TRA ART`È E FMR, UN MATRIMONIO
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TRA ART`È E FMR, UN MATRIMONIO
Dalla fusione tra Art’è e Franco Maria Ricci nasce il gruppo Fmr, che si prepara ad allargare il mercato in nuovi Paesi, soprattutto Stati Uniti e Francia. Alle spalle c’è la storia della casa d’arte di Marilena Ferrari e della casa editrice di Franco Maria Ricci, che fonda FMR nel 1982. Ecco come Marilena Ferrari ricostruisce per east una storia per molti versi unica nel panorama dell’internazionalizzazione societaria Tra Art’è e Fmr, un matrimonio d’arte LEADER GLOCALISTI 2 a cura di Antonio Barbangelo un "tassello" che rappresenta bene la È cultura e l'arte italiana nel mondo. Dietro al quale si sono intrecciate due storie imprenditoriali che hanno puntato sul mare magnum del "sapere" e del "bello" generati nella Penisola. La prima inizia a metà degli anni Sessanta, quando Franco Maria Ricci fonda la sua casa editrice; e successivamente (marzo 1982) crea un periodico d'arte unico nel suo genere: “FMR”, insieme a un gruppo di autori che si raccoglie intorno alla figura dell'editore, designer e bibliofilo parmense. La seconda storia parte nel 1992, quando a Firenze prende vita Art’è, casa d’arte contemporanea, fondata da Marilena Ferrari insieme a Fabio Lazzari e Davide Bolognesi. L'anno successivo la sede commerciale e legale di Art'è si trasferisce a Bologna; nel 2000 la casa d'arte sbarca in Borsa. E due anni dopo acquisisce la casa editrice Franco Maria Ricci. Si incontrano così due realtà profondamente innamorate della cultura e del'arte (italiana, ma non solo). All'inizio di quest'anno l'ultimo passaggio: la fusione tra Art’è e la Franco Maria Ricci. Prende vita il Gruppo Fmr: 42 milioni di fatturato nel 2007 (+ 13,7%), un margine operativo lordo di 6,8 milioni (+ 45,8%) e 174 dipendenti. La quota di fatturato all'estero è di circa il 20 percento. Unica sede operativa, amministrativa e legale a Bologna. “In mezzo a queste date, passa un quarto di secolo in cui la raffinata copertina nera 129 TRA ART’È E FMR, UN MATRIMONIO D’ARTE di “FMR” si è fatta apprezzare in tutti i continenti”, osserva Marilena Ferrari, presidente del gruppo Fmr. “Oggi abbiamo 25.000 abbonati in circa 100 Paesi. La rivista in questi anni ha ospitato contributi editoriali e scientifici, firmati da nomi come Ernest Gombrich, André Chastel, Michel Butor, Giuliano Briganti, Federico Zeri, Alberto Arbasino, Cecil Beaton, Jorge Luis Borges, Italo Calvino, Jean Clair, Umberto Eco, Pierre Klossowski, Alvar Gonzalez Palacios, Pierre Rosenberge e Jean-Pierre Vermont”. Franco Maria Ricci, nato a Parma nel 1937 – che ha pubblicato anche numerosi libri in francese, inglese, tedesco, spagnolo, russo e portoghese – è stato indicato da Le Figaro come “il più grande editore d’arte del mondo”. Quanto alla rivista “FMR”, che Federico Fellini definì “la perla nera dell’editoria mondiale”, costituisce oggi solo una parziale quota della produzione della “casa” guidata da Marilena Ferrari. Il 95% del fatturato del Gruppo Fmr, infatti, è dato dalla realizzazione e distribuzione di opere d’arte a tiratura limitata, e dai “libri d’artista” a tiratura limitata. Si parla di “pezzi” che valgono dai 2.000 ai 100.000 euro. “Il nostro potenziale target di riferimento è rappresentato da privati nel mondo, che appartengono alla fascia economica alta e molto alta”, riprende Ferrari, “per cui il bello è una scelta di vita. Persone che cercano prodotti esclusivi, di lusso sartoriale, e che si sentono protagonisti di un progetto artistico e culturale di grande portata”. Tra i riconoscimenti ricevuti da Ferrari, nel 2004 figura il premio “Donna per la cultura nel mondo”, ricevuto dalle mani di Tara Gandhi (nipote del Mahatma Gandhi); due anni prima riceve il premio “Marisa Bellisario”; e nel 2001 a Madrid ritira “The Leading Women Entrepreneurs of the World”, assegnato alle 40 imprenditrici più importanti del mondo. Vediamo alcuni passaggi cruciali di questo “made in Italy” un po’ particolare. Libri d’arte e cultura. Come ha iniziato? La passione per l’arte si sviluppò lavorando per l’Istituto Treccani. Sono stata nell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, fondato da Giovanni Treccani, dal 1985 al 1995. Mi sono occupata di distribuzione e 130 marketing. Per tre anni – dal 1992 – ho continuato a lavorare per l’Istituto Treccani, pur avendo già fondato Art’è. Ha lavorato per la storica “Enciclopedia” solo in Italia? Non solo in Italia. Nel 1989 andai negli Usa e fondai una società: la Enap, incaricata della distribuzione dei prodotti Treccani. Non era facile proporre al pubblico americano i 25 volumi in lingua italiana della famosa “Enciclopedia”. Ma devo dire che la Treccani era un’opera conosciuta negli Usa; nelle maggiori università e nelle più importanti biblioteche i 25 volumi italiani non mancavano. Prima di acquisire la casa editrice Franco Maria Ricci, vi siete quotati in Piazza Affari... Esatto. Alla fine del 1999 Art’è opera con una rete di 150 art promoter, collabora con gli artisti più prestigiosi dell’arte contemporanea, e realizza le proprie opere attraverso un circuito di artigiani d’arte. Avevamo ricavi per 25,8 milioni di euro e un database di 20.000 clienti. Insieme agli altri due soci fondatori, Fabio Lazzari e Davide Bolognesi, e con Private Equity Partners – entrata in capitale – decidiamo di avviare il processo di quotazione in Borsa. Il 31 maggio 2000 Art’è Spa si quota sul Nuovo Mercato di Borsa Italiana. Poi è avvenuto il matrimonio con la casa editrice. Come mai? Nel 2002 abbiamo fatto questa scelta, tenuto conto della notorietà internazionale del marchio Franco Maria Ricci. Per lo straordinario know-how produttivo nel settore dell’editoria di pregio e delle riviste d’arte. Aveamo un patrimonio iconografico di oltre 60.000 immagini detenuto dall’editore. È così che nasce il gruppo Fmr–Art’è, che opera in Italia, Spagna e, grazie all’acquisizione della casa editrice, anche in Francia. Cosa cambia per voi, dopo questa perazione? Ampliamo l’offerta al pubblico, affiancando alle opere d’arte e ai libri d’artista a tiratura limitata, l’editoria di pregio e la rivista d’arte “FMR”. La rivista viene distribuita in abbonamento, ma anche attraverso le librerie. Dopo l’acquisizione della casa editri- LEADER GLOCALISTI 2 ce, il gruppo avvia una serie di operazioni per razionalizzare i costi. Obiettivo: destinare nuove risorse alla crescita in Italia, Francia e Spagna e al lancio in nuovi Paesi. Quando avete acquisito la casa editrice, la rivista “FMR” veniva pubblicata solo in italiano? No. Era già distribuita nel mondo in tre lingue, oltre all’italiano. La rivista nacque nel 1982, l’edizione inglese era stata varata l’anno dopo, quella in francese nel 1984, e quella in spagnolo nel 1986. Chi è il lettore-tipo? Sia in Italia che in altri Paesi dove viene distribuita, “FMR” è un punto di riferimento di una cerchia intellettuale colta e avvertita; ma anche di una sorta di "confraternita" di lettori che si riconoscono nella spiccata curiosità intellettuale e in una comune visione dell’arte e della cultura. tà dello sguardo, con l’avvento di una nuova generazione di straordinari autori di fotografia, quali Candida Höfer, Pino Musi, Gabriele Basilico, Luca Campigotto, Aurelio Amendola, Ursula SculzDornburg, Marco Delogu, Lawrence Beck Marco Introini, Daniele De Lonti. Puntate anche sulla pubblicità? Sì. Stiamo operando sulla raccolta pubblicitaria. Ma non è cosa semplice. Diciamo che oggi la rivista in un certo senso è il nostro “portavoce”; una sorta di "regalo" che facciamo al nostro pubblico. I costi di produzione sono molto alti. E non possiamo scendere con la qualità, altrimenti questo prodotto editoriale avrebbe senso di esistere. Un abbonamento costa 490 euro all’anno, per 12 numeri. Cifre del tutto diverse dai nostri libri d’arte, che costano dai 2.000 ai 100.000 euro ciascuno. Cos’è la rivista bianca “FMR”? Dal 2008 nasce la “rivista bianca Fmr”. È la sorella della versione nera, e ha lo scopo di riflettere sui temi della cultura contemporaSì, è vero. Sono circa 100 Paesi. nea, dal Novecento a oggi. Mentre la classica Abbiamo 25.000 abbonati; ma ci sono Paesi rivista con la copertina nera continuerà a dove vengono vendute solo poche decine di occuparsi di arte antica. Quindi, da quest'ancopie. Per esempio, in Sud Africa, o in alcu- no passiamo da 6 a 12 numeri all'anno. ne nazioni dell’Estremo Oriente. Abbiamo sei numeri di “FMR” nera e sei di “FMR” bianca, a mesi alterni. È vero che avete abbonati in circa 100 Paesi? Vediamo qualche cifra... Pubblichiamo circa 8.000 copie in italiaLa Spagna è stato il primo Paese estero che avete considerato con interesse. Perché? no, 10.000 in lingua francese, 5.000 in spaNoi facciamo dei prodotti culturali. La gnolo e circa 2.000 copie in lingua inglese. Spagna è il Paese più vicino a noi come I Paesi che contano il maggior numero di abbonati sono Spagna, Italia, Usa e Francia. mentalità e anche come origine storica. A Madrid, nel 2000, nasce la società Advenia, Quanti abbonati avevate nel 2002, quando con l’obiettivo di replicare in terra iberica il è avvenuta l'acquisizione di Fmr? modello di business di Art’è. Erano all'incirca 15.000. La rivista era Come mai un nome diverso dal vostro marin perdita. Teniamo conto che è un prodotchio? to molto costoso. Poi abbiamo deciso di Non poteva essere registrato il marchio fare una rivisitazione dei contenuti, manteArt'è. Nel marchio c'è un accento e un aponendo l'alto livello di qualità conosciuto strofo, che è un elemento molto italiano. dal pubblico. Sotto l’attuale direzione di Flaminio Gualdoni, la formula di “FMR” si All'estero diventava un po' complicato. Ecco rinnova, riportando in primo piano la qua- perché Advenia. lità dei contributi letterari e scientifici. Riguardo alla vostra presenza in Francia... Oggi il break even è stato raggiunto. In Francia era già presente Franco Maria Avete effettuato cambiamenti dal punto di Ricci, con una società a Parigi, nata negli vista grafico? anni Settanta. Oggi le nostre società estere Certo. È stata aggiornata anche la quali- hanno il nome Fmr. 131 TRA ART’È E FMR, UN MATRIMONIO D’ARTE politici e amministrativi in alcuni Stati facevano di tutto per ostacolarci. Talvolta, come, per esempio, in Guatemala, le cose sono Dipende dall'opera proposta. La media va andate abbastanza bene. Ma in altri casi c'eda 180 a 270 copie. In alcuni casi si arriva a rano situazioni paradossali. Come in Liberia, un massimo di 975 copie. Spesso produciamo dove avevamo a che fare con l'ex presidente libri in poche decine di copie. Charles Taylor, che ordinava alle proprie milizie atti di cannibalismo nei confronti dei Un esempio... nemici e dei soldati Onu. Come si fa a opeL'ultimo nostro prodotto: è un libro su rare in una situazione così? Michelangelo scultore. Un'opera di altissimo E dopo l'esperienza umanitaria all’estero? pregio. In tutto, 33 esemplari, che saranno Dopo l'esperienza umanitaria all'estero, venduti in Italia, Spagna e Stati Uniti. mi sono dedicata ad attività nell’ambito del Come individuate i potenziali clienti? sociale e della formazione in Italia. Una delle La nostra società è dotata di un database ultime iniziative? Una borsa di studio trienprospect, che viene gestito e alimentato con- nale – che inizia quest’anno – per otto stutinuamente. Il database è fondamentale per il denti cileni, quattro donne e quattro uomini. lavoro degli art promoter. In totale sono 250 Il punto importante, in questo tipo di iniziapersone, che operano tra Italia e Spagna. Da tive, è cercare di realizzare qualcosa di connoi un art promoter è un professionista della creto. Qualcosa di cui sia possibile vedere e vendita, con particolare esperienza anche del verificare i risultati. settore artistico e culturale. A loro è affidato il compito di trasformare i clienti potenziali in clienti. Abbiamo considerato la rivista. Passiamo ai libri d'arte. Quante copie producete per ogni opera? Quali sono i mercarti che pensate di sviluppare ora? Prima di tutto, Francia e Usa. Qui cerchiamo clienti di livello molto alto. Diciamo clienti potenziali per prodotti da 100.000 euro. Attualmente opera un promoter in Canada e tre si muovono in Francia. Vorremmo arrivare a otto art promoter negli Stati Uniti; finora ne abbiamo tre. E ne cerchiamo uno in Russia. Bastano pochissime persone molto preparate per svolgere questa attività. Non dobbiamo certo penetrare i mercati. Dobbiamo solo sorvolarli. Quanti clienti avete in totale nel mondo? Abbiamo circa 50.000 clienti. Tra i riconoscimenti che ha avuto, va annoverato anche il Premio Unicef. Ce ne può parlare? È un premio ricevuto nel 2007, per i progetti a favore dell'infanzia; la raccolta di fondi per la scuole in alcune aree molto povere. Cosa è accaduto? Dal 1998 al 2002 ho partecipato alle attività di allocamento fondi derivanti dai concerti di Luciano Pavarotti, con il Pavarotti & Friends. Sono stata in diversi Paesi. Esperienze molto belle, ma anche molto brutte. Perché i responsabili 132 I NUMERI DEL GRUPPO FMR Anno di nascita: Fusione nel 2008 (Franco Maria Ricci, fondata nella metà degli anni Sessanta; Art'è nata nel 1992). Fatturato: Nel 2007, 42 milioni di euro Utile netto consolidato: (margine operativo lordo): 6,8 milioni Dipendenti: 174
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