbe farci una panoramica e raccontarci quali opportunità e sfide devono affrontare le imprese sociali? Le imprese sociali in Italia e in Germania sono molto differenti, ma hanno delle somiglianze. Per quanto riguarda la forma giuridica, in Italia sono prevalenti le cooperative sociali del tipo A o B. In Germania invece ci sono più associazioni. Nello Stivale la maggioranza è costituita da aziende per l’inserimento professionale, mentre in Germania sono (ancora) maggioritarie le Beschäftigungsgesellschaften (it: società per l’occupazione). In Italia a spingere all’avvio di tali imprese ci sono spesso motivazioni cristiane o diaconali, in quanto nel Sud dell’Europa la famiglia e la Chiesa costituiscono delle forti spinte. In Germania al contrario queste strutture sono state erose dallo stato sociale. Tanto sono diversi sono i punti di partenza, tanto simili le caratteristiche: imprese di proprietà dei cittadini, fondate dalla società civile e dalla collettività, basate su motivazioni sociali e con obiettivi sociali da raggiungere. Lo sviluppo locale e sostenibile, spesso anche in rapporto con questioni ambientali e con il turismo sociale, è stato descritto nel libro “Le imprese sociali” di Carlo Borzaga e Luca Fazzi come un settore promettente per le imprese sociali in Italia. Cosa possono imparare gli italiani dalle esperienze tedesche in questo campo? Che lo sviluppo locale e sostenibile sia un settore promettente, lo sanno tutti quelli che hanno avuto a che fare con questo ambito. Non so con precisione cosa potremmo imparare l’uno dall’altro. Conosco una serie di iniziative italiane anche da parte della generazione più giovane, una generazione che dà valore a questi obiettivi. Per quanto riguarda il turismo regionale, le iniziative tedesche hanno imparato molto anche da quelle austriache e altoatesine. Renate Goergen/LeMat prova ad amalgamare con il suo franchising sociale le iniziative italiane (di integrazione sociale) e quelle tedesche (di turismo regionale). Conosce altri interessanti modelli per lo sviluppo locale e sostenibile a livello europeo o internazionale? Ci sono una serie d iniziative in tutto il mondo. A queste si aggiungono le nostre pubblicazioni al Congresso sull’Economia Solidale a Berlino nel 2006 e il CEST Transfer, il pacchetto di formazione europeo per le imprese sociali. Conosciamo buoni esempi in Russia, India, Venezuela, Sudafrica. È difficile anche solo accennare all’incredibile ricchezza e portata di tali iniziative. Si deve però sottolineare che in alcune regioni del mondo (tra cui Mondragon in Spagna) questo settore rappresenta la spina dorsale dell’economia. Cosa sono i gemellaggi locali e cosa può dirci sul lavoro di ricerca di Technologie-Netwerk in questo campo? Molte delle iniziative di cui abbiamo parlato prima si basano su gemellaggi locali tra organizzazioni del settore privato, pubblico e di pubblica utilità come ad esempio associazioni per lo sviluppo autonomo regionale oppure il progetto Ökospeicher Wulkow. Queste collaborazioni (come anche la Lokalen Agenda 21-AGs) si basano su un’agenda comune e su un programma di lavoro che affronta i problemi locali con un approccio multidisciplinare e multidimensionale. Eventualmente ci si può accordare anche con un contratto. Queste collaborazioni rafforzano il terzo settore e l’economia sociale, poiché le imprese sociali dipendono sempre anche dalle relazioni di impresa. Infine il nostro studio per la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Dublino/Bruxelles) e la Fondazione Hans-Böckler, come anche gli studi europei paralleli, si occupano di queste tematiche. A volte si dice che le imprese sociali in tempo di crisi come questo possono essere un’alternativa per il futuro. Cosa pensa a riguardo? Le imprese sociali sono nate storicamente per realizzare alternative economiche alla povertà, alla disoccupazione, all’emarginazione e alla distruzione dell’ambiente. Rappresentano quindi “per definizione” una risposta alla crisi. Non saprei proporre altra reazione efficace a queste problematiche se non quella dell’economia sociale: un modo di fare economia che ricomincia ad adoperare risorse in modo razionale. Una ridistribuzione, il settore privato, il settore pubblico: nessuno di queste tre possibilità possono produrre un contributo effettivo alla crisi economica, sociale e ambientale. Quello che mostra l’esperienza, è spiegato e motivato anche dal punto di vista economico. Informazioni più dettagliate a riguardo si possono trovare nella mia tesi di dottorato. Desidero anche consigliare la lettura di Karl William Kapp. C’è qualcosa che desidera comunicare agli imprenditori sociali o alle persone che lo vorrebbero diventare? La consapevolezza che non sono soli. L’economia sociale e solidale esiste in tutto il mondo. È dappertutto, nei posti dove abitiamo e spesso – senza che noi lo sappiamo – sono i nostri vicini. L’economia sociale deve rendersi più visibile. Le imprese sociali si devono presentare come tali, devono collegarsi tra di loro, creare associazioni e partnership con le altre organizzazioni, per raggiungere con successo il proprio scopo. A mio avviso, a questo non c’è alternativa. Foto dalla decima edizione del WIS – Workshop sull’Impresa Sociale. Tag:#socent, Agenda 21, CEST, Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, Günther Lorenz, Impresa sociale, Technologie-Netzwerk Box: Osservatorio sull'impresa sociale Perché i tirocini all’estero sono un’opportunità per imprese e per studenti it_germania | 3 aprile 2013 | Commenta “Attualmente la Germania è alla ricerca di profili professionali in Paesi come l’Italia, la Grecia e la Spagna“. Questo è uno dei motivi per cui, secondo Rachel Garcia Aneiros, ai ragazzi conviene svolgere uno stage all’estero. Fare un tirocinio in Germania è infatti un modo per farsi strada in un mercato emergente e imparare a conoscere un nuovo mondo del lavoro. Rachel Garcia Aneiros è collaboratrice del Consorzio Arezzo Innovazione per Competer II, un progetto finanziato dal programma Leonardo che ha visto la collaborazione della Camera di Commercio Italiana per la Germania. Perché fare un tirocinio in Germania? Il progetto Competer II ha portato all’estero 500 ragazzi della Provincia di Arezzo per svolgere un tirocinio formativo. In Germania la Camera di Commercio Italiana per la Germania è stata partner del progetto supportando l’inserimento e il soggiorno dei tirocinanti. Rachel Garcia Aneiros ci ha raccontato i vantaggi per i ragazzi nel partecipare a progetti che promuovono tirocini all’estero. “La cultura del lavoro in Germania e in Italia è molto diversa, per cui per i giovani è importante conoscere i mercati, sapere come accedere al lavoro attraverso un CV adattato alle esigenze del Paese ospitante, conoscere le esigenze aziendali, come relazionarsi ai colleghi di lavoro, etc…” Perché assumere dei tirocinanti in azienda? Qual è invece il vantaggio per le imprese nel partecipare a progetti come CompeTer e accogliere i ragazzi in partenza? Gli enti ospitanti possono entrare in contatto con i programmi europei e con le opportunità fornite da questo tipo di finanziamenti. Ma soprattutto arricchire il proprio team per essere più pronti a trovare partner di impresa all’estero e fare rete con aziende da tutta Europa. A cogliere questa opportunità quest’anno sono state diverse aziende che hanno formato i ragazzi in ambiti come la comunicazione dei beni culturali, la gestione PMI, l’e-business, le energie rinnovabili e la gastronomia. Di seguito, l’intervista completa a Rachel Garcia Aneiros. Rachel Garcia Aneiros: il progetto CompeTer II ha portato 500 ragazzi all’estero per uno stage Che cos’è il progetto CompeTer e a chi è rivolto? ll progetto “CompeTer_II – Nuove Competenze al servizio dello sviluppo Territoriale IIed.” (Progetto Leonardo Da Vinci Mobilità PLM) viene promosso dal Consorzio Arezzo Innovazione e rappresenta il consolidamento e la continuità di un percorso di sviluppo progettuale nell’ambito della formazione professionale e della mobilità internazionale con fini formativi, avviato a partire dal 2005. Tale percorso, promosso attraverso l’Istituzione dei Distretti Industriali della Provincia di Arezzo, ha consentito di portare sul territorio circa 2 milioni di euro di contributi comunitari nonché esperienze formative all’estero a circa 500 giovani. Il progetto è promosso in partenariato con le Amministrazioni Provinciali di Arezzo, Siena e Grosseto, con il Comune di Siena e il Centro Universitario per l’Innovazione e la Qualità nelle PP.AA. dell’Università degli Studi di Siena (UnisiPA). L’obiettivo del progetto CompeTer II è quello di fornire a giovani diplomati e/o laureati l’opportunità di svolgere tirocini formativi all’estero al fine di sviluppare competenze trasversali e professionali specifiche da spendere al servizio del territorio, del suo sviluppo, della sua competitività anche a livello internazionale. Il progetto, infatti, intende contribuire allo sviluppo dei sistemi economici locali con particolare riferimento ai servizi innovativi delle PMI nei settori marketing, comunicazione, logistica, e-business e nuove tecnologie della comunicazione, turismo, energie rinnovabili, ambiente edagricoltura, attraverso la diffusione delle key competences che possono incentivare l’innovazione e facilitare l’apertura ai mercati globalizzati. I campi in cui si promuovono questi tirocini vanno dalla comunicazione dei beni culturali alla gestione PMI, passando per le energie rinnovabili e la gastronomia: quali sono i vantaggi nell’istituire un rapporto di formazione tra l’Italia e la Germania in questi settori? Nello specifico, quali i vantaggi per i giovani, quali per le aziende ospitanti? A seguito di un confronto attivo fra i partner basato su attente analisi, studi, best practices aziendali nel mercato del lavoro, questa azione transnazionale è connotata da alcuni elementi innovativi e trasversali: imprenditorialità, fornendo stimolo e “competenze per”. Nei settori identificati, infatti, la nascita di nuove imprese e/o di figure libero-professionali è un’opportunità reale sia per i giovani, sia per il tessuto economico locale. competitività green come elemento principale nella scelta delle aziende estere al di là del settore principale al quale appartengono. riconoscibilità delle competenze maturate dai giovani nell’ambito dell’esperienza della mobilità attraverso ricostruzione, descrizione e validazione in armonia con le Raccomandazioni EU, in particolare EQF, EQARF ed ECVET. Per gli enti ospitanti, aziende locali, l’esperienza consente un arricchimento del proprio team e un confronto con le realtà di altri Paesi. Dalle esperienze passate legate a borse di studio Leonardo da Vinci si evince la riluttanza di molte aziende ad assumere i tirocinanti, nonostante essi possano contribuire all’internazionalizzazione delle imprese, processo importante per le imprese locali e per lo sviluppo regionale. Per le società già presenti sul mercato europeo, i partecipanti possono fornire il loro contributo nell’ambito della commercializzazione internazionale, delle ricerche di mercato, del miglioramento dei prodotti e dell’adattamento ai mercati esteri, ecc. Un altro vantaggio per le hosting organization (aziende locali che accolgono i ragazzi) è quello di entrare in contatto con i programmi europei. Molte aziende non conoscono le ampie possibilità di finanziamenti europei derivanti da essi e l’eterogeneità dei soggetti che cercano partner locali con il know-how in un settore specifico. Questo progetto può rappresentare la chiave d’accesso a progetti successivi. Il progetto Leonardo Da Vinci copre i costi di viaggio, d’alloggio, della preparazione linguistica dei partecipanti, così come di un’assicurazione di responsabilità civile che consente alle aziende locali di godere dell’esperienza senza dover eseguire le procedure e occuparsi dei documenti. I partecipanti che desiderano svolgere il proprio tirocinio in Germania beneficiano di due vantaggi: 1. La diversificazione culturale e la crescita professionale. La cultura del lavoro in Germania e in Italia è molto diversa, per cui per i giovani è importante conoscere i mercati, sapere come accedere al lavoro attraverso un CV adattato alle esigenze del Paese ospitante, conoscere le esigenze aziendali, come relazionarsi ai colleghi di lavoro etc. 2. Introduzione in un mercato emergente. Attualmente la Germania è alla ricerca di profili professionali in Paesi come l’Italia, la Grecia e la Spagna. La borsa di studio Leonardo è un punto di partenza per accrescere la sicurezza in se stessi, migliorare la conoscenza della lingua e della cultura locale. Un’esperienza di tre mesi può essere un punto di partenza per coloro che desiderino soggiornare a risiedere in Germania. In cosa è consistita la collaborazione con la Camera di Commercio Italiana per la Germania? La Camera di Commercio Italiana per la Germania ha lavorato al progetto come ente intermediario e senza il suo aiuto il progetto non sarebbe stato portato avanti. Le funzioni della Camera nell’ambito del progetto sono: Studio dei profili professionali dei partecipanti e primo contatto con le aziende locali: in primo luogo la Camera fornisce alle imprese locali informazioni sul progetto Leonardo da Vinci e sottopone loro un Training Agreement (TA), in cui le aziende descrivono le funzioni che i partecipanti svolgerebbero, il periodo dei flussi di partenza e le competenze che acquisirebbero durante il percorso lavorativo nell’azienda. Informare i partecipanti sulle loro aziende ospitanti, sui relativi tutor, indirizzi e TA. Ricerca di alloggi: la Camera si occupa di ricercare alloggi prediligendo ambienti multiculturali, cosicché i partecipanti possano avere contatti con persone tedesche e sentirsi maggiormente integrati. Organizzazione del corso di formazione linguistica in collaborazione con una scuola di lingua locale. Fornire ai partecipanti informazioni necessarie per il loro arrivo in città, sullo stile di vita, sui sistemi di trasporto, ecc Preparazione di tutta la documentazione necessaria per l’approvazione del finanziamento delle borse di ogni partecipante nell´ambito del progetto Leonardo Da Vinci. Foto da qui: flickr/Jasmic Tag:Camera di Commercio Italiana per la Germania, CompeTer II, intervista, programma Leonardo, studenti, tirocinio all'estero Box: Stage presso la CCIG Internazionalizzare le imprese italiane, partendo da uno stage it_germania | 5 aprile 2013 | Commenta Chiara ha svolto un tirocinio di 3 mesi nell’ufficio di Berlino della Camera di Commercio Italiana per la Germania. 24 anni e laureanda in Economia e Gestione delle Aziende, Chiara ha deciso che lo stage alla CCIG era l’occasione per “assistere in prima persona al processo di internazionalizzazione delle imprese italiane”. A Berlino Chiara si è occupata della comunicazione di GBE Factory, un progetto europeo per la diffusione delle imprese a impatto zero e dell’organizzazione di eventi nell’ambito della fiera Fruitlogistica. Alla fine della sua esperienza alla Camera ci dice “qui si può avere la concreta dimostrazione che il detto l’unione fa la forza funziona”. Mi chiamo Chiara e ho 24 anni, sono una laureanda in Economia e Gestione delle Aziende, e dopo un’esperienza di studio in Francia ho scelto di concludere il mio percorso universitario con uno stage all’estero, e la Germania era proprio la realtà in cui volevo avere il mio primo vero contatto con il mondo del lavoro, in quanto rappresenta, a mio parere, la realtà europea più dinamica. Ho quindi partecipato a un bando della mia Università e a fine giugno ho ricevuto una mail in cui c´era scritto: “Cara Chiara, è stata presa alla Camera di Commercio Italiana per la Germania a Berlino il suo stage durerà tre mesi”. La mia felicità nel leggere quella notizia è stata indescrivibile, ero contenta di essere stata selezionata per Berlino, in quanto è una città che amo, ed ero altrettanto contenta di essere stata presa dalla Camera di Commercio Italiana per la Germania, perché avrei potuto assistere in prima persona al processo di internazionalizzazione delle imprese italiane. Appena entrai in ufficio ebbi subito un’ottima impressione, le persone che sarebbero stati i miei futuri colleghi (anche se per pochi mesi), sono stati gentili e accoglienti, e mi hanno subito messo a mio agio. I primi giorni ho fatto recall, poi mi è stato subito affidato l’incarico di seguire la comunicazione per un evento nell’ambito del progetto europeo GBE Factory, un progetto di cui la Camera è partner e che ha come obiettivo la diffusione del concetto di “impresa ad impatto zero”. Seguire tale progetto è stato molto interessante, in quanto la CSR è un argomento che mi interessa molto; e poter vedere da vicino come imprese piccole medie o grandi che siano si approcciano a questo mondo mi ha permesso di aver una visione completa di quello che ho studiato in questi anni. Oltre che a seguire la comunicazione di GBE; ho avuto la possibilità di assistere all’organizzazione di eventi, fiere ed incontri B2B. Ora che mi trovo alla fine di questa esperienza, faccio un bilancio di questi mesi, Berlino è stata un’ottima parentesi, ho imparato molte cose, e ho avuto la possibilità di seguire progetti fianco affianco con professionisti che passo dopo passo e con pazienza mi hanno insegnato il loro lavoro. Ho imparato a gestire situazioni di stress, nella fattispecie l’organizzazione di eventi nell’ambito della fiera Fruitlogistica, e ho visto con i miei occhi che significa problem solving, ma cosa più importante mi hanno insegnato che saper lavorare in team è una cosa fondamentale all’interno di un ufficio, in Camera si può avere la concreta dimostrazione che il detto “l’unione fa la forza” funziona. Tag:Berlino, Camera di Commercio Italiana per la Germania, Chiara Box: Stage presso la CCIG Esportare l’artigianato italiano a Berlino, partendo da una fiera [iscrizione] it_germania | 26 marzo 2013 | Commenta Siete artigiani o produttori di specialità enogastronomiche italiani e volete vendere il vostro prodotto in Germania? Allora preparatevi per una trasferta a Berlino dal 13 al 17 novembre 2013: in questa settimana si svolge infatti l’Import Shop, la fiera internazionale su prodotti artigianali, articoli da regalo e prodotti gastronomici da tutto il mondo. L’artigianato è una “realtà estremamente importante e dinamica nel nostro Paese”, tanto da rappresentare il 18% dell’export italiano secondo il Ministero dello Sviluppo Economico. Dall’altra parte il mercato berlinese (e tedesco) è un mercato in espansione e sensibile, da sempre, al fascino e alla qualità del prodotto made in Italy. Ne avevamo già parlato su ItaliaGermania presentando la scorsa edizione di Import Shop. Import Shop: artigiani e istituzioni cercansi Questi sono i profili che sono invitati a partecipare a Import Shop con il supporto della Camera di Commercio Italiana per la Germania: Artigiani che vogliono testare il proprio prodotto sul mercato tedesco attraverso la vendita diretta al pubblico Istituzioni impegnate nella promozione delle imprese artigianali del proprio territorio Per candidare la vostra partecipazione, compilate ilseguente modulo entro il 30 maggio. Due motivi per partecipare a Import Shop Se ancora non siete convinti a partecipare alla fiera, vi diamo 2 motivi in più. Il primo motivo è fornito, nello stile di ItaliaGermania, dai numeri di questo appuntamento che rappresenta il corrispettivo tedesco della Fiera dell’artigianato di Milano: Quando? Dal 13 – 17 novembre 2013 Area Espositiva di 6150 m quadri 600 espositori da 59 Paesi 450 stand 40 mila visitatori (numero in continuo aumento) 5,8 milioni di euro il giro d’affari attorno alla fiera Il secondo motivo: partecipando sarete accolti nel Padiglione Italia, la vetrina del Made in Italy a Import Shop. E partecipare uniti a questa tipologia di fiere ha i suoi vantaggi come spiega Francesca Regina, direttrice dell’ufficio CCIG di Berlino, in un’intervista su twago: Le fiere si confermano essere un ottimo strumento di presentazione dei propri prodotti, permettono di fare un test sul mercato e di studiare i comportamenti del mercato stesso: la partecipazione ad una manifestazione va preparata con il supporto di esperti per cogliere al massimo le opportunità offerte dalle importanti vetrine internazionali del panorama fieristico italiano e tedesco. Foto da qui: flickr/Giuseppe Moscato Tag:Artigianato, Artigianoinfiera, Berlino, esportare in Germania, fare rete d'impresa, Import Shop, Made in Italy, Sistema Italia Box: Le fiere per fare impresa, Vendere in Germania Quando e perché conviene aprire un’impresa anche in Germania? L’intervista con l’Avvocato Centamore it_germania | 18 marzo 2013 | Commenta Oltre 1700 aziende fondate in Germania da imprenditori italiani: questi sono i numeri secondo un rapporto del 2009 commissionato dal Ministero per l’Economia tedesco. Ma perché un imprenditore italiano decide di aprire in Germania? E quali sono le differenze tra le forme societarie Tedesche e quelle Italiane? Nell’esperienza dell’Avv. Rosario Centamore, dello studio Centamore & Loghman-Adham di Offenbach, le ragioni sono prima di tutto finalizzate all’internazionalizzazione: “Sicuramente, in una società in espansione a livello europeo, l’imprenditore italiano cerca soprattutto di costituire una propria impresa sul territorio tedesco per ingrandire il proprio mercato.” Una questione di vicinanza e di fiducia Bisogna però valutare caso per caso se conviene operare dall’Italia sul mercato tedesco o fondare una nuova società in Germania. Rosario Centamore ci spiega meglio grazie all’esempio di proprio cliente: “Attraverso l’impresa italiana non riusciva ad arrivare al cliente, il quale ovviamente spesso per la lontananza e per il fatto che si tratta di una società fuori dal confine non ha una grossa fiducia. Costituendo in breve tempo una Srl tedesca, sempre nello stesso settore, il nostro cliente ha visto il suo operato aumentare di parecchio.” Bisogna quindi valutare quanto la costruzione di fiducia siano importanti per sviluppare il proprio business in Germania. Pagare le tasse in Germania Infine, la pressione fiscale, seppur minore rispetto all’Italia, non è sicuramente totalmente vantaggiosa per le aziende. Ciò che spinge un imprenditore ad aprire in Germania non è quindi una fiscalità più leggera, ma la possibilità di fare affari con il cliente tedesco avendo la sua piena fiducia. Avvocato Centamore: quale forma societaria scegliere per aprire un’azienda in Germania 1. Una breve presentazione dello studio “RAe Centamore & Loghman-Adham” Mi chiamo Rosario Centamore. Sono avvocato qui in Germania a Offenbach, una città confinante con Francoforte. In uno studio associato con altri colleghi, lo studio Centamore & Loghman-Adam, fondato nel 2006 proprio qui a Offenbach. Lo studio prevalentemente si occupa di diritto civile, in particolare il diritto societario, diritto commerciale, diritto del lavoro, ma anche diritto di famiglia. 2. Quali sono le forme societarie tedesche? Le forme societarie tedesche non sono così diverse da quelle italiane. Intanto bisogna far presente che si dividono in 2 gruppi, come anche in Italia: Le società di capitali Le società di persone La differenza tra i due gruppi è, come in Italia, che per quanto riguardo le società di capitali, il socio o i soci ne rispondono soltanto con il capitale sociale. Invece, per quanto riguarda le società di persone, i soci o il socio ne rispondono illimitatamente, quindi rischiando anche di risponderne con i propri beni personali. La forma più diffusa di società di capitali qui in Germania è la società di azioni, la società a responsabilità limitata, cioè la Srl in Italia che qui in Germania è la GmbH. Per quanto riguarda le società di persona, le più diffuse sono la oHG (Offene Handelsgesellschaft) e la società in accomandita, la cosiddetta Komanditgesellschaft. Questo per quanto riguarda il quadro generico delle società. 3. Perché un imprenditore italiano decide di fare impresa in Germania? Sicuramente, in una società in espansione a livello europeo, l’imprenditore italiano cerca soprattutto di costituire una propria società sul territorio tedesco per ingrandire il proprio mercato. In questo caso bisogna suggerire a questo imprenditori di valutare se fondare una società in Germania oppure operare soltanto attraverso la società madre di origine in italia. Tra le società più diffuse costituite in Germania da stranieri c’è sempre la Srl. Ovvero la Gmbh. Anche perché, come dicevo prima, la responsabilità è limitata. Per cui, soprattutto per chi si avvia a un nuovo mercato e non sa come andrà in futuro, il fatto che la responsabilità del patrimonio sia limitata è già un buon vantaggio. Inoltre è anche relativamente facile costituire una società di questo tipo, anche in breve tempo. 4. Quali vantaggi ci sono nel costituire un’impresa in Germania? Bisogna dire che nel momento in cui una società italiana cerca di arrivare al mercato tedesco attraverso una sede distaccata, se le cose non dovessero andare nel migliore dei modi, e quindi i creditori cercano di arrivare ai propri pagamenti, in questo caso oltre alla sede distaccata ne risponde anche la sede di origine. Invece costituendo la società direttamente in Germania, l’attività dei creditori nel cercare i propri crediti è limitata a questa società. Questo potrebbe essere un grande vantaggio per costituire qui una società e non operare dall’Italia, fondando soltanto una sede distaccata. Sicuramente il fatto che il cliente tedesco faccia affari con una Gmbh e non con una Srl direi che è molto più vantaggioso, indubbiamente. Dal punto di vista fiscale, quali sono le differenze tra Italia e Germania? Conoscendo la pressione fiscale in Italia, qui in Germania è forse un po’ più leggera. Anche se dobbiamo dire che anche in Germania la pressione fiscale c’è, per quanto riguarda aziende e imprenditori, e non è di meno. Quindi non siamo in una realtà fiscalmente del tutto vantaggiosa. Però, rispetto alla pressione che c’è attualmente in Italia, un piccolo vantaggio la Germania ancora tuttora lo conserva. 5. Una storia significativa di un imprenditore italiano in Germania…. La storia di un nostro cliente che, inizialmente, ha cercato di raggiungere il mercato tedesco attraverso la propria società in Italia che da anni lui già aveva costituito nel Lazio. Molto velocemente si è accorto che doveva costituire una sede o comunque una società in proprio in Germania. Infatti attraverso anche la società italiana, non riusciva ad arrivare al cliente, il quale ovviamente spesso per la lontananza e per il fatto che si tratta di una società fuori dal confine non ha una grossa fiducia. Costituendo qui in breve tempo una Srl, sempre nello stesso settore, il cliente ha visto il suo operato aumentare di parecchio. Tag:avvocato Rosario Centamore, come aprire un'impresa in Germania, forme societarie tedesche, imprenditori italiani in Germania, studio legale Centamore & Loghman-Adham Box: Aprire un'impresa in Germania Gmbh, La nostra guida per aprire un’impresa in Germania it_germania | 25 marzo 2013 | Commenta La Germania è la terza destinazione di migranti al mondo. Sono oltre 10 milioni i migranti che vivono all’interno dei confini tedeschi, ovvero il 13,18% della popolazione [fonte: peoplemovin, infografica]. Sul lato imprenditoriale nel 2009 le aziende aperte da migranti erano 130.000: circa il 30% delle imprese fondate in tutto l’anno. Un aumento del 25% rispetto ai dati del 2005. [fonte: Unternehmensgründungen von Migranten und Migrantinnen 2009, studio commissionato dal Ministero tedesco per l'economia]. Gli italiani che avviano una nuova attività in Germania L’Italia è al secondo posto tra i paesi di origine dei flussi migrazionali, con oltre 800 mila migranti. Tra le mete dei migranti italiani la Germania compare dunque al primo posto. Quanti italiani decidono di aprire un’impresa in Germania? Se ci rivolgiamo ancora ai dati della Evers & Jung, scopriamo che solo nel 2009 oltre 1700 aziende sono state fondate da italiani in Germania. Ecco i campi in cui vengono avviate delle aziende da impenditori di origine italiana: Ospitalità [77%] Commercio e trasporti [12%] Altri servizi [8%] Edilizia [2% ] Manifatturiero [0,5%] [fonte: Evers & Jung Unternehmensgründungen von Migranten und Migrantinnen 2009] Come aprire un’impresa in Germania Una piccola conferma dei numeri arriva dall’alto numero di richieste arrivate alla Camera di Commercio Italiana per la Germania per capire come aprire un’impresa sul territorio tedesco. In Germania, sono 18 tipi di forme societarie diverse per inquadrare la propria azienda. Una guida, 12 partner legali Grazie al supporto di 12 studi legali vogliamo offrire una guida pratica per chi vuole avviare la propria attività in Germania. Ogni settimana vi informeremo su una nuova forma societaria, andando a completare la rubrica Aprire un’impresa in Germania. I più impazienti possono trovare un’anteprima dei contenuti sul sito della Camera di Commercio Italiana per la Germania. Tag:come aprire un'impresa in Germania, forme societarie tedesche, Gmbh, imprenditori italiani in Germania, imprenditorialità, migrazione Box: Aprire un'impresa in Germania Silvia Foglia: vi racconto come twago permette alle piccole e medie imprese di innovare e innovarsi it_germania | 21 marzo 2013 | Commenta Si chiama Trovare Esperti Freelance ed è la nuova rubrica di ItaliaGermania nata dalla collaborazione tra la Camera di Commercio italiana per la Germania e twago, la piattaforma per l’incontro tra clienti e fornitori di servizi, che così presenta la notizia sul proprio blog: “Per poter offrire al meglio i nostri servizi alle imprese italiane che vogliono collaborare con la Germania e il mercato IT /digitale tedesco, abbiamo dato vita ad una collaborazione con la Camera di Commercio Italiana per la Germania, nostro partner ufficiale di alto profilo.” Abbiamo chiesto a Silvia Foglia, Country Manager di twago per l’Italia, di raccontarci i vantaggi per gli imprenditori, da piccole e medie imprese a negozi online, nell’utilizzare la piattaforma per sviluppare il proprio progetto. Chi è Silvia Foglia Silvia Foglia, 35 anni, è entrata a far parte di twago nel 2010 come International Marketing Manager ed è stata una dei primi dipendenti dell’azienda, fondata nel 2009. Originaria di Brescia, Silvia ha studiato a Verona e a Stoccolma, ottenendo una laurea come “Esperta nei Processi Formativi”. Dopo aver portato a termine gli studi nel 2005, Silvia ha svolto diverse mansioni come International Key Account Manager, occupandosi principalmente del mercato italiano. Prima di entrare a fare parte di twago, Silvia è stata Key Account Manager di Cint, un’azienda software con sede a Stoccolma nel settore della ricerca di mercato online. twago in fatti e numeri twago opera in Germania, Svizzera, Austria, Spagna, Italia e Francia. fondata da Gunnar Berning, Maria Lindinger e Thomas Jajeh nel 2009, 3 anni dopo twago ha completato la sua serie A ricevendo un finanziamento di 3 milioni di $. twago è un’azienda internazionale con 60 dipendenti provenienti da più di 10 nazioni differenti. 2011: twago è stata premiata dalGerman Diversity Award, per la multiculturalità del proprio team. L’azienda ha sede nel centro di Berlino. Silvia Foglia ci racconta twago, la piattaforma che aiuta le aziende a trovare i giusti freelance 1. Cominciamo con le presentazioni: qual è l’idea alla base di twago? Il nome dell’azienda -twago- sta per teamwork across global offices (lavoro di squadra tra uffici globali). Gunnar Berning, fondatore e CEO di twago, ha avuto l’idea quando lavorava come Manager di Siemens e Lycos Europa. Quando era impegnato con Lycos, nei primi anni 2000, Gunnar Berining è stato inviato a Bengalore, in India, per pianificare e realizzare un progetto di outsourcing. Lavorando come responsabile della gestione dell’intero processo, Gunnar ha sviluppato le sue prime idee riguardo a una piattaforma di lavoro online incentrata principalmente sui bisogni delle piccole e medie imprese. Nel 2009, infine, Berning ha fondato twago con Maria Lindinger e Thomas Jajeh. In un mercato del lavoro che cambia in modo incredibilmente veloce, la visione di twago è quella di plasmare il nuovo mondo digitale del lavoro, offrendo nuove opportunità ad entrambe le parti impegnate in un progetto. 2. Spiegaci come funziona la piattaforma: come si incontrano le aziende e i freelance? twago acquisisce sulla propria piattaforma progetti da aziende di ogni tipo e dimensione. Chiunque può utilizzare twago e pubblicare un progetto. Attualmente twago è disponibile in inglese, francese, italiano, tedesco e spagnolo. In questo modo twago è in grado di offrire a freelance e imprese in tutto il mondo l’opportunità di lavorare e collaborare online con la massima flessibilità. twago sta crescendo dinamicamente e velocemente: sulla piattaforma i clienti possono trovare programmatori, web e graphic designer, esperti di marketing online (specialisti SEA, SEM o SEO), traduttori, PR, social media manager, copywriter, assistenti d’ufficio virtuale e tante altre figure professionali emergenti. 3. Adesso qualche numero: quanti freelance, aziende, progetti pubblicati e completati avete, al momento? twago sta guidando il mercato europeo con grande successo, avendo acquisito progetti e lavori per un totale di 50,3 milioni di Euro solo nel 2012. Una cifra che corrisponde a un tasso di crescita del 278% rispetto all’anno precedente. Il 2012 è stato l’anno di maggior successo dal lancio della piattaforma. L’azienda nel 2012 ha creato 1,6 milioni di ore di lavoro per freelance, agenzie ed esperti. Con 150.00 progetti, twago ha ottenuto il più grande numero di progetti da quando è nata. Ad oggi twago ha ottenuto un volume totale di progetti pari a oltre 80 milioni di Euro. Sulla piattaforma sono stati superati i 180.000 esperti. 4. Per quale ragione un’azienda dovrebbe pubblicare il proprio progetto su twago? L’idea base di twago è quella di creare le opportunità per innovare e innovarsi, anche per le piccole e medie imprese che non dispongono di grandi risorse. Per esempio, ogni azienda ora vuole avere una propria App, per diffondere i propri prodotti e servizi via rete Mobile. Ma l’esperienza richiesta per lo sviluppo di una App è molto specifica e non tutte le aziende possono permettersi di assumere un App developer. Su twago, invece, anche le aziende più piccole possono trovare il developer di cui hanno bisogno, assegnandogli lo specifico progetto di creazione della propria App. Un altro esempio? Prendiamo un medico: oggi anche un medico ha bisogno di un sito web per farsi trovare. Con twago un medico riesce a scegliere con pochi click l’esperto capace di creare il sito di cui ha bisogno. Tutti i nostri clienti sono aziende o privati alla ricerca di professionisti qualificati. Clienti che, oggi, possono scegliere soluzioni veloci, sicure e flessibili per le proprie esigenze, grazie ad un mondo sempre più digitalizzato e grazie a piattaforme online come twago. 5. Italia e Germania: due culture di lavoro molto diverse. Come questo si riflette sulle collaborazioni su twago? Avete delle belle storie da raccontare in proposito? A dire il vero, e questo rende lavorare nella nuvola così particolare, le regole sono uguali per tutti, al di là delle differenze culturali. La nuvola è uno spazio di lavoro in cui non cambia se sei connesso dalla Germania o dall’Italia. Tutti i soggetti in campo, che siano clienti o fornitori, si impegnano a raggiungere i risultati migliori per se stessi. Molte delle differenze culturali classiche si attenuano all’interno di un processo come quello del cloud working, le specificità rimangono ma non sono mai un ostacolo al funzionamento della rete di lavoro. Tag:Camera di Commercio Italiana per la Germania, freelance, lavoro digitale, Silvia Foglia, Startup, twago Box: Trovare esperti freelance Componenti per auto: la filiera italiana da 42 miliardi di euro in vetrina a Bologna it_germania | 27 marzo 2013 | Commenta In Italia abbiamo la più grande concentrazione mondiale di costruttori di autoattrezzature. Parliamo di aziende con fatturati veramente importanti. In alcuni casi, in queste imprese il 70-80% della propria produzione è venduta all’estero. Il comparto italiano delle autoattrezzature è costituito da 2300 imprese fatturato 42 miliardi di euro e occupato circa 169.000 addetti. che nel 2010 hanno Autopromotec: la fiera della Motor Valley Emiliana A sottolineare l’importanza del settore per l’economia italiana, ci aveva già pensato in una precedente intervista Renzo Servadei, Segretario Generale di AICA – Associazione Italiana Costruttori Autoattrezzature e di AIRP – Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici. 50 anni fa le due associazioni hanno deciso di promuovere le loro attività con una fiera: Autopromotec. Oggi Autopromotec, giunta alla sua 25esima edizione, è considerata la più specializzata rassegna biennale internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico. La prossima edizione si svolgerà a Bologna dal 22 al 26 maggio [scopri di più sull'evento nella nostra mappa]. Una fiera nel cuore della Motor Valley emiliana Autopromotec si svolge a Bologna. Non a caso. È infatti questo il cuore della Motor Valley Emiliana, un distretto industriale che ospita i più grandi marchi del mondo dei motori, conosciuti in tutto il mondo: Ferrari, Maserati, Ducati, Malaguti. “Dietro questi brand che vincono le corse” racconta Servadei “ci stanno degli interi distretti industriali che producono dallo smontagomme, alla cabina forno, al sollevamento, all’ingranaggeria.” Una filiera che coinvolge anche moltissime piccole e medie imprese ad alta tecnologia e innovazione. La “valle dei motori” emiliana declina così la passione per i motori in tutte le sue forme: dall’automobilismo sportivo, alle macchine agricole, passando appunto per componenti e attrezzi per l’auto. Autopromotec: oltre 100mila visitatori e 1400 imprese I numeri della scorsa edizione di Autopromotec li hanno dati Emanuele Vicentini e Margherita Balletta, rispettivamente Brand Manager e Ufficio Stampa della rassegna, in una recente intervista. 103.666 i visitatori 18.524 i visitatori dall’estero [l'11% in più rispetto al 2009] 1473 gli espositori Numeri destinati ad aumentare nell’edizione 2013, secondo i responsabili della rassegna. Infine, un’ultima novità. Quest’anno visitatori ed espositori potranno ricevere contenuti e aggiornamenti continui durante i 5 giorni di rassegna grazie alla nuova app di Autopromotec. Tag:autoattrezzature, Autopromotec, Bologna, componenti per auto, featured, Margherita Balletta, motor valley, Renzo Servadei Box: Le fiere per fare impresa, Trovare partner di impresa Emanuele Vicentini, Emilia Romagna, A Francoforte per incontrare i protagonisti della “slow economy” marchigiana it_germania | 20 marzo 2013 | Commenta Il distretto marchigiano degli strumenti musicali è conosciuto a livello internazionale per le sue produzioni ad altissima qualità ed ha registrato una crescita del 1,5% nel terzo trimestre 2012. Il distretto si estende tra le province marchigiane di Macerata e Ancona. Qualcuno l’ha chiamata la slow economy marchigiana: un modo di produrre fondato su piccole aziende, spesso a conduzione familiare, tradizione, creatività e innovazione. Si tratta di un distretto industriale molto particolare lavora seguendo tre parole chiave: artigianalità, bassa meccanizzazione, alta qualità. Si tratta di un “marchio di fabbrica” che contraddistingue le aziende degli strumenti musicali quanto quelle aziende enogastronomiche della regione e tutto il comparto turismo e ospitalità: creando un ecosistema di forti connessioni. Come incontrare i protagonisti della Slow Economy marchigiana L’11 aprile a Francoforte sarà possibile incontrare i protagonisti della “slow economy” marchigiana in due occasioni: una cena di gala, incontri B2B con gli operatori del settore agroalimentare e del settore turistico. Durante la cena di gala saranno serviti i prodotti tipici marchigiani: un evento costruito per far incontrare il mercato tedesco con l’ecosistema marchigiano, focalizzandosi sui settori dell’agroalimentare e turistico, per sondare così nuove possibilità di collaborazione. La serata è organizzata nella cornice della Fiera degli strumenti musicali di Francoforte dalla Camera di Commercio Italiana per la Germania in collaborazione con Ex.it, agenzia speciale della Camera di Commercio di Macerata. Per partecipare è necessario compilare il seguente modulo. Foto da qui: flickr/Luca Biada Tag:Camera di Commercio di Macerata, Camera di Commercio Italiana per la Germania, Distretto Musicale Castelfidardo, enogastronomia, Ex.it, Fiera degli strumenti musicali di Francoforte, Marche, Turismo Box: Eventi per conoscere il mercato, Trovare partner di impresa Tecnologie per l’edilizia: un Made in Italy da 2,5 miliardi di esportazioni it_germania | 19 marzo 2013 | Commenta Oltre 2,5 miliardi di euro di fatturato dalle esportazioni nel 2012 Una crescita del 3% rispetto al 2011 Il settore delle macchine e tecnologie per l’edilizia rappresenta uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy. E come da abitudine, anche questa volta sono i numeri a confermarcelo. I dati, diffusi pochi giorni fa dalla UNACEA, l’associazione che unisce le aziende italiane del settore, evidenziano come la produzione nazionale del comparto è sostenuta per oltre il 70% dai mercati esteri. Un occasione per conoscere le tendenze del settore Il 16 Aprile verranno presentate alla stampa internazionale le tendenze del settore e gli scenari futuri, in occasione del Samoter Open Day, presso BAUMA, la fiera delle macchine da costruzione di Monaco. E’ possibile partecipare previa iscrizione al seguente form entro l’8 aprile: Cos’è il Samoter Open Day? Samoter Open Day è un’occasione per conoscere meglio Samoter, il Salone Internazionale Triennale Macchine Movimento Terra, da Cantiere e per l’Edilizia, a Verona dal 8 all’11 maggio 2014[questo l'evento sulla nostra mappa]. L’edizione del 2011 di Samoter ha visto un’alta partecipazione internazionale: 909 Espositori di cui il 28,93% provenienti da 37 Paesi esteri, 98.048 Visitatori di cui l’11,70% stranieri. Un trend da confermare se andiamo ad analizzare i dati del settore [vedi grafico] che confermano una crescita della domanda in Africa e Oceania. Sempre secondo i dati UNACEA, infatti, nei due continenti le esportazioni del settore sono aumentate rispettivamente del 20.9% e del 66.3%. [Fonte: Unacea] La sfida sembra dunque conquistare questi nuovi mercati puntando sull’innovazione, sulla qualità e su una svolta verso la sostenibilità, come indica un commento del CECE, il comitato europeo dei produttori delle macchine per costruzioni. Foto da qui: flickr/Laura Mary Tag:BAUMA, export italiano, macchine da costruzione, Samoter, tecnologie per l'edilizia, Unacea Box: Eventi per conoscere il mercato È importante partecipare alle Fiere Internazionali? Le testimonianze di due imprenditori di un settore molto particolare it_germania | 15 marzo 2013 Di solito rendono possibili premiazioni e cerimonie, ma non sono mai protagoniste. Ora per una volta sono loro ad essere sotto la luce dei riflettori: sono le aziende che si occupano della produzione di trofei, medaglie e distintivi, protagoniste per 3 giorni alla World of Trophies, la fiera dedicata a souvenirs, trofei, incisioni e realizzazioni grafiche che si è svolta a Lipsia dal 2 al 4 marzo scorso [scopri l'evento sulla mappa]. Qui abbiamo incontrato, e intervistato, due aziende italiane: la BS e la Manzin. Il loro identikit? Entrambe le imprese sono in cerca di visibilità in un mercato florido come quello tedesco, ma anche convinte della qualità del proprio prodotto. “Occasioni come quella di World of Trophies sono molto importanti. La crisi si sente in Italia, è quindi necessario lavorare a livello internazionale. Partecipiamo a World of Trophies perché la Germania è un buon mercato”. Secondo Simone Samogin, dell’azienda BS che si occupa di medaglie e distintivi, cercare nuovi clienti all’estero, soprattutto in mercati più floridi come quello tedesco, è la strategia giusta da seguire in questi tempi. Ma World of Trophies, unico evento del genere in Germania, nato nel 2011, è anche un palcoscenico dove promuovere l’eccellenza del made in Italy. Ce lo raccontano i fratelli Manzin, proprietari dell’omonima azienda, da 45 anni nel campo della trofeistica: “In realtà, per noi non è la formazione il motivo principale per cui veniamo in fiera. Abbiamo infatti una nostra linea di prodotto: riteniamo quindi di essere trainanti più che trainati. Cerchiamo infatti di proporre noi delle novità e promuovere il nostro prodotto di alta qualità”. Sicuramente, ci raccontano gli intervistati, le aziende presenti a World of Trophies partano a casa da questa esperienza molti nuovi contatti, qualche idea e nuovi sbocchi per i loro prodotti. Leggi qui di seguito le interviste complete. L’azienda Manzin: a World of Trophies per cercare nuovi mercati, nuovi clienti, nuovi sbocchi Di che cosa si occupa l’azienda Manzin? Siamo sul mercato delle premiazioni sportive da circa 45 anni, abbiamo quindi una storia importante alle nostre spalle. Ci occupiamo particolarmente di trofei, soprattutto di alta fascia. Proponiamo dunque un’ottima qualità e siamo conosciuti praticamente in tutto il mondo. Siamo anche specializzati nella produzione di trofei su disegno del cliente. Riusciamo infatti a realizzare molti dettagli perché non siamo solo assemblatori o venditori, ma ci avvaliamo di una produzione interna. Questo ci dà una certa elasticità per riuscire a realizzare praticamente ogni tipo di prodotto. Perché avete deciso di partecipare a World of Trophies? Partecipare alla fiera internazionale è sicuramente un’opportunità per cercare nuovi sbocchi, nuovi mercati, nuovi clienti. Abbiamo deciso di partecipare a WOT proprio per espanderci e conoscere nuova clientela nel mercato tedesco. Visto che, principalmente, questa è una fiera rivolta al mercato interno. E i riscontri sono stati sinceramente positivi. La fiera rappresenta anche un’occasione di fare formazione. Cosa pensate di aver portato a casa da questo evento? In realtà, per noi non è la formazione il motivo principale per cui veniamo in fiera. Abbiamo infatti una nostra linea di prodotto.Riteniamo quindi di esseretrainanti più che trainati. Cerchiamo infatti di proporre noi delle novità. La nostra linea è comunque molto riconoscibile. Realizziamo un prodotto di classe e classico, quindi decisamente riconoscibile agli occhi degli utilizzatori. Qui cerchiamo di proporre e spingere questo prodotto di alta qualità. L’azienda BS: lavorare a livello internazionale per sopravvivere alla crisi Di che cosa si occupa la vostra azienda? Produciamo medaglie, distintivi, collezioni speciali e ci occupiamo anche di incisoria. La partecipazione a fiere internazionali è una delle chiavi più importanti per molte imprese. Lo è anche per voi? Perché avete deciso di partecipare a World of Trophies? Sicuramente queste occasioni sono importanti. È infatti necessario lavorare a livello internazionale, visto che in Italia la crisi si sente. Partecipiamo a World of Trophies perché la Germania è un buon mercato e quindi riteniamo giusto continuare a farci conoscere e mostrarci in questo tipo di eventi. Cosa pensate di poter portare a casa da questa esperienza? Sicuramente abbiamo aumentato i contatti e mantenuto quelli che ci sono. Da questi eventi bisogna sempre portare a casa cose nuove. La gente infatti richiede novità. Quindi è sicuramente necessario creare nuovi modelli, mantenendo i prezzi più bassi possibili. A World of Trophies si migliora inoltre la propria visibilità. Alla fiere c’è un contatto più diretto con i potenziali clienti, diverso da quello che si ha tramite mail o attraverso il sito. Tag:Lipsia, Made in Italy, Manzin, Samogin, trofei e medaglie, World of Trophies Box: Eventi per conoscere il mercato, Trovare partner di impresa 14 milioni di buoni motivi per incontrare i produttori di vino della Sicilia: scopri come it_germania | 13 marzo 2013 | Commenta “Non solo il Nero d’Avola, ma anche varietà come lo Zibibbo, il Grillo e il Nerello Mascalese dalla regione dell’Etna: i vini siciliani sono sempre più richiesti e apprezzati in Germania. Una tendenza svelata anche dall’attenzione riservata alle bottiglie siciliane dai buyer tedeschi negli ultimi eventi di promozione, tra cui Vinitaly e la campagna “Sicilia Gusto Mediterraneo” Un prospettiva interessante, per buyer e produttori, quella raccontata da Christine Schattner, referente marketing della Camera di Commercio Italiana per la Germania, intervistata lo scorso settembre da Wein+Markt sulle potenzialità del vino siciliano nel mercato tedesco. In effetti, come ci suggerisce Christine, basta osservare alcuni dati per capire il fascino esercitato dal “gusto mediterraneo” in Germania. quasi 80 mila gli ettolitri di vino siciliano esportati in Germania nel 2009 un giro di affari di 14 milioni di euro la Germania è il secondo maggior importatore [fonte: Regione Sicilia, Istituto Regionale Oli e Vini Sicilia ] La prossima occasione per incontrare e conoscere le migliori cantine siciliane è offerta da Prowein 2013, uno delle maggiori fiere internazionali dedicata al mondo del vino e dei liquori. Prowein 2013 sarà alla fiera di Düsseldorf dal 24 al 26 marzo [individua l'evento sulla nostra mappa]. Una presentazione speciale per l’eccellenza siciliana in bottiglia Nella cornice di Prowein, buyer e interessati potranno conoscere i vini siciliani Doc e i loro produttori in una degustazione con buffet mediterraneo. Le 28 aziende siciliane presenti[trovi la lista completa in fondo alla pagina] saranno raccontate dalla voce di Steffen Maus, giornalista ed esperto di vino e del territorio italiano. L’evento sarà di scena il 25 marzo alle ore 19, in chiusura della giornata fieristica ed è organizzato dall’Istituto Regionale Oli e Vini Sicilia con la collaborazione della Camera di Commercio Italiana per la Germania. Per garantirsi la partecipazione, è necessario compilare il seguente formulario entro lunedì 18 marzo. I numeri di Prowein 2013 oltre 3700 espositori 45 nazioni presenti 39000 visitatori 3 giorni di eventi, degustazioni, incontri B2b Questi sono i numeri che fanno della fiera enovinicola di Düsseldorf uno dei maggiori eventi internazionali dedicati al mondo del vino e dei liquori. Le 28 cantine siciliane presenti a Prowein 2013 Ecco i 28 produttori siciliani che potrai incontrare alla degustazione: Azienda Agricola Costantino L. e Figli S.S ~ Palermo-Monreale Azienda Agricola G. Milazzo – Terre della Baronia Spa ~Agrigento Baglio del Cristo di Campobello Soc. Agr. S.r.l. ~ Agrigento Az. Vinicola Benanti S.r.l. ~ Etna Cantina Sociale Santa Ninfa Soc. Coop. Agricola ~ Marsala-Trapani Cantine Nicosia, Nicosia S.p.a.~ Etna Società Agricola Patria S.p.a.~ Etna Cantine Settesoli Soc. Coop. – Terre Sicane Carlo Pellegrino ~ Marsala-Trapani Caruso e Minini S.p.A~ Marsala-Trapani Castellucci Milano S.p.A ~ Madonie-Contea Scalfani Cusumano S.r.l.~ Palermo-Monreale CVA Canicattì Soc. Coop. Agricola ~ Agrigento Donnadicoppe S.r.l.~ Marsala- Trapani Fazio Wines S.r.l. ~ Marsala – Trapani Feudo Montoni di Fabio Sireci ~ Madonie-Contea Scalfani Soc. Agr. Pacos Vini – Feudo Ramaddini ~ Siracusa Firriato S.r.l. ~ Marsala-Trapani Funaro S.r.l.~ Marsala-Trapani Icone S.r.l. Icone Italian Wine ~ Noto Judeka Srl Soc. Agricola ~ Etna Limonio sas ~ Alcamo-Segesta Lombardo Vini Soc. Agr. ~ Castelli Nisseni Soc. Agricola Luna Sicana S.p.a. ~ Agrigento Agricola Ottoventi ~ Erice Az. Agricola Planeta S.S. ~ Terre Sicane Az. Agricola Spadafora Francesco~ Alcamo -Segesta Tenuta Gorghi Tondi S.a.s.~ Marsala-Trappani Foto da qui: flickr/flavio.leone Tag:agroalimentare, degustazione, Düsseldorf, featured, Istituto Regionale Vini e Oli della Sicilia, Prowein, Regione Sicilia, vini siciliani Box: Eventi per conoscere il mercato, Trovare partner di impresa Tre buone ragioni per essere presenti alla fiera internazionale del design della pietra it_germania | 8 marzo 2013 | Commenta Mamomacc, la fiera internazionale di pietre, design e tecnologie[a Verona dal 25 al 28 settembre 2013] è giunta alla sua 48 edizione confermandosi uno degli appuntamenti più importanti al mondo per gli operatori del settore. Abbiamo chiesto a Mauro Albano,brand manager di Marmomacc quali sono le 3 principali ragioni per un’azienda tedesca per partecipare a Marmomacc. Ecco i suoi “3 buoni motivi”: per entrare in contatto con un pubblico internazionale. Lo scorso anno abbiamo avuto 56.900 visitatori di cui il 60% da 137 paesi del mondo; per confermare i dati sulla presenza tedesca alla fiera, il che fa di Marmomacc un appuntamento fisso per incontrare i propri fornitori di materiali e tecnologie; per sondare il mercato e monitorare cambiamenti, tendenze ed esigenze dei buyer dei paesi emergenti vista la difficoltà di incontrarli di persona. Se questi tre motivi sono convincenti, qui di seguito potete iscrivervi a Marmomacc compilando il seguente form entro il 14 marzo. Al contrario, potete farvi convincere dalle parole di Mauro Albano nell’intervista in fondo all’articolo. Marmomacc: l’idea e i numeri 1.431 espositori il 57% degli espositori arriva dall’estero, da 57 paesi diversi 73.458 metri quadrati di superficie espositiva Questi sono i numeri che fanno di Marmomacc uno dei più importanti eventi internazionali nel campo del design e lavorazione della pietra. Parlandoci della fiera, Mauro Albano ha sottolineato l’importanza di essere presenti per mostrare al mondo competenze e qualità del “Made in Europe” e per incontrare importanti partner internazionali. Ma Marmomacc non è solo incontri B2B: seminari, workshop, concorsi, insegnamenti offerti da università italiane e internazionali costruiscono per visitatori ed espositori “un collage” dello stato dell’arte nel settore pietra. L’intervista a Mauro Albano, Brand Manager di Marmomacc Nelle scorse edizioni Marmomacc ha presentato un mix tra incontri B2B e un’estesa rete di eventi collaterali: seminari, formazione, concorsi e conferenze. Ci può spiegare come funziona e quali sono i vantaggi nel proporre questa ricetta? Noi siamo convinti che nell’era della globalizzazione sia necessario comunicare al mondo le competenze delle aziende italiane ed europee, caratteristiche che le differenziano da tutti i produttori presenti sul mercato mondiale. Data la facilità di acquistare qualsiasi materiale in qualsiasi area produttrice del mondo, è necessario comunicare ai potenziali buyer e progettisti qual è la differenza delle produzioni europee rispetto a quelle dei paesi emergenti. Da questa esigenza è emersa la necessità di creare corsi di formazione per gli architetti per dimostrare che, se si avvalgono di aziende italiane ed europee, non hanno solo prodotti migliori, ma possono contare sul know how delle aziende che sono in grado di assistere il progettista in tutte le fasi della realizzazione di un progetto. Durante Marmomacc vengono espresse tutte le “sfaccettature” di questa leadership: quindi mostre culturali, sperimentazioni di design con la pietra, seminari di formazione e giornate di studio del Master di secondo livello (per giovani architetti), proposto dal Politecnico di Milano, che si svolgono all’interno del salone in apposite sale. Marmomacc accoglie tutte le università che offrono insegnamenti sulla progettazione contemporanea con la pietra, riunite sotto l’egida di una associazione no-profit denominata Marmomacc Stone Academy. Oltre ad università italiane, al momento fanno parte del network anche il Politecnico di Madrid, la Texas Tech University di Lubboch e la facoltà di Architettura di Lubljiana. Ma sono in corso colloqui con università in altri paesi europei. Gli esiti dei corsi e degli workshop dei diversi atenei sono presentati durante Marmomacc. Tutte queste attività rendono unica, nello scenario mondiale delle fiere, la manifestazione di Verona che si conferma così come l’appuntamento irrinunciabile per quanti progettisti, architetti, ingegneri, imprese di costruzione, vogliono toccare con mano e vedere da vicino lo “stato dell’arte” nel settore della pietra. Quali saranno le tendenze costruttive, quali i nuovi materiali offerti sul mercato, quali le più avanzate tecnologie, saranno tutte presenti a Marmomacc. Non solo in modo virtuale, ma fisicamente esposte e funzionanti. Ci indichi tre motivi per cui un azienda tedesca dovrebbe venire a Marmomacc? Prima di tutto, esporre a Marmomacc vuole dire entrare in contatto con un pubblico veramente internazionale. Lo scorso anno abbiamo avuto 56.900 visitatori di cui il 60% da 137 paesi del mondo. I nostri dati vengono da molti anni certificati da FKM: così tutte le aziende tedesche sono sicure che i nostri dati sono reali perché garantiti da un organismo volontario tedesco. La usuale presenza a Marmomacc di rinomate aziende dalla Germania, rappresenta un appuntamento che tanti buyer si aspettano. Non partecipare potrebbe essere un segno negativo per quanti sono sicuri di trovare i loro tradizionali fornitori di materiali e tecnologie. Oltre a motivi strettamente di business, le aziende partecipanti possono sondare il mercato e monitorare i cambiamenti, le tendenze e le esigenze dei buyer provenienti da paesi emergenti che in altre occasioni non possono avvicinare. Tra i premi consegnati alla fiera ce ne sarà uno per le aziende espositrici che meglio comunicano le potenzialità del marmo e della pietra. Quanto punta la fiera sulla comunicazione e, in particolare, sulla comunicazione 2.0? Qual è il valore aggiunto fornito dalla comunicazione per le aziende e per fiere di questo tipo? Quando sei anni fa abbiamo introdotto il “Best Communicator Award”, sinceramente non pensavo che avrebbe avuto il successo che ha invece ottenuto. Gli esiti del concorso sono apparsi su riviste di architettura italiane, europee e americane e su siti web anche di altri continenti! Anche per il mondo della pietra i social media rappresentano uno strumento insostituibile per divulgare, a tutte le categorie interessate, l’evolversi dell’uso della pietra. Da cinque anni viene effettuato un monitoraggio costante con “google analitics” degli “hits” del nostro sito e di quelli delle riviste web più rappresentative nel mondo del design e dell’architettura. Questo per poter migliorare e indirizzare meglio la nostra comunicazione che naturalmente va a tutto vantaggio delle aziende premiate che vedono così gratificati i loro sforzi. La fiera punta molto sulla comunicazione, attraverso un presidio costante e una presenza capillare sulla carta stampata e sul web. Prova ne è stata la corposa rassegna stampa relativa all’ultima edizione con 126 pubblicazioni di cui 21 estere, insieme a speciali sui maggiori quotidiani italiani. Da qualche anno, inoltre, abbiamo potenziato la comunicazione web, integrando quella ormai classica del sito con la realizzazione di profili aziendali sui maggiori social networks che permettono di entrare in contatto diretto con i nostri target di elezione e di ottenere un effetto virale in termini di rafforzamento della brand reputation. Per questo Marmomacc è presente con buoni risultati di seguito su: Facebook, Pinterest, Youtube e Twitter. Tag:design, lavorazione pietre, Marmomacc, Mauro Albano, Missioni B2B, qualità europea, Veronafiere Box: Eventi per conoscere il mercato, Trovare partner di impresa Lo chef Carmelo Greco: ecco come a Francoforte importatori e ristoratori garantiscono i prodotti italiani it_germania | 14 marzo 2013 | Commenta In Germania cresce la voglia di italianità. A Francoforte ad esempio riusciamo ad avere qualsiasi prodotto italiano di alta qualità grazie a importatori e ristoratori che ne fatto richiesta. Il cliente tedesco e internazionale vuole prodotti italiani… è questo è un gran vantaggio anche per noi. Carmelo Greco è chef e proprietario dell’omonimo ristorante a Francoforte, da poco insignito del marchio Ospitalità Italiana. È lui il protagonista del nostro secondo appuntamento per dare voce agli ambasciatori del made in Italy culinario all’estero[questa settimana i proprietari del ristorante Sardegna ci hanno già raccontato gli ingredienti per vincere il marchio Ospitalità Italiana]. A Carmelo abbiamo chiesto di descrivere il termine “italianità”. Italianità significa tradizione. Significa riscoprire ciò che ci hanno insegnato i nostri genitori, i nostri nonni. In cucina e sui vini. È qualcosa, insomma, che è cresciuta insieme a noi. Secondo lo chef, il marchio Ospitalità Italiana, che raccoglie una rete di ristoranti che offrono un alto grado di qualità e, appunto, di italianità, è un’iniziativa importante per garantire il riconoscimento dei ristoratori italiani in Germania. Avere “un’italicità certificata” conviene non solo al cliente, ma anche a imprenditori, importatori e ristoratori, come ci racconta Carmelo nell’intervista pubblicata qui di seguito. Intervista: l’italianità secondo Carmelo Greco Il mio nome è Carmelo Greco. Sono proprietario e chef di cucina del ristorante che porta il mio nome qui a Francoforte. 25 anni fa sono arrivato in Germania… e oggi sono ancora qua. Marchio Ospitalità Italiana: quali sono gli ingredienti per ottenerlo? Il marchio Ospitalità Italiana è molto importante. È bello che qualcuno si accorga che noi stiamo usando veri prodotti italiani. Negli ultimi vent’anni in Germania l’italianità è cresciuta moltissimo. Abbiamo tutto: a Francoforte riusciamo ad avere tutti i prodotti italiani di alta qualità che vogliamo. Questo grazie a tanta gente che si dà da fare: importatori, ma anche ristoratori che richiedono questi prodotti. Perché l’italianità è anche molto richiesta dal cliente tedesco e internazionale. Tutto questo è un vantaggio anche per noi. Ci vuole passione e ricerca delle cose antiche, della tradizione. Questo è importante. Ed è ciò che dico a tutti quanti: evitare le cose troppo innovative, ma andare a cercare indietro, nella tradizione. Che cosa significa “italianità”? Descrivila in un piatto. Italianità significa tradizione per me. Significa riscoprire quelle cose che ci hanno insegnato i nostri genitori, i nostri nonni. In cucina e sui vini. È qualcosa, insomma, che è cresciuta insieme a noi. Queste cose, questi prodotti… l’italianità per me significa questa tradizione. Appena si entra nel mio ristorante l’italianità si vede già con noi stessi. Con le persone che lavorano all’interno. Questo è anche molto importante. L’italianità si vede poi quando si stappa uno spumante o quando arriva il primo saluto dalla cucina nel piatto. L’italianità si vede con l’olio d’oliva, il formaggio, questi prodotti…. Ciò che piace è un piatto che ho creato io tanti anni fa. È un branzino marinato, sopra una polenta e scampi. Questo è un nostro piatto tipico. Tag:Carmelo Greco., featured, Francoforte, italicità, Made in Italy, Marchio Ospitalità Box: Il marchio per i ristoranti Italiani Gli ingredienti per aprire un ristorante in Germania e vincere il Marchio Ospitalità Italiana it_germania | 12 marzo 2013 | Commenta Negli scorsi mesi abbiamo geolocalizzato in questa mappa 24 ristoranti italiani in Germania che hanno ottenuto il marchio Ospitalità Italiana. Il marchio Ospitalità Italiana costruisce una rete dei ristoratori italiani all’estero che incontrano alti requisiti di qualità e “tipicità” italiana. Vale a dire… dei veri e propri ambasciatori del Made in Italy culinario all’estero. Il progetto è nato con il supporto dell’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche – IS.NA.R.T. – società delle Camere di commercio A spiegarci la “ricetta giusta” per vincere il marchio sono stati Michele e Luciano Piroddi del ristorante Sardegna a Francoforte, intervistati da il mese scorso presso la sede di Francoforte della Camera di Commercio Italiana per la Germania. Olio, pomodoro, basilico… ingredienti naturali e salutari, che sono le specialità che l’Italia può offrire al mondo. E la continuità di lavoro. Sono questi gli ingredienti per entrare nella rete Ospitalità Italiana,secondo Michele Piroddi, da 23 anni in Germania e proprietario del ristorante Sardegna. Michele e Luciano ci hanno raccontato inoltre dell’importanza di istituire la rete Marchio Ospitalità Italiana per tutti i ristoranti italiani in Germania. La cucina italiana in Germania è molto apprezzata. Purtroppo non è sempre originale e realizzata effettivamente da italiani. Questo è il punto da migliorare grazie a reti come quella dell’Ospitalità Italiana. Se un ristorante è italiano, bisogna consigliarlo e comunicarlo. Potete leggere (e ascoltare) più dettagli sulla storia di questo presidio dell’alta qualità italiana nell’intervista qui di seguito. Michele e Luciano Piroddi: ecco come abbiamo vinto il marchio Ospitalità Italiana Sono Piroddi Michele, vengo dalla Sardegna e sono il proprietario del ristorante “Sardegna” a Francoforte. Sono da 23 anni in Germania. —————————————————————————Buongiorno, io sono Luciano Piroddi, sono il cuoco del ristorante “Sardegna”. Sono il fratello di Michele e da 20 anni abito qui in Germania. Marchio Ospitalità Italiana: quali sono gli ingredienti per ottenerlo? Per noi è una cosa nuova far parte di questo progetto. Sarà un’azione molto innovativa, che porterà sicuramente dei frutti e delle risonanze: sarà qualcosa di positivo. Gli ingredienti per ottenere questo marchio? Sicuramente utilizzare le cose naturali italiane, dall’olio al pomodoro al basilico. Tutte le specialità che possiamo offrire in modo naturale dall’Italia. E il più salutari possibile. Il segreto per ottenere il Marchio Ospitalità italiana è la continuità di lavoro. Continuare a puntare sui prodotti italiani, originali e tipici, sicuramente è un buon segreto per arrivare a dei buoni risultati. —————————————————————————- La vostra esperienza: quanto è apprezzata dai tedeschi la cucina italiana? La cucina italiana in Germania è molto apprezzata. Purtroppo non è sempre originale: spesso infatti non è fatta dagli italiani. Questo è un punto da migliorare, anche grazie a premi come quello dell’Ospitalità Italiana. Marchi e premi che si dovrebbero più mettere in vista. Così si può cercare di seguire un progetto per migliorarci in questo campo: un ristorante italiano dovrebbe essere italiano, bisogna consigliarlo e comunicarlo. Questo è il progetto da portare a termine. Tag:Francoforte, Luciano Piroddi, Made in Italy, Marchio Ospitalità, Michele Piroddi, Ristorante Sardegna Box: Il marchio per i ristoranti Italiani Due motivi [anche economici] per diventare un’impresa a impatto zero it_germania | 4 marzo 2013 | Commenta “I vantaggi di essere una GBE Factory sono molti: prima di tutto l’abbattimento dei costi per l’energia. In secondo luogo la comunicazione: perché se sei un’azienda a impatto zero, puoi comunicarlo. E questo oggi è molto importante.” Lo affermano Roberto Udali e Federica Maria Veronesi di ForGreen, partner tecnico di GBE Factory ed azienda specializzata nella fornitura di modelli e servizi per la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. Li abbiamo incontrati e intervistati a Enertec, uno dei più importanti saloni dell’energia in Europa, dove le aziende interessate a ridurre il proprio impatto sull’ambiente hanno incontrato 50 fornitori di tecnologie e soluzioni green. Il matchmaking è stato promosso da GBE Factory, il progetto europeo che spiega alle aziende come creare profitto investendo nelle energie rinnovabili. Ai rappresentanti di ForGreen abbiamo chiesto quali sono i vantaggi di far diventare la propria impresa un GBE Factory, ovvero un’impresa a impatto zero. Ecco cosa ci hanno risposto. ForGreen: perché partecipare a GBE Factory? Una presentazione: obiettivi e attività della ForGreen ForGreen è una compagnia italiana di base a Verona. Lavoriamo nel campo delle energie rinnovabili, come EPC contractor, general contractor e operations & maintenance contractor. Attualmente ci occupiamo di sistemi fotovoltaici, cogenerazione, raffrescamento solare e biogas. Siamo attivi in Italia da 5 anni e abbiamo sviluppato e investito in numerosi impianti fotovoltaici, impianti su tetto e parchi solari. Quali sono i vantaggi nel partecipare a GBE Factory? ForGreen è il partner tecnico di GBE, un progetto molto importante per noi in quanto ci ha dato l’opportunità di avere un’ampia visione del mercato europeo dell’energia. Nello specifico delle energie rinnovabili. Abbiamo avuto la possibilità di scambiare idee e condividere alcune opportunità con partner tecnici e istituzionali. Così da sviluppare il mercato e condividere le best practices. —————————————————————————Per il team di GBE è molto importante condividere l’esperienza del progetto. I vantaggi sono molti: prima di tutto sul costo dell’energia, che si può ridurre con questo sistema. In secondo luogo per la comunicazione. Perché se sei un’azienda a impatto zero, puoi comunicarlo. E questo è molto importante per il nuovo mercato e i nuovi media. Tag:Enertec, ForGreen, GBE Factory, impresa a impatto zero Box: Come rendere la tua impresa a impatto zero Phillip Küpper: “A Lipsia ho raccontato alle imprese come evitare l’aumento dei costi energetici” it_germania | 6 marzo 2013 | Commenta “Le aziende tedesche e dei paesi confinanti si stanno rendendo conto che presto finiranno per pagare molto di più l’energia che utilizzano” Phillip Küpper è amministratore delegato di PV2 Energie, l’azienda tedesca che si occupa di installazione dei pannelli solari che abbiamo intervistato alla fiera Enertec di Lipsia[di Enertec, il salone dell'energia, ne abbiamo già parlato qui]. PV2 Energie era presente ad EnerTec per partecipare al matchmaking organizzato da GBE Factory, il progetto che promuove la sostenibilità ambientale delle aziende europee. L’obiettivo di PV2 Energie era quello di individuare le aziende che cercano soluzioni per risparmiare sulla bolletta energetica, nella prospettiva neanche troppo lontana in cui le imprese “finiranno per pagare molto di più l’energia che utilizzano”. Secondo Küpper sono due le ragioni per cui il costo dell’energia sta salendo in Germania: le tasse e gli incentivi per le energie rinnovabili. Ce le racconta meglio all’interno dell’intervista. Perché partecipare a GBE Factory? Per incontrare aziende che vogliono risparmiare sul conto energia Una presentazione: obiettivi e attività della PV2 Energie Siamo un’azienda tedesca, ci occupiamo dell’installazione di pannelli solari e lavoriamo come EPC contractor. La nostra principale attività consiste nell’installare pannelli solari chiavi in mano per piccole e medie imprese. Realizziamo quindi impianti fotovoltaici sui tetti di aziende di piccole e medie dimensioni. —————————————————————————- Quali sono i vantaggi nel partecipare a GBE Factory? Siamo venuti qui, ovviamente, per incontrare potenziali clienti. Aziende tedesche ma anche provenienti dai paesi confinanti con la Germania come l’Olanda e l’Austria, aziende che consumano molta energia. Qui stiamo cercando imprese che vogliono risparmiare energia o soldi sulla bolletta facendo ricorso a fonti di energia rinnovabili, ad esempio installando pannelli solari sui loro tetti. In particolare in Germania, i costi dell’energia stanno salendo. Così le aziende si stanno accorgendo sempre di più che presto finiranno per pagare molto di più per l’elettricità. In primo luogo perché le tasse stanno salendo. In secondo luogo, soprattutto perché gli incentivi per le energie rinnovabili in Germania influenzano molto la bolletta dell’elettricità. È per questo che le aziende arrivano qui, per cercare delle opportunità di risparmio. Sono venuto a conoscenza di questo evento su internet, cercando eventi sulla sostenibilità dove le imprese abbiano la possibilità di informarsi sulle opportunità di ridurre i costi dell’energia. Tag:Enertec Lipsia, Fotovoltaico, GBE Factory, Phillip Küpper, PV2 Energie Box: Come rendere la tua impresa a impatto zero Quando i cittadini producono e gestiscono energia pulita: la storia dell’azienda energetica di Schönau Ulrike Griesser | 5 marzo 2013 | Commenta Dal 1997 una cooperativa di 650 soci gestisce produzione e distribuzione dell’energia a Schönau, una cittadina nel cuore della Foresta Nera, e su tutto il territorio nazionale. È la Elektrizitätswerke Schönau (EWS), un’azienda che ha deciso di coinvolgere tutta la cittadinanza nella produzione e nella gestione di uno dei beni più importanti al giorno d’oggi: l’energia. “Grazie al programma di sviluppo della EWS, sono stati realizzati circa 1800 impianti di produzione di energia elettrica gestiti dai cittadini (solare, cogenerazione, mini-idroelettrico, eolico e a biomassa)” A raccontarci questa e altre caratteristiche dell’azienda è Eva Stegen, direttrice della comunicazione dell’EWS, in un’intervista che ripercorre la storia e le idee che hanno fatto nascere questo progetto. A gestire la Elektrizitätswerke Schönau è una cooperativa, attorno alla quale ruotano associazioni di cittadini. Una rete collega gli impianti produzione di energia da fonti rinnovabili di piccole dimensioni: dai pannelli fotovoltaici sul tetto delle abitazioni al mini-idroelettrico. Mentre le associazioni e la stessa cooperativa organizzano serate informative e seminari di discussione. Così a Schönau si vede svilupparsi un’altra rete: quella che collega le idee dei cittadini sul tema energia. Chi siete e qual è la vostra missione? Offerte e informazioni complete su come ottimizzare il consumo energetico, [questa è la nostra missione]. La EWS è nata dal movimento antinucleare dei cittadini di Schönau. La nostra origine garantisce quindi per l’obiettivo dell’azienda: sviluppare con tutte le forze un approvvigionamento energetico che sia ecologico, sostenibile e affidabile. L’obiettivo dei 650 soci dell’EWS non è quello di massimizzare il profitto. Con la loro azienda vogliono investire nel futuro: per una energia libera dal nucleare e indipendente. Abbiamo dunque lo stesso obiettivo dei nostri clienti: vogliamo cambiare qualcosa! Attraverso quali strategie realizzate la vostra missione? Dal 1 luglio 1997 la EWS gestisce la rete elettrica di Schönau. Con la liberalizzazione del mercato dell’energia, nel 1998, la EWS ha iniziato a offrire energia pulita, inizialmente a Schönau e successivamente su tutto il territorio nazionale. Il numero di utenti, in 13 anni, si è moltiplicato: da 1.700 a 115 mila. L’energia elettrica proviene da fonti rinnovabili e impianti di cogenerazione, impianti cittadini e rispettosi dell’ambiente. La bolletta della EWS contiene un “Sonnencent” [it: centesimo solare] per lo sviluppo di piccole centrali elettriche, nuove ed ecologiche, in mano ai cittadini. Grazie al programma di sviluppo della EWS, sono stati realizzati circa 1800 impianti di produzione di energia elettrica gestiti dai cittadini (solare, cogenerazione, mini-idroelettrico, eolico e a biomassa). La EWS, inoltre, informa e sensibilizza la cittadinanza. Come si contraddistinguono le vostre strutture di governance? Dalla fondazione della EWS, abbiamo creato 80 nuovi posti di lavoro, di cui la maggior parte nella distribuzione nazionale dell’energia. In quanto azienda di formazione abbiamo attualmente due tirocinanti. Dopo il disastro di Chernobyl, a Schönau è nata l’associazione Eltern für atomfreie Zukunft e.V. [it: Genitori per un futuro senza nucleare]. L’associazione assiste i bambini malati di Chernobyl e organizza eventi informativi. La Förderverein für umweltfreundliche Stromverteilung und Energieerzeugung Schönau im Schwarzwald e.V. [it: Associazione di sostegno per la distribuzione e produzione di energia sostenibile Schönau im Schwarzwald] informa la cittadinanza su temi legati all’energia e organizza, tra le altre cose, gli “Stromseminare“, seminari sull’energia che si tengono a Schönau. Alla cooperativa Netzkauf EWS eG appartengono le seguenti aziende: Elektrizitätswerke Schönau Vertriebs GmbH Elektrizitätswerke Schönau Netze GmbH Elektrizitätswerke Schönau Direkt GmbH Elektrizitätswerke Schönau Energie GmbH L’assemblea generale della Netzkauf EWS eG, costituita da tutti i membri della cooperativa, è proprietaria dell’azienda e nomina un comitato direttivo che ha il compito di sorvegliare sulle linee guida e sulle finalità dell’impresa e di controllare le società operative della Elektrizitätswerke Schönau. La EWS oggi si struttura in 4 aziende legalmente indipendenti: la Elektrizitätswerke Schönau Vertriebs GmbH è responsabile della fornitura di luce e gas, la Elektrizitätswerke Schönau Netze GmbH gestisce la rete elettrica e quella del gas così come anche altre reti al di fuori del comune di Schönau. La Elektrizitätswerke Schönau Direkt GmbH è responsabile della commercializzazione dell’elettricita dagli impianti cogenerativi, la Elektrizitätswerke Schönau Energie GmbH si occupa della realizzazione e gestione degli impianti di produzione di energia elettrica. Scheda Tecnica Nome della organizzazione: Elektrizitätswerke Schönau Indirizzo: Friedrichstraße 53/55, Schönau Sito web: www.ews-schoenau.de Nome dell’intervistata: Eva Stegen Tag:Elektrizitätswerke Schönau, energie rinnovabili, Eva Stegen, Fotovoltaico, Schönau Box: Osservatorio sull'impresa sociale
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Foto da qui: flickr/Giuseppe Moscato