Horatii et Curiatii - da israele a rocca di mezzo
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ALBALONGA ΙΠΣ ΡΙΨ:<<Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo» (Genesi 2,21-22) Molto tempo prima della nascita di Roma, il nome dell’intera penisola italiana era Albalonga. Il toponimo Albalonga significava Longa Arbia cioè Longa Arabia. Fu coniato dagli scrittori Romani per riferirsi alla Lunga Arabia italiana. Lo stivale fu equiparato ad una Lunga Arabia, perché le popolazioni italiche che lo abitavano condividevano con le popolazioni arabe la stessa origine etnica e culturale, ma soprattutto perché era, all’epoca, la proiezione dell’Egitto Luminoso o Numinoso (Alba). Erano le stesse popolazioni che avevano colonizzato la Jugoslavia fino a Lubiana e, più ad oriente, l’Ucraina fino a Mosca. Si trattava di una grande aggregazione di popolazioni definite arabe non tanto per la comune origine etnica quanto per il fatto dell’arbën o arbër (Old Albanian), cioè dell’ara ben (pen), dove veniva praticato il ben che arde (ben/ar, ben/al o ben/el). Gli arabi dei Balcani erano chiamati arbëreshë, arberesche o arabesche, cioè arabi dell’Est. Arberesco significa originario dell’albero genetico della Grande Arabia (arbor, arboris), per tale intendendosi il Nord Africa e il Medioriente, nonché discendente dell’Arbor di Abramo1. Nella lingua greca erano detti Ἀλβανοί, Albanesi 2, cacciatori di albi, cioè di bianchi, per il ben ben. Dal punto di vista etnico gli arberesche o albanesi non erano semplicemente arabi bensì una commistione, una macedonia, di rom, arabi, greci allo stesso modo degli arabi stanziati in Bessarabia (Besarabya). Il passaggio da albi in arbi si ha per rotacismo di l in r ed è un accorgimento linguistico che nasconde il concetto di arabo cacciatore dell’albo, cioè del bianco (f-air). Molti secoli prima della nascita di Roma gli Arabi potevano essere identificati con i Brutii, abitanti del Brutium, cioè dell’Italia meridionale. 1 Il termine latino arbor (albero) significa Rab Oro, ma possiede una molteplicità di significati crittati che rinviano alla tratta schiavistica dei bianchi verso l’Africa e la Cina. Per individuarli occorre procedere dall’endiadi arbor-albor. Tra i principali si ha harbor e harbour, sinonimo di albereto di Piramidi e Obelischi (vedi arbëreshë, arabe). Con l’aggiunta della T iniziale si ha Tabor, cioè Mons Tabor e con l’ulteriore aggiunta della M si ha Mons Tambor, uno dei nomi della Piramide e del suo Tamburo Drum, cioè τύμπανον δρόμος Nomi affini con TM erano Templum e Temblor, Timpanum, Tom, Tumulus 2 Nel II secolo a.C., Polibio nelle sue Storie menziona una tribù di nome Arbon nella zone centrali dell'odierna Albania. Gli abitanti di quelle zone venivano chiamati Albanoí e Arbanitai. 1 Brutii nella forma Abrutii significa “a bey root”, cioè genti discendenti dalla radice di Beyruth, mentre nella forma Aprutii (Aprutini) significa apri et capri del πῦρ. Un altro etnonimo equipollente è Pretutii, popolo delle predae, delle pretiae e del pretium dei Britanni. Come testimonia l’espressione avverbiale latina ex abrupto, transitato significativamente nella lingua inglese nella forma abrupt, le popolazioni del Bey erano stigmatizzate, sotto il profilo etnoantropologico, con gli epiteti “ira et rabia”, allo stesso modo delle popolazioni stanziate in Iran, Iraq ed Arabia. Abrupto deriva dalla preposizione ex e dal participio passato del verbo rumpo, rumpis, rupsi, ruptum, rumpere, assimilabile etimologicamente al verbo rapio, rapis, rapii, raprtum, rapere, in inglese to rape. Gli arabi nella mitologia greca erano considerati Arpìe, gente immonda per essere stati al servizio dell’Ara Pia o dell’Arabia, cioè dell’Egitto, sede del Faraone Rab, The Rapist. I Russi definiscono gli arabi rupìe, con ciò accomunandoli agli indù. Stesso significato crittato di Arabia avevano i toponimi Lucania, Locride (Luceride), Licia, Cilicia etc.. Essi testimoniavano la presenza di insediamenti di popolazioni nordiche tra le popolazioni aduse alle varie forme di olocausto. Allo stesso modo i toponimi creati sulla base del termine Gallo si riferivano alle popolazioni galliche ma erano nati dal termine gaol o equivalente al greco καλός cioè K–ALO e K-ALI (ὠραῖος, εὐπρεπής). In Italia le varie sottoetnìe italiche portavano nomi che rivelavano le loro remote e comuni origini arabe: i Samnites o Sanniti erano Sunniti, i Sabini, Sabelli o Sabei erano Sabrei di Sabra, i Brutii o Marsi erano Beruti o Beriti. L’Italia Albalonga3 poteva essere considerata la Longa Manus dell’Arabia sull’Europa ed il suo Arbiter Absolutus. La penisola fu così chiamata perché doveva essere la Fucina4 o il grembo della lunga gestazione per veder nascere nuovamente il Sole e l’antico splendore della Piramidi d’Oro. 3 Il toponimi dove compare il nome Alba indicano zone più o meno estese dove venivano sacrificati i bianchi. L’Abruzzo interno morsicano era una zona Alba Fucens, come desumibile dal toponimo ad hoc coniato dai Romani, acerrimi nemici dei Marsi. Era una fucina dove si “martellavano”, cioè si martirizzavano, i prigionieri galli. L’Abruzzo ed il vicino Lazio, in epoca pre-romana, erano zone Anio (Aniene), dove affluivano grandi quantitativi di agni destinati al macello. Anche la Toscana era una zona Anio o Arno (ἀρνός) e, più in generale, l’intera Albalonga (Arabia o Albania Longa). Più in generale si può dire che le varie regioni europee dove si rinvengono toponimi che implicano il concetto di bianco e di luce erano zone dove sorgevano altari sacrificali (luci). 2 I Romani definirono il sistema della martirizzazione di matrice isiaca Theatrum Marcelli, cioè atrus et atrox mars macellum della θεά (TH A). Era l’Ade dislocato in Europa e, per quanto riguarda l’Italia, la regione abruzzese era Teate o Tsade, cioè l’Ade per il lamb-aid (lambda), schiavo del TH Ramnis (sp. amo dal verbo latino amo, amas, amavi, amatum, amare e dal greco ἀμνός). L’Abruzzo era Interamnia cioè “inter amnes ἀμνῶν” provenienti da Alba con un’importante ara per i sacrifici ubicata sull’Altopiano delle Rocche (Aquila). I Romani, fieri nemici degli africani, degli arabi e dei mercanti ebrei, fecero dell’Abruzzo, dopo la conquista della Giudea e delle Numidia africana, una delle zone di concentramento degli amnigeni e degli amnici (amici), cioè delle popolazioni che si erano riconosciute nel οταμός egizio. Nella lingua osco-umbro-sabina ὁ ἀμνός era la habina o sabina, cioè la vittima destinata allo stupro e quindi allo “shave bean”. Il bean, cioè il ῥήν, sottoposto allo shave era, al tempo stesso, il pene della vittima con i relativi ῥημός, cioè con le due gonadi, sui quali si infieriva con il pen o punta (presso gli antichi Egizi il ben era la πέντε αλφα o punta elettrica passover che causava il κηρός pasquale). I Romani crittografarono le gònadi in ova (voce transitata nello spagnolo oveja) e il penis in panis o cibus (transitato nello spagnolo chivo e nel traslato italiano schifo). La Festa Punica o Poenorum era coram populo ed era da panico (πάμπαν, παντάπασι, σύμπασι, senso pànico o panpsichismo). Lo shave era la σχίσις (σχίζω, σχίζα e σχάζω), per lo sclavus, così definito per la clavis (κλείς) dello X ἰός (clavus). X ἰός S M IO ten o zen MAM-YO SATOR Chain di Kaino Cadena di Caina/Caino Il 4 del quadrato è τέσσαρες Rueda del Gallo Pavo per Galo e Galina (Galli o Polloi) Il MasXios (masculus) era la maison o mansio per il mansus, cioè per il man-sus o mansus, il recinto sacro con l’altare (οἰκία) dove il macellarius (lanio o lanius) eseguiva il καινειν sul καινός ayn in chain e in chin, cioè inchinato. Mansus è: - il participio passato del verbo mando, mandis, mandi, mansum, mandĕre. - il participio passato del verbo mănĕo, mănes, mansi, mansum, mănēre. Il boia dopo aver seviziato l’ano (Ίλιον) della vittima, con il filetto della lama tagliava il THP (τρεῖς o τρία) della Τροία incatenata o legata, tetragona nel τετρακτύς (τέσσαρες o τέτταρες, ἀκτή e ἀκτίς), poi il gozzo, bevendone il sangue (sp. gozo), poi gli arti e l’addome (exta), poi il craneus (σχίζειν del φρήν): era la potatura. Sulle vittime di sesso femminile il “pene” veniva praticato sulla vagina e sulle ovaie (ωα, ova). Appena il carnefice o aguzzino aveva eseguito l’eviratio e mostrava alla platea i genitali della vittima, ostensio, si alzava l’ovatio, il plausus o la clamatio. In Egitto l’esecuzione era invece praticata con la corrente elettromagnetica e per questo era una tetra-agonìa, teta o zeta agonìa (vedi verbo τρέω). L’Egitto era: - la Tessaglia, l’area della tessitura; - la Tela di Aracne (ἀράχνη), cioè l’Ara HXN. - laTela di Penelope (Πηνελόπεια) o del Peloponneso (Πελοπόννησος), cioè di Pelope (Πέλοψ), dove rimanevano irretiti i pesci (Ke)opes: erano gli schiavi K-Oropes o K-Europes (Orops). Lo schiavo bianco era chiamato in greco ὄψ, ὀπός (plurale ὄπες), in latino ops, opis (plurale opes), termine da cui derivò piscis, piscis (plurale pisces): da ὄψ è derivato il latino lupus (sp. lobo), pseudonimo del Lu Purk del lubere e labere. Nella crittografia anglosassone il nome Ίλιον ed il suo sinonimo Τροία significano: - <<I lyon, You lie (Julus, Jutland)>> - <<Yo leòn, Tu roja (Troia, Troade, Troia in Ade)>> Lo spagnolo Julio corrisponde al latino Iulus, nome che nella crittografia romana significava I(talicus) (n)ullus, analogamente all’altro nome Tullus, che significava tollo hostiles, cioè i popoli dei sacrifici dell’Ostia bianca. 3 Come noto, erano presenti anche genti Greche, genti Sardo-Turche (Sardu/Urdu/Turcu) e genti Siro-Fenicie. I Messapici o Iapigi stanziati nelle Puglie erano di origine picena o peucetia, così come i Piceni stanziatisi in Abruzzo e nelle Marche con propaggini settentrionali fino a Piacenza. Erano considerati popolo del Messia, in quanto in tempi remoti, durante l’Impero Egizio, erano stati missi dominici, inviati del Signore, per la raccolta della Massa Cerealis (La Messe, The Mess o The Mass). Un altro nome dell’Italia era Vitelia5, cioè Terra delle Vittime di Elio e Terra della Vittoria di Elio6. Tuttavia Vitelia era non solo l’Italia ma l’intera Europa, somigliante per la sua forma geografica ad una donna reclinata in avanti, in procinto di essere concupita dal Toro anatolico-africano. L’Europa era la Vitula (Vitella) e la Turchia con il fallo gigante africano sottostante il Taurus (Toro), come può essere desunto dal mito di Pasifae e Minotauro. Per gli ebrei europei il Toro turco era sinonimo non di semplice monta bensì della terrificante Tora, Mukka o Makka. I Romani, al pari dei Greci, non appartenevano alle etnie italiche e, contrariamente a quanto si potrebbe supporre in base al loro nome, non erano nemmeno discendenti dei Medi Romani, popolazione indiana che dall’Industan, l’antica Romania, per sfuggire alla dominazione cinese, da loro subita durante il periodo delle Piramidi d’Oro (Xian), era emigrata in India Media, coincidente con i territori di Iraq, Siria, Asia Minore e, più a nord, con la Romania. Il nome Medio è una derivazione di Metis, sinonimo di Medinas, uno dei nomi della Piramide Energetica. 4 Il Lago del Fucino e la regione del Fucino presero il nome da Fucina, l’officina di Vulcano o Efesto (Ἥφαιστος). Vulcano, il Dio della Luce e del Fuoco, era il Signore di Ἡλίου πόλις o Αιγυπτος, dove si svolse per millenni la EFesta Puerorum Solarium o Ε-ορτή παιδῶν (τό ὈΡΩ ζῷον). Ἥφαιστος o Ἇφαιστος era Ο παῖς di Vulcanus, Volcanus o Volkanus. Παῖς significava Πατήρ Ἶσις: gli inglesi ne trassero i verbi to pay e to ray (in base alla regola crittografica Pi Ro), mentre vulcanus in vv canis. Un altro nome abruzzese dell’Egitto era Corfinium, anagramma di: - Cor Fucinum, cioè Cuore della Fucina; - Fines Cordis, cioè Confini del Cuore o Africa Borders. Il Cuore, ἡ Kαρδία è l’Africa, chiamata anche Xώρα. Efesto in greco Ἥφαιστος era il Dio della Luce φῶς, φωτός e del Fasto. Il Fasto delle Feste era simboleggiato nell’arte dai Festoni. 5 Il vocabolo spagnolo per vitella, ternera, deriva da Terranera, nome italianizzato di Egitto T[er]re, Terno, Eterno, dove la ternera “terna” subiva il Talio (il J taglio). Nella crittografia anglosassone I significa Ilio o Elio ed HI era il saluto estremo verso H liopol I, come pure HEI o HEY. L’avverbio HERE significava dall’Eire o Aire (ἀήρ) verso la Terra di Era/Eros (THR o TH ρ). 6 Dalla radice VIT deriva anche l’etnonimo INUIT, remota testimonianza di Elio Invitto fino alla Finlandia. Nelle regioni nordiche la radice VIT/VITH/VIZ era associata al concetto della malvagità, come desumibile dai vocaboli wit, witch, wick. 4 La Piramide era così chiamata perché era la ME-Dinamo, cioè la Dinamo Elettro-Magnetica necessaria al Mη o Mα, cioè fondamentale per la praticare la Mecca o Makka7, cioè l’esecuzione meccanica. I Medi, quindi, potrebbero essere definiti, con una circonlocuzione, popolo del “Me Dinamo India“ o “Me Dinamo Induo”. Dato che il toponimo India significava In Duo, cioè In (nel territorio Chin o Kin), Duas Piramides, è plausibile ritenere che i Medi erano stati vittime della Mecca o Macca gestita dai meccanici cinesi. I Medi furono chiamati anche Curdi per il fatto che provenivano dalla terra a forma di piccolo Cuore, vale a dire l’India, ed erano stati sottomessi dagli Urdu cinesi, impadronitisi del Curdu o Cor indiano. I Cinesi furono per un periodo gli Urali degli Indiani in Industan, cioè i loro “pecurali” ed ultori8, ma lo furono anche delle popolazioni Urdu, in quanto sia gli uni che gli altri erano appartenuti a Ur Due o Induo, vale a dire alle Piramidi Cinesi (Chin o Kin Duo). Gli Indiani erano un popolo di incineratori (la pira indiana), probabilmente perché, dopo essersi affrancati, erano ancora memori del periodo in cui erano stati vittime della Zombizzazione Cinese9. I Palestinesi, invece, era un popolo italiano, che aveva fondato alcuni insediamenti nella penisola: Napoli era stata Nablus palestinese prima di divenire la Nea-Polis greca. Erano detti anche prenestini o palestrini in quanto braccavano come cani (cananei) gli ebrei. Erano convinti che gli ebrei dovessero tornare al Nestos, cioè al loro Nido. Praeneste significava in italico <<pra-ite nesto>>, cioè tornatevene al Nido. Quindi prae-nestos significava tornare alla situazione prae-nestos ossia al periodo in cui gli ebrei erano nel Nido delle Aquile (ingl. Nest, lat. Onus, da cui Munus ed Honos). Il Nestos e la Paleos Trina sono le antiche Piramidi Egizie dove rimasero schiavi per millenni gli ebrei. 7 Dalla congiunzione greca μὴ è derivato necare, ma prima ancora νικάω, l’inglese need (μὴ Dio), neck (μὴ κάρα), care (abbreviazione di μὴ κάρα o né care), cioè decapitazione od evirazione. 8 In dialetto italico il pecurale è il pastore padrone del peculium, cioè del gregge di pecore: pecorum grex (pecus, pecoris). Ma nel linguaggio biblico il pastore o pecoraio è il padrone del grex hebraeus (peculium), del quale dispone per i sacrifici cruenti. La parola latina pecus era sinonimo di οἶνος (oinos), sangue, di specus (speculus), spacu (spago per l’incaprettamento) e pacu (spago o corda per l’incaprettamento e lo spacco) ed era altresì un crittogramma che significava pesus (in spagnolo pes, peso), cioè riduzione a colla di pesce (jellyfish) e reificazione: in codice PHS. 9 I Cinesi erano così chiamati dai popoli a loro assoggettati perché si comportavano come cani, κυνόι, alla stessa maniera degli Egizi, perché erano in possesso dell’energia cinetica o cinesi, perché praticavano le arti magiche capaci di far risorgere i defunti (vedi Bardo Todol e Nirvana nella religione buddista). Il fenomeno è definito modernamente zombismo. La parola zombie si rinviene nei nomi geografici africani Zambia, Zimbabwe, Gambia e Gabon. La gamba o zampa è l’allegorìa fallica del defunto che si solleva, cioè cambia stato, passando dalla morte apparente alla vita, cioè alla postura eretta. 5 Palestina, come deducibile dall’attuale toponimo di Preneste, cioè Palestrina, significava anche piccola palestra o piccolo gymnasium, cioè zona ristretta per l’addestramento militare romano. Ma il gymnasium era originariamente il luogo dove ci si esercitava alla [G]umma, era cioè la città di Goma o Gomorra coincidente con l’antico Egitto10. In altre parole era l’Ara o Area della Guma (Gumara). In epoca egizia avere in mente il concetto di gymnasio o quello di liceo era la stessa cosa11. Nel liceo la comunità appartenente a Ru[m]ma, cioè a ROME egizia, era vittima della UMMA. La umma consisteva nell’uccisione mediante i raggi gumma, cioè gamma, o mediante la RU[M]MA cioè la reuma (corrente elettrica). 10 Guma e goma, in italiano gomma, significava soprattutto cuma o coma, nonché cima e culmen (columen e columna). Presso i nordici era cimru o cimbru, dulmen o dolmen al posto di culmen (columna): i menhir erano i men neri o negri cioè gli homines nigri cui piaceva fare il N-eros (l’amore rosso e nero cioè la carbonizzazione). 11 Liceo deriva dal verbo liceo, lices, licui, licitum licere, verbo che ha lo stesso etimo dei termini latini lac, lactis (spagnolo leche), lux, lucis e del verbo latino lucere. Tutti derivano dalla radice leu- o lu- e reu, ru, da cui reo. Nella lingua latina liceo ha ormai assunto il significato passato poi nella lingua italiana, vale a dire “è lecito, è consentito”. Tuttavia in alcuni contesti crittografici licet viene ancora usato in riferimento al lac/licitum. In un senatusconsultus neroniano si trovano le frasi <<non licet esse Christianos>> e <<collegium illicitum>>. Il loro significato crittato, al di là del significato manifesto delle norme, è che i Cristiani sono a favore della licitazione o saponificazione, cioè dell’esecuzione “in-licitum”. La procedura del licitum può essere definita anche procedura della luteizzazione: i barili ermetici erano riempiti con un liquido detto nitron, contenente cloro, collegati alla corrente elettrica e portati ad una temperatura non letale. La vittima si consumava per lungo tempo nel contenitore ermetico, successivamente si aumentava il voltaggio della corrente elettrica fino a bruciare la vittima, il cui corpo si liquefaceva nella sostanza divenuta acida per effetto dell’elettricità. Il liquame prodotto era chiamato limo, tabe o anche luteum (gli elementi etimologici sono sal, saltus, salt (ingl.) cloro, clarus, calor – salir (sp.), luteum, lutum, lutulentus, solveo, solutus, yellowish, jewish, glutin, jelly). Ad ogni tornata di luteizzazione seguiva il luctus, che non era un lutto funebre, bensì una vera e propria festa, il Lusso o il Luxor, che i Romani commemoravano nei Lustralia I I I: essa consisteva cioè nella fertilizzazione delle terre egizie con il luteum, chiamato anche funus o fenus (da limo sono nata le parole latine limes, -itis e limen, liminis, terra limitanea del Nilo). Terminata la macerazione, i barili ermetici venivano aperti e si procedeva alle esequie. Le esequie erano l’ex-equum o ex-quba (cuba), cioè l’estubazione delle reliquie e la loro aspersione sui campi. Il fumus/sumo/humo/humor, cioè il prodotto del “fumo”, cosparso avrebbe prodotto i futuri frutti (fenus, fenora). In un passo delle Epistulae (I, 17, 36) di Orazio si legge: <<Non licet omnibus adire Corinthum>>, in un altro si legge <<Non cuiuis homini contingit adire Corinthum>>, frase diventata un aforisma. La decifrazione della prima è non licet (inlicet cioè in-licitum) omnibus (omnes-boves) adire (A-Dira/Hades) Corinthum (Cori/Kora In dù). La decifrazione della seconda è incivilis homo contigit oppure civis homo non contigit adire χώρα o χώρα Indù. 6 Il sinonimo di ginnasio, palestra, deriva dal fatto che le vittime diventavano pale, cioè pallide, per effetto delle radiazioni e della somministrazione di corrente elettrica a basso voltaggio nei barili ermetici, dove venivano fatte macerare ed infine liquefare. Era la cosiddetta Tabe o Tebe o la cosiddetta Lue, parola derivante dal verbo greco λύω12. La parola umma era non solo un’abbreviazione di Ruma o Rymam (Rumam), ma anche di Suma, Sumna (Sunna) e Sumer. Da Rymam, cioè da Rimam, nacque il titolo ieratico islamico Imam13, una delle figure di spicco o, forse, la più importante, della persecuzione degli Aryman. Aryman era l’uomo destinato all’ara o altare sacrificale, e nel momento in cui veniva evirato e trasformato in eunuco/donna diventava ary-mam, cioè Mamma degli Afro-Egizi (mama, mumie, moma). Il linceo, oltre ad essere il luogo del liqueo, era altresì il luogo del linciaggio di Umma. In questo luogo del deliquio delinque o derelinque chi riesce a sottrarsi alla Umma. Il Re dell’Energia Gamma (Gumma) era il Ra’IS, cioè il Re dei Rays di Iside. La Piramide è σος e Iside è lo stesso Faraone14. Egli, il Faraone, è semplicemente o G, cioè God. Il termine Raʾīs, scritto anche Raïs, Rais, Raìs, Raiss, Raìss o Reis, si ritrova nella lingua araba moderna. Rais deriva dal greco ῥίζα, cioè radice o rizoma. In realtà il termine greco è un crittogramma che si decifra come si spiega di seguito. Considerando la lettera ῥ come una P maiuscola si ha: PIZA trasponendo al greco PIZA si ha A prendendo la lettera (pi) come una sillaba composta da si ha e se si aggiunge la N si ha 12 I sacerdoti addetti ai culti misterici erano in grado di resuscitare alcune vittime sottoposte al trattamento “leukos” o “ànemos” ma decedute prima del successivo stadio “limo”. Per il loro pallore, ma anche perché zombies parlanti, venivano dette Palladi di Athen o di Athon (vedi Pallante Evandro). 13 I MAM significa “man evirato” cioè senza I e quindi “mamma”, oppure I5 Y I equivalente a IS(ide). 14 I Campani la chiamavano Cuma, gli antichi spagnoli Cumbre, gli antichi sassoni Teuton, gli antichi abruzzesi Columen Ele (Columella o Colonnella). 7 GIZAN che letta al contrario dà NAZI–G, dove la lettera G è l’iniziale di Geese o Goat o Gath o Goto (Goto significa G 8 cioè pastora, legamento, per Goat). prendendo poi le lettere di A come III si ha III ZA sigla che contiene in sé gli elementi del Tempio-Piramide o del Tempio Greco (Grex): r III - la cremagliera o ghiera III della ruota energetica - l’at-trezzo peot, cioè il generatore di energia15 Il capo della PIZA () era la Sibilla PIZIA o Sibilla di APOLLO16, cioè il Faraone gestore dell’A-POLO o A-polarizzatore (Ἄπλουν), un congegno tecnologico stupefacente che consentiva agli antichi Egizi di avere a disposizione un Calamity Tool o Machine di portata planetaria (Cam e Camiti). Attrezzo deriva da A Tre ZA o A Tre SA, sigla che significa - treccia. La lettera alfa è detta anche gambero (gamba-rossa, cry-fish, pray-won, cane-cero) o scorpione (alacran, escorpion, σκορπίος, s-corpse, s-corpus), da cui sgorbio, scarabocchio. Atrez si può scrivere come TRE Z ed è la Piramide che produce energia AZA o ASA. Ma l’attrezzo era anche lo spiedo, stiletto o fioretto per trafiggere sadicamente le vittime prigioniere: esse sono PHS (res) o PES (pisces). L’etimo di attrezzo si può far risalire all’avverbio spagnolo atras, derivante dal latino ad trans, il cui significato originario risiede nell’idea di movimento da dietro in avanti, di trans-passare. Trans deriva da inter/intra più εἰς, cioè ἐντός O εἰς, dentro fuori, in tres es tres, in-traho es-traho. Dalla preposizione trans derivano i verbi: - traho (trans ago), tiro o porto oltre - transfigo (trans figo), trafiggo - to trespass (trans passo), trapasso - attraggo (ad traho cioè ad trans ago), tiro dietro, verso di me ed oltre di me - tractare (trans acto o trans ago), transigo o vado oltre. L’attrezzo PEOT nell’antico Egitto è la QUBA elettrificata, cioè l’OTRE dove viene calato il PES. Il PES è il pessimo pesce, cioè l’ebreo del quale gli Egizi sono ebbri. 15 L’O-TRE è la O ripetuta tre volte, cioè la stesso cilindro QUBA , il tunnel sotterraneo e la simbolizzazione elementare dell’onda elettromagnetica 16 Apollo Pythio come Signore di Delphi e dei suoi Adelfi era un Dio oracolare, profetico e giudice circa l’Oracolo Delfino. La sua vittima preferita era la Πυθία, cioè la ἀήρ καὶ ἔαρ resa Ptah (putius et putia, puto y puta). Il Faraone Cinese, ὁ κύων, prediligeva la medesima vittima bianca, chiamata Putra o Budda. 8 La PIZA era propriamente la Ruota Energetica con la sua Radice (ῥίζα) ovvero il suo AlberoPignone nella Piramide Le Piramide era verosimilmente un Quadripolo Tesla (τεσσαρες o τετταρες), che i Romani chiamavano Janus Bifrons o Janus Quadrifons. Nel Nuovo Testamento l’insieme Piramidi e rete di obelischi è definito Vigna del Signore, il Faraone è paragonato ad un Vignaiolo, non solo perché l’attivazione della Vigna e dei Filari di Vite (Filadelfia) poteva produrre vino, cioè sangue, ma anche perché il suo funzionamento era spiegato dall’allegoria degli acini dei grappoli d’uva. Gli acini del grappolo erano gli ioni (ionizzatore). 9 Y semen s r acini o pietre σπόρος πτύω PTA Pater o Petra PTR sex 69 15 FIGA IMAM o IMAN teta con amen teta con Imen turbo S πῦρ teta con Omen volatus OO OO OO Q F I pipe seed stone O vertex vortex spira voluta O Gamma En. dD PIP PIP RIY Z funzione d'onda fertile con barriga penta rei tettares treis duo eis, mia, en 5 4 3 2 1 Delta Zed Zen G F I La Teta o Tit era in grado di provocare movimenti tettonici e di generare fasci di energia Lampo (lambda). Nell’Odissea di Omero il mostro di potenza è paragonato ad un gigante con un solo occhio ed è chiamato Polifemo (Πολύφαμος Κύκλωψ o Θεοκριτου Κυκλωψ). 10 Il gigante scagliava enormi massi provocando maremoti e terremoti: il suo nome era Polifemo, in primo luogo perché poteva “parlare” in tutte le direzioni, in secondo luogo perché in Egitto erano presenti (Na)Babbi o (Na)Batei di tutte le nazionalità, parlanti lingue disparate (cinesi, maya, urdu etc.). Un altro nome del gigante era Torre di Babele, nome dovuto al fatto che vi giungevano enormi masse di schiavi babies ed al fatto che era capace di scagliare pietre, in realtà disruptive waves, fino alla Gran Bretagna o Ele (Ele è l’energia lambda ). L’Egitto era una Babilonia e molti erano i verbum, i λόγος e las palabras, cioè le parabole di terra, enormi dischi o piatti sul suolo capaci di produrre l’energia divina EO17. Una rappresentazione plastica ancora esistente della “pizza” è la Mole di Adriano o Castel Sant’Angelo in Roma e, prima di essa, era stato il Mausoleo di Augusto. La parola pizza in italiano contiene in sé il significato di forma geometrica piana e rotonda o piana e rettangolare, così come le parole spiazzo e piazza, che rimandano ad un’idea di superficie piana ed aperta. Derivano dalle radici pas- e paz-, da cui i vocaboli inglesi path e pattern e quelli italiani sprazzo, spazzo, spacco, spatola, patente, patta, paterno. Pater in particolare significa che passa, path, la mat-eria: pa.+ ma. mara o maria, rama o ramo. In codice la Piramide tecnologica era la PIZA (ῥίζα o al qizah o Λάρισα) o anche: LA PIZ LA PIX LA PAZ LA PAX Capitale della Bolivia RAPAX RAPAZ Da A- (Piza-Giza) attraverso una serie di passaggi crittografici si ottiene RIAD Capitale della Arabia Saudita RIZA 17 Erano piatti o dischi energetici di varie dimensioni, dalla più piccola alla più grande. Erano platones et edones, τάλατα καὶ ηδονές. Per usare i nomi dei filosofi greci idealisti la parabola di terra poteva essere Plato, Πλάτων oppure Plotino, Πλωτίνος. Lo scultore greco Mirone lo allegorizzò nella figura del Discobolo: l’Atleta di Atlante sta per lanciare un disco capace di colpire ad enorme distanza (pseudonimo Talete, Θάλητος=τάλατα καὶ ηδονές). Lo pseudonimo Mirone lascia presumere che l’energia sparata dal disco – nella scultura il disco stesso – colpirà in maniera precisa, seguendo la mira balistica – mirone - presa sulla base di calcoli geodetici. I nomi dei due famosi filosofi greci, teorizzatori del principio delle emanazioni (Enneadi) e degli eoni (ioni), rimandano anche all’impiego del plutonio presso gli Egizi chimici o alchemici. 11 PIZA (greco da leggersi RIZA come rizoma) PIAZ RYAD (la y al posto della iota, può leggersi anche alla francese RUAD) ma anche DARYS (da leggersi DARIUS) Come appena detto PIZZA è sinonimo di PIAZZA PLANITIES, PIANETA o PIANEZA (è il Pianeta su carta geografica piana) PIANO PLACE PALACE PALATIUM PA-LATUS RA-LATUS ALATUS Il Ra-Alatus è il dardo-freccia18 o flecha, è il flash (laser) che frigge la flesh Il Palatium o P-alatum o P-Ala-Aton è GIZA o, meglio, Giza è il Lucus Palatii o Lucis Palatium. Da P-alatum, omettendo la lettera a tra la lettera pi e la lettera elle, si ricava: PALATO πλάτος PLATINO πλάτων PLOTINO è il palazzo dove si viene fatti a pezzi e divorati i piatti (platos) erano i dischi energetici delle Piramidi (latino lanx, lancis) era l’oro usato per la copertura delle Piramidi il nome del filosofo Greco che allude ad Atlantide il nome del filosofo Greco seguace del primo che parla di ioni ed eoni 18 Freccia deriva dal latino frango (fractus, fractio). Il raggio–freccia in latino è iaculum, sagitta, telum. Oltre ad essere il raggio che brucia il iaculum è la lama con cui si recide la giugulare durante la giaculatoria ed il telum è la veste bianca di lino del carnefice. La sagitta è la saetta ed è lo stesso E-gitto Solare (E o H), che gitta saette (tuoni e fulmini, truenos e relampagos, thunder e lightenings): S(olaris) Aegyptus o (λoς) Αἴγυπτος. In greco è il raggio-freccia è βέλος cioè Beam di Elios e solare è ἡλιώτης, da cui Niloti. Il era la fonte dell’ o del mare di onde o di salt Era al tempo stesso Il Sole e La Sala: i Salii dell’antica Roma erano i sacerdoti epigoni dei sacerdoti Eliopolitani e delle Sale o Camere della Morte. In latino La Fonte era detta Tullius (fonte, acqua zampillante) e in indoeuropeo Tuelos. Da tuelos deriva tuorlo, metafora del Sole, paragonato al tuorlo di un uovo che emana luce bianca, la chiara dell’uovo. 12 Il P Alato ALATO o Pa Latium dinosauro D εἰς πίνω espina espio dinamo S aurum Q LI LUO IVI VTVT VIT LIO P8 PEOT VIII III EQUBA κρέας, -ατος, τὸ KS ρέα BEA BEAN REAN RENE BEAM ARENA REHEN 13 HORATII e CURATII Gli Oratii erano nemici dei Curiatii, i primi erano Dorii o, per essere più precisi, reduci della devoratio (oratio e devotio a Ra), i secondi erano Latini. I Curiatii o Quirites erano uno dei popoli della cura. I Dorii erano stati i curati, i Latini, insieme ad altri popoli, erano stati i loro curatores per Troia d’Egitto. La capitale del popolo Latino era Cori, toponimo che significa Cuore, derivante dal latino Cor (cordis) e dal greco Kαρδία, nome dell’Africa durante il millenario Impero egizio. Gli inglesi lo chiamavano The Heart o The Earth, gli italiani Teate o Teram (TH ARTH, THATHR), i latini Reate (TH ἔαρ o TH AREA), i musulmani Teran o Tyran (TH RA n E). Dopo il crollo dell’Impero solare Orazi, Curiazi, Latini, gli altri popoli italici, i criptoebrei ed i cristiani, diffusi anche al di fuori della penisola italiana, rimasero per secoli in competizione per la questione della sua rifondazione. Nel dipinto Il giuramento degli Orazi del pittore Jacques-Louis David, realizzato nel 1784 e conservato al Musée du Louvre di Parigi, il concetto è espresso nei tre militari romani che prestano giuramento di fronte al Centurione, formando con le loro braccia tese e le spade una Piramide. 14 La sagoma della Piramide egizia è delineata dalle braccia tese dei tre militari, dalle braccia del centurione e dalle spade, mentre le sue pietre dal muro a sinistra del dipinto. I tre commilitoni o camerati del Fascio Romano corrispondono alle tre donne a destra del dipinto. Quello al centro è di etnia nordica, così come la donna che gli sta di fronte, anche se non è di pura razza ariana. Quello in fondo è di etnia araba e corrisponde alla donna inclinata sul bambino, vestita secondo la foggia musulmana. Quello in primo piano è italiano e si specchia nella donna italiana. Il centurione è greco, ma non nel solo senso di ellenico, bensì anche nel senso di pastore del Grex. Tutti i personaggi del quadro sono disposti su di una carta geografica invisibile che rappresenta l’Europa, dalla Spagna, alla Gran Bretagna, ai Balcani, con l’Africa e le Piramidi sottostanti. Essi rappresentano le conquiste successive dell’Europa e della Gran Bretagna a partire dall’età delle Piramidi egizie. Il bambino con i capelli biondi che, nella carta geografica crittata, va immaginato sopra i capitelli delle due colonne retrostanti, rappresenta l’Eire o Aria dispersa nel Globo (G.B.o J.B.) e la donna con la tunica nera le popolazioni musulmane che, dopo aver conquistato l’Isola, l’avevano precipitata nel tunnel egizio. Tra i musulmani conquistatori vi erano anche gli italiani, come lascia intendere la spada romana tra le due sciabole arabe, che, oltre a rappresentare Roma, rappresenta anche l’Italia pre-romana. Il bambino con i capelli biondi è al tempo stesso la donna con i capelli biondi e il militare con l’elmo dorato: rappresenta non solo la Gran Bretagna ma più in generale le popolazioni galliche. Egli, divenuto militare, forma un fascio con gli altri Orazi ed insieme giurano di “capovolgere l’Italia”, come può dedursi dal suo sguardo rivolto verso la mano del centurione, che “slancia” verso la colonna a forma di Italia capovolta. La mano del centurione dice che l’Italia in quel momento è Cinque o Penta-alfa , cioè è nelle mani dei Phrentani di Alif (Frentani, Piceni, Aprutii, Apuli etc.). Per Orazi devono intendersi non solo i Dorii veri e propri ma anche quelli che, pur avendo origini doriche, avevano perso le loro caratteristiche razziali. Costoro erano criptoebrei, da non confondersi con i criptoebrei israeliani, appartenenti o alla razza romena o alla razza araba. I primi erano i discendenti degli “ebreizzati” o “vampirizzati”, i secondi erano stati loro mercanti. Il traffico degli Orazi verso le Piramidi è descritto nella carta geografica crittata. 15 Eire GB Pom Ger Glo Bo Le tre donne a destra coincidono con l’Illiria, mentre il Centurione coincide con l’Italia. I tre militari coincidono con la Spagna e il punto dove le loro mani tese quasi toccano le mani del Centurione è il Golfo di Biscaglia o Guascogna (le tre mani distese, le tre lame, le sei gambe dei militari, le tre gambe del Centurione rappresentano le Piramidi egizie). La zona è messa in evidenza dal pittore perché l’endiadi biscaglia e guascogna significa che il serpente basco(ne) si avvinghia con forza (vis o viz) alla caina (cayna) e la vasca a Bisceglie cioè al Serpente o al Pesce Scaglie del Nilo. Il Centurione con la mano aperta indica verso la Gran Bretagna, che da quella posizione deve essere immaginata nella mattonella bianca di destra, dove era Giza. Le cinque dita della mano aperta stanno a significare che la civiltà delle Piramidi governava i cinque continenti19. 19 Potrebbero voler dire anche che a parte le Piramidi bosniache, alle spalle del Centurione-Italia, in direzione delle mani tese dei militari potrebbero esservi altre Piramidi, dello stesso periodo, appartenenti al Pentalfa Sirio cioè in definitiva al Serpente (5= S). Un ulteriore indizio in tal senso è la mezza piramide che si intravvede sul capitello della colonna a destra. Bisogna immaginare di far cadere l’intersezione su Chioggia (VE) e proseguire lungo la direttrice di Gorizia. Che il punto di incrocio sia Chioggia è suggerito dall’etimo del toponimo della città veneta, chioccia, corrispondente nel dipinto alla donna araba curvata a mò di chioccia sul “pulcino biondo”. 16 Le mattonelle bianche simboleggiano gli schiavi bianchi mentre il marrone del pavimento a spina di pesce simboleggia gli africani ed i meticci20: la mattonella è una metafora della piastra o piastrella, impiastro o pasticcio di carne, e del mattone, grande mattanza21. I sandali dei militari rappresentano le navi veloci che collegavano Gibilterra a Tangeri, a Tunisi, a Tripoli e ad Alessandria, ma i sandali del Centurione rappresentano al tempo stesso la Sicilia e il Salento, mentre il piede caprino della donna bionda rappresenta la Grecia e il raccapriccio per le esecuzioni “egizie”. La lancia dice che si trattava di navi veloci (lanchas), ma a parte ciò, dice che a Giza si usava l’energia elettromagnetica e lo stiletto elettrico . Il bambino, che rappresenta l’Eire, Aire, Aria o l’Europa bianca, è nelle mani della donna araba e vede sé stesso con la testa calva, disteso e cadavere sulla Tavola del Cuore Questa è la tavola Surf/Serf (Sufi) cioè la tavola della Serpe a sonagli per navigare il Servo del Globo. Nella cartina geografica nascosta è il ponte di Istanbul sui Dardanelli con il bambino-globo che discende verso l’Anatolia, ma trasponendo il piccolo cuore sul grande cuore il bambino-globo, ora tra le mani del Centurione, potrà scivolare non solo a destra ma anche sinistra, verso Tangeri. Le mattonelle bianche agli angoli della rete rappresentano altrettante “Zone Piramidi”, a partire dalla più nota, quella di Gaza, da immaginarsi sulla mattonella in basso a destra. La mattonella in basso a sinistra rappresenta le Piramidi d’oltreoceano, precisamente le Piramidi di Cuba, recentemente scoperte sul fondale marino nordovest dell’isola, mentre la mattonella più in alto rappresenta un complesso piramidale da localizzarsi, probabilmente, negli Stati Uniti22. La quarta mattonella angolare coperta dalla donna nera rappresenta le Piramidi di Visoko. 20 La spina di pesce o spiga di grano è il simbolo dell’onda elettromagnetica sui bianchi ariani. Essa è rappresentata anche dalla mano della donna araba o arbereshe o albana, che, osservando bene, risulta essere la tela di un ragno, cioè il famigerato lo spider o spiedo elettrico. 21 Matanzas – mattanza - è il nome di una città di Cuba, nome che, come visto altrove, equivale ad Egitto o, per meglio dire, ad Incubo Egizio. La cuba è la kaba o casba araba, è la baku azera (bakery), è la cob o il job dello schiavo bianco ariano, è la tuba, barrel o tonnel elettromagnetica dove quello veniva inserito per essere ucciso lentamente. Egli era la cyba o chiva (cría hembra de la cabra, abaka) da sacrificare per un sentimento di assoluta superiorità razziale africana. Era Santiago de Cuba, il santo bianco da condurre in cuba e uccidere con l’ago, cioè con lo spillone o stiletto, elettrico o meno che esso fosse (santerìa, vodoo, cumbia, macumba). Il medesimo sentimento di superiorità razziale provavano gli arabi ma soprattutto i cinesi, paragonati dalle vittime a cani feroci e spietati:perros. Cinese è sinonimo di cinico e di nippon, nel senso reso palese dal verbo inglese to nip. I cinesi peruani essi erano chiamati perros. La vittima era chiva nella macellazione rituale musulmana, durante la quale il chivo, l’agnello, veniva evirato, divenendo così chiva prima di morire, ma nell’esecuzione in cuba era chivo, agnello od abbacchio in un altro senso, perché, in questo caso, veniva trasformato in baco de seta (abaka, baka, baku), cioè orrenda larva nel bòzzolo, che successivamente veniva evacuato: baku vacuus. 22 Il gioco dei piedi e dei calzari indica comunque l’esistenza di altri altari minori, come per esempio quelli dello Yucatàn. 17 Le altre due mattonelle, invisibili sotto le colonne, rappresentano, quella di sinistra le Piramidi d’oltreoceano americane, quella di destra le probabili Piramidi ucraine. I capitelli sono le stesse piastrelle, che il susseguirsi degli archi portano ad ovest e ad est. Il capitello di destra è una nave (zeppa di schiavi), peace of cheese for the chinese o di pedazo de formaje por el Maya. La particolarità del quadro risiede nella sua animazione. Una prima animazione vede il Centurione del popolo di mercante di Maria riceve il bambino-globo e lo lascia scivolare sulle braccia dei militari, cioè verso la Spagna e Gibilterra, oppure lo prende e lo depone sotto la donna-chioccia araba. Una seconda animazione vede il Centurione mettere nella colonna-tubo di sinistra il bambinoglobo, da dove cala fino alla Lusitania e quindi in Marocco, oppure nella colonna-tubo di destra, da dove scivola sotto la chioccia araba della Bosnia e sotto la gonna tenda-berbera per proseguire la sua corsa fino a Giza. Da Gibilterra la lancia del militare indica che esisteva una rotta schiavistica verso i Carabi. Le due colonne significano che le Piramidi americane e le Piramidi egizie erano Pilastri, cioè fondamentali nel sistema schiavistico. Gli archi a tutto tondo rappresentano le onde marine percorse dalla nave posta sul capitello della colonna di destra. Le onde simboleggiano anche i Portici di Salomone, cioè l’energia elettromagnetica prodotta dal popolo delle Piramidi che le vittime definivano porch cioè pork nel senso di P-Orchi o -Orchi (vedi Isole Orcadi). Lo stesso concetto si estrapola dalla parola Globo. Infatti se al posto della G si mette la J, si ottiene J lobo, cioè J più le orecchie del Lupo M Le due sciabole e la spada al centro sono l’allegoria di un grande pesce famelico, un’orca, uno squalo. Era il Tiburòn delle Piramidi che divorava voracemente gli schiavi condotti in Egitto. Lo spagnolo tiburòn deriva da Tibur, che a sua volta deriva da Tebe o Te Pesc, il luogo in cui con la Tensione il Pescatore friggeva il Pesce (che durante l’arrostimento e prima della carbonizzazione rimaneva con la bocca spalancata e a lingua di fuori). L’itticoltura era praticata anche in Cina, come lasciano intendere le indicazioni crittate fornite dalla figura della donna dai capelli biondi. 18 Essa rappresenta la Turchia fino al grembo, il Mar Caspio con la blusa e Alma Ata (Almaty) con la testa. Da lì sopra vede l’India sottostante, coincidente con il lenzuolo rosso della sedia, da ruotare però fino alla panca per farlo coincidere con la forma geografica del paese indù. Stessa rotazione va immaginata per la testa della donna vicina, in modo tale che i suoi occhi cadano sulla Cina. Il muro retrostante rappresenta le Piramidi Cinesi. Le due donne, che sono le stesse vittime, sembrano svenire per l’orrore della visione. Lo svenimento, in spagnolo desmayo, è dovuto alla crudeltà dell’esecuzione capitale COR, praticata durante l’era delle Piramidi dai Maya Cinegri (cinesi, cinesi-peruani e africani). Essa è descritta nel dipinto. Il bambino gallo deve essere immaginato vittima sacrificale al centro dell’agone, il militare gallo, con l’elmo dorato al posto del bambino, suo figlio, nella posizione di osservatore. Al termine del rito il bambino gladiolus risulta evirato, decorato e decapitato per l’uso del gladius. La plausibile dinamica del quadro suggerisce che, dopo il bambino, muore il militare, reso donna per evirazione, e quindi la madre del bambino, previamente seviziata alla vagina. 19 La vagina coincide nel dipinto con lo stesso Cor trafitto dalle lame. La madre veniva successivamente appesa all’ingiù, come desumibile dal movimento rotatorio che viene impresso alle forme dalla donna araba incurvata L’esecuzione era detta anche Maria, perchè l’aria, la famiglia ariana, durante l’uccisione, era sottoposta a sevizie con l’impiego di onde elettromagnetiche (rappresentate nel dipinto dalle gambe dei militari e del Centurione)23. Il rito era officiato dal Triangolo Massonico Egizio o Maya o Sion, che in epoca romana fu trasposto, mutatis mutandis, nel triangolo Rex Sacrificulus et Duo Consules (Mono S, Duo S, Tre IS e Tria/Troia). 23 Maria rappresenta il popolo Ira[n] o Rab[ia] in Ireland o E-Ire-Land. È nell’atto di ghermire l’ ἀήρ καλός. Questi è la preda brètone o pritana, depredata e destinata al pres, praeses, preside, prete, Petrus o Pater di Petra, il Prieto Obscuro che la interpreterà. Nell’antica Roma l’interpretatio del sacerdos con i suoi iurisperiti (pontifex et consules) significava intra aperire aprum, cioè hiatus, patefactio, non l’ape bensì il caprum o caffero (qui ferèbat ad Africam, cioè al K-afren per la fertilizzazione). Da prìtano, in greco πρυτανήιον, deriva puritano, parola di origine inglese, che può essere resa in italiano come “pura tana”, anche se la sua etimologia va ricondotta a πῦρ Tau Ayn. I iurisperiti o iurisconsulti (i consules del ius) erano per i Romani i religiosi periti nell’arte del perire. Discendevano dagli ierofanti ed utilizzavano il πῦρ (perito ha lo stesso etimo di peritoneo, termine medico che deriva da πῦρ Ἀθῆναι, πῦρ Athen o πῦρ Athon cioè ). I Romani consideravano sé stessi: - ἄ-πυρος, immuni dal πῦρ, rispetto agli schiavi destinati al πῦρ della Casba o Kaba: puri, P-urati o B-urati in Buraq (è l’equivalente di barrack e deriva da bara). - ἀ-πειρος, immuni dal πείρω o περάω, rispetto agli schiavi destinati al φόρος (foro, faro, pharaoh o piercing ): fori o flores (dal verbo flo, flas, flavi, flatum, flāre, corrispondente ai verbi inglesi to flow e to flare). Da πῦρ derivano il termine italiano sbirro e quello spagnolo perro: il Perro, cioè il Faraone, era il ύων, il Canis Sinae ed era a capo della civiltà delle Piramidi, che abbracciava America, Europa, Africa ed Asia. Fu chiamato anche Serpente e sbirri o perros i suoi procuratores. Dopo il crollo dell’Impero egizio, durante l’egemonia etrusca-greco-romana nel Mediterraneo, essi continuarono ad operare e vennero chiamati judaei, proceres, patricii, quaestores etc., ma il quaestor, come pure le altre figure istituzionali della Res Publica Romanorum, furono concepite per essere di contrasto alla questua di schiavi. Il giudeo era l’uomo della Iunctio Aedes o Iunius (juseph, jussuf o joseph) e durante l’Impero egizio era stato l’uomo della Iunctio Ades (I uno a ). 20 Il sarcofago rosso, sotto la donna vestita di bianco, rappresenta invece l’esecuzione alchemica nella Cuba o Kaba. Gli antichissimi popoli Maya o Maja erano i popoli accomunati dal mactare, principalmente in MAX o XAM (spagnolo cama): nella lingua inglese il termine May, equivalente a Faraone, è addirittura diventato il verbo to may, might, l’aggettivo mighty o major. La parola latina cor, che significa cuore, era usata nel linguaggio crittato come sinonimo di ρειν, vale a dire come abbreviazione di corrente elettromagnetica. Il contrario di Cor è Roc, sigla con cui ci si riferiva alla Roca, cioè alla Piramide ad energia solare. s r Y GENOS G eno M a vulva ICQUS X GUNH G une L a a Zeus o Deus Mono S Pato/pathos ziqqurat mastaba altar ara LT (co)art (co)ars Duo Zeus o Troia 4L naso tettares eno=oinos=vinum pente ex eptà octo ennea deca o zen 6 7 8 9 X Croce patente o per il patere Cella d'ape per il mel-ior Presso i Romani, come d’altronde presso tutti i popoli dell’antichità, l’esecuzione Cor consisteva nel sacrificare le vittime, prigionieri stranieri o anche criminali, in maniera cruenta con il taglio del petto e l’estrazione del cuore. Nel dipinto lo spazio tra i militari ed il Centurione rappresenta il Cuore che viene spaccato dal gladio romano. Il Cuore, in questo caso, è quello delle popolazioni musulmane (arabi e negri), come si desume dalle due sciabole laterali: esse rappresentano il Cuore del popolo della χώρα, aperto dal gladio romano, oramai incuneatosi in Africa. Da gladio deriva la parola gladiatore. 21 Gladiatori, nel significato deteriore e poco noto della parola, erano stati i popoli musulmani, primo tra tutti il popolo egizio, i quali avevano utilizzato il gladius elettromagnetico per lo sterminio di massa dei Galli. In inglese l’espressione “I am glad”24 è una reminiscenza del periodo dello schiavismo musulmano, quando il Gallo era destinato al gladio ed era costretto ad essere grato, cioè ratto sulla graticola di San Lorenzo (Sanctus Laurentius era il Santo Sacrificatore ad Oro o ad Oriente). Plinio Il Giovane parla allegoricamente dell’odiosità del gladius nel Liber XXI della Naturalis Historia descrivendo il gladiolus, il fiore purpureo, scarlatto o carminio, metafora del bambino insanguinato: <<…gladiolus comitatus hyacintho. novissima rosa, eademque prima deficit excepta sativa; e ceteris hyacinthus maxime durat et viola alba et oenanthe, sed haec ita, si devolsa crebris prohibeatur in semen ire. nascitur locis tepidis; odor idem ei, qui germinantibus uvis, atque inde nomen>>. L’esecuzione Cor avveniva coram populo, cioè di fronte ai cittadini riuniti in un luogo pubblico, di solito in un anfiteatro (nel mondo musulmano è ricordato nella cerimonia della Mecca). I Romani la chiamavano coram populo, perché odiavano le popolazioni del Cor egizio ed islamico, come desumibile anche dal contrario di coram, che è maroc e maros, cioè Marocco e Mar Rosso. Tuttavia, a partire dal momento in cui il dominio di Roma si estese fino al Nordeuropa ed alla Gran Bretagna, i Romani spesso imitarono lo schiavismo del Cor islamico sulle popolazioni gallicogermaniche25. 24 Nella crittografia anglosassone I am glad significa: - Italian jam german lads (to lade) - May(a) God o May(a) Dog (Almighty) - Italica Maria genus romanum ladronum - Iam gravis ladro - Iam genus lardum (iam generator lardi) Tuttavia l’espressione equivale, in primo luogo, al latino amen, la parola di ringraziamento che dovevano pronunciare gli schiavi vittime di Amon (spagnolo jamon, arabo amman) prima di essere uccise. Amon era A Monos o A DE monos (Il Demonio). Gli Ammoniti erano i popoli che lavoravano per Ammon (The Jammon o Il Grande Gamma). Dal greco μόνος derivano i verbi latini moneo e admoneo, minacciare di morte con il μόνος, cioè la corrente elettromagnetica (energia gamma) con o senza stiletto elettromagnetico Gli anglosassoni, chiamavano sé stessi anglosaxon people, perché il plebs o popolum di πολλοὶ deportati ai Sassi ad Angolo, cioè alle Piramidi, dove li attendevano gli assassini dell’Ank. Definivano il loro popolo μάρτυρος, cioè vittima del martirio o martellamento dell’uro (The Jammon) turanico, cioè del tour o ègira. In greco μάρτυρος significa testimone, ma, al di là del significato letterale della parola, il suo significato criptato era quello di martire del demonio sui testicoli (μόνος ). Da tale circostanza nacque il concetto arcaico di testimone giudiziario, colui che doveva dire la verità sui fatti sotto pena di evirazione con sevizie (se dici il falso testerai il testimonio). 25 Occorre precisare che l’Europa gallo-germanica dell’epoca era già stata popolata da popolazioni mediterranee ed arabe, affluite a Nord nel corso dei lunghi secoli della “pastorizia greca”. 22 Numerosi anfiteatri furono realizzati in ogni parte dell’Impero sia per lo svolgimento dei ludii gladiatori sia per l’esecuzione coram populo di prigionieri, schiavi e criminali comuni. Agli albori di Roma si occupavano delle esecuzioni, sotto forma di sacrifici alle divinità, i collegia sacerdotum, a capo dei quali era il Pontifex Maximus. Venivano sacrificati, oltre agli schiavi dei popoli ostili a Roma, anche cristiani ed ebrei, i primi perché appartenenti al popolo della cresta gallica, i secondi perché mercanti di schiavi galli, al pari dei Romani Daciae, cioè dei Romeni, Curdi ed Indiani. Questi ultimi appartenevano al popolo mercante del “dac mihi traho Dragoni”26. Nel quadro è possibile individuare una serie di date e numeri. Il pittore sembra voler dire che nell’800 a.C. (le 5 dita più le tre else più la C di Centum) l’Italia era spaccata in due, sotto c’erano i Greci (ELLAS), da Roma in su gli Etruschi provenienti dall’Asia Minore. Da Troia a Roma Spesso a capo dei popoli nordici vi erano criptoebrei e criptoarabi, che riuscivano astutamente a piegare ai loro riposti interessi le popolazioni galliche. Per esempio i Druidi, di origine musulmana, costituivano una potente casta sacerdotale presso i Celti 26 Il Drago erano le Piramidi viste come creste di un enorme drago: la Dacia era la Piramide d’Asia (Assia). I Daci si erano insediati nella Betica spagnola, nella Romania, nell’Illirico, in Turchia, soprattutto nel Curdistan, in Oman, in Palestina, in Italia e in altre zone dell’Europa. La loro atavica madrepatria era Madras cioè l’India. Nei punti chiave in cui si erano stanziati potevano dedicarsi al commercio schiavistico che tormentò per lunghi secoli l’Europa bianca. La Betica era così chiamata per essere un punto di passaggio verso lo Shin Bet, cioè la Casa (bet o bàita) del Chino (κύων, κυνός, ὁ). Corrispondeva all’attuale España, toponimo che significa expansio dell’Islam. I Romani contrastarono efficacemente l’expansio islamica conquistando l’intera Spagna ed estendendo il dominio di Roma sul Nordafrica ed il Medioriente 23 Magna Grecia Gli Etruschi erano chiamati Lucumones, Luceres o Lucani perché davano la caccia ai Galli Boi per sacrificarli a Sirio , ma identici agli Etruschi erano i Greci, come desumibile dal Centurione medesimo, che ha l’aspetto di un greco, vestito di rosso e con la mano destra che evidenzia il numero 5. Il numero 5 è situato a metà della gamba del 7 capovolto e insieme al numero 3 (le tre else e le tre mani) dà la data 753 a.C. il dies natalis di Roma. Il Centurione, prima ancora che etrusco e greco, è un negro egizio, primo perché è il capo delle Piramidi, secondo perché i suoi capelli sono quelli di un vecchio negro. D’altronde la caccia ai Dan era cominciata ben prima del periodo pre-romano, nell’età delle Piramidi, quando il Mediterraneo e l’Europa erano sotto il dominio di L o EL (mano aperta: E ed L). Sommando 7 + 5 + 3 si ottiene il numero 15, numero che sommato ai due zeri di Centum dà 1500. Il dies natalis della ρώμη d’Egitto27, la Potenza planetaria, definita dai Romani Sol Invictus (anche nel senso di Sol in Vitto), sarebbe il 15.000 a.C., mentre quello della piccola ρώμη d’Italia, Romula, risalirebbe al 1500 a.C.. Il numero 15 equivale, dal punto di vista grafico, alle lettere IS. IS è EL, cioè il Dominus della ELE o Ellade, il nemico belluino della οινή o κοινή d’Europa. La donna ovina, [b]ovina, [s]ouina o [su]avis, l’orina d’Europa, era Elena, Ἑλένη, utilizzata come aes, aeris, cioè come danaro, nelle alienazioni. Alienazione nel senso di compravendita deriva da alius e alienus. Il Gallus diventava di alius cioè galienus; alius era in greco ἄλλος, colui che per uccidere lentamente e crudelmente utilizzava l’ἁλς, ἁλός delle onde elettromagnetiche. Il αλός era venduto ad Aeneus o ννεάς, Enea o Enne-Ade, il compratore del prezioso Aes, che non era volgare bronzo, bensì Aire dell’Eire. 27 Dies Natalis significa Dies NAZ, sigla che racchiude in sé la svastica Nazi, data dalla congiunzione della N e della Zeta, e la Piramide, rappresentata dalla A (alfa, aleph o alif). Il termine latino dies, giorno, ha lo stesso etimo dell’inglese to die e to dye: era la luce in grado di uccidere o di bruciare, su piccola o su larga scala (devastatio, deriva da , vastus e svastica). 24 Nella crittografia anglosassone The Alloy era il gestore multietnico del Gallo-Way che conduceva alla Fonderia delle Piramidi. La Romula italiana delle origini era impropriamente chiamata piccola Roma d’Egitto, perché gli Etruschi (come d’altra parte gli Ateniesi in Grecia), avevano ereditato dagli Egizi solo una piccola parte della ρώμη vera e propria, cioè la polvere pirica ed i lanciafiamme, armi che consentirono loro da un lato di terrorizzare e sbaragliare i Bruti italici, dall’altro di respingere le scorrerie dei Galli. In realtà già nel tempo della fondazione di Roma il Pontifex Maximus ed i suoi sodales conoscevano il know-how necessario per rifondare la Potenza Solare Egizia. Nel 753 a.C. la ρώμη etrusca passò nelle mani dei Romani. Gli Etruschi erano Troiani come deducibile dalla data 753 a.C. Infatti, mutando l’ordine dei tre numeri, si ottengono le date 735, 573, 537, 375, 357, la cui somma dà 3330. Il numero 3330 può essere reso come Tres Anus, da cui è derivato, passando per Tre Ano, Traianus e Troianus. Potrebbe essere la data dell’insediamento in Italia degli Etruschi o Teucri dall’Asia Minore, periodo in cui la nazione turca si espanse nell’Europa Ukraina o Teukr Ayn. Tres Anus significa Ter Agnus e Terra dell’Agnus, cioè Europa, terra delle prede per il Lupo. Il Tres Anus è lo schema trinitario egizio. Le 5 dita più le 3 else danno la data del 530 o 503 a.C., periodo in cui Roma si disfece degli Etruschi. La data del 357 a.C. è relativa al periodo delle lotte plebee che culminarono nella conquista del consul plebeus. La mano aperta del Centurione è slanciata verso England, Ank Land o Enki Land28. Le tre mani dei legionari formano, al tempo stesso, la lettera E di England e la sagoma geografica della Gran Bretagna ma rivolta a destra, cioè verso Est: la Estensio o Estonia dei Galli. Il particolare sta a significare che i popoli mediterranei, tra i quali Greci e d’Etruschi, erano l’opposto dei Galli e li odiavano visceralmente. Enki era un Dio della mitologia sumera ed era lo stesso Faraone protettore di Eridu o Eridania o ἤρα dei Δαναοί (la fertile Terra dei Danesi o Danaidi). Enki il signore di Abzu (Abruzzo) era chiamato E-abzu, cioè colui che abbrucia l’Eire: to bush[fire] o to brush. 28 25 Occorre immaginare che il Centurione consegni le tre lame ai legionari e che questi ruotino verso destra sovrapponendosi al Centurione, dopodichè si deve immaginare che le tre braccia, coincidenti ora con le tre lame, ruotino come le lancette di un orologio, in senso orario, così come suggerisce la donna araba incurvata, la cui sagoma va immaginata sulle creste degli elmi scuri dei due legionari esterni nei quali si immedesima. Le donne arabe-legionari che, in virtù della rotazione, assorbono in sé stesse anche il Centurione, si trovano a sinistra del cuore grande e del cuore piccolo. Quello grande è individuabile tra legionari e centurione, quello piccolo è sotto la tavola, tra la donna araba e la gonna della donna bionda. L’orologio segreto, invece, è stato collocato dal pittore sulla punta della lancia del legionario di sinistra. L’insieme donne arabe-legionari-Centurione rappresentano gli arabi che catturavano il guerriero gallo e la sua famiglia dapprima per i Faraoni, in seguito per i popoli dell’Islam e della Grecia e l’Italia pre-romana (etrusca-lìgure, volsco-umbro-sannita, àpula, sarda e siceliota). Per effetto del giro le tre lame lancette indicheranno il bambino gallo a ore cinque, come confermato ed evidenziato dall’orologio posto all’estremità della lancia: occorre notare che le lancette sono state dipinte in modo tale da simboleggiare la fòlgore. La lancetta svasata e tricuspidata rappresenta il pescecane (orca o tiburòn) e la spada nel mezzo il gladio sul gladiolo. L’orologio serve al pittore per spiegare che il traffico schiavistico, sin dai tempi delle Piramidi egizie, si sviluppava in Europa secondo un andamento geografico circolare (E-gira) e secondo determinate tempistiche, ma, a parte ciò, la disposizione delle tre lame, con la spata romana che 26 “apre” le sciabole, vuol significare che l’Impero di Roma si era aperto il varco su tutti i territori rivieraschi del bacino del Mediterraneo. La lancia è la lancetta di un orologio immaginario che va collocato sull’Altopiano delle Rocche ed è altresì la lanx cioè la velox navis romana che da Gerusalemme trasferì Yoshua ed i suoi fidati amici a Roma, perché venissero consegnati nelle mani degli ebrei. Nel Vangelo la lanx che lascia le coste palestinesi è mascherata nell’episodio di Longino, il legionario che trafigge Cristo al costato. Il costato è la costa di Acri e la lancia è la nave veloce romana che trasporta Yoshua “tràditus”da Akko verso la [R]okka29o Sull’Altopiano delle Rocche il costato sono le costole dell’Uomo che si delinea sul territorio con le braccia e le gambe divaricate, corrisponde cioè al sito dove è ubicata Rocca di Mezzo. 29 Rocca di Mezzo è la Gerusalemme Celeste o Gerusalemme del Cielo o di Celano, cioè dove cèlano Gesù di Nazareth. Celano è così chiamato per riflesso del Regno dei Cieli cioè Roma. I Cieli, in realtà, sono i Celleni cioè gli antichi sozzi ebrei della Rupe Tarpea o d’Arpìa o d’Arabia, mercanti di schiavi (Arpìa così come Arabia significa rupìa o rapina rabbiosa). Vedi la toponomastica di Aielli, Cellino Attanasio e, soprattutto, Celleno, provincia di Viterbo. Celleno equivale a Cileno. 27 Per questo motivo la lanx, cioè la lancetta dell’Orologio, rappresentata da Rovere deve essere rivolta verso Rocca di Mezzo . A Rocca di Mezzo, coincidente con il costato dell’Uomo-Altopiano, dovrebbe essere accostato, cioè addormentato nel sepolcro, Yoshua di Nazareth. La lancetta di Rovere rivolta verso la Costa Pescarese, antica Ostia Eterna, deve essere immaginata rivolta anche verso la Costa Romana, Ostia Antica, in modo tale che si formi una croce latina capovolta nell’Altopiano-Aquila. La croce latina deve essere capovolta, perché nel rito criptoebreo e massonico con l’Altopiano nella posizione corretta e il Baphomet nella posizione capovolta Israele vince su Yoshua (su tutti i popoli nemici degli ebrei che vengono rovesciato). Il Baphomet capovolto significa nel gergo criptoebraico: - abbasso i nemici di Israele, abbassa cioè ammassa ed ammazza i nemici di Israele - abajo los enemigos de Israel, abaja los enemigos de Israel - below Israel foes, cioè blow Israel phobias, blow Israel enemies, blow the W. Abbasso il Baphomet, cioè Maria, significa che bisogna capovolgere, rovesciare Maria ed il suo innumerevole popolo. Maria capovolta è W, Double W, Doble Uve o Diablo sconfitto30. L’Altopiano in una ipotetica posizione geografica capovolta, con il Baphomet nella posizione corretta, significherebbe che vincono i nemici degli ebrei (Maria). L’inverosimiglianza dell’ipotesi ha nell’ebraismo magico-religioso ed escatologico di Israele il valore di promessa di vendetta e vittoria definitiva del popolo ebreo. 30 Il rito del capovolgimento del Baphomet fa parte delle cospirazioni rivoluzionarie della giudeo-massoneria. 28 Cristo sull’Altopiano è Χριστός, l’Uomo che resta in X e l’Uomo lancia in resta Usando la C di Cristo in luogo della Χ di Χριστός, essa congiungerà Rocca di Mezzo a Rovere. Ma dato che si tratta di Agnus Dei od Ovino, le C sono due e contrapposte e simboleggiano l’Uovo nell’Utero che si apre e lascia uscire Gesù Bambino. L’Uovo con l’Ovino è il Centro del Cerchio del Pentalfa Magico. Χριστός (Cristo) che metteva in croce X è ora zero O in croce X sull’Altopiano delle Rocche Le posizioni delle lancette dell’Orologio variate sui centri circonvicini lanciano orationes clausas. L’Orologio, chiamato nella toponomastica locale Rocca di Mezzo Pozzo dell’Orologio, è anche la Ruota, il Fiore (Florentia), l’Ottone, Ottonario dove si trova la Reggia di Ottone. Le numerose orationes estrapolabili dal movimento delle lancette dell’Orologio rinviano sempre alla perpendicolare Fonte Avignone Santo Iona. Tale perpendicolare, corrispondente alle ore 6 (2+1=3 cioè è G) si interpreta come Fonte A Vigna S[anto]ion A La A equivale ad Alfa, Alif od Aleph, cioè Yoshua, origine delle persecuzione di Israele, mentre la Vigna è il Simbolo del Sangue degli Agnelli o degli Innocenti (Ostie). Le ore otto e venti, 8 e 20, corrispondenti alla somma 28, lanciano la seguente orazione crittata: 28 = 8 +2 = 10 cioè X e 0 vale a dire ma X e 0 equivale a 10 e 0 cioè Centum cioè Cristo e Zero: Cristo è Zero in croce Le due lancette, che segnano le 8 e 20 indicano verso Sant’Anatolia e Pescina. I due toponimi combinati danno l’orazione che segue: <<Cristo il Santo Troiano o il Traianeo (l’Amico dei Troiani) è ora Santa, cioè Donna, in Italia (Anatolia è ἀνὰ Italia e Pescina è vagina), dove giace Pes in piscina (ΙΧΘΥΣ). Cristo, il Tione dell’Abrrucio (Tione degli Abruzzi), il Santo del Medioriente (San Lorenzo), il Santo della Diaspora degli Ebrei (Santa Maria del Ponte) e della loro Beffa (Beffi) orchestrata 29 insieme ai Pretori Romani (Rocca Preturo), il Susiano mercante di sues (Succiano), il Golia del Vallum (Goriano Valli), il Tagliacuori e Tagliagole delle όρες (vergini ebree), il Gatto d’Ankara o d’Ancora (Goriano Valli), è ora Maria, Santa Beffata (Beffi), suino (Succiano) e morta gora nella fossa o sepolcro (Goriano Valli)>>. 12 1 11 2 10 3 9 4 8 6 5 Χριστός 7 j r 30 ORO oro Χριστός in 12 PATO 11 PATHOS Aquae Sextiae Ottone IVY 1 10 11 1 7 5 8 2 9 3 M Altopiano 4 Aquae Sextiae 8 VI 16 IVI IVY I VI N 7 M 5 6 12 10 OROLOGIO OTTONE 2 8 FIORE 4 RUOTA 6 IVI Nell'orologio 18 è la lancetta 12 + 6 in X In greco è la lettera XI x X Nella Bibbia è XAIN XIAN CAIN ABEL ~ w ~ okto ὀκτώ APIS 31 Discendenza dei Re di Roma Secondo la tradizione storica i Romani discendevano da Priamo, Πρίαμος o Πύραμος, ed Ecuba, Ἑκάβη. Essi erano stati tra i cento (ἑκατόν) popoli che avevano partecipato alla Kaba o [E]Cuba, cioè alla Gabbia d’Egitto. La Kaba era chiamata anche Elettra o Dardania ed i Faraoni erano personificati in Zeus, Elettra etc. Il nome del primo Re di Roma Romulus, in greco Ρωμύλος, significava uomo della piccola ρώμη, perché al momento della fondazione della città i Romani miravano a ricreare sul suolo italiano la grande ρώμη, cioè una grande potenza tecnologica come quella egizia. In realtà Romolo e le sue gentes erano nemici giurati e dell’Egitto Isiaco (Islam) e dei Ρομαιοι in senso lato, tra i quali facevano parte l’etnia romana o rom, di origine medio-persiana-indiana, nonché dell’etnia quirita di origine latino-cureta.31. Queste due etnie avevano contribuito durante il plurimillenario Impero egizio ad alimentare l’Inferno della ρώμη e della cura, allo stesso modo dell’etnie dei Samnites e degli Apuli, trafficando per Febo Apollo il Faraone (Φοιβος Απόλλων) ingenti quantità di schiavi europei, οι Πολλοι, destinati alla Gabbia. Agli Apuli ma anche ai Sanniti Nablus, cioè N-Apuli, era rimasto il nome degli schiavi deportati, cioè Πολλοι (Apuli e Napul[i], pronuncia dialettale autoctona di Napoli, cioè di N- Απόλλων). Nel Regno di Φοιβος Απόλλων gli schiavi οι Πολλοι diventavano “vittime pool” degli οι Ολιγοι, la famigerata oligarchia ierocratica del λέγειν. In Grecia, secondo il retaggio egizio, le masse di schiavi, οι Πολλοι, formavano la πολιτεία della πόλις: erano schiavi “curati” con il sistema della ρώμη egizia. Curare significava urare, in greco καίειν, dopo un feroce rituale sadico. Il participio passato ustus deriva dall’aggettivo greco ὕστερος, che significa posteriore, ultimo, in quanto l’ustione era la conclusione del rituale: ustus iustus. I giustiziati erano ebrei usti o ius (iustitiati, justiciados, giustiziati o giusti). Erano detti iloti, cerdos, pigs, porci, scrofe o troie, mentre i loro possessori erano detti troiani, atriani, adriani, adriatici o porcari. 31 La sigla S.P.Q.R. è una sigla di epoca tarda che può essere interpretata in due modi: - Societas Populi Quiritium Romanorum cioè società dei Patres e della plebs accettata come populus, nata in seguito alle lotte secessionistiche dell’Aventino e composta nel IV a.C.. - Senatus Populusque Romanorum cioè unione dei Senatores-Patres e della Plebe Πολλοι, cioè dell’enorme massa di schiavi, soprattutto italici, condotti in Urbe. 32 I padroni dei porci erano i proceres patricii o proci feaci (in greco μνηστῆρες), cioè patres procuratores di porci o di ferae feraces per le feriae. Tuttavia i porci o le fiere erano spesso fairy people. I proceres in Italia (Itaca) avevano occupato il Regno di Odysseo, cioè del Dio Ode o Ade dopo la caduta di Troia (per le popolazioni norrene era Wodan, Odin). Erano stati sotto l’impero egizio Assiri, cioè ad Sirium, raccoglitori del sertum per il sericum e la bombyx (bachi da seta, larvae o arvae); Μασσαγέται, raccoglitori della messe seges-segale per il sebo o sego. La πολιτεία, cioè lo schiavismo, era l’elemento costitutivo e imprescindibile della cittadinanza greca. La ρώμη cioè il πῦρ (Piro/Pira –PP- o Kiro XP) era l’arte appannaggio dei [pi]romani (π ρ) del Pireo. L’aggettivo inglese polite sinonimo di gentle nell’antica Roma e nell’antica Grecia era sinonimo di genuino (gendry), cioè di appartenente al γένος, rispetto al polish, appartenente al Pool dei Πολλοι e proveniente o dalla Grande Pomerania (Poznan o Potnia Mater) o dai vari pomerii europei32. Anche qui tuttavia il γένος è il la stirpe optima ed opima però è in primo luogo la schiatta degli schiavi γυναικόι che conferisce nobiltà agli οἱ ἄριστοι. Γυνή è lo schiavo θῆλυς cioè di θεός Ἥλιος (Ζεύς). Egli era schiavo di ἥλιος (Elio) e per questo motivo era definito ἧλος, chiodo, nel senso di inchiodato (nella lingua albanese è lo spiedo per arrostire la carne o un tipo di lancia). Era definito anche ὀβολός, perchè trafitto con l’ob- ἧλος od obolo elettrico (la Chiesa romana chiamò obolo di San Pietro il traffico di schiavi destinati all’Obolo di Pietro). Ηλος e ὀβολός facevano parte del dispositivo per la folgorazione degli schiavi (Fulgor), alimentato con l’energia ricavata dal sistema Elio, Piramidi e Obelischi. Ulteriore appellativo era Χίος, crittogramma che significa X chiodo o X chain, per inversione di chian33. La Pomerania era la vasta regione del - (Lesbos), cioè della del BOS, da dove venivano catturati gli schiavi che, passando per Edirne e Bursa in Turchia, giungevano al KEMBOM o al KEM βωμός (occorre immaginare di ruotare le lettere di -: la in M e la in ). Era la Borsa (Bursa) di Prusa (Prussia e Pielorussia) per l’Aedes dell’Eden (Edo, Eedonis, Eden, Adon o Adam). Bursa, capitale dell’Impero ottomano fra il 1326 e 1365, era la Yeşil Mosque o Yeşil Cami, cioè uno dei punti di transito, dopo Iaşi in Romania, verso l’Iran e verso l’Egitto (camino camita). Un’alrta città Yeşil, cioè del Y. esilio, è Yasi in Turkestan, che era collegata a nord con Almaty ed Altay (al mattatoio e al taglio del God o Dog Almighty), a sud con Taškent, altra città di transito verso il Tax-ken o Tax-kem (Egitto del Tak o Tag). 33 Da Χίος è derivato il toponimo della città di Schio (Vicenza) e i vocaboli italiani schifo o scifo. ἱ Χῖοι, The Chians, erano schifosi cioè maiali dello scifo (recipiente di legno dove vengono pelati i maiali, dall'etimo ebraico scifo = nudo, senza vegetazione). 32 33 Con il χίος o lo skid (la Folgore di Zeus) si trafiggevano le vittime. Il termine deriva da schidia o scheggia, la punta della lancia necessaria per scheggiare, cioè aprire, σχίζειν. L’ἧλος trovava complemento nel K-ἧλος Da K-ἧλος è derivata la parola chela, la pinza del gambero, metafora della tenaglia del carnefice, dell’anello metallico per bloccare gli arti e del collare: chain Con la chain si immobilizzava sul letto elettrificato (cama camita) la vittima per trasformarla in un gambero rosso. Chain o Chela (kele-pes) Chain deriva dal verbo greco χαίνω, che significa καίω/κάω per mezzo dell’energia N (ni) (electronica) sul καλός per ottenere il χαλος o χάος, la sostanza aqual o qelal (gela, gel, ice). In latino era il calidum, parola derivante da K-aridus, K-ardus, in spagnolo sarebbe il caldo (the Greek word χαλος were applied to both copper and the new arsenic-copper alloy) Il verbo χαίνω anagrammato dà China. Il Chain, Caino, Cino o Cane era chi operava cinicamente con la chain e la chela (χηλή). Le chele del crostaceo (pinze o pincers), serrate, simboleggiavano anche la Cipolla o Bulbo elettrico, la vittima distesa “a cipolla”34 e inserita nel tubo elettromagnetico (Tebe, Tabe, Tibur, Tunnel, Tonnel, Tuba, Cuba o Tu-Ra). Lo scifo era la ship (scafo) con le sheeps, vittime dello scippo, diretta all’area Piramidi dove l’heap di sheeps sarebbero diventate cibo (spagnolo chivo, inglese chip), dopo essere passate per l’hip, cioè l’'ίππος. Tradotte scarf o bufandas (rope, cuerda, chain), stazionavano, prima di essere sterminate, nella strella, cioè nella estrella o stalla. Di qui è nato l’arcinoto proverbio “dalle stelle alle stalle”, equivalente a “vedere la luna nel pozzo”. 34 Si potrebbe dire anche “a maracas”, per dire distesa ed amarrada in casa o casita. La Maraca e il Maraco erano l’amarradora e l’amarrador degli schiavi, prima trasportati in barca, poi messi in baracca e quindi in bara (in Messico sono ricordati con il nome di mariachi). Il verbo spagnolo amarrar porta non distante dalla Spagna, a Marrakesh in Marocco. Il Marocco, come d’altra parte tutti i paesi islamici, era la nazione della Marra e del Rogo (Marrueco), ma il toponimo del paese musulmano rimanda all’Egitto: Ma Roca, cioè Roca della Mater Africa e Maros, Mater Ares (ῥέω). La marrocca del Gran Turco rappresenta la nazione giallo-rossa europea nelle mani dei musulmani, che l’abbrustoliscono (aros) e ne mangiano i chicchi. In spagnolo mazurca significa mais ed orca, cioè il mais europeo in balìa dell’ogro o dell’ugro o nel ghetto di Ugo, il musulmano “juga sangre”. 34 Gli schiavi bruciati con questo sistema vennero detti: - Caepae o caepulae o cipolle, cioè K-Polloi o K-pool di Kabol (K-bolle, K-bulbi, Kabol); - Caledones o Caledonii, cioè Galli del Don, proprietà della ome, sterminati con il metodo K- ἧλος35 36. La Cuba o Kaba durante il funzionamento produceva fumo, caliggine o fuliggine (in greco Νεφέλη). Egli si spingeva fino alla Polonia, dove la mazurca è sostituita dalla mazurca polish o polite (innocente). Il mais polacco era pulito (polished) dalla polizia musulmana nel senso di rastrellato e quindi pulito dal torsolo (il paese d’origine). Con il nome ugro, sinonimo di ogro o di turco cane, si designava non solo il popolo musulmano nordafricano, ma anche il popolo unno o ugro-finnico che, passando per Altay (regione uralo-altaica), faceva incetta di schiavi pomerani da condurre in Khatay. Essi urgevano da Est (urgo, to urge). Il Grano Turco, cioè gli schiavi bianchi, per gli schiavisti erano nient’altro che gramigna o zizza o loglio o pula. Erano destinati a diventare: - g-rain, g-reen, g-rehenes, g-aren, g-ren (grain) - g-ray, gay, kay o key in ao (gramo) 35 K-phelo (cappello o cappa), K-philo (filo), K-phalò (falò), K-pharò (faro), da cui si ricavava il caldocold o, per usare, una terminologia moderna gelo (chelo), gelato (chelato), ice-cream (isa-khrisma, are-khrisna). Κεφαλή, kapa 36 Il Delta, simbolo massonico, è il simbolo della Piramide ma soprattutto della Trimurti. La Trimurti cinese è ricordata nel nome dell’isola indonesiana di Timor. Come dice il toponimo era qualcosa di terribile da temere. Ma la Trimurti era ben nota anche in Grecia nelle cui vicinanze aveva sede la Trimurti egizia. 35 Al termine del processo di carbonizzazione (bianco/giallorossonero) il contenitore CaBaal (Kabol) era lavato con un liquido acido chiamato Nitron o Natron (Na+ Natrum), ottenendosi così la sostanza yellowish detta anas o anatra che veniva fatta defluire nello stagno (invaso sotterraneo). I colonizzatori francesi chiamarono Nuova Caledonia un’isola polinesiana in ricordo del Kanak cinese, analogo al Karnak egizio37, mentre i colonizzatori inglesi chiamarono Calicutta l’odierna città indiana di Calcutta (bengali: Kolkata), uno dei punti di passaggio per raggiungere la Calì Cut (Calì Cat o Kalighat) in Cina38. Tuttavia la sede principale del Kalì Cut era l’Egitto, che qualcuno appellò satiricamente il Cinghiale Calidonio. In Italia è rimasta traccia della Calicutta egizia nel toponimo Calcata, una cittadina viterbese non distante da Roma39. Calicut significava to cut il καλός, cioè tagliare il Gallo, cominciando dal Three o Cock-balls (Tree o Kockbar) ovvero ricorrere alla macchina cat, gat, γαθ, gaza, giza (καλὸς καὶ ἀγαθός, καλός καγαθός o kalòs-gath o kalgat o cagat). I Galli erano portati schiavi in Egitto ed erano chiamati anche Galati o Gàlati, perché erano Galli calati, portati giù (jew). Un punto di raccolta per la calata era Scalea o Scalìa nel cosentino. Da qui la galea o il galeone trasportava gli schiavi, stipati in sentina, nella galera egizia o casa sentina. I Nordmen la chiamarono gaol. 37 Il nome della capitale Noumea ha lo stesso significato di Niamey, capitale del Niger, riconducibile al vocabolo greco Nέμεσις. 38 I tugboats, cioè le imbarcazioni Tug cariche di schiavi, approdavano a Goa, nel versante occidentale dell’India, da dove la rotta proseguiva verso Kalì in Cina per il Cut. Kalì era Kalicut o Calcutta. Gli schiavi trasportati dall’Africa erano schiavi bianchi prelevati in Europa (drugs tugs), ma le navi arabe trasportavano anche grandi quantità di schiavi negri, alternativamente trasferiti in India anche via terra (via della seta). Come si è verificato in America Latina, in tempi relativamente recenti, così pure in India e, prima ancora in Pakistan, la popolazione di colore si fuse con la popolazione araba dando origine alle attuali popolazioni indiane e pakistane. Dall’India i mercanti arabi trasferirono, nel corso di lunghi secoli, una parte della popolazione negra in Indocina, e passando per Malacca, in Indonesia, dove la fusione razziale avvenne con le popolazioni cinesi, in seguito alla caduta dell’Impero del Khan Nipponico. L’Indonesia era la nuova Guinea, cioè la nuova Africa e la Papuasia era l’Asia del Papa Khan L’Australia anche fu colonizzata con le popolazioni negre, sterminate in gran parte dai coloni inglesi a partire dal XVI sec. I discendenti dei negri africani importati in Australia sono i Tasmaniani, antichi uomini del tax (taxare) o taks (Tagiki, Thayk, Kathay o Kathakali). 39 La Cali Cut delle Piramidi cinesi, in breve Calì, esisteva anche in America Latina, come si può desumere dalla città di Calì in Colombia, baracca (Barranquilla) dei Cristobal Coloni o Colombi deportati dall’Europa e dagli Stati Uniti, all’epoca abitati da popolazioni bianche, per il K-ard-ago o Cartago (Cartagena). La Colombia amerinda era uguale alla Colombia cinese come si desume da Colombo, capitale del K[at]ey Lion o Key Loan o Key Laon (Laon era la terra del Lao, Laotian, Loto o Latium cinese). 36 Il nome di un’altra cittadina italiana, Praia, non distante da Scalea, rivela che le preyes (prayes) pervenivano nel piede d’Italia, oltre che dalle regioni galliche, anche da Praga e dall’Est europeo. Le preyes erano destinate alla priya, parola sanscrita che va interpretata come pirya, cioè pira (πῦρ, πυρός). La Pira Pray era una pira particolare, perché in luogo del fuoco, si usavano i rays (πυράΥ o πῦρ ayn). Gli schiavi Galli erano per gli Egizi Οι Kαλοί o K-alii, cioè genti percepite come qualcosa d’altro e di estraneo. In quanto futuri Kur-alii (curalii) essi andavano rinchiusi nel corral40 e soppressi mediante la Chela achea o Calix. Il Calix, calicis, il calice, era anche la Y del Delta del Nilo (in spagnolo Cadiz) nonché i Cali X, cioè οι καλοί nelle X (Piramidi). 40 <<La palabra corral se refiere a un sitio cercado. Esta palabra viene del latín currale en referencia al circulo de carros que se formaban como fuerte improvisado. La palabra currale viene de currus, o sea, carro>>. (http://etimologias.dechile.net) Per corallo vedi l’etimologia della parola su www.etimo.it 37 Gosen o Goshen o Gosh Tornando al discorso dell’origine di Roma, non si può fare a meno di riportare un passo del libro secondo De Viris Illustribus Urbis Romae, opera presunta di Sextus Aurelius Victor (ca. 320 – ca. 390), in cui è possibile cogliere l’ostilità delle genti di Romolo nei confronti dei Samnites e, più in generale, dei Brutii italici: [Dio.7.5.12; Ov.Fast.4.52; Ov.Met.14.622; Vir.Aen.6.767]: 1 1 Proca, rex Albanorum, Amulium et Numitorem filios habuit, quibus regnum annuis vicibus habendum reliquit [ut alternia imperarent]. Sed Amulius fratri imperium non dedit et ut eum subdole privaret, filiam eius, Rheam Silviam, Vestae sacerdotem praefecit, ut virginitate perpetua teneretur, quae a Marte compressa Remum et Romulum edidit. 2 Amulius ipsam in vincula compegit, parvulos in Tiberim abiecit, quos aqua in sicco reliquit. 3 Ad vagitum lupa accurrit eosque uberibus suis aluit. Mox Faustulus pastor collectos Accae Laurentiae coniugi educandos dedit. 4 Qui postea Amulio interfecto Numitori avo regnum 38 restituerunt; ipsi pastoribus adunatis civitatem condiderunt, quam Romulus augurio victor, quod ipse XII, Remus VI vultures viderat, Romam vocavit; et ut eam prius legibus muniret quam moenibus, edixit, ne quis vallum transiret; quod Remus irridens transilivit et a Celere centurione rastro fertur occisus. 2 1 Romulus asylum convenis patefecit et magno exercitu facto, cum videret coniugia deesse, per legatos a finitimis civitatibus petiit. Prima della nascita di Roma, Procas41 era in Italia l’equivalente del Re solare dell’Egitto42. Era il Ferox Procer o il Procus Albanus, lo spietato procuratore o procacciatore del πυρός χήν. Il Faraone in Egitto aveva con sé due popoli “consoli” (cum Sole seipso), il popolo Numitore, [i]Numano o Numantino ed il popolo Amulio. Quest’ultimo, dopo la fine dell’Impero Solare, divenne il popolo Ra èmulo, Ra aemiliano o Romiliano nei confronti dei Romuli (romiliare significa rho (ρ) umiliare, cioè rendere humus). Il popolo di Numitore era il popolo a servizio del NOR Man, Numen o Nοῦς, al quale era tenuto ad annuire ed obbedire (ad eius nutum et ad eius libitum)43 41 Procas più che un nome di persona era un titolo regale, coniato tra le popolazioni soggette al dominio straniero. Procas, infatti, deriva dalla radice indoeuropea perk- che ha dato origine al greco πρόξ e ai termini correlati, come περκνός. 42 <<Aventinus, one of the mythical kings of Alba Longa, who was buried on the Aventine Hill later named after him. He is said to have reigned thirty-seven years, and to have been succeeded by Procas, the father of Amulius. Servius, in analysing Virgil's Aeneid, Book vii. 656, speaks of an Aventinus, a king of the aboriginal inhabitants of Rome, who was killed and buried on the hill afterwards called the Aventine Hill. This king may be conflated with this one or with a separate figure in the Aeneid: "The Aventine is a hill in the city of Rome. It is accepted that it derives its name from birds (aves) which, rising from the Tiber, nested there (as we read in the eighth book of a suitable home for the nests of ill-omened birds). This is because of a king of the Aboriginal Italians, Aventinus by name, who was both killed and buried there - just as the Alban king Aventinus was, he who was succeeded by Procas. Varro, however, states that amongst the Roman people, the Sabines accepted this mountain when it was offered them by Romulus, and called it the Aventine after the Aventus river in its area. It is therefore accepted that these different opinions came later, for in the beginning it was called Aventinus after either the birds or the Aboriginal King: from which it is accepted that the son of Hercules mentioned here took his name from that of the hill, not vice versa.>> da Wikipedia, Aventinus of Alba Longa. Il nome Alba Longa può essere interpretato anche come Alba Lengua e Alba Link, cioè ponte tra l’Africa Alba, Arba, Araba e l’Europa. 43 Verbi annŭo, annŭis, annui, annŭĕre e ŏboedĭo, ŏboedis, oboedii, oboeditum, obbedire. 39 Per lui i Nordmen, le popolazioni che abitavano l’Europa, erano N-omen e N-oman, cioè non uomini, non uguali ad essere umani e pertanto dovevano diventare nemo (omen). Erano definiti εὐοῖ, Euboi (Beoti), Evoe od Euhoe, da sottoporre al Nor o Nur44. Erano ignominia da sterminare con l’ignis, il fuoco. Erano abominìo dell’Abdomen d’Europa, portati ab doma o domna ad Oman, presso il Muscat d’Egitto, per diventare omen (nemo) e amen (imen). Il nome della capitale della Costa d’Avorio, Abdijan, significa Abdomen Jani o Iani, cioè Ayn Abdomen d’Italia45: agnelli sacrificali dall’Abdomen al -home-N, il Domain di Damasco. 44 45 Le loro terre erano chiamate con diversi nomi, tra i quali Noricum, terra per il The Nor. Da ayn è derivato l’avverbio spagnolo aùn, ancora. 40 Venivano appellati Mi Din (Medina cioè merdina), Mi Don (Mi Dona cioè δῶρα o don-nativi), Mi Dan (Mi Δαναοί cioè Danari). Una variante del loro nome era Μυρμιδόνες, cioè μύρμηκες, formiche che arrivavano a migliaia al formicaio. Per gli ebrei, vittime, le formiche predatrici e velenose o scarabei erano gli Arabi e gli Egizi, per questi ultimi lo scarabeo era l’ebreo schiavizzato e quindi carbonizzato. Il Nordman era: - l’O-man, il O-ρ-o-man, il Romano per il Pomo di Adamo. - il Jeoman o Geoman (Γῆ ὁμός) da trasformare in Gemma (Γῆ o Geenna) con i Gamma Rays della G-umma (il progetto genocidiario fu crittografato come Gamala, Gamla, Kamel, Carmelo). Il popolo di Amulius era il popolo meticcio, nato dalla mescolanza di negri ed arabi. Dopo la caduta di Prŏcās, tra i due popoli rivali prevale in Italia il popolo latino-mulacho di Amulio, e quello di Numitore, è sconfitto, sia in Italia sia in Africa da Ares o Marsa Matruh. Gli schiavi di Numitore, il Numinoso o il Luminoso di NOUS, SUN, SYON, il Castore dei Polloi (Giocasta), uno degli Dei Oscuri di Roma Origo (Orgia), erano i Romoli o Romi, una Selva di schiavi, Saeva e Serva di Rhea. Prima gettati nel fiume Nilo dai Rami, Remi, Rymi e Rumi, dopo il tramonto dell’impero Egizio erano stati recuperati ed allevati in Italia da Faustulus, piccolo Fausto rispetto a Fasto o Fauno, detentore dello zoo egizio. Faustolus era la Lecce o Luce d’Oriente (H Laurentia) in Italia e l’Italia stessa era soprannominata Faustulus cioè piccolo fusto. I Romoli, piccoli Romi o Amoriti, dopo una lunga gestazione della loro organizzazione segreta, sconfissero: 41 - i Rami o Lamnes, cioè i Teramnes, originari degli Amnes Tigri ed Eufrate. La loro capitale simbolica in Italia era Interamnia, cioè l’Altopiano delle Rocche o Inter Amnem, mentre il loro territorio comprendeva il triangolo Teramo, Pescara o Chieti: Teate o Te[ram]ate46. Inter amnem era un luogo sacro perchè in Cuna (Cuma-Ancona) c’era N-Apollo o Nazareno Apollo, il cemento o landamark d’Italia (ribattezzato anche Corfinium, Finis Cordis). - i Remi o Lemi, cioè i Latini di Amulio o Mulacho, anche loro idealmente legati al Kore (Cori), benché razzialmente differenti rispetto ai Teramnes o Rami, essendo mulatti. - i Rumi o Lumi (Rymini o Lucumoni), gli Osco-Umbri-Lìguri, cioè Etruschi ed Auguri. - i Volsci o Turni o Rutuli, detti Vultures o Avvoltoi. - i Sabini, Sanniti e Brutii, ritenuti Aperutii, cioè apri e capri della grande Aperìa Semita o Samnita, destinati all’apertura o all’A-Pur (Perusia). - gli Apuli e i Napuli. Nel brano di Sextus Aurelius Victor si legge che Romolo, figura mitica del Pater Romae, mostrò il leggendario Asilo d’Italia ai convenae, le gentes straniere convenute, immigrate sul suolo italiano dopo la caduta di Troia (Egitto), avvenuta molto tempo prima. L’Asilo (assillo assiro) o Giardino (jard o jardu) d’Italia era stato uno degli ovili delle pecore avena (Plinio Il Vecchio XVIII, 61), considerate dagli schiavisti mediterranei λέγαι γυναῖκες47 (Archil.179). Era, altresì, l’asylum segreto delle spoglie del Lupercus, cioè de Lu Porcus, uno dei Faraoni dell’Isola dello Sterminio, l’uomo della sulla e del πάθος48. La parola Asylum significa luogo isolato ed è affine ad insula. L’insula (isla, aisle, isle, ile) è il luogo dove si pratica la sella e dove lo schiavo è insulado, isolato, aislado in attesa di essere messo in sella curulis per la cura (cavallo o cama camita). 46 Dall’etimo ram- di Ramnes o Ramos è disceso il termine inglese ramm o ram, il cui significato originario era ramo o bastone pastorale, ferula o tirso: ϑύρσος. Con il termine ram gli anglosassoni si riferivano all’ariete o montone, un heavy ram usato per sfondare the doors delle fortificazioni. In realtà il significato attribuito al termine, nel contesto della guerra d’assedio, derivava per traslato dal tirso di Bacco, la lama utilizzata dalle Mènadi per aprire “the doors to the sheeps” e tagliare the arms, cioè i rams, in modo tale da ottenere il ϑύρσος (torso), chiamato dai Massoni Tronco della Vedova o di Iside. Era la potatura dell’agnello da cui fluiva il πότος o ποταμός dell’ἀμνός, da raccogliere nel pot per il πίνειν. Il verbo πίνειν significava bere, ma derivava da pin, etimo di pennello, penna, pinnacolo, in inglese chiodo, cioè dal nome dello strumento impiegato per trafiggere le carni delle vittime e provocare la fuoriuscita del sangue. Pin in inglese significa chiodo ed è analogo a pic, ago o spillo; uniti danno pinc o pink, cioè pin key, la croce egizia necessaria al ῥόδον o al ramrod. Il lobster πότος o ποταμός era nell’Egitto dei Faraoni la sostanza rossa prodotta dal Photo N (φῶς, φωτός). 47 “Epaphroditus derives from λέχος ‘bed’ the word λεχαίνειν ‘to desire the bed,’ becoming by change λεγαίνειν, whence Archilochus λέγαι: and lewd women CURFRAG.tlg-0232.189” Etymolicum Magnum. Il Lectus e il Ligare si usavano durante i Lectigalia-Vectigalia (previo vettovagliamento di schiavi Galli). 48 Si tratta dell’assillo assiro. 42 Sella Curulis cur curre E-gira Foro Romano curva cow, bow, cob, cabal corrente Luce Gamma LG cama interna TAY tau Ll LG THN SION Colonna d'Italia I-TAY I-TAU anu BI TAO/TAU QAOS QEOS ZEUS GOLGOTA Cul God Cul Gad EUSKERA Ῥωμαῖος Ludi Romani focus esq ara esquema ESCARA σχίζω σχῆμα scars sciscasch- χηλη iskandar eskandar X Αλέξανδρος Ἀλεξάνδρεια Fur Foro di Alì Foro Romano χέω αἶμα skeleton XI FCQ 8-1=7 Seth ski - sky s-kid o child sectare e septare x σκηνή ISCHNO ISCHMA OXO OK - KO ἴσχω ἰχθύς Scaelus caelestis: scala ad caelum ab Syria et calo ad Syriam (Assur) turquì azzurro azul assur tour sur tauro mansur mansus mansio maison torqueo sura rus L’Insula, L’Isola, The Island, cioè la Landa di Iside, da dove si attingevano gli schiavi, era l’Estensio europea, dall’Iberia alla Russia, ma in particolare la Gran Bretagna, la cui forma ricorda quella di una sella, cioè di una silla o sedia49. Dato che nel dialetto rocchigiano il ricovero dei porci è detto strella, spagnolismo di estrella (stella)50, si può ipotizzare che la Strella del Lu Percus, cioè il Luper-Calo51, sia ubicata sullo 49 Islanda significa Terra di Isis o Terra dell’Ice, in inglese terra del ghiaccio, ma nel linguaggio criptato significa terra che produce schiavi per il sapone o il burro di Butter-fly. Butter Fly era il Faraone Bùtirro o Bottaio, padrone della Mosche (Flies), era l’Asno, cioè l’Assassino, detentore della Man-teca Fry e produttore di Burro (vedi le voci butirro e buttero su www.etimo.it). 43 stesso Altopiano delle Rocche, la cui conformazione geologica è quella di una stella (estrella) a cinque punte, inscritta nel cerchio La stalla è detta strella, perché estrella e stalla hanno un’origine etimologica comune. Derivano infatti dal verbo stare, in inglese to stare (to stall), predicato sia dei corpi celesti, a causa della loro fissità, sia della stalla o stabula, luogo dello stallo o stabilimento degli animali. Star deriva dal latino aster, astris e dal greco ἀστηρ o ἄστρον, vocaboli a loro volta derivanti dal verbo ἵστημι/ἴσταμαι. Nella crittografia ebraica la Star è la Stalla, cioè il campo di concentramento e sterminio52 ed è, al tempo stesso, l’Altopiano delle Rocche in Abruzzo, luogo simbolo dove dovrebbe essere seppellito Lu Percus (Il Porco). La Lupa, cioè il Lupercus, il Faraone spietato, venne definito anche Cana (Canaan), cioè Cagna (she-wolphe), perché come Lu Percus amava il sadismo della Canna (caña) e fu seppellito nel luogo soprannominato Cagna (cioè sull’Altopiano delle Rocche, dove si trova Rocca di Cambio, Rocca Cagn’ in dialetto). Nella Cagna, Volpe-Lupa (she-wolf), luogo sacro all’ebraismo internazionale per esservi stato sepolto Lu Percus, dovrebbe trovarsi anche il sepolcro di Yoshua di Nazareth, definito Porcus e Cagna, al pari del Faraone Nazi, per aver partecipato al sacco di Gerusalemme, sotto l’Imperatore Ottaviano Augusto, ed essere fuggito in Italia, a Roma, con i suoi compagni imbarcati sulle navi romane. Il suo sepolcro è chiamato Cuna (cunla) o “Asylum di Gesù Bambino” e l’accesso al luogo segreto è il “Cuniculum del Coniglio” o “Cunicolo del Rabbit”, che dalla Vagina (Rovere) porta all’Utero (Rocca di Mezzo), dove “dorme” Gesù Bambino in attesa di (ri)nascere, cioè di resuscitare (egli è uno zombie). 50 Serbo-croato e sloveno strela dove il maiale strilla (strila, strijela, strilla), perché lo sottopongono al trillo, trullo o trivello elettromagnetico procurandogli il tarlo. L’etnonimo croato rende bene l’idea di stalla con i maiali. Infatti, il termine è un crittogramma composto da row of crows with pigs e dal verbo to bat, derivante dal greco βαπτίζειν, verbo che, a parte l’idea di battere, percuotere, contiene in sé l’idea di to bath e l’idea di πυρός ἐγγύς τιθέναι per il TZION (tizzone, sp. tizòn). Croato può essere letto anche come KRK, cioè cristo in cresta (πῦρ waves): vedi isola KRK. Nella lingua inglese l’espressione di saluto truly ricorda la Trivella e The Rule of Law, cioè le regole disumane della Legge musulmana. The Rule era anche il Ruolo, cioè l’elenco del Bey Buyer. 51 Calo, calonis e călo, călas, calavi, calatum, călāre. 52 In greco isola è νῆσος e chi la abita è il νησιώτης, nexus, caduto nella nassa e destinato al naso, cioè al nose, noise, annoy o ανοιξη in Egitto oppure in Cina (vedi oltre). I Romani chiamavano ανοιξη le nuptiae. 44 La China, cioè la κίναδος o la -cuna, è la famosa Cruna dell’Ago (acus, acucula, aguja), citata nel Vangelo (Luca 18,25, Matteo 19,24 ,Marco 10,25)53 laddove recita: <<È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli»54 Il luogo segreto della Culla o Asylum di Gesù Bambino, l’Altopiano delle Rocche, venne chiamato Rotunda, sia perché, visto dall’alto, somiglia ad un cerchio nel cui interno si intravvede un pentalfa, sia perché può essere considerato la rotella o rotula del ginocchio della gamba italiana (Stivale). Il toponimo Rotunda dell’Altopiano si ricava da Rotonda (Potenza), anticamente denominata Rotunda Vallis Layni e da Rotondella (Matera) o Rotunda Maris, Altopiano e Roma. 53 Il verbo κυνάω o κυνέω significa “play the Cynic”, giocare il gioco κυνικός del κύων, cioè del Cane. Per i Nazisti giocare al gioco del cane significa accanirsi sugli ebrei, impropriamente definiti cani (il Nazista Cinedo amava usare la κυνάγχη, cinanche, collare di cane e ancino, azione che determinava nella vittima l’angina canina). Per gli ebrei il gioco del cane è il Gioco della Cagna o, meglio, della Volpe, cioè il gioco ermetico dell’Oca (Pato) o del Gesù (Pathos) “che non esiste”. Agli estranei al gioco, che tentano di ficcare il naso (civette), i criptoebrei sono tenuti a rispondere in siciliano <<nulla saccio, nulla vidi>>, che in spagnolo sarebbe <<no se>> equivalente all’inglese <<nose>>. L’άγχη è il ῥαφίς, -ίδος è l’ago, grafo o grifo. La Κοινή era la lingua comune dell’Impero Alessandrino, ma il termine voleva significare anche che il gioco del κύων o gioco κυνικός (play the Cynic) era il gioco κοινός. 54 È più probabile che un musulmano finisca accalappiato piuttosto che un ebreo entri a Roma, cioè in Amor (il nascondiglio). 45 Rotunda Vallis Layni è il Cerchio (rotunda) dove si trova il Vallo, il Muro di L Ayn Italiano, cioè l’Ovino o Agnello Italiano del Dio Romano che distrusse il Vallum Gerosolimitano (Agnello di Dio). Il Muro di Malta dove giace l’Agnus Dei appartiene all’Ordine Sovrano dei Cavalieri di Malta o di San Giovanni d’Acri (qui egli è Akko Homo cioè Ecce Homo nonché ΙΧΘΥΣ). Il fatto che in spagnolo rotula è rodilla, oltre a significare piccola rota, significa piccola Rodi o piccola Rosa rivela l’appartenenza del Vallo (The Wall) al piccolo insediamento di ebrei “rosa” dell’Altopiano delle Rocche. L’Ayn è Baphomet e Mahomet cioè il: - Basso-Ometto, perché è tenuto nei bassifondi, in una caverna ipogea55. - Madre-Ometto, perché è stato trasformato in Maria. - Malo-Ometto, perchè era stato malvagio sui mala (malum, mali). - Almo-Ometto, perché alimentato e ancora in vita (vegetativa) prima della Resurrezione. - Alto-Ometto, perché alto di statura e non basso (vedi Sacra sindone, Volto Santo di Manoppello). Fu evirato per vendetta e trasformato in Donna Rosa o Ebrea ed è ancora inspiegabilmente vivo, a distanza di secoli, nel sepolcro nascosto, dormiente, in sonno, ma in grado di resuscitare dalla morte apparente. Egli è sarcasticamente Potenza Rotonda, cioè nel Cerchio dell’Altopiano, e Madre (Matera) con rotondella o rondella (anus). La Rotonda rappresenta Londra, anagrammabile in La Rond, località situata nei pressi de La Rochelle coincidente con la stessa Rocchelle (un altro anagramma è Andor). La Rochelle è la Piccola Rocca dell’Altopiano abruzzese, che, negli antichi poemi arturiani, era soprannominata Table Ronde. L’Altopiano delle Rocche è detto anche in codice Rondine e Rondone (Rondò), perché le rondini quando volano spesso descrivono dei cerchi in cielo56. Come Rondine è Golondrina nello Swallow e dello Swallow (nel Low del S-Wall-S, Squalo, Squallore, SW che all owes e all allowes). Il nome Rotonda Maris è la Rotonda di Maria o Madonna della Syra e di Roma (marissiram). 55 È la Berna o Ca-Berna dove si trova Genève o Genova, alla quale si accede attraverso una Lucerna (lucernaio). La Ca-Berna è l’Alma Mater, cioè l’Utero dove vive Gesù Bambino. La Caverna è Cafarnao, cioè Caverna-Ναός. Vi si entra per Porta Capena o Caperna ed è la Casa-Pierna. È l’Endometrio con l’Infante, detto anche San Demetrio (il Santo seguace di Dèmetra, di Mithra e di Prometeo).. 56 La rondella o rondinella nella scienza alchemica egizia è la particella subatomica, ma soprattutto è la risorsa tecnologica a disposizione dei Faraoni per il Nihil (Nilo), che fu in possesso della Umma, cioè della nazione di Gomorra o di Gomar o di Gumar. La nazione di Gomar o Gumar è la nazione di Amor/Amur, della Roma/Ruma primeva (ramo, ramu, ramnes, ramones, teramnes, tyranes) ed è la innumerevole nazione di Maria La Piramide Egizia era la Moschea di Omar per i musulmani e la Cupola della Rocca per gli ebrei. 46 Il porto di Roma, Ostia, era la Rotunda Maris ed era stato realizzato sull’esempio del porto di Alessandria, dove si elevava Alessandro, il Faro Gigante, collocato prima del GYGA. La Rotonda dell’Altopiano è rappresentata anche nei bassorilievi dell’Ara Pacis di Augusto, anzi si può dire che l’Ara Rapacis d’Italia era proprio l’Altopiano rispetto all’Ara Pacis d’Egitto. 47 Le Triginta Curiae, che, secondo la tradizione, erano state istituite da Romolo, erano trenta coviriae, erano trenta rappresentanze composte dai probi viri delle gentes. Il vir per i Romani era l’uomo del πῦρ, πυρά, cioè lἍπειρος o Aper (perro in spagnolo). I viri erano i Curetes o Quirites, custodi del potere coercitivo sulle cose sacre, tra le quali rientravano i Lustralia. Lu Porcus era quello del Lu Pur-k. Lu purk in greco significa λύω πῦρ, da cui deriva il latino purus e pyra. Il Porco era il Faraone con i suoi Poeni, Phoenici o Punici, mentre i Punati o Poenates erano le loro vittime. Egli era il Porch of Salomon, il porco cioè che aveva tentato di estinguere i Curati o Quirites con il πῦρ (purificatio), preceduto dall’eviratio esemplare57. Era soprannominato Cura e quando i Romani si salutavano dicevano:<<Cura ut valeas>. 57 Τα Πυρα equivale a Buraq. Da πυρα deriva πυραμίδες (Οι τρεις πυραμίδες της Γκίζας). Salomon o Salam è il tratto di territorio da El Cairo a Cirene, il Mar Rosso a forma di salume insaccato, mentre il porch nel senso di pork è l’intera Africa, che, vista lateralmente, somiglia alla testa di un enorme rinoceronte o jabalì (Jeb Alì). Per gli ebrei considerati Donne, Shalom significa in inglese “she at loom” (Lyra). At, così come la preposizione latina ad, ha la stessa radice etimologica del verbo spagnolo atar, del verbo inglese to eat, del verbo latino ēdo, ēdis, edidi, editum, ēdĕre, del sostantivo ĕdo, edonis, sememi derivanti dal nome greco dell’Inferno Ἅιδης (Hades), che nelle lingue cananee era Aden o Eden. Per i Danai il demonio infernale, figurazione dei popoli africani ed arabi, era Adon o Adam e la sua invincibile Madia (μάσσω o μάττω). Shalom può significare anche: - Shell loom, il tool infernale di S. Hell, dove the kernel, la carne, diventava shalomo o salame a seguito del trattamento lumen (trattamento luminoso o numinoso) Shal da cui scialle e sciacallo; - Aisha loom, cioè hacia il Lumen o Numen del Loom o Lyra, rammentando che esso era sia in Egitto che Asia (spagnolo hacia); L’Eden era per questo motivo detta Terra delle Lomas o dei Lombi (Lombardia). Lombardia significa terra del Lumen e dell’Arsione. Era la terra di Kom Ombo dove erano le Camere Bomba (bombshell). La Porta Scea delle città greche ricordava la Porta Aisha, Hacia o Achea attraverso la quale passavano gli Achei per finire nella Bomba Camita Da Kam derivano le parole cama, camera, camaron, Cameroon, da Kom derivano i termini spagnoli comida e comedor, nonché comoedia, termine latino che, rispetto all’italiano commedia, aveva un significato diverso, quello di comedere (comere et edere), analogamente a tragedia, che significava τρώγω καί ἔδω. L’edo, edonis romano aveva come sua vittima il [j]esus (esus è il part. pass. di edere). Per i Greci Edo era Leda, per gli ebrei Adan o Eden. Leda era l’Ade dove si ledeva l’E-den o E-dan, l’A-dan o l’A-den (lædo, lædis, læsi, læsum, lædĕre). L’A-dan era il Δαναος o Danese (in senso ampio). Kam e Kom vanno intesi unitamente a Kem, da cui derivano i vocaboli spagnoli quimica e alchimia, Kum, da cui derivano le parole κῶμα, Cuma, cuna, Kim da cui deriva chimo (χυμός). La m finale è intercambiabile con la n, circostanza che dà modo di estrapolare altri termini correlati all’antico mondo egizio e cinese. 48 La cura dei Romani, cioè la loro principale premura, era la res publica. « Postea aucta ad aliquem modum civitate ipsum Romulum traditur populum in triginta partes divisisse, quas partes curias appellavit, propterea quod tunc rei publicae curam per sententias partium earum expediebat. Et ita leges quasdam et ipse curiatas ad populum tulit: tulerunt et sequentes reges» Quae omnes conscriptae ex stant in libro Sexti Papirii, qui fuit illis temporibus, quibus Superbus Demarati Corinthii filius ex principalibus viris. Is liber, ut duximus, appellatur Ius Civile Papirianum... » Noctes Atticae (15.27.5): «Cum ex generibus hominum suffragium feratur, curiata comitia esse; cum ex censu et aetate centuriata; cum ex regionibus et locis tributa» L’etimo del nome Curia va ricollegato alla χώρα delle κόρες. La κόρη, che in greco significa fanciulla, vergine, era lo schiavo per antonomasia, deportato nella Terra del Cor o Makor (Ma Coeur), contrario di Rokam, Rocca o Rock, che significa Piramide. Sinonimo di κόρη era Παρθενης e sinonimo di χώρα delle κόρες, cioè di Terra delle Piramidi, era Παρθενών. Varianti dialettali di χώρα (Cora) erano κόρα (Aeolic), κούρη (Ionic), κώρα (Doric). Esse erano destinate al κορίτσι ed alla θυγατέρα (tziganeria o gitaneria). Le Trenta Curiae avevano avuto un precedente in Atene dove, dopo la sconfitta della Grecia nella Guerra del Peloponneso del 404 d.C., furono create con a capo i τριάκοντα τύραννοι. Costoro erano una oligarchia pro-Spartana o, come dice, l’epiteto τύραννος, un’oligarchia turanica, amica dei Partae o Persae (oggi Iraniani o Persiani), di coloro cioè che durante l’Impero Egizio erano stati parte integrante del Farsi, cioè del Phar[aoh] S[erpente] o ύρα (Toràh). Il numero simbolico trenta ricorre nella Historia Augusta laddove si narra che durante il regno di Gallieno apparvero sulla scena i Tyranni Triginta, un tentativo di restaurazione del potere turanico (turco-iranico) nel cuore d’Italia. 49 I convenae, come narra l’Eneide, erano originari di Troia in Asia Minore. In realtà la Troia o Ilio anatolica era solo una propaggine strategica rispetto alla vera città di Troia, che era l’Egitto dei Faraoni, sede del TH ROI o TH ROY (il Roi o il Ray). Essa sorgeva a ridosso degli stretti del Bosforo e Dardanelli, punto di passaggio obbligato per le rotte schiavistiche provenienti dall’Europa dell’Est e dall’Illiria. La piccola Troia si trova oggi nella provincia turca di Kannakale. Il nome geografico Kannakale ha un significato plurimo. Grecizzando il nome si ha κύων, κυνός, cane, e νίκη, vittoria, cioè Vittoria dei Khan. Leggendolo come kan nak bar si estrapola il messaggio <<A Karnak i Cani ci portavano nudi>> o <<Karn naked bear>> (abbreviabile in Nakbar)58. Il crittogramma kanak è un palindromo: NACBAR/RABCAN/NACUBA/NA CURA Era il Khanato (anche nel senso di canizza, canea, canicola), che Gengis Khan voleva restaurare quando il suo Impero quasi inglobò l’Europa. Leggendo, invece, Kannakale come Canna Cala, cioè cala o tira una linea, si ottiene un’informazione circa un importante allineamento geografico: la provincia di Troia è situata lungo la perpendicolare (Riga) passante per Istanbul, che cala fino a Giza. Era Giza la stessa Kanna o Khan (latinizzato in Cannae), perché la peculiarità del campo di sterminio per i deportati provenienti dalla Eu-Ropa era l’utilizzo della canna, dell’ago elettrico o agopuntura elettrica, della corda (rope), il collare, dello scu-ojo del cordem (cor), del καρδία, i kars, k-artio, il cardo-decumano. 58 Cannae egizia era per gli anglo-germani il Can, cioè il Barattolo della Carne del Cane [a]rabbioso e quindi il Pit Cairn Pit caro era il pìcaro Cane [a]rabbioso ingordo di “raped rabbits” da mettere allo spitus (spiedo) nell’Ospitium. I Pitti, prima ancora dei romani, erano stati gli antichi Egizi ed africani “picti”, saliti coloni fino alle estreme lande del Nordeuropa, da dove rifornivano di rabbits la Pit Cairn, cioè il Carnaio. Ad essi pittavano le terre bretoni di cui avevano il catasto ed essi tenevano gli albi pictorii, registri contabili del commercio schiavistico. Una delle rotte via terra transitava per il Carnaro o Quarnero istriano, antico insediamento KRK, da dove un fiume (Fiume) di schiavi “pula” (Pola) scendeva per il ragù (Ragusa) verso le Piramidi di Visoko, gestite da popolazioni arabe ed africane tiranne (Tirana). Le Piramidi di Visoko, nei pressi di Sarjevo, erano dell’Ασπάλαθος egizio. I moslem Galli, Pitti e Scozzesi gestivano il Galo, il Pit e il Gozo. 50 Da καρδία derivò un altro nome dell’Egitto, cioè Kurdistan, terra dell’estancia e dell’èstasi dell’eu-robo o eu-robus. Il Curdistan era Curuno o Corano e Curdue o Curdo. Cur 2 è la Cina, Cur 1 è l’Egitto. I popoli del o del Tao, cioè i Khan, facevano capo al K-Hunnan e per questo motivo erano Khun o Kynesi, cioè Cinesi, tuttavia Cinesi o Sinaitici erano anche i popoli dei Seni-Piramidi egizi. Credevano che il Gallo fosse un gallinaceo da macellare e bruciare o da trasformare in giallo vischio (viscum album, ιξος o yellow jew). I Khun cioè gli Hun o Unni erano definiti dalle razze bianche ed europee Mundi, cioè padroni del Mondo, però Mudi, cioè lurido Mud sia sotto il profilo genetico e razziale, sia sotto il profilo etno-antropologico (lurido in russo è Yuri, cioè Iurido dei Jura, del Jus e dell’Ur). I Romani li definivano munni o mundi, cioè in-mud o immondi, mentre consideravano se stessi mondati dal mud (remonnati)59. Altre aggettivazioni discendenti dall’odio razziale erano sunniti e sanniti, [s]ungari o [s]angari60. Un’aggettivazione equipollente era Urdi, da cui derivano gli etnonimi Sardi, Ursi o Rusi, Marsi, Corsi, Parsi o Persi61. In definitiva tutte queste popolazioni erano viste come un’Orda di luridi, di lardi e di ladri: L’Urdi o L’Urda62. Si spinsero durante le loro scorrerie fino alla Catalunya (Catalogna), che prende il suo nome da Catàlauni o Catalani, cioè κατὰ–huns63. La Chiesa di Roma ne tentò la conversione e l’unione sotto la sua egida: Chiesa Uniate. 59 Essi erano stati a suo tempo montati e resi immondi, remonnati, cioè scuoiati nel senso di scorati (corata o coratella), ma alla lunga con Roma erano riusciti a mondarsi e a remonnare i loro nemici in Europa e nel Mediterraneo. Remonnare è voce dialettale che significa semplicemente sbucciare. In realtà il verbo rimanda a Remo, Romolo e Roma e al Re Mono o Rey Mona cioè al Faraone. 60 Muniti di uñas, cioè di unghie, e ùngidi, unti e messianici, dediti alle angherie, sanguinari, amanti del sanskrito, cioè del S-Ans-K Rito. Per i Romani il sunnita, sia negro che arabo, era in somnio, cioè insunnito, assonnato, stolido, nonché anus (contrario di sunna) e mud o med. 61 Erano surdi o absurdi. Avevano corso per gli Urali e la Rous (rus, ruris) per rastrellare le vittime da sottoporre al Rus (roast o arrosto) o al Course del Cur/Cor. Course è nell’inglese medievale cors e allo stesso modo cor, cordis deriva dal verbo curro, curris, cucurri, cursum, currĕre. Come Parsi o Parisii erano appassionati del pursue, cioè del perseguire con i perros (perseguir) per fare il πῦρ o parisium o paradisus (paradiso). Erano in tal senso parigini e baresi, carsici e caustici, farseschi e falsi, inclini al nomadismo (course), al curse e al coarse (rough, rudeness). 62 Da Ur e Urdu derivano i termini Ordo, ordeal, ordalia, hurdle. 63 Da hun deriva uncino e ancino, incidere ed incidere, unciale ed onciale, guanciale e bigoncia, altre aggettivazioni denigratorie che significano rispettivamente lardo e stragonfio. 51 Nel Vangelo le Nozze di Canaan sono un racconto crittato delle Nozze di Nubia ed Anubia (Egitto) in un unico Boda o Body. Al tempo del Messia di Nazareth ci furono nuove nozze di Khan o Khanaan, come si rileva dal termine Cananei, che significa Neo Cani o Novi Canes. I Cani (Khan), già al tempo dell’Impero Egizio, odiavano per ragioni razziali l’Europa, definita China o Cagna per due ragioni: - la sua forma geografica è quella di una Donna chinata in avanti; - come Donna era una Femmina o Cagna di tutti i musulmani con la quale accoppiarsi. Sostanzialmente l’Europa era la Cina o China. I Cani la odiavano e la dominavano, all’epoca del loro dominio sconfinato, perché vi risiedevano le popolazioni Yellowish o Jewish da portare al Sahara, cioè alla S-area. Il concetto è contenuto nel nome della città bosniaca Sarajevo, Sara y Evo. Jew e Jewish derivano da Yellow, da cui deriva anche le parole italiane giallo e gel. Da Eva deriva Jeova, Giove, Iuvis e Giudeo. L’italiano giù(so) e l’inglese jew significano sotto, al di sotto e vanno riferite al sottosuolo di Jeb, Jev, Geo o Γῆ, cioè alle città sotterranee dell’antico Egitto, che, per un lunghissimo periodo storico, fu La Terra per antonomasia. L’inglese jew deriva da jeu (M.E.), giu (O.F.), iudaeus (Latin), ioudaios (Greek), yehuday (Aramaic), yehûdî, judah e yehûdâ (Hebrew). L’inglese jaw, jawe (M.E.), jowe, joue (O.F.), significa maxilla, cioè arcata dentaria che macella, contrapposta a mandibula, arcata dentaria che mangia e manda il bolo ad bullam o ad pallam. Il verbo mangiare deriva da manducare e mandigare, contratto in mang e significava mando in fagum (stoma, stomaco, st-òmaso). Nel greco antico mang- diventò μαγν-, mag e mak- (da cui maggese o messe di schiavi nordici per la μάχαιρα). La μαγνης, invece, era la formidabile bocca dentata formata dalle Piramidi elettromagnetiche. Da fago deriva fagotto e fagiolo, sinonimo di piccolo sacco (alvo materno e rene). Il verbo del tardo latino manducare era mandare in bucam per la digestio ( γέρων garrota, carotide o ). La palla era il pollo dei πολλοί, cioè delle moltitudini di chicks e chickens inghiottite per il cheese o jeese (Jesus). Le cicas, chicks o cheeks, erano prima chequed, checked e zeccate, quindi in Egitto (e in Cina) jacked o giaccate per il Zadik (sadismo), infine mandate in sacco ceco come sego o sebo (Sabeo). 52 Rimane traccia di tale sistema nel nome Cecoslovacchia, originariamente sinonimo di Valacchia, che significava to to seek, to cheque, to check, to sick (to mark come nella zecca), to lower vakkas, e nel nome Jugoslavia, che significava per la primigenia nazione anglo-germanica “young slaves sub jugo”. La parola italiana per cheeks è guance e significava in principio ganci, da cui è derivata la parola ganasce, cioè ganci asce (gancio deriva da canna e gun, ascia da axe). Nell’allegoria i Mani (Manes) e i Cani (La Manica per la Masnada) mandavano i πολλοί della πόλις giù, al Giudeo della ρώμη egizia, per essere uccisi e trasformati in bolo (βῶλος)64. Il Giudeo, Judio, Jew Dio era il Dio Infero dei Manes e dei Lares, custode dei Focolari infernali della Roma Egizia. Questa fu in seguito denominata Vallonia e Transvaal fu detta la Nubia sudanese. Gli schiavi erano portati ad Vallum: The Wall di Baal o di Bell, il Murum per i Mures o Moses, in dialetto italico si direbbe che erano mandati abball’. Le vasche, i silos, gli horrea erano i Pools dei Polli, le Piscine di Siloe (in Abruzzo il toponimo Pescina è un’antica testimonianza della prassi in argomento). Le parole bulla, bolla, bala, ball, palla, come pure le altre parole, che fanno riferimento ad un oggetto o ad una cavità sferica - boccone nel caso della bocca - derivano da O, che può essere micro o macro (micer o macer). Dato che la O è OS e SO (Il Sole), è OR e RO (oro), OR è UR (uro), OS (os, oris) è OC e OCO, OJO (occhio), ne consegue che l’OXO (OCSO) è l’OSSO, cioè l’ὀστέον nel senso di hostis e di hostia in ustio (l’ostia è il pane in forno dell’oste o, in inglese, host).65 Il termine spagnolo hueco deriva da buco (bucca), ma il suo significato crittografico è sus in hueco, cioè Sueco. Sueco è il sus albus o albinus schiavizzato e trasformato in j-hueso (jesus e yeso) nel hueco. Le stesso etimo di jew è nei termini latini juventus, gioventù, e juvenis, giovane. Era giovane chi faceva il jus oenus o il [g]ius[o], cioè chi sacrificava giovialmente il iudaeus (Giovenalia o Juvenalia), tagliando il jus sus (jesus). Il taglio giuso era il taglio dei genitali e della gola (giuso nel senso di giù e giuso nel senso di guzo o gozzo) <<para gozar la sangre>>. 64 Bolo deriva dal latino bolus e questo dal greco βῶλος, massa o zolla di terra e disco solare. La radice bol indicava una cosa rigonfia e rotonda: palla, ball, bolla, bulbo, cipolla, coppa. Era il nome di un’argilla colorata da ossidi metallici, pingue, limosa, arrendevole e attaccaticcia, forse così detta perché si presta ad essere arrotondata (www.etimo.it, voce bolo). Il bulbo (cipolla) e il bolo erano erano crittogrammi per designare i suovetaurilia. Il bulbo era il bull-bovis o bue in bulbo, mentre il bowl era il bow, sow, fowl in ship (sheep). Il bull, vittima del Muslim Boulanger veniva bollato, bollito, cioè gonfiato come una ball, e quindi trasformato in bolo (cibus). 65 L’analogo termine latino ostes, ostae, terremoto, sisma violento, pertiene al sistema tecnologico delle Piramidi. 53 Il giudeo era messo sub jugo (giogo) o sub judice (juez) per jeux o juego, cioè per gioco sadico. Il nome ebraico Joseph, italianizzato in Giuseppe, e il nome dell’isola maltese di Gozo derivano da tale prassi sacrificale. Il verbo spagnolo gozar deriva dall’inglese goose. La garganta è la gola e deriva da gargustium e gargutium, a sua volta derivante dal latino gurges (da cui deriva anche garage). I termini dialettali gargozzo e gargarozzo, termini con i quali ci si intende riferire al pomo d’Adamo, significano in realtà “garrota goose gozo”, cioè piacere derivante dal taglio della gola della goose. La garrota o garrotte è il taglio circolare (rota) della garganta, cioè del gorgo della κάρα (carota). La carotide, carotis, è l’arteria passante per il collo, cioè per la gurges, così detta poiché è la canna (carota) della κάρα dove avviene il gorgo dei liquidi66. Carota ha la stessa etimologia di caro, carnis, carne, e di κάρα, testa. Carotare, cioè garrotare, era il taglio della κάρα e quindi della carotide, mentre il carotaggio era l’asportazione della testa che veniva brandita agli astanti in segno di esultanza (κάρα e ἄγω). La radice indoeuropea è gar- che ha subito mutazioni fonetiche in gal- e cal-, come nel verbo calare. In realtà nel mondo greco il gorgo era il gorgo e lo sgorgo di sangue dell’orgia (οργια). Γοργών era l’orgia stessa, γεωργός era l’agricoltore, l’aratore che tagliava la terra, cioè l’animale a terra con tre tagli (ter). La Gorgonia era una festa dionisiaca, erotica e cruenta, chiamata anche τραγῳδία. 66 Le parole carota, κάρα, corona, χορός (κόρος nel χορός) traggono origine da Or. Se Oro è il Sol o Sor (Ros), la parola inglese sorry dice che il Sor è Ray (sorray) e Yos (sorros). La parola orange è ugualmente un appellativo del Sor, dato che orange è oro+range (radius). Aggiungendo la S a orange si ha S ora angle, cioè S ura angels (in Syria si bruciavano gli angeli o evangelisti). Al Sole o, per essere più realistici, all’energia solare (Ra) rimanda il termine Corano o Kuran, che è la χώρα dell’ank, cioè la χώρα (coro angles o Sion), dove, grazie a Oro, il χώρα ἀνήρ ura i κόρος e le κόρη (angle, angels, evangels) nel χορός. O-Range, l’Area Oro, in spagnolo è Naranja, cioè Ara-Arnia (Araña), Ara-Angles, Ara-Nera (Terra Nera o Tara Nera). Vasche di Pianola Pit Cairn culmen, cumbre caln, calamo, cola koln, columen, columna chair chambre vasche pianola 54 Prevedeva l’apertura della vittima, l’estrazione delle viscere e del cuore (cor e cruor), ma era incentrata sul taglio preliminare dell’orgoglio del godimento (guglia e goglio, cuspis et colles). La Feria era per i gaudenti era georgica, cioè gorgeous e rigogliosa, bucolica, cioè caratterizzata dalle trafitture del corpo della vittima e dal colo di sangue (buco e colo). Era accompagnata da musica, canti e balli, preceduta dall’accoppiamento sessuale dei carnefici con la vittima, che, dopo essere stata umiliata sessualmente, veniva evirata con taglio dei genitali e della gola. Era detta τραγῳδία perché la vittima, dopo essere stata legata, veniva evirata, quindi, ancora in vita, sgozzata con il taglio della trachea: ciò era la causa del “canto del capro”, un gorgoglìo o gargarismo (gurges e garganta) emesso dalla vittima, simile al verso del capro (ma poteva trattarsi anche del verso del capretto o dell’agnello, nel caso di vittime infantili, chiamate dai Cristiani Agnelli di Dio). Il sacerdote, dopo aver proceduto al taglio della trachea, beveva il sangue fuoriuscito e raccolto nella coppa o cratere (il trago spagnolo), quindi passava allo stramen del corpo della vittima (il tramo spagnolo). Il capretto o la capretta era ἡ νεβρίς (-ίδος), in inglese n-he-bride, cioè la hen, vittima dell’ebbrezza sanguinaria od orgiastica67. Un altro nome con cui veniva chiamato era νεβρός, cerbiatto68. Veniva prelevata in Europa ed era deportata bride nel gloom Egitto dove erano attesi dal Bridegroom. Capretti e caprette venivano catturati fino alle estreme propaggini settentrionali dell’Europa. In Scozia i toponimi Hebridi e Orcadi ricordano, rispettivamente,e le prede ebree, brides, ed i loro cacciatori, gli Orchi (in latino orci cioè il porci). Altri toponimi che testimoniano la caccia ai capretti in Europa sono quelli dove compare il sostantivo greco αἴξ (αἰγός), capra, come Aix en Provence. Tale sostantivo si riferisce anche alla croce egizia X in . Dall’Europa venivano trasportati via terra o via mare (bridge), facendo sosta nei breedings, a Tiberiade, come si può desumere dal sostantivo greco ὕβρις, crittogramma di tuberis, di Tiber (Tebe) o Tiber-i-Ade (Ἅιδης o ῞Αδης). Gli ebrei o brides subivano la ὕβρις, la violenza letale, venendo sottoposti a L’Onta dell’Onda elettromagnetica, ionizzante o elettrica. 67 La città di Enna, in Sicilia, era al centro della regione dei Sicarii, seguaci di Διονύσιος ο Σικελιος, che osservavano il culto nisseno (Caltanisetta). Si può affermare che Enna era uno dei nomi alternativi della stessa Sicilia. 68 I Monti Nèbrodi era una zona dove venivano portati νεβρόι ed altresì una zona di transito verso il meridione d’Italia. 55 L’Onta, cioè la L[ambda] Onda, divenne il nome simbolico della capitale del Regno Unito: Londra e Londinum. Anche i toponimi de L’Ontario (Canada), dell’antica Lotharingia (Germania), di Londonderry (Irlanda del Nord) furono coniati tenendo presente l’onda lambda (L’Onta dell’Onda Lambda). Alone Don I capretti e le caprette erano yellow angels o evangelisti, come può essere desunto dal verbo greco ἀγγέλλω, annuncio. Per meglio dire erano eve-angeli, vittime degli evangelisti, trafficanti di schiavi bambini per conto del Faraone. Costui era il Capro, Khapro o Khafro ed i suoi popoli clienti erano popoli khepri, khapri o khafri, non solo nel senso di africani, ma anche e soprattutto nel senso di ebbri di capretti e caprette, sui quali praticare il kabiru (kaba o cabia πῦρ od οἰκίσκος) e le altre tipologie di violenza. I Khepri erano K-apri, cioè capri ed apri che si dedicavano all’arte dell’aperire o patefacere le vittime -εβρες o -εβρόι. Si trattava di vittime -mele, -apples o manzanas69, così definibili e per la loro giovanissima età e per la questione del knee (-). I ni () erano niños y niñas, nenas y nenos per il , ninnoli e baiocchi, toddlers e ladders uccisi con i toys (quelli deportati in Cina erano ninjas, cioè niños y niñas ja-kart-as e jack-art). Il verbo ἀγγέλλω, annuncio e riferisco, è composto da ἀνὰ, sopra, in alto, e καλός, bello. Fu inventato dai Greci per descrivere insieme ai verbi da esso composti (ἐπανγγέλλω, εἰσαγγέλλω, καταγγέλλω) il meccanismo di funzionamento della tratta schiavistica. Gli Evangelisti salivano dal Nordafrica e dal Medioriente in Europa del Nord e dell’Est. Da lì ridiscendevano con gli schiavi da portare giù (jew) per i lavori servili e per i sacrifici umani Erano visti come pastori che conducevano “al macello” l’ἀγέλη, cioè il Grex di Yellow Angels, composto da adulti e bambini. Il loro arrivo con i κάλοι, i Bei Galli (The Boys), ed i loro κελωρ (figli), destinati al Calore del Gallo , era annunciato dall’araldo. 69 La parola apple deriva da N-apple, Nablus, Napoli, Nabata, N-A-πολλοί. A parte Nablus anche Napoli era una zona dove venivano condotti schiavi The Apples. È verosimile credere che The Apples o Esclavos Manzanas venissero deportati anche nelle Americhe, come desumibile dal nome della città cubana di Manzanillo (meluccia). I porti di partenza delle navi erano situati lungo la costa del Portogallo e della Spagna. I toponimi O-Porto e Galicia significavano Porto Galos o Galicianos (Portugal) dalla Spagna, cioè dalla Expansio Mosellea (Europa), così come Galatia significava porto galos o gàlatos hacia Asia e Galilea significava porto galos hacia (Basi)Lea o εἰς Ίλιο: erano galli esili o easy gauls per l’esilaranza della Troia d’Egitto. 56 Durante tutto l’arco della settimana venivano celebrati i riti sacrificali, circostanza di cui è rimasta traccia nell’etimo del termine spagnolo semana, derivante dal verbo greco σημαίνω, segno o incido. Sinteticamente si può dire che il significato originario del verbo era “taglio i semiti ayn per l’αἶμα οἶνος”. I verbi greci legati etimologicamente ai sacrifici umani sono κλῄζω, κηρύσσω, κηρυκεύω, φράζω. I sacrifici di tipo cruento, come già detto, erano coram populo ed erano praticati dagli ierofanti. Costoro indossavano lunghi abiti tonacali bianchi, di lino o di cotone, che si macchiavano del sangue delle vittime. Essendo usati durante il taglio delle carni erano detti talari70. Il vestimento principale dei musulmani era la tunica bianca del Nilo (lino), così chiamata dai Romani in ricordo delle stragi commesse dai “tunisini”, i popoli del Faraone. Sempre i Romani attribuirono il nome di clamide alla tunica indossata per la cladis, il sacrificio eseguito clam, cioè cum lama71. Chiamarono la tunica anche toga, perché durante la tragedia del sacrificio, τραγῳδία, si procedeva al trago ed al trozo del sangue e delle carni della vittima. La scena orrifica avveniva mentre la vittima ancora viva gridava al cospetto degli astanti: era l’ᾠδή o anche lὈδύσσεια. La toga era: - palliata o pallium perché indossata durante i sacrifici sui pallidi capretti di paglia (τόκος). Il πάλλαξ, παλλάς, παλλακη, παλλακις prelevato πολλάκις dalla παλλακεία, il pollaio dei πολλοί Ἄχαιόι, veniva messo dai Pallanti e Palladisti in A-ten cioè in AX(is) ed ucciso con sevizie sui genitali, maschili (palladios) o femminili (palladas).72 70 Talare significa anche Tholos altare, luogo dove si eseguiva il Talio delle Ali (T. alari) e, in definitiva, il tollere ὅλος. I T alari erano anche i due ierofanti che aiutavano il Pontefice, i sacerdotes posizionati a latere del Pontefice (Triangolo massonico) ossia ai lati dell’altare ITI. Essi erano latebri, cioè ai lati della vittima ebrea lactis, dissimulati da cappucci (latebrae). 71 La vittima della cladis era il K-lad collocato sull’altar o ladder (altar boy). 72 Il concetto latino di genitales era espresso dai Greci con i termini γόνος figlio, da cui gònade, γυνή, femmina, da cui vagina, γένος, genìa. Entrambi i vocaboli rinviano all’idea di cerchio (ovo=oo), allo stesso modo di γόνυ, ginocchio, γωνία, angolo, e all’idea di riga I. L’ era figlio in OYOS (οἶς, οἰός) cioè in OY-ἰός con irraggiamento di ἧλος e iniezione di p-ὄς, p-οῦ πούς pous o poison che finiva in ἀγωνία per -γόνος l’ancus, acus o angle. Nella crittografia anglosassone l’Europa Bianca Ewe(lamb), Christmas Eve(n) è in ginocchio kne(w)e di fronte a isgone-hades che possiede l’haven. La divinità “protettrice” della “maternità” era presso i Romani Diana Lucina Genital, Signora del Tempio di Bel o di Baal. Era questo il Templum del βάλλειν e del τρέμειν (Tempio del Tremor e del Timor). 57 Ἀθηνᾶ era la παλλακις e l’αἴξ e Ἀθῆναι era la regione, chiamata Παρθενών, dove erano tenute schiave le Pallide Vergini. - praetexta, perché usata durante lo stupro che precedeva (prae) il textus ritualis con il taglio dei testes (testicoli). Durante il textus la vittima, il testiculus, era tastata e violentata davanti ai testimoni del populus (ingl. testes, sp. testigos, it. testi o testimoni), quindi veniva “italiata”, cioè tagliata o tessuta (nel senso fatto palese dal verbo greco σημαίνω, dai verbi latini tālĭo, tālĭas, tālĭāre e texo, texis, texui, textum, texĕre, dal vocabolo spagnolo tez) o anche arata (il verbo arare deriva da ara, area sacrificale, e altare, area sacrificale alta, rilevata, aro, ăras, aravi, aratum, ărāre).73 Spesso la vittima poteva essere testata nel senso di de-testata, de-collata o de-capitata e, alla fine del sacrificio, tostata (to toast, dal latino volgare tostare). Altrettanto spesso, come appena detto, il troglodita, ὁ τράγος, ὁ τριχιας, ὁ τριττος, il trittiarco a capo della trittìa, procedeva al trago e al trozo del trigo (latino trogus), dopo aver eseguito il θρίξ, lo scempio della capella o del capello (capretta o capretto). Il genitivo di θρίξ, cioè τριχός, è legato morfologicamente a τριττος, τριχου e agli altri vocaboli che implicano il numero tre, allo stesso modo del latino tritum, trito74. 73 L’ara era l’area destinata alla tarra (tarea) dell’arra sponsalicia. Arra deriva dal greco κάρα, termine coniato per esprimere l’idea di una forma tonda, circolare, come quella della testa, del testicolo o della ruota. L’arra era il carrus cioè il carriaggio degli schiavi bianchi “sposati” in Europa verso l’Egitto (to carry, carriot, cart), il Calvario (il luogo dove la vittima diventava cranio calvo, rapa, raba, rave o raped). La Tarra, contrazione di [I]ta[lia]arra e di taliare, era l’esecuzione capitale in T-alari o Camino (Alatri e Alanno): - il Talio alarum (arti) dell’alius o G-allus (anche nel significato inglese di cock) - il T-arare con la lama - il T-harrassment con la flama Gli alari erano le sponde (spondeo, sponsalicia) usate millenni prima in Egitto. Sponsalicia era la sponda della Licia cioè dell’Egitto (sea spoon), oltre che la sponda C della Licia. La vittima messa in T-alari subiva il triplice taglio, alla larinx, alle mele (mala) e al malum (male) mentre era sottoposta al foco-lare. Il Trico della Triga e del Trigon tricabat nelle Tricae del Triticum (frumentum o granum meretrix) prima di truncare (trinciare) e trincare (to drink) il sangue del Triticum (in spagnolo trigo). To drink deriva dai termini greci -ῥινός–κάλαμος e ῥινός-οἶνος, termini utilizzati congiuntamente per riferirsi al taglio ed al foro eseguito con ῥίς e κάλαμος onde far sgorgare l’οἶνος (vinum oenum) del ῥήν del Rene. L’agnello rehen (ῥήν) proveniva dal Reno d’Europa, come ἀρνός era tenuto in arnia ed inciso con l’arnese, tagliato e forato in modo tale da far uscire il - o ῥ-ημός, vale a dire l’οἶνος o vinum oenum. L’agnello era così ἔρημος, desolato. Il concetto di tarra equivale al concetto dell’italiano tara, l’elemento di scarto rispetto ad una sostanza che si ricava da un processo produttivo. Nell’antico Egitto la tara o tarra era il prodotto residuo della combustione ed è da ricollegare alle parole latine torrere, terrere (terra), torqueo, tortus e tortum, riconducibili al numero tres, tres, tria. Da arra e ara derivava il toponimo Carrhae della città turca, dove le legioni romane furono proditoriamente sconfitte dai Parti per il tradimento di Marcus Licinius Crassus, il triumviro di origine giudea. Il verbo composto ex-arare è strettamente collegato al verbo ex-halare (esalare cioè εἰς- ἅλᾰς). 74 Famoso è il detto “spaccare in tre il capello”, con il quale ci si riferisce alla precisione di una determinata operazione. Nel caso di specie il capello era la capella, voce latina che significa capretta. Per capella si intendeva sia la capretta che il capretto (he-she, s-hebride o bride dello Snake). 58 Il vocabolo greco ᾠδή, latino carmen, ha lo stesso etimo dei termini spagnoli oigo e oido, joder e odio (ŏdĭo, ŏdis, odii, ŏdīre), dei quali esprime sinteticamente il significato. La vittima eone o, in latino, euns entrava in auditorium. L’auditorio era così chiamato perché somigliante nella forma a due oidos o lobi auricolari ( I ) od orecchi, che in realtà rappresentavano le chele o pinze del carnefice. Questi era colui che fa a brandelli la carne nel padiglione auricolare. Il termine greco per orecchio è οὖς, ὠτός. Facendolo precedere da lup- esso diventa lupus, parola da interpretarsi unitamente ai termini spagnoli lobo e lobulo (βουλή) e all’altro termine greco πούς, ποδός, metonimia di bambino. Il Lupus (in fabula) era il bambino incastrato in gabbia coram populo e sbranato, cioè fatto a brani o brandelli dallo scissor. Nell’antico Egitto il Lupus (significava per la vittima ἔαρ finire tra le ears del lobster, cioè tra le pinze del granchio elettromagnetico (, dove, immobilizzata, subiva il trattamento οιδος o, parafrasando, il trattamento odio. Esso era basato sullo ἴον- (onda lamb-) ed azzannava l’ἰδέα (la testa) e l’εἶδος (il corpo) della vittima. 59 Era allegorizzato dal Lupo o Cane Odioso che con i suoi denti (ὀδόντες) rodeva le sue prede75. 75 L’etimo di ὀδούς, dente, è lo stesso di οδύνη e di odio, di ρόδον e rodere con preposizione di ρ. Si tratta di un ideogramma composto dal numero δύο (dvo) e dalla lettera omicron. Il è uno dei δύο ὀδόντες inferiori del Cane-Serpente, mentre le due o (micron) sono le gònadi o la vagina della vittima. I due denti superiori del Serpente VV si ottengono capovolgendo le due di ὀδούς(δύο). A tal fine occorre leggere al contrario OOY ottenendosi YO(ς morfema dove la Y è la lingua bifida dell’ideogramma dell’Onda-Serpente DD Il Serpente di Ter(ra) è, al tempo stesso, e VV mentre il Serpente d’Acu(a) è ὕ(ρος) o ὕδωρ, e ὕVV(ος), cioè ύβος, gobba Ne consegue “Jedda Jew Yuda e Yudo dal Monte Yda, Jedda Y-δωρ nell’Y-door”. Yda o Vda, parlando in termini di crittografia cartografica, è Udine. La città sorge nella estesa regione frjuliana di Aquileia (frigens-I-uliana), che anticamente abbracciava anche l’Istria e l’A-istria, cioè l’Austria: terre degli Ulema o Jul(em)os o Iulii. Aquileia (Osterreich) era il Nidus dell’Aquila, cioè la vagina della Donna Europea, attraversata dalle Eagles degli Angles. Le Eagles erano gli aves rapaces dell’Aquila (l’Aquila sulla carta geografica è il Medioriente e l’Africa con il fallo priapeo), gli aves del acus (ancus, ank e anx-ur). Provenivano dalle Lande a piè del Monte o a piè della Monta (Piemonte o Pia Monta), diretti alle Langhe (dal piè d’Italia al Piemonte, alla Languedoc alla Land, L hand ed Hall Land) e alle High Lands d’Europa per prendere e trasportare schiavi all’Anguis, il Serpente, dimorante nelle terre dove si languiva e si produceva il languore (licor, liqueur). Il toponimo Udine può essere letto come Nudina e Oudin, dal greco οὐδέν (οὐδείς, οὐδεμία), che significa nessuno, in latino nemo. Nella mitologia norrena, cioè nella mitologia della regione del Reno Norizzato o Noricum (fr. noir da cui il termine nor e north), Udine è Odino, il Nessuno Bianco che va alla inamo, cioè “in amor a Medina”. È qui che giungeva la vittima per essere legata, Nuda, al Nodo o Marra dei Marranos. Erano costoro i Marrones, i Noirs (Nigri et Aegri) dell’Amarra, The Blacks of the People, cioè i bracconieri del Pips (ΡΙΨ) People (populus, plebs, populici o πολλοί), destinati alla Barrack of the Lick o Barrack of The Blood Leak. Il Lick consisteva nel ligare con il laqueus la vittima e costringerla a leccare, lingare (linguare) o lambire, ma nel senso deteriore di cacciare la lingua e alluccare per effetto del lam-bir, cioè della lama e della pyra (lux o piercing πῦρ). Il Blood era il Broad cioè il Vasto o Lato Egitto con la sua Africa, l’Inferno del Bite, cioè l’Inferno del Little White, divorato nell’Hood o VVDD (WooDoo o Uve Dos). Il Lood era il Land-Lord del Lard (Hard), cioè il Dominus del Lamb-Ade, Lamb-Hard o Lambda. Il Lamb era il Lombardo, Longobardo o Longbeard, cioè il Lamb, l’Agnello, disteso nudo (bare) di fronte all’Orso (Bear) per essere seviziato e arso lentamente (Hard o Arson). L’Orso, nel senso di Orco, conosceva perfettamente The Art of the Arson (ars, arsio e catarsi tragica). Il Lamb, il Lombardo dei Lombi d’Europa, era la vittima preferita nel T-Amplius, il Templio, l’Amplum Latium o Campus Latus, dove la stessa veniva “ampliata”. L’Ampliatio era amputare, tagliare ed aprire o camar (quemar) la vittima. La “camputatio”, per così dire, si svolgeva nel Main Kampf dei Kamiti, cioè in Egitto. Kamp-Ala era invece uno dei tanti Campi africani secondari gestiti dalla U-Gang dell’U-Ganglio, composta da Hu-Gun o Hunnan-Khan ed Afri-Khan. Gli Y o Hu-G-Angli erano gli Ivy-Angels o Ewe-Angels in God-Angle (G-Anglio), in Y-Get o Ivy-Get, cioè nel Ghetto del Tsade צ, personificati da AdanEva coperta da una foglia di hygo per nascondere la vergogna dell’amputatio. La stessa parola Lamb, se letta come Lamp, è un crittogramma che significaamputatio eampliatio. Udine, Uda, Yda, significava Idem, in greco Isos o ὕδωρ in Ixos. Lo ὕδωρ o Y Δωριεῖς (Doro) era preda dei Popoli-Serf (Servi delle Serpi), che navigavano per l’Europa in cerca di schiavi da deportare a partir de l’Hacha hacia Aisha o hacia Asia (la hacha era non solo JB cioè la Gran Bretagna, a forma di ascia, simboleggiata dalla J, ma anche la Scandinavia, terra del làscito, simboleggiata dalla B, da dove si arrivava ineluttabilmente all’ash (Gran Pedra de la Prieta et Agna). L’Asia era la Tia Perra o Tia Pirica. La parola Asia deriva da αἰτία, causa, a sua volta derivante dal verbo καίω, da cui καῦσος e caseus, nonché il verbo latino casso, cassas, cassavi, cassatum, cassāre e lo spagnolo aseo. Nella mitologia greca l’Asia è ῾Ησιόνη, figlia di Laomedonte, re di Troia, ma Esione è lo stesso schiavo bianco ζυθος εἰς τὴν ζωήν ἰών. 60 Tale trattamento trasformava la carne in sarx, che alla fine si scioglieva (fr. o-dous), lasciando solo lo scheletro. Ciò che rimaneva poteva essere paragonato ad una lisca di pesce. In quanto pesce la vittima era il Pesce Nether (nihil) o Pesce del Nilo (nihil) o, anche, il Pesce Tulipano, impanato, dorato, fritto e divorato dal congegno sufista (lobster pot o fryer). Il simbolo del Pesce Pes (pedis) cioè del Pesce Bambino, deportato nella Όλος Land (Holland), era la lettera greca Y, perché il grafema rappresenta un pesce con la bocca aperta. Tale lettera rappresenta anche la lingua biforcuta del Serpente. n lard laers ars hertz Y on Ιóνιo Tulip o Pesce Ιωνικός IOVIS YAVE YAWE ni kni knit museruola, mordacchia, muzzle del mus, del muezzin, del chin, del κύων knot Nell’Auditorium o -home presso il Monte Ἴδη76 (Καινα) il δῆμος era radunato per vedere ed ascoltare (εἰδεῖν e ὁρᾶν) la cerimonia del Serpente Cobra che giustiziava l’odioso idolo ariano (εἴδωλον, εἶδος o ἰδέα). La Cina, il Cane, era l’Asia ed era il Laos o Laomedonte, cioè il Cane-Serpente odontes o lame di flama ed era To Rein (Torino) 76 Il Monte Ida o Monte Idea era la Piramide Solare IDA o IDEA Era il Monte Ισος o Ixos, Isis (IVIV), il Monte Idem, il Monte I- δῆμος e I-dèmoni, il Monte del Madi con la Madia per il μάσσω (ammassamento) ed il μάττω (ammazzamento), il Monte Metis per il Meteo (item, emit o emidio). Come Monte Ixos o Monte Ichthus era il luogo dell’hic ictus et hiatus, cioè dello σχιαζω (schiatto) e iactus del cattus. Il cattus era lo schiavo o il prigioniero sottoposto al “rigatto” del cattus o del jactus, lasciato infine jactatus o hiatus. Di qui l’inglese cat e l’avverbio thus, che preceduto dall’avverbio di luogo hic diventa pic-thus (Pictus) e pic-thhusband, cioè Band dei Picts e del Pic THN(sion), i nomi biblici Gath o Goliath. Il “rigatto” del Big Pig era il rigare (irrigare) con πῦρ (in codice Lu Purk o Lupus), il pic o pike pirico (p-low, pic low elettromagnetic waves o p-hike, pic high electromagnetic waves). I Greci usavano il verbo ῥήγνυμι (ριγος), i Romani il verbo frigo, corrispondente all’italiano friggere, spagnolo freir, inglese to fry (vedi anche to fright e to frighten, chantaje, scent, smell, perfume). 61 Durante l’accanimento del sacrificio (καίνειν) la vittima rimaneva cum ore aperta (χαίνειν) e per questo motivo era paragonata ad un pesce che boccheggia (hiatus). La τραγῳδία era per i Romani il carmen, il canto del [nord]man ucciso nel carro (carrus o currus) o Ίκαρος. Per gli Egiziani e gli Africani, ma anche per i Cinesi dell’Altro Egitto, il [nord]man era l’hu-manus dell’ignominia, come tale destinato alla morte in igne minervalis mediante corrente elettromagnetica77. Egli veniva giustiziato ferro et igne nell’Ade delle Minae del Vallum. L’Ade era l’Athen dell’A–Ten (AX) ed era l’Aton dell’A-θεόν78, cioè l’A-Tonnel o Minareto, e l’A-Tron o Astrale. Il carrus o currus era il sistema che, grazie al ῥεῖν, produceva la corrente elettromagnetica a tal fine necessaria. I Greci chiamarono l’energia distruttiva ἁλς e i Sacerdotes Salii della Roma arcaica la cantarono nel Carmen Saliare. La tunica della cerimonia orgiastica tunisina era chiamata dai Romani anche laticlavius, nome che ricordava la Clavis del Latium cioè la Chiave d’Egitto. L’Egitto, infatti, era stato Latium e Tunisia al tempo stesso. La zona caucasica dove l’orgia era ampiamente praticata, a ridosso del Mar Caspio (Mare del Caspis o del Cuspis) fu ribattezzata Georgia, ma per Georgia si intendeva una regione molto più vasta di quella odierna e, come già visto in più di un’occasione, si intendeva in definitiva la Georgia per eccellenza, cioè l’Egitto, antica sede della Gorgonia. Dato che il plurale di goose è geese, il termine latino jesus può essere interpretato anche come grande strage di oche con grande gozo o gusto per il “blood gush”, che era oggetto di “juice, jews o jugo” degli astanti ebbri o ebrei (vedi ùgola, sugo, u-ghetto e ghetto e L’Ebreo di Malta di Marlowe Christopher, 1564-1593). Il toponimo Gaza deriva dall’arabo gauze, a sua volta derivante da Gizeh, ed ha il medesimo significato. Nell’Europa romana erano famosi per lo hiatus, jactus o cattus i Catti e i Catti-Alani o Catalauni, di origine hattusa (i Romani li consideravano popoli del răpĕre, del raptus, del rapax ma, soprattutto, dell’Hat Heat o Hate Eat People, cioè attalidi al servizio di Gath, Gad, God o Dog). 77 L’Hu-man-us era l’Y-man (Imam), l’Ymene, l’omen minus et mansus in mina (minareto). Il carmen era il suo grido di dolore ed il suo lamento. I carmina erano le grida degli homines (omina) minores (mina) et mansi (manentes in mina), cioè dei piccoli omini bloccati sotto i minareti. Per il Musulmano, l’uomo del mus-ullus-humanus, in principio coincidente con l’Evangelista, gli ignominiosi imeni bianchi erano i cori angelici o cori delle voci bianche che rendevano beato l’Eden (E-dome di A-Dan). Lo stesso sentimento di odio provava l’Uomo Hu dello Hunnan (Cina). 78 Alìph o Aleph θεόν cioè il Pharao (Φαραώ) o Faro di Alì. È il participio presente neutro di θέω, corro (come la luce divina o come il fulmine). 62 Il verbo latino calare è connesso al calo (to call) dei comitia calata e alle calendae per la sacrorum detestatio, cioè per l’esecrazione dei Santi (la concio, concionis era per la vendicare la concia, conca o conga). Il verbo greco che corrisponde a calo è καθίημι ed è connesso ai verbi latini casso, cassas, cassavi, cassatum, cassāre, annullare, distruggere e cædo, cædis, cecidi, cæsum, cædĕre, uccido, faccio strage, nonché al verbo italiano cacciare e a quello spagnolo cazar (cacciato e cazado). Il verbo καθίημι, composto da κατὰ e ίημι, significa “sub mitto ab hieme oenum o vinum”, cioè calo dall’Europa i mures o [a]mores secondo l’antico mos maiorum (risalente a Mosè). L’Europa del Nord per i Romani è Hiems, ma non nel semplice significato di estensione territoriale fredda e gelida, bensì nel senso di zona inver-infer per la caccia degli emys (e-mus, e-mures) da portare all’Inferno79 (mittere alle Mura del Radium o alle Le Mura del Mys-raim o Mus-raym). 79 Nella Bibbia si parla di Enosh o Enoch, nomi che hanno lo stesso etimo di Oenus, così come il nome latino Ennius, l’irlandese-gaelico Enya, variante di Aenya, Ennya, Ena e Anya. Oenotriă era la Terra del Vinum, cioè dell’Oinos dell’Ovino, anche nel senso di Ayn Oios (figlio e uova, genitali). Dall’aggettivo oenus, oena, oenum si deduce che oenus deriva dal numerale latino unus, una, unum e da quello greco eis, mia, en e che ayn equivale al tedesco ein. La Terra del Vino numero Uno, cioè la Fonte principale delle stragi sanguinarie degli schiavi catturati in Europa, era l’Egitto, che era AYN e KAYN, Αἰνείας ed Aeneas. L’Egitto era Arnia delle Cainas, cioè Kraina o Ucraina (τα αρνιά). L’Arno era il Nilo, il fiume, ma anche il Nihil, ciò che rimaneva degli schiavi. Da ἀρνίον o αρνος deriva agno (agnus) e ano (anus). Per usare alcuni toponimi si potrebbe dire che l’Egitto era Agnone (IS), Fontavignone (AQ), Avignon (Francia) etc. L’arnia delle cainas, cioè delle galline, era anche un ovile ed un covile di ovini, perché nel ricovero gli schiavi si riproducevano (covile, cova e cueva). I vari nomi di animali utilizzati metaforicamente, galline e generi avicoli, ovini, suini, bovini sono classificazioni degli schiavi adottate in relazione alla loro provenienza, alle loro caratteristiche e al tipo di esecuzione praticatagli. In linea di massima i condannati a morte erano agni, cioè agnelli destinati a diventare riñon o ῥήν o ῥημός, una sostanza disciolta color dell’arena o dell’orina dei reni (agnoni). In quanto destinati alla morte Ares o Eros gli schiavi erano rehenes (ostaggi). Essendo riñones erano anche rognosi, cioè tenuti in condizioni di vita disumane, oggetto di riña, cioè sottoposti all’aringa o arengo, come nelle arenae romane, ma anche all’oignon, cioè alla cipolla o bulbo rosso (spagnolo cebolla e latino caepa). La cipolla, intesa come bulbo di lampadina, era il faro o falò (pharaoh) della vittima immobilizzata, con l’utilizzo dei ceppi, del cippo o cuneo, della kippa, dell’ἵππος o cama dei Camiti. Le galline, in spagnolo cainas, spesso erano vittime destinate al cayn (caino), cioè allo scanno, come tali erano starne in arnia, in attesa dell’arno, cioè dell’arnese che le avrebbe uccise. La starna, termine con cui si designa oggi un volatile galliforme, era per i criptoebrei l’arnia della Star dove si era costretti a stare, dove si starnazzava nello stazzo in attesa di essere starnati (cioè di essere resi st-ares, stars e staren, ren, cioè di essere estrenados). I Romani chiamarono gli schiavi deportati dall’Europa in Egitto capreoli, cioè caprioli, piccole capre. Il latino capra deriva dai sostantivi capra, capra, e caper, capro, ma caper è parola composta da k e aper, apri, maiale selvatico (nella lingua inglese aper è diventato ape, scimmia, e in quella italiana ape), termini comunque legati al verbo aperior, aperiris, apertus sum, aperiri (aprire). Gli Egizi all’arrivo dei caprioli (ἀρνός) facevano capriole, salti e canti di gioia, come si desume dal verbo αρνευω, o, detto altrimenti, iniziavano a vitulari per l’arrivo dei vituli (vitelli). Caprioli e vitelli, al contrario, facevano i capricci di fronte alla prospettiva dell’ἀρνέομαι e della morte raccapricciante che li attendeva (per capra ed arnese). L’arrivo degli schiavi era accolto dal Cà[p]rolus Magnus per il macello ed arrosto che ne sarebbe seguito. Era la μακάρια (gioia) per la Caro Magna o μέγας μακαιρα (ματαιρα, μακελλη e μακελλον), che prevedeva anche la κάρα μακαιρα (cabriolet, in ebraico Gavri'el o Gaḇrîʼēl). Il verbo αρνευω significa rallegrarsi per l’imminente uso dell’arnese sull’ ἀρνός, αρνιον, agnello o capriolo. 63 La parola latina hiems, hiemis, inverno, è un crittogramma che, in realtà, designava l’Inferno egizio. Era la Gemma, il luogo dove si gemeva (gemo gĕmis, gemui, gemitum, gĕmĕre) o “si gioiva” nella Joya o Jew-El. Era il luogo del Game, del Camel, del Carmelo (Gamla o Gamala). Hiems significava anche αἶμα, sangue, da cui deriva il prefisso emo- ed eno- Il sostantivo ἀρνός nacque come genitivo di αρην, agnello, e fu abbreviato in ῥήν, ῥημός, parola che designava la trasformazione dell’agnello in rene, cioè in urina o urea o, più precisamente, in ουρον (residuo dell’ura dopo la cura). Da tale circostanza è derivata la parola spagnola rehen, che significò in origine ostaggio eno destinato al ῥήν o ῥημός. Il cannibalismo, che oggi è sinonimo di uccisione, smembramento e sbranamento di carne umana, significava in Egitto sottoporre i prigionieri alla KEN BAAL: morte ionica o alchemica con applicazione dell’elettromagnetismo ionizzante e della chimica (Magnesia). Era la vera e propria capra cioè la ca’ piro (cassa πῦρ) rispetto alla capra meccanica (aprum aperiri) e all’incaprettamento per auto-strangolamento. Una variante attenuata della morte ionica era il cannibalismo sadico con utilizzo di canne appuntite e arnesi taglienti per seviziare i genitali delle vittime (cannae et balae). Il KEN BAAL era la cipolla elettrica, la bomba o bombilla, detta anche κύων o cuneus a causa dell’utilizzo dell’energia elettromagnetica, paragonata a denti aguzzi di cane (zanne) Vedi a tal proposito l’etimologia di bomba su www.etimo.it, l’italiano burbanza e lo spagnolo burbuja, derivanti da πῦρ, Bubastis (arabo Tell Basta), Bombay e Abuja (Nigeria). Della morte per bomba o bombilla è conservata memoria figurativa e crittografica nel gaelico bagpipe, cornamusa o cornamuse, nome composto da corns, cor, ὀρνις, camuso, mus, murus. I corns sono i meal flakes, il fiacco miglio (flaccus milium). 64 αἶμα, αἶματος, τὸ αἶμα Heimat ema Emmaus A μία main man emain her/man sher/man ammaina I (he) ISIS mama mana amal alma yellow somer ramo σῶμα (SR=SP) sheep ship piscis p-es p-esc-a pescia scia sky s-kay hips maniaci r [ro]mana [ro]mane mani akkos p-eis ama gamal gamla alam mala p-esc-ade yelma melma Malmoe Mali Χημι Galli jail Gao o Goa summer remo, ren ramnes amo emo oenos Oenotria humor οἶνος Venus Afrodite vinum vena a mos a mor camos emo = eritros mos amo-s rito emo a moses a mores r-emos Eritrea omen rid ere omne-nemo romolo=r-emulo= remos emulo Kam camos camousa camor cama re ir pidere padus pato πάθος Kem Χημι Kim kimica Kom como Kum coma max ro δρόμος MA AT matina R auro MA AU R R MA SE set R MA NO not La parola hibernia, -ae era l’antico nome dell’Eire o dell’Ira(khemi), ma più in generale del Nord Europa. Significava Ire ad Iram e Ire ad Aream del Cyber o Tyber, cioè al Cyborg[o]. I prigionieri erano cybernauti deportati in cam-bus-a (cuba), destinati a diventare cibi, nel senso di chivos o cabiri, oppure cibus, nel senso di alimento, nella Cyba o Cuba (cumbre/cambra/camba, campa o gamba). Tiber era il tubo, T-iberia la rete di tubi e tubercoli, Tebe era la tabula o stalla della estrela, cioè l’insieme di stabili in superficie e nel sottosuolo necessari a “estrenar, estrellar y estallar”. Tebe era detta anche Kafarnao, in latino Capernaum, la nave e il tempio per l’αρην, αρνος o αρνιον, con il forno o fornace (farnace) del Kaifar, Kafar, Kafro o Caper, utilizzato per produrre farro (pharaoh) e farina (φώς-αρην). Era questa la vera ibernazione (cybernazione, tybernazione o tabernazione). Il nome Cassius e i nomi Caesar, Cazar, Kaiser, Kzar, Kazero (Kazakistan), Azero (Azeirbajan), Kazak, Kassel etc. hanno l’etimologia in comune con il verbo latino casso80. 80 Casso, cassas, cassavi, cassatum, cassāre è verbo che rientra nella medesima area etimologica di capio e capto (capso, capzo, captizo), che principia da καθίημι, κατεῖναι o καθεῖναι e vocaboli derivati. 65 Il verbo latino venor, venarsi, venatus sum, venare è ugualmente attinente al contesto di caccia, perchè la vena è il vasus dell’oenus o vinum. Per Bacco e le Baccanti il venatus, nel senso di (sangue) svenato, era voenus, boenus, bueno cioè bonus. Il bueno è il buey-eno (oenus), cioè il sangue del bovis (i boves sono i Galli Boi o Boys). Tuttavia, sia caedo che casso, come d’altra parte i verbi concernenti la Caccia di esseri umani, vanno ricondotti alla Casa Zero o Casa del Caseus dell’Impero Egizio. KAS CAS OAS SOA SHOA KAZ CAZ spider spiedo L’avverbio di luogo giù (jew) designa anche le viscere in cui finiva il visco, cioè il viscido yellowish (wisconsin), prodotto con i pisces, cioè con gli ιχθυς o ιξυς (PHS). I Pesci Denari erano esatti dal Fiscus, voce latina derivante da fiskos, fisher, fish, piscis (piss). In spagnolo viscere si dice entrañas, parola che deriva da intrare anas, agnus, anus e indica l’entrata nel recinto sacro per i sacrifici dell’agnus o dell’anas, spregiativamente definiti anus. La corrispondente parola latina exta, coniata per indicare l’estrazione delle viscere della vittima, deriva da extra, allo stesso modo di aestus, estate, ed aestuarium. L’estate egizia è nella crittografia inglese The Summer, cioè Sumeria intesa come Summa, cioè somma di mattoni o Piramide, come S-Umma e S-Unna. Per la stretta analogia con l’Egitto fu chiamata Sumer anche la Terra dei Sumeri in Iraq. In realtà la Terra di Sumer irachena comprendeva tutta la Terra dell’Ira (Arabia, Iraq e Iran) ed i suoi abitanti erano complessivamente gli Ira Khemi o Ircani o Arcani, Facevano capo a Χημι, l’ineffabile Egitto, ed erano chiamati anche Copti, cioè captores dei captivi da portare in Αιγυπτος Caedo, caedis, caecidi, caesum, caedere significa cedere e cadere, come conseguenza dell’uccidere (occidere). Il Cattus, cioè il Gatto, Gato o Cat è il Capto, cioè il cappio per il capo, l’accalappiacani e i Catti, i Gath o i G[oli]ath sono i popoli che si dedicavano alla caccia al topo (mus, muris, mouse, mice, mos, moses, mores o amores). Il termine mentecatto che significa persona pazza, stolida nacque come aggettivazione delle popolazioni con la mente del gatto, cioè con la mente cattiva, capziosa e captiva, cioè per indole proclivi all’aggressione e cattura dei deboli. Il cad, caddie o cadetto era il Cadetto di Guascogna, cioè un mercante di schiavi guàscone o vasco che con gli schiavi “en cadenas” “cadeva giù” dall’Hibernia fino ad Ascona–Locarno, il locus del carnaio, dagli inglesi chiamato Pit Cairn e dagli ebrei Ascalona o Ashkelon, coincidente con l’Egitto, ἀσκός del Jew (giù) o del Jewel (Ipernia-Ipponia o Infernia). Jew significa giù e da Jewel derivano Julius e Ilius (Ileo), l’espressione idiomatica oche giùlive, che significa oche di Liverpool (o-live-r-pool) e Rock of Manchester, cioè dei Men Chased, Castrated e Casted (casta o paria). 66 L’Egitto era: - Mysraim, cioè il Ra Mus o Ra Mos, il mys Rais mysRa El. - Μεμφις, Menfi o Melfi, cioè il melma φύσις o melma fossa, il luogo dei men fissi, dei melliflui, dei men frisoni, cioè freefried sons81. 81 Finivano nella Vallonia e nel Transvaal, cioè nelle Fiandre o terre fiamminghe, dove li aspettavano gli Hermanos Flamencos o Black Friars o Freres Noir (Dominicains), per essere fritos (freir), fried (to fry), fritti (friggere). I Fratres erano organizzati in Conventum governato da un Pater e Conventicula Minores (Fratres Minores). Convento e conventicole erano chiamati dagli ebrei Monasteri e i loro Padri erano detti Abbati, in inglese Abbots, governatori dell’Abbey, comunità di uomini Bey finalizzata al to buy (Dubai) e al blood bath (Abbate deriva da Abbas, abbatis, in aramaico Abba, in greco Battista) Nella Roma arcaica i Quirites, memori di essere stati victimae curatae (quiritae cioè queridas) dei Curetes del Cor (χώρα), si erano organizzati, al pari dei cristiani e musulmani, in Collegia Fratrorum (Flamines, Arvales, Diales, Fetiales etc.). Questi nacquero come collegia speculari ed opposti al convento cristiano e a quello musulmano afro-arabo, per cui bisogna fare attenzione a non incorrere nell’errore di accomunare conventi romani e conventi cristiani o musulmani. Tuttavia, i nordmen, succubi dell’inimicizia e della diuturna persecuzione perpetrata da tutte le popolazioni africane, arabe e mediterranee, provavano verso greci e romani lo stesso odio nutrito per gli antichi Egizi ed i loro epigoni. I Fratres del Conventum si consideravano un unico Corpus, perché il Pater-Father è la stessa persona nel FraterFrather: il Frather è lo stesso Fhater, cioè colui che fa, genera (Poenus). Frater deriva da fractus, mentre filius deriva dal greco philos, il filo ombelicale che permane idealmente tra madre, padre e figlio nell’idem sentire. Se il filius è factus e fractus dalla fattrice, egli è anche la stessa persona del frater del father, perché tutti discendenti dallo stesso brote (βροτός) e, come tali, tutti e tre brothers nel breath tern (Brethern o Fr. ). Essere Frater nel Conventum dei Quirites significava Fretus e, in campo militare, Ligo o Legio Fretensis (cioè legame fetale, fretale o fretalis). Frater e fretus appartengono alla stessa classe semantica di factum, fractum, friatum, fresum, friabilis, fragilis, fragilis (ma tutti essi vanno riportati, con i verbi friggere, freir e to fry, a Φοιβος o Φόβος Απόλλων, il Tiranno del Φ-λύoφῶς sui i Galli definiti οἱ πολλοι (la moltitudine) e οἱ/αἱ βόες (the cowboys, boers, bavars di Bacco). Erano flebiles victimae di Febo Apollo nella fraga, fresa, frezza, flasco, flash/flesh φοινίκιος. L’origine più prossima del termine frater è, comunque, dal verbo frĭo, frĭas, friavi, friatum, friare (friar). Siffatta terminologia i Romani usavano per riferirsi ad un passato remoto in cui erano stati facili prede dei musulmani e dei mercanti ebrei, categoria di ebrei da non confondersi con gli ebrei ariani ed europei, vittime eterne dell’ebbrezza sanguinaria afro-araba. Gli ebrei, mercanti o mercenari di schiavi, dal canto loro si erano organizzati nel Conventum dei Benedetti e nelle Conventicula dei Benedettini: un’espressione della plurisecolare unione ebraica fu l’anacoretismo ed eremitismo copto-egizio, siro ed armeno. Il Convento dei Benedetti rappresentava il popolo ebreo benedetto dal Faraone in principio e dai suoi innumerevoli emuli in seguito. I friedmen nordeuropei (fried) si organizzarono, a loro volta, in Confrerie o Brotherhood per passare dallo stato di friedmen a quello di freedmen. Frere significava Fr. Eire, intendendosi per Eire il Nord Europa, dall’Irlanda alla grande Germania estone. Questa landa sconfinata era stata per i cacciatori Khan e Afri-Khan la Terra dei S-he men (scemi, osceni e shameful) o S-he males, cioè degli uomini destinati all’evirazione delle mele (latino malum, mali) e del melo (malus, mali), secondo il rito Pomo o ρώμη (Rome, Roma o Amor). I G-hermanos bianchi schiavizzati venivano trasformati in s-he-r-men con il phi-male (female), cioè con Amore dai ro-manes, che, nel periodo pre-romano erano uomini Manes o Manes del Sinai (Senna o Siene) e non Romani (questi ultimi erano ostilissimi ai musulmani, soprattutto se nordafricani). I Germani furono in Africa per lunghissimo tempo Cazzi, cioè schiavi capti o schiavi capzi, addetti al Negro e alla sua Capsa, Casa o Casba (la parola dell’italiano volgare cazzo significa cacciato e capto/capso/capzo, chased and catched). Il racconto biblico di Adamo ed Eva e la cacciata dall’Eden (Aden o Parà-Isa) è un’allegoria della liberazione dalla schiavitù africana. Gli schiavi Jew (giù), Eve e Donne di Adamo (δαμος o dominus), invece di continuare a mangiare le “mele del peccato”, riuscirono a mangiare i Globi della Scienza Pώμη, esclusivo appannaggio dell’Oromo, cioè del Moro o Moreno africano, e così a liberarsi. 67 Nella lingua latina ego sum significa ἔχω σῶμα o summa (Sumer, Samaria) cioè rego Sumer. La parola latina juvenis (contratta in Juno, junonis da junior e juvenonis) trae origine dalla stringa jw ben is, un crittogramma per riferirsi all’impiego dell’energia elettromagnetica jvv o yvv (crittogramma inglese ivy). È plausibile la decrittazione di juvenis in jus poena iovis con passaggio di jw in jus. Nella lingua greca jw diventò ιός, ben passò ad essere πᾶν e is diventò iovis (Iovis mette il pen in Thera cioè conjungit Thera a Giu Pater (Pietra). [T]Hera è Ven Hera, Pen Tera, Pan Tera o Afro dite. Pan è il Dio del lupanare e della festa lupercale82, nella cultura italica è il lupo panaro o mannaro (mannaia). L’ebraico Yuda può essere reso in inglese come: <<You Day, You Dye in -Eye>>, in latino come:<<jus dies, judaeus, iuvenca, iŭ[s] vĕn ix>>. Ewe nell’antica crittografia anglosassone era un’abbreviazione di: - Ewilish: I wish chew ewe - Dewilish: I wish dew ewe Presso gli antichi Egizi chew significava cave, nell’accezione araba di Kaba, in quella greca di Ἑκάβη, in quella spagnola di Cuba e dew significava devil (da dev o dew deriva il verbo latino dēbĕo, dēbes, debui, debitum, dēbēre). La Kaba o Cabia era rimasta famosa nel detto latino “cave canem”, attenzione al cane. Il Cane in Egitto era il Faraone, i Cani il suo clero e le sue fauci erano la gabbia, kabia o kaba per la makkah o mecca. L’ἑκατόμβη (ecatombe), secondo la tradizione, era un sacrifcio di ἑκατόν, cento, βοῦς, buoi (Galli Boi o Boys). In realtà, il significato originario di ecatombe era quello di 6.000.000 di vittime, perché la parola è composta da ἕξ (sex) e aton (zero), cioè 6 con sei zeri. Se l’ecatombe egizia era pari a 6.000.000, la Gigatombe era pari a 6.000.000.000 di vittime, poiché giga è 1 miliardo va moltiplicato per ἕξ (sex) In Africa alcuni popoli delle regioni nigeriane, memori dell’antica e diuturna usanza africana, al tempo dei Faraoni, si sono definiti [Y]oromo e Yoruba, nomi che significano: <<Yo moreno robo al rubio>>, <<Io rab, io arabo rapino i rubios>>, <<I rab, I arab rape the rabbits>> Il rubio, che in spagnolo significa biondo, è il bianco e il verbo latino rapio significa rapino, faccio rapes, saccheggi e violenze. Il rubio sotto il dominio africano era reso schiavo e fatto rubius, rubus, rubrus, rufus, rubino (arrostito) e niger (abbrustolito): i colori giallo, rosso e nero sono i colori delle bandiere della Germania e del Belgio. A parte ciò, Yoruba nella crittografia africana significa che all’origine dell’Impero dei Faraoni ci fu un Robo, un Furto di Scienza, probabilmente dalla Cina: <<Io rubai i segreti della divina ρώμη o divina Potenza>>. È giocoforza presumere, anche in virtù dell’odierna toponomastica e dell’onomastica del continente africano, che l’intera Africa nutra tuttora nostalgia per il Grande Egitto o Grande Terra Nera (Kemi), padrona del Mondo. 82 Nella lingua anglosassone da pan sono derivati pen, pin e pain, nonché panic. 68 Giga è il numero di Giza e deriva dal greco gigante Come numero dell’Aquila o Folgore devastatrice di Zeus fu chiamato Egida, cioè E-giga La svastica è la De-Vastica, Svastica delle Piramidi o Devastazione per mezzo delle Piramidi. Il termine, infatti, condivide l’etimo con devastare e to wast, waist, west. Waist è il raggio modulabile del Vas/Vis di Pandora Πανδώρα (πᾶς e δωρέω)83, una metafora della Svastica N coincidente con il Vas/Vis di Visnu (shivastica N). West era la Vasta Devastatio voluta dalla Bestia, Beast o Best (nell’antica Roma le Vestales erano le custodi, vergini impenetrabili”, del segreto della Bestia e dell’ovov est). Un altro nome di ecatombe è Eccidio (e-caedes oppure akko, acri, e-centum diu, sex centum centum V )84. Giga, cioè Giza, era per i Cinesi Gao, Dao o Tao: la piccola colonia portoghese di Goa in India fu così chiamata perché era il porto di approdo delle navi con gli schiavi destinati al Gao o Goa delle Piramidi cinesi (il gaol era il Jail del Gallo, la gola, l’àngola , Goha Doha Qàttara ). Gli ottusi buoi erano per gli antichi Egizi Dan e Don, per gli ebrei Adan e Adon, per i greci Δαναοί di Δανάη o Diana85, per i romani Denarii o Dinari. Le vittime erano sterminate a ciclo industriale grazie alla dinamo della Teca Tumba o Deca Tumba o, semplicemente, Ecate. Ἑκάτη deriva da ἑκατόν, 100, numero composto da deca, 10, e aton/aten, 0 83 Il verbo δωρέω significa donare, ma il suo significato va interpretato congiuntamente al significato del verbo italiano omòfono dorare. I Dori o Danai, infatti, venivano donati, erano “dona” e “adonai” per gli africani, gli arabi ed i cinesi, i quali provvedevano a dorarli, cioè ad arrostirli. Il verbo dorare significava al principio deaurare, da cui to devour, cioè divorare. La Potenza della Svastica era tale da consentire di dorare, cioè di divorare e devastare, enormi territori. Il famoso motto <<Timeo danaos et dona ferentes>> è una frase sarcastica che rettamente intesa significa <<Timeo danaos et doros furentes>> quando tentano di opporsi al δωρέω. 84 L’espressione del Vangelo “Ecce Homo” significa “Ecco l’uomo di Akko, ecco il neo Nazista di Nazareth”, quello che voleva ripetere, con l’aiuto dei Romani, l’ecatombe degli ebrei e dei galli. 85 Diana, Δανάη, era la Dea del Dies (died day) o dell’ἡμέρα (Dèmeter o Endometrio), era la Luna, Σελήνη, The Moon, cioè il Mono o Demonio del μελαίνειν (Milano). Il suo mito è un’allegoria del ciclo vita/morte per gli ebrei europei ai quali dava la caccia indefessamente. Gli ebrei Din/Don/Dan erano δαμος ἀδαμάντινος di Δαναός, erano adamàs o diamanti da stanare (dal tame, domus, δόμος, Thames per gli inglesi) e domare (δαμάζ), cioè damnare ad Insulam Lyrae o Ira Land (Eire o Ear) e quindi danneggiare o dañar. Nel dialetto dell’Abruzzo montano essi sono detti “campanari” o “fontecchiari”, perché venivano deportati alle Campane della Jingle Bells, cioè nella Jungla delle Piramidi dalla Fonte dei Chiari o Fonte Avignone (Avignon). Il Santo Dàmaso, Damasceno o di Damasco diceva all’ebreo <<δαμάσω>>: ti domerò, ti ammasserò e ti ammazzerò (to amaze and to amuse). Egli è il Santo Demesio cioè De Medio, nel mezzo, del racconto evangelico della Crocefissione di Yoshua ed è il SantoZombie nascosto a Rocca Demesio, oggi Rocca di Mezzo, provincia di L’Aquila. La sua immagine è quella della Sacra Sindone di Torino e del Volto Santo di Manoppello. 69 . Dato che aton è lo zero O ma anche il simbolo del tonnel o tunnel, l’ecatombe era anche il decatunnel o deca-tumba sotto le Piramidi che conduceva al catino (portoghese cadinho, arabo Khad e Chad). Era il luogo infernale del κατὰ cioè del cadere nel καθαρός del κακός, il luogo cioè dove finivano i κακοί άνθρωποι trasformati in nymphae, era la caeca tumba, Limbus od Olimpo8687. Un altro nome del catino era kaliph, cioè califfo, da k-ali- ἵππος, κατὰ- ἵππος, κατὰ-ὑπο. Nel racconto mitologico Echo, species eximia pulchritudo, invisa al Faraone africano, era stata resa νύμφη κακή nell’Ἑκάτη. 86 Nella toponomastica italiana l’atrocità del luogo è rimasta scolpita nei nomi Sinuessa e Mondragone, contrade campane anticamente abitate dai Cedici, come la zona dell’Abruzzo aquilano dove si trova l’Altopiano delle Rocche. Caedici erano i Brutii, così appellati per essere popolazioni particolarmente “irascibili ed arabe” e proclivi alla caedes. Tuttavia nella crittografia ebraica i Caedici erano gli stessi ebrei, vittime delle stragi e cedevoli. Il loro Locus Caedicius o Tumba Caedicia era stato l’Egitto (Rocca dei Caedici), sedes (ᾍδης) delle caedes cediche o sadiche. Le vittime degli africani erano considerati Chadiani del Chad, meritevoli di chador o chadar, cioè di essere arsi. Chador significa cedro, citrus ossia K Tre. Erano Ka Tar (καθαρός), cioè κακοί e tara, che bisognava k-atar e k–asar in kasa o kasba o kaba (gabbia). La Caeca Tumba era la Czech della Slavonia, dove si era Prague, cioè preyes dei rays (raìs) e dove la pray era inutile. Era anche la Zecca dove venivano inzaccati, ziccati, cioè siccati, e zincati gli zingari (tzigani o gitani). Essi erano tenuti in condizioni di vita precarie, cioè vivevano tra le zecche o cimici. Le zecche non erano semplice sinonimo di sporcizia, bensì, come cimici, sinonimo di veleni chimici per l’asfissia. Le zecche pidocchi, invece, sono una metafora degli occhi accecati (coins). 87 Ἑκάτη così come il nome Αικατερίνη deriva da καθαρός Ecate era il καθαρός, cioè il catino o canterano, e la vittima della purificatio finita disciolta in esso, ma per contrapposizione καθαρός assunse il significato di puro, candido, come nel caso di Santa Caterina d’Alessandria e della Chiesa Càtara. L’apertura era o ανοιξη e anointment era la sostanza viscida che vi percolava. L’apertura era chiamata anche ή εαρ, primavera. Nel calendario greco assunse il significato di apertura che precede il ver, veris, l’estate e nella lingua inglese apertura del senso dell’udito. Ma ανοιξη significava anche anus (ανοι) in case (ξη), mentre ear nella forma vear significava apertura del verris (verro o maiale) nell’alveare (arnia o madia). Ver e anus vennero fusi nell’unico vocabolo spagnolo verano (estate o sumer). Nel contesto sacrificale la primavera è lo sbocciare del fiore purpureo dall’anus o foro praticato sulla vittima, ma presso la progredita civiltà egizia il fiore purpureo o porpora era la vittima arrostita con il πῦρ. Da ανοιξη derivò Hanoi, nome attuale della capitale vietnamita, già Saigon (Thaigon), ma, millenni orsono, nome della Cina: to annoy significava persecuzione cinese e deportazione ad Hanoi, terra degli Hun (Hannan, Hunnan o Yunnan). Il vocabolo greco καθαρός si ritrova nell’armeno Gadar, che significa peak o summit, e in Gadarine (Gad). Anche il verbo inglese to cater deriva da καθίημι (calare, far scendere o discendere). The cater per gli anglosassoni era a buyer of provisions, un catour o acatour (Meddle English), acater (Norman French), cioè un “cacaturo”, uno del tour che portava alla ἡ κακά (Ecate) o anche un accattone. To cater corrisponde al Latino Volgare accaptare, al Latino ad captare, to chase, to catch. 70 La dinamo della Piramide, oltre a produrre energia elettromagnetica, anche ionizzante, era uno strumento capace di produrre l’effetto ECO-ROMBO e l’effetto TONITRUS o TRONUS. Infatti, il crittogramma ecatombe va interpretato come eco-tun[nel]-bas, eco-tron[us]-bas, eco-trombo. Teca Deka Ten Zen XI D ecaton effetto ECO TONITRUS D Khema tonnel tomba X ιος Ioseph camillo camel tunnel Ewe, l’Europa, era eva o ava nel senso di sclava (chava), slave del Serpente Cobra Egizio e Cinese (Drago o Dracul)88. Il popolo progenitore dei Romani fu il popolo di Ἀγχίσης, cioè il popolo stanziato ἀνὰ Ghizeh, nell’Asia Minore. Era così chiamato perché, come gli altri popoli del Mediterraneo, era sotto l’influsso della Città di Afrodite (Aφροδίτη), vale a dire la Città di Kafren o Città degli Afri. Afrodite significava φορέω, in latino fero, ad Aleppo, vale a dire in Egitto gli schiavi per praticargli il foro romano (Aleph o Alif). Il foro romano che, per i popoli dediti ai sacrifici umani, era un’esecuzione cruenta della vittima (fŏro, fŏras, foravi, foratum, fŏrāre), presso l’antico Egitto era qualcosa di più complesso. Era il Pharaoh (Pharo o Faraone), cioè il falò della vittima eseguito mediante la ρώμη o ρεῦμα, preceduto però da una cerimonia liturgica seviziatoria. Il popolo di Anchise intratteneva scambi commerciali, fondati sulla tratta schiavistica, con l’Egitto (l’Egitto era Giza o E-Giza, cioè Afrodite Egizia o Afro Dita). Il popolo romano fu detto popolo di Anchise perché, sull’esempio degli Egizi, era dedito ad ancidere cioè ad incidere le copiose vittime sacrificali che potevano essere catturate nel territorio europeo (capere copias). 88 Gli anglosassoni oggi direbbero: <<China and Africa wish Europe slave>> <<Why?>>, domanda in cui l’avverbio interrogativo Why corrisponde al Vav ebreo e al Cur romano. È il Cur, cioè il Perché, degli schiavi vittime delle waves elettromagnetiche (vav), giustiziate nella sella curulis (cur) o nell’altar auguralis (in greco βωμός). In spagnolo la domanda sarebbe stata formulata <<Por que silla del cura?>>, domanda in cui que equivale a cur. 71 Prima della guerra di Troia i proto-Romani servirono per lungo tempo l’Impero dei Faraoni, allo stesso modo dei Serbi e dei Bulgari, i primi così chiamati dai loro nemici settentrionali per il fatto di essere stati Servi delle Serpi, i Faraoni-Cobra, e dei Bulgari, i secondi così definiti per il fatto di essere stati “burglars” e “porcari” (borgari o burgari). Romani, Serbi, Balcani, Bulgari erano tra i popoli che rifornivano The Bag Dad89. I Serbi furono in origine mercanti di Suebi (Svevi), considerati Sues e Boves da portare alla Serpe (suovetaurilia). Suaves significava sura aves, cioè uccelli destinati alla Sura. La Sura o Syria era la S-uratio di prigionieri e schiavi. Si trattava di una uratio con energia radiante S o Ra[y] RA B Hertz Zeg Ovina Era caratterizzata dalla previa “cottura” delle uova, cioè delle gònadi, dello Slavus Gallus, come testimoniato dal toponimo Kòsovo, che, interpretato insieme ai toponimi Craina, Ucraina (caina grain) significa: <<Cossi le gònadi della galina od oca-gallina, trasformandole in bargigli>>90. 89 The Bag Dad era la Cina a forma di bag. In essa finivano i bugs dead, i buds dead, i bads dead passando per l ‘Islam Bad (Islamabad) La Cina era chiamata anche China perché somiglia ad una china, Kina perché somiglia alla testa di un cane, Sina, perché somiglia ad un grande seno (sinus o zinna). La china, il colle, più le lettere DAD dà il Drago con la Cresta La Cina era come l’Egitto, cioè Islam Bad ovverosia IS IS Lambda (LIS, LYS, Flor de Lys). I nomi Bulgaria, Balcani, Baku hanno la stessa etimologia di to bake, di to bulk o bult. 90 Per la Russia bianca era un’ossessione al punto che in odio ai Turchi furono usati i toponimi Ucraina e Kraina per contrassegnare i territori che erano stati sotto il loro dominio. Il Capo di Stato russo era il Kaizar Azero ed il suo servizio segreto era la Okhrana, in greco Οχράνα. I nemici della natio gallica dell’Europa dell’Est erano la natio de La Piel, cioè i popoli che pelavano e arrostivano con l’energia radiante (Bielorussia). Gli ebrei italiani durante il Medioevo italiano diedero il nome di Bargello o Bargiglione all’esecuzione spietata in argomento. 72 La crudeltà dell’uccisione è ricordata anche da altri toponimi slavi come Czech, Zagreb91, Brati(slava), Lubljana, Saray(evo), etc. Gli schiavi catturati (slavi) erano definiti καλοί καὶ ἀγαθοί, cioè buoni per il Calore del Gatto di Giza DDD I Suaves (Svevi) venivano prima furati (furo, fūras, furavi, furatum, fūrāre), tradotti al cospetto del Fur (focus rubrus o ruvus) e quindi [s]urati o securati, cioè posti senza scampo (secure, sure) alla sica o s-cura (forno). La sica era così definita anche perché gli schiavi erano essiccati (exsiccare e siccus), cioè erano macilenti e grami per le privazioni patite, le precarie condizioni igieniche in cui erano tenuti e le battiture subite. In arabo la zecca era la sekkah, un termine onnicomprensivo con il quale ci si riferiva ad un percorso di schiavizzazione, in italiano detto concia, culminante nella zecca vera e propria cioè nel conio o cuneo, consistente nell’incidere le vittime, per ciò stesso detti dinhar, denari. Durane la concia o conciatura gli schiavi, previamente zeccati, cioè marchiati, diventavano sick o sikh, condizione da cui è nato il nome della famosa setta islamica Sikh dedita al punjab, religione sadica somigliante alla Sura. 91 Czech e Zagreb hanno la radice etimologica comune zec/zic (ebraico zadek/zadik), condivisa anche da tzigano, uno dei nomi con i quali vengono designati i rom, anagrammato in gitano o variato in zingaro. La T che spesso si trova prima dei vocaboli slavi in principianti in S o Z è l’ideogramma della croce. Il roaming dei rom era la Egira, in arabo hijra, in spagnolo gira in E (Europa), prima ancora dell’età di Maometto (VII sec. d.C.). Durante la conquista araba della Spagna, della Sicilia e dell’Illiria la Gira E non era più la E Gira d’oro dell’epoca egizia e pre-romana, in quanto il percorso del giro risultava interrotto nel tratto di territorio dalla Francia all’Austria. I Romani erano riusciti ad eliminarla completamente, avendo conquistato la Spagna, l’Illirico, la Turchia, il Medioriente e il Nordafrica. Essi, divenuti difensori dell’Europa gallo-romana in seguito all’espansione territoriale dell’Impero, si erano sostituiti ai musulmani nella gestione del flusso schiavistico, invertendone la direzione, non più dall’Europa verso l’Islam, bensì dall’Islam verso Roma e l’Europa. Gli schiavi bianchi, che erano stati deportati sin dall’epoca dell’Impero Egizio in Africa, erano gli algeri, cioè gli àlgidi gàlati ed il Faraone era il loro Al Geri, cioè il loro Al Gerens. In greco egli era ὁ γέρων, il vegliardo dei gironi infernali che portavano alla sua dimora. L’Egitto era il Cairo, il καιρός del μάγειρος, cioè la Chair del Butcher, dove era maneggiata la χείρ, la mano del χρώς. La mano simboleggiava lo schiavo v-man o woman del Grande Oriente Islamico per il χρώς, cioè per la cross. Gli schiavi bianchi erano destinati a manere (μαινω) nel maniero, manor, mansio, magio o maso, ammassati come mansi mansueti in attesa della mattanza o massacro rituale (μασσω o ματτω). A parte il massacro rituale cruento, nell’Egitto Solare il mansues del Gran Turco o Grano Saraceno era soggetto a diventare al termine del processo di trattamento con l’energia Gamma (Umma) μάζα, cioè massa informe e quindi liquido je[llo]wish, mais in siam (il siam erano i bacini di acque limacciose, τα κακα, collegati al Nilo per il deflusso). Tale schiavo era detto anche Y-men, I-mene, A-men o A-mon, in arabo Iman o Imam. Il luogo di concentramento dell’Y-men era chiamato Amoenia, da cui Armenia. Era l’Ara per i Manes o Mansuetos, era l’ara dove il Pastor teneva gli armenta pecorum (air o eiremen pecore). Il saluto romano con il braccio e la mano tesa simboleggiava l’impegno solenne a combattere M-Ais o Maria Aisha: <<Roma aut Mors Aer, Is>>. Āin ? 73 I dinhar, i denari, venivano prelevati dalla Terra in proprietà dello Shakà, Sheìk cioè dello Sceicco Sciacallo, che si estendeva anche al di là della Dunarea o Danubio. Il nome del fiume significava che i Denari (dinhars) delle regioni rivierasche venivano condotti schiavi a anubi o ad Nubiam. Alla loro cattura provvedevano i Cattolici, oggi si direbbe i catto-comunisti. Costoro erano captolici cioè addetti al capio (cappio) dei captivi da portare alla Comunione di Cristo (Cat, Gath o Goliath), dove si consumava la cerimonia di immolazione delle Ostie Sacre. I cattolici erano quindi capziosi, perché pigliavano i bianchi, capricciosi, perché, dopo il capere, li uccidevano come capre e capretti, speciosi per la questione dello spago, dello specimen e dello spacco, razzisti perché facevano razzìe (rush/rash) di “russi” per il Raìs. Questi e le sue Raices, cioè i suoi ricci o rizos (dal greco ρίζα) dimoravano in Αίγυπτος: toponimo derivante dai verbi καπτω e κύπτω e dal sostantivo ἀγάπη. Il Rus era il Rius, il fiume di schiavi del Reno-Danubio ed era così chiamato perché la maggioranza di essi sarebbe finita arrostita (in T-rojo). Una parte degli schiavi degli schiavi europei del PHN (Pην), finiva in Cina, che veniva chiamata anche PHNOM PEN, oggi capitale della Cambogia. La rotta passava attraverso il Kazakistan, terra di caccia per i Kaizar o Ka-thai-zar, per giungere ad Altay, porta della Cina situata nello Xinjiang (Kathay = Katà Althay e Althay = al Tau o Tao). Da lì si accedeva Al Thai (Altay), altro antico nome della Cina, che significava Tao, in greco . Cambodia significa Hamits Body, Corpo di Camiti e cioè Boda, nozze degli schiavi con i camiti (noxia o nubia). Venivano definiti camiti i popoli di pelle scura con il naso camuso, gli occhi a mandorla e le pupille nere, colore della calamita (magnetite). Un’altra spiegazione del nome di siffatte popolazioni è che possedevano le energie per provocare calamità, come già visto a proposito dell’Egitto solare, ma anche per praticare la camita (cama) sugli schiavi (αρην, ἀρνός o APHN, APNOS). Phnom può essere interpretato come phantom, cioè faint, e Phen come hen, epiteti riferiti ai russi e agli anglotedeschi. Altra interpretazione è Phantom Chen, cioè Apparizione del Cinese o Khan con i suoi Cani. In greco sarebbe ἐπιφάνεια o φάντασμα (φαντασία, φάσμα) τοῦ Kυνός καὶ τῶν Kυνῶν. Phantom Phen è il vento invisibile che provoca le calamità (föhn, phon, phoen o phoenix), ma è anche il fumo prodotto dalla quema quimica (Χημι, Khēmi, quemar). 74 Il termine cinese TAO equivale al termine greco θεός (θαος) ed alla sua abbreviazione ταυ. Il TAO è lo Yang e lo Yin, cioè lo Xianyang. La China del tempo delle Piramidi era κύων per la sua forma geografica simile a quella della testa di un grande cane con la bocca aperta. Da tale circostanza deriva la parola κυνεσις, cìnesi e cinetica, quinque o cinque, cingar, cingolo, cigno. La forma geografica in questione può far pensare anche ad una china o gobba (Gobi, Job e Jeb). Il TAO è DAO e DO, cioè DON ed è il CAOS (Χάος o άος), crittogramma di Phaos = Thaos = Theos. Lo Yang e lo Yin si ritrova nel toponimo Pyong Yang – P Yin e P Yon – Ping e Pong OO Hong Kong è King Kong ru-edo ro-tau roto otto x+ j +q C+F+Q CAOS = F AWS = QAWS soak sebo saba otto botte edo pisces Χάος ate fishes L’ Hong Kong era il King Gong cioè il Gong Regale dei Kins o Cinesi: οἱ κύνες. 75 King Kong significa Kau ping pong ed è un’espressione elementare per designare il concetto di onda ed il Caos che può generare sul Pianeta Terra. La parola gong nel lessico anglosassone è stata mutuata dal Malay nel 1600 circa: <<probably imitative of its sound when struck>> (www.etymology.com). Nel lessico italiano è transitata nei verbi gongolare e dondolare Il Reno era anche il remo immaginario della Nave che salpava dall’Egitto e giungeva a Riga, in Lettonia per caricare gli schiavi (vedi Google Earth Riga Piramidi di Giza). La Lettonia e, più in generale, il Batlhus erano all’epoca inglobate nella T-ucraina o T-krajina cioè nella Grande Turchia da dove si attingeva il Grano Turco (voce dialettale marrocca per Marocco). L’Europa, data la sua forma geografica, era identificata da africani ed arabi come La Mucca (La Macca), nel senso di Foemina utile a partorire piccoli per il Faraone ed i suoi Amici: la Spagna era la sua testa, l’Italia era una delle sue gambe (l’altra è invisibile), la Germania uno dei suoi reni, la Slovenia/Slovacchia la sua vagina. Dal Rene, cioè dal Reno, si dipartiva il Danubio che sfociava nel Mare dei Neri, cioè nel Mar Nero. Il Danubio era il Fiume di rehènes destinato agli arabi, ai neri e, in parte, ai cinesi. I rehènes del Re delle Hens erano ritenuti νεφρόι o urina, nel senso di razza naturalmente vocata all’uratio (urare, bruciare, quemar). L’Europa era considerata anche Terra dello Sceicco cioè la Terra sconfinata che garantiva ai musulmani l’approvvigionamento dello She-Cicus. Il Cicus (he), il piccolo schiavo, veniva prelevato in Europa (Russia inclusa) e portato in Egitto, dove diventava Cica o Shica (she), cioè piccola schiava dello Sceicco. Infatti, il pronome personale inglese she, deriva dall’unione dei pronomi personali latini is (maschile) ed ea (femminile), memoria indelebile dell’usanza di rendere neutro il cicus europeo. 76 Neuter significava femmina MH uter (né o non uter) o anche Matero (macero, megero, macho etereo, materia per la madera del Madi). Essendo id la forma neutra del pronome, i malcapitati schiavi diventavano idem a she. Costoro, nel caso in cui non si proseguisse nel procedimento annichilente in madia, che culminava nel Nihil (Nilo), diventavano ancillae Dei92. Erano dette ancillae perché avevano subito l’ank, cioè erano state ancise, incise, con l’ancus o roncus. La loro condizione esistenziale era quella di child, cioè di killed o chilled di God, perché evirati, ma solo se non finivano nel cilindro, circostanza che li avrebbe trasformati in children, cioè in killed ren (ῥέω, run, ran): limo o slime. God, partendo dal presupposto che holt (old) significa alt (alto) e deriva dall’alzare il braccio o un ostacolo per fermare un moto, era: - old cioè era Ordo (per le sue vittime invece era Lordo), perchè nell’Alto dei Cieli (Holstein o Halstein senso lato) bloccava le sue vittime da portare all’Altare JB (Gibraltar): - gold perché i prigionieri erano destinati al K o G Alt/Olt - cold perché era calidus e callidus, non freddo, ma infernale e spietato, alzava fino all’ultra la temperatura della Kaba (Cuba) in cui giaceva la vittima, era MK Ultor o Makka Ultor (K alt = K olt = K old) - cultus, perché possedeva la conoscenza del K Alt , della Macca o Cama Ultor o Craddle K° grades Xi Ξ ξ Xian Anchise An Giza ΙΧΘΥΣ Per i Cinesi la Terra dove lo Sceicco “scambiava” con i suoi amici, colà insediati, e da dove ricevevano schiavi, era Chaka o Chakra, cioè la landa del ciaccus. 92 L’espressione di San Tommaso d’Aquino “Philosofia ancilla Theologiae” significa che i Φίλοι di Sophia, i burglars, gestivano un punto di snodo cruciale delle rotte schiavistiche europee verso il Medioriente e l’Egitto. Ma la vera Sophia era Istanbul, la Porta Sacra o Santa. Da qui si instava, cioè si facevano istanze di contingenti di schiavi per la βουλή del Bos-foro (Bòsforo) o del Dardo phos-phoro (Dardanelli). 77 Nella lingua francese divenne Cheque, ma prima ancora i Romani la chiamarono Cambius. Nella toponomastica il Cambius rimane scolpito nei toponimi Cambiano (TO), Rocca di Cambio (AQ) e simili, nell’onomastica assurse al rango di nome di un Re persiano, Cambise. Il nome Rocca di Cambio, in particolare, significa Rocca della Cagna, cioè Rocca della Cagna Europa, perché l’Europa era la Cagna di molti Ye-men per lo scambio schiavistico. Cambio deriva da cambusa, in quanto la cambusa della nave era lo stesso bus che portava gli schiavi rastrellati nel Campus all’abuso di Cam o Kan o Cane. Questi risiedeva a Cannae, terra degli obelischi e dei cunicoli, ed era il Faraone d’Egitto, ma esistevano anche altri Cani, come il Gran Khan della Cina o i Cani del continente americano. Per gli inglesi la cambusa era il Galley, dato che i loro schiavi trasportati in cambusa erano destinati al Cam o Gallo. La meta finale del viaggio, cioè del calo (Calais), era il Gallo o Gaol, vale a dire The Jail: questo era il Goal in rete. Le navi che trasportavano gli schiavi galeotti furono chiamate galèe o galere in relazione ai luoghi di approdo finale, laddove si trovavano i campi di concentramento del Gallo, cioè dove si produceva il Yellow (il giallo, il gelee o il gel). L’Europa fu chiamata Terra dei Galli, perché abitata da popolazioni estoni-anglo-germaniche, vittime dello Shakà arabo. Il nome veniva abbreviato in Shà o mutato in Pashà, essendo anche un Pass over o Pasqua. Da shakà deriva sciacallo e sciacallaggio, nonché i verbi inglesi to shake, to shock, to shack (shark), to shirk, sheik, chick, chuck, hick, chic, thick. La sica era la scure o sega elettrica , così detta perché rendeva le vittime scure, vale a dire carbonizzate, e in seguito sego, sebo o sapo, nel senso di στέαρ o grasso liquefatto. Di qui originano i termini inglesi fur (rabbit) e sure, il termine tedesco Furher. Il popolo di Anchise era stanziato in νατολή, cioè in Anatolia, Αιτωλία, cioè in Etolia, e νὰ Αιτωλία, cioè su in Romania e su in Italia. Il figlio di Anchise Enea, in greco Αἰνείας, in latino Aenēās, era per il popolo semita: - Ayn eas o Ayn eos - Oenus, cioè Dioniso/Bacco 78 La “moglie” di Enea, Creusa, in greco Κρέουσα, era in realtà il popolo semita destinato alla Kρεῦμα (cremazione elettrica). Il figlio di Enea Iulo93, come Iulus era il popolo della ὕλη e del iur (rotacismo l in r), come Ασκάνιος era il popolo dello Scranno di Ascalona, cioè il popolo della Piramide-Scala dove si praticava lo Scanno94, sia nel senso volgare di scannamento sia nel senso egizio di S χήν (S quema). La Scala in ebraico è Ashkelon o Ashqelon, in arabo Asqalān, in italiano Ascalona. In particolare Iulus era: - lvl (Iulius, Luglio, Y) - LYL (Lilium, Centum, Crysanthemum) - (GuG o Gulag, Gog e Magog, Dog e Madog) - V (Merlo, Moerulus, Moerus, Murus) Numitore, Re di Alba Longa, era in origine il Faraone Nume, cioè il Faraone Lumen, che governava sulla Longa Arabia. La N va interpreta, infatti, come segno linguistico della svastica, dell’energia solare e nucleare. P Rea Silvia, altra progenitrice dei Romani, era la Selva o il Filare degli Adelfi, cioè Filadelfia Egizia. 93 Ίουλος, nella forma Ιουλώ era anche un soprannome di Dèmetra, figlia di Κρόνος e di Ρέα, personificazione dello schiavo dorico sottomesso. Deriva dalla stessa radice di aiuola, l’areola o aia dove erano tenuti gli schiavi per il joub o job (essi erano messi in juba o jubati). Ιόβας era il nome δύο βασιλιάδων της Νουμιδίας και της Μαυριτανίας. Ίουλος era il Jewel degli Arabi e il Jabulon dei Massoni, cioè il Dio del Job o Ιοβόλος (ἰός + βάλλω).. Ίουλος è strettamente correlato a οὖλος (ullus), ὕλη, 'Ιόλαος, 'Ιολαεῖς, Ilienses. La contentezza per il ἰός delle jeese (jesus) era espresso dall’interiezione ἰού o ἰοῦ, divenuta il pronome personale inglese you (vedi ιυζω, ιυγη). L’uomo del ἰός era chiamato Ιουστινιανός, la vittima Ιουβιος, la festa Ιουβεναλια, la terra delle vittime Ιουερνια (Hibernia) o anche Ιουδαία, l’arrivo dei prigionieri Ιουνια e la fase successiva ιουδαιζειν. Ίουλος corrisponde allo scandinavo Olson e al greco . Altri soprannomi di Dèmetra erano Αγλαόκαρπος, Σιτώ, Πολύκαρπος, Σπερμία, Σταχυοτρόφος και Φιλόπυρος. 94 Una reminescenza della diuturna pratica dello Scanno dei Semiti si rinviene nel toponimo del paese di Scanno (AQ). 79 Romolo, il primo Re di Roma, quantunque possa essere ritenuto un personaggio storico, era, nel linguaggio simbolico della Tradizione, il “piccolo Remo” allevato dalla Lupa Romana, cioè la Piccola Roma rispetto alla Grande Roma Egizia dalla quale deriva. Egli è il capostipite dei Romani, rappresenta la Piccola Roma, cioè Romula, rispetto alla Grande Roma (Romania, Media, Palestina e India). Gli Etruschi invece, nel momento storico della nascita di Roma, rappresentano la Piccola Etruria rispetto alla Grande Etruria, cioè la Turchia. Turchia e Troia erano nomi nati da E Tres, sigla con cui si identificava l’Egitto Etrusco significa Petr ἐς´ e Petr ἐκ, cioè verso il Petr Patr e dal Petr Patr (ῥυσιάζω). All’epoca, però, la ρυμμα non era la Romania né la Umma araba bensì i Russi della grande Estonia teutonica. I Turchi ed i Romeni erano ostili e agli attuali Russi (bianchi) e ai Tedeschi e ai Bretoni. Interpretando Etr come extra si ricava che i popoli predetti esternavano i Ru in Ur95. I Romeni ebbero un ruolo preponderante nel traffico schiavistico dall’Est Europa verso la Umma. Il loro etnonimo significava trafficanti per Ρώμη96, ma al tempo stesso ρυμμα, in dipendenza del loro ethos (ρύπος, άρπυια, rupya, arpià e arabia). 95 Il capo del traffico diretto alla Mastaba era soprannominato Mastarna (master, magister). La Mastaba era la Mas Star Bas Si potrebbe dire – per usare un’espressione un po’ colorita - che il Mastarna dell’epoca <<esterna, costerna e cisterna>>. Nella lingua inglese da etru (Etruria) sono derivati i termini hatred, hate, eat (ate), termini che sottendono il concetto di asta ad-versus ma originariamente correlati all’astice elettrico (azza) e al mastice di scarto risultante. Altri vocaboli come crush e crusca presentano lo stesso etimologia da etrusc o etusc con cambiamento consonantico di t in c: implicano il concetto di tritare ma in origine implicavano anche quello di to roast (crosta). asta ed sottendono il concetto di ad versus ma in origine erano correlati all’astice elettrico e al mastice). Occorre aggiungere che l’asta dell’inglese to hasten aveva anche il significato di to rush o to rash verso il roast(beef). 96 Il vocabolo latino Pomum, plurale poma, può essere letto come Romum, plurale Roma, se la P viene considerata una lettera greca ro maiuscola La bivalenza di P è dovuta al rotacismo non di tipo fonetico ma di tipo crittografico. 69 XV uve 15 IS Q ISIS easy ὁ ρυμός Il Timone A Pomum, frutto, deriva dal verbo greco οιεω, creo, produco. Il significato crittato del verbo era stermino i Pai o Poi o Boi facendone boiacca (παιάν, παιήων o παιών, peana) Con la R (ro) iniziale diventa Pοιεω cioè stermino οι Poi (roy e ray, poy e pay, gaelico rhud, red) del ῥήν in ῥημός (ῥέω), producendo Troia (ἀμπέλου, μέλιτος, αἵματος ῥοή, ῥοά, ῥοία, the juice of the grape). Il παῖς era il pomo, il frutto tomato o frutto tomate, cioè il frutto che tomado da Tomas di Damasco (Dimas o Domas) per domarlo e farne tomate. In spagnolo i verbi tomo e cojo furono introdotti in relazione al corte de los pomos de Adan (τέμνω) ed al cojo en el ojo. 80 Le tre tribus romulee della Roma arcaica erano: Ramnes Erano i Romani o Romeni e allo stesso modo dei Teucri dell’Etruria erano stati popoli del Tour o E-Gira. Venivano appellati anche Ramnes, Ramones o Rumones, forme contratte di Teramanes o Teramnes, cioè manes (men) di Teran. Teran o Te Ra N era il Faraone, il Tiranno della Terra Triangoli o Troia (nome che fu poi assunto per antifrasi dagli Imperatori Traiano e Adriano). Tera-man significava slave man, dal verbo latino manere, in italiano schiavi mansueti o mansi, in tedesco [t]herman o german, in spagnolo [t]hermano: lo schiavo europeo poteva trovarsi in umma (umano in Y), cioè in Egitto o in omo (omano in O, omano in )97, cioè in Cina. Era questi era in origine il Romano. Prima della fondazione di Roma erano insediati in Iran, Romania ed in Anatolia, ma avevano colonie sparse in Europa, per esempio in Grecia, dove avevano fondato Ramnunte o Rhamnus, ‛Ραμνοῦς, greco demotico ‛Ραμνούσιος, in Germania Ramstein, nella Repubblica Ceca e in I I Croatia, territori del Czech, Tzigano o Tzagreb, nel Banato Ruma e Indija, in Spagna Andalusia o Lusitania (lu = ru). In epoca storica mutarono il loro nome da Rumanes a Romani (Ρωμαίοι). Dalla radice rom di Roma deriva il verbo inglese to roam ed il vocabolo room. Erano di remotissima origine indiana. In India erano stati cacciati e perseguitati da Diana98, dea della caccia, in greco Ἄρτεμις, Ἀρτέμιδος. L’ojo en hoja o l’oca o l’οχος prevedeva l’uso dell’OXOS elettromagnetico, cioè della cross X / e dello στόχος (ρόος o ρους). Veniva seviziato l’oculus (ojo), l’υἱός (fallo) e i due ὠός della vittima immobilizzata (nella lingua italica OXROS è ocre od ocriculum). Gli schiavi che per millenni soggiacquero allo στόχος furono definiti stoici e peripatetici dell’Accademia, cioè internati in Akkad. Il Pomo o Ρώμος και Ρωμύλος era il romano, l’eromane, il puto per l’Eros, cioè il pomo de oro o la manzana dorada, la manzana del amor, le pomme d’amour, cioè le pomme des Mours o la manzana de los Moros. In tal senso depongono i toponimi spagnoli Tomares Palomar, cioè tomar palomas para los moros (pa.lo.mar). Gli schiavetti bianchi, che venivano trascinati via insieme agli adulti, erano melanzane, cioè mele destinate alla lanx e all’anx (azza), destinate quindi a diventare “insane apples” o, in italiano, melassa o meal (in tal senso il toponimo Milazzo). 97 Dato che Ro in greco si scrive Po, si possono ottenere alcune sigle che portano alla Cina. Infatti osservando la Cina sulla carta geografica si noterà che somiglia: - alla lettera greca (Po). - alla testa di un cane, in spagnolo perro, è il πῦρ, il perro pirico, ed era uno dei luoghi dove finiva il ρῶπος europos, per i Cinesi il rospo, il πυρός da sterminare con il πῦρ. Il πόρος era il poro o phoro dei denti canini del perro pirico sul povero o pauper o papero. 98 Diana cacciatrice era hun, cioè la Piramide Unna o Piramide dello Yunnan. Era un complesso di Piramidi che dominava non solo l’intera Cina ma anche: 81 Artemide era la demonizzazione del popolo che conosceva l’Arte dell’Arsione (inglese arson), mediante la TH-N-ZION. Tεμις era presso i Greci la Dea della Giustizia, ma l’etimo del nome è riconducibile ad un’antica divinità giustiziatrice che aveva a disposizione il μετεορος, cioè il Mitra del Meteo99. Essa era chiamata anche Metis. Con gli Indiani erano stati soggiogati anche gli attuali Iraniani, frazione del primevo, esteso popolo Italiano. Questi in parte erano finiti sotto il dominio Hun o Kun (China nipponica e manchù) e in parte sotto il dominio Cam (Egitto africano). I Teranes, Terames o Teramnes si trovarono lungamente nelle condizioni dei Ramnes o Romanes: erano sotto il Tiranno Abramo (T-Ramno) ed obbedivano ad esso100. Per esso erravano (T-errans) ed iravano (T-irrans), cioè erano Tyrants o Tirantes. Erano erranti, irosi ed ironici, nel senso di tagliatori (iron). - l’Indocina, come desumibile dal nome della città di Hanoy, derivante da Hun (Hun). - l’India, hen dia o dianeh, in Du . - l’isola nipponica di Honshu e Sapporo. - Hong Kong, che anzi era il nome del God King Hun (la Piramide numero Uno in Asia). - Singapore. 99 Il termine Meteora, che significa tuono, lampo ed esplosione, deriva da μετρον, paraola greca composta da MH e Τρες (in latino tres, tria, trium). Da Tres deriva Tronus (tonitrus) Dalla unione di MH e Tres deriva μιτρα, in origine un’arma meteorologica e meteoritica capace di sparare energia devastatrice su vaste regioni del Pianeta. 100 Abramo era il Faraone, ma sarebbe meglio parlare di Abrami, perché i Faraoni non si trovavano solo in Egitto bensì anche in Cina, in Europa (Illiria) e nel continente americano. Gli antichi Cinesi possedevano la κυνεσις, la forza cinetica della Dinamo δρόμος o della -ρώμη, la stessa energia a disposizione degli Egizi. Abramo era un Dio bramoso nel senso fatto palese dal significato arcaico di bramare ed era per questo un κύων o Khan. 82 Si spinsero fino all’Isola della Lira o Isola Liri, l’attuale Irlanda101. In tal senso i T-Irani possono essere catalogati tra gli Iraliani o Italiani nonché tra gli Israeliani, nel senso di Tiranni o Tyrants di Isis-Ra (ISRA o ARS-I), al quale “tiravano”, trascinavano, le popolazioni a loro geneticamente contrapposte, vale a dire i norreni o normanni102. Una gens rappresentativa dei Romani era quella dei Manilii o Romanilii. Lucumones Lucereses, Lucerenses o Lukerai erano gli Etruschi. La loro terra di origine era la Licia, Cilicia o Seleucia, ma avevano colonizzato massivamente l’Italia e la Grecia I territori dove si erano stanziati erano appellati Locride e le loro are sacrificali erano chiamate Luci, da Lucus, o Loci da Locus. I Lucumones erano originariamente uno dei del Lucmon, cioè del Faraone, chiamato in greco λευκός μόνος103, conosciuto nella crittografia cristiana come San Leucio. 101 L’epoca di cui si parla è l’epoca pelasgica o tirrenica. Gli irani e i turani o tirreni, dai quali in seguito si differenziarono, erano un pèlago di popolazioni affini stanziate nei paesi mediterranei. Il πέλαγος era un crittogramma con cui si designava il Faraone con il suo mare di schiavi e sottomessi, l’οὐρανός (Urano o Turano) era il gigantesco Olocausto ed il gigantesco Tour per la caccia delle vittime da bruciare. I Tirreni era un mare di mediterranei cioè un mare di popolazioni composte da Medi (Medindi) e Tirreni (T-irani o Turani) che orbitavano intorno all’οὐρανός. 102 I North Men erano definiti da tali popolazioni sues (latino sus, suis), cioè maiali, definizione dalla quale è derivata una serie etnonimi quali Svevi e Suebi (sues et boves), riferiti a Suisos e Suecos e le aggettivazioni correlate sucios, zozzi, sudici, suaves (sucidi aves) etc.. Anche i nomi Angli e Saxones hanno avuto origine dalla deportazione delle popolazioni nordiche presso gli angoli ed i sassoni, cioè presso le Piramidi. Goti, Guti (Juti), Geti, Gati sono altre aggettivazioni spregiative interpretabili in più di un modo: cotiche, gatti, gettati, gutas cruoris dell’Africa. In linea di massima si può dire che gli etnonimi dei popoli tiranni nacquero in riferimento alle popolazioni perseguitate. Per esempio i Luceres o Lucumones erano le vittime degli Etrusch nel Lucus, cioè vittime dell’olocausto dimidiato (Lug, LY) rispetto al vero e proprio olocausto tecnologico egizio (il Ludus, Lu o ). I Celti (Kelts) erano in origine le vittime della Scala dei Culti (Key-Ultores o Cultores della Religio). I Caeltae erano gli stessi Gaelitae, Gaelici o Galli, assimilabili ai Caelani o Caelleni, nonché ai Caledonii. Gestivano la Scala dal Caelum dall’Europa verso l’Ara Coeli (Caeli) dell’Egitto, dove si consumava lo Scelus del Gambarus (scaelus, s-kela, s-chela, vedi la voce gambero su www.etimo.it). I Caelani, antichi abitanti di Celano, erano una propaggine del popolo dei Celleni, dicesi discendenti dalle Arpìe. Erano detti anche Sileni (Brutii della Sila), Sireni o Cireni (Brutii della Cirenaica) ed insieme ai Marsi gestivano in Italia centrale l’Ara Italia dell’Aquila, cioè l’ara sacrificale dell’Altopiano delle Rocche. Abitavano il Cilento ed il Salento ma erano insediati anche in altre zone, più a settentrione, della penisola italiana: per esempio Celleno (VT), Cellino Attanasio (TE) etc.. Gli abitanti di Celano nel XIII sec. furono deportati da Federico II a Malta, da dove pare siano tornati tre anni dopo. Ma i Celanesi veri e propri erano in epoca romana e tuttora sono gli abitanti del Cielo (Cealum), cioè dell’Altopiano delle Rocche, detto in codice Gerusalemme Celeste. Furono così chiamati perché celavano Cis-Alentum o Jesus Aliento e con la sua storia prodigiosa celiavano, compartecipi le popolazioni limitrofe. Jesus fu soprannominato Aliento Silente, Sileno Silente, Salento Cilento, perché, dopo essere stato collocato nel sepolcro segreto dell’Altopiano, continuò a vivere, respirando silenziosamente (alito silente anche nel senso di alitus, ălo, ălis, alui, altum o alitum, ălĕre). In loco il nome del Monte Sirente è dedicato al personaggio. 103 Mono anche nel senso fatto palese dallo spagnolo mono, primate o scimmia. 83 Il μόνος λίθος era la Piramide di Keope o The Light, ma era detto anche Monte Ida, Ἴδη104 o Monte del , da dove spirava la ψυχή. Un altro nome della Piramide Maggiore era δῆλος, chiaro, luminoso, nome reso famoso dal toponimo dell’isola greca di Delo105. I Lucumones furono in conflitto con gli Italici o Italioti ed inizialmente prevalsero, estendendo il loro dominio fin nel cuore della Locride dell’epoca, conquistando città come Lucera, Cuma e Napoli. I Lucumones erano nemici dei Sulmones o Salomones, stanziatisi in Abruzzo, come si può arguire dal nome Sulmo, Sulmonis, che è formato da Sul contrario di Lus o Luc. Costoro erano il popolo di Sulla o di Silla, cioè erano imparentati con i Silani Calabri o Brutii, allo stesso modo d’altronde delle rimanenti popolazioni abruzzesi106. I Romani celebravano contro i Brutii la Festa del Septimontium. Durante la processione che si svolgeva fino alla grotta del Lupercal sotto il Palatino, un sacerdote romano, il Lupercus, vestito con una pelle di lupo, impersonava il il Lu Puercus che insegue la vittima sacrificale, cioè l’Agnello. Il Puercus era il Brutus samnita, parente del Sunnita di Saba107. Costoro erano soprannominati Bruti perché per lungo tempo avevano gestito la B-rut, cioè la ruta o rotta (road), che conduceva alla Throat, dove si trovava il Bey Ruth(less) e il Bershit. 104 Da Ἴδη, Ide, deriva Idem, forma neutra del pronome personale Isdem, Eadem, Idem, derivante a sua volta da Is, Ea, Id. Tale pronome era nato per riferirsi a Iside o Isis. Questa divinità femminile era Is (dialetto italico iss’), Ea (ella o lei), Id. Il contrario di Idem è Medi, cioè Me Dio. 105 New Delhi sarebbe νέος δῆλος, cioè la sigla di un progetto indiano mirato a realizzare nuovamente (new) il sistema per produrre l’Energia che consentiva agli antichi Egizi di dominare il Pianeta, insieme agli altri centri eliopolitani, come per esempio quello del Sol Levante. In realtà, l’aggettivo new, novus, è da mettersi in relazione sia con νέω, nuotare o filare, sia con ναός, -οῦ, ὁ e . ναῦς, νηός, ἡ nonché con neofito. 106 La parola silla, variante sila, si ritrova nella lingua spagnola, dove assume il significato di sedia. <<La palabra "silla" viene del latín "sella'' contracción del diminutivo ''sedula'', y esta de sedes, asiento, (sedula -> sedla -> sella), formada del verbo sedere (sentarse) y el sufijo diminutivo -ula, que encontramos en palabras como canícula, mácula, matrícula y vernácula>> (http://etimologias.dechile.net/?silla). La sella curulis era l’insegna dell’aedilis curulis, un magistrato romano che si occupava dell’Aedes e della Cura. 107 Per gli inglesi era il B-rude o Blood o il B-rough (in italiano sarebbe lo sbruffone, il buffone o l’uomo delle baruffe, in ebraico sarebbe il baruch o il Benedetto, cioè l’antico Punico del Barus, cioè del Baratto per la Bara). Per gli abitanti della Britannia, l’antica estesa anglo-germania, il Brutus era il Breton o Briton, in greco πρύτανις, cioè Petrus, il Figlio di Petra (l’Egitto, città delle Piramidi di Pietra), spietato e duro come una Pietra. I Britons erano considerati dal Brutus Ptah, cioè sputo e putas, e a loro era dedicato non solo l’intero Egitto, ma anche l’intera Africa e persino la Grande Cina dell’epoca, che non coincideva con la Cina odierna bensì con l’intero Estremo Oriente (l’India gli era sottomessa). 84 The-Roat era la Rotta che portava al Bet (Bershit), cioè il Cammino che portava al Tempio egizio (in spagnolo brote). Era chiamata Throat perché in Egitto tagliavano la gola, usanza conservata e tramandata dai Sunniti dopo la caduta dell’Impero egizio. Ma, oltre che per il taglio della gola, l’Egitto era famigerato per il Wadi in Shin Bet o Madi in Madia (WM), cioè il Watter elettrico degli schiavi deportati. Gli inglesi lo chiamarono Womb, cioè tomba del Uterus, perché veniva impiegata l’energia elettromagnetica V-ter o del Serpente vvv. La Tumba, crittogramma che deriva dal greco θάνατος e umbilicus, era nell’antico Egitto Mors in Umbra, cioè all’ombra della (death beneath or below the umbrella). La tomba era l’ὀμφαλός, cioè il πῦρ o il πεῖρα (πέρρα) del φαλλός mediante la ρώμη (romfallòs)108; era l’ombligus o legumen, consistente nella legatura (lingo, lingus) delle bombe e del fallo con applicazione della ρώμη (bean o beam); era anche il ver sacrum (versus rectum) o verris sacer cioè la penetrazione con lo spitus elettrico dell’o-culus (anus) e degli oculi del verris (ma la vittima, oltre al verris/sus, poteva essere ovis o taurus: suoevtaurilia). L’esecuzione, che i Romani chiamarono far, corrispondente all’egizio pharaoh e all’italiano falò, si svolgeva nell’ὄμβρος o imber o infer, secondo una cerimonia che prevedeva musica etnica, danza, canto del coro e sputum denigratorio sulla vittima Ptah109. Gli africani la ricordano con la sigla Vodoo, abbreviazione di VVV (V-ter) VO , anche se laddove ancora si pratica si tratta di un Vodoo semplicemente magico-apotropaico e cruento (lo chiamano anche Cumbia, Macumba, Santeria etc.). Gli spagnoli hanno nascosto il vodoo nella parola verano (ver anus). Gli ebrei lo ricordano nella formula crittografica Shin Bet o Xin Bet o di Tebe (la correlativa simbologia massonica è lo Skull and Bones ). 108 La vera falloforìa o falò del fallo o pharaoh. Si può supporre che esistessero diversi livelli di ὀμφαλός, quello pubblico coram populo, quello riservato agli Ierofanti nelle Camere ipogee e quello riservato al Faraone Ierofante nella Camera personale. Il clero era così chiamato per via dell’accecamento delle vittime mediante bruciatura delle sclerotidi oculari. Il termine sclerotide, membrana oculare che consente la vista, deriva dal dorico σκλαρός, da cui il latino clarus, oculus (o-clarus), focular (φῶς, φωτός + clarus)., abbreviato in lar, laris. Il sostantivo claritas, mediante la combinazione con il greco κάρα, diede origine al sostantivo caritas, che era la richiesta di pietas di fronte allo spitus. Le vittime erano clarae, chiare, cioè Santae Clarae. Tale circostanza indusse gli spagnoli a dare il nome Santa Clara a una città di Cuba, sia perché l’isola era popolata da schiavi africani del Vodoo sia perché era stata collegata, millenni addietro, all’antico Egitto con le sue Piramidi Maya, recentemente scoperte nel fondale marino dell’estremità occidentale dell’isola di Cuba: <<A half mile down in the waters of Cabo de San Antonio off the western tip of Cuba's Guanahacabibes marked by red X is a 20-kilometer square area of clean, white sand punctuated by tall, megalithic stones or structures first reported in May 2001>> by Paulina Zelitsky, Ocean Engineer, Havana, Cuba. 109 85 Il Watt o Watter era detto anche Septem 7, perché, se si immagina di poggiare il 7, si ottiene un punta . Ripetuta sette volte la punta diventa il Septimontium. Il Watter o Septimontium veniva chiamato anche Drago110 (da cui daga) e Santiago era il Santo giustiziato dal Drago Al tempo delle Piramidi egizie i Brutii erano parte integrante della Secta di Seth o Sicari. Per gli arabi la parola Wadi alludeva anche ai Vadi, cioè ai passaggi delle rotte schiavistiche che dall’Europa giungevano in Nordafrica, fino al W Ade (Ἅιδης). Uno dei percorsi principali era La Rua o La Rue (in inglese The Road, in spagnolo La Ruta hacia El Rombo), con partenza dall’odierna Calais, come può arguirsi dall’interpretazione del termine Lupercalia. Sostituendo la R alla L si ha Rupercalia, crittogramma composto da rupes, -is e da calo, calonis. Rupes a sua volta deriva dal verbo greco ρευω (ρέω), etimologicamente e semanticamente legato a λύω (λευω) A Calais avveniva il Calo da Dover (down). Nella lingua inglese il Calo diventò il Call delle calende verso il Dove(r). 110 I Romani, ostili agli Egizi e ai popoli semiti di Mosè, da draco trassero la parola daga con cui designarono una spatha lunga, simbolo della guerra ai musulmani. La daga era in origine la diga, cioè il recinto sacro per i sacrifici. Più specificamente era il dig (dick) per la sevizie anale, che poteva concludersi anche con l’impalatura. 86 La calendae erano le donne che dovevano calare (calandae) per andare verso il Calor: ad calorem111. Per conseguenza gli schiavisti furono definiti callidi, cioè astuti, e gli schiavi calidi, cioè in attesa del Calor. Essi ed i loro figli (κελωρ) erano gli schiavi destinati a diventare calientes. A Dover (Inghilterra), vicino Londra, era situato il porto di partenza verso il Dove o Ubi. Il Dove, cioè l’approdo finale, era il Down, cioè own e owe del Doberman. Costui è l’Uomo del Dovere (deber) cui si deve il Debitum. L’Ubi era il luogo dei Lybi. 111 Il Calor si trovava ad Accad (Akkad). Infatti la locuzione ad calorem va completata preponendo la congiunzione ac ottenendosi acad calorem, da cui hacia calor. La hache spagnola corrisponde alla acca italiana e alla H dell’alfabeto greco. Quest’ultima, a sua volta, è una e lunga composta da due epsilon lineari contrapposte, costituenti la base della Piramide La base della Piramide è un aquilone oppure un rombo. L’insieme delle Piramidi formava la Città di Aquilonia (L’Aquila), dove il Rumbero, cioè il Faraone suonava la Rumba. Suonava anche la Conga e per questo era il Congojo. La musica africana era in realtà il concerto di lamenti degli schiavi giustiziati nello Shin Bet con la ρώμη (ρεῦμα) in umbra, cioè nell’imber del infer(no) sotto l’ombrello. La Bet(a), intesa lettera, era la simbolizzazione dell’energia elettromagnetica. Apprezzato dai musulmani era la Madonna del Gonfalone, cioè gònadi, fallo falò, in greco ρ-ὀμφαλός o pom-φαλλός, in latino obligatio cioè l’omb-ligo, in inglese anguish da s-anguis. Accad o Akkad era HD, cioè The Head. Il nome latino calendarium nacque per fissare la scansione dei tempi dell’olocausto (calor). 87 I Libi, gli antichi Egizi, prima ancora che gli abitanti della Libia, erano così chiamati perché libavano, erano cioè quelli del labeo nel labyrinthus112. Era anche la Tana dei Lupi, la Cueva dei Lobos o il Box dei Boves (bos, bovis, ox, oxen) LU BOS X X Il termine italiano lobo, forma tondeggiante, è morfologicamente identico allo spagnolo lobo, lupo. Il lobo è in anatomia, tra le altre cose, la parte inferiore dell’orecchio. Ma lo spagnolo lobo suggerisce che il vero lobo è l’orecchio a punta, cioè il lato triangolare della Piramide. Ciò trova conferma nel latino auris, plurale aures, che erano le orecchie d’oro dell’asino o somaro africano, in inglese summer, così detto perché meta dei σῶματα113. Per i Greci l’auris era l’οὖς, ὠτός, perché significava ingresso dall’outer (space) degli hostes resi hosts. Questi da hostes diventavano hospites (hosts od huespedes) dell’HO-spitium (λιος-Ptah), in quanto destinati allo Spitum (Spiritus Sanctus). L’outer space era l’Altro o l’Oltre Spazio (Ulster, Eesti) da dove si procedeva verso il πάθος, cioè il territorio dei razzialmente diversi. Il termine οὖς, orecchio, esprime lo stesso significato dell’inglese out, oust. Deriva da out, sigla usata per designare le popolazioni non negre e non nere, bianche ut ovum o semplicemente ὠός, ὠοῦ, stanziate nei terrori Ovest, Oeste, Ob-este. Erano popolazioni da oust, esternare e portare nel Regno degli Austeri, cioè in Austria od Oster Reich, per il V-ter (uter) o estinzione genetica. Dal punto di vista geografico l’Ovest era tale per i Cinesi, mentre era Nord per gli Africani, perché l’Europa rispetto a questi ultimi era no Or o anche no Ordo da portare all’Or N (Horno Nazi). La Rupia è l’attuale moneta indiana e dei paesi permeati dalla cultura indù. L’etnonimo Hindù o Indi è uno dei cardini dell’identità indiana, perché ricorda la migrazione indoeuropea ad Occidente o ad H [ἑ]ταίρα (Eutaira od Europa o Hesperia). L’Europa era l’immenso territorio (comprensivo della Russia Bianca e dell’Ukraina) per la Tara 112 Dal verbo labeo deriva labor, sofferenza, patimento, laboratorio, luogo dove si soffre per l’experior del πῦρ e del πειράω. L’Egitto era l’enorme laboratorio della labes, cioè della lue e della tabe (Tebe). 113 Era chiamato anche Aura Mazda o Aura Masada perché l’apparato tecnologico, oltre ad essere utilizzato per lo sterminio di massa, con produzione di laurea o urea, labes, labor o la burra, era in grado di produrre la misteriosa Aura Mas, Magis, Mayas o Adamàs, la metamorfosi (Lucius Apuleius, Le Metamorfosi o L’Asino d’Oro). 88 Nella lingua latina la coppia di avverbi unde-inde (indi) fu coniata in dipendenza delle ondate migratorie dall’Est asiatico verso l’Europa, allo stessa stregua del verbo indo, indis, indidi, inditum, indĕre. L’avverbio latino inde è composto da de e in e significa originariamente da lì a qui, da un determinato punto ad un altro. L’altro avverbio unde è composto da de e un e al principio aveva lo stesso significato di inde. In e un erano abbreviazioni di Hunnan, uno dei nomi della Cina, analogo a Sichuan ed equivalente a Xian. Il nome Cina, in inglese China, in latino Sina deriva da Xian. Come detto altrove, gli Indiani e le altre popolazioni Indocinesi erano state sottoposte al dominio delle Piramidi cinesi: indio significava indìato cioè portato al cospetto del Dio Cinese: il Khan o il Cane, l’equivalente del Faraone egizio. L’inglese end, l’antico italiano ende, il rumeno inde, il provenzale ent, l’antico spagnolo ende, che significano estremità, fine e, per traslato, mano, derivano dal verbo greco βαίνω, equivalente allo spagnolo ando (andare). Significavano il termine di un cammino “andato”. Nel caso degli indiani-romani il roaming migratorio era terminato a Roma, ma nella Prima Roma cioè a Giza (che per gli indù era rupiya, rupyakam, rupiah, rufiyaa). Per questo si può dire che gli insediamenti di popolazioni medio-indiane, al di fuori dell’India (in due casi estremamente consistenti, come nel caso dei Kurdi e dei Romeni), sono il risultato dello sconvolgimento demografico che determinarono i Cinesi e gli antichi Egizi, coadiuvati dalle popolazioni mercenarie arabe e turche. 89 Il popolo indiano nacque, infatti, come fusione di popolazioni di colore provenienti dall’Africa, portate schiave dagli arabi nel “parco cinese” o “parco dei cani”, l’India, territorialmente vocata ad ospitare ingenti quantitativi di schiavi africani (ma non solo, come già visto). Anche i Pachistani nacquero come popolo schiavo di Pechino. Il nome Pakistan, infatti, deriva da Pekin e significa Pes o Pecus di Pe-Kin, cioè del H-ύων (Pescecane o Re-cane). Ma la metafora delle orecchie significava pure Amarra o Marra, nel senso del verbo spagnolo amarrar, legare con un capestro o un collare. Altra metafora era il falcetto o serrecchia (nel senso del fiorentino di serocchia e del latino soror), mentre in africano l’orecchio o amarra era l’orisha del changò, dell’ogun, dell’obatalà (baccalà). La Rue o la Road dello schiavismo europeo (la via Romea o Francigena) si biforcava all’altezza della Savoia, da un lato scendeva verso il Rodano, dall’altro verso la Rotella, cioè il ginocchio d’Italia (Rodano, Oberwald, Svizzera). L’antichissima Rupe Tarpea o Saxum Tarpeium della Roma arcaica ricorda il percorso rupestre o “ripido” che si dipanava dal Nord Europa verso le Rupi114, cioè le varie Piramidi115 (sull’Altopiano 114 La Rupia è l’attuale moneta indiana e dei paesi permeati dalla cultura indù. L’etnonimo Hindù o Indi è uno dei cardini dell’identità indiana, perché ricorda la migrazione indo-europea ad Occidente o ad H [ἑ]ταίρα (Eutaira od Europa o Hesperia). L’Europa era l’immenso territorio (comprensivo della Russia Bianca e dell’Ukraina) per la Tara Nella lingua latina la coppia di avverbi unde-inde (indi) fu coniata in dipendenza delle ondate migratorie dall’Est asiatico verso l’Europa, allo stessa stregua del verbo indo, indis, indidi, inditum, indĕre. L’avverbio latino inde è composto da de e in e significa originariamente da lì a qui, da un determinato punto ad un altro. L’altro avverbio unde è composto da de e un e al principio aveva lo stesso significato di inde. In e un erano abbreviazioni di Hunnan, uno dei nomi della Cina, analogo a Sichuan ed equivalente a Xian. 90 delle Rocche è conosciuto come Repitella di Rovere, cioè discesa verso l’inferno del Roveto ardente). Il cammino toccava sette monti o sette rupi se era effettuato via mare, se invece era effettuato via terra si distendeva per circa 7.000 km. Dal porto di Alessandria, dove era stato eretto un Faro mastodontico e meraviglioso, capace di incendiare eventuali navi nemiche, il percorso fluviale sul Nilo copriva una lunghezza di circa 700 km. Il Septimontium in Abruzzo è conosciuto come le Sette Allegrezze116. Esse sono l’allegoria delle Vergini αρθένο o Donne Ebree condotte alle Piramidi per essere “septate” o “sectate”, cioè per diventare sepsi o per essere macellate. Presso la Roma arcaica i Sette Monti significavano, oltre tutto ciò, che i Brutii, i popoli italici della dissezione, i bruti, popolavano il territorio dalla Sila calabra all’Abruzzo. Tale tratto di territorio italiano era chiamato Brutium, perché era stata una delle tante terre periferiche dell’abbrucio, la cui capitale, prima della caduta dell’Impero Egizio, era stata Giza (Egiza o Egitto). Gli italici avevano dato all’Egitto l’appellativo di Silla, Sulla o Sella, perché era la Sedes per antonomasia, cioè la S-Aedes o Aedes del Serpente117. La silla era la sedia o arca elettrica e i settimini erano gli “aborti vitali” tenuti schiavi. Se i Lucumones erano di stirpe etrusca, predecessori degli attuali Turchi, i sulmonesi erano sanniti, lontani eredi del popolo di Salomone, cioè dei Sunniti nordafricani e mediorientali. Una loro importante città era Cuma, un’altra era la Napoli pre-greca, dove si erano insediati i Nabatei di Nablus. Titienses I Titienses erano Sanniti (Sunniti), Osco-Umbri e Sabei. Erano emigrati in Italia da Sabra o Sab[b]ia, cioè dal Sahara Nordafricano ed Arabico. Varianti dell’etnonimo erano Tities, Titi, Tati. Il nome Titus del famoso Imperatore romano deriva da Tatus o Tatius, che significa Potentissimus Digitum, perché dal greco δάκτυλος si è passati a Dactum, Tactus118 e quindi a Tatus o Tatius. 115 Le Piramidi erano i Sassi (Sassi Angli o Sassi Angolari) dove gli schiavi deportati venivano tarpati d’ali (esecuzione capitale Alif /Aleph con θάλπος o talpa). 116 Sono note a tutta la Liturgia cristiana e a Navelli (AQ) sono al centro di una rappresentazione allegorica con Sette ragazze che impersonano le Sette Vergini della processione del Septimontium. 117 Silla è diventato il termine spagnolo per sedia. Il silex, silicis, selce, detta anche sanpietrino, era in origine il $ Lex, cioè la legatura delle legs (arms) e delle eggs (gonads) e l’applicazione del Serpente sulla leg (penis), con buckets (trafitture) e talleri (tagli).. Era l’Harm del Fairman o il Warm del Worm. 118 In greco tatto è ἁφή, -ῆς, ἡ. 91 Tactus è il senso del tatto che risiede principalmente nelle mani e nelle dita. Il Potentissimus Digitum è il tratto di territorio a forma di fallo che da El Cairo si estende fino a Cirene ed è così detto perché ha la forma di un enorme fallo. Questo nel linguaggio allegorico è il Padre, Pater, o Tata, perché sarebbe Pta Pta, cioè Patres. Tuttavia il significato crittato di Tata è ambivalente, perché Pta Pta significa anche Puta Puta o Pata Pata, cioè patada, allusione all’organo sessuale femminile, che viene puntato e sputato. La vagina è però nel contesto allegorico lo schiavo ebreo in senso lato, cioè lo schiavo deportato dall’Europa in tutta la sua estensione e la pata è la (), cioè la sofferenza. Il nome Tatius possiede un ulteriore significato crittato T-Actio o Actium (actius, actia, actium), che significa Tέμνω A Zion, cioè fendo l’Atomo per ottenere l’Actio o la Fractio, vale a dire la particella subatomica. Tale significato si può evincere anche dal greco Άκτιο, che significa punta, e la lettera tau interpretata come un iota , sormontata da un accento circonflesso o tilde , simbolo dell’onda di energia sprigionata dalla fissione. Άκτιο divenne l'antico nome di un promontorio della Grecia occidentale nell'Acarnania nordoccidentale, all'imbocco del Sinus Ambracius (Golfo di Arta), opposto a Nicopoli d'Epiro, e nella variante Antium (Anzio), diventò il nome di una città del Lazio, famigerata per lo sbarco delle forze anglo-americane durante la seconda guerra mondiale. Antium deriva da anx, ancis e dal correlativo aggettivo anxius, termini semanticamente affini ad ansa ed anser. Sono termini che esprimono il concetto di angolo e di curva ed originano dall’egizio ank/onk, passato nella lingua greca nella forma άγχη (verbo άγχω), in quella inglese nella forma angle, in quella turca nella forma ankara, in quella ungherese nella forma magyar. L’ank- atteneva alla macellazione rituale musulmana pre e postcristiana, di ascendenza egizia. In Europa significò per secoli angry, hungry, hungarian o hun, hangar etc. Gli antichi Greci la conoscevano come ritualizzazione del μάχομαι, cioè il mactare o il macellare i nemici in maniera religiosa e rituale, fino ad arrivare al cannibalismo parossistico del magiare o mangiare la vittima tagliata e ed il suo sangue119 (nella liturgia cristiana pane e vino e acqua lustrale dopo il sacrificio). Era il contatto elettrico con il pungiglione dell’ape (μέλισσα) sulle mele μῆλ affinché il κυάνεος (Kuran) potesse conseguire la μέλαινα, ἡ (μέλας, μέλαινα, μέλαν). Un frutto che simbolicamente rappresenta il Dito è il dattero nordafricano. 119 Sotto il profilo crittografico la differenza tra mangiare e magiare risiede nella lettera N, in greco ni, perché la N rappresenta l’onda elettromagnetica, cioè i denti elettromagnetici che mangiano la vittima NNNNN 92 Da ank infatti derivano termini come mangiare e manga, manica, mancare, moncare e monk, nonché mago e magìa. Colui che al cospetto del proprio popolo usava l’ank per sacrificare i nemici era il Μακάριος, appellativo derivante da μακαρ, che significa letteralmente "benedetto", "felice" ma prima ancora da μάχαιρα: coltello o sciabola. In virtù di questo significato, il nome Macario si diffuse già nei primi ambienti cristiani, grazie anche al suo valore beneaugurale, ed è portato da numerosi tra i primi santi (Wikipedia, Macario). Tuttavia, nell’antico Egitto la μάχαιρα era non semplicemente il sacrificio cruento, che pur veniva praticato, bensì la Makka o Mecca del Cairo, cioè l’Ank elettromagnetica. Gli antichi ebrei ne parlavano con terrore chiamandola Mag, Magog. La radice mak- di μάχαιρα si ritrova in machete e, più indietro nel tempo, in μακρός, in latino macer, in italiano magro120, μέγας, μεγάλη, μέγα, magnus, magna, magnum, Μεγαιρα, Μέγαρα, Μαγνησίας. In italiano antico ankara è àngora ed implica l’idea delle angarìe turche. 120 L’aggettivo magro è legato semanticamente con il termine Maghreb o al-Maghrib (in berbero Thamazgha). Maghreb è parola analoga per significato a Sahara ed essenzialmente si riferisce alla macellazione μάχαιρα degli schiavi deportati attraverso Tangeri nel Nordafrica. Costoro, essendo tenuti malnutriti e tra gli stenti, erano magri. Qualora poi venissero trasferiti alla vera e propria μάχαιρα, cioè a El Cairo, “luogo del tramonto”, li attendeva la Maceratio nel Mulinus. La parola mulino deriva da molare, triturare, ma la mola egizia era la molla elettrica, cioè l’onda elettrica vista come una spirale o come una serie di lettere gamma. A parte l’esecuzione capitale mediante l’impiego dell’onda elettromagnetica, esisteva anche l’evirazione o castrazione. Dalla pratica eviratoria deriva il nome mulo dato all’incrocio tra asino e cavalla, poiché l’animale, essendo sterile, è paragonabile ad un eunuco castrato. Mulo nella lingua italiana ha assunto il significato traslato di cocciuto, testardo, ostinato, sia perché gli schiavi bianchi erano considerati bestie da lavoro poco intelligenti, sia perché, quando dovevano essere macellati dai musulmani si impuntavano, tiravano calci e ragliavano come i muli (ragliare deriva dallo spagnolo rayo ed è riferibile sia al rayo inteso come taglio sia al rayo del Faraone durante l’Impero egizio). La parola mulo, che ha dato origine alle varianti mulatto, mulacho e molacho, deriva quindi dalla Mola del Mulino Egizio, che macerava e tritava gli schiavi. La parola mulatto è stata poi usata per designare in maniera denigratoria i nati dall’unione di bianchi e negri. Anche il termine molo (spagnolo muelle) deriva dalla mola egizia, perché era il porto di partenza delle navi con il carico di schiavi Presso i Romani esisteva il mulleus calceus, un tipo di calzare alto e di colore rosso, che simboleggiava il pestamento degli schiavi e dei prigionieri appartenenti a popoli ostili a Roma. Aveva anche il valore simbolico di malleus calceus o malleolo, cioè di martello per il martirio. L’origine della parola malleus va ricercata partendo dall’inglese mule, il cui contrario è elum, parola che significava elium, ἥλιος, cioè Sole. Elum era il lume o lumen, cioè il contrario di mule, perchè L(ux) vince Um(bra). Lv + vm = LXW =Lwx=Lvx Nel Mulino Umbra è Imber (Ymber) e Tymber (Tumber) ed è altresì Humus: sono tutti elementi della Tumba o Tomba egizia, che terminava con la produzione di eu-mus, cioè di mouse (limo o slime). Eu, che in greco significa bene, era nell’antico Egitto EY e quindi EVI (togliendo il gambo della Y e affiancandolo alla V residua), cioè evil (e devil anteponendo la delta ) riferito agli Europei, considerati EVE. EU=IO e will, ser will (servile evil). 93 Anche àncora deriva da ank-, nel significato di amo da pesca e come sinonimo di unghia ed uncino. L’avverbio di tempo ancòra nacque per esprimere il perdurare della angarìa dell’ank-, così come il sostantivo ansia nacque in correlazione alla paura dell’ank-121. La radice ank nella variante onk ha dato origine al greco ογχος, gonfiore, tumore. L’ ΟΓΧΟΣ era la forma più atroce per giustiziare gli “schiavi sorgo”122, perché prevedeva l’utilizzo delle radiazioni ionizzanti. Se nell’acrostico ΟΓΧΟΣ la lettera gamma si considera come simbolo dei raggi gamma e si estrapola, rimane OXOS cioè crocefissione mediante radiazioni gamma. Era il MOX O X[r]os dell’onco, cioè il Mos Maiorum123 o Consuetudo Mosaica che i giuristi Romani annoverarono tra le fonti del diritto. ογχος o xos o8Xos otto Xos Κως cŏco, cŏcis, coxi, coctum, cŏcĕre Nell’antico Egitto ank/onk e ans/ons era Khonsu124, figura paragonabile al consul romano che, con il suo collega, assisteva in epoca arcaica il Rex Sacrificulus o Pontifex Maximus125, come desumbile dal verbo consulere. I due consules prestavano consulenza ed erano consultati durante i sacrifici cum silla. Da Khonsu o Kahnsu deriva la parola dell’antico italiano ganzo 121 La congiunzione avversativa anzi, derivante dal greco ἀντὶ, faceva parte del rituale dell’ank egizia, perché i servitori del Faraone amavano praticare la tortura psicologica secondo la logica dell’aguzzino o dell’incube-succube. 122 Gli schiavi sorgo erano schiavi di pelle e capigliatura chiara deportati dall’Europa, anche dall’Ucraina e dalla Russia. Il sorgo è una pianta graminacea, detta anche saggina, simile al grano, ma è anche il Sole giallo che sorge. In spagnolo è chiamata alcandía, daza, sahína, maíz, termini crittati che hanno a che fare con gli schiavi bianchi, la loro cattura (zahina=zàino, mochila, macuto) e la loro esecuzione (maiz= ammazzare, emazia). 123 Di qui i termini Maori, Mori, Mauri, Moreni, tutti riferentisi alle popolazioni africane o nordafricane. 124 Isola di Honshu Tokyo 125 Uno dei significati di Pontifex Maximus era quello di architetto e massimo rappresentate dei pontieri verso l’Europa del Nord. 94 come pure il nome della città fiamminga Gand (Guanto). Il toponimo Antium, in italiano Anzio, significa ἀνὰ Σιών, cioè sopra, verso l’alto c’è Zion e l’A Nazione o Aleph/Alif Natio. Tuttavia, dato che ans significa anche ansa cioè curva, il percorso immaginario da seguire è in linea retta Jenin, Azio in Acaranaia, Anzio nel Lazio, quindi curva sul Corvaro per giungere all’Altopiano delle Rocche (AQ). E’ qui che dovrebbe trovarsi Tito il Titano, detto localmente Tione degli (negli) Abruzzi, nell’antica Roma soprannominato Dione Cassio Cocceiano o in tanti altri modi (per esempio il nome dello storico criptoebreo Tacito si riferiva ugualmente a lui). Tione o Thione, è Ti-Zione, cioè Sion in croce T, come si desume anche dall’altro toponimo del paese marsicano di S. Iona (Ovindoli), che significa in codice Sione o Siona. Egli era un Titone o Titano126, un Tatius, cioè un esponente del TA Zion o Statio croce martello, chiodo scala uno del Tag o Tabella [INRI] sugli ebrei (tango, tangis, tetigi, tactum, tangere). I Titienses confinavano con i Teatini, ma facevano parte della stessa grande aggregazione etnica, quella di Teate, toponimo dell’attuale città di Chieti. I Titani, gli antichi Egizi, erano così denominati perché erano in grado di provocare dal Tetto : - Tits - Tones, τόνος, tonus, tonitrus, tuono (τείνω). - Tits anus OO. 126 95 Teate nel senso di TH ADE era in origine lo sconfinato Egitto, così pure Teram, che in origine era T-Iran127 e T-Uran, cioè l’Egitto che bruciava con la Te-ρώμη per arrivare all’ἔρημος. Piscaria, l’odierna Pescara, era sempre l’Egitto porto di destinazione della pesca dell’icthus. Reate, l’attuale Rieti, era il Re ADE o Res ADE, cioè l’Aedes del Re del Ray, la Casa di Ares o Casba di Ares. Aquila, l’odierna L’Aquila, ma prima ancora l’Altopiano delle Rocche (AQ), era Al Aqsa. I popoli che servivano l’Ade (ᾍδης, Ἅιδης, dorico Ἀΐδας, arcaico Ἀϝίδης) o Aquila egizia erano i popoli di Hercules Cubans o Hercules Olivarius ed erano, considerati collettivamente, il Popolo di GOLIA o G[OLI]ATH, cioè dello stesso Ercole128 ALAQSA cioè l’Altopiano delle Rocche è: - Alas Qasa dell’Aquila - Ala Qasa o Tetto Casa di Alif (Aleph) - Asqala (Ascalona, Ashkelon o Ashqelon, Asqalān) Altopiano delle Rocche È però una Casa κρυπτή (coperta, chiusa e criptata) sotto la Qoppa Ϙ o la Q. A Rocca di Mezzo è chiamata Il Palazzo di Specchio o La Chiusa, perché qui è κύψας Yoshua129. È anche una Casa Copta, cioè coperta, accappata (dal greco κόπτος, qubṭ, kubti). In termini allegorici la Casa è la coppola o il coppino 127 L’architetto del Tempio di Salomone, cioè delle Piramidi egizie, noto come Hiram Abif, apparteneva al T-iran, cioè era uno schiavo criptoebreo del Tiranno, che riuscì a sottrarre al Faraone i segreti dell’Arte. È da presumersi che non di un singolo architetto si trattò bensì di una serie di architetti criptoebrei.. 128 Il suo nome greco Ἡρακλῆς è composto da Ἥρα, Era, cioè Eura, Aura od Europa, e κλείς -δός, (att. ant. κλῄς), chiave, da κλάω, piegare, curvare, rompere, aprire. 129 Qui gli ebrei marrani ἔκυψαν o κεκύφασι(ν) Kufyya, Kaifa o Kefiah cioè il medesimo Yoshua. Quatto (Accademia della Crusca) Dalla stessa radice kuf- deriva κυβη, capo, testa, cranio (Kaba ed il verbo caber). 96 dove è custodito il Pesce Acrostico che, da accoppato, cioè morto-vivente nel sepolcro, resuscita Essa dovrebbe essere celata a Rocca di Mezzo. Fu affidata in custodia agli Αί γυπτος provenienti dall’Αίγυπτος, cioè agli αἱ del κύπτω, quelle del κύπτω o del καλύπτω, obbligate per tradizione plurimillenaria a chinarsi, piegarsi, abbassarsi dinanzi al Faraone-Calipso (Califfo). significa anche αἰτία e Ay cioè au, sigla di aurum: Ay era la Piramide d’oro. <<Il nome italiano "Egitto" deriva dalla parola latina Aegyptus che a sua volta viene dal greco Αίγυπτος, Aìgyptos. Il nome greco potrebbe ancora essere una derivazione dall'egiziano antico Hwt k3 Pth, "casa del Ka di Ptah", nome di un tempio del dio Ptah a Menfi>> (Wikipedia, Egitto). 97 I Sette Re Secondo la tradizione storica romana sono: 1. Romolo, piccolo Remo 2. Numa Pompilio 3. Tullo Ostilio 4. Anco Marzio 5. Tarquinio Prisco 6. Servio Tullio 7. Tarquinio Il Superbo. Essi vengono definiti nel linguaggio criptoebraico le Sette Allegrezze o i Sette Allegri (Allegretti). Il numero sette arabo deriva dalla metà del triangolo della Piramide capovolta. <<Da secoli, la devozione delle Sette Allegrezze di Maria era stata particolarmente sentita e praticata da domenicani e francescani i quali, così, alimentavano una sorta di culto quasi superstizioso, e comunque molto rozzo, della madre di Cristo. Tommaso Becket, Jacopone da Todi e altri avevano trattato questo tema che era stato anche oggetto di una lirica latina, scritta da Bernardo di Chiaravalle. Di quest’ultima si erano avute numerose versioni in volgare. Forse una di queste volgarizzazioni, chiamata “Istorietta” e composta nel 1551 a Firenze, era il libro letto dal compagno di Bruno. È degno di nota il fatto che, a distanza di due secoli dall’episodio in cui fu coinvolto Bruno, operette di questo genere saranno poste all’Indice da Clemente XI, non tanto per la puerilità e la rozzezza delle trattazioni, quanto perché giudicate in grado di inquinare la purezza della figura della Vergine>> (Brano tratto da “Signum - Centro di ricerche informatiche per le discipline umanistiche – Pisa, INSR - Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento – Firenze”). La parola allegrezza o allegria e l’aggettivo allegro significava gioire per il gallo fatto all’ἄλλος, cioè all’altro, al nemico perché aeger, cioè ostile e dannoso. Il significato di allegro è non malato, non triste, non melanconico cioè non aeger (aegri). In inglese sarebbe “non eager” e “non eagle”, cioè non appartenente all’Aquila Egizia e, in seguito, Romana. Erano considerati portatori di aegritudo i popoli dell’Agro (Romano) e degli altri Agri (Argo), perché erano acri, cioè veneravano il sadismo dell’acus, cioè erano aguzzini. Dal concetto di Ager deriva il toponimo Algeri 98 Algeri era la sede di Al Gerens cioè di Alì Gerens e dei suoi Algerini. Egli era a capo della Gerona o Girona, nome che fu poi dato alla Catalogna130 conquistata dagli arabi ed alla sua capitale, Girona. La Girona era l’E-gira di Maometto e, prima di lui, del Faraone. Consisteva nel Giro dell’Europa per la ricerca ed il rastrellamento degli schiavi da trasferire in Africa, nel Girone infernale, in vista del Pireneo (πῦρ Αἰνείας) nel Cireneo (χορός Αἰνείας). Gli schiavi erano definiti in vario modo: loglio (lolium e lilium), zizza (suis e ninna), pula (polish, apula, ad pium, api o apes) etc. Dato che le zone di transito dall’Europa, La Donna, al Nordafrica, Il Leone, erano essenzialmente tre, Gibilterra, Italia ed Illiria, salendo da Gibilterra e riscendendo per i Balcani si compiva il Giro dell’Europa: l’E-gira. A parte il percorso terrestre, esistevano diversi percorsi nautici, con i porti intercalati lungo il primo. Sotto il profilo geografico con la parola loglio o lolium si designava il low lio (lio o leo, loll, vedi cognomen Lollius). La Francia d’oil e d’oc era il grande coil o colino della Gran Bretagna per il recoil (reculare), la collectio o colecta (colligere è to pick, to gather together). La Spagna era la testa dell’Europa con il naso, la bocca e la lingua immaginaria. La lingua, cioè il link, era detto langue d’oc o lingua d’oca e lingua del Sì, cioè per il Si(on). Esso era realizzato con una lancha (lanx) dal dock (d’oc) di Malaga o Malaka a Tangeri, con prosieguo per Kamel o Karmel, cioè la Xora Melaine o Caramella, dove si produceva la melassa o μαλακος (caramella o caramelo o camelot). La χώρα del Mali era dove si procedeva a malaxare le mele (mala o μῆλα), cioè all’evirazione: μαλασσειν τά μῆλα era usare τά μαλακά σκεύη con il Milano o Brit[on]’Milà[no]. La χώρα del Mel dell’ayn mollificare o rendere mellifluo o apizzare L’oil, oltre ad essere ὁ φίλος (il filo, el hilo), era anche l’ilo, ileo o ilio d’Europa, vale a dire la Slovenia. Per Zizza si intendeva la Nizza (Z in N) della Zozza Suisa. La Nizza era la Nassa di Marsilia, cioè il “pescato in rete” inviato verso le Nozze o Noxia di Nitida e Nisseno Con Pula si designava Pola, la cola d’Europa, da dove un fiume di schiavi (Fiume), proveniente anche dalla Polonia (Pola), proseguiva verso il Palatium S (Spalato) o Monte dei Negri 130 Catalogna, Cataluña, Catalunya, significa arriba y abajo (κατὰ) la uña. 99 (Montenegro) o Pod Gorica per la successiva Makella (Macedonia)131: Skoppio (Skopjie) o Skizari (Scutari) e Ragù (Ragusa o Dubrovnik). Il percorso ascendente e discendente dall’Egitto era Assur, cioè Ab Syria (scalo) e Ad Syria (calo), Per gli schiavi Sudden (Sud Danesi) era absurdus finire tra i Sardi nella S’ara D oppure in Sudan, dove il Sutor (suth, south) o Sator (S-autor o S-actor) attendeva per il S ago e la S agonia (Saga). Nella regione di Girona, sin dall’epoca musulmana, era stanziata una comunità di romeni o romani gitanos, la Gita, che si occupava della Gira o Girona e si riconosceva nel Gypsy (Αἴγυπτος o Aegyptus). Erano soprannominati anche Tziganos (Tzion Canes) ed erano come gli altri rom Zingari, cioè al servizio della Zenga egizia. Per questo stesso motivo erano detti egipcianos, antichi amici degli egipcios e loro emuli. Zingari erano anche i Lusitani o Andalusi. Costoro gestivano O-Portu-Gal alla Lusi Tana o Tana della Luce. Zingaro significava zeccaro, uomo che zecca o merca (in spagnolo hombre que sella) e, quindi, mercator che marca e merca (di qui i termini mark, marco, marso etc.)132. Ma un ulteriore significato è necator, se Zecca si legge come Necca (Z in N), cifratura di Necare (inglese to neck). Romolo Romanum imperium, quo neque ab exordio ullum fere minus neque incrementis toto orbe amplius humana potest memoria recordari, a Romulo exordium habet, qui Reae Silviae, Vestalis virginis, filius et, quantum putatus est, Martis cum Remo fratre uno partu editus est. Is cum inter pastores latrocinaretur, decem et octo annos natus urbem exiguam in Palatino monte constituit XI Kal. Maias, Olympiadis sextae anno tertio, post Troiae excidium, ut qui plurimum minimumque tradunt, anno trecentesimo nonagesimo quarto. (Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, I, 1) Il nome del primo Re di Roma significa piccola Roma o piccola Ruma. Era in principio un piccolo insediamento Amur o amur, cioè derivante dalle Mura delle Piramidi egizie. La forma grammaticale corretta in latino sarebbe a muris (). La variante piccola Roma significa Amor o amor ovverosia “a moris” o “a morbus”. 131 Equivale alla Maiella d’Abruzzo Vedi i dipinti di Vincent van Gogh, The Caravans, Gypsy Camp near Arles, e di Dirck Hals, La Gitanilla (Museo del Louvre). 132 100 Doveva essere il germe per la rifondazione della potenza della prima Roma, fiorita in Egitto, ma, in realtà, il suo scopo era quello di combattere le popolazioni che si erano riconosciute nell’Impero dei Faraoni afro-musulmani. Pertanto i due complementi di moto da luogo A-mur o A-mor, contrari di Ruma e di Roma, vanno letti immaginando di far coincidere la A con la Piramide di Keope ed il resto della parola con un ponte che si allunga fino a Roma (RumA oppure RomA). Letti così, Amur e Amor assumono il significato di contro Le Mura, contro le Piramidi. Era l’idea coltivata anche dalle popolazioni a-Μοῖραι, cioè dagli a-mori-cani o a-meri-cani, avversi alla Pώμη d’Egitto, isiaca ed islamica. Eutropio dice che Romolo fondò Roma: <<post Troiae excidium>> e <<cum inter pastores latrocinaretur>>, con ciò sottolineando l’ostilità di Roma ai Pastores o Patres dello schiavismo islamico ed ebraico. I Pastores per i Romani erano quelli a capo della Pascua, cioè del Passaggio, Passover, Pesach degli schiavi europei verso i Pascoli dell’Africa, il Medioriente e l’Asia. L’Italia era un importante ponte di collegamento tra l’Europa, l’Africa e il Medioriente. Il Pass-Over era: - transvectio, passaggio al Vectius o Vettius (Vetta, cyma, κῦμα) o al Beccus degli Elvetici (Helvetii), degli Svevi (Suebi), Veccus o Vegetius (invecchiamento e stato vegetale).133 - trames, passaggio allo Stramen. - transĭtus, passaggio al Situs Hierosolymae. - transgressio, passaggio al Gradus (Gradus e Grex). - transmissio, passaggio dei Missi alla Missio del Mittens134. - via, passaggio all’Avia (gabbia o arnia) degli Aves, all’Ovile degli Ovini135, all’Obvia (ἡ βία, da cui Olbia e Alba, luogo della coartazione e della violenza sugli infanti: l’ideogramma dell’infante in fasce è il numero 8). Numa Pompilio I Numani o Numantini erano gli Homines N (ignomines) o L (leuci), cioè soprattutto Sunniti, in Italia chiamati Samnites o Sabei, Sabelli, Sabini. 133 Vedi Vettia o Vetia Gens. Got mitt Uns. Smith: <<1. A metalworker, especially one who works metal when it is hot and malleable. Often used in combination: a silversmith; a goldsmith. 2. A blacksmith>> www.thefreedictionary.com . 135 Vedi le voci latine cŏvinnus e covinnarius. 134 101 Erano appellati dalle popolazioni europee Nord Men, cioè Normanni, perché erano popoli del N Ordo o N Oro, cioè di origine arabo-musulmana ed erano stati potentissimi durante l’Impero Solare Egizio. Dato che in estremo oriente esisteva una civiltà solare analoga a quella egizia, Numani erano anche le popolazioni dell’Orda d’Oro, cioè provenienti dalle terre del Sol Levante. Numani era sinonimo di Inumani. I Pompilii erano i Pompeiani, discendenti dei Sunniti musulmani, riconducibili anche loro alla macrocategoria dei Sanniti italiani od Osco-Umbri. Il loro nome derivava da bomba, anticamente la bomba (--) lanciata dalla Dome o Home. Tito Tazio era il re dei Sabini, uno dei popoli Numani o Sunniti. Era noto anche come Re di Macstarna o del Quirinale, cioè della Mastaba dell’Altopiano delle Rocche o Altare d’Italia. Tito Tazio era un nome acrostico che era stato coniato per riferirsi al Potitus Ta[tus] Zion, cioè al Potente Pater della PTA egizia (Ptah). All’epoca il nome era portato dal Signore del luogo dove era stato sepolto un potente Faraone, che, da Pater dello schiavismo Ptah, era diventato lui stesso Patera in Mastarna, cioè nella Star [Ro]Mana (ἀστηρ, astrum). Costui in seguito fu soprannominato Tione negli Abruzzi o Tione degli Abruzzi. La Mastarna, luogo sepolcrale dell’Avis straniero136, era considerato sacro e, come tale, era l’Altare d’Italia. 136 L’Avis Externa, cioè straniera è Capestrano, cioè Capo estraneo, Caporciano, cioè Capo Porcino, appartenente a genti considerate porci, ma non nel semplice senso di animali immondi, bensì nel senso di animali che si riconoscevano e nei sacrifici cruenti e nei sacrifici egizi, praticati con l’utilizzo dell’energia elettromagnetica. Porco, infatti, è un termine che va inteso in base al significato della parola inglese porch, crittogramma che in realtà nasconde in sé il significato di onda elettromagnetica. Mastarna può essere considerato un’Arpia, cioè un Avis dell’Ara Keopia. In epoca medievale il Padre della Filosofia Scolastica Anselmo d’Aosta assunse tale nome per riferirsi a Ma starna. Infatti, il nome Anselmo significa principalmente anser cioè starna, ma con le seguenti ulteriori specificazioni: - anser elmo da ostia, cioè oche ostie per l’Eremo - anser elmo dia(volo) ostia, cioè oche ostie per il Diabolus dell’Eremo - anser elmo di AO in stia, cioè oche ostie per la stia dell’A. 102 In epoca preromana vi si celebravano sacrifici dionisiaci o suovetaurilia, che continuarono anche durante l’epoca romana. Il personaggio come “avis estarna”, aliena, era un Capo dell’Anas137 o dell’Anser, cioè un capo delle popolazioni che si dedicavano al Gioco dell’Oca.: In quanto tale egli è SHP cioè una Serpe o Cobra di Septh138 o del Delta . Fa parte degli ἀνὰ σηρ, σήρες139 Proviene o comunque fa capo al Sara o Ara S, cioè all’Egitto delle Piramidi, chiamato dagli arabi <<Sahrāʾ>>,deserto oppure <<aṣ-Ṣaḥrāʾ al-Kubrā>>, il più Grande Deserto, perché il sistema tecnologico di cui disponevano i Faraoni era in grado di desertificare intere lande. - anser elmo di AQ, cioè oche ostie per l’Eremo dell’Aquila,di Al-Aqsa o di Acus, di qui il nome dell’altro famoso filosofo scolastico d’Aquino o d’Aquilino. Nella stia od arnia egizia si faceva la fine della Aleph o Alif, cioè la fine della croce egizia o fine nazista . La lettera ebraica aleph ()א, la lettera greca alfa (A,α) e la lettera latina a (A,a), derivano dal fenicio 'āleph , a sua volta derivante dal proto-cananeo alp (bue). L’aleph o aleph (da cui Califfo) è l’Occhio spalancato della vittima morta con la bocca aperta al termine del sacrificio. Stia o stiva dell’A, alfa ed omega, principio e fine, significava anche “soluzione finale” per la razza bianca. 137 Anas, anatidae significa anatra in latino, e deriva dal verbo năto, nătas, natavi, natatum, nătāre, nuotare preceduto dalla preposizione greca ἀνὰ. Il verbo latino nato deriva dal greco νέω o νάω, da cui deriva anche il latino navis e ναός (Tempio), ma un altro verbo greco esprime il concetto di galleggiamento ed è νήχομαι, verbo che condivide con necare la medesima radice nec-. Il Tempio Egizio era il Gallo, nel senso di gaol o jail, dove si annegava, cioè si uccideva trasformando in sostanza gialla le vittime e dove queste galleggiare o, per così dire, gialleggiavano disciolti. Ma la saponificazione era preceduta dal becco del gallo o becco giallo, cioè la sevizie con il fioretto elettrico o fioretto pasquale (passover o trafittura). I musulmani yemeniti usarono il contrario della parola anas, cioè sana, nome dell’attuale capitale dello Yemen, per inneggiare al gioco dell’oca sugli schiavi bianchi, sebbene in una versione di tutt’altro tipo rispetto a quella egizia. Qui sana significa zanna, cioè lama ricurva e anas significa anaz cioè a-nascor, anche se nelle are meglio attrezzate si poteva realizzare il vero e proprio Tempio egizio, con ana Z (), llama e lama (anche nel senso di previo y sucesivo lamer). Tutto ciò era praticato sugli yeomen, come si può evincere dalla combinazione dei nomi geografici Yemen e Oman. Gli yeomen erano gli yellow men o yellowish o yewish, cioè gli schiavi di pelle e capigliatura chiara. 138 Septh è il Dio del Septem, del Sectar, della Sepsi. 139 Il crittogramma Σήρ è il contrario di PHS, da cui deriva il latino res, rei. Divenne il nome dei Tugs o Thugs, i musulmani indiani, dai quali la silk era procurata (rimorchiata) ai Cinesi. I Britannici definirono i Cinesi silkworms, vermi della seta, cioè vermi della Zed e della Seda, perché producevano bachi, cioè larve umane, utilizzando il coil : le Piramidi cinesi erano una fabbrica di silky, come le Piramidi egizie. Worm, che in italiano significa baco e verme, era l’equivalente del greco ερμα. L’erma era la vittima trasportata da Hermes all’Eremo cioè all’E-remo per l’E- ρώμη L’aggettivo σηρικός, serico, era predicato della vittima sottoposta al Σήρ, cioè al Sara nell’ara S o Z. La procedura Sara consisteva nel desertificare cioè nel bruciare la vittima. Da Sara, Ara o Area S deriva il verbo inglese to harass, equivalente del verbo to annoy. Hannoy o Hanoy era Yonas o Jonas, cioè lo schiavo ebreo in Cina, cioè tra i cani che dopo averla uccisa la trasformavano in Japon, cioè in jabon o sapone. Il nome Hanoy è connesso etimologicamente a to anoint, che significa Ionas in T (croce), a noise, rumore, ma in realtà grido od urlo, nose, naso, in spagnolo nariz, cioè vittima nera Z, per l’impiego dell’energia Z (). 103 Dato che dal vocabolo latino anser deriva la parola inglese answer, non è da escludere che l’Altopiano fosse abitato già in epoca preromana da una Sibilla od Oracolo del Serpente, allo stesso modo di altri luoghi ritenuti sacri (Cuma, Delfi etc.) per la presenza di “medium”. Forse l’Anser-Mastarna era il luogo sacro per antonomasia dei Tirreni, l’Ara o Altare d’Italia, e forse fu questo il motivo per cui vi fu condotto Yoshua di Nazareth, il Nazi, il cui Corpo dovrebbe essere ancora inspiegabilmente “vivente” a distanza di secoli, custodito in un antro segreto e posto al centro del rituale criptoebraico dell’Anastasis magica. Secondo gli studi dell'imperatore Claudio Tito Tazio apparteneva alle genti dei Servi Tullii, di coloro che provenivano dall’A-Tollo, cioè dall’Egitto, dove per millenni fu invalsa la consuetudine dell’Aleph o Alif tollere. Tito Tazio fu associato a Romolo nell'unione tra i due popoli, e quindi regnò su Roma, anche se per un solo anno. Tullus Hostilius Il nome Tullus Hostilius significa: - T-ullus hostilis, cioè T, nullus hostis, nullus servus este (aestus, aestivus, della fonte aestuaria) - Tollo hostiles di Tollo, Tollo è il Tholos di Tholomeo, Πτολεμαῖος, cioè il Sole () mayor (μαῖος) di Toro romeo (Torre di ). Quelli profughi da A-Tollo, cioè Apuli, Piceni e Picentini, Iapigi, Adriani o Atriani, anche oltre il Mar Adriatico, erano percepiti come estranei ed ostili dai Romani, Essi erano, per usare un toponimo della provincia di Chieti, Schiavi d’Abruzzo, cioè schiavi reduci dell’abbrucio e destinati nuovamente all’abbrucio: « Huic successit Tullus Hostilus. Hic bella reparavit, Albanos vicit, qui ab urbe Roma duodecimo miliario sunt, Veientes et Fidenates, quorum alii sexto miliario adsunt ab urbe Roma, alii octavo decimo, bello superavit, urbem ampliavit, adiecto Caelio monte. Cum triginta et duos annos regnasset, fulmine ictus, cum domo sua arsit » (Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, I, 4) Tullo Ostilio debellò Albanos, Veientes e Fidenates penetrando fin dentro i loro territori, che erano: Albanos II X milia = 2 e 10 miglia = 315 km da Roma per Albano Beneventum Potentia Albano Banato (Indija e Ruma) Veientes VI/to milia = 9 km, αῦρος o Etruria, i Veientes erano i Teucri del “vĕhĕre Gallos” Il loro porto principale era Civitavecchia dove imbarcavano sclavi Galli per portarli nella Troade facendo scalo a Gioia Tauro. 104 Fidenates VIII X milia = 8 e 10 miglia = 1.215 km Bucarest X VIII milia = 10 e 8 = 162 km per Fidene Offida (Marche) Alfedena (Abruzzo) Ofena (Abruzzo) Anco Marcio Il nome Anco Marcius significa che i Romani avevano distrutto i Marsi e le popolazioni stanziate ἀνὰ cuna, cioè gli Anconetani o gli Anas (Anatidae), cioè Piceni, Peucetii e Picentini, appartenenti al popolo dei Messapici o Iapici (Iapigi), vale a dire al popolo del Picus140. I Messapici erano il popolo della messe di schiavi destinati all’Apice (Apex) o al Picco (Picus), mentre gli Iapici erano le popolazioni d’Italia che contribuivano al sistema del Picco. Per le popolazioni anglo-germaniche il Messapico o lo Iapige era un big pig nel senso di un big del pic (picus, fioretto per le sevizie).. Nella cultura ebraica essi sono noti come i popoli del Messia, cioè del missus del Signore per la mietitura della messe (mass). « Post hunc Ancus Marcius, Numae ex filia nepos, suscepit imperium. Contra Latinos dimicavit. Aventinum montem civitati adiecit et Ianiculum, apud ostium Tiberis supra mare sexto decimo miliario ad urbe Roma condidit. Vicesimo et quarto anno imperii morbo periit. » (Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, I, 5) La frase <<contra Latinos dimicavit. Aventinum montem civitati adiecit et Ianiculum>> va interpretata nel senso che Ancus, dopo aver sconfitto i Latini confinarii, sconfisse anche i Marsi che facevano capo all’Aventino dell’Altopiano delle Rocche. Prendendo come punto di riferimento Roma <<contra Latinos>> significa che per raggiungere l’Aventino bisogna passare per Tiburs, cioè Tivoli. Il toponimo Tiburs significa Ti Robur, Tivoli significa Ti Vis e, come tale, costituisce un rinvio al AVIS HAZAN della Marsica, cioè all’Aventino dell’Altopiano delle Rocche, adiacente al bacino marsicano, e inscritto nel Tibur o Tabor o Tamburo. 140 Il Picus, nel linguaggio crittato, era il Becco Giallo dell’Aquila, cioè la Piramide ricoperta d’Oro vista come il becco di un rapace immaginario, che ghermisce gli agnelli condotti dal Pastore al πάσχ (Pascolo). Sempre nel linguaggio crittato, la Piramide può essere vista anche come l’artiglio di un rapace o, ancor meglio, come la zampa palmata di un’oca. Nell’antica Roma il rapace fu chiamato Ara Pacis (A-Ra-Pcis). Il popolo dell’Aquila usava il Becco (pic, beak, peak) sui Piccoli d’Israele tradotti schiavi (picked up in Europe). Dal picus, l’egizio Ibi[c]z, deriva il nome Ibiza e l’antico toponimo Piczulo (AQ), antichissime zone baleariche (Baal), come d’altra parte il Lazio, il cui Re Pico, figlio di Saturno e padre di Fauno; fu trasformato in picchio da Circe. Il sistema di sterminio che rimase in piedi per millenni fu definito bizzarro per le tecniche di sterminio utilizzate. Bizzarro infatti deriva da boaz jar, B e J, Boaz e Jachin: <<cylindrical vessel, early 15c., possibly from Middle French jarre "liquid measure" (smaller than a barrel), 12c., from Provençal jarra, from Arabic jarrah "earthen water vessel" (whence also Spanish jarra, Italian giarra)>> (vedi anche il toponimo siciliano Giarre). Può essere interpretato anche come bis jar, biscia e piscia, in relazione alla sostanza liquefatta che usciva dai cilindri o giare in cui venivano inseriti i prigionieri da giustiziare. 105 Tivoli nasconde in sé anche il nome Latino, perché Lativo(li) equivale a Latino, entrambi da Latus. L’Avis Ianiculum dell’Altopiano delle Rocche era considerato luogo simbolo della VIS e del VELLE del Latus Aegyptus o, semplicemente, Latium. Il luogo era considerato dai Romani Elatum cioè Elevatum ed Efferatum, per essere stato collegato all’Egitto dei Faraoni come Ara d’Italia ed era come tale Alatum, luogo di Alì e della Sfinge alata141. Le popolazioni stanziate ἀνὰ cuna, al tempo dei Faraoni, erano le popolazioni galliche che vivevano al di là della Laguna142 vèneta e al di là della cuna slovena-lìgure. Queste popolazioni erano considerate ancillari, cioè popolazioni per l’Ἀγκών (latino ancòn). L’ ἀγκών si praticava presso gli Angles (Saxons), le Piramidi. In greco ἀνάγκη significava ineluttabilità dell’ ἀγκών o, quanto meno, del semplice ancus. La sigla significava ANKH cioè ἀνὰ KH o ἀνὰ KAI con N (un lirico greco, Anacreonte, ne fece il proprio nome). Il popolo Ἄχαιός (acheo) era quello dell’A-καίω e la sua occupazione principale era la καυμα, in spagnolo quema e cama, in italiano cremazione (era la Causa dell’Olocausto, ἡ καῦσις o ἡ αἰτία). Le vittime erano i camiti: il camita è il καλός μῦθος, μοῦσα, μοῖσα, il mouse, il camuso, da non confondersi con il negro, suo nemico. La parola latina cuna si ritrova nella parola icona, importante nella liturgia cristiana non tanto in relazione al martirologio dei Santi, quanto in dipendenza del suo significato originario. La I cuna, in greco εἰκόνα e εἰκών o, sinteticamente, (psi), era la stessa Aquila Imperiale egizia. Simboleggiava la cùnula (culla), cioè la kaba (cuba), bara (barka o barak) elettrificata. 141 Eutropio, che scrive in maniera cifrata, parla di dimicatio (dimicavit). Ciò significa che Ancus Marsus procedette, dopo la disfatta dei Marsi, alla de-amicatio, cioè alla deamicazione o decimazione degli uomini del popolo vinto, fino alla loro totale soppressione e la susseguente schiavizzazione delle loro donne (dal prefisso greco ημί, hemì, latino semi, ricavato da μισός e ήμισυς, ημίσεια, ήμισυ, Old English sōm-, sām-, half). L’amicus era per la componente femminile del popolo il mecum della mulier, cioè l’uomo atto a combattere e a procreare una familia. Tra i guerrieri l’amicus era “arma mecum”, cioè commilitone (armecum amecum amicus). . L’etimo della parola deriva tuttavia da anicus, sincopato in ancus. Gli anici (ricordati nel nomen di una gens Romana, la gens Anicia), erano i discendenti degli Alfa Nike, Vittoria Alfa o Vittoria di Alif. Vittime degli anici marsi erano stati i Boi-Friends, cioè i Galli diventati friends dopo lessere stati fried (fry end). 142 Laguna deriva da lacus che, a sua volta, deriva da acus, -i. Stessa etimologia ha la parola acqua (aqua) e la parola aquila. Il cunnus ed il suo diminutivo cuniculus sono gli orifizi dove si introduce l’acus (in spagnolo aguja, in italiano, aguglia o, semplicemente, ago) o il cuneus (I cuneus o I cona). Il coniglio rabbit è il roditore che si introduce nel cuniculus. Il crittogramma per acu o aqu è Q e, in genetica riproduttiva, è spermatozoo-uovo. 106 La I che attraversa la cuna (cunetta) rappresenta la spina del cavo che collegava la kaba al generatore di corrente elettrica. y 107 Immaginando di ruotare la forca si ottiene il cuniculus, un cilindro con la croce rossa, simbolo della atrocità del congegno. Questo è atrox perché è una croce elettrica che arrostisce, è cioè una T ros. cunnus cuniculus cuna In realtà, lo schema del cilindro (barrel, barile, cuba o botte) non è sufficiente, ma va completato aggiungendo altri elementi. barca iuvenca μυ μόσχος μῦς μυῖα musca, -ae mus, muris Icona 108 Diamante DAMAS ss rr A Rombo Nagorno karabak o kabarak nagma nag ἰπνός horno F-URNA IPNOS kara URINA ὕπνος baka o kaba HONEY MEL APE APIS BEE ABEJA 109 L’uomo in croce va immaginato disteso orizzontalmente nel contenitore barka o barak (Kaba), con I gli arti superiori distesi lungo il tronco e gli arti inferiori giunti, a formare una Colonna . Esso era conosciuto come Mῦς, cioè Mosè, Musa, Mόσχος, cioè Vitello d’Oro, Mύ-κύων (κυνός), cioè Dog, terminologia che va interpretata alla luce dei sostantivi latini mulsus e mulsa nonché dei verbi emulgeo ed emulceo ma soprattutto sulla scorta del greco μέλας, -αινα, -αν (per un astuto camuffamento linguistico ne sono derivati termini come mousse, hydromel, honey-sweet, mellito, mellifluo, melassa, caramella)143. L’Aquila può diventare una coppa facendo scorrere la I Il Diamante, in latino adamàs, completato in rombo, come nello schema è un’allegoria dell’onda elettrica elettromagnetica oltre che la punta del fioretto elettrico. Da adamàs prende il nome la città siriana di Damasco e diamante pentagonale deriva il simbolo del Pentalfa, in cui si riconoscono tutte le popolazioni che si richiamano alla Sura, al Corano e all’antico Egitto Nazista. 143 Dalla combinazione di μῦς μυός o μυῖα, -ας, con κύων (genitivo κυνός) è nato il nome dell’isola greca di Mύκονος, che ha lo stesso significato di Μυκερινος. Vedi i toponimi della città turca Melitene (Malatya) e della città greca Mitilene (Μυτιλήνη). La caramella, in spagnolo caramelo, è Camel o Gamal (Gamla), cioè il prodotto di rifiuto del procedimento Umma o Gamma (fenicio Gimel). Il Cammello era il Cavallo (Equus), cioè la Svastica Nazi formata da una serie di L che, dislocate, danno la figura di un Cavallo. La lettera fenicia Gimel, somigliante al collo ed alla testa di un cavallo, era un grafema che rappresentava sia l’energia Gamma sia il gancio o l’uncino del macellaio moses o mosul. In greco l’uncino era ἡ ἄγκυρα, l’àncora o amo per gli amores di Roma, cioè per i fanciulli e le fanciulle gallo-romane. Essi erano nordeuropei, vittime del roaming o romitaggio verso Roma egizia, dove li attendeva l’Amo Il Camita (latino Hamus, greco Chamòs). Per i Turchi il simbolo dell’ ἄγκυρα fu così importante che assurse a nome della loro capitale Ankara. 110 Prescindendo dal Pentalfa egizio, l’onda doppia, è stata assunta a simbolo dello stato di Israele nella forma di stella di Davide A La scelta del simbolo rappresentativo dello Stato recentemente costituitosi è dovuta al fatto che l’olocausto mediante energia elettromagnetica è stata nel corso dei secoli il principale strumento di sterminio degli ebrei. L’acconciatura dei capelli chiamata peot, con le treccine ad 8, ricorda ugualmente la doppia elica dell’onda elettromagnetica, raffigurata per esempio nel Caduceo (Κερυκειον). A parte l’energia elettrica, gli antichi Egizi erano in grado di produrre altre forme di energia. Sempre nel campo dell’energia elettromagnetica già avevano inventato il laser, ma ciò che è più straordinario avevano a disposizione l’energia per la levitazione e l’energia per indurre la morte apparente, impropriamente detta ipnosi o catalessi. Conoscevano lo spettro delle radiazioni ionizzanti e non e il modo per produrre le microonde a bassa frequenza. Importanti erano i raggi iper Gamma, cioè i raggi Delta () e i raggi Eta (H) utilizzati per la ἑταίρα, cioè per l’ἰπνός, quemadura o KHMAD. Da ἑταίρα, etera, deriva la parola ètere. 111 Tarquinio Prisco Il nome Tarquinius Priscus si riferiva alla sconfitta dei più potenti tra gli abitanti dell’Italia, i Primi o Prisci (nemici), cioè gli Etruschi. Gli Etruschi erano definiti Tarquini perché erano di origine turca: tarchini, turchini, turchesi. Gli antichi anglosassoni e gli antichi germani li definivano turk e li equiparavano ai taji, taki, thay perché dediti al pari di quelli al tur (to burn) e al tak (to tack). I Greci li identificavano come popolo Τευκρος, cioè i θεοῦ χριστόι, gli θεοῦ ὠχρόι (spagnolo ogros). Erano famosi in Europa perchè torquebant le popolazioni che riuscivano ad assoggettare, spremendole ed angariandole. Su di esse si soddisfacevano praticando la torrefactio, articolata in torturare (torrere-T-urare), fracturare e [in]taccare. Da tale prassi sono derivati i verbi italiani tacciare e tracciare, i verbi inglesi to track e to trail. 112 Il verbo latino tăcĕo, tăces, tacui, tacitum, tăcēre deriva ugualmente dalla tacca sulla vittima ma con particolare riguardo alla tacca della lingua. Il termine che forse rende meglio l’idea della tacca è tacchino e taccuino: il tacchino è tracciato (e tranciato) dal macellaio alla stessa maniera del taccuino, tracciato dallo stilografo. Il tacchino era per gli arabi taquim, parola che ha dato origine ad almanacco e allo spagnolo almacen. I termini si riferivano al registro contabile e all’emporio di Galli tenuto dagli arabi. Il verbo terrere (terrĕo, terres, terrui, territum, terrēre) era nato, invece, alla prassi di seppellire vive le vittime. Servio Tullio Il nome Servius Tullius deve essere interpretato, alla luce del verbo latino tollo, come sterminatore di servi. I servii, nome che divenne il nomen simbolico di una gens romana, erano coloro che avevano servito l’A-Tollo o A-Θόλος o A-Tumulus. Ad esempio gli attuali Serbi erano considerati servi delle Serpi egizie dai Romani e, più in generale, lo erano gli attuali Slavi, definiti sclavi, non tanto per il fatto che erano stati sottomessi militarmente quanto per il fatto che erano stati amici del Serpente della Clavis Egizia (S – Clavis). Tarquinio Il Superbo Come Tarquinio Prisco il nome era stato adottato per riferirsi alla distruzione degli etruschi super Bononia, dominatori cioè dei Galli Boi o Boni (Dea Bona). Il loro territorio era chiamato Superba, cioè Super Erba, Arbia o Arabia c’è l’Elba o l’Alba. L’Alba era l’Europa del Nord da dove i Galli erano finiti in Licia, Cilicia, Seleucia, Galilea, Galatia, Galizia, Lusitania, Andalusia etc.. 113 HORATII Il nomen Horatius deriva dalla unione di Oro e Latium, dove Latium sta per Latum. Oro Latum o, semplicemente, Latum è il nome dell’antico Egitto, perché terra delle Piramidi d’Oro. Oro è Hλιος (H-oro), ma Oro è anche la stessa Piramide ricoperta d’oro e Latum, da cui Latium, è il suo lato triangolare. La Piramide rappresentata in maniera semplificata con uno dei suoi quattro lati triangolari, l’Oro Latum (Oro L oppure Orlo) oppure con il simbolo del suo funzionamento Sion possedeva la capacità di devastare ampli territori, di arrecare late devastazioni (vastatio). Per tale motivo l’Egitto venne chiamato anche Lato e Vasto. La Piramide calata nella O è l’Ora od Orologio. All’interno del cerchio può essere rappresentata sotto forma di due lancette che segnano le 11-1 e 57 oppure sotto forma di un compasso ed una squadra. Latona, la divinità venerata dai Romani era L Atum o L Aton (Latus, Latona). Il nome Latona nascondeva in sé l’espressione La Trona, cioè La Tre che troneggia e tuona (tonitrus in latino). L’Aton era l’A Tondo cioè l’A in O, la trafittura. L’A in O ha lo stesso significato della lettera dell’alfabeto ebraico ayn e nella tradizione italica è l’ainarse all’ayno, cioè a bucare l’agnello sacrificale (ayno è ovino ed οἶνος). Il numero Tre è presente anche nelle parole latrones, ladrillos e latrare (da Latrus, Latus e ). Aton si ritrova nella parola spagnola atùn, che significa tonno, nel senso di tondo e tonto, contrapposto ad acuto, la punta della fiocina, che è acer (acris, acre). Si ritrova poi in aceituna, parola in cui ad aceite è stato aggiunto atun. 114 Aceite deriva da acer come ascia (ascer) ed accetta (ascetta o piccola acer) ne consegue che l’aceituna è l’asceituna cioè l’accetta sull’atunes o atondos w OO o, forse meglio, l’axe (nel senso di axis, asta ed aza) sui tondi w OO La parola spagnola aceitunas può essere considerate anche come l’acrostico ASTU, A Sex T Ugnas, il cui significato è unzione o anointment per l’arrostimento nel barile ermetico con l’aceite, cioè con una soluzione acida Il nomen Horatius - ΩPATΩ - deriva da Orus. tuttavia essi sono così chiamati perché erano stati “curati” (Corati) dai Curatii, Curetes o Quirites. Erano Galli del Nord Europa, cioè erano Dorati o Dori (Δωριεῖς o Δαναό). Sono stati vittime di Eliodoro ad Eliopoli: H O e H L’Europa, loro sede, è così chiamata per essere stata Terra EUR-O, cioè di Eliodoro. Gli Horatii durante l’Impero Egizio erano senza K, cioè senza Corazza. Tra di loro vivevano comunità criptoebree. La loro terra è chiamata anche OSTARA, cioè Terra dell’O Est o dell’O Ex[i]t e si estende fino ad ρος, la catena montuosa che funge da confine, limite con l’Impero del Sol Levante. 115 Si tratta dei Monti Urali, così chiamati perché nella Russia asiatica erano stanziate le razze dell’olocausto altaico, i Mogul, Hun o Yu[a]n. Oltre il territorio Mogul c’erano gli Yuri o Uighur (East Turkestan in China), cioè i Cinesi uratores delle Piramidi dello Xyan144 (Big Hur): essi erano in relazione con i Moses Egizi. Gli Horatii o Dori erano stati “urati” come gli ebrei, soprattutto in Egitto, e come loro erano stati deportati anche in Cina, via Somalia-Oman. Il nome della capitale dell’Oman, Muscat, è un nome molto eloquente. Significa, infatti, Gatto-Topo (mouse and cat), Gatto Mosca (muzcat o mozca) cioè Gatto che mozzica DDD Come tale l’O Man, l’Uomo di Orus, si definisce Gatto Felino (Tigre, Leone) “mangia mucche” μυῖα, ma per le vittime è invece un omen (una maledizione abominevole e la sua apparizione è un presagio di sciagure). _ La mucca ἡ βοῦς, βοός (bovis, bue) o μυῖα, -ας, ἡ (mosca) è animale sacro agli Indiani, perché rappresenta la macellazione del loro popolo durante il plurimillenario Impero del Sol Levante, soprattutto quella mediante OX (booz). L’idea di bue implica la previa castrazione (notare il genere femminile ἡ di bue). Da μυῖα deriva il verbo latino morior, moriris, mortus sum, mori. In spagnolo mortus è muerto. Il Morto è l’Orto MV(orto), cioè l’Orto di Oryon, dove il Noyr cioè il Nero (Noir) si è impossessato del Sole e dove arriva il suo nourishment dall’Europa; è in parole semplici il Cimitero dell’intera Europa (Cima Terra, Cuma Terra, Semen semita in Terra). 144 Gli Uyghur, popolazione di origine curda, erano parenti dei Lìguri, finiti millenni addietro nello uyushmaq, cioè nella regione dell’Kusc (uscio) attraverso la quale passavano le carovane schiavistiche dirette al Guscio o Kusc cinese e attraverso la quale passarono in fuga (huir) i popoli sottomessi dai cinesi, dopo il crollo delle loro gigantesche Piramidi. I Lìguri come i Vèneti erano popoli stranieri venuti da Ben (India), assoggettati per un lungo periodo da Om (Cina). Erano migrati verso Occidente ed una parte di essi era giunta nell’Aiuola d’Italia, cioè in Iulia, passando per l’Illiria. L’Aiuola d’Italia era un’altra “zona tagliuola” di Ίουλος, era I-Tay rispetto al Ca-Tay o Catanga. Sulla carta geografica il Catanga è la Cina legata alla Tanzania o Tanganika mediante una tangente che tocca il cerchio cinese e passa per il Ba-tang (Bank-ladesh). La Cina è il Ca, perché la sua forma geografica è quella della sillaba Ca, è altresì il Ba (Batata), l’India è il Ben e il Ba-tangente (Batang). Catanga o Tanganika erano la Cina e l’Africa unite nella Nike (Tanganika). Erano immensi territori “catanesi” Κατάνη per il κατανύειν (sterminare) ank, tank, tak dei tacchini o tarquini o turquini 116 Nourishment ha lo stesso etimo di nuora, spagnolo nuera e persino del toponimo Nuoro. La nuera era la negra che si cibava di schiavi bianchi nel mu-orto (cannibalismo). Tale circostanza lascia supporre che in Sardegna c’era un’alta concentrazione di are per i sacrifici cruenti ed il cannibalismo. La tradizione cannibalistica era stata importata da Sardi, città dell’odierna Turchia, toponimo che deriva dal greco σάρξ (carne). Carne deriva dal greco κάρα, da cui deriva anche il latino craneus e lo spagnolo cara. In epoca romana nurus è la nuora, cioè la donna che entra nella famiglia patriarcale per procreare figli al pater familias cioè per il nourishment (nutrimento) della famiglia. Ma l’origine remota del termine è quella di Nuoro, Terra dei Neri. Infatti, l’Insula di Sardi, prima della conquista romana e durante il dominio etrusco sulla penisola italiana (che si estendeva fino a Lu-Cuma, confine della Magna Grecia), era abitata non soltanto da genti di origine sardo-teucra, bensì da Mori, cioè da Negri, soprattutto Cartaginesi e Numidi. I negri (dal latino niger, nigris) erano genti di pelle e capelli scuri, che uccidevano i bianchi carbonizzandoli (νεκρό), con l’uso dell’onda N. Di siffatta pratica erano eager eagles (n-eager, n-eagle). εκρός deriva dalla radice nec- con l’aggiunta di oro (sole, luce: o, ), di qui il latino necare, l’inglese to neck e l’italiano annegare (strangolare e soffocare per strangolamento). La radice nec(k) ed il suo contrario ken (χήν) fa parte degli acrostici: - KHN – KHMA- QUEMA (quemar) ANKH – NHK – AMHK[KA] (Mecca o Makka) Nella lingua latina la radice nec(k) è diventata la congiunzione negativa nec e neque, in quella italiana né, in quella russa niet. In inglese, invece, è diventata net (rete). La NET è la TEN X (Tensione X), ed è la rete del to redden, cioè la Cama del Camita o la cama in tuba e, quindi, la Cuba: c[ama-t]uba (nella religione cristiana è la Graticola di San Lorenzo, Santo festeggiato il X agosto). To neat significa nettare, ma deriva da nectar e necare. Il nettare degli Dei è il sangue che esce dal talio del neck della χήν (ken è il contrario di neck). Il talio comporta l’estrazione del cruor e del s-anguis, cioè delle interiora, compreso il cuore: cruor è cuore e sangue; sanguis è l’intestino paragonato ad una grande anguilla attorcigliata (la lettera S iniziale vista come un tratto di intestino). Anche la parola inglese blood, sangue, è anagramma di bodella o budella. 117 L’anguis è anche la langue, l’inguen (inguinis), cioè la lingua/serpe (la corrente elettrica) sul fallo oppure il fallo tagliato, dato che l’uomo, tolto il fallo, ha l’inguine, cioè la lingua (inguen) o l’ang[olo] della donna . Ma la parola Sanguis è soprattutto S-an-guis, cioè Ghiza, che equivale a Y A cioè a MA. MA è la sigla con cui si designa la Piramide, paragonata alla Madre, cioè all’organo sessuale femminile. La Madre può essere simboleggiata dalla sovrapposizione di due triangoli contrapposti , che danno MAT. La copertura della MAT è la TILDE , cioè la tile (tegola) della Piramide ~ ed esprime l’emanazione dell’energia prodotta. La Madre Isis è la MATILDE, la MAT-TILDE. Immaginando la Piramide con tante tildi disposte in circolo essa diventa il cappello di un JOLLY. Come Jolly la Piramide può provocare Jolts, cioè scuotimenti tellurici (J-all-T, G-all, -). La Piramide è la Madre “fertile limo” perché, come V-Ter, riceve i semiti-schiavi dall’Europa e partorisce i figli per lo schiavismo cannibalistico africano (ma anche per l’America Latina e la Cina). Come tale l’Egitto con le sue Piramidi è la Magna Mater (Κυβέλη o Cibelis). 118 W M Vagina Maria o Maya Y La Magna Mater, il Delta del Nilo con le sue Piramidi, è al tempo stesso la Vagina dell’Europa. Infatti, se l’Europa geografica viene vista come una donna con la testa chinata in avanti, si può immaginare che si accovaccia sull’enorme fallo egizio, dal quale viene fecondata affinché possa partorire schiavi. Ciò significa, al di fuori dell’allegoria, che gli schiavisti africani ed arabi salgono verso il ventre molle e indifeso dell’Europa e da esso ridiscendono con gli schiavi bianchi ivi catturati Gli schiavi sono chiamati semiti - nome oggi usato per designare arabi ed ebrei - perché in Egitto saranno in gran numero trasformati in limo, in inglese slime, cioè disciolti nei barili ermetici in una sostanza tipo latte o sapone (saponificazione). L’Europa Donna era chiamata in greco MAA o anche MAA. In quest’ultimo caso l’aggiunta della lettera greca ro P esprime la rotazione della W in M: r Q Capovolgendo la W della Wag[ina] si ottiene Mag. L’espediente enigmistico è noto presso gli ebrei come Maghen (David). Significa che i Wag “wage vagitus” e i Mag “màyano”. I Wag sono gli Europei bianchi e i Mag sono i Magi, cioè i popoli cannibali africani, mediorientali ed asiatici (mag- mangiare La pratica è la stessa dei popoli Maya dell’America Latina e da essa deriva la parola spagnola desmayo. Per gli ebrei inglesi è il sistema Whig/Thories. Da TILDE, passando per T TM, deriva TIME, cioè Tempus e Templum (per i Britannici il Tempio Egizio è il Thames). 119 CURATII Il nomen Curatius – ΚΥΡΑΤΣΩ - deriva dalla unione di Curo e Latium. Curatius significa curato, cioè persona alla cui curatio è addetto un curator o medico. Si tratta però di cura nel senso negativo del termine, si tratta cioè di cura finalizzata al sacrificio del curato145 (stesso concetto del Quran) e di medicina nel senso di ermeticità (schiavizzazione, chiusura). Il medico delle origini è un ermetico, un adoratore di Hermes146. Curatius può significare anche munito di corazza, sistema di protezione il cui nome deriva da cor, cordis e che i latini chiamavano lorīca, tegmen, pectorale, thorax147. In realtà, a parte la corazza vera e propria, erano così chiamati perché provenivano dalla Corazza di Ciro, cioè dalla Piramide Egizia. Corazza in inglese è quirass (Quirita) e deriva da X Ra (χείρ). Una forma linguistica equivalente è armor plate che va interpretato come: plate, arm, orus o, in termini latini, platus, ramus, aurum. La corazza, nel significato premevo, è quindi un’arma (arm) che emette raggi energetici distruttivi. Nell’antico Egitto la Corazza era costituita da un sistema di modificazione del clima (weather modification), sostanzialmente identico ai moderni sistemi ad induzione magnetometrica e da dispositivi capaci di emettere fasci di energia laser (vedi il progetto statunitense HAARP, High Frequency Active Auroral Research Program, o quello peruviano ubicato presso Cajamarca). I Greci, dopo la caduta dell’Impero Egizio, si impossessarono del know-how per la produzione di siffatta energia e furono in grado di realizzare congegni laser capaci di colpire bersagli a notevole distanza. Il nome dal congegno laser era Faro (Pharo o Pharaoh): Ad Atene fu realizzato il Pireo, una torre analoga al Faro di Alessandria, presumibilmente capace di colpire un obiettivo almeno a 60 km di distanza, come si può desumere dal nome dell’isola greca , che dista 58 km dal porto di Atene. Il congegno tecnologico fu chiamato in vario modo dalle popolazioni soggette al Faraone, che era il proprietario del Faro. 145 Il verbo curare deriva da cor, cordis e significava estrarre il cuore o, più in generale, le viscere durante un sacrificio: exta nel senso di extra. 146 Egli è un verme che si occupa delle erme (έρμα) dell’eremo (Hermosura). 147 Non è da escludere che i Curatii disponessero di polvere pirica e di armi esplosive ed incendiarie. Corazza può interpretarsi infatti come co-razzo, cioè corvo (κόραξ= cor + arx) o curva razzo ma anche come Ka-oro o Ka-ura. Razzo deriva da radium, a sua volta derivante da Ra Deus, cioè Raggio di Dio, ed era ai tempi dell’antico Egitto un potente raggio o fascio di energia laser. 120 Nel mondo greco-romano uno dei vocaboli che ad esso si riferisce è Ρώμη-Roma, vocabolo da cui sono derivati numerosi crittogrammi: remo, romolo (piccolo remo), amor. Platus deriva da P-latus, altro crittogramma che si riferisce al pelo lato, cioè ai campi di obelischi, alla Piramide del Latte (limo e slime). La P-lat è anche la tal-P cioè la Piramide tall, tallero, dollaro, tollo, talio. La Piramide era chiamata anche Chirone, perché la struttura ha 5 angoli, come la mano ha 5 dita, manche perchè è espressa dal numero X cioè da 10 dita. In greco la mano χείρ, χειρός significa XHP PHX. Dalla prima sigla deriva k-herd, dalla seconda derivano pecchia, apecchia, apicula, catapecchia, che il ghetto dove prima era Pec/Pes Ius e dove veniva messo il pungiglione elettrico al Giglio Candido o Fleur de LYS (delicia). Chirone è Χείρων il Centauro, l’OMO EQUO cioè l’OMO-IXOS, cioè la Piramide che lancia strali, dove viene sterminato l’uomo ἰχθύς. La Piramide è un Centauro perché è una XHN o THN Torre (Taurus): produce una quantità enorme di tensione in KW o CV I Quirites, dopo la distruzione delle Piramidi, sono rimasti depositari del X Ritus (χείρ rito), cioè della Scienza degli Egizi. Si dedicano ai Baccanalia ed ai Suovetaurilia, ma aspirano a rifondare una nuova Roma (simbolo del Cuore), aspirazione comune ai popoli mediterranei come Greci, Teucri, Cartaginesi, nonché ai Parsi. L’ X Ritus è il rito del sacrificio mediante l’onda elettromagnetica XXX detta VLF o OLF, da cui Elfo e Wolf (è il volt low frequency). Nel mondo arabo è la muka(rramah) o makkah La maka è la cama (kama) dei Camiti, il letto dove viene distesa la vittima. La volta è il barile/botte cioè il contenitore dove è la cama. È detta anche Kaba, cioè cava e gabia elettrica, sigla che può essere letta anche come Baka o Abak. 121 Nel linguaggio didascalico la baka è la vaca e l’abak è l’abbacchio al forno elettrico (nella lingua inglese il concetto di arrostimento al forno è contenuto nell’etimologia della parola bakery ed il medesimo concetto è sotteso al nome della capitale dell’Azeirbagian, cioè Baku o Baky). Kaba è una variante di Cuba, nome dato alla grande isola dei Carabi, dove in epoca remota esisteva una civiltà analoga a quella egizia in possesso della stessa tecnologia della kaba (vedi il recente ritrovamento delle Piramidi inabissatesi al largo di Capo Sant’Antonio, a nord ovest di Cuba). Altre parole che esprimono lo stesso significato di kaba sono cob e cow e web K cob K cow PO S W web Come spiegato in precedenza i Curiatii, nella Roma arcaica, erano i “curati“ le genti “in cura” dei Quirites o Curetes (si potrebbe dire curati e curatore). Il nome Curetes può essere messo in relazione anche con l’aggettivo latino curtis ed il verbo curtare, che significa tagliare: cur[a]tius curtius cur[a]taius curtatius. Curtatius è colui che “curta Tius”, cioè Dius, Theon o Sion e, in particolare, colui che curta il suo cor, secondo il rito del taglio del petto per estrarne il cuore, organo sede della forza e del coraggio. Era invalso tra i Quiriti, fin da tempi remotissimi, salutarsi con il motto <<cura ut valeas>>, cioè “cura” i Curiazi per stare bene e conservare le forze. La frase equivaleva a <<vale!>> cioè <<valetudo est cura>>. I Curiazi erano prevalentemente obscuri, cioè di carnagione e capelli scuri, erano Osco-Umbri148, ma erano obscuri anche in un altro senso, cioè erano “all’oscuro” dei penetralia, arcana o misteria Imperii. 148 L’osceno (obscenus) è l’opposto di scanno, cioè la vittima da scannare: caino cioè cane è l’archetipo dello sgozzatore. Nell’ebraismo l’ebreo è l’eletto Choen, cioè è la vittima eletta dello sgozzamento, ma nel contempo è Gesù di Nazareth, eletto Ostia Eterna. Osceno è anche ciò che è opposto alle scenne, che in dialetto italico sono le ali. Dato che le Ali sono le Piramidi viste come Ali dell’Aquila Egizia, opposto alle scenne e quindi osceno, oggetto dello scannamento, è chi abita l’Europa e scende (scenne) schiavo in Egitto: le scenne scendono, l’ala scenne, cioè 122 Con tale parola ci si riferiva nell’antica Roma ai segreti o misteri dei Penati. Nell’Aedis e nell’Aedes (Casa e Tempio)149 venivano custoditi i simulacri degli Dei Penati. Nel Templum, in particolare, i Collegia Pontificalia o i Sodales custodiscono gelosamente le cose segrete - arcana imperii - note solo ai Pontefici egizi. Mistero deriva da mixtus, cioè oggetto composito indistinguibile, non identificabile: in inglese il concetto è espresso da myst, nebbia o fumo. Da mistero deriva ministerium e magisterium, minister e magister. I crittogrammi significano meno (minus) o più (magis) isteria in Khem-Ade (Inferno Egizio) a seconda del tipo di trattamento delle vittime (da magis deriva magia, la pratica del minus/mas G o del min/max G o 6 o SEX): scende, sul corpo dell’avis ( Vis) e, continuando nella metafora, le ali (le oche, the answers) vengono deportate sul Cor[pes] Osceni erano i canti ed i riti osco-umbri, falisci e, più in generale, italici. Tra di loro famosi sono i Fescennini erano rappresentazioni sceniche vernacolari, ma la loro origine risale ai riti di sangue. L’origine di Fescennium è -ἄγω-σκηνή, cioè facio scaenam, ma nel senso di faccio scanno in scaena, cioè in teatro, coram populo, cioè davanti al popolo del Cor o della χώρα. Dal greco σκηνή deriva il nome Ennius, che significa predestinato (εἰς) alla quema (Khemi) presso la scaena del Cane. Sempre da σκηνή deriva il concetto di Enneade, che significa N Ade, cioè Aden, Adon e Eden o, in parole semplici, Nada, equivalente a Nihil o Nilo. Da Ade N deriva il verbo andare, endare, entrare, in–tra-r, cioè (entrare) in TRE-R, ma tenendo conto del greco anèr, andros ne consegue che aden era andare ed entrare in Aner, cioè nell’arena nera africana o dei neri. L’anèr, l’andro, l’homo, è chi anda in ano ma nell’ano nero, nel buco nero dal quale non si torna. Il buco nero è l’Aide, dove, una volta giunti, inutilmente si chiede aid ! dia-bolus (διαβάλλω e διάβολος) ed help, cioè hell !pes, alla vista di El Re S o El Reo S (ρεῦμα). Fescennium o Fascennium è anche: - Fascio littorio, sistema di esecuzione capitale con legatura ed olocausto; - Fac scamnum (scanno in scranno), cioè “finde cannam” ossia fendi la gola (egypt. kán̚na, gr. κάννα e lat. findo, -is, fīdi, fissum, -ĕre). Scrivendo Fescennium come Phescenno o Phescanno si estrapola il concetto di Scanno del PHS (Pes), cioè dell’ἰχθύς. Da Fescennium discende il toponimo del paese di Scanno, ricadente in un’antica zona di pesca per i Pescatori di Pietro, così come lo era il territorio abruzzese di Pescara. Lo scanno era in latino l’atto del iugulare o mactare con arma da taglio sullo scranno o altare (scanno). La parola scanno deriva da canna, accomunabile a cuneus, arma da taglio appuntita, e cunnus, buco profondo o cunicolo provocato dal cuneo (per traslato vagina). In latino l’arma per sgozzare e la parte del corpo da tagliare è il calamus, arnese che fa l’arundo o harundo. La parola rondine deriva da arundo, arundinis per la questione del taglio circolare del collo, come dire taglio a rondella ma anche per la questione della ronda capinera, la parola golondrina deriva invece da gola andorina, cioè gola ἀνὰ (daru, ), mentre la parola swallow deriva dalla codificazione di s-low-wall il cui significato è “to scotch low wall” (sgozzare sotto il Tempio) Lo scanno in greco è σφάττω presso il θρόνος, cioè lo sfiato o l’ἀνάγκη, cioè l’incisione inevitabile, e quindi la Necessitas per le vittime malcapitate (la Necessitas più in generale è l’Egitto). Colui che compie i sacrifici di sangue è l’ἄρκτος, l’orso nel senso di marso, colui che morsica e arde, l’orco, in spagnolo ogro, in greco è il Τευκρος, cioè il teugro o tergo. Ma ἄρκτος non è solo chi usa l’ark- , cioè l’acer (arce) acutus o l’achaeus, bensì durante il millenario impero egizio è colui che usa l’arco fotovoltaico (ἄρκ), cioè chi scaglia i dardi dalle Piramidi e sottopone le vittime deportate all’alto voltaggio. 149 Nel mondo musulmano la Casa ed il Tempio corrispondono, in quanto hanno le stesse finalità, alla Casba ed alla Mashid (Mosque). 123 a) + o - στερεός, cioè più o meno st. ἔρως, ῥέω, ρεῦμα, ρεῦματος (reumatos), cioè per significato traslato dolore. b) + o - I στέαρ (στέατος), cioè più o meno cera stearica o più o meno I κηρός, cera d’api (istear è all’origine di mistero, parola che originariamente significava mi-stear o misture o moisture, cioè yellowish o jellyfish o cerume appiccicoso). c) + o – isterectomia, taglio dei genitali L’isterectomia poteva essere dei genitali femminili uter, cioè V Ter (uter) oppure O Tre (otre od ocre) OO OO OTO OXO OVO O O tolta la °T° vagina oppure dei genitali maschili exter o ester OO OO Isterectomìa deriva dal verbo e dal sostantivo aggettivato /, parola in cui si ritrova il tema ter- di Terra e del numero Tre: ἡ ὁ βοῦς era il risultato dell’isterectomia o taglio dei genitali. Nella crittografia ebraica la mutilazione viene detta Easter e la tradizione delle Uova di Pasqua è una reminiscenza sublimata dell’atroce pratica egizia. Nella crittografia semiotica la mutilazione era sintetizzata nella sigla OIO, OJO, OCO, OKO, OTO, OVO, OMO. Il vocabolo ha la stessa radice etimologica di Στύρα, città della Grecia, e di Styria, regione dell’Austria, tutte riconducibili al concetto di sterilizzazione eseguita mediante cauterizzazione da fuoco150. La radice etimologica è tor-/tur, la stessa di torreo, torcia, tortura (con raddoppiamento di tor o di tur), di Turchia, nome con il quale ci si riferiva ab origine all’Egitto e solo in seguito passò a designare la penisola anatolica o Asia Minore. Il crittogramma tor o tur è, a sua volta, la risultante di T + UR o T + OR. La Turchia, in ogni caso, non è la natio Turca sic et simpliciter, bensì l’insieme di nationes presso le quali era invalsa la pratica dell’olocausto. Anche Σαρα, Sara, toponimo del deserto africano, e nome della moglie di Abramo, significa , ma versandosi in un contesto crittografico, significa anche M - Sala (rotacismo r in l) e M-Ara o M-Area (ruotando la lettera ). La Sala in questione è La Camera della Morte, cui gli africani hanno dedicato il nome di uno dei loro Stati, Cameroon. Il suo significato è Camerone, Grande Camera, ma anche camaròn, il nome spagnolo del gambero, cioè della vittima prima arrostita come un gambero e poi carbonizzata. Le zone tor/tur erano “zone turkestan”, cioè terre di insediamento di popolazioni turche, dove le pratiche mutilatorie e gli olocausti costituivano l’elemento identitario delle comunità colà residenti. 150 124 Essa è la nazione KRK o UKR, cioè teucra (turca) ed ugro (finnica), è la nazione che mette nel ghetto gli ebrei e li “ebreizza”, cioè li “vampirizza”. L’etimo tur si ricollega al greco con scissione della pi greca in T T per cui si ha T T Y P o T T Y R Tyro T-ur-less (lex) T T UR (R U T T) Beyrut T–ruth-less (lex) Ugro nella lingua spagnola è diventato ogro, orco, in quella russa igor passando per ugorygor. Il contrario di ugor è rogu, cioè rogo. La parola rogo, a sua volta, rinvia a λόγος, latino verbum. όγος, in origine, significava olocausto egizio e la parola latina corrispondente verbum significava verberatio, non solo nel senso di fustigazione e bastonatura (verbena), ma anche nel senso di riverbero di luce. Presso gli antichi Egizi il λόγος e il verbum erano semplicemente la frusta o verbena elettrica, cioè lo strumento acuminato usato durante la fase preliminare al rogo. Il rogo, da cui rosso, è il contrario dell’ὐγρός ed è il logos (rogos). Prima del rogo finale, olocausto, era previsto il ruego151, cioè una cerimonia durante la quale la vittima, dopo essere stata umiliata, doveva impetrare pietà prima dell’uccisione. Il sostantivo verbero152 ed il verbo verbĕro, verbĕras, verberavi, verberatum, verbĕrāre, deriva da berber(o) e barbar(o), cioè da b-erba e da b-arba153, espressione dove la B è il simbolo dell’energia elettromagnetica (beam). 151 Lo spagnolo rogar, pregare, deriva dal latino rogare, che significava interrogare. Nell’antica Roma il verbero, verberonis era il criminale da bastonare. 153 Equivalente a barabba, a bal-bal, baal o ball, sigle tutte abbreviate in bab. 152 125 l’erba o la barba sono i capelli che venivano rasati, l’arba è la rabbia per il rabo o rab perduto154. Il rab è il contrario di bar, figlio, nel senso di eliminazione del fallo-padre da cui origina il figlio, mentre i bar bar sono i bal-o bal-o (balls). Infatti durante il (mogol o mogul) si distruggevano il fallo con le gònadi, nonché gli occhi, così come avviene durante un rito vodoo o un rito santero africano. La barbara esecuzione capitale, consistente nella previa evirazione, con o senza carbonizzazione dei genitali, fu tramandata alla posterità sotto il nome di Baal o Bell. Immaginando che due lettere OO rappresentino le gònadi, se si aggiunge la lettera gamma si ottiene la simbolizzazione dei genitali maschili con due bal ed il fallo OO Diminuendo quindi la durezza della lettera gamma, cioè dimezzandola, si ottiene la sigla ojo che rappresenta il fallo eretto prima dell’evirazione155. Immaginando che la lettera gamma, cioè il fallo, venga tolta, rimangono le due bal ed una X, come segno dell’avvenuta eliminazione. Tuttavia durante la procedura OXO, OGO, ROGO, UGRO, anche queste vengono eliminate O O ogo OJ O O X sword O oxo OJ O Rimane un OX o una HOAX da un OAK. Durante il Medioevo gli antichi Faraoni egizi, in dipendenza della barbara procedura capitale che spietatamente praticarono per millenni, furono visti come terrificanti diavoli. Coloro che tramandarono la Tradizione della magia nera sanguinaria furono ritenuti streghe e stregoni (Belzebù, Astaroth, Satàn etc.) e, come, tali, giustiziati con torture analoghe e roghi. Il Tempio Nero dei Templari Egizi o Massoneria (Maison Noir), nonostante ciò, riuscì a perpetuarsi. 154 Adis Abeba o Ababa significa “All’Inferno, addio a bar-bar o bal-O bal-O e ad abba, il rab I” Si tratta dei genitali maschili OIO. Il toponimo Adis Ababa è l’equivalente del nome Barabba. 155 Dal Baal derivano nomi quali Balcani, Balgari (Bulgari), bulk, burg e borgo, porco, balcone etc.. 126 L’esecuzione fu definita Bargiglione, Bargello, Baccello per la metafora dei bargigli rossi del gallo e del baccello. Il baccello, in particolare, è il becchino, cioè l’ago per trafiggere, ed il b(eam)-uccello, cioè il fallo sottoposto alla corrente elettrica (che dà bavello). Il era praticato anche dai Mogol o Mogul, cioè da Mongoli e Manchù, come si può evincere dal contrario della parola greca, che è MO. Scomponendo il crittogramma nelle due sigle e si ottiene: : positio ROS tros e ros POM pome e rome = pomerium MOP mopsa O meno = meno P = V = VV VV ugu, ugur, augur, agu, acus = augur acus Da VV e VGV si ottiene X e XG perché V + V = X = IO + = IO_ o JOS o Gios + Cross = Gesù Cristo = cross o Y 156. 156 Il contrario di IO è in caratteri latini GOI, sigla che significa Gojim (gentilis) e Grande Oriente d’Italia. I Cinesi ricordano la procedura con la parola YOGA, mentre le due lettere iniziali V, in caratteri latini GY sono state poste come lettere iniziali di GURU (GYRY) e di GYPSY. 127 Il Χριστός veniva abbreviato in Χίος e Ίος, che significa cross, arrow, chiodo. La sigla di ΧΡΙΣΤΟΣ è ΧΡ (chiro o κῦρος, sanscrito curah) . Il Chiro significa anche χείρ, χειρός, mano tesa, ed è conosciuto anche come Crismon, χρισμον, crittogramma composto da cross + mono, cioè da X (chi) + P (mono I e ro maiuscola P sovrapposti). Nella geografia frittata il Chiro o Chio dovrebbe identificare una Piramide europea zagreb (Lubiana o Luce Bianca). I due bracci della croce o cross sono dati dalle due diagonali che si intersecano su Chioggia: - Gerusalemme, Chio, Chioggia, Schio, Berna, Cornwall. - Algeri, Firenze, Chioggia, Gorizia, Minsk (Mosca). Come detto poc’anzi, il ROGO era preceduto dalla interrogatio e dalla rogatio (ruego o prego). L’odiosità del previo interrogatorio è rimasta scolpita nella lingua inglese nella parola answer. Tuttavia la parola ANSWER può essere considerata anche come un crittogramma plurisenso, che significa: - Ansa del Nilo157 e il Passo del Delta, cioè il punto da dove passavano, il Pass Over, degli schiavi (la parola di passo o palabra de paso)158. - Anser di Answan o Assuan, cioè ansa del fiume Nilo (collo dell’oca). - An S Word o Croce Egizia. - En S Word, cioè il World dell’Ens (Supremo). - Lanza (lanx, lancia) e Lenza del Pescatore (amo). - Ansa ear (ἔαρ), cioè ἀντὶ ver, cioè primavera. La primavera è la zona dell’Egitto prima dell’Orecchio formato dal Nilo, in inglese ear (ἔαρ), oltre il quale si trova il Ver, Verano o Ver Anubis (La Nubia o La Nubile). Se si mette la lettera aleph אal posto della A di ἔαρ, maiuscolo EAP, si ha EXP che ripetuto, essendo due le orecchie, dà EXPEXP da cui XPE(P) = APE(R) (heap) PEX = PEA (pea) PEX ulio = peculium PEX ylio = peculium del Lio o Leo 157 Answerd, ansa verde, cioè del bird o vir verde, viridescente e answeird, ansa del mostro (weird creature).. Dal verbo latino pando, pandis, pandi, pansum, pandĕre - passus, passă, passum derivano i termini latini anser e passera. In inglese pàssero è sparrow (spear, sparo), passera (vulva) è pussy, nookie (gnocchi e gnucca), coozie (cosa, guscio, cuscino, coscia). In spagnolo è pàjaro da paja, il nido di paglia del volatile: è sempre l’Egitto destinazione della paglia per la paga. 158 128 Si tratta del Peculio della Sfinge (Sphinx, Sphingis), destinato allo sphincter, σφιγκτήρ159 e al fingering di Medeus , M-Deus, Medio o Meidum. Il termine inglese finger deriva da fingering, espressione crittata che significa “fine del G Herd nel Ring di G, cioè perimento ed olocausto totale del Gregge di God (Dog)”. Ma a parte ciò, l’espressione volgare rimanda alla prassi degli antichi Egizi di uccidere mescolando sesso e sofferenza (γένος καὶ πάθος). Il finger era la crucifixio mediante il figere (fīgo, fīgis, fixi, fixum, fīgĕre) ed il frigere (frīgis, frixi, frictum, frīgĕre). Il finger nel senso di dick, dig era inserito nel ring dell’additato con il digitum, cioè con l’indice, e scelto dall’Index160 (catalogo con relativa classificazione antropologica). Costui veniva previamente affisso o inchiodato alla tavola (fixus). A ciò seguiva il finger vero e proprio, la crux, cioè l’affliggere e quindi il friggere161. Nella lingua greca l’esecuzione è sintetizzabile nel verbo περάω, verbo derivante da πῦρ, πυρός. Il πῦρ era ottenuto dalla δύναμις-δαίμων (δύω, δύνω e δύναμαι). Le cinque dita, in inglese fingers, in latino digita, corrispondenti alle punte del pentacolo sono: Pollice, è il dito pollens, potente, cioè il dito che rappresenta la Potenza egizia sui πολλοί: le moltitudini sono παμπληθής, cioè i μυρίος, pàmpini mures, da portare al Muro per il Moro. Indice, è il dito che indica gli schiavi del Faraone per la δίκη, ma essendo una delle punte del Pentacolo indica a 360° le potenziali vittime Medio, è il dito della Mε -δύναμις, nella lingua greca nilotica Meidun o Medum significa M-ἔδυν (aoristo di δύνω): <<usai la Mε-ύναμις della Sphinx o Sphalanx>> (finger medium) Anulare, è il dito dell’anus, cioè dell’annullamento o annichilimento nel cerchio J Mignolo, è il dito minus e il dito sunim o sunin 159 Sfintere, cioè orifizio, in inglese orifice, aurum ficio, era uno degli aspetti dei famosi Misteri Orfici o di Orfeo, accanto al quale c’era l’aspetto del somnium o coma, personificato in Morfeo (sun – night). Da somnium o sunna derivarono gli etnonimi Samnites e Sunnite (dialetto italiano sannita ‘nsunnite) Sfinge deriva dal verbo greco Σφίγγω che significa stringo, chiudo, strozzo, strangolo dopo aver ficcato. 160 L’Indice dei Libri proibiti della Chiesa Cattolica risale, come misura di prevenzione delle pratiche magiche sacrificali, all’Index Liberorurm Prohibitorum. 161 Era, per usare una terminologia moderna, il fierce piercing eseguito dalla fierce fiera Frigia durante la Fiera. Per gli anglosassoni la Fiera cioè la Feria Latina ricordava la precristiana Fair delle Fairies, cioè il Falò delle popolazioni nordiche. 129 Answer, che in inglese risposta, significava nel linguaggio criptoebraico: - ἀντὶ swear, giurare contro - ansa ear, giurare nell’orecchio - ἀντὶ s word, giurare davanti alla spada sotto pena del taglio della lingua per il dominio del World, Logos o Verbum del Faraone. Il word e il world è il worm della Piramide, cioè il verme elettromagnetico che produce calore: warm. h Il worm elettromagnetico è rappresentato anche come tilde sulla ene ñ Nell’antico Egitto la tilde era la Tide L () o Tidal (tidal waves), cioè la TL. Tide: <<Old English tid "point or portion of time, due time" from P.Gmc. *tidiz "division of time" (cf. Old Saxon tid, Dutch tijd, Old High German zit, German Zeit "time"), from PIE *di-ti- "division, division of time" suffixed form of root *da- "to divide, cut up" (cf. Sanskrit dati "cuts, divides"; Greek demos "people, land," perhaps lit. "division of society;" daiesthai "to divide; Old Irish dam "troop, company”>>. www.etymonline.com. Ma la TL sarebbe stata anche la Stalla (STLL) d’Italia, cioè la stabula da dove venivano prelevati gli animali per i sacrifici e la tabula (l’Italia) attraverso la quale passavano per giungere in Egitto, al Talio super tabulam o Talio di Tebe o, in vocaboli latini, Talio di Tibur (nel linguaggio massonico la crocefissione sulla tavola è skull & bones o teschio e tibie incrociate ). Stalla deriva dalla combinazione dei crittogrammi S/tal/A o S/tell/A. 130 La sigla Ene che è nel Sator significa gn, cioè energia divina (G.en o Jenna) del Vertex o Vortex, cioè prodotta dalla Piramide. Il Vortex è rappresentato dal numero 6, e dalla N che gira: Svastica o Piramide. Seianus L’energia, ἐνέργεια, è chiamata anche ewe, cioè evil e devil. La lettera e di EWE è l’iniziale di ἔργον e la W è il worm dell’onda (disruptive wave). Come double U o doble V è l’Onda del Diabolus (διάβολος), che ama διαβάλλειν 162 nel blue (bleu o blu)163. Da YPO164 deriva YY, cioè [J]UGO e U-GHETTO (ghetto della Sfinge). Se si capovolge la lettera gamma maiuscola si ottiene YLY, cioè Iulu o Yliu. Iulus, detto anche Ascanio, figlio di Enea, è uno dei presunti progenitori dei Romani e della gens Iulia proveniente da Ilius o Troia. Da YY deriva Iuvus e le sue varianti YVY e YOVU (la Y è una Upsilon maiuscola). 162 Dall’aoristo del verbo, Διέβαλα, deriva il toponimo della città irachena Serbala o Karbala, mentre dal perfetto Διαβήθηκα deriva bazzicare cioè bassicare, lanciare balas (balls, nel senso di boas, bobas, bombas) verso il basso, cioè verso bassora, bassura, basura o la Grande Assiria, che non era l’attuale Siria fino all’odierna città di Bassora, bensì la Grande Sera cioè l’Occidente rispetto all’Oriente, considerato Basura. Bassa Europa e Alta Europa rispetto alla posizione geografica del Faraone africano, il quale ponendosi di spalle all’Europa vede l’Alto Egitto nell’Africa Meridionale e il Basso Egitto nell’odierno Egitto (afrocentrismo atavico). Il boss è il boas, cioè il fascio di energia distruttiva allegorizzato dal serpente boa, che il boss indirizza verso un determinato obiettivo geografico. Il boss è il bove, in greco βοῦς, βοός, metafora della Piramide che scaglia saette (bus). ° °° Boss, Bazzicare, bassicare fanno comunque parte di un linguaggio gergale e malavitoso, che risale addirittura al prassi degli antichi Egizi di evirare e lanciare i genitali maschili nella basura. 163 Il blue o bleak è il B-luo è la Casa (Beit o Bayta) della lue o dell’infezione, cioè delle genti da destinare al λύειν, cioè allo scioglimento e al luere (luo, lui), cioè alla redenzione ed all’espiazione del EXP e del PEX. <<From a Proto-Indo-European source; compare Ancient Greek λούω (louō), Latin lavō, luere "smear," lutum "mud," lues "filth," Old Irish loth "mud, drt," Lithuanian lutynas "pool, puddle">> Wikitionary, voce luo. 164 Ugro è il nome che si usa per riferirsi alle popolazioni ugro-finniche, cioè turche o teugre, ungare o magiare, urdu o sardu, famose e temutissime in Europa per la V Cross (u-gros) o in greco ὑγρός Ma in realtà l’origine della V Cross va rintracciata nel plurimillenario Impero dei Faraoni, che terrorizzava l’Europa e la Russia Bianca con l’orrore delle sue tecniche di sterminio. L’Egitto fu chiamato in vari modi, uno dei nomi fu Orco, spagnolo Ogro, cioè Ugros o [J]ugo de Sangre nell’U-ghetto. Il ricordo sempre vivo della loro barbarie ha fatto sì che rimanessero nella toponomastica dell’Europa toponimi come Orcadi, Orgosolo, Orcomeno, in Russia il nome Ygor, ed espressioni come to urge, lordo e lurido. 131 I Britannici trasformarono il terribile significato dell’acrostico (crocefissione elettromagnetica) nel pronome personale You (Yu o semplicemente Y). Il pronome latino TU e quello inglese Y possono essere scritti come segue ~ TV tu Y tau toro Y upsilon Tau Aleph Cauleph Califfo Word, cioè il worm che produce warm, è la parola di passo, cioè la chiave, per la conquista del World. È chiamata anche Dolar W cioè ola rw165 cioè olas ruunt (verbi latino ruo e greco ῥέω) Il Word è il W Ordo o Ordine delle Piramidi Solari Il World è il W Ordo L Gli antichi Greci chiamavano l’onda marina κῦμα, -ατος, τὸ, parola rimasta nel lessico italiano sotto forma di schiuma (delle onde marine). In realtà, la κῦμα era l’onda egizia cioè l’onda elettromagnetica capace di mandare in coma la vittima, dopo le sevizie. Da κῦμα sono derivati molteplici termini166: - cima e cumbre, culmen, columen e columna, chambre, chamber e camera delle Piramidi. - cama, camita, calamita e calamità. - quema la vittima in schema X (spagnolo esquema). La Quema o Kema è il K-emor, cioè la Key di Rome e la Key del Sangue (emo). Il crittogramma Kuma (Cuma) deve essere letto anche in combinazione con mala, mele, plurale del latino malum, melo. 165 È stata crittata nel nome geografico del Ruanda, che, analogamente al nome degli altri Stati africani, è un inno ai millenni in cui gli antichi Egizi ed i Faraoni di colore dominavano sulla razza bianca. 166 Cuma è il nome dell’antica città campana, civitas siine suffragio dopo la conquista romana, abitata da una popolazione di origine euboica e aurunca (Εὔβοια). Cymbrus deriva da cumber, da cui cumbre (spagnolo) e chamber (inglese). Teuton da tectum. La Cymbre o Chamber Teutonica era la Camera Tettonica del Templum, da dove si producevano i tellurismi, ma era anche un’altra Camera, quella dove si veniva sottoposti al Temblor e al Comburo (inglese cumber, spagnolo cuba, latino cuma o cima per traslato da κῦμα). Cimbri e Teutoni al tempo della Roma repubblicana erano popolazioni anglo-gemaniche che si opposero all’espansione romana nel Nord Europa. Derivavano il loro nome dal fatto di essere state vittime della Chamber del Tremble (Camera Templare), durante le deportazioni in Egitto, sotto l’Impero dei Faraoni. Alla Chambray arrivavano dopo Le Tours. 132 La Kuma alle mala era la key applicata alle gonadi, che diventavano mele o pomi rossi (era la key-ard, croce egizia che arde o -, croce egizia dell’arco fotovoltaico). Gli antichi Romani fissarono il concetto nel toponimo del Colle Cermalum (Kermalum). Nelle camere, usando il lumen o numen della Piramide (Limen Coeli o Regina Coeli), si otteneva, alla fine del ciclo delle barbare esecuzioni, il limen, limo o slime, perché i corpi (corpses dei cropses) venivano fatti macerare e liquefare. Osco può essere interpretato, oltre che come oscuro (obscurus), anche in relazione alla parola κόρος: - os[coros] - coros[co] La prima è strage a sazietà di κόρος (fanciullo) e κόρη (fanciulla) nella χώρα del Cor (Cuore). La κόρη è la/il παρθένος ridotta “in partes” o “in phars”, cioè prima in PHARAOS o Faro e quindi in PHS arso o Pesce bruciato nel Παρθενών (durante i riti dionisiaci agresti la vergine è invece realmente ridotta a brandelli). La seconda è corrusco o corusco, latino coruscus, cioè scintillante, balenante, che manda bagliori. Osco significa quindi ob-scurus, opposto ad Oro (Horus), il Faraone-Sole. Il significato di umbro, invece, si ricava dalla voce latina imber, contrazione di in-bibere (bĭbo, bĭbis, bibi, bibitum, bĭbĕre), da cui imb[ev]uto Y. Imber significa infer(t) o inver(t) ed esprime l’idea del liquido che scende lungo un tubo verso un punto infero: il ver sacrum167. Quest’ultimo corrisponde al verano della lingua spagnola, cioè al ver–anus romano (aestus, aestuarium o aes-stas) e alla summer inglese, anche se summer significa: - somma di pietre squadrate (Piramide). - accatastamento di σῶματα (soma del somaro). - somaro, ὄνος, ὄναγρος ed onus quindi luogo ipogeo dove si scende con l’onagro168 e dove si trova il βαθύς (bath) per il βαρύς, cioè per il Pesus o Infimus Piscis. Il ver anus è l’inferno nascosto e fradicio (umber e imber) nel Timpano, τύμπανον, al quale è addetta la figura della τυμπανίστρια (oggidì la τυμπανίστρια, la timpanista, è la suonatrice di timpani nell’orchestra). 167 <<Ver sacrum, primavera sacra, antica cerimonia di origine sabina, celebrata in tempi di calamità naturali; consisteva dapprima nel sacrificare tutti i bambini e gli animali nati nella primavera, più tardi i fanciulli vennero solo allontanati da Roma al raggiungimento della loro maggiore età>> (http://www.dizionario-latino.com ) 168 L’onagro è un ascensore che come l’asino o somaro (ὄνος) solleva e trasporta onera (le some). Quindi con l’onagro l’onus di σῶματα viene portato in coro (cor) ed in acro (χώρα ἄκρος acrocoro). L’onus, oneris è il Peso nel senso di PHS (res) di κόρος e κόρη Nello schema di funzionamento della Piramide sono maschio + e femmina – con inversione saliscendi ‡ ( simbolo I) 133 Il Timber è T inverso cioè il Timpano inverso (il Timpano è il T in pen). I Diòscuri, gli Dei Obscuri, erano Castore e Polluce, il primo personificazione del Dio della Casta, cioè della Casa che castiga e si disfa della Casta dei Paria (to cast), il secondo la personificazione del dio Pollux, cioè il Deus Pollens che arrostisce i πολλοὺς / πολλὰς con la Lux. <<Osci, ōrum, m., the Oscans, a primitive people of Campania; in more ancient times called also Opici and Opsci (Obsci), Verg. A. 7, 730; cf. Paul. ex Fest. p. 198 Mull. — Hence, Oscus, a, um, adj., Oscan: ludi, Cic. Fam. 7, 1: lingua, Varr. L. L. 7, § 28 Mull.; Verg. A. 7, 730; Liv. 10, 20, 8: ludicrum, Tac. A. 4, 14. — Adv.: Oscē, in Oscan: qui Osce et Volsce fabulantur: nam Latine nesciunt, Titin. ap. Fest. p. 198 Mull.: dicere aliquid, Varr. L. L. 5, § 131 Mull.: scire, Gell. 17, 17, 1>> (voce Osce - www.latinlex.org) Del grande gruppo etnico primevo dei Cureti facevano parte Umbri, Toscani, Volsci e Marsi. Infatti l’aggettivo opico significa in ombra, ombreggiato e quindi Umbro, mentre Tosco presenta la pròstesi della t su osco, ma la pròstesi iniziale sarebbe e-tr- (E-Tres Etrusco). Volsco è ugualmente osco con la pròstesi della v e con la epentesi della lettera l. Marso è morso, moso, mozo e m-osco (, moschus, mashid, όσχος, ὀσχοφόρια) oltre che mars, cioè m-arso e m-ash. Da osco deriva la parola bosco, da una radice bu-/bo-, che si ritrova in buio e buco. Dal tema usco deriva uscio ed uscire, termini che rinviano alla coppia ispano-italica busco-esco, ma busco è da brusco mentre esco è dal greco εἰς ἄγω. Sotto l’aspetto tecnico-scientifico εἰς ἄγω è il sei o sex, vale a dire il vortice o l’onda concentrica che esce dalla Piramide esagonale, figurabile come un prolungamento a spirale di un 6 o come una girandola169. 169 Il concetto del sei è contenuto anche nell’acrostico cristiano JHS o IHS, che, letto al contrario, è SEI. Dall’acrostico IHS si ricava anche Jesus o Iesus:. A tal fine occorre immaginare la lettera H come unione di due lettere ipsilon contrapposte J S Il 6 sviluppato a spirale dà una ola OLA ma lo stesso concetto può essere immaginato per il 9. Quindi si tratta di OLAS, sigla che scritta in caratteri greci è O o anche, tenendo conto della eta, HO (Eolo). 134 Dalla preposizione greca εἰς deriva est, perché il Sole esce da Est (eis-T, dove la T è l’asse magnetico)170. Osco può essere letto come ob-os-curo ed è il contrario di os, oris, antico nome del Sole. Da Os, Oris discendono Oro ed Oriente, ma anche Siro, Suro, Serio, Scuro, leggendo il genitivo oris al contrario, oppure Sire, leggendo l’ablativo al contrario. Il Sole OS infatti è O con i raggi S o Z I Volsci, volgo, erano Rutuli, popolo della rota, stanziatisi nel Lazio: erano considerati volgo (volsci, wolks, folks, bifolchi o biforchi), ma, non solo nel senso di ignoranti, rozzi ed aggressivi, bensì anche nel senso uomini dediti a volgere la ruota (volgo) e quindi bramosi di volgere cioè di tornare (Turnus) al Nostos. Il Nostos era il luogo (nest) dell’ὄνος e dell’onus sugli ebrei, l’[ade]munus e l’[ade]monos, il luogo del monoco o monaco (vedi oltre) o del monco. Era il luogo del manco o man-chino, cioè dell’uomo ebreo inginocchiato, dell’oman-chino o del romano-chino, cioè dell’homo-omen (l’ebreo) chino di fronte alla ρώμη dell’energia demoniaca (δαίμων, δύναμις, ρεῦμα). I Latini, come gli Etruschi, erano scampati al Latus. Il Latus, da cui Latium, era Latus Tres o E-Trus-Cania cioè la terra del Tre . Era anche la Terra del Latte, in latino lac, lactis (da latus derivano i termini latrus e latratus). L’Aegyptus Latium era chiamato dai Romani anche Vastus, cioè: La lambda e la alfa sono due Piramidi bisognerà immaginare di inserirne un’altra nella omicron per ottenere le tre Piramidi di Giza così come bisognerà immaginare di cerchiare tutte e tre le Piramidi di Giza con una O. In tal modo si ricava l’aggettivo greco OLOS ed il crittogramma SHOA. Olos e Shoa significano che le Piramidi, non solo quelle di Giza, quando venivano attivate erano in grado di colpire tutto il globo e di provocare lo SHOA, laddove veniva indirizzata l’energia da esse sprigionata ((HO cioè E-olas e quindi Eolo, in latino A-eolus, in greco Αἴ-ολος). Se invece O si legge con la sigma finale raddrizzata a formare una M si ha OLAM e MALO. La Piramide in O significa Royal Ark, IV° grado massonico del Rito di York (Yolk), cioè della Ierocrazia egizia. Ierocrazia significa I E Ros Crazìa, cioè potere mondiale derivante dall’I, il Pignone della Ruota-, ed il surriscaldamento della Piramide (Piramide Rossa), ma anche potere globale derivante dalla fissione nucleare: Isotopi Elettroni Rosa (il Rosone delle chiese medievali). La la gestisce la , cioè l’Ordine Templare (Ordine del Tempio Egizio) o Massoneria. Il Massone è la Terra (Earth o E-), l’Hamassone è il Sole (Sun o S+, Heart o H+) Heart ed earth danno HeartHartHeartH: He-ArtH cioè Helio Arte La I è la Colonna della Dinamo, l’asse magnetico terrestre ‡ Mettendo orizzontalmente la I si ha la lettera eta H che, letta al contrario, dà ATH-N da cui ADE-N e ATHON A, sigle lette insieme THN-SION ADE N A THON fanno riferimento all’Energia Divina (THON). 170 Analoga origine ha la parola slava ùstasha e moustaches (uomini baffuti) perché derivano east, oust, out. Il baffo nero era una peculiarità delle popolazioni urdu e turche, ma il nome inglese moustache rivela che durante il loro straripamento in Europa Occidentale scacciarono e schiavizzarono le popolazioni bianche (to oust e moist-ure e monster, cioè saccheggiare e pigiare i nemici fino a farne il mosto rosso, a bruciarli, a gettarli nel μαστός o maschio, cioè nel gallo ed altre cose mostruose). Gli ùstasha si opposero ai Turks Moustaches e ai Serbs, cioè ai servi o sclavi della Slavonia. I Serbi erano considerati dai loro nemici serpes, ma dopo la loro sconfitta vennero detti servi. 135 - Terra da dove era possibile “vastare vastamente” (in inglese sarebbe Waste e in avestico Avestan della Svast); - Terra della Bestia (bast o beast) o di Bastìa; - Terra delle Bastard Beasts (in inglese beast, bestia feroce, significava best e derivava dal latino bestia). REX Il Rex (rex, regis) in Egitto era Ra(y) con X, il Ra-dius, cioè il Ra Deus o Ra Zeus. Nella Roma arcaica è chi regge e riga, cioè compie i sacrifici umani (Rex Sacrorum, Sacrificus o Sacrificulus). Per gli Inglesi Ra era The King cioè colui che amava (keen) sacrificare le Geese (Jesus). King è una sigla composta da keen (K) e il suffisso –ing del modo gerundio. La Goose, abbreviabile in GS (Gesù), è la XHN (oca) di XHMI (khemi) sottoposta alla XHMA (quema). Il Regifugium ricorda la fuga degli ebrei (nella crittografia anglosassone [e]scapegoat). Dal punto di vista costituzionale i due consoli nell’antica Roma rappresentavano il compromesso raggiunto tra due clan patrizi cioè tra due clan di Patres con relative Gentes. Solo con Leges Liciniae Sextiae del 367 a.C. (de consule plebeio), dopo il periodo della Giunta Militare, formata dai tribuni militum consulari potestate, ascese al consolato il rappresentante della plebs. La plebs era il Popul del Papa (Pater), per così dire appioppata al Pioppo ossia al Pope. Il Pope in epoca egizia era il Faraone, figura che descritta con una terminologia greco-romana sarebbe l’A-Keo-Pio di Colle Oppio. Il Rex romano era l’epigono e l’emulo del Papa Egizio nel senso di: - Pater Patratum o Pater Gentium (PTR e PHTR). - Petrus di Petra Pontifex Maximus, il massimo progettista ed artefice dei ponti per la deportazione. Petra era la città di Petra, cioè l’antico Egitto che, dopo la rovina, era diventato un cumulo di pietre. Probabilmente la plebe riuscì ad ottenere l’equiparazione al patriziato dopo la guerra gallica con Brenno, il re dei Galli Senoni, che aveva valicato il Passo del Brennero. Brennus era Britannico, forse originario di Brema o Bremen, città già appartenuta a Remo di Roma171. 171 Romane, appartenenti a Remus, erano chiamate dai Normanni (northmen) tutte le popolazioni del bacino del Mediterraneo che avevano invaso l’Europa settentrionale, anche prima della vera e propria conquista romana. 136 I Galli erano detti senoni perché erano muniti di bombe incendiarie (teutones), così come i Galli Boi erano forniti di boati, cioè di bombarde e mortai (presso gli antichi Egizi il boato era il Boa Energetico J - B). Erano detti allobrogi perché erano gallos con B-rogo capace di B-right, cioè avevano bombe incendiarie che venivano catapultate o sparate da bombarde. Bright deriva da B-ῥίζα ed implica il concetto di sollevamento, inalberamento del proietto cui segue, nel caso di specie, il bright, cioè il bagliore, dell’esplosione. Il nome gallo invece deriva da g-alius, cioè alia gens e καλός, aggettivo composto da k ἄλλος. Erano chiamati anche luci o al[i]bi, essendo di pelle e capelli chiari: per contrapposizione le genti di pelle e capelli scuri vennero definiti arbi cioè arabi. Il passaggio da albi ad arbi si ha per rotacismo di l in r. Ruotando la L in R, la in , e quindi la in si ha il seguente schema Britannico era un aggettivo usato dai Normanni, ferme restando le divisioni tra le varie nationes gotiche, per contrapposizione ai Romani. Significava brethren, crittogramma in cui è condensata l’ostilità dei popoli anglo-tedeschi verso i discendenti di Pietro o, per dirla in spagnolo, verso i prietos. Di fronte alla loro minaccia terrificante essi sono brethrens e brothers, brethrens perché gli invasori sono quelli del Ternus o del Tres Eternus, dei Three Breads, delle Three Pyramids in Breadth o in the Broad Land (Latium), dell’Ethern Break dell’αρην, dell’Ethern Breath. 137 A A B I B I lg IBRA ARBI ghirba alibi agibi argibi ARPIA argivi 2 INRI H Ghibli e Gibellino è il G Bell o il 6 o il Sais cioè il sex con la corrente elettrica è il RHO o RHw è il PHOO o PESOO è il RHW a-->w PH H cella d'ape gira la ottieni gira la ottieni la l'ottagono od ottonario e egira moschea o margherita 8 petali Per i galli il nome arbi significava arbitrium, cioè libertà sfrenata delle popolazioni del Mediterraneo e dell’Africa di compiere saccheggi sulle popolazioni nordeuropee. Queste erano chiamate rabbits dagli arabi, cioè conigli degli arabi, oggetto di rabies e rapti (di qui l’inglese rape). I rabbits erano definiti beffardamente anche rabidi e rapidi, poiché nell’antico Egitto il crittogramma RA-PD significava RARD (leggendo la P come una lettera maiuscola), cioè Ra Ard, e RA-PE, cioè del Ray Pen (Beam, Beem, Ben). 138 Nella guerra di Roma contro Brenno famoso è rimasto l’episodio delle oche del Campidoglio che, secondo la tradizione, salvarono Roma starnazzando, cioè avvertendo i Romani dell’arrivo dei Galli. In realtà la traditio va interpretata nel senso contrario rispetto a quello risultante dalla versione testuale. Le oche infatti erano le popolazioni ebree abruzzesi che “schiamazzarono” Brenno, il re criptoebreo dei Galli, in Italia, dopo aver concertato segretamente e per lungo tempo la sua calata con gli ebrei tedeschi. Nel gergo spionistico ebraico starnazzare significa fare i piccioni o i colombi viaggiatori. Contrariamente alla versione vulgata della storia di Brenno, i Galli non riuscirono ad ottenere la resa umiliante di Roma, cosa che sarebbe equivalsa alla distruzione definitiva della città, così come accade in seguito con il sacco di Roma di Alarico e la fine dell’Impero romano. Essi dopo le ostilità, subite ingenti perdite, ripiegarono a nord, dove già esistevano da secoli insediamenti gallici. La famosa espressione dell’episodio di Brenno <<VAE VICTIS>>, pronunciata durante le trattative per la resa di Roma, è in realtà un’interiezione satirica della storiografia romana, il cui significato crittato è: - Valens Victi (vinti da Valente, cioè dalla Valetudo romana). - Valens Ecatombe Victi (vinti da Valente con ecatombe di 100.000 uomini ---). Brenno rientrava nel novero degli ebrei allobrogi, ebrei cioè che avevano “gemmato” tra i tedeschi in seguito alla deduzione nella grande Gallia di colonie di Brutii (la grande Gallia o Alemania è anteriore alla nascita di Roma). Si può dedurre da alcuni elementi etimologici. Fermo restando che la parola allobrogus significa “gallo rosso” ed è quindi riferibile alle popolazioni nordeuropee dai capelli biondi o rossi (in spagnolo rubios), il nome può essere interpretato anche diversamente. A tale scopo bisogna partirlo in ἄλλος, che in greco significa alius, cioè estraneo o straniero, e in brogus172, parola che significa boccio o bocciolo ed ha l’etimo in comune con brote. 172 Brogus e brogius si rinviene nel nome Ambrogius e Ambrosius. Essa deriva da prosus o prorsus, da cui derivano le parole prosa e prosaico. Brogus è una metatesi consonantica di borgus, forma fonetica forte di porcus. Il porco, inglese pork, è l’uomo maiale, ma la reale e poco conosciuta accezione spregiativa del termine deriva da purk, cioè KH(mi) o KH(mio), cioè brucio con il “fuoco egizio” Kema o Quema (nella lingua spagnola ne è derivato quemar, che significa semplicemente bruciare con il fuoco). Come sinonimo di maiale immondo, borgo è transitato nelle parole inglesi hog e bog (l’ambiente del maiale), passando per bogus. Il borgo, recinto dei maiali, era nell’architettura antica un abitato disposto a cerchio in guisa di borchia o di un buco rotondo, ed era la residenza dei borghesi. 139 Il fatto che brote deriva da b-root e da bey-ruth173, induce a credere che gli allobrogi erano genti ebree di origine mediorientale, diffusesi nell’Europa settentrionale. Dovevano essere gli stessi alamanni o uomini appartenuti ad Alì ed alle Ali, cioè alle Piramidi egizie. Erano chiamati Vestini e in Roma possedevano il Collegio delle Vergini Vestali o Vestine, cioè una rappresentanza istituzionale presso lo Stato romano. Le V.estali erano: - Vergini ebree originarie dell’Est, intendendosi per Est l’Egitto e il Medioriente, - Bestine perché sacerdotesse e custodi della BEAST o della BESTIA, simboleggiata dal Fuoco Eterno, della quale erano state vittime (bestine o bestioline) sin dai tempi dell’antico Egitto. - Vergini od Oche perché innocenti come le oche o gli agnelli messi in massa nelle arnie e sterminati con l’arnese (ἀρνός. ἀρν, e arnese ). Il porcus (borgus o bogus) riportano, per essere esso un animale considerato immondo, al latino bucca, bocca, e a buco. Il buco o la buca è l’apertura da dove esce la vox (in quanto buca è il box della fox, cioè il box della volpe), ma è anche il buco dell’ano e la bocca per l’entrata delle bocce. Ne consegue che buco e di buca, bugo (burgo, borgo e porco) nacquero come voci gergali inerenti la prassi, invalsa presso i pagani, di giustiziare i prigionieri e gli schiavi mediante la morte per evirazione e incaprettamento. A sostengo dell’ipotesi si può ulteriormente supporre che buco deriva da bu-cu cioè βοῦς –acuo. D’altra parte dal greco βοῦς, βοός, è derivato il latino bos, bovis, e l’inglese boss, che è colui che compie i suovetaurilia. 173 Contratto in b-ruth, b-ruth-less (lex), brut e brutalità, brutus, brutto e Brutii, βροτός e quindi brote. I Brutii furono per gli abitanti della Britannia un nembrot, cioè un nembo scuro o un nugulus, di br[h]oters riversatisi sulla Brethern. I Brutii appartenevano alla genìa della B-root (Beyruth) e della B-throat o B-road. Erano samnites, sunnites, semiti del Somnium o Sunna, che intrattenevano rapporti di scambio culturale e commerciale con l’Egitto delle Piramidi. Il guerriero di Capestrano (Capo estraneo, forestiero) era molto probabilmente un emissario del Faraone egizio. Gli antichi Egizi riuscivano a indurre il coma nelle loro vittime applicando le ELF o ULF Waves e servendosi anche dell’etere, nella crittografia della Grecia antica ἑταίρα. Il nome brutus significa bruto e b-rude, ma a parte l’ovvia rudezza delle antiche popolazioni italiche, b-rude significa che al tempo dei Faraoni essi erano quelli del Bet o Shin Bet. The Road era il cammino per Giza (The Broad), mentre The Throat era la Gola o Wadi, cioè il W Ade d’Egitto (Water o Watter), dove si utilizzava l’energia elettromagnetica per lo sterminio di massa: Madi (mactare). 140 CONSUL, CONSULES O K O K S S L’origine della magistratura del consolato romano è, come quella delle altre magistrature, legata al Mos Maiorum, al sistema del Fas/Nefas e del Ius/Iniustum. Consul deriva da consulere, verbo che significa prestare assistenza e consiglio a qualcuno. Il termine dell’italiano moderno equivalente a consul è consulente. Nella Roma arcaica il Consul, con il suo collega, prestava consulenza al Rex, che era capo della comunità, ma anche Re dei Sacrifici, Rex Sacrificulus, e Pontefice Massimo, Pontifex Maximus. Sotto il profilo etimologico consul deriva dall’unione della congiunzione cum con il sostantivo Sol. Sol ha lo stesso etimo di solus, sola, solum ed entrambi derivano da solvo, solvis, solutum, solvi, solvere, sciogliere, liquidare, slegare. Il Sole, Elio, era solo e sciolto, cioè libero dai condizionamenti umani, ma soprattutto era la fonte dell’energia solare, che, come già visto, poteva essere impiegata per molte finalità, tra le quali, non ultima, la liquidazione in massa e la “solubilizzazione” dei nemici. Dopo la trasformazione dell’istituto monarchico in un istituto esclusivamente religioso, il Governo di Roma passò nelle mani dei due Consoli, che, agli albori erano stati Consiglieri del Re. Il Rex e i duo consules nacquero come un collegium perfectum o, per dirla in linguaggio massonico, come il primo dei Triangoli o Vertice della Piramide gerarchica. Il numero Tre, che è un numero fondamentale nell’organizzazione massonica, ricorda il sacrificio della vittima eseguito da tre persone congiuntamente (Tevere, Tiber, Tibur, Tebe). In tal senso console significa cum sola victima. I due Consoli erano Sacerdos, cioè i duo (dos) viri sacris faciundis con la victima sottoposta al culleus malleus. Durante il sacrificio, essendo un collegio, si consultavano reciprocamente e con il Re dei Sacrifici. L’aggettivo sacer, sacra, sacrum deriva dall’ebraico saq, da cui deriva zadek/zadik e l’aggettivo sadico. Il significato originario di SAQ era quello dell’inglese to sack e dello spagnolo sacar174. SAQ in greco è , ma ruotando la lettera sigma, si ha e WAK Il significato di tali sigle, alla base dei Baccanalia, può essere reso in spagnolo come segue: <<Kam sacar las vacas de la cueva, ponerlas en Casa (Casba) y matarlas>>. 174 Da saq- o sac- derivano le parole sacco, saccheggiare, saccoccia e saccomanno. Il saccomanno era l’uomo della saccoccia, addetto al sack e allo scotch, cioè l’uomo scozzese. 141 Cresta Gallo KRK KRISTOS SAN KR E ΚΡΙΣΤΟΣ [S]AQ o [S]AK S S ARKE AKRE AKER ARK SAX o SEX SHARK acer, acra, acrum (S. Giovanni d’Acri) sacer, sacra, sacrum (sacro) ἄκρος άκρη sommità, cima (akous) , arca σάρξ, carne Il termine σάρξ o sark ha dato origine all’inglese shark, squalo, mentre il suo contrario è il vocabolo latino cras (crastinus). Da cras deriva crassus, grasso, che unitamente ai termini σάρξ e rimanda allo Shin Bet degli antichi Egizi. Ad essi va aggiunto sank, sanguis (sangre) Dalla radice sac- sono derivati sectare, secta, set, sezionare. I duo consules erano l’equivalente dei duumviri o duoviri perduellionis, cioè il duo della eviratio leonis, che poteva essere letale o non letale. In quest’ultimo caso la vittima, dopo la mutilazione genitale, veniva lasciata vivere come Eunuchus Nyli o Nyli Soror175. Esaminando alcune parole etimologicamente collegate a console si possono reperire altre informazioni circa il sacrificio della vittima fatta prigioniera (questa poteva essere un nemico di Roma catturato in guerra o un comune criminale, anche se cittadino romano). La parola francese consolle, per esempio, che significa banco da lavoro, può essere interpretata come con zolla, cioè con porca, cioè rivela che la vittima veniva “arata” e “seminata”. La victima aper era violentata, aperta con saevities, sviscerata176. 175 <<Duum viveris crastina>> cioè <<Finché vivrai sarai Cristina>> o <<Finché vivrai sarai di Cristo>>. I vocaboli cras e crastina, crastinus, crastinum, che significano domani, derivano da crasi e crastare o castrare. 176 Il latino exta stava per extrahe viscera o ilia. 142 I vocaboli singhiozzo (italiano), sob (inglese), sollozo (spagnolo) suggeriscono che la vittima spesso era sodomizzata, sgozzata ed evirata. Infatti, singhiozzo significa “sin gozo”, cioè senza gozzo, ma anche senza l’organo del gozo o godimento (gli organi genitali), sob significa soberanus cioè super anum la zeppa, sollozo significa che la vittima, più che singhiozzare, “alluccava” o “solluccava” per la luz (Lot), cioè per la fiamma, applicatagli. Singulto, sinonimo di singhiozzo, significa ugualmente che la vittima si lamentava, perché veniva tagliata la gola e poteva essere usato il fuoco177. Il potere di veto dei consoli (veto, -as, vetui, vetitum, -are) era in principio il veto o de-veto178, cioè il togliere la vista, e il de-feto, cioè il togliere le gònadi ed il fallo, necessarie al feto. Nel caso di evirazione i genitali venivano deposti nel faz o fez, cioè nel fazzoletto di lino (linteum) e nel vaso (faz, vaz, vazo, vaso)179. Nella lingua inglese della barbara esecuzione si rinviene traccia nel vocabolo wet, umido, bagnato. L’italiano viscere deriva proprio da saevities, che significava infierire in maniera selvaggia e sabina (saevus o saebus), quindi estrarre le pisce(re) o bisce(re). La parola piscia, inglese piss, ha in realtà una diversa etimologia rispetto all’idea pura e semplice di serpe/biscia, in quanto va ricondotta allo strumento liturgico detto pisside, contenitore in cui sono messe le Ostie Sacre. Era al tempo degli Egizi la pisside era un’arca elettrica collegata alle bisce, cioè alle onde elettromagnetiche della corrente elettrica. 177 Singultare è verbo analogo per significato al verbo inglese to sing, che a sua volta deriva da sink (sank, sunk), cioè gula. In arabo la gula sarebbe wadi, cioè il vado o il sink attraverso il quale il cibo scende nello stomaco. I musulmani, come noto, amavano tagliare la gola ai loro nemici facendoli inginocchiare o chinare: to knee. Da tale circostanza sono derivati i termini inglesi keen e knife (knives), come pure il verbo chinare e zinale, perché i sacerdoti arabi del Sinai (Zinai), durante i loro sacrifici, indossavano il zinale o sinale (grembiule) per tagliare il wadi o il golan, cioè la gola. Il sinale era il grembiule per compiere il sinus sulle vittime: il termine deriva dai verbi latini signo, signas, signavi, signatum, signāre e sĭno, sĭnis, sivi, situm, sĭnĕre. Comunque, il termine singultus può essere interpretato anche in maniera diversa servendosi dell’aggettivo singulus. In tal caso, dato che singulus equivale a sine ullo o sine alio, il termine singulto andrebbe interpretato come un crittogramma, equivalente a sine gallo ultor (κάλλος o ἄλλος). L’Ultor sarebbe stato il Vendicatore della Roma senza Galli. I Galli però non erano le popolazioni europee di stirpe estone-anglo-tedesca, bensì i K-ἥλιο, cioè le popolazioni preislamiche, legate storicamente ed idealmente all’Egitto solare. Le loro moltitudinarie popolazioni, comprensive anche di genti di colore, erano definite anche , perché erano state nell’antico Egitto corresponsabili del Leo Sphinx (Lu X). Un altro nome era , cioè alìbi o arabi. I Romani aspiravano ad un Impero Europeo senza K-ἥλιο o Kάλλο cioè senza i numerosissimi discendenti del K[hemi] αλός. Questi popoli erano chiamati anche, in codice, Salii. I Salii erano i custodi dei segreti del - ἄλλος (sal) e del M- ἄλλος (malum). Il Sal, sale, in greco ἁλς, ἁλός, corrispondente all’inglese salt, era una sigla con la quale ci si riferiva al millenario periodo d’oro delle Piramidi, all’enorme potere dell’Islam, alla tratta schiavistica dall’Europa e allo sterminio degli europei. 178 Vetus, veterano, vieto sono parole che derivano dall’esperienza visiva, dall’aver visto. 179 La parola vazco, che deriva dal latino vas, è diventata il nome del popolo vasco o basco (Pais Vasco). In America Latina presso le civiltà andine alla procedura fu dato il nome di Quito, dal verbo spagnolo quitar e dall’inglese kit, crittogramma della croce egizia Key: iota, tau, omega. Il kit, tuttavia, non era solo la croce egizia, bensì, come dice la parola stessa, un insieme di arnesi per il cut. Erano gli arnesi per seviziare l’αρνιον, l’agnellino, diminutivo di αρην, agnello. 143 Esso deriva dall’ebraico saq e bet. Da saq sono nati i vocaboli: - aquila - acus o ancus, il becco acuminato dell’aquila - lacus, laqueo e liqueo, licor, da cui l’inglese to leak - aqua, passando per a cruor, a cuor, a cor Da bet è derivato il termine becco. Durante il rito del bet (veto) e del saq (ank) con l’acus o beccus, dopo aver messo il laquaeus, si incideva la vittima (becco, capro) fissata nello Shin Bet , cioè nella Xin Bayit (TB ayn), cioè la bàita o casa della croce X, per i Romani il sacellum o saq cella del Tempio180. Il vetus originariamente era la stessa interdictio (inter dictio) o intercessio (inter caedes). Quest’ultima significava intercedere ἐν δίκη, cioè uccidere nel recinto sacro e alla presenza del popolo quirita, convocato appositamente per la δίκη: l’espressione idiomatica era coram populo cioè in presenza del Popolus del Cor181. L’assemblea era l’ad simul corem (coram). Il populus romanus riunito all’unisono era contrapposto al popolo. Il contrario di coram è maroc, marrueco, morocco, ma ricombinando le lettere si può ottenere: - macor, è il Maria Cor; - macro, lungo; - rocam, è la Piramide o Gerusalemme o Cupola della Rocca. Un altro aspetto del potere di veto era la prohibitio, dal verbo prohibeo, che significava: - pro habeo, possiedo per me stesso le vittime del veto - pro-libo, verso il sangue delle vittime del veto 180 Il rito è ricordato dalla simbologia massonica del teschio con le tibie (skull and bones), anche se in realtà tale simbologia ricorda lo Shin Bet Khemi (chemio o quema), compiuto mediante l’uso dell’energia elettromagnetica. 181 Il recinto sacro o pomerium era detto anche diga, nel senso di vallum, o daga, nel senso di dacia. La dacia era un tipo di esecuzione dei prigionieri particolarmente praticata in Dacia, l’antica Romania e consisteva nell’impalatura mediante dig (dick). I Valacchi amavano praticarla sui popoli di etnìa tedesca e russa (pale kind), che definivano la loro terra Valahia o Ţara Româneascǎ. 144 SENATUS Il Senato romano era in origine l’assemblea dei patres gentium, cioè la riunione degli adulti delle tribù che componevano la primitiva comunità romana. L’accesso al consesso, come oggi negli Stati Parlamentari, era riservato a chi aveva percorso il cursus honorum. I patres erano seniores, ma non tanto e non solo nel senso di anziani quanto nel senso di esperti del Sinus o del Sinai. Infatti, i termini senior, senioris, senator, senatoris, senectus, senectutis derivano da sinus, una variante di signum, sostantivazione del verbo sino (sĭno, sĭnis, sivi, situm, sĭnĕre). Stessa derivazione presenta il termine senex, senis con l’aggiunta della preposizione ex. Il significato originario di sinus è “segno ad angolo” , rappresentazione semplificata di uno strumento che incide o taglia, di tipo meccanico, per esempio una lama, oppure di tipo energetico. In quest’ultimo caso si parla di laser, perché lo strumento làcera182. Nell’antica Grecia l’energia capace di penetrare e disgregare la materia, ἐνέργεια, era concettualizzata nell’antica Grecia mediante un’allegoria di tipo sessuale. Infatti, la parola ἐνέργεια è parola composta da ἐν, in, ἔργον, e γῆ, terra, termini che alludono alla penetrazione del fallo energia nella terra madre. L’allegoria significava che il raggio laser e gli altri raggi energetici analoghi erano caratterizzati dalla capacità di penetrare la materia, γῆ, e, a seconda della frequenza dell’onda energetica, di tagliarla o di bruciarla. La parola γῆ, terra o materia, esprime un concetto di staticità rispetto ad una situazione di dinamicità energetica. È legata etimologicamente a γωνία, angolo, γυνή, donna, γένος, genere. Il sinus o γωνία penetra la γῆ o l’ἀνήρ[γον] penetra la γυνή: l’energia che è così l’ἀνήρ ἐν αῖα o l’ ἀνήρ ἐν γωνία, vagina. La medesima allegoria del raggio laser in grado di penetrare attraverso la materia è utilizzabile per l’energia solare che permea il Pianeta Terra. La terra, infatti, ha bisogno di captare (κύπτω) l’energia vitale del Sole per passare dallo stato di γύψος, cioè gypsum o gesso, a quello di γυνή, cioè da materia statica a materia feconda183. 182 Insegnare, insenatura, insinuare In realtà γύψος è la Terra ceppo, cippus, coeptum, che ha preso ma è ancora inerte, cui segue lo stato di γωνία, angolo giro O. La γωνία in teoria dovrebbe trasformarsi in a-gonìa nel momento in cui cesserà di girare per esaurimento del combustibile nucleare del Sole. 183 145 La Terra, paragonabile al grembo materno fecondato , γωνία, per rimanere incinta ha preso le gonadi (=oo) e il pene I del G-eone, cioè del Sole. Senza energia solare la Terra sarebbe caesum (gesso), un oggetto che, privato dell’energia vitale, giace immobile (part. pass. del verbo latino caedo, caedis, caesi, caesum, caedere, uccidere, far cadere a terra, cedere). Per dirla in maniera un po’ colorita e volgare la Terra sarebbe un semplice Cesso o Jesus, sempre nel senso di yeso. La luce φῶς è ciò che serve per vitalizzare il yeso o queso. Il queso non è la leche nel senso di luce ma, anche qui come sopra, è il yeso prima di essere vitalizzato da φάος, φους o φῶς, φωτός. Un'altra allegoria utilizzabile, sempre nello schema Sole, principio maschile, Terra, matrice femminile, è quella della gestazione: la Terra gestante produce il gestum. Il gestum è il γέρων o γεραιός cioè il g-eros o g-e-ray-o. Il gestum è un vecchio inanimato che dopo essere stato gestito dall’utero diventa Eros/Amore e continua la vita (gero, geris, gessi, gestum, gerere). Il vecchio è qui la γῆ (γέ), cioè la Terra più l’ρως o Άρης184, cioè l’Air (aire, aria). È chiamato vecchio perché è destinato a perdere l’ρως, la vita, e a tornare γῆ (γέ). Nell’utero egli è infans, cioè non è ancora capace di fari, ma diventerà fans, cioè in grado di fari, dopo il fatum, dopo che la vagina ha parlato (parto) ed è trascorso un congruo periodo di tempo. Nell’utero è nefas, non parla, μὴ (οὐ) φάος (non faro), dopo il parto è fas, parlante o φάος (faro). Nell’antico Egitto lo schema astronomico φάος/φῶς o pharaoh era stato maliziosamente trasposto in Terra, si che gli egiziani avevano creduto bene di nutrirsi di “luce solare”. Fari è l’infinito del verbo for, fatur, fabor, fatus sum, fari, fans, fantis, fatus, fandus, fatu. Gli schiavi erano nefandi, non dovevano parlare ed era proibito parlarne; dopo la Festa diventavano nefasti, cioè inutili e oramai non più φάος o faro (farro). 184 Il contrario di eros è diventato in inglese sore, sorrow, sorry, il contrario di ares è diventato in italiano sera, che in spagnolo significa “cerrar el cero”, cioè rinserrare il Cero o il Sole (Zero) . Il contrario di air, greco ἀήρ, è rispettivamente ria (cattiva, malvagia) e rea. Il tema ρηα dal greco ρέω, è alla base di ἱέρηα, ἱερεὺς, ἱέρια, che era tutto ciò che atteneva al sacrificio. La ἱεραρχία (gerarchia) era, invece, il percorso delle carovane schiavistiche dall’Africa verso l’Europa e ritorno ( + ἄκρος), oltre che la Piramide gerarchica del clero egizio, formata da gerentes dei γέροντας. Nel senso di cammino la gerarchia era anche lo scorrere ed il tramontare nel mare del Dio-Sole, come pure quello del Faraone dopo la sublimazione del sacrificio (ἀρχή). Un altro contrario di aire è Eire, nome geografico dell’Irlanda, che nella crittografia britannica significa “are del tramonto della razza bianca” presso la terra dell’Ira(n) o Ira(k). 146 Il Pharaoh, infatti, era l’insieme delle Piramidi e degli obelischi (Filadelfia o Vigna del Signore), il sistema tecnologico che permetteva agli Egizi di produrre energia distruttiva di vario tipo, utilizzata soprattutto per giustiziare gli schiavi deportati in Egitto (Sinai)185. Questi venivano “sinati” presso i Seni cioè le Piramidi viste come Seni o Nasi (da qui il deriva il termine nazi e nazista). Sinare significava produrre il sinuhe, il sin (λύω) 185 In tale contesto γέρων è Caronte, il demonio che traghetta gli schiavi-pesce all’inferno dell’arrostimento in forno e il queso è lo schiavo “cocido y colado” dal forno, trasformato in cacio (caseus), cioè yeso informe, mediante l’addizione di natron: yesus o jesus. Questo era il Caseificio o semplicemente la Casa. Era il sanatorio egizio di Sana (oggi Sana’a è la capitale dello Yemen) dove l’Anas, cioè l’Anitra o Anatra, era sanata cioè azzannata. Anates (plurale di anas) erano classificati gli schiavi sottoposti al procedimento anatron o ανατος, che prevedeva l’azzannamento con le zanne elettromagnetiche. Zanna, che significa dente e deriva da canna si incontra anche nella forma sanna, da cui il latino sanare e sanus. In Egitto si usavano le canne o cannule cioè aghi, anche elettrificati, per trafiggere le vittime. Nel caso in cui fossero elettrificati erano chiamati Toth, parola all’origine dell’inglese tooth, plurale teeth. Questo perché le onde elettromagnetiche possono essere metaforizzate da una sequela di tetti o teeth . Gli schiavi erano: - ducks, cioè Dutch e Deutch, perché condotti (duco, ducis, duxi, ductum, ducere) al Ducato cioè al deca-ade X del decurione, cioè del deca cura. - papere perché destinati al Papa Re (Bab Ra, re di Berbera, cioè dell’Egitto, Pater Ra, Re di Ptah o Patera). - patos perché destinati al πάθος del πάσχ (pass over pascolo o prato). Il termine greco ανατος nasconde l’altro termine θάνατος, che significa morte per mezzo delle , cioè per mezzo delle onde elettromagnetiche (tetha, teeth, tooth, Toth egizio). Fu definito anche nosocomio, parola da interpretarsi alla luce della parola inglese nose. I γέροντας, i vecchi, sia nel senso di schiavi macilenti, sia nel senso di becchi (viejos), cioè i pesci-uccelli o pes-apes (aves), sono invece le vittime del trattamento che si conclude con l’arrostimento e la produzione di yeso (jesus). 147 Il sinuhe nel mondo italico era conosciuto come sivo o sebo, una sostanza liquefatta derivante dal processo di scioglimento dai corpi (corpses) degli “animali” deportati in Egitto, denominata in greco στέαρ (στέατος), in latino cera, nella crittografia anglosassone wax186. Da sebo o sivo derivò il termine latino cibus, inteso come alimento ἰχθύς (jellyfish). Il Romano erano stato cibo e nel senso di sivo e nel senso dello spagnolo chivo, ma con la nascita di Roma egli divenne civis optimo iure, elemento fondamentale della romanitas. Al contrario i popoli estranei a Roma, persino gli italici, non furono chiamati a far parte della civitas romana, alla quale furono aggregati solo in un secondo momento, parallelamente all’espandersi del dominio. Il chivo era lo schivo, cioè lo schiavo tenuto in disparte (schifo) rispetto ai loro padroni. Come tale era cibus o, in spagnolo, chivo, cioè animale da lavoro e potenziale vittima sacrificale. Le varianti chivo, cibo, chipo sono da ricollegarsi al verbo inglese to ship e al sostantivo sheep, nonché ai verbi italiani chiappare e scippare. Il verbo to ship è relazionato con le antiche città di Sibari e Bari, perché era da qui che partivano le navi cariche di schiavi dirette in Medioriente. Sclavus deriva da clavis, chiave, greco κλείς, e clavus, da cui deriva chavo e chava187. Sclavus, nella forma shavo, ha dato origine al verbo inglese to shave, radere, ma originariamente tagliare. Nel verbo è nascosta anche la destinazione finale dei bastimenti, che era S-Haven, cioè Hell Awe N. I cives, come detto, erano stati cibi e sivo o sive. 186 Wax ha lo stesso etimo di weak: Old English weaxan; related to Old Frisian waxa, Old Saxon, Old High German wahsan, Gothic wahsjan. 187 “La palabra chaval (niño, muchacho) viene del caló (lenguaje de los gitanos españoles) chavale, plural de chavó (niño muchacho). De ahí tenemos también chavo (en sentido de muchacho, no de centavo), chava, chavala (niña) y chavalada (grupo de muchachos)”. Voce tratta da http://etimologias.dechile.net 148 Nella lingua francese civet, un tipo particolare di salsa, è un crittogramma di sibet o Shin Bet. Lo schiavo era chiamato chava, cioè ch-Ewe (Eva o Eve) e considerato moglie di Adam, cioè del Mhadi dell’Eden egizio (il macellaio afromusulmano)188. Il nome Chewe189 è pronunciato "chet, vav, heh" in ebreo e la radice del nome è correlate a life e a leaf (chet, yud, heh). In Genesi, Bereshit, 4:1, si legge: <<V'haadam yada et chava vatahar vateled et qain vatomer qaniti ish et HaShem>> che significa <<L’Uomo conobbe sua moglie Eve; lei concepì, diede alla luce Cain e disse Io ho acquistato un uomo da L-RD>>. Il cibo era diversamente chiamato apis o apiss (da cui l’inglese piss). Era prodotto nel ciborio (ciborius) e nella pisside (pixis). CIBORIO PISSIDE Canto del Cigno Altri nomi del prodotto erano: - avis, da cui sono derivati i termini latini clavis e sclavus. - chaos o chaus, da è derivato lo stesso avis (chauis, sclauis). I crittogrammi rimandano ai verbi greci καίω (brucio) e κλαίω (piango), κλύω (ascoltare), verbi dai quali derivano clavis e sclavus, clusus e clusura. Il Chaos o il Chaus era la House (Haus) del Kαίω, gestita dall’Ordo della Causa: si tratta dell’Ordine della Causa Scozzese per la Clausura (Ordo ab Chaos 33°)190. Per il fatto di produrre sebo gli Egizi furono detti anche Sebini, Sabini o Sabei, nomi che passarono a designare nell’Italia precristiana popolazioni di ceppo sannita particolarmente selvagge. Il loro nome è da ricollegarsi al verbo sævĭo, sævis, sævii, sævitum, sævīre. 188 Per gli abitanti dell’antica Olanda, comprensiva di Benelux e Germania, l’Eden era il Neder, cioè il Nihil (Nilo). D’altra parte anche Olanda lascia intendere che i suoi abitanti venivano portati schiavi alla “Land delle olas, dell’ ὅλος, delle halls (Cameroon). 189 Da Chewe, deriva, oltre che civis, plurale cives, anche il verbo inglese to chew ed il sostantivo chewing gum, cifratura nella crittografia anglosassone di “Eve In Gun”, cioè “slave into the tube” o “schiava nel tunnel”. 190 Da Chaos o chaus deriva il tedesco haus e l’inglese house. L’Egitto era stato per gli ebrei Mauthausen, cioè la Casa, il Tempio del καῦσις o καύσος (καίω). Gli ebrei tedeschi, in epoca medievale, lo chiamavano Dombauhütte. 149 Gli ebrei li chiamarono Sabatii, cioè Sabei del Latium paragonandoli al popolo africano adoratore del Sabba o Sabaoth (occorre ricordare che il primo Lazio fu l’Egitto, che, per la sua latitudine, veniva chiamato dai Romani Latus o Vastus). Sinare, dal greco σινομαι e σινος, significava tagliare e spaccare gli schiavi, “sinarli”. Il sacerdote Σίνις indossando il sinale ritualmente obbligava le vittime a chinarsi191 per poterli poi “sinare” o “cenare” con la scena (un tipo di lama analogo alla sica) e nella scena teatrale. I resti della cena erano ridotti in cenere o ceniza (Cenacolo). Da σινος deriva la parola inglese skin, pelle. Lo skin era il σινος della sica, il signum del sicarius che secava o sectava la vittima ebree china (esquina). Il termine inglese skin nasconde in sé il greco σινος e χήν. Skin cioè lo schiavo ebreo deportato dall’Europa era il sick dell’Indo, il sick del Chino, il sick della Sicilia. Il termine sivo o sibo (sebo) si rinviene nel nome di una divinità indù, Shiva o Shiba192, una delle divinità padrone del popolo indù, corrispondente a Shinar o Sinar, cioè a Cina o Sicina. È qui che finivano numerosi schiavi europei trasportati via mare in stiva dal Sinai, cioè dalla Somalia e dalla Arabia verso l’India e la Cina (Sina), terra dei cinici. In epoca romana la dea Cina era adorata sotto il nome di Sicina nei paesi del bacino del Mediterraneo. Una variante di Sicina era Sicilia o Caecilia193. 191 Il termine inglese chin deriva da chino, perché la vittima china ha il mento vicino al suolo, similmente al κύων, κυνός.. D’altra parte anche la parola mento esprime la stessa idea di chin se la si fa derivare da mente e si interpreta congiuntamente allo spagnolo mentòn, cioè montone (maschio della pecora).. Stessa etimologia hanno le parole keen (a keen blade) e kind (equivalente al latino gentilis), nonché l’espressione augurale chin chin. che allude al brindisi del sangue della vittima. 192 shave, shiver 193 La religione Sikh non è nient’altro che la religione musulmana trapiantata nel Punhab pakistano, regione che per la sua vocazione naturale doveva essere lo snodo per diramare l’Islam nel sudest asiatico e nella Cina Sikhna,che in indù significa to learn, era l’insieme degli insegnamenti coranici per espandere l’Islam antieuropeo in Estremo Oriente Un importante concetto del sikhismo è il Sekunar musulmano-indonesiano, il cui significato ermetico è taglio della gola. Ciò si può desumere dal significato di sekunar nell’indonesiano moderno che è goletta. Essa era in realtà la sica musulmana per lo sgozzamento rituale degli schiavi bianchi. Passò a designare il nome dell’imbarcazione per il trasporto degli schiavi dalla penisola arabica verso Goa o Gomya in India. La città di Goa era in realtà solo una tappa intermedia per la vera Goa o Ma Goa, che gli ebrei chiamavano Magog, Macao o Macau, cioè Madre del Caos nel senso del verbo greco Kάω/Kαίω/Kαίγω. Goa era Mad Caos del Mad Tao, cioè del Mad Θεός (Θαός). Da Mad, Mag o Mak Tao sono derivati il nome Mattheus ed il verbo mactare. I navigatori veneziani ribattezzarono la goletta con il nome di gondola, parola in cui compare gola e onda. In realtà, gondola contiene in sè anche la parola conde. 150 L’Abruzzo interno era una zona dedita al suo culto, era l’ara o area di Sicina. Da qui è derivato il toponimo Secinaro, riferito all’ara della dea situata sull’Altopiano delle Rocche in Italia centrale: Sicina-ara. Il Sinai era, quindi, il luogo della “sinatura” e chi lo gestiva era Sinista o Sionista. <<El término "Sinar", o, menos frecuentemente, Shinar, (en hebraico ;שנערen la Septuaginta, Σεναάρ, Senaar) es una designación de característica amplia, aplicada a la Mesopotâmia, apareciendo 8 veces en la Bíblia Hebraica. En Gênesis 10:10, se relata que el inicio del reino de Nimrod comprendía "Babel, Ereque, [1] Acade y Calné , en la tierra de Sinar ." ) En el capítulo siguiente, en 11:2, el Sinar es mostrado como una llanura que vino a ser poblada tras el dilúvio, donde la humanidad, aún hablando sólo una lengua, construyò la Torre de Babel. En Gênesis 14:1,9 el Sinar es la tierra gobernada por el rey Anrafel, durante mucho tiempo identificado como Hamurabi, rey de la Babilônia, a pesar de tal relación no sólo ser incierta como también denegada en investigaciones más recientes. La tierra de "Sinar" aún es mencionada como sinônimo de "Babilônia" en Josué 7:21, en Isaías 11:11 y en Zacarias 5:11. Si el Sinar incluía tanto la Babilônia (cf. "Babel") como Ereque, entonces el término caracterizaba las partes tanto norte cuánto sur de la Babilônia. Cualquier relación cognata con "Suméria" o "Shumer" - exônimo de origen acádia usado para referirse a un pueblo no-semítico que se llamaba a sí mismo Kiengir - no es simple de explicarse, habiendo sido blanco de incontables especulaciones. ES correcto, pero, afirmar que el término egipcio para "Babilônia" y "Mesopotâmia" era Sangar, palabra que se repetía frecuentemente en las cartas Amarna. En consonancia con H. Welsh, cuyo punto de vista provém en la asociación con Ur de los Caldeus, es probable que Sinar haya cómo significado la tierra de Sin , diosa mesopotâmica de la luna, cuyo templo más antiguo se localizaba en Ur. Sin poseía una red de templos abarcando el creciente fértil, incluyendo un templo de destaque en la Babilônia y uno de sus famosos Portones - este también un importante templo en Harran -, además de la probabilidad de haber un otro en Jericó, ciudad antigua cuyo nombre significa "Local del Dios de la Luna". Algunos creen que "Sinar" sea una referencia a la tierra donde actualmente se encuentra la China . El nombre de la antigüidade más remota para "China" es 'Ṣīn' o 'Sina'. De la misma forma, en Latín, se refiere a la China por el nombre Sinae, donde se originó el prefijo portugués Campana- (como en CampanaTibetano) - cf. Nombres de la China>>. La sigla S-enos o S-oenus rappresenta sia le Piramidi sia il Sion, cioè il metodo di sfruttamento dell’energia solare. L’India era la porta degli schiavi euro danubiani o danesi per la Goeland (Jellow Land), per la Groenlandia o Greenland (Cina), per la Goaland (Kuala Land malese-indonesiana). I nomi geografici crittati alludono non solo al taglio della gola (goa, goe) ma anche alla Goma/Guma e alla G-ren cinese La Cina era l’altro Sinai rispetto al Sinai egizio, dove invece riporta la Goma del Congo. 151 Come appena detto, il S-Enos (S-oenus) è anche la sigla che ricorda la strage di S- οἶνο o Suini, cioè dei maiali da macellare in maniera sanguinaria. In questo ambito sinista o sionista è chi sina i deboli. L’aspetto più odioso del sionismo è che, per vendetta, viene “sinato” il Sin, il Peccato, cioè gli organi genitali dei nemici. I nemici del sinista costituiscono il pescato (ἰχθύς) che gli viene portato dall’amico Pescatore. In parte vengono semplicemente sinati ma in buona parte vengono sinati ed arrostiti. Si può dire che il Sionista è “di sinistra”, cioè di izquierda, perché è Isis che “is-cuerda” e “iscuarta”, cioè taglia il cuore194, affinché esca il cruor (cuore e sangue) della vittima. Quindi per le vittime il Sionista musulmano o islamico è non solo sinistro, ma anche mancino, nel senso di “cane feroce che monca”. Il man-cino è l’uomo cane o licantropo, dato che cino deriva dal greco κύων, κυνός, cane. I cinofili sono i popoli amici dei Cinesi, quelli che gli portano gli schiavi. Da man-cino è derivato mancare e moncare, monco, e i termini spagnoli mango (manico) e manga (manica). Come il verbo italiano mangiare, derivano dalla radice mak- di μάκαιρα (machete). Sarebbe μά-κ- κύων, da cui ma-k-aon, makkano e makka, mekkano e mekka, macanicus e mechanicus. Monco e moncare hanno lo stesso etimo di monk, italiano monaco, e derivano dall’aggettivo greco μόνος, addizionato con la K, simbolo dell’ascia: è il mono, cioè il manico con la lama. Anche mancha e macchia hanno lo stesso etimo mak- di mangiare, perché la macchia e la mancha erano il risultato della μάκαιρα durante la festa mechanica e macabre (detta La Mecca). La è la magìa della MAXA cioè del macto in cru X MA X TO La cru X vera e propria era in principio la croce elettrica, come lascia supporre la radice cru, in cui la sillaba ru-/ro- (cross) è il rosso (rufus o rus) del sangue (cruor, cuor, cor) ma soprattutto della bruciatura (quema). Il -κύων è il -κύων, cioè il lycaon (licantropo) o lucano (lu-canis). Il Lucanus è il padrone del Lu-caos da cui nasce il suo Ordine mondiale sul chaos. 194 Il vocabolo spagnolo cuerda che significa corda deriva proprio dal latino cor, cordis, cuore. È una metafora del taglio, come la corda geometrica che taglia una circonferenza. 152 Rispetto al chaos egli è yaena ridens perché il suo Ordo, fondato sul lardo derivante dai lordi, prospera sul chaos degli sclavi: è un Ordo ab Chaos Il lycaon lecca (lick o licar) la leak di lux, cioè utilizza la luce che il Sole perde e, nel suo regno, è licantropo, cioè lecca la leak di sangue delle sue vittime. Il Senatus romano, assemblea di Senes, fu istituito, per così dire, ex Sinai o ex Siene195, cioè tenendo presente l’antico Egitto e contro i popoli camiti e semiti di Mosè. L’Ordo Senatorius nell’organizzazione gerarchica dello Stato romano era l’Ordine del Sinai. I Senatori dovevano possedere la scientia suprema dell’Egitto. Senatus et Consules erano il Sanedrin del Sinai riunito con i due Ierofanti del Faraone, rappresentato dal Pontifex Maximus, Re dei Sacrifici. Il collegium era la concio, l’ecclesia, la sinagoga, riunito nella basilica. La concio in greco era la βουλή o l’assemblea del popolo della cora, davanti alla quale (coram populo) si procedeva alla concha o concia della pelle, cioè allo scuoiamento del fiel o fidelis. Lo scuoiamento non era tanto l’asportazione della capigliatura (scalpo) e della pelle, quanto lo scoramento, l’asportazione del cuore (cuoio, cuero, coeur, cor). Da concio deriva il termine conca, dato ad un contenitore ad X che, in origine, era la croce di S. Andrea, cioè del Santo destinato a diventare nero (ἀνήρ, ἀνδρός) e conciato per mezzo della fistola o cannula (fioretto o spiedino). Nell’antico Egitto la conca era invece il gatto, cioè le onde elettromagnetiche con le quali si sbranava la vittima immobilizzata (Gath, Goliath, Tikrit, Criton, Triton). Il Rex con i due Consoli formava il Triangolo Massonico per eccellenza: Maestro Venerabile (Magister) e Fratelli Terribili (Fratres Diales, Flamines, Arvales, Saliares, Vestales). Riuniti in collegio emanavano i sentusconsulta, provvedimenti normativi aventi valore di legge. L’altro ordine, l’Ordo Equester, era l’ordine dei giustizieri. Equus significava Equitas, cioè Giustizia per la questione del Caballus. Il caballus era l’equu(s) del Sin o Sinai o Shin Bet. Sarebbe stata la Sinecura ecclesiastica, cioè la gestione della Casa di Cura del Peccato o del Sin: Sinam curat sed sine cura. Infatti Ca-bal (ebr. càbala), è parola composta da KA-ball, abbreviata dagli arabi in Kaba. 195 Siene era l’antico Egitto, chiamato anche Sion, Siena, Seine o Senna. 153 Ma sostituendo alla lettera b la lettera v si ha KA-vall, che è il ka-vallum o Kava, corrispondente al latino cava, allo spagnolo cueva, al francese caveau. La Cava, nel senso di caverna (cueva), sono i sotterranei o boxes delle Piramidi. La parola box deriva da ox, che a sua volta deriva da βοῦς (βοός) o βῶς, bovis, buxis (buxidis). Il recinto dei buxes196 era il πύξος, termine che deriva da pun/pin (πίνω) e xi (ξ). Per usare l’inglese, era The Edge, The Fence, The Border, The Wall, cioè tutta l’area delimitata dalle Piramidi, da immaginarsi come una palizzata. Per gli antichi Romani era Il Limes o Il Limen, perché vi si produceva il Limo, era anche La Cors, cioè la Corte del Castrum o Cast[r]ellum dove “curtabant” gli organi genitali197, era La Sponda del Fiume del Nihil198, era La Siepe degli Arbusti199. Il box, oltre ad essere la stalla dei buoi, era la Cella d’Ape per la produzione di Cera, che evidentemente cera non era, essendo al contrario una sostanza di sintesi, l’Apis[s], definita in greco στέαρ (στέατος) e in inglese antico wax. La cera era prodotta dal cero. Questo era una tubatura che faceva defluire la sostanza wax, nel vas, vasum o vasca (vasca basca). Il cero, in greco κηρός, è una metafora del tubo dal quale percola la cera. L’apertura del tubo è uno zero o un cero dato che in spagnolo zero è cero. L’Africa per la sua forma geografica è grosso modo un bovino: una delle sue corna coincide con la Somalia mentre l’altra risulta invisibile perché starebbe dietro la Penisola somala. Il βοῦς o βῶς era il luogo dove i T-αῦρος, gli schiavi bianchi, diventavano boves, vacas, oxen o wax[en] cioè dove essi venivano disciolti e saponificati. 196 I boves, βόες nei boxes erano i bossess, non solo nel senso di capi, ma anche nel senso di blossoms. <<La palabra corte, en sentido de tribunal de justicia, viene del latín cortis y este de cohortis, formado del prefijo co- (unión) y hortis (lugar cercado, ver: huerto). Primero se refería a cualquier lugar cercado donde ponían animales. Luego, pasó a referirse al lugar donde los oficiales y vasallos aconsejaban al rey. De ahí pasó a referirse al tribunal de justicia. La palabra corte, en sentido de incisión o tajadura, viene del latín curtare (cortar, "hacer más corto") y este de curtus (corto)>>. Definizione tratta da http://etimologias.dechile.net/?corte 198 Era definita la Sponda perché era il luogo degli sponsalia, dove la Donna ebrea, Eva, era stata promessa in sposa ai popoli di Mosè, africani ed arabi. Eva deriva dal greco εὖ e significa Europa. Da Eu deriva anche Evil e Devil. Il Devil era Deus o Zeus, cioè il Dio delle Piramidi. Gli schiavi deportati dall’Europa erano virgines nubiles da nubere alla Nubia e al suo popolo personificato e deificato in Anubis, grecizzato in Ποσειδῶν, latinizzato in Neptunus. Neptunus era il Nepos (nepotis) cioè ὁ νεπους ποδός, cioè la razza che razziava la ἡ νέα (la buona messe di maggio) e la deportava al πούς ed alla ναῦς (acc. νέα). 199 Gli schiavi erano gli ara-bushes, bushmen, a-brush-men, destinati all’abbrucio (abrusci). Nella Penisola balcanica gli schiavi assiepati erano detti arbereschi (arbëreshë). Erano aggettivati come (a)brutii o bruti, ma contrariamente a quanto lascia credere l’aggettivazione, erano schiavi della bey–root (Beyruth), cioè della bella radice o bella razza, rimasti irretiti nel to buy (Dubai). 197 154 Il Faraone era considerato il Toro, The Bull, Il Bullo o il Boss dell’Africa, mentre i suoi negri erano The Bullies, i Bulli. L’Africa somiglia anche un Rinoceronte. Il nome del βοῦς africano deriva dal greco ῥίς, ῥινός, naso o corno, e κάρα, testa o faccia: i due corni κέρατα) frontali coincidono con la Somalia ed il Madagascar, ma quest’ultimo appare spezzato. Testa di Cavallo Il continente africano può sembrare, infine, anche la testa di un cavallo. Visto così potrebbe essere il famoso Cavallo di Troia dell’Iliade e dell’Odissea, se per Troia o Ilio primigenia si intende l’Egitto con le sue Piramidi. 155 Il racconto omerico può essere interpretato nel senso che gli Achei, cioè i popoli vittime dell’Ank egizia, riuscirono ad introdursi nel cavallo, entrando per il Cavo del Vallum, cioè per il Delta del Nilo, in seguito ad un sisma che provocò un maremoto con enormi cavalloni. Il cavallo di Troia sarebbe cioè una metafora dei cavalloni del maremoto che, dopo il disastro, lasciarono entrare in Egitto i popoli del bacino del Mediterraneo. La Roma o Rome degli Egizi era vacante (rom) e baccante, cioè era in grado di vagare sul Pianeta (to roam) e di distruggere su vasta scala. Il significato letterale di baccante “che azzanna la vacca” se, dal contesto dei sacrifici umani, viene trasposto all’ambito della Cinesi o Forza cinetica viene a significare “che spacca e fa a pezzi la cava o kaba”, cioè la Terra. Il baccano era, sempre in quest’altro ambito, il romore (rome) o frastuono, dovuto all’azione dell’energia cinetica sprigionata dalla ώμη. La ώμη era così chiamata per riferirsi al Pomum, cioè al Pianeta Terra paragonato ad un pomo. Il pomo nella lingua latina è il malum. La sigla ώμη significa ρέω MH, cioè ρέω μήτρα TH, che diventa - posponendo ρέω - MH TH ρέω (metereo). Il verbo μετεωρεω (μετεωρίζω) significa lanciare meteore (μετέωρος, μετήορος, πεδάορος, πεδήορος). In inglese il verbo sarebbe to forecast, lanciare fuori il faro (φάος) dal foro e prevedere il suo punto di ricaduta: il faro è il φάος o il meteo[r]. La meteora è un μετὰ ἄωρος, cioè un respiro o un’aura che dal Mitreo di Mitra o di Aura Mazda (Earth Metrotube) va oltre il oltre il mantello e la crosta del Pomo, il Malum o Melum terrestre200, di tale potenza da poter bruciare vaste regioni o addirittura l’intero Terra, rendendola μέλαινα, nera (aggettivo greco μέλας, μέλαινα, μέλαν). La potenzialità dell’energia distruttiva è metaforizzata dalla mela nel senso di μέλι, miele o mel, e dalle api nel senso di aves (mel-ayn e a). Essa è tale che la Mela-Alveare con tutto il suo miele può diventare nera e bruciata, cioè un Malus (μέλι μέλαν o khemi o quemada o quemasada, El Mal o Il Male). Μετέωρος significa in definitiva MH THEOS, θεός della Meter/Mater oppure θεό (Theodoro), cioè θεός della θεορια del μετεορος derivante dalla rotazione μήτηρ- γῆ (rho ρέω rego rex). 200 La crosta è la Cascara, the Shell dell’Hell, il Pomerium, cioè il murus rotundus del pomum o murum di ρώμη. Altri nomi usati nell’antichità erano merino, vellum, vitellum o calfskin. 156 Il sistema Prometheus-Epimetheus è quindi il sistema Prosapia Mater o Meter (πρός ἐπὶ), cioè il sistema tecnologico che “figlia” meteore vettoriali utilizzando il campo magnetico terrestre. La Terra è paragonata ad una Cava (Kaba), da cui si cava, si estrae energia oppure ad una Vaca (Baca) che rùmina (cow, a hollow horned ruminant), cioè erutta energia magnetica (ērŭo, ērŭis, erui, erutum, ērŭĕre) come un vulcano. I Templari chiamarono il sistema tecnologico Baphomet o Basomet. Con il crittogramma Baphometto essi intendevano dire che era possibile sfruttare le waves che la Terra emette dal basso (βαθύς). Waves infatti deriva da wavas, babas o barbas, babes o barbes, baves o bafes (sequela di baffi o peli di barbe). In greco la wave era la βαφή201. Il toro (bar) e il bos (bas) sono rispettivamente il bar ed il bas , cioè le barbas. Sono flies, cioè mosche, muscas (mock-bar e mock-bas), che salgono e scendono: salgono dal nucleo del Pianeta e ridiscendono verso lo stesso. Sono moses, cioè mouses (ingl.) e mures (lat.), topi che salgono e scendono oltre il muro del mantello terrestre (sistema Mosè o οῦσα). Il bar (toro o torre) è anche il bear od ursus, cioè uper S (oro, uro), da cui deriva la Fur[ia], cioè la fuerza, forza o force (la sigla URSS nata nel 1922, a parte il significato politico ufficiale, fu adottata per significare che la Russia sovietica già possedeva, all’epoca, la Potenza planetaria già appartenuta agli antichi Egizi). In spagnolo l’oso è o-sol. L’EKVVS o EKOWS è: - l’οἶκος cioè il Ca[sa]Vallum dell’onda. - l’ὅλος la potenziale risonanza planetaria dell’ola (onda). - ἡ ἠχώ l’effetto rifrattivo dell’onda (Nympha Echo). - ἵππος, il cavallone causato dall’onda (Ippo Regius o Ippona) Ippona era la città algerina, luogo di nascita di Sant’Agostino, uno dei Padri della Chiesa Cristiana Cattolica. Il suo nome era in origine Tagaste ma i Romani la ribattezzarono Ippo Regius in quanto era una città τῶν ἵππων (appartenuta ai Faraoni del Fiume Ubi-Anubi cioè ai Faraoni Lybos). La parola greca ἵππος, cavallo, deriva dalla lettera psi ed è un crittogramma che nasconde la pi π ed il simbolo dell’onda elettromagnetica (psi). 201 Per le vittime βαφή significava “immersione nelle onde per la tintura rossa”. 157 Unendo e S si visualizza il simbolo della corrente elettrica con spina e filo . Κένταυρος, Centauro o Uomo a Cavallo L’ἵππος per la sua forma sinusoidale era chiamato anche ποταμός, fiume, e potare significava usare il pot per il lobster, significava cioè utilizzare l’onda elettromagnetica sulle vittime per arrostirle e trasformarle in potus o πότος: theta + phi , cioè meno – e filo I, danno . Un altro crittogramma era TY (THY) che può essere reso come una Croce ed un Serpente Esso è il (Tau o Tao), il (Tau di Iside) e, come tale, è il Serpente Cobra: il cròtalo di cobre o copper202203. Ego (in greco εγω) significa Io, Yo o Jo (Jeo) ed era riferito all’Ego Absolutus, cioè al Faraone, possessore (εγω = ἔχω, ho, possiedo) dell’Equus e del JeOva (γῆ ὠα), grazie alla Potenza Javes o Javè derivante dai J–Aves204 prodotti per mezzo delle Colonne del Tempio J e B. Jakin e Boaz, infatti, consentono il passaggio dal Jaceo-Yγῆ al Boa-Kob[re], dalla Entelechia alla Kùnesis EKW (EQUUS). 202 È il Ramarro, la marra del rame, o il Tamarro, la marra di Tamar, il Gruel (cruel, crudelis) o il Glue, il Panta-Gruel o Panta-Cruel. 203 Da Ty o T ayin derivano i nomi geografici Thai (China), Taiga, Tagiki, Dacca, Daghestan, Thagaste o Tagaste (TH Agaarte), Trieste, Tergeste o Tyestes. Da taj o tag derivano e tegus e le parole inglesi tech, deck, tag. Il greco è la fonte di tego, tegis, texi, tectum, tegere e di tergo, tergis, tersi, tersum, tergĕre, nonché di torquĕo, torques, torsi, tortum, torquēre. Dalla variante dag deriva drago, to drag, traigo, Dago e Tyago. Trieste ha lo stesso etimo dell’inglese thirst e deriva dai termini del latino tristis e terere, perchè le vittime diventavano riarse (thirsts) per l’utilizzo del TRE-THN (Trentum, Trontum o Tre-Thorn) e gli aguzzini erano assetati di potus. 204 Plurale di avis, -is, uccello, volatile. Gli aves sono allegorie degli strali, saette, dardi, folgori, meteore di Zeus o Δευς. Zeus è Iovis Iupiter Pater, cioè [P]ius Vis, Y Python, Terra Petra. 158 L’Equus genera il Serpente Boa (Βοάω) o Draquus (Drago) , cioè le spirali o volute della potente Onda, che produce il Bacchanal o Bacchatio (bao, βαίνω o bau) e sconvolge la Bona Mater Terra. Dileguatosi il Serpente, la Bona Mater torna nel suo buono stato: Bonaccia del Mar cioè della Ma[te]r senza tensione (TH). Il contrario di EKVVS è SVVKE. La ψυχή è il l’anima, il soffio o respiro vitale e nell’allegoria rappresenta le correnti magnetiche che sono inspirate ed espirate dalla Terra, come nella respirazione umana. Esse scendono (μένος) verso il cuore della Terra (῾Υμήν, Y men, o Υδωρ, Y door), cioè verso la φρήν, φρενός (fregna farena farina faraona) e da lì risalgono fori cioè fiori: ἄνεμος205. La Terra è la Xora o il Cor con corda I ma è anche il Cruci Fige +X La risalita è detta audio della fonìa (αὐδή e φωνή) o foen/vento in auge. Altra allegoria usata dai Greci era quella del cratere di lava, del razzo spinto verso l’alto, della radice che spunta dalla Terra ἀνακράζω (gracchiare, gridare, alzare la voce) 205 φ ρήν, fi-rene φ + Irene dà Cirene, i due reni o lobi del Pianeta Vivente. La sigla φ ρήν ha dato origine alla parola volgare fregna, nonché a fiore e fiorente (Fregna Fiorente o Pianeta Terra). La città di Florentia o Firenze era la città di Firene o Fire ENE, Cirene o Giro ENE (vortex). 159 OVA epì YUCH h F Q o FLORES POOME EETA j m q μέτρον MHTA ipò ECO EKOW nympheo job e jeb aWOKE cow e cob havoc OKEY awake καίω OKEYE HOCKEY καίω E-HARTH evocare YUCH EKO EQUUS Aio, ais (Sais) K-aio K-dico (Cedici) 160 XI casina o casella di Colonella o Arca della Scienza Ξ spina di pesce o triplice cinta X x colon retto pugno j IBIS de-monos I - BIS zibi filoi filae per F-elix kelt kalt kart anu-bis anà-ibis Il Tubo per la produzione di energia e per l’annichilimento degli schiavi era The Tube II, dato dalle Colonne d’Ercole JB Tube o Tybe o Tu-bus, Tubo-bis o Tubo-vis: Two Beta e Two Bet Tubet, Tybet o Tibet: Bet del Two Beta o Bet Tibet o Bet Tribe[T] Tebe: tepeo o tepesco Tibar: T B ar Tiber o Teber: T B er Tibur: T B ur 161 CURSUS HONORUM Dato che Roma nacque come realtà totalmente antitetica rispetto ai regni orientali, mediorientali ed africani che avevano preceduto la sua fondazione, le figure del Cursus Honorum romano furono create per essere la negazione delle corrispondenti figure della Ierocrazia egizia e musulmana, al cui vertice c’era lo Ierofante, cioè il Faraone, capo del Clero egizio. I magistratus disponevano, in varia misura, dei seguenti poteri: - Imperium La parola deriva dal verbo impĕro, impĕras, imperavi, imperatum, impĕrāre. L’etimo del verbo rimonta al sostantivo greco πῦρ, πυρός, preceduto dalla preposizione en. Il suo significato autentico è quindi incendo, incendis, incendi, incensum, incendĕre. L’Imperium perfetto era stato quello egizio, perché il Faraone, personificazione del Sole, aveva il magnifico potere di poter incendiare i territori dei suoi nemici e di bruciare masse enormi di schiavi deportati in Egitto. - Iussum Il termine deriva dal verbo iŭbĕo, iŭbes, iussi, iussum, iŭbēre che deriva da iuba e ius. La iuba era la Piramide solare, strumento di comando assoluto, mentre i iussi erano tutti coloro che, soggetti al potere del Faraone, potevano diventare usti. Ustus deriva dal verbo uror, ureris, ustus sum, uri, a sua volta derivante da oro. 1. 2. 3. 4. 5. 6. Quaestor Aedilis Praetor Consul Censor Tribunus plebis 162 QUESTOR La figura del Questor fu istituita come figura antitetica rispetto alla Questua o Quaestus dei Latini, antichi abitatori del Latium, finalizzata alla svolgimento della Feria, antica festività che risaliva all’antico Egitto, Latus o Latium. In Egitto la Questua musulmana consisteva nel quaerere sclavos (sp. quiero) oppure pidere sclavos (sp. pido). Gli schiavi bianchi catturati in Europa erano, per gli Afri e i Numidi, exquaesiti, cioè ingredienti indispensabili per produrre lo squisito Caseus. Esso era prodotto nella Casa, Ca[s]ba o Aedes, una specie di forno crematorio, ritenuto Limes o Limen Sacer. Per tale motivo il Caseus era chiamato anche Limes, cioè Limo. Un altro nome con il quale i Romani lo designavano era Spiritus, in quanto la sostanza prodotta era il risultato della combustione delle vittime mediante il πῦρ. L’Egitto era il situs per la produzione di Spiritus, come si può desumere dall’analisi crittologica della parola. Essa è composta da S pur ritus che possono essere ricombinati in Situs πῦρ. A parte ciò, dalla contrazione della parola spiritus si può ricavare il termine spitus o spitum, nome dello strumento utilizzato dai carnefici musulmani per infierire sulle vittime. Era un picus adoperato per bucare, praticare fori sulle vittime e provocare la fuoriuscita del sangue. Anche il sangue veniva definito dai Romani, mutatis mutandis, Spiritus Sanctus. Nella crittografia anglosassone il picus è diventato the pic, vocabolo legato semanticamente a pin, pit e pitch, split, nonché a pix e a spit. Il pix era il forum romanum, il pit o pitch, da cui sprizzava (to spit o to sprite), lo Spirito Santo, mentre lo split era lo spacco praticato con la spata, parola latina derivante dal greco πάσχειν e πάθος (che nella lingua inglese ha dato pass, pat, patch, pack etc., in quella spagnola pata, patada e patata). I carnefici o boia usavano anche sputare, to spit, per disprezzare ed umiliare la vittima dello split. Il picus e la spata, cioè la lama erano usati insieme alla flama, formando così il binomio focus lama (in spagnolo il binomio è luz lama cioè la llama). Il rito della Purificatio era il rito dello Spir-itus o S-pu-ritus. Con la lama, prima di praticare i tagli, si lambiva la vittima sadicamente, particolare che può essere desunto dal verbo spagnolo lamar, riadattato per significare l’atto di lambire o leccare con la lingua, associata all’idea di lama. 163 Ma, oltre a ciò, era proprio la vittima del carnefice ad essere costretta a lamar prima che venisse usata la lama. Le parole lama, flama, limo, limen, lumen sono tutte parole legate storicamente e semanticamente ai riti sadici dei sacrifici umani praticati dagli antichi Egizi e dalle altre civiltà coeve, come quella cinese ed amerinda. Dopo la distruzione della civiltà delle Piramidi tali riti furono perpetuati in scala minore e con minori capacità dalle civiltà che seguirono. In Europa provvidero in tal senso i Fenici, i Numidi, gli Arabi, i Greci, i Turchi, i Medi-Romani, gli Italici pre-romani. Un’altra parola ricollegabile etimologicamente a lama è lima. La lima presso gli antichi Egizi era la lama elettromagnetica per produrre il limo. Nel dialetto italico si conserva remotissima traccia della lama o lima elettromagnetica nell’espressione asp’ surd’, che significa raspa sorda. Lo strumento era detto sordo, in latino surdus, perché portava all’urd cioè all’ustione dell’ostia sacrificale, che veniva surata o usurata. Dopo l’ustione la vittima era absurda, cioè resto derivante dall’ab-S-ur-. Dal crittogramma S-urd fu tratto il nome della città di Sardi, situata in Turchia. Tuttavia la vera Sardi, il luogo dove si ardeva, era Ur o Eliopoli cioè l’insieme delle città dell’antico Egitto. Un altro Urdu o Sardi era in Cina e in Giappone206. Il nome cinese del complesso di Piramidi, Hun, era il nome di tutto l’Impero Hunnan. Sotto la sua area di influenza si trovavano non solo gli Indiani, ma anche popolazioni geneticamente affini, spintesi con successive migrazioni fino in Asia Minore e in Ungheria. La loro ultima migrazione, in ordine di tempo, fu quella della famosa Orda di Ur o di Hun, ribattezzata in Occidente Orda d’Oro, guidata da Gengis il Khan o il Khun nel XII sec. d.C., e composta da Hun, Unni, Ungari o Angari (Ankara). 206 L’Urd egizio e quello Cino-giapponese formavano il Varuna, l’unione degli Imperi delle Piramidi. Varuna, infatti, significa War-Hun o War-Una, cioè unita, confederata tra Ur Hun e Ur Due. Ur Uno o Ur Hun era l’Egitto Hue o Mat-is (b-row-n matiz), dove sorgeva la famosa Turris di Babele con il suo Tur-han (Tiranno), mentre Ur Due era la Cina (ur-du-e). Il toponimo Hun/Han e Hunnan fu coniato per il fatto della remota Unione o K-hun-a (U.K.) tra l’Africa egizia e la Cina. K-hun significa uno con Ka, cioè con Ka-fer o Afrika. In base a questa logica K[e]op-S era la Sina a forma di Cop (Cap), ma S cioè ena S o Ens Monos, Ens Protos o Ens Unus era l’Egitto di Ka-fer. La Cina era ed è per la sua forma geografica κύων cioè khun, anche se il centro della Kινεσις o Cìnesi si trovava in Egitto. La parola greca κύων, κυνός, che significa cane e da cui deriva, per esempio, il termine cinofilo, fu inventata in relazione alla Kινεσις o Cìnesi, cioè alla feroce energia che morde, sbrana e tutto spaventa. 164 L’etnonimo Sardus, sebbene ugualmente derivante da Ur e Sardi, appartiene invece ad un’antica popolazione di origine turca e fenicia che aveva lasciato l’Asia Minore e colonizzato la Sardegna. L’VR in Egitto e in Cina era un metodo di sterminio tecnologicamente avanzato. Veniva impiegata la Cama di Cam, Cama Camita o Camera Cam. Le onde elettromagnetiche erano aspidi o spiedi (Aesculapius o Ἀσκληπιός). Dal procedimento VRD si otteneva, come detto, il limen o limo, in inglese the slime. DDDDDDDDDDDDDDD Lima, sica o sega elettromagnetica Essa era praticata dai Sicari, che provvedevano ad immobilizzare la vittima nella Cama. Per l’arsio della vittima esisteva un’ars, preceduta dalla coartatio degli arti (artio). La vittima veniva immobilizzata nella cosiddetta juba o jugum207(il termine jugum, che in epoca romana designava il collare degli schiavi e il giogo, uno strumento di tortura, fu all’origine del nome della vena giugulare). L’arte prevedeva anche una coartazione psicologica consistente in un interrogatorio-farsa: <<Ask the anwser to the anser>>. L’arsio o The Hardproduceva The Harsh o The Lard e quindi The Ash, vale a dire l’Harsh Sea208 (ars scea, ars scaeva, funus o σκαιός), l’orsa od osca, un refluo osco (obscurus) e tosco (toxicus). La vittima dell’arsio era l’alderman, cioè l’uomo bianco dell’Alto (High Sky, High Ave, Heaven) considerato donna e servo (s-her-man e serf-man), schiavizzato e tenuto in aldea prima di essere trasferito in Caldea (spagnolo caldero, italiano caldaio). Lo schiavo bianco era dunque il Caldeo o Kαλός, il Gallo, cioè l’essere umano da destinare al Calor. I Romani assunsero la Cama di Cam a simbolo di Roma chiamandola Fascio Littorio. Fu scelto il simbolo camita perché Roma doveva essere esattamente l’opposto dell’Egitto isiaco, islamico o mosaico, di matrice afro-arabo-ebrea. La parola latina fascis, plurale fasces, e il verbo fascio, fascĭas, fasciatum, fascĭāre, significavano in origine utilizzare il φάος o φῶς o il Lighter (Lictor) sulla vittima ligata. 207 Juba e Jughurta furono i soprannomi attribuiti dai Romani ai Re della Numidia nordafricana per la “questione egizia” della juba e del jugum, questione sistemata con la guerra mossa contro Giugurta (Bellum Iughurtinum) e con la guerra punica che aveva distrutto Cartagine. 208 L’Harsh Sea, il liquido di scarto delle combustioni, diventò il nome del Black Sea ma anche del Dead Sea. 165 La Feria o Festa del Fascio in Egitto era il Fastum209, una solennità particolarmente fastosa o festosa, con il Fas ed il Nefas, cioè la Necatio Fantis, con il Jus e l’In-Jus, cioè la Necatio Judaeus, assunta come nome sotto forma di Enius (in jus o in judaeum). Da fasciare deriva il verbo inglese to fasten, il cui significato nascosto era legare al Ten X FASTUM del FAS-T-ENE-T o del Repens Πεντα o Baphomet del Tempio Nero Il Pentalfa o Pentacolo rappresenta la victima incola della casa elettrica. La vittima inquilina è vincolata “in aquila”. La parola corrente deriva dal verbo greco ρέω, così come il verbo correre210 e scorrere. 209 Il Fastum era il Luxus o Luxor, il Lucus, il Lustrum, la Libatio, il Sumptus, la Liturgia. Il lusso era la festa della luce e, più precisamente, la lussuria, con la uratio e il pharo di luce (Faraone). Lo sfarzo ed il lustrum o lustratio era lo stesso luxus o luxor, solo che il pharo è chiamato lituus (inglese light, lit). Luxor è un acrostico composto da Lu X O Reo. La magnificenza era la macellazione rituale ed il pasto (mangiare o, vernacolare, magnare); era sinonimo di karnak, cioè di carnaio. La libatio o libagione era l’atto del taglio della vittima cui conseguiva il λυειν del sangue, il suo ὀπωρίζειν nella coppa (kippa o pot) ed il suo πίνειν (potare o to pour into the os). I cristiani ricordano la l’uso sacrificale aberrante nella liturgia dell’eucaristia, rappresentazione simbolica dell’uccisione dell’ostia sacra (Agnus Dei). La pompa, la sciccheria, lo scialo o sciamano, era la cerimonia della spaccatura dei crani (bomba) di chicks e chicken (sciccheria), preceduta dallo scialare o sciamare delle api, che in parte erano macellate e in parte finivano allo S-warm. Lo sciamano era il Faraone o un alto sacerdote ierofante. Il sumptus o sontuosità era l’assunzione di Maria, cioè degli schiavi M-Air o M-Eire e la loro unzione e defunzione. 210 Anche i termini correo, correità derivano da ρέω preceduto dalla preposizione cum (σύν). Correo è chi corre insieme o concorre nel Reate (Rea-Te) provando deleito per il delitto. Il moderno concetto di delitto sarebbe stato, durante il panislamismo egizio, il de-light o de-luce, non nel senso di allontanarsi dal right o rictus (il diritto) bensì nel senso di lavorare, collaborare per il Lighter. Il de-recho, per usare lo spagnolo, cioè la vittima del delitto era il popolo estense o dell’Estensio teutonica (Estonia in senso lato). Correo significava essere collega, concorrente o socio (cum) del ρέ. Usando la congiunzione greca σύν, in luogo di cum, da correo si passa a sureo o syreo, cioè siriano, appellativo da cui sono derivati gli aggettivi soriano, sariano e serico. Cyreo era il Cyrenaico o il Grande Kuros, vale a dire il Faraone e Syrenae erano gli E-Gireni o E-Gironi ossia i Messia del Faraone (missi) per l’Egira HeartH o Tour d’Europa. 166 Il Pentalfa (Πεντα αλφα) o Pentacolo (Πεντα è la stessa Sella Curulis: la lettera alfa ααα rappresenta l’onda elettromagnetica, mentre la cola, termine spagnolo che significa coda, rappresenta una delle cinque estremità del corpo umano211212. In Egitto il carnefice per l’Ars (Αρσις) utilizzava la “stella elettromagnetica” sulla vittima immobilizzata e posizionata “a stella” (Aρδις-Πεντα o Radium Pentagon sul RATON). Ma, a parte ciò, la vittima era torturata anche con lo stiletto, lo stilo o stelo elettrico, il Ra-Pen[te] o Ra-Ben, cioè il Ray Pen-Tension, strumento che provocava uno stillicidio di sangue. Lo stiletto era lo Stigma (στιγμα) dello Stige o Stynx213, impiegato per la stilografia, cioè l’esecuzione di arabeschi sulle vittime. Nella lingua latina lo stiletto era ricordato con il nome di Repentinus e la corrente come Serpentinus. Le parole latine repens, repentis, serpens, serpentis, nonchè reptile, reptilis fanno parte della categoria linguistica che comprende i verbi rēpō, rēpere, rēpsī, rēptum, strisciare, repto, reptas, reptavi, reptatum, reptāre, strisciare, riferibile al movimento rapido e sinuoso, rapto, raptas, raptavi, raptatum, raptāre, strappare, e răpĭo, răpis, rapui, raptum, răpĕre, strappare, rubare. Se si ricostruisce la loro storia etimologica si scopre che il Rab Rebel (The Rapper) reperiva, rapiva, strappava via gli europei e rapidamente tornava in Arabia (de repente ad aram penta), dove la vittima doveva arrepentirse, cioè essere umiliata crudelmente ed entrare nell’ara penta (ad harem penta). Nella lingua tedesca altomedievale reben significava <<to move, stir>>, mentre rebe significava <<offshoot, bud>>. Il Reb o Rab commetteva The Rape con il Ra-pharo o Ra-phoro, il Ru–pharo o Ru-phoro, congegno che rendeva la vittima rubrus, rufus o rus, cioè rur, ruris ed orrore214. 211 La Cauda è anche il rabo, ràbano, rebaño di rabbits, ganado del Khan Rabo (in cauda veneno, in rabbits ben-ohm o pen-ohm). 212 Il famosissimo motto eracliteo πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός può essere interpretato come “tutto scorre verso il Πεντα ρειν del Nilo” (Hall the flowers flow to the Lighter). 213 Lo Stige (fiume del lamento) è uno dei cinque fiumi presenti negli Inferi secondo la mitologia greca e romana, gli altri sono Cocito, Acheronte, Flegetonte e Lete. Il nome Styx significava Extinctio e, “in piccolo”, electro-stick. 214 I toponimi delle due regioni Rhur, in Germania, e Rover, in Inghilterra, derivano dal latino rus, ruris. Rus o Rur significava “zona roveto” o “zona rogo”, come si evince dalla radice indoeuropea ru- e dalla variante ro-, all’origine dei vocaboli che designano il colore rosso. In realtà, il colore rosso, oltre ad essere il colore della fuoco, è anche il colore del sangue: fuoco e sangue erano le componenti dei sacrifici di Ur (Urs o Turs). In greco rus, ruris era ρους o ρόος, dal verbo ρέω, all’origine anche di ρούσίος ρουστίκος, Ρούτουλος, Ροδωλος, Ρωμαίος. I Rutuli o Rudhuli erano Οι Ρούτουλοι ή Ροδωλοί ήταν αρχαίος λαός της Ιταλίας. L’energia necessaria al dominio del Pianeta era chiamata dai Greci ἡ ῥύμη o ἡ ρώμη, nome che essi attribuivano all’antico Egitto solare. 167 Il Rab-Fenicio era vestito di bianco o di rosso, spesso tingeva di rosso i capelli e aveva la rubrica (Capetingi, Merovingi, Plantageneti) A Roma la figura del Rab e del Poenus coincideva con il Penator ed il Penatiger, colui che porta i “viveri”, cioè i Penati o Punici ρο-Manes al Foco Lar (il greco rho sarebbe ῥῶ cioè ρο). Ma questi – contrariamente a quanto accadeva sotto l’Impero isiaco-islamico, furono in principio italici, in seguito arabi, africani, greci, anatolici e galli. Come desumibile dal termine Penator i nemici storici di Roma, per un’antica faida nata in Africa, erano i Punici o Arabi Fenici, intendendosi per tali tutti i nordafricani e tutti i mediorientali, compresi gli iraniani ed i turchi, nonché gli illirici arberesc stanziati presso le Piramidi bosniache, i romeni medio-indiani e i greci. Questi ultimi godevano di pessima fama nell’Urbe, ma mai quanto gli Egiziani e gli orientali, disprezzati come isiaci ed apportatori di mollizie, lascivia e corruzione. In Egitto gli Aediles si occupavano dell’Aedes o ᾍδης dove giungevano le greggi di ovini. L’Egitto era HEARTH, cioè il Cuore della Terra (Heart ed Earth). Qui giungeva l’EIRE, che in latino significa E-ire, andare all’ἔαρ (ἔαρος) cioè all’Orecchio di Dioniso (Διονυσου ἔαρ), dove si veniva aggregati al Grex for the Peace (verbo greco εἴρω, to join o to john) L’Orecchio di Dioniso era l’Anfiteatro, il Bi Ter o Bi Tre, cioè El Buitre, El Condor o L’Aquila. La parola THEATER significava TROIA nel senso di Tritonia. Dalla sigla THEATER si ottiene: 1) TH-A-TER Tre Tre oppure Ten Ter che dà Ten x Ter oppure Ter x Ter cioè Tre KHN Tre (Tre Centum) 2) THATE Teate, antico nome di Chieti, era la Terra di KET cioè THE HADES, il luogo del THNSION AID (Taide o Tadè) Troia, insieme alle altre zone del Pianeta dove sorgevano le Piramidi (Bosnia, Cina, Giappone, Cuba etc.) faceva parte del Progetto Corona di Spine o Jesus o Jews. Troia era la ώρα o Corea. Era The Ear o ὸ Εαρ prima del θέρος (verano o ver anus), dove permanevano The Men (μήνμηνός, μένω permanere, μνῆμα-ατος monumento). 168 Ear Chain Gambero di Caino Catena di K ayn Era la sede del χορός215 con il Faraone Corifeo (Kορυφαῖος), i Coreuti (Κορητα) e le Coribanti, (Κορύβαντες), il luogo dove il Faraone Kυρος o Kαιρός (Cyro) “curava”, cioè sterminava sadicamente, κόροι (κοῦροι) e αἱ κόραι (κούραι), definiti οἱ/αἱ παρθένοι oppure οἱ/αἱ παρσένοι (Vergini delle Rocche), rendendoli corruschi (lat. coruscus, corusci) mediante il χορ-ῥεῖν, un tipo di corrente elettromagnetica ῥεῖν X- ὄρος – Pειν peine πόκος coro monti ρ O Cyrus o un suo delegato ierofante praticava l’ισχυρός άνεμος. La ώρα era anche la Terra del Ciclope216 e del gigantesco Πολύφημος cioè del concentramento di numerose nationes di disparata provenienza e idioma (Polialia e Xenoglossia). Era la Terra dell’Ade o Ellade famosa per la LA PRENDA o il PRE-HEN-DO. La HEN era la Gran Bretagna (England o Angle Land), terra di caccia per il Prehendo. Il Pre-Hen (Land) era l’Europa Prena, cioè gràvida, cioè pregna di κόροι e κόραι (cuori) per The Grave. Heir (Eire) e Hen (England) significavano “to earn for the ear nest” cioè per il Serio, Onesto Sirio: i guadagni erano The Money per i Demoni: Monos africani e Gains, Cains o Cani cinesi. Erano detti anche E-sirene o Cirenae. 215 Il κόρος è anche il χόρτος: il recinto. Κύκλωψ, Κύκλωπος. Le altre regioni dove erano ubicate le Piramidi erano altrettante zone di Κύκλωπες, cioè di Ciclo per il Pes o Ciclo Ittico. 216 169 Money è crittogramma della lingua anglosassone derivante dal contrario di dopo aver ruotato la lettera sigma ed averla trasformata in una M. In γένος si trova eno e , lettere che stanno per Goose/Geese oppure Jews/Jesus. La genìa delle geese γένος γυναικός era deportata dal μόνος, cioè dalla Gran Bretagna, la cui forma ricorda quella del μόνος 1, al Tsade צ, cioè in Egitto, sede delܨade o μόνος (Demonio). Il Pendio era la Gobba (Job) della Donna d’Italia, inchinata sotto il Pondus non solo dell’Africani ma anche della China. Il Pendio era la Hen Slope cioè la Scala ops per il SL di Keops, cioè il Solutor (ωτήρ e υτωρ) o il Κύκλωψ di Luxor. Al di sotto del Pendìo c’era l’Elles Ponto, Hellespontus, il Mar Mediterraneo, ponte per il πεντα o Pentagono o Pen-Dragon. Il PEN o P-HEN era HEN RE o HEN RA Per i Greci era il Dio PAN, cioè un Dio capace di controllare tutto il Reino del Reno (ὁ ῥήν, ῥημός) con tutti i suoi Rehenes (πᾶς, πᾶσα, πᾶν, πάντα). Egli risiedeva nell’ἵππος, cioè in Africa, continente che, visto sulla carta geografica, sembra essere la testa di un cavallo, ed era il Re dell’Ippopotamo. La parola ἵππος deriva dalla preposizione greca , che significa sotto, in basso. L’ era il territorio dell’onager, la terra (ager) dove finivano i somari o sumeri, gli onagri della Soma o Suma, e dove era generata l’onda divina. Qui sostenevano il Pondus, termine derivante da penta S e onda , o Peso, che li trasformava in jellyfish o yellowish (piscis, -is). ON YS P P πόνος P ondus 3 +2 = 5 X P onus D pon, pin, pen, pan, pvn ἀπονία SI[R]ON SI cioè 51 o LI LI[R]ON PIN G PON G 170 L’idea del circolo vizioso de La Prenda dell’Ellade può essere resa con i seguenti verbi latini: - prĕhendo, prĕhendis, prehendi, prehensum, prehendere Pre HEN Land (spagnolo La Prenda) - pingo, pingis, pinxi, pictum, pingĕre picti rein brain reinar rho r P Cina expansio o πάντα - pando, pandis, pandi, pansum, pandĕre pansum impensa in Pansa (Pancia cinese) - pendo, pendis, pendi, pensum, pendĕre pendum impensa in Pinna (Aquila egizia) - pondĕro, pondĕras, ponderavi, ponderatum, pondĕrāre ponderatum pondus pesus grave - pono, ponis, posui, positum, ponere positum pon in I-pon ἱππών ὑπο, ιπος o ιπς, ἵππος (N)ippon (N)ἱππών ὁ ἰπνός L’Ellesponto era il Mare dell’ (Ελλάς oppure Ελλάδα), cioè il Mare delle Elle o Mare dell’Energia Lamba . L’Energia Lambda, cioè Lamp o amp in Ade, serviva per trasformare i lambs in lamps e quindi in limps. Il nome Ellesponto o Mare di Elle deriva dal mito di Elle, vale a dire dal mito di Elena di Sparta. Elena o Elle era la popolazione dell’Inghilterra, la cui forma è quella di un’enorme L rigirata. Nel mito Elena è sorella di Frisso e figlia di Atamante e NeFeLe. Ciò significa che le popolazioni di Inghilterra, Frisonia, Francia e Netherland (Benelux) erano “sorelle”, molto affini geneticamente a quelle anglosassoni e facenti parte del grande gruppo etnico dei Galli, gruppo che, al tempo delle Piramidi egizie, si estendeva fino all’Estonia ed anche oltre. 171 Nell’Egitto Κολχίς (Colchide) o Χαλκίς (Calcide), il Vello d’Oro, abitante dell’Aires o Eires cioè dell’Aries o Ares, giungeva alla rada (Alessandria) del Reade o R-ade o Ray per l’Horse Reader, cioè il ἱερόν ρειν (in spagnolo Hielo per Elio ed Helada per Ελλάδα)217. Lo aspettavano i Mares o Marsi di Mars per consumare il Reate (Rieti). Nella cartografia cifrata le due LL di ELLAS, in greco , coincidono con gli angoli esistenti tra Anatolia ed Egitto, nonché con il Puntland sòmalo e la Penisola arabica (Ali dell’Aquila). Ma una grande L girata è anche l’Anatolia ed il sottostante Medioriente: Licia o Leucia. Ankara Ellade Cirenaica Alessandrietta Alessandria Nekhel I Greci chiamavano il Tempio in vario modo: ἱερόν, δῶμα, luogo per domare, dominare, domnare e damnare, ναός, νεώς, luogo della nave o navello , τέμενος, luogo per la tensione ed il taglio, ἡρῷν, luogo per praticare l’eros, μουσεῖον, luogo riservato al mouse (mus, muris). Il mouse era detto ἱερόδουλος, ilota destinato alla ruota del dolore rosso, o νεωκόρος, destinato alla corrente della nave. La definizione τέμενος è un acrostico che contiene in sé il simbolo della crocefissione elettromagnetica. 217 172 STADERA o IUGUM IUDICIS o ARCO DI CUPIDO 173 174 Cabaal Baalca(n) in Caba Water Cabinet o The Cabinet Prime Minister 175 PING PONG Mosca Hong Kong Geisha Tangeri Algeri Tunisi Bagdad Karachi Marrakesh Marra Geisha Ghazoua Essaouira Gran Canaria Cairo Gisha Ahmedabad Tankara Goa Goisha Ankola Hub Ubi PIN Trivandro (India) El Cairo era il Regno dei Morti o, meglio, il Tempio dei Morti (ADE). In greco era detto καιρός (Cairo Monte della Notte). Vi regnava Crono-Corona, il Signore del ρόμος, cioè di quella che fu poi chiamata E-gira, per catturare i kuroi e le kores. Quando l’Egitto e la Cina collassarono l’Europa resuscitò dal Regno dei Morti. Nella lingua greca ἐκ νεκρῶν ἐγείρω significa resuscito dal regno dei morti, cioè libero dal Cairo καιρός, χείρ, χειρός, γέρων, γέροντος. Il νεκρός era lo schiavo en cross , messo cioè nella croce elettromagnetica: καιρός. L’ἐνέργεια si ricavava dal Remo della Terra, 176 ἐνέργεια = + ἔργον rho N ENRI o INRI r P La parola greca Καιρός (in arabo El Cairo) significava Key Ros o Croce Elettromagnetica (Croce ELE o ELECTRON). Indicava inoltre il congegno che consentiva di produrre Η Ενέργεια. Con l’energia del rho ῥ era possibile il ῥέ, cioè regnare sul Reino Unido delle Piramidi, tenere il Timone del Globo dal Naso Spagnolo al Rene Tedesco al Toro turco al Trhuman, dove aveva sede The Ruth Lex, ma anche oltre, fino al Trivandro Sion. Sion significava Sino o Cino ed era un epiteto riferito al Kύων, al Cane cinese, cinico e feroce. La Cina, per la sua conformazione geografica, sembra essere l’enorme testa di un cane con la bocca aperta (la Cina dell’epoca comprendeva anche l’Indocina). Il Trivandro cinese era il Tree Three Eva-Andro (Uomo-Donna). eva κίνησις cìnesi E Seni del Cino o del Cane DDDDD ἀνήρ 177 L’Ellesponto era chiamato Mare di Elle, perché immaginando di affiancare una serie di lambda maiuscole , si ottiene il simbolo delle onde della potente energia LAMBDA218, prodotta in Ellade cioè in Egitto, sede dell’Ade infernale. L’Ellesponto era detto anche: - Rectum Hellesponticum, ponte ad L dall’Egitto verso l’Inghilterra, cioè verso la Terra degli Angles o Angels (Eve-Angeliste). - Hellespontium Pelagus, mare di punte ad L (lambda ) o mare del Pentalfa. - Fretum Hellesponticum, terrore dei ponti elettromagnetici 219. Lo Stretto dei Dardanelli, oggi lo stretto turco del Mar di Marmara, coincideva con lo stretto di mare del Mar Rosso, tra Alto-Basso Egitto ed Arabia Saudita. Il nome Mar Rosso significava mare di sangue delle vittime uccise in maniera violenta e mare di uomini rossi o russi creati con il procedimento ., basato sui Dardanelli e i Dardi: i primi onde elettromagnetiche ad altissima frequenza, i secondi onde elettromagnetiche ad alta frequenza220. Per Dardanello si intendeva anche lo stiletto o ago elettrico (dart nail). Essi erano generati dalla prospiciente centrale energetica egizia (Elettra o Dardania). Lo Stretto dei Dardanelli odierno, quello che collega il Mar di Marmara con il Mar Egeo, era stato così chiamato per il fatto che un mare di marmaglia transitava per Istanbul verso l'Egeo cioè verso l’Egitto, sede del Bosforo e della Dardania221. Il nome turco dello Stretto dei Dardanelli, Çanakkale Boğazı, è una sigla crittata plurisenso che significa: “a Sana Cali da Giza con la Cagna Galla e da Sana vai a Calì, l’Asia dei Bogasi”. Çana Kale: è la Cagna Galla, cioè lo schiavo e lo scambio schiavistico dei bianchi; è Sana e Anas, cioè l’annonaria di anatre. Gazi: è Gaza o Giza; l’Asia (Azia dall’Alsazia); L’Actio e la Fractio (Actium, Latium o Latus); il LAKT del Box o Case Bomb-S-hell. Il Lac (lactis) era il prodotto risultante dall’ars (arsione), cioè la Lue, la Labe o Tabe. Le zone dove si produceva la sostanza di scarto erano zone chiamate dai Romani Tabernia, Tibernia o Tubernia222. 218 Dalla lettera greca Lambda derivano i termini lampo, làmpada, lampadina, lamp, imparo. Lambda può essere resa nella lingua ebraica come LameD e Bet, cioè La Med o La Medina, crittogramma che significa Dinamo Elettro-Magnetica N oppure Medicina Ermetica con Madia Bet o Betlemme (Bec, + e l’emme -). 219 Il Fretum è ricordato nella lingua inglese come The Frighten: to freight to fry . Nella lingua italiana l’etimologia del vocabolo fretta riporta indietro nel tempo allo stesso concetto. 220 Dardi, Sagitte, Folgori, Fulmini, Lightenings and Thunderbolts, Relampagos y Truenos. La Sagitta era lo Iactum dell’A (Iatto, Gatto, Gad o God), ma soprattutto il sag o zad dei musulmani, il loro sadismo, ricordato nella Saga norrena. Stessa cosa si può dire della Folgore, falò del fowl, Fulmine, falò dei (ro)manes, Thunderbolt, tension under to boil. 221 Per i musulmani si trattava di marmaglia, marmaid o marmaiden, cioè di vergini destinate alla Madia del Madi. 178 Erano zone Hibernia o Ibernazione (Tiber, Tiberia, Iberia, Tiberiade, Tiburs, Tivurs o Tivoli), perché le vittime venivano assiderate cioè rese lac (lactis). Erano portate ad sidera, cioè ad sedem (ad sade), ed oltre ai due lati be sides, cioè bi sides PING PONG Mosca Hong Kong Ahmedabad Marrakesh Marra Geisha Bagdad Hub Ubi LIMBO Giza era l’ἀστήρ (ἀστέρος) ma nel senso di aster (gastris). Bogazi è: il box degli Hogs-Bogs, la boca, buca o box (bog) dove “è buio e si brucia” (Abuja e Bruja). Dalla Homeland o Domeland gli Homeless del Nilo (nihil), scendevano verso il Puntland sòmalo con destinazione per la Terra di Punt o Punjab (India), da dove proseguivano verso il Less cinese. The (Home) Less era per gli Europei schiavi il lasciare l’ascia (hacha, axe) per Lhasa o per L’Asa, la Casa dell’Ash mediante la Serra e il Laser223. <<Old English læs (adv.), læssa (adj.), comparative of læs "small;" from Proto-Germanic *lais-izo "smaller" (cf. Old Saxon, Old Frisian les "less;" Middle Dutch lise "soft, gentle," German leise "soft"), from PIE root *leis- "small" (cf. Lithuanian liesas "thin")>>. Ma Less significava anche Nilest cioè Nilo dell’Est dove Ni Lest (knee est, N est o est). Gli schiavi formavano il popolo del Lao S o Lae S o di Lasa (to lease for the laser o in spagnolo para asar). Il Lhasa era l’equivalente cinese del Faraone: egli era Ta netjer, il produttore di Nettare o il Necator delle Api. 222 Nel diritto matrimoniale romano la taberna, la tabula e la stabula sono gli elementi del contubernium, situazione giuridica di convivenza nella stessa taberna (taverna) o stabula (stabile) “sulla stessa tavola” ma senza vincolo giuridico. Era definito anche concubinato, cioè uxores nello stesso cubus o cubiculus (Lux Sorores). I cubicula degli schiavi erano nel mondo musulmano erano i caravanserragli, cioè i serragli dove erano sistemati gli ebrei lungo il tentacolare percorso della rotta schiavistica afro-asiatica. 223 Vedi i verbi spagnoli cerrar e asar, nonché i vocaboli italiani sera e serico (Sera dell’Europa ed Oriente del Nip). Gli schiavi deportati erano chiamati anche Serafini. 179 Il concetto di deportazione in Oriente è stato fissato nell’avverbio di moto a luogo spagnolo hacia, che significa dall’Ascia (hacha) per l’Asia (hacia). Alleata dell’Asia era Aisa (Aisha, Ais, Aisis), cioè l’Africa: per entrambe l’Europa fetava l’Afrisa o Fresa Frisona (Iafet). AEDILIS CURULIS La figura dell’Aedilis Curulis e Annonarius fu istituita nella Roma arcaica come figura da contrapporre, per esecrazione, al Sacerdote del Tempio Nero e dell’Annonario Egizio224. L’Annona riforniva di schiavi il Tempio Nero Egizio per la celebrazione della Festa dell’Agnus o dell’Anus durante tutto il corso dell’anno (annona). Nella Roma arcaica si ricordavano le nefandezze del Tempio Nero nella festa tradizionale dei Lupercalia o Septimontium, durante la quale il Lupus inseguiva l’Agnus per sbranarlo. Il Lupus era in realtà per i Romani Lu Porcus, il Lu-P-Orco del Puer-Clavis nel πόρκος di Salomone. Si trattava del Porcus dei Bacchanalia, della Feria Latina, dei Ludi Romani e di tante altre feriae paganae, nate nel mondo afro-arabo e variamente denominate. I Bacchanalia, feste di origine islamica, afro-sinaitiche, furono oggetto del Senatus consultum de Bacchanalibus 186 a.C. Per combattere e definitivamente distruggere il Fretum Hellesponticum fu istituita la Legio Fretensis. Con l’accesso dei plebei alle magistrature gli edili furono solitamente due patrizi e due plebei. PRETOR Il Praetor fu istituito per essere la negazione del Prete. Come Praitor, chi precede, il primo era l’opposto del Pater del Tempio di PTAH, come Pretor era la negazione del Pyre-Tor o Pyre-Rota e del Pyre-Ethos o Pyreo o Pyreneo (πρὸ-τύρσις) Il Praetor aveva preso il posto del Rex arcaico cioè del Pater Procas nell’Italia pre-romana. CONSUL Il Consul era la figura opposta all’Incensiere o Cremator egizio. Il Collegium formato dal Rex Sacrificulus con i due Consules era l’antitesi dello Ierofans egizio, coadiuvato dai due Sacerdoti incensieri. CENSOR Il Censor nacque come figura da contrapporre al Centum o Ecatombe di KHM (Egitto Camita). Centum derivava da KHM-tum ossia crema-tum, incensus. 224 Per gli ebrei l’Annonario dell’ᾍδης (Ade, Aedes, Hades) era Anna, anche se con i nomi Anna, Elisabetta, Maria essi si riferivano in generale all’Ama del Tempio (bet) ed alla Morìa di pesci (). 180 La KHM o KHN era Kina e Sina, Kema e Sema sulle XHN, considerate K-Anus o K-Agnus (nella crittografia ebraica la KHN era il A-Keo-Hen, il K-ayno o K-αινειας). I Romani ricordavano la KHN o KHM come incendium degli incensi, cioè di loro stessi vittime, per così dire, “incensurate ed innocenti”. Il KHN, cioè l’uomo delle Piramidi, fosse esso cinese, africano o amerindo, amava lo schiavismo e il sadismo della Sura (Syria). Il traffico schiavistico percorreva anche una rotta marittima verso le Americhe, che dal Portogallo giungeva nei Caraibi: Portu Gal - O Porto Port au Prince Veracruz. <<Port Eu Galos, Port Eu Princesas por la Viera Cruz, Cruzeir-O>>. Il Caribe ed i Caraibi erano la Terra dei K-arabi cioè la Terra dove si erano stanziati i Kynos Arabi e verso la quale navigava la Carrera di Ibices o Becchi per gli Indios TRIBUNUS PLEBIS Il Tribunus Plebis, titolare della tribunicia potestas e del potere di intercessione sulle decisioni degli altri magistrati, fu istituito in seguito alle numerose secessioni popolari per la questione dell’Aventinus. Infatti la plebs o populus dei Quiriti Romani (Qur o Cura), prima della costituzione della Società paritaria SPQR, era stata soggetta all’Ape in Tino o A Pentino o Pendragon Il Tino era l’equivalente del Frantoio. 181 Si frangeva la vittima con il procedimento OXO (oIo), che prevedeva lo sventramento e l’estrazione del liver (di qui i termini olive e frantoio), dopo aver previamente infierito sui genitali della stessa con l’AKeit (aceitunas). Il Frantoio era tipico dei Frentani e dei Pentri, popolazioni del grande ceppo etnico apulo-piceno, la cui capitale in Abruzzo era Lanciano, città della lanx e della satura lanx (OO) Presso gli antichi Egizi la satura lanx era consumata nel tino, ma meglio sarebbe dire nella botte o barile e si concludeva con la liquefazione della vittima. Tino sentina N ave S tazza Con l’avvento dell’Impero la tribunicia potestas fu assommata in capo all’Imperator-Dictator per esigenze statali di sicurezza interna. 182
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