Notiziario 2009 2 MAB
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Notiziario 2009 2 MAB
2009—2 Informazioni ai Soci CLUB VEICOLI MILITARI STORICI NOTIZIARIO WWW.CVMS.IT MAB M E Z Z I A R M I B A T T A G L I E LETTERA DEL PRESIDENTE Cari amici, l’anno è iniziato con un grande entusiasmo da parte di tutti e con grandi raduni che ci hanno visto a Colico ed in Normandia per i raduni di più giorni, ma anche alla Caserma Santa Barbara di Milano, a Lecco, a Seregno ed in tanti altri posti dove i nostri soci hanno partecipato sempre in grande numero. In particolare in Normandia il nostro Club ha potuto presentarsi al mondo del collezionismo di veicoli militari con una bella selezione di mezzi ed impeccabili uniformi, ma, soprattutto, dimostrando come siamo uniti ed efficienti nel gestire i soci e gli amici degli altri club in una manifestazione così importante e vasta. Un grande ringraziamento all’ ASI che ci ha aiutati nell’organizzazione ed a tutti gli amici degli altri club italiani che hanno condiviso con noi la felicità di partecipare a questa importante commemorazione. Con piacere vi comunico che sempre più nuovi amici si iscrivono al nostro Club apportando nuovi mezzi e in alcuni casi molta esperienza nel settore. L’ASI, nella persona dell’avvocato Loi, sta lavorando per portare le revisioni dei veicoli storici dall’anno attualmente previsto, ai due anni e, speriamo molto presto agli sperati quattro anni, permettendo una vita migliore a tutti i soci ed in particolare a coloro che posseggono più di un mezzo che attualmente passano il tempo che una volta dedicavano ai raduni presso le autofficine autorizzate alla revisione. Sono onorato di segnalarvi che il nostro Club ha partecipato all’iniziativa promossa dall’ASI per la costruzione di un edificio scolastico in Abruzzo nelle zone terremotate con un contributo di 500,00 euro. Mi risulta che praticamente tutti i club aderenti all’ASI hanno aderito all’iniziativa e l’ASI contribuirà per una cifra massima di 250.000,00 euro, cosa dire: “grazie a tutti”. Vi ricordo che nella comunicazione del 21/5/2009 l’ASI ci ha informato che il Consiglio Federale ha deliberato che a partire dal 1° luglio 2009 per l’ottenimento dell’attestato di datazione e storicità, occorrerà versare all’ASI un rimborso spese corrispondente a 20,00 euro per le auto e 10,00 euro per le moto. I club federati dovranno pertanto riscuotere dai tesserati che ne faranno richiesta le sopracitate somme per ogni domanda di attestato inviando l’importo ASI unitamente alle domande. Un saluto a tutti. Il Presidente Enrico Paggi CLUB VEICOLI MILITARI STORICI INDICE DEGLI ARGOMENTI ♣Lettera del Presidente ♣Indice degli argomenti ♣9—10 Maggio 2009—Raduno di Colico ♣Manifestazioni 2009 ♣2 giugno 2009—Raduno di Filago ♣Colico 2009—Filago 2009 ♣Foto raduni ♣Cartoline dai Soci: Emozioni Normanne ♣Normandia: Commenti di un viaggio ♣Sherman ! ♣Giugno 2009 Normandia ♣3-7 luglio 2008: Raduno Valli Ossolane ♣Heinkel HE 177 Grief ♣Il Carro Armato del Negus ♣Browning Mod. 1919 Cal. 0,30 ♣Operazione Kubelwagen ♣Giugno 2009 Normandia ♣Raduno di Colico ♣Mercatini borse scambio militaria ♣Foto raduni di Colico e Lecco ♣Cerco, Compro, Vendo ♣Foto di copertina Pag. 1 Pag. 2 Pag. 3 Pag. 4 Pag. 5 Pag. 6 Pag. 7 Pag. 8 Pag. 9 Pag. 10-16 Pag. 17-18 Pag. 19-20 Pag. 21-22 Pag. 23 Pag. 24 Pag. 25-26 Pag. 27 Pag. 28 Pag. 29 Pag. 30 Pag. 31 Pag. 32 Redattore: Cosimo Prototipo Articoli di carattere storico: Enrico Paggi, Cosimo Prototipo Resoconti delle manifestazioni: i Soci CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. 9—10 MAGGIO 2009 - RADUNO DI COLICO Due belle giornate sotto un sole generoso ed una organizzazione impeccabile hanno contraddistinto questo raduno dedicato ai mezzi tradizionali ed agli anfibi. Ci siamo ritrovati a Como in una bella caserma ormai declassata a magazzino, dove un folto gruppo di ex-autieri ci ha offerto un rinfresco nell’attesa che tutti raggiungessero il punto di ritrovo. Verso l’ora di pranzo una cinquantina di vetture era ben allineata nel cortile della caserma, ma prima di raggiungere Colico un buon rancio è stato servito ai presenti. Nel primo pomeriggio tutti in marcia e ad una velocità ideale che oscillava tra le 20 e le 30 miglia orarie, permettendoci di ammirare con tutta calma il lago e le belle ville, siamo arrivati a Colico, dove erano già state scaricate due autoblinde: una Ford M8 ed una Ferret MK2 che abbiamo portato, con grande soddisfazione, al forte di Pian di Spagna, in attesa della festa del giorno successivo. Dopo esserci sistemati nel bell’albergo sulla riva del lago ci siamo subito precipitati a mangiare un lauto pasto, durante il quale la conversazione generale si è concentrata sull’incredibile scorta di motociclisti ed auto dei Carabinieri, della Polizia Stradale e della Polizia Locale che si sono susseguiti con impeccabile sincronia su tutto il percorso. Al mattino, come sempre, ci siamo subito portati ai mezzi ed avviati verso il vecchio campeggio che ha ospitato per la notte i nostri “soldati veri” che hanno dormito in tenda. Due Ford GPA, due Schwimmwagen ed un Duck si sono tuffati nel lago facendo provare la sensazione di guidare un’auto in acqua a tutti i numerosi presenti. Verso l’ora di pranzo il profumino di salamelle che arrivava dal Forte ci ha convinti ad abbandonare il gioco acquatico e precipitarsi verso i fornelli. Grande festa: il buon Antonio Trotti responsabile del Museo della Guerra Bianca e Curatore del forte oltre ad aver sponsorizzato i trasporti dei mezzi pesanti ha anche organizzato un ottimo banchetto e con la sua solita ospitalità ha fatto o rifatto visitare la fortezza a tutti gli interessati. Il tempo è passato molto velocemente come sempre quando ci si diverte e purtroppo nel primo pomeriggio, dopo aver ricaricato le autoblinde siamo tornati a casa. Un ringraziamento a Diego che sicuramente ha tanto tribolato per i permessi e le scorte per farci passare queste belle giornate ed a Cesare che risolve immancabilmente i problemi in tutte le caserme del mondo. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. MANIFESTAZIONI 2009 Di seguito diamo indicazioni di massima. Per informazioni più dettagliate vi invitiamo a controllare la pagina Raduni 2009 o le News della pagina iniziale del nostro sito, www.cvms.it, in continuo aggiornamento, o contattare la sede del Club. Non mancheranno avvisi a mezzo posta in caso di particolare importanza dell’iniziativa in programma. E’ importante rammentare di comunicare sempre per tempo eventuali vostre iniziative, al fine di consentirci una programmazione degli eventi. Se siete intenzionati a partecipare ad un raduno è necessario comunicare il proprio nominativo, tipo di veicolo e numero di partecipanti almeno dieci giorni prima dell’evento alla sede del club o, se indicati, ai numeri di telefono degli organizzatori. RADUNI CVMS 2009 11-13 Settembre 2009 : Val Badia—V° Raduno Internazionale Veicoli Militari Storici Organizzazione e programma: Werner Crazzolara SEGNALAZIONE DI ALTRE MANIFESTAZIONI BORSE SCAMBIO CON STAND CVMS 31 OTTOBRE 1 NOVEMBRE 2009 : Militaria — Novegro MI CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. 2 GUGNO 2009 - RADUNO DI FILAGO Commemorazione Festa della Repubblica a Filago 2 giugno 2009 All’inizio dell’anno siamo stati contattati dai responsabili dell’associazione Combattenti e reduci di Filago BG per avere la nostra disponibilità ad effettuare una sfilata commemorativa per il 2 giugno, Festa della Repubblica. Nonostante nello stesso periodo diversi soci si trovavano in Normandia per commemorare il più grande sbarco alleato in Europa, il sottoscritto riusciva a coinvolgere una trentina di soci che di buon mattino si sono recati all’appuntamento al casello di Capriate dove ad attenderci c’erano un gruppo di centauri, i quali ci hanno scortato fino al piazzale di Filago dove ci è stata offerta la colazione. Poi abbiamo sfilato in Filago senza tralasciare un percorso tra i campi e siamo arrivati in paese tra ali di folla che applaudiva al nostro passaggio. Abbiamo assistito all’alza Bandiera. Più tardi tutti al parco giochi dove veniva celebrata sul campo la Santa Messa alla presenza di autorità civili, militari e con la nostra partecipazione. Per la manifestazione è stata invitata l’associazione nazionale Autieri, Arma Trasporti e Materiali rappresentata dal Vicepresidente Nazio- nale Generale Giovanni Cocuzzella, che dopo i saluti ha spiegato ai presenti la storia del corpo degli Autieri di cui anche lo scrivente e diversi soci del nostro club ne fanno parte. Particolare interessante della manifestezione è che il Sig.Sindaco ha consegnato ai giovani diciottenni una copia della costituzione ed il sottoscritto ha donato loro in ricordo della manifestazione, una gavetta dove i loro padri durante il servizio militare hanno consumato senz’altro qualche pasto. A mezzo giorno tutti a pranzo a degustare le specialità offerteci dagli organizzatori, abbiamo anche gustato le ciliegie portate dal nostro socio Maino Sergio. Gli organizzatori hanno donato degli interessanti volumi con la storia dei cittadini di Filago che hanno prestato servizio Militare durante le due guerre mondiali. Finito il pranzo siamo stati scortati lungo l’alveo del fiume Brembo dove tra sterrati e dune sabbiose i partecipanti hanno dato sfogo alle loro capacità fuoristradistiche, dopo i saluti e i ringraziamenti tutti a casa in attesa del prossimo raduno. Tanti ringraziamenti agli organizzatori. SPINARDI CESARE CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. COLICO 2009 FILAGO 2009 CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. www.cvms.it E’ l’indirizzo del sito internet del nostro Club, curato e aggiornato dal “web master” Danilo Giacomazzi, socio del Club. Visitate le nostre pagine sul web. La pagina iniziale e quella dei Raduni dell’anno in corso, sono aggiornate, con appositi avvisi, appena possibile, con le date dei raduni, con le informazioni necessarie per la partecipazione, e con le foto dei raduni che nel frattempo si sono svolti. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. CARTOLINE DEI SOCI Emozioni Normanne L'avventura Normanna ha avuto il sapore fresco e brillante della rugiada posata sui vetri e sul canvas dei sedili di prima mattina. La prima scintilla di vita di questi sessantacinquenni motori che andava a turbare la quiete agreste del nostro Moulin de la Chasse. Le nostre ruote hanno spostato quegli stessi esatti granelli di sabbia sferzati dalle Maschinengewehre tedesche, e le nostre gocce d'olio hanno immeritatamente lordato lo stesso suolo, dove invece solo il sangue deve rimanere a ricordo del sacrificio di tanti giovani. ...La nostra Normandia è senz'altro stata divertimento, e gioia, e grandi panorami (irripetibile lo scorcio di Arromanche con la tempesta che scorre sul mare...), ma anche un'occasione storica per rivivere la storia. L'interesse svogliato della vacca francese e del suo vitellino che, mattina dopo Maurizio Beretta mattina, ci han visto affrontare la strada con l'ingenuo entusiasmo di chi vuole vivere ogni singolo minuto di questa bellissima avventura. Le sterzate ardite tra le curve di queste strade secolari, calcate all'epoca della nascita dei nostri mezzi da migliaia di stivali umidi dell'acqua e del sangue delle cinque spiagge di Overlord. Abbiamo tante volte seguito strade chiamate ancora oggi Rue des Alliés, oppure Avenue des Libérateurs...e sfido chiunque a non aver pensato neanche per un istante che la stessa strada, nel lontano 1944, aveva convogliato il primo anelito di Libertà per la nostra martoriata Europa. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. NORMANDIA COMMENTI DI UN VIAGGIO Siamo partiti la domenica mattina all’alba da Varese e solo dopo 1.250 Km siamo finalmente arrivati a ISIGNY SUR MER dove una splendida fattoria fortificata del ‘500 era pronta ad accoglierci con la sua fantastica famiglia di agricoltori. Il giorno successivo subito in marcia girovagando per le spiagge della Normandia con grande invidia verso quegli ancora sporadici autisti di vecoli militari che sfrecciavano allegramente per le piccole vie lungo la costa. Il giorno successivo i primi amici del club finalmente sono arrivati ed insieme incominciamo a girare per i negozietti di ricambi o vestiario militare sperando come sempre di fare buoni affari. Finalmente arriva la bisarca e con Bianca e Giorgio, sotto l’ attenta organizzazione di Andrea, ci precipitiamo al campeggio di Isigny, zona di scarico delle nostre amate “ragazze”. Finalmente arrivano e con il solito amore le scarichiamo aiutati da tutto il nostro gruppo di “sciamannati” : Gianluca, Roberto, Andrea, Luca. Le macchine vengono rimontate e con una incredibile efficienza le auto senza ancora un padrone vengono distribuite nei vari luoghi di parcheggio. L’entusiasmo è a mille, l’adrenalina anche. Il mercoledì formiamo la prima colonna di mezzi, con un particolare, Gianluca e Roberto durante la notte hanno subito una metamorfosi Kafkiana, adesso sono due moicani: un taglio attento dello scalpo, che verrà supportato nei giorni successivi anche dai colori di guerra sulla faccia, li rende veramente “terribili” (povere fidanzate!!). La colonna si ingrossa, arrivano tutti: i Beretta, i Porcari, i Villa, il Magri, i Francescoli, l’Armando …. ma quanti siamo!!??. Ci troviamo con gli altri gruppi italiani, Renato Pujatti, con il fratello Corrado e la moglie Michela e le due piccole figlie Elena e Anna, l’IMVCC e tanti altri. La presenza italiana è a dir poco imponente. Il gruppo si organizza, si gira insieme, ci divertiamo e sicuramente siamo l’unica rappresentanza di una nazione, con esclusione dei francesi, veramente unita. Visitiamo il cimitero americano che con le sue lunghe file di croci bianche ci fa a lungo meditare, il cimitero tedesco che in contrasto con il precedente presenta delle austere croci nere e purtroppo evidenzia sulle lapidi la triste storia della guerra dove ragazzini di 17 o 18 anni venivano mandati a morire senza, forse, avere un perché. Andiamo a St. Mère Eglise, dove nella piazza del paese iniziano a confluire notevoli quantità di mezzi e di uomini in uniforme. La festa sta per cominciare, le auto sulle strade sono per la maggior parte militari, jeep, half truck, anfibi, autoblinde M8, GMC, Dodge, moto di tutti i tipi …. ad occhio nella zona forse qualche migliaio di mezzi provenienti da tutto il mondo circolava sulle strade. Purtroppo solo qualche sporadico reduce si faceva fotografare nelle zone dello sbarco, ma Giorgio è stato particolarmente fortunato e ne ha avuto uno tutto per lui che ha potuto scorazzare fino a Utah Beach. Arriva il giorno della parata a Bajeux. Il tempo che era stato incredibilmente bello per tutta la settimana e nella mattinata, repentinamente subisce un cambiamento e naturalmente durante la sfilata ci diletta con un bello scroscio. La sfilata è composta da circa 250 veicoli che vanno dalle jeep ai carri Stuart agli Sherman, a …… tutto, c’era proprio tutto. Due ali di folla, nonostante il brutto tempo, ci consumano letteralmente di fotografie. Dopo la sfilata ormai drogati dalle centinaia di foto corriamo per un’altra sfilata ad Arromanche, dove ci attende un’altra bella sorpresa, il buon Maurizio è stato contattato da una troupe cinematografica che sta preparando un servizio per Voyager sulla Normandia. In un attimo ci organizziamo per una scena sulla spiaggia con le telecamere che ci riprendono mentre in perfetto ordine sfiliamo alle spalle del presentatore. Tra le raccomandazioni: guai a chi guarda in camera, sfilate in ordine e composti. Quando il regista dice: “buona la prima” un grido di giubilo si solleva dall’armata: siamo ATTORI!!!. Ultima sfilata il giorno successivo a ISIGNY e purtroppo allestimento delle auto per il ritorno. E’ stata una bellissima esperienza che ha legato i partecipanti con una rinnovata amicizia e con dei ricordi che rimarranno indelebili nelle nostre menti. Grazie di cuore. Don Enrico (in arte Vin santo) CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. SHERMAN ! quale fu progettato, confermando sia la bontà del progetto sia la sua leggendaria affidabilità. Come è risaputo, aveva molti difetti e in primo luogo soffrì di un devastante complesso d’inferiorità verso i suoi avversari tedeschi. SHERMAN! di Daniele Giombelli Ovviamente mi riferisco agli uomini che lo guidavano in battaglia, i quali spesso (ma non sempre), si trovarono nella condizione di dover affrontare l’avversario in svantaggio; ma forse è meglio fare un passo indietro, un passo che ci permetterà di capire la storia dello SHERMAN TANK. Nell’ambito della quotidianità sono pochi i mezzi bellici che se nominati vengono facilmente riconosciuti ed identificati per quello che sono. Ma se ad esempio parlate di Tigre o del più moderno Leopard, difficilmente il vostro interlocutore non vi risponderà; …”carro armato tedesco”, così come la “Fortezza volante”, la jeep o lo Sherman, sono ai più, il sinonimo delle Forze Armate degli Stati Uniti o degli Alleati in generale, nell’ultima Guerra Mondiale. Sono stati scritti interi volumi sulla storia del suo sviluppo e del suo impiego; ha praticamente combattuto su tutti i fronti della Seconda Guerra Mondiale, arrivando ad essere impiegato oltre tale conflitto con risultati ottimi, sopravvivendo ai carri nemici per il CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. SHERMAN ! L'esercito degli Stati Uniti alla vigilia della II G.M. E’ quasi del tutto ignorato il fatto che gli Stati Uniti, negli anni successivi alla I^ Guerra Mondiale e dopo la terribile crisi finanziaria del 1929, avessero uno strumento militare molto modesto. Si può affermare che esso era rivolto più a contrastare eventuali dispute locali che non a intervenire in ambito internazionale. Come sempre accade, ci sono uomini la cui lungimiranza fatica a trovare ascolto fino a quando eventi esterni non portano segnali preoccupanti. Il Capo di Stato Maggiore, generale George C. Marshall rivolgendosi al Ministero della Guerra, fece delle constatazioni circa lo stato di emergenza in cui versava la preparazione militare degli USA ma, dato l’orientamento isolazionista del popolo americano e del fatto che gli stanziamenti votati dal Congresso e approvati dal Presidente, dovevano necessariamente tener conto di questo “sentimento”, trovò delle difficoltà ad essere preso in debita considerazione. Ma la politica “isolazionista” dell’opinione pubblica americana stava per essere messa a dura prova dalla gravità della situazione inter- nazionale e alla luce degli straordinari successi ottenuti dall’Esercito tedesco in Francia nel maggio del 1940, vennero approvati bilanci per parecchi miliardi di dollari in nome della difesa nazionale. Lo sviluppo delle forze corazzate. Solo alcune unità dell’esercito disponevano di veicoli blindati e carri armati leggeri, totalmente inadatti ad operare sui moderni campi di battaglia. Fu così che vennero mandati ufficiali e tecnici in Europa e in Nord Africa, per poter sviluppare tattiche ed armi nuove, necessarie a sostenere il gigantesco programma di riarmo degli Stati Uniti. La dove c’erano verdi pascoli, sorsero nel giro di pochi mesi fabbriche che producevano a ritmo frenetico aerei, automezzi e veicoli corazzati, nessun altro paese al mondo aveva una tale capacità produttiva ed organizzativa. Lo sviluppo dei carri armati fu considerato prioritario e dopo la produzione di modelli derivati da quelli già in uso apparve quello che fu il predecessore dello Sherman, l’M3 Lee/Grant. Definito carro medio, era di concezione antiquata se confrontato con le realizzazioni tedesche dello stesso periodo. Era un carro massiccio, con l’ormai inusuale dotazione di un armamento bicalibro, che vedeva un cannone da 37mm in torretta girevole e un cannone da 75mm sistemato in casamatta. Questa soluzione comportò un eccessivo sviluppo verticale e un insufficiente brandeggio dell’armamento principale, che inficiava le possibilità del potente cannone da 75mm. Quando apparve in Nord Africa in dotazione alle truppe inglesi, non vi è dubbio che portò a degli squilibri di forza a favore dei britannici e dato che l’avversario era il nostro Regio Esercito con la sua ben nota carenza di materiale valido, il carro risultò piuttosto efficace nonostante le limitazioni. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. SHERMAN ! Lo Sherman Dall’esperienza M3, si sviluppò il carro M4 che manteneva alcuni componenti principali del Lee/Grant. Vennero difatti mantenuti la meccanica, il treno di rotolamento e l’armamento principale da 75mm, questa volta però in torretta girevole. Era caratterizzato da uno scafo fuso dalle linee tondeggianti e dopo la presentazione del prototipo T6 a maggio del 1941, a settembre dello stesso anno fu iniziata la produzione in serie. Stiamo parlando di un periodo di sviluppo e- Il primo Sherman di serie fu l’M4A1 nel febbraio del 1942, l’M4A2 in aprile, l’M4A3 in giugno e l’M4 e l’M4A4 in luglio. L’M4A1 era riconoscibile per lo scafo “in fusione” mentre gli altri ebbero scafi ibridi ( M4,frontale fuso, posteriore saldato) o totalmente saldato con corazza anteriore a 47° o a 60°. Nel marasma delle versioni, anche i propulsori variavano da modello a modello: il Continental R975 a benzina da 400 hp di derivazione aeronautica, con 9 cilindri a stella e raffreddato ad aria che equipaggiava gli M4 e M4A1, il General Motors 6-71 diesel da 410 hp ( due motori d’autobus collegati per un totale di 12 cilindri ) su M4A2, il Ford GAA a benzina con 8 cilindri a V da 450 hp con la particolarità d’essere l’unico progettato per l’impiego sui corazzati e che era montato sull’M4A3 ed infine il Chrysler WC Multibank da 425 hp ( cinque motori d’auto per un totale di 30 cilindri ) che era installato su l’M4A4. Proprio l’M4A4, dato il particolare propulsore di cui era dotato, era riconoscibile per essere più lungo degli altri Sherman e per avere più spazio tra i carrelli del treno di rotolamento. stremamente breve, se pensiamo al poco tempo trascorso tra “l’esperienza M3” e produzione in serie dell’M4, ma sta di fatto che da quel momento il carro più importante degli Alleati iniziò la sua lunga carriera nelle sue varie versioni. In previsione della grande quantità di esemplari da produrre, furono incaricate decine di fabbriche alla costruzione di scafi e torrette e centinaia alla produzione di componentistica, creando di fatto numerose versioni e sottoversioni che resero difficile la standardizzazione e impossibile una logistica semplice. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. SHERMAN ! Di configurazione tradizionale ( scafo diviso in tre sezioni: posteriore contenente motore, serbatoi e sistema di raffreddamento, centrale con postazione di combattimento e armamento principale, anteriore occupata dalla trasmissione), lo Sherman aveva nella sua motorizzazione iniziale il “germe” del suo difetto principale. Appena si ebbero i primi rapporti sull’utilizzo del carro, sia gli inglesi che gli americani, si resero conto dei problemi che affliggevano lo Sherman. L’adozione del motore stellare, obbligò i progettisti a disegnare uno scafo molto alto, capace di contenere l’ingombro dei cilindri e dell’albero di trasmissione che usciva dal centro del motore. Oltre ad avere una eccessiva visibilità da parte nemica, alquanto spiacevole in combattimento, aveva la tendenza di essere instabile sui terreni sconnessi o scoscesi a causa del baricentro troppo alto. Malgrado questi difetti l’architettura generale venne mantenuta anche con motorizzazioni diverse; non si voleva rallentare la produzione introducendo modifiche sostanziali. giuntive nei punti più vulnerabili (normalmente delle piastre saldate ai lati dello scafo e della torretta ) e altri accorgimenti come l’eliminazione del portello per l’espulsione dei bossoli, i visori per la visione diretta del pilota e secondo pilota e spesso anche l’eliminazione della porzione di scafo anteriore con la caratteristica parte imbullonata e divisa in tre sezioni. Furono adottate delle speciali riservette per le munizioni con un intercapedine contenente acqua (la lettera W a seguito della sigla per distinguere le versioni stava appunto per WET STOWAGE, l’alternativa era ovviamente la lettera “D”, DRY), una soluzione atta a ridurre il rischio di esplosione dei colpi stivati. Furono modifiche graduali che non interferirono sulla produzione di massa, ma che permisero di identificare cosa non funzionasse e cosa si poteva sostituire, contribuendo a creare un mezzo affidabile con pochi difetti meccanici, d’altro canto i numeri dei carri prodotti danno un idea abbastanza chiara di come lo Sherman abbia rappresentato la risposta Alleata alla guerra corazzata tedesca; tra il 1942 e il 1945, furono costruiti quasi 50000 carri e tra questi, circa 22000 trovarono impiego presso le forze Alleate non statunitensi (dal 1941 al 1943, gli Stati Uniti fornirono all’Unione Sovietica circa 6000 carri armati e la maggior parte di questi furono Sherman) L’armamento principale da 75mm si dimostrò inferiore alle aspettative, poiché se da un lato la precisione e rapidità sulle medie distanze era da considerarsi tra le migliori della categoria, come arma controcarro era poco efficace. La corazzatura si rivelò insufficiente, questa era stata studiata per resistere alle armi controcarro in dotazione nei primi mesi del 1940: con il prosieguo della guerra, e con la progettazione di cannoni anticarro sempre più potenti la situazione si fece seria. Con l’adozione di un carburante come la benzina, il carro aveva la tendenza, se colpito, ad incendiarsi con conseguenze facilmente intuibili. Vennero dotati di corazzature ag- CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. SHERMAN ! L’equipaggio era di 5 uomini: pilota e pilota/ mitragliere nella parte anteriore, capocarro, puntatore e servente/operatore radio disposti in torretta; da segnalare un portello d’emergenza a fondo scafo che si dimostrò prezioso e che contribuì a salvare molti equipaggi - se costretti ad abbandonare il mezzo erano al riparo dal fuoco diretto delle armi nemiche e, permetteva anche l’uscita in caso di ribaltamento (non infrequente causa della già citata instabilità). Armamento Come per il resto del carro, anche l’armamento principale subì delle modifiche e migliorie dopo l’impiego sul campo. Originariamente lo Sherman fu armato con un pezzo da 75mm che come detto in precedenza, dimostrò una notevole precisione ed efficacia alle medie distanze e contro bersagli poco protetti; grazie alla cadenza di tiro elevata, fu spesso usato per accompagnare gli assalti della fanteria. Il discorso si complicava quando si voleva fare il “lavoro” per il quale il carro armato era nato; scontrarsi con altri carri. Il cannone da 75 dimostrava tutti i suoi limiti e se contro il principale corazzato tedesco, il Panzer IV, era sostanzialmente alla pari, con l’arrivo del Tiger (Panzer VI) e del formidabile Panther (Panzer V), aumentarono i rapporti allarmanti sull’incapacità di poter perforare le corazze. Gli equipaggi si lamentavano del fatto che non solo lo Sherman non riuscisse a perforare l’arco frontale di un carro nemico (la parte più protetta di un mezzo corazzato) ma che anche ai lati, dove notoriamente lo spessore è minore, si aveva difficoltà a mettere fuori combattimento l’avversario. Il proiettile controcarro aveva scarso potere perforante e in più non aveva una carica esplosiva capace di detonare una volta penetrata la corazza, ovvio quindi il senso di sconforto degli equipaggi che vedevano rimbalzare i loro colpi e peggio ancora, erano totalmente in balia della reazione avversaria. I britannici svilupparono una nuova granata controcarro: l’HESH (High Explosive Squash Head, testata a schiacciamento ad alto potenziale esplosivo) l’originale ordigno funzionava in modo singolare; quando la testa del proiettile colpiva il bersaglio, invece di esplodere o di perforare la corazza, si spalmava lette- ralmente su di essa e solo allora avveniva l’esplosione (gli inglesi, con singolare ironia la paragonavano allo sterco di vacca). La violenta onda d’urto si propagava verso l’interno attraverso lo strato d’acciaio, staccando grosse schegge che iniziavano a “vagare” all’interno del carro, uccidendo e sconquassando tutti e tutto nella loro corsa. L’unico intoppo a questa munizione fu l’ industria metallurgica tedesca e la qualità del suo acciaio; di fatto impedì all’ HESH di essere efficace sulle lunghe distanze. Ovviamente anche il calibro venne “rivisto”, installando un cannone da 76mm e sviluppando in contemporanea una nuova torretta, capace di contenere il rinculo della nuova arma. La lunga bocca da fuoco fu dotata di un nuovo proiettile perforante, su cui si riponevano le speranze di poter finalmente disporre di un arma valida per contrastare i carri tedeschi. Le speranze non tardarono ad essere deluse; anche in questo caso non si riusciva a perforare le piastre frontali se non a meno di 200m. E’ chiaro cosa questo significasse per lo Sherman; la distruzione!...il triste e noto detto: “per mettere fuori combattimento un Tigre, ci vogliono 5 Sherman e bisogna essere disposti a perderne 3..” assunse sempre più il valore di verità. Il miglior cannone fu però montato dagli inglesi, che istallando il 17 pdr (una stranezza tutta britannica di identificare il calibro con il peso del proiettile e, che in questo caso era di 76,2 mm) diedero vita allo Sherman Firefly capace di perforare la corazza frontale di un Tiger (comunque a distanze non superiori i 300 m). L’arma perfetta fu il 90mm M3, già installata sull’M36 Jackson cacciacarri, ma il numero ridotto di Sherman con tale arma, meno di 200 esemplari, fu del tutto insufficiente per avere un peso determinante in battaglia; un vero peccato per gli equipaggi che da anni si lamentavano, e che a più riprese, chiedevano un carro all’altezza di quelli nemici (tale richiesta si concretizzò solo con l’arrivo negli ultimi mesi di guerra dell’ M26 Pershing, armato proprio con l’M3 da 90mm). L’obice da 105 mm fu istallato su scafi di M4 ed M4A3 ed ebbero il compito di fornire un valido appoggio alla fanteria, venendo impiegati come artiglieria semovente. Per il tiro diretto, furono sviluppate delle munizioni a carica cava da usare contro mezzi corazzati e fortificazioni, ma che vennero impiegate di rado, a causa del tiro che risultava poco teso e dell’azionamento del brandeggio della torretta solo in manuale, che rendeva lento l’aggiustamento. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. SHERMAN ! Il Fronte del Pacifico fu al contrario ideale per l’uso dei 105 mm; data la scarsa presenza di corazzati giapponesi (e comunque inferiori per qualità), lo Sherman poteva temere solo i devastanti attacchi con cariche cave, condotti da impavidi soldati nipponici, nel solito metodo suicida. Armati di mine magnetiche, si facevano esplodere non appena posizionato l’ordigno sulla corazza, per essere sicuri di distruggere i carri armati. A volte usarono delle aste sulla cui sommità era fissata la solita carica cava e aiutati dall’orografia del terreno, che costringeva spesso i corazzati a superare alti ostacoli mostrando la “pancia”, colpivano là dove lo spessore era più sottile, immobilizzando lo Sherman. Questi attacchi, la cui logica appariva del tutto incomprensibile, fu scioccante sul piano morale, causando una corsa frenetica al miglioramento della protezione degli equipaggi, che si tradusse in vere e proprie “armature” addizionali dal sapore medievale. Si videro Sherman “vestire” grelle, le griglie utilizzate per fare le piste aeree su terreni difficili, carri forniti di spuntoni e di spezzoni di cingolo, o rivestiti di assi di legno distanziati dalla corazza, la cui intercapedine fu riempita di cemento (i tedeschi usarono un metodo simile per i propri carri; uno strato di “cemento” o pa- sta antimagnetica, senza le assi di legno, chiamata zimmerit). Comunque il metodo più efficace, fu quello di far avanzare piccole formazioni di corazzati ben protetti dalla fanteria che si occupavano della difesa ravvicinata, lasciando agli Sherman il compito di devastare le postazioni avversarie con gli obici o con i temutissimi lanciafiamme. I Marines usarono praticamente solo le versioni M4A2 e l’M4A3, apprezzandone l’affidabilità e la facilità con cui si poteva riparare. Carro Neozelandese sul fronte italiano. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. SHERMAN ! L'impiego nel dopoguerra Verso la fine del conflitto apparve quello che doveva essere la modifica più importante per il carro americano; quella relativa alle sospensioni VVSS (Vertical Volute Spring System) sostituite con le più performanti HVSS (Horizontal Volute Spring System). Sospensioni VVSS Col nuovo treno di rotolamento migliorò di fatto la mobilità dello Sherman, consentendogli di sopravvivere al conflitto mondiale, nonostante la comparsa di mezzi nuovi. Con la fine della II G.M. l’Inghilterra preferì dotarsi di carri armati di produzione nazionale, il resto delle nazioni europee videro nel carro americano la possibilità di far rinascere l’Arma Corazzata, decretando così l’iniziò di una seconda giovinezza per lo Sherman. Non si era ancora smorzata l’eco della battaglia mondiale che subito, nel 1950 in Corea, scoppiò un nuovo conflitto; l’M4 poteva ancora far sentire la sua voce. La nazione che più di ogni altra utilizzò lo Sherman dopo la II G.M. fu Israele: questi furono modificati soprattutto nell’armamento, riuscendo a sconfiggere carri armati moderni, per lo più di costruzione sovietica. Il carro M50 Super Sherman, armato col pezzo francese da 75 mm (ironia della sorte, derivato dall’ottimo 75 tedesco che armava il nemico naturale dell’M4, il Panther) e l’ M51 Isherman, con un pezzo sempre francese da 105 mm, si scontrarono con le controparti arabe, dimostrando di saper dominare il campo di battaglia in ogni occasione. L’ottima fama di affidabilità non cessò mai di ammantare lo Sherman, che consapevole dei “suoi” limiti, seppe farsi amare dagli equipaggi per la sua versatilità e facilità di manutenzione. Un Tigre era capace di mettere fuori combattimento lo Sherman anche alla riguardevole distanza di 3000 m (a 2000 m veniva trapassato da parte a parte), ma soffriva di numerosi guasti e la sua affidabilità, al pari delle altre realizzazioni tedesche, era scarsa (svilupparono armi troppo innovative per l’epoca). L’immane conflitto fu il primo dove i mezzi corazzati poterono essere usati massicciamente e lo sviluppo di tattiche nuove, ancora usate oggigiorno, fecero dell’arma corazzata la nuova regina del campo di battaglia convenzionale. Paradossalmente la Nato si trovò, negli anni della guerra fredda, a ricoprire la posizione dei tedeschi nell’ultima guerra: eccellenti carri armati ed un eccellente addestramento, ma i sovietici potevano contare su un numero enorme di carri, e proprio come gli alleati con lo Sherman, potevano “permettersi” di perdere più mezzi per ogni carro NATO distrutto. Per fortuna quegli anni sembrano essere finiti e non sapremo mai se quella teoria di attrito poteva essere valida su un moderno campo di battaglia, ma di certo possiamo asserire che lo Sherman Tank fu uno degli artefici della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale. M51 Sherman con cannone da 105mm CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. GIUGNO 2009 NORMANDIA CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. GIUGNO 2009 NORMANDIA CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. 3—5 LUGLIO 2009: RADUNO VALLI OSSOLANE Abbiamo ricevuto, e volentieri pubblichiamo, il resoconto Ce lo ha inviato il Socio Ferruccio Francescoli. Abbiamo del raduno svoltosi nelle valli ossolane dal 3 al 5 luglio. deciso di inserire le pagine così come le abbiamo ricevute. Esistono ancora le macchine da scrivere, ...fortunatamente! CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. 3—5 LUGLIO 2009: RADUNO VALLI OSSOLANE CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. HEIKEL HE 177 GREIF La storia dello sviluppo dell’Heinkel He177 è la storia del più grave fallimento della Luftwaffe e dell’industria aeronautica tedesca nel decennio 1935 – 1945. Tutto sembrò congiurare, fin dall’inizio, contro l’entrata in servizio dell’unico bombardiere strategico tedesco, dai continui cambiamenti di indirizzo operativi alle difficoltà tecniche. Il progetto prese il suo avvio dopo la disfatta della Luftwaffe durante la Battaglia d’Inghilterra quando fu evidente l’errore di Goering di pretendere che i bombardieri medi tedeschi, ottimi nei ruoli tattici, potessero operare su lunghe distanze senza avere capacità di carico ed autonomia adeguata. I tecnici impiegarono cinque anni per mettere a punto questo bombardiere strategico, ma quando fu finalmente operativo, gli eventi bellici erano ormai così degenerati da non poter mettere in evidenza le caratteristiche sicuramente innovative del l’aereo. Uno dei problemi principali di mal funzionamento dell’aereo furono i gruppi propulsori con due unità motrici montate accoppiate che facevano apparire l’aereo come un bimotore, ma in effetti era un quadrimotore. La mancanza di una precisa soluzione tecnica di accoppiamento ei due propulsori causava spesso l’incendio dell’aereo, stesso problema che era sorto agli inglesi con il bombardiere Man- chester, ma che avevano rapidamente risolto con quattro motori affiancati nel modo tradizionale dando vita al celebre Lancaster. I motori che montava erano due DB 601 uniti ad un solo asse portaelica e con gli scarichi rivolti verso il basso con quello interno in comune. Quando quest’ultimo si arroventava molto in volo e, se si formavano delle piccole pozze d’olio sul fondo delle navicelle dei motori, cosa non infrequente, queste fornivano l’innesco per l’incendio che poi si propagava rapidamente al longherone principale, dato che questo non era separato da una paratia parafiamma. Il Greif aveva una tale propensione all’incendio da essersi guadagnato nomignoli quali: accendino della Luftwaffe (Luftwaffenfeuerzeug), vulcano, bara infuocata, bombardiere sola andata. Il primo volo venne effettuato il 19 novembre del 1939, ai comandi dell’ing. Francke, capo dello stabilimento sperimentale Rechlin e fin da subito, dopo un volo di soli 20 minuti conclusosi con un atterraggio d’emergenza, si evidenziarono i pregi (pochi) e i difetti (molti) del nuovo aereo. Continua pag. 22 CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. HEIKEL HE 177 GREIF Grazie alle solite manie farneticanti di Hitler l’aereo fu progettato, nonostante le considerevoli dimensioni, per effettuare bombardamenti in picchiata con un angolo di 60 gradi: una follia! Il primo prototipo gettato in picchiata rimase distrutto nel 1940 a causa probabilmente del grippaggio di un’elica, il secondo non riuscì ad uscire dalla picchiata a causa di fenomeni di flutter e si disintegrò in aria, il terzo si infilò nel suolo durante le prove di sgancio a bassa quota dopo che entrambi i motori si erano incendiati. La versione realizzata in maggior numero di esemplari fu la He177 A-5, questa versione fu realizzata appositamente su richiesta dell’ammiraglio Donitz per il compito specifico dell’attacco al naviglio alleato navigante nell’Atlantico dopo che gli U-Boote erano diventati impotenti ed i Fw200 Condor erano diventati troppo lenti e vulnerabili alle difese avversarie. Le armi tipiche previste per questa versione erano i siluri paracadutabili LT50, le bombe perforanti radioguidate FX 1400 Fritz ed i missili Henschel Hs 293 e 294. Nelle varie versioni furono installati diversi tipi di armamento tra i quali un cannone da 75 mm. o da 50 mm. anticarro. La versione a quattro motori tradizionali rimase solo allo stadio di prototipo. CARATTERISTICHE TECNICHE Apertura alare: 31,44 metri Lunghezza: 20,40 metri Peso a vuoto: 16.815 Kg. Velocità massima: 487 Kmh. a 6.100 metri Autonomia: 5.500 km. Carico max bombe: 6.000 kg. Armamento: 3 MG da 7,9mm., 3 MG da 12,7mm, 2 MG da 20mm. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. IL CARRO ARMATO DEL NEGUS Il primo carro armato che arrivò in Etiopia fu un Fiat 3000, donato dal governo italiano al ras Tafari in occasione della visita di amicizia compiuta nel 1927 ad Addis Abeba dal Duca degli Abruzzi. L’Italia, in quel periodo, nutriva un effettivo disinteresse per le colonie e preferiva convivere amichevolmente con l’Etiopia dove la situazione politica appariva piuttosto confusa. Sul trono c’era l’imperatrice Zaoditù, figlia del defunto Menelik, ma il potere era diviso tra l’imperatrice, il gruppo dei militari, il ras Tafari ed il clero. Ciascuno cercava di prevalere sugli altri, ma il più abile ed intelligente era il ras Tafari. Fu lui alla fine a prevalere, diventando imperatore nel novembre del 1930 con il nome di Hailè Selassiè. L’imperatore ancora non lo sapeva ma il carro armato italiano avrebbe recitato una parte molto importante nella storia della sua ascesa al potere. Quando fu deciso di regalare all’allora ras Tafari un Fiat 3000, lo Stato Maggiore italiano scelse per accompagnare il carro un intrepido sergente, Francesco De Martini, appartenente ai servizi segreti. Il sergente, divenuto poi generale, era nato in Siria e conosceva bene le lingue locali. Come pilota del carro fu scelto un caporale carrista, Antonio Morelli. La mis- sione riservata di De Martini era quella di vegliare sulla sicurezza del ras Tafari. Infatti quando gli avvenimenti precipitarono e subentrò uno stato di tensione politica gravissima tra l’imperatrice Zaoditù ed il giovane ras, De Martini predispose il suo carro a eventuali interventi di emergenza. L’occasione non mancò di verificarsi: una sera l’italiano fu avvertito che la tensione era arrivata al punto di rottura ed i sostenitori sia di Zaoditù sia di ras Tafari stavano preparandosi a darsi battaglia. De Martini arrivò rapidamente col Fiat 3000, che bastò da solo ad assicurare la vittoria al partito dal ras Tafari senza che si sparasse un solo colpo. Così il giovane capo divenne imperatore d’Etiopia grazie anche all’intervento di De Martini e Morelli che lo avevano tempestivamente soccorso. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. BROWING MOD. 1919 CAL. 0,30 La Browning cal. 0,30 è la mitragliatrice media più usata durante il 20° secolo. E’ stata impiegata come supporto alla fanteria, montata sugli aerei, sui mezzi blindati e come arma antiaerea in particolare durante la seconda guerra mondiale dalle truppe americane e dei paesi alleati su tutti i fronti dell’ultima guerra mondiale ma anche in Corea, ed in Vietnam ed ancora oggi oltre che nei paesi NATO anche molti paesi minori la utilizzano. 1917 raffreddato ad acqua ed utilizzava un nastro di cartucce contenuto in una banda di tela. I nastri di munizioni contenevano 150 colpi permettendo un grande volume di fuoco, considerando che si potevano effettuare raffiche da sessanta colpi continui per circa 30 minuti e cioè fino a quando l’arma diventava inutilizzabile per l’eccessivo calore. Il L’arma nasce nella 1°guerra mondiale quando l’esercito trepiede su cui era eventualmente montata era il modello americano entrò in guerra poco preparato e dovette conver- M2 che era leggero e robusto. La cavalleria aveva in dotatire una buona parte della propria capacità produttiva nell’ambito dell’attività militare. John Browning decise di costruire un’arma automatica che avesse le caratteristiche della Lewis inglese. Gli americani partivano dal concetto francese di arma automatica che doveva accompagnare le truppe durante gli assalti alle trincee dopo i pesanti bombardamenti e per questo venne ideato il fucile mitragliatore Browning BAR che era un’ottima arma ma con modesto volume di fuoco. Siamo all’inizio del secolo la cavalleria era ancora uno strumento importante durante la battaglia ma anche a loro il BAR non era più sufficiente e quindi venne dotata di un’arma più potente montata su tripiede la Browning 1919 A2. Quest’arma servì per mettere a punto l’arma di cui stiamo trattando il modello A4. Il meccanismo della mitragliatrice era sostanzialmente quello del modello zione con la Browning un dispositivo in metallo per portare l’arma sulla sella, un canna di ricambio, una cassetta con dei pezzi di ricambio e tre cassette di munizioni per mitragliatrice con due nastri ciascuna. L’arma aveva un funzionamento semplice e sicuro. Durante la 2° guerra mondiale l’arma veniva gestita da una squadra di 4 uomini: il mitragliere, il porta trepiede e due porta munizioni. Durante la guerra la mitragliatrice venne prodotta da diverse fabbriche tra le quali: la Saginaw Steering Gear (divisione delle General Motors Corporation, la Buffalo Arms Corporation e la Rock Island Arsenal, nonché in Inghilterra dalla BSA. CARATTERISTICHE In servizio: 1919 – oggi Peso : 14 Kg. Calibri: 0.30 (US); 7,62mm. NATO ; .303 Inglese; 8mm. Mauser Cadenza di tiro: 400-600 colpi al minuto Distanza di fuoco efficace: 1.370 mt. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. OPERAZIONE KUBELWAGEN STORIA DI UN SOGNO DIVENTATO REALTA’ Questa è una vecchia storia che mi riporta indietro nel tempo quando gli anni non erano ancora tanti ma la passione per i veicoli storici militari era fortissima come ora. Io non credo che ad un patito di vecchie automobili, specie se militari, quale credo di essere io, capiti molto spesso, percorrendo una qualsiasi stradina di campagna, di imbattersi nel relitto abbandonato di una prestigiosa VW tipo 82, la famosissima “Kubelwagen”. Eppure questo fatto è veramente capitato a me! Era l’estate del 1977 e mi trovavo in vacanza con la mia famiglia all’isola d’Elba. Un bel giorno, percorrendo una stradina secondaria in vicinanza della baia di Lacona in cerca di una spiaggetta isolata e solitaria, apparve improvvisamente ai miei occhi increduli, mezza nascosta dietro un vecchio rustico, il relitto, perché di un vero e proprio relitto si trattava, di una Kubelwagen, la famosa vettura da ricognizione usata dall’esercito tedesco su tutti i fronti dell’ultimo conflitto mondiale. La macchina si presentava in condizioni veramente pietose ed il tempo, gli agenti atmosferici, i vandali, l’avevano praticamente distrutta e resa inutilizzabile. Pur tuttavia, dopo un primo accurato esame del veicolo convenni che forse un recupero ed un restauro erano ancora possibili anche se le difficoltà si presentavano quasi insuperabili. A dal quel momento iniziò per me l’”Operazione Kubelwagen” che durò un paio di anni ed ebbe una felice e positiva conclusione. Per prima cosa dovetti rintracciare il legittimo proprietario della vettura e dopo lunghe ricerche tra i contadini di Lacona, al Comune di Portoferraio ed in fine nella città di Firenze, riuscii finalmente a ritrovarlo (un ex militare britannico che aveva deciso di stabilirsi in Italia e che lavorava in una Banca di Fiesole; la vettura l’aveva acquistata subito dopo la fine del conflitto in un campo ARAR). Senza soverchie difficoltà, lo convinsi a vendermi la macchina abbandonata da molti anni nella baia di Lacona per un guasto al cambio e ad effettuare il regolare passaggio di proprietà. Con l’ausilio del carro recuperi di un conoscente, partii un bel sabato di ottobre per l’Elba e la successiva domenica ero nuovamente a Milano con la mia fantastica vettura che venne subito sistemata sotto una ospitale tettoia nella cascina di un amico agricoltore alle porte di Milano. E li tra muggiti di vacche e lo svolazzare di galline e tacchini e sotto lo sguardo dubbioso ed ironico dell’amico agricoltore che mi considerava un pochino svitato, ebbe inizio la mia lunga, appassionante e per me indimenticabile opera di restauro. Decisi subito di scrivere a Wolfsburg, alla fabbrica della Volkswagen e con mia grande sorpresa e soddisfazione, nel giro di 10 giorni ricevetti un pacco contenente in fotocopia il libretto di manutenzione e quello dei pezzi di ricambio della Kubelwagen. Vi era pure allegata la scheda di fabbrica della mia vettura rintracciata in base al numero di telaio ed una cortesissima lettera di augurio di buon lavoro da parte del Servizio Commerciale della Volkswlagen. Seppi così che la mia Kubelwagen era stata costruita a Wolfsburg il 12 maggio 1944 e consegnata alla Wehrmacht a Kassel il 13 maggio 1944. La documentazione così avuta, integrata subito dopo da altre pubblicazioni specializzate trovate in Germania ed in Alto Adige, mi permise di intraprendere l’opera di restauro con fiducia. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. Segue pag. 26 OPERAZIONE KUBELWAGEN Per prima cosa rimossi ed eliminai tutte le parti irrimediabilmente perdute. Per quanto riguarda la parte meccanica ero abbastanza sicuro di riuscire in quanto constatai che all’infuori del cambio tutte le altre parti meccaniche, motore compreso, potevano essere recuperati, revisionati e quindi riutilizzati. Per quanto riguardava il cambio risolsi il problema recuperando il cambio di un maggiolino postbellico – 6 volt., praticamente uguale al mio guasto. Quella che invece mi dava grandi preoccupazioni era la carrozzeria; il tempo, gli agenti atmosferici, la salsedine, l’azione dei vandali avevano lasciato segni difficilmente eliminabili. Dovetti così ricostruire, pezzo per pezzo, ogni parte mancante o non più utilizzabile ed in particolare le porte sagomate, gli sportelli del vano motore ed il cofano anteriore. I nuovi parafanghi li ricavai da quelli (molto simili) del motocarro Guzzi Ercole, i fanali li recuperai, identici, da una vecchia auto funebre elettrica, mentre i sedili (trovai installati sulla vettura dei sedili di una Fiat 1100) li realizzai ex novo basandomi sul modello amichevolmente imprestatomi dall’amico altoatesino Leimstaetter. Una miniera di pezzi determinanti li trovai in Alto Adige, dove allora abitavo, recuperando il parabrezza completo, il mantice del tetto, il cruscotto, il faro Notek, le frecce direzionali e la fanaleria posteriore. E così, lentamente, la mia Kubel risorgeva e ritornava ad essere una vettura con tutte le carte in regola. E finalmente un bel giorno di maggio del 1980, dopo anni di lavoro svolto alla sera nelle ore libere, le mie fatiche furono coronate dal successo e con grande emozione potei sentire “cantare” il motore, sedermi al posto di guida ed innestare la marcia, incominciare a muovermi con una vettura costruita ben 36 anni prima. La mia “Kubelwagen” era li bella, perfetta, funzionante, quasi che il tempo non fosse trascorso e si fosse ancora in quel lontano dicembre 1944 quando le porte della fabbrica di Wolfsburg si aprirono per lasciare uscire il modello n.2-038342. GIULIO STUA CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. GIUGNO 2009 NORMANDIA CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. RADUNO DI COLICO CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. MERCATINI E BORSE SCAMBIO MILITARIA Email: [email protected] SETTEMBRE 5-6 "LINEA GOTICA" - Mostra mercato di Militaria MARINA DI MASSA (MS) - Viale della Repubblica, 116 Loc. Ronchi - Tel: 0585.252911 - 328.5405547 Orario: sabato dalle 9 alle 19 - domenica dalle 9 alle 17 Ingresso 5 Euro 12-13 "MILITARIA ALLA TORRE" Mostra mercato di Militaria - BOLOGNA Museo Memoriale della Libertà - Tel.051.461100 Email: [email protected] www.museomemoriale.com 15-16 LA LINEA GIALLA RIMINI – SAN MARINO 1944 VI° raduno storico militare Rimini – Museo dell’Aviazione Organizzazione : Museo dell’Aviazione Rimini Giuliana Zanni Tel. 0541 - 756696 E-mail : [email protected] 19-20 PIACENZA MILITARIA - Mostra mercato di Militaria in contemporanea con "Auto & Moto" Piacenza - Tel. 0523-602711/333-5856448 Orari per gli espositori: Venerdì 18 dalle 10,00 alle 18,00 Sabato 19 dalle 7,00 alle 19,00 - Domenica 20 dalle 8,00 alle 20,00 Orari per il pubblico: Sabato dalle 9,00 alle 18,00 - Domenica dalle 9,00 alle 17,00 www.piacenza-militaria.com 26-27 TERME DELLA SALVAROLA- SASSUOLO (MO) -Mostra mercato di Militaria Tel. 335.6231711 email : [email protected] OTTOBRE 3-4 REGIMENT - Mostra Mercato di Militaria, Softair e Re-enactment - CASTEGGIO ( Pavia ) Area Fieristica "Truffi"- Tel.0383.892342 348.3542401 ore ufficio. Orario visitatori: dalle 9 alle 18 - INGRESSO GRATUITO 3-4 ALPE-ADRIA MILITARIA - Fiera di Militaria CAMPOFORMIDO (Udine ) - Parco del Volo ( ex Aereoporto militare di Campoformido ) Orario: dalle 10 alle 18 continuato Cel.: 348.5604994 - Fax.: 0432.612106 Email: [email protected] 17-18 MILITARIA E DINTORNI - Rassegna internazionale del collezionismo di oggettistica militare - Orario: sabato - domenica 10,30/19,00 ROMA - Hotel Ergife - Tel.: 06-66030458 Cell.: 338-7460356/339-5766728 Email: [email protected] www.milidintornieuropa.com 31-1 MILITALIA - 46° Fiera del Collezionismo Militare NOVEGRO (MI) Parco Esposizioni Orario visitatori 10 - 18 continuato - Tel.02.70200022 Email: [email protected] www.parcoesposizioninovegro.it NOVEMBRE 1 Mercatino di Militaria nell'ambito di "MILITARIA LAND" - FAENZA (RA) - Fiera di Faenza Via Risorgimento, 1 (a 5 minuti da Imola - uscita A14 Faenza) Orario visitatori 9 - 18.30 continuato Tel. e Fax: 0545-27548 - Cel.393-9204790/348-9030832 8-9 "MILITAREGGIO" - Mostra scambio di Militaria REGGIO EMILIA - Presso la Fiera di Reggio Emilia Orario visitatori: 9 - 19 continuato - sabato e domenica Per informazioni: Exposition Service - Via Randi, 1 - 48022 Lugo (RA) - 0545-27548 ( Tel. e Fax) - 348-9030832 ( Cell.). 8 "MILIPIAVE" - Mostra scambio di Militaria SPRESIANO (TV) - Presso il tendone "Pro Loco" Via dei Giuseppini - Uscita Treviso Nord dell'Autostrada A27 Per informazioni: 3488202619( Francesco ) - 3488029901 (Luigi). 14-15 "LINEA GOTICA" - Mostra mercato di Militaria MARINA DI MASSA (MS) - ( Scuderia Pradaccio ) Viale della Repubblica, 116 Loc. Ronchi - Tel: 0585.252911 328.5405547 Orario: sabato dalle 9 alle 19 - domenica dalle 9 alle 17 Ingresso 5 Euro 28-29 "MILITARIA ALLA TORRE" Mostra mercato di Militaria - BOLOGNA Museo Memoriale della Libertà - Tel.051.461100 Email: [email protected] www.museomemoriale.com www.militaryhistoricalcenter.org 13-14 SASSUOLO (MO) - Mostra mercato di Militaria Terme della Salvarola - Per informazioni: Tel. 3356231711 Email: [email protected] Orario dalle 9,00 alle 17,00 Ingresso gratuito DICEMBRE 5-6 PIANA DELLE ORME - Latina- XX MOSTRA MERCATO SCAMBIO COLLEZIONISMO STORICO E MILITARIA - L'ingresso alla mostra merca- to è gratuito, orari: 10-11 MILITARIA EXPO FERRARA - Mostra mercato di Militaria in concomitanza con "Softair in Fiera " FERRARA Fiera Tel.: 051.557730 - Fax.: 051.5280939 www.softairinfiera.it Sabato dalle 10,00 alle 19,00 - Domenica dalle 9,00 alle 13,00 Tel. 338.3891320 - 0773.258702 Email: [email protected] CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. 28 GIUGNO 2009 RADUNO DI LECCO RADUNO COLICO: PANORAMICA CASERMA DE CRISTOFORIS CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. CERCO: CERCO, COMPRO, SCAMBIO Cerco antenna radio per apparecchio PRC 25/77 spalleggiabile [email protected] oppure telefonare allo 004191 6471188 Cerco telo nuovo per AR 51—Angelo Bosio, per contatti: [email protected] Compro carrello traino militare solo se con documentazione che ne consenta l’utilizzo in strada - Marcello Bersani Cell. 3462444486 : [email protected] Ho recuperato un autocarro tedesco della 2^ guerra mondiale che ha ancora i documenti tedeschi del '43. Esiste un sito ove possa vederne qualche foto restaurato? Avete appassionati ai quali possa interessare? Luca 328-3048014 . VENDO: ♣Vendo: Moto carrelli da montagna Fresia mod. 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NUMERI UTILI: CLUB VEICOLI MILITARI STORICI VIA RONCAIA 4 — 22070 OLTRONA DI SAN MAMETTE (CO) SEDE TEL. 031891687 / 031933663 — FAX 0313530453 Sito www.cvms.it - e-mail: [email protected]—[email protected] - [email protected] Presidente: Enrico Paggi : 347 1590188; Vice Presidente: Enrico Lamperti 335 7310726; Presidente Onorario: Cosimo Prototipo: 335 5925974; Consiglieri: Cesare Spinardi : 031 933663; Diego Molteni: 340 0630710 ; Andrea Tornaghi: 335 6566522; Federico Dell’Orto: 347 2338975; Giorgio Fanfani: 338 1949005—0362 625380 Commissari Club per l’ASI: Auto: - Andrea Uberti: 338 2397394; Enrico Paggi: 347 1590188; - Matteo Spinardi: 348 4450064; Moto: - Diego Molteni: 340 0630710 / 0362 230071 Segreteria: Giorgio Fanfani: Tel. 338 1949005 Fax 031 3530453 Responsabile Svizzera: Michele Torriani: 004191 6471188. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI C0LICO 2009
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