Senza acqua e senza viti del calamaio
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Senza acqua e senza viti del calamaio
Edizione 2005 2 No. PRODOTTI · PRASSI · PROSPETTIVE www.kba-print.com Il futuro della stampa offset è già iniziato da tempo! Dal contenuto Senza acqua e senza viti del calamaio Premessa 2 Pietre miliari Stampa planografica 3 L a KBA e l’affiliata Metronic AG sono i precursori e gli unici produttori dell’innovativa tecnologia di stampa offset senza acqua con gruppi inchiostratori senza viti del calamaio. Grazie ad una visione chiara, ad un lavoro di sviluppo intenso e a partner strategici competenti, negli ultimi anni sono state realizzate soluzioni di qualità e attraenti economicamente per modelli commerciali esistenti e nuovi. Macchine innovative come la 74 Karat, la Metronic CD-Print e la Metronic oc200 riscuotono successo sul campo e sono testimoni della concorrenzialità del nuovo processo. Questo offre allo stesso tempo il presupposto per una produzione industriale standardizzata, perché riduce decisamente, o esclude del tutto, oltre ad una gran quantità di parametri della stampa offset a umido convenzionale spesso negativi sul risultato di stampa, anche gli influssi soggettivi degli operatori. Grazie agli indubbi vantaggi economici, ambientali, di semplicità d’uso, di qualità di stampa e alla varietà di ap- plicazioni, la KBA continuerà a seguire intensamente questa tecnologia. Gli esempi più recenti sono le nuove macchine introdotte sul mercato dalla KBA, Genius 52, Rapida 74 Gravuflow, Cortina e la Premius della Metronic. Infatti la filosofia del futuro della Cortina modificherà a fondo la produzione nell’importante segmento di mercato della stampa di giornali. Questa edizione del “KBA Process” descrive in modo oggettivo, con l’aiuto di autori interni ed esterni qualificati, la storia, lo stato attuale e il futuro della stampa offset senza acqua senza viti del calamaio. Oltre alla rappresentazione delle filosofie tecniche e applicative delle singole macchine, un’informazione dettagliata viene proposta con l’aiuto di panoramiche di mercato relative a lastre e inchiostri, dei risultati di calcoli indipendenti sulla redditività, dell’interesse per le tematiche ambientali sempre più importanti nonché di campioni di stampa reali per dimostrare il potenziale di qualità. Approcci odierni ai processi Interazione dei materiali 7 Gruppi inchiostratori corti senza viti del calamaio 12 Condizionamento in funzione del gruppo inchiostratore 16 Strategia di condizionamento stampa offset di giornali 18 Materiali Forme da stampa Stampa senza acqua Stampa UV senza acqua Qualità Vantaggi sulla qualità offset senza acqua Stampa industriale standardizzata 24 31 36 39 42 Economicità Vantaggi senza acqua/ senza viti del calamaio Calcolo della redditività Ambiente Il bilancio ecologico Documento BREF industria della stampa 45 48 50 53 Handling Manovrabilità, produttività 55 Applicazioni Stampa offset senza acqua oggi 65 Stampa commerciale/ di imballaggi/plastica 67 Stampa offset di giornali senza acqua 73 Previsione Futuro, ulteriori sviluppi 77 Colofone Risorse/Partner 78 11 KBA Process 2 | 2005 Premessa Cari clienti e amici della nostra azienda, Albrecht Bolza-Schünemann, presidente del C.d.A. della Koenig & Bauer AG, in occasione del conferimento del premio ecologico EWPA per la Rapida 74 G senza acqua alla drupa 2004 Funziona anche senza acqua Il processo offset senza acqua ha già oltre 30 anni. Inizialmente l’idea di sostituire il liquido di bagnatura e i problemi connessi mediante uno strato di silicone sulla lastra fu accolta con euforia. Con la crescita esponenziale della stampa planografica indiretta negli anni 70, 80 e 90 del secolo scorso, tuttavia, l’offset senza acqua ha invece poi condotto un’esistenza molto poco appariscente. Da molti stampatori veniva visto come ergoterapia per fricchettoni ecologici o tuttalpiù per visionari incorreggibili. In Europa la Scandinavia assunse il ruolo di precursore, viste anche le imposizioni molto più severe sull’ambiente. Anche negli USA il processo conquistò solo un piccolo gruppo di fan. Solo in Giappone il processo senza acqua riuscì a conquistare quote di mercato rilevanti. Come cause per questo ruolo di nicchia sono stati indicati i prezzi elevati delle lastre dovuti al brevetto del produttore giapponese Toray, scaduto oltre dieci anni fa, la scarsa disponibilità dei clienti di pagare di più per la qualità di stampa senza dubbio migliore, la maggiore sensibilità ai graffi manifestata dalle lastre o il trasferimento relativamente instabile dell’inchiostro dato il condizionamento all’epoca ancora insoddisfacente delle macchine. Solo quando il brevetto Toray è scaduto e altri produttori di lastre come KodakPolychrome, Agfa e Presstek hanno introdotto sul mercato lastre senza acqua o almeno portato alla maturità produttiva, si è avvertita una rinascita della stampa offset senza acqua. Infatti alla drupa 1995 furono ordinate diverse rotative commerciali senza acqua. Alla maggiore diffusione della tecnologia senza gruppi di bagnatura contribuirono in particolare le macchine offset digitali introdotte sul mercato negli anni 90, ad es. la GTO-DI e la Quickmaster DI della Heidelberg o la 74 Karat della KBA, che producono quasi esclusivamente con offset senza acqua. E argomento discusso nel settore l’offset senza acqua lo è diventato quando la KBA con la macchina con torri da otto compatta del tutto nuova ,Cortina, ha dimostrato alla drupa 2000 che con l’offset senza acqua si possono perfino produrre giornali con velocità elevata, scarti minimi e qualità di stampa impeccabile. Contrariamente a tutti gli altri costruttori, la KBA sulle sue innovative macchine senza acqua non solo ha omesso i gruppi di bagnatura e „giocherellato con il condizionamento“ di aria o acqua, ma ha integrato il processo di stampa senza acqua con la tecnologia di inchiostrazione senza viti del calamaio e con un condizionamento precisissimo e rapido per cilindro retinato e cilindro portalastra. 2 KBA Process 2 | 2005 Dopo che Friedrich Koenig quasi 200 anni orsono inventò il gruppo inchiostratore a rulli, che rappresenta ancora oggi nei suoi fondamenti lo stato della tecnologia dei gruppi inchiostratori offset convenzionali, con la combinazione „senza acqua e senza viti del calamaio“ alla KBA è riuscita un’innovazione di base con possibilità del tutto nuove per la stampa di qualità standardizzata e riproducibile. Alla PRINT ’97 di Chicago la KBA presentò per la prima volta in stampa la macchina offset digitale 74 Karat, sviluppata assieme alla Scitex. La nostra affiliata Metronic AG aveva già utilizzato con successo alcuni anni prima nella stampa di smart card o di supporti di dati elettronici la tecnologia dei gruppi inchiostratori corti senza acqua. Alla drupa 2000 seguì la rotativa offset per giornali KBA Cortina, definita da molti come rivoluzionaria, alla Ipex 2002 la macchina a fogli per il formato piccolo KBA Genius 52, qualificata dalla stampa specializzata come „geniale“ e, infine, alla drupa 2004 la macchina per il formato medio Rapida 74 G (G = Gravuflow) in costruzione del tipo in linea. Con le sue macchine a foglio, a bobina e speciali senza acqua e senza viti del calamaio, la KBA oggi può dimostrare concretamente che anche nella stampa l’economia e l’ecologia o la standardizzazione e la qualità non sono in contraddizione. La vendita di 29 torri da otto Cortina a sei utenti in Olanda, Germania, Belgio e Svizzera nel giro di 15 mesi, il successo di mercato della Genius 52 – finora soprattutto nella versione UV, la qualità eccellente fornita su carta, cartone o plastica da molti utenti convinti della 74 Karat e le esperienze ancora fresche, ma molto positive con la Rapida 74 Gravuflow fanno ritenere che la filosofia anticipatrice della KBA, viste le tirature in calo, le richieste di qualità in ascesa e le leggi sull’ambiente sempre più restrittive troverà un numero crescente di estimatori. Per questo motivo in questo numero del KBA Process vogliamo informarvi sui retroscena, sulla tecnica, sugli esempi applicativi, i materiali, l’economicità e l’importanza per l’ambiente del processo offset senza acqua senza viti del calamaio. Noi speriamo che la lettura possa esservi d’aiuto nel formarvi la vostra propria opinione e siamo felici del vostro interesse. Vostro Pietre miliari | Storia della stampa planografica Stampa planografica senza bagnatura – Pietre miliari dello sviluppo Da quando esiste la stampa planografica su macchine da stampa ad alta velocità, non mancano i tentativi di bandire il liquido di bagnatura dal processo di stampa. Che ciò sia possibile lo ha dimostrato la fototipia già 150 anni orsono. Però ai sensi di una produzione industriale l’era della stampa offset senza acqua inizia – dopo alcuni fallimenti – solo alla fine degli anni 70. Pietre miliari fondamentali lungo questa strada difficile le ha proposte di recente la KBA con le macchine 74 Karat, Genius, Rapida 74 G e Cortina. Prima stampa planografica con bagnatura: litografia, stampa litografica su pietra, stampa in zinco L ’origine comune della stampa offset a umido e senza acqua è la litografia. Questa è stata sviluppata da Alois Senefelder e da lui propagata nel 1798 come “stampa chimica”. Dato che Senefelder nelle sue sperimentazioni pluriennali aveva cercato per la verità di migliorare l’incisione in rilievo per la stampa tipografica, per lui la “stampa a trasferimento” su pietra – su una lastra di ardesia e gesso di Solnhofen – inizialmente era solo un processo ausiliario. La stampa a trasferimento come processo di copia, in cui la struttura della forma di grasso idrorepellente viene trasferita dalla pietra originale sensibile su un’altra pietra, non è stata però il passo decisivo dalla litografia artistica alla stampa litografica su pietra per tirature più elevate. Nella storia del gruppo Koenig & Bauer nel 1886 la Albert & Cie. di Frankenthal costruì la prima macchina da stampa ad alta velocità per stampa litografica su pietra. Nello stesso anno Ruddiman Johnston di Edimburgo sostituì le pietre in una rotativa di stampa plano-grafica con lastre di zinco irruvidite (“punzonate”) meccanicamente, che rappresentavano una massa notevolmente inferiore da mettere in movimento e frenare e portarono poi alle lastre avvolgibili. Il trasferimento indiretto dell’immagine di stampa – prima mediante un foglio di cartone pieno, poi mediante un tessuto gommato – è nato in Inghilterra all’inizio degli anni 80 in combinazione con la stampa su metallo. Nel 1903 diversi americani – Robert F. Rogers, L.S. Morris e Ira W. Rubel – ottennero, indipendentemente uno dall’altro, dei brevetti su principi o macchine ad alta velocità, i qua- La prima macchina offset al mondo, costruita nel 1903 da Ira W. Rubel, New York, e messa in funzione nel 1907, dopo la ricostruzione della azienda di stampa litografica su pietra Union Lithographic Co. di San Francisco, distrutta da un terremoto. (Foto: Smithsonian Institute, Washington, D.C.) li sfruttavano la “stampa indiretta con gomma” anche per la stampa su carta. Rubel, al cui brevetto risale la definizione “offset”, aveva scoperto per caso, grazie ad alcuni fogli mancanti, la superiorità qualitativa della stampa indiretta. Egli costruì e commercializzò la prima macchina offset a foglio al mondo. Dopo essere arrivato tardi nel 1903 con le sue domande di brevetto, il tedesco Caspar Hermann due anni dopo realizzò concretamente per la ditta americana Harris il principio dell’offset con lastra di zinco e tessuto gommato in una macchina tipografica da bobina convertita. A Hermann va negli anni successivi il merito di aver introdotto la stampa offset in Germania e di averla ulteriormente sviluppata. Prima stampa planografica senza bagnatura: fototipia Lo sforzo nel duplicare foto- grafie indusse nel 1856 il francese Alphonse Louis Poitevin a stampare da lastre fotografiche (che all’epoca erano di vetro). Egli copiò i negativi originali su nuove lastre in duplicati positivi e li inumidì con acqua, cosa che portò al rigonfiamento dell’emulsione di alogenuro di argento. Si formò un rilievo che riprodusse i valori tonali a variazione continua nella stampa. Perciò nella fototipia non vi è bisogno di inumidire durante la stampa; basta una bagnatura unica prima della stampa, per così dire come processo di sviluppo dalla lastra fotografica positiva alla lastra. La stabilità nella tiratura, tuttavia, è con circa 1000 stampe troppo bassa per la stampa industriale. Infatti oggi la fototipia si usa solo nell’ambito della stampa artistica in piccole tirature – comunque sempre da lastre di vetro. Prime invenzioni senza acqua: nessun interesse del mercato Un’alimentazione stabile del liquido di bagnatura è stato un problema fin dall’utilizzo concreto delle macchine ad alta velocità per stampa planografica – e tale rimane ancora oggi, nonostante che l’isopropanolo da un lato e costruzioni raffinate La fototipia, inventata nella metà del 19. secolo, è il primo processo di stampa planografica senza acqua (Fotos: Günther) KBA Process 2 | 2005 3 Pietre miliari | Storia della stampa planografica La Toray Waterless Plate – nel 1977 un successo per l’offset senza acqua di gruppi di bagnatura dall’altro stabilizzino alquanto bene la bagnatura. Non sono mancati dunque i tentativi di bandire il liquido di bagnatura dalla stampa offset, e oggi soprattutto per motivi ecologici. Caspar Hermann continuò a non avere fortuna come inventore, visto che nel 1919 non gli fu conferito il brevetto per la “stampa offset senza bagnatura”. Nel 1930, al termine del suo lavoro quinquennale presso la Wiener Druckmaschinenfabrik Neuburger, sperimentò con lastre che la ditta Eggen (Viersen) aveva rivestito per lui con silicone e con componenti per inchiostri della Kast + Ehinger (Stoccarda). Con le lastre pronte e con gli inchiostri nel 1931 egli fece stampare a Vienna una tiratura in quadricromia su una macchina offset a foglio e a Lipsia su una macchina da stampa di giornali, da lui costruita, un inserto monocromatico con processo caucciù-caucciù. Entrambi i risultati furono presentati alla fiera di primavera di Lipsia, e più tardi anche negli Stati Uniti, però senza trovare persone interessate al suo nuovo processo di alta qualità. E neanche questa volta gli fu conferito nessun brevetto. Tutte le successive tecnologie di forme da stampa nella moderna stampa offset senza acqua avrebbero, invece, fatto riferimento al nucleo dell’invenzione di Hermann: il silicone come strato repellente per l’inchiostro! In inglese la stampa offset senza acqua viene infatti 4 KBA Process 2 | 2005 anche definita “Siligraphy”. talvolta Prime tecnologie senza acqua: Reverse Lithography e Driography La prima tecnologia senza acqua dopo la Seconda Guerra Mondiale è stata sviluppata nel 1966 negli USA dagli ingegneri Greubel e Russell come “Reverse Lithography” per la stampa di imballaggi inodore. Però loro utilizzarono al posto dell’acqua un liquido di bagnatura preparato da un composto di idrocarburi a rapida evaporazione, che si diffondeva sul silicone e rimuoveva l’inchiostro da stampa – un processo molto soggetto alle velature. La ditta americana 3M presentò alla drupa 1967 la sua lastra offset senza acqua brevettata tre anni dopo – per rigettare nel 1976 questa tecnologia costata milioni di dollari. Perché soprattutto su macchine per il mezzo formato e su macchine per il formato medio nonché con tirature più elevate la superficie in silicone degli elementi non stampanti si rivelò essere non sufficientemente stabile lungo la tiratura e troppo sensibile ai graffi. Dato che così le lastre si potevano utilizzare solo nella stampa offset per il formato piccolo per tirature ridotte, ma erano troppo costose per questo segmento di mercato, gli stampatori se ne allontanarono. Inoltre l’industria degli inchiostri sottovalutò in quel periodo il potenziale di queste tecnologie e non mise a disposizione inchiostri particolarmente adatti. Comunque sia: il marchio del processo 3M, “Driography” viene utilizzato ancora oggi ogni tanto come sinonimo di stampa offset senza acqua. Indipendentemente dalle lastre al silicone, diversi produttori di inchiostri presero un’altra strada: volevano stampare su lastre convenzionali con inchiostro preemulsionato, in modo da poter rinunciare all’applicazione di liquido di bagnatura nella macchina da stampa. Anche questo approccio fallì inizialmente, però nel frattempo è stato ripreso dalla Flint Ink in forma modificata (si veda il capitolo sugli approcci odierni ai processi). Primo prodotto maturo: Toray Waterless Plate La Toray Industries, un importante specialista giapponese per lo sviluppo e la produzione di polimeri, comprò nel 1972 il brevetto 3M-Driography nonché altri brevetti dalla Scott Paper Co., che lavorava a un progetto simile. Nel 1975 la Toray fece domanda per un brevetto che utilizzava per la prima volta il termine “waterless offset printing”, e già alla drupa 1977 la Toray poté presentare la “Waterless Plate”. La commercializzazione iniziò un anno dopo con la lastra positiva senza acqua TAP, visto che in Giappone la maggior parte delle aziende grafiche era orientata sulla copia positiva. Per il mercato americano, in cui domina la copia negativa, la Toray presentò la lastra negativa senza acqua TAN in occasione della Print 1980, introducendola sul mercato nel 1982. Almeno adesso in Giappone i produttori di inchiostri da stampa e carta collaborarono, cosicché la nuova tecnologia riuscì ad affermarsi. In America invece sia gli stampatori che i produttori di inchiostri nutrivano ancora dubbi sui processi vicini alla Driography. È vero, peraltro, che fino all’inizio degli anni 90 vi furono da superare i soliti problemi iniziali: lo strato siliconico continuava ad essere alquanto sensibile ai graffi, con Dispositivo di condizionamento in una macchina offset a foglio Rapida 105 – indispensabile per condizioni di stampa stabili nel processo offset senza acqua Gruppo filtro e pompe Refrigeratore al glicole Refrigeratore combinato l’aumentare della temperatura nel corso della tiratura di stampa le parti non stampanti tendevano alle velature, l’inchiostro troppo viscoso provocava spellature (a causa dell’effetto emulsione assente). Contro le velature la KBA e altri importanti costruttori di macchine da stampa aiutarono molto presto con dispositivi di condizionamento nelle unità di stampa – uno strumento che contribuisce alla stabilità del processo anche sulle macchine offset a umido. Gli inchiostri presentano nel frattempo una minore viscosità, e la Toray ha migliorato lo strato siliconico. Intanto il numero di utenti Toray è aumentato molto anche in America. La KBA ha realizzato con la 74 Karat per la prima volta anche l’esposizione On-Press di lastre offset senza acqua e relativa inchiostrazione con un gruppo inchiostratore corto, Gravuflow. La prima mondiale è stata alla Imprinta 97, l’introduzione ufficiale sul mercato è avvenuta alla drupa 2000 (Foto) Primo gruppo di interesse: WPA L’indubbio progresso qualitativo della stampa offset senza acqua ha indotto l’azienda di stampa americana Arthur W. Lefebvre nel 1992 a fondare la “Waterless Printing Association” (WPA). La missione della WPA è quella di scambiare informazioni sullo sviluppo tecnico del processo e convincere sia stampatori sia acquirenti di prodotti stampati dei numerosi pregi. La Toray Industries ha dato nel 1993 l’impulso per la fondazione della “Japan Waterless Printing Association” (JWPA). In Giappone all’epoca il numero delle aziende che stampavano senza acqua era il più imponente. Nel 1996 si è formata, sulla scia dell’importatore Toray tedesco marks-3zet (Mülheim/ Ruhr), la “European Waterless Printing Association” (EWPA). Tra le sue attività principali rientrano la diffusione della stampa offset senza acqua con inchiostri UV (WL-UV). Prima lastra senza acqua al laser: Presstek PEARLdry Dalla stampa digitale e dal CtP la stampa offset senza acqua ha avuto nuovi impulsi. La ditta Presstek fondata nel 1987 si era posta come obiettivo quello di inventare una lastra che non avesse più bisogno dello sviluppo chimico dopo l’esposizione laser. Ciò diede allo stesso tempo la possibilità di esporre le lastre o le forme da stampa nella macchina da stampa; la Presstek protesse questa tecnologia con il marchio DI (“Direct Imaging”). Alla Print 1991 di Chicago que- sto principio è stato realizzato per la prima volta in una Heidelberg GTO ristrutturata, prima che alla drupa 1995 si potesse presentare la Heidelberg Quick-master DI 46-4 come soluzione matura per il mercato. Dato che nell’esposizione OnPress si doveva avere l’unità di esposizione al posto del gruppo di bagnatura, la Presstek accelerò lo sviluppo delle forme da stampa senza acqua: PEARLdry. Questa non è solo disponibile come forma da stampa DI, ma anche come lastra CtP. La PEARLdry funziona ad asportazione, vale a dire che il laser IR brucia lo strato siliconico, in modo da scoprire lo strato polimerico che porta l’inchiostro. La Kodak Polychrome Graphics ha ottenuto nel 1994 un brevetto per una lastra negativa IR sensibile al laser, che richiede uno sviluppo chimico simile alla Toray TAN. La KPG coniò per l’esposizione della lastra con laser termico il termine “Computer-to-Waterless-Plate” (CtWP). Contrariamente alle lastre Toray, la KPG rinunciò già all’epoca a una pellicola antigraffio sopra il silicone. La lastra viene commercializzata Alla drupa 2000 la KBA ha presentato al mondo la prima rotativa coldset senza acqua: la Cortina KBA Process 2 | 2005 5 Pietre miliari | Storia della stampa planografica oggi in Nordamerica con il nome Scorpion Thermal Waterless Printing Plate X54 e X54 Plus. La Toray stessa vende dal 1999 una lastra negativa CtWP, la TAC. A differenza di altre lastre senza acqua, la sua quarta versione, la RG5, riesce ad essere valutata da apparecchi di misura delle lastre (“Dotmeters”). Alla drupa 2004 la Creo ha presentato con la sua forma da stampa CtWP, Clarus WL, un’ulteriore alternativa. 1994 una tecnologia rivoluzionaria di gruppi inchiostratori. Per la stampa su schede plastificate la Metronic inserì nella serie di macchine da stampa OC 200 piccoli gruppi inchiostratori corti Anilox che funzionano in combinazione con lastre Toray e inchiostri offset senza acqua con tempra UV – oggi la tecnologia di punta in questo segmento di mercato. La tecnica dei gruppi inchiostratori corti senza acqua senza viti del calamaio è stata poi ulteriormente sviluppata e viene oggi impiegata nelle macchine KBA Genius 52 (gruppo inchiostratore Metronic), 74 Karat e Rapida 74 G (gruppo inchiostratore Gravuflow) nonché nella Cortina (gruppo inchiostratore Newsflow). La KBA offre dunque impulsi deci- sivi alla stampa offset senza acqua anche per quanto riguarda la tecnica delle macchine: alla semplificazione dei processi contribuisce non solo l’assenza del liquido di bagnatura, ma anche la rinuncia alle viti del calamaio – oltretutto un passo importante sulla strada verso un processo di stampa standardizzato. Prima rotativa per giornali senza acqua: KBA Cortina La KBA Cortina citata è anche la prima rotativa coldset senza acqua al mondo. Essa è stata presentata alla drupa 2000, al 2002 risalgono le prime installazioni della KBA. Con ciò la KBA schiude all’offset senza acqua un altro dominio della stampa offset a umido: la stampa di giornali in tirature elevate. Primi gruppi inchiostratori corti senza acqua senza viti del calamaio: KBA e Metronic Dalla stretta collaborazione delle due aziende partner KBA e Metronic (diventata nel frattempo affiliata KBA) è nata nel La testina di esposizione DI Presstek ProFire utilizza diodi laser con funzionamento ad asportazione (Foto: Presstek) Dieter Kleeberg Stampa offset senza acqua – Classificazione e delimitazione A nche il principio attivo dell’assunzione e della repulsione di inchiostro da stampa in una forma da stampa planografica nonché il trasferimento indiretto dell’immagine di stampa (dunque da una forma da stampa con immagine a lettura diritta) mediante caucciù sono le caratteristiche essenziali della stampa offset senza acqua. Si tratta dunque chiaramente di un processo di stampa planografica indiretto. E in questo caso è di scarso rilievo che gli elementi stampanti e quelli non stampanti si trovino solo quasi su un unico piano – caratteristica che presentano, tra l’altro, tutte le forme da stampa planografica. Tipico della stampa planografica senza bagnatura è che le zone stampanti sono all’incirca 2 µm più in profondità rispetto a quelle non stampanti – nella fototipia all’interno del rilievo in gelatina, nella stampa offset senza acqua tra le parti di silicone. La classificazione come processo di stampa rotocalco (in America si parla oltre che di “Driography” anche di “Silicon intaglio”, la “stampa rotocalco al silicone”) sarebbe però ardita, perché l’inchiostro da stampa, che nell’offset senza acqua è molto più viscoso, su qualsiasi macchina da stampa planografica non viene applicato né mediante immersione o flusso della forma da stampa e poi raschiato, né esso si asciuga mediante evaporazione di un solvente. E poi nel trasferimento dell’inchiostro avviene una separazione del film d’inchiostro e non lo svuotamento completo delle celle come ad es. nella stampa rotocalco. Inoltre la retinatura nella stampa offset senza acqua non corrisponde alla struttura delle cellette variabile in superficie e profondità della stampa rotocalco. Molti parlano a proposito della stampa offset senza acqua in modo alquanto disinvolto come di “offset a secco”. Anche questo non è corretto, perché con ciò si definisce un processo di stampa tipografica indiretto, il letterset. Caratteristiche della stampa offset senza acqua al confronto con altri processi di stampa affidabili con forma da stampa piana o trasferimento indiretto dell’immagine di stampa Processo di stampa Principio tecnico Disp. degli Forma da stampa elementi stampa Materiale delle zone stampanti Materiale delle zone non stampanti Consistenza degli inchiostri da stampa Stampa planografica con bagnatura: Litografia, stampa litografica su pietra Diretto Piana Pietra originale, Pietra duplicata Immagine per trasporti litografici o per la stampa a trasferimento Superficie di ardesia e gesso porosa umettata con acqua Molto viscoso, pastoso Stampa in zinco Diretto Piana Lastra di zinco avvolgibile Immagina per trasporti litografici, Superficie di zinco costruita dopo strato fotosensibile* umettata con acqua Molto viscoso, pastoso Stampa offset convenzionale Indiretto mediante caucciù Quasi piana Lastra di metallo avvolgibile o pellicola PET Rame (su cromo), dopo strato fotosensibile* (su alluminio) (Ossido di) metallo umettato con acqua (da 0 a 12% di IPA) Molto viscoso, pastoso Offset per giornali di-litho Diretto Quasi piana Lastra trimetallica avvolgibile Rame o ottone e cromo Ossido di ferro o alluminio umettato con acqua Moco viscoso (coldset) Stampa planografica senza bagnatura: Fototipia Diretto Quasi piana Lastra di vetro Rilievo in gelatina dicromato non del tutto rigonfio Gelatina completamente satura di acqua-glicerolo Mediamente viscoso Stampa offset senza acqua Indiretto mediante caucciù Quasi piana Lastra di mettallo avvolgibile o pellicola PET Polimeri** Silicone Mediamente viscoso Indiretto m. c. Sollevata Rilievo avvolgibile Metallo inciso, polimeri** Più profondo Poco viscoso Indiretto mediante tampone Incavata Lastra stampa a rilievo Cellette nella superficie di metallo o polimerica Spalle raschiate tra le cellette Molto viscoso diluito Stampa tipografica: “Offset a secco”, letterset Stampa rotocalco: Stampa a tampone *)Strato con emulsione di alogenuro di argento, con colloide diazolo o in resina polimerizzabile; **)Fotopolimeri e termopolimeri, anche per asportazione laser e commutazione di fase 6 KBA Process 2 | 2005 Approcci odierni ai processi | Materiali delle forme da stampa Approcci per un’interazione ottimale tra inchiostri da stampa, lastre e altri materiali Per quanto riguarda i materiali, per realizzare una moderna stampa offset senza bagnatura esistono due tipi di approccio: con speciali lastre e forme senza acqua oppure con lastre convenzionali. Gli inchiostri da stampa impiegati allo scopo però si distinguono decisamente. Anche se l’ultima possibilità citata non rappresenta ancora un’alternativa concorrenziale. Nella valutazione dei materiali bisogna tenere conto anche dei caucciù e dei supporti da stampa. Gli inchiostri offset a umido emulsionano con liquido di bagnatura Gli inchiostri offset a umido sono inizialmente molto viscosi, vale a dire che la loro viscosità dinamica può arrivare a 100 Pa·s (secondi Pascal). Durante la Viscosità 200 Pa·s 150 10 Scala de tackmeter 7,5 100 5 2,5 50 1 0 0 10 20 30 40 Temperatura 50 60 °C 70 Comportamento tipico degli inchiostri da stampa con temperature differenti. La viscosità e il tiro diminuiscono con l’aumento della temperatura macinatura e la separazione della pellicola di inchiostro nel gruppo inchiostratore, agiscono forze meccaniche deformanti che producono calore, cosa che riduce la viscosità facendole perdere la consistenza pastosa (tissotropia). Per ogni grado centigrado di aumento della temperatura la viscosità si riduce di circa l’8%. A questo si aggiunge un forte emulsionamento con il liquido di bagnatura: gra- zie ad una rinnovata separazione della pellicola di liquido di bagnatura dalla forma da stampa nel gruppo inchiostratore, nonché eventualmente mediante rulli di transizione tra il gruppo bagnatore e il gruppo inchiostratore, si realizza un grado ottimale di emulsione fino al 70%. Ciò si avvicina ad una diluizione e comporta un’ulteriore riduzione della viscosità. Pertanto lo stato di lavorazione degli inchio- Caratteristiche reologiche degli inchiostri da stampa L Tiro L a stampa offset senza acqua si distingue per il fatto che il liquido di bagnatura utilizzato nel processo di stampa offset a umido convenzionale non serve. Dato che gli inchiostri offset senza acqua non sono esposti alla rimozione mediante liquido di bagnatura e all’emulsione con un liquido di bagnatura, devono presentare caratteristiche diverse rispetto agli inchiostri offset a umido. Entrambi questi tipi di inchiostri hanno in comune la caratteristica di modificare il loro comportamento reologico durante il processo di stampa (si veda anche il riquadro “Caratteristiche reologiche degli inchiostri da stampa”). e caratteristiche di scorrevolezza dipendono in primo luogo dalle forze di adesione e coesione tra i componenti dell’inchiostro da stampa. Temperatura, velocità di lavorazione, forze di pressione e di taglio influiscono sulle caratteristiche di scorrevolezza e dunque sul risultato della stampa. Viscosità, “durezza”: tiro o resistenza dell’inchiostro da stampa alla scorrevolezza; quanto maggiore è la viscosità, tanto minore è la tendenza alla transizione, tanto più uniforme la pellicola di inchiostro sulla forma da stampa; a proposito di inchiostri da stampa pastosi, sono interessanti la viscosità dinamica (quoziente da sollecitazione di spinta e velocità di scorrimento), misurate con un viscosimetro a rotazione, e la viscosità statica, rilevata ai sensi della ISO 12644 con un viscosimetro con asta a caduta, mentre per l’impostazione e la regolazione della viscosità di inchiostri fluidi si utilizzano anche altri metodi di misurazione. Tissotropia: tendenza degli inchiostri da stampa pastosi, a ridurre la propria viscosità tramite intervento meccanico (macinatura laterale, separazione del film d’inchiostro, agitazione); il ritorno allo stato iniziale pastoso si chiama rilassamento. stri offset a umido è mediamente viscoso. Gli inchiostri offset senza acqua non spellano più … Gli inchiostri offset senza acqua devono almeno compensare l’effetto emulsione che non ha luogo. Per questo oggi allo stato iniziale non sono più così “duri”, dopo che i primi inchiostri offset senza acqua in assoluto erano troppo viscosi e ad alto tiro. All’epoca nella stampa offset a foglio causavano problemi di spellatura sulla superficie della carta – una delle difficoltà iniziali che accompagnò per alcuni anni l’utilizzo della lastra Toray. Ciononostante i moderni inchiostri senza acqua continuano ad essere molto viscosi. Però, grazie alla stessa viscosità che possiedono gli inchiostri offset a umido, essi riescono a stampare con buona qualità praticamente su tutti i materiali, anche su carta meno collata o su carta per giornali. Una viscosità inferiore porterebbe, a causa del riscaldarsi bagnatore Capacità di scorrevolezza, Flow: tratto che percorre una quantità di inchiostro definita (1 ml), con scorrimento verticale, in un determinato periodo di tempo (10 min); non dovrebbe essere inferiore ai 4 cm anche a viscosità elevata. Limite di scorrevolezza: passaggio dall’allargamento automatico all’“arresto” dell’inchiostro da stampa; importante per lo scorrimento dell’inchiostro nel calamaio, la non copertura delle zone non stampanti e la definizione netta del punto. Tiro, Tack: capacità di separazione o resistenza alla separazione di una pellicola di inchiostro, misurate ai sensi della ISO 12634 mediante tackmeter a rotazione; quanto maggiore il tiro, tanto più forte l’adesione sulla lastra e sul caucciù e dunque la tendenza alla spellatura, però anche più nitida la riproduzione dell’immagine. “Brevità”: proprietà di scorrevolezza di un inchiostro da stampa, illustrata nella formazione di un filo lungo o corto nel corso della pescata o del tamponaggio; inchiostri più „lunghi“ scorrono meglio e sono adatti per sistemi a pompa, inchiostri “più corti” tendono meno alla nebulizzazione e riproducono l’immagine di stampa in modo più nitido. KBA Process 2 | 2005 7 Approcci odierni ai processi | Materiali delle forme da stampa dell’inchiostro, ad uno stato di lavorazione fluido. Inoltre un aumento incontrollato della temperatura provoca un accumulo di inchiostro sulle parti non stampanti, dunque a velature, per cui è fondamentale un dispositivo di condizionamento perfettamente funzionante (si veda l’ultima sezione). … e sono in parte lavabili con acqua La SunChemical fa in modo che gli inchiostri senza acqua, che già di per sé vengono stampati in modo ecologico, siano particolarmente delicati sull’ambiente anche durante il processo di lavaggio. Il produttore di inchiostri ha presentato alla drupa 2000, con il nome di Instant Dry, degli inchiostri che si possono lavare dai rulli e dal caucciù solo con acqua invece che con solventi. Oggi questi inchiostri vengono commercializzati con il nome Irodry W2 e DriLith W2 (il marchio W2 sta per “water washable”), e utilizzati anche sulle macchine da stampa a fogli KBA. Gli inchiostri W2 si basano, invece che su oli minerali, su esteri di acidi grassi organici non volatili e presentano altre caratteristiche vantaggiose come quelle di essere disinchiostranti, ad essiccazione rapida e senza polvere, resistenti all’abrasione, ad aumento del valore tonale e di struttura stabile (viscosità costante). Calibratura degli inchiostri senza acqua in funzione dei materiali delle lastre Nella stampa offset senza acqua gli inchiostri da stampa sono calibrati su due materiali di lastre: su silicone e un polimero speciale. Il silicone funge da strato repellente per l’inchiostro (oleofobo). A seconda dello spessore dello strato di silicone all’incirca 2 µm più in profondità vi sono le parti inchiostranti (oleofili) composte da un polimero fotosensibile o termosensibile. La maggior parte degli inchiostri senza acqua è ugualmente adatta per i prodotti di la8 KBA Process 2 | 2005 stre senza acqua disponibili. In questo caso gli inchiostri da stampa si distinguono, proprio come nell’offset a umido, secondo la rispettiva regolazione: per stampa a foglio e a bobina (heatset e coldset) nonché ad essiccazione ossidativa e indurimento tramite radiazione. La regolazione degli inchiostri da stampa offset a fogli senza acqua oggi di norma è essiccazione media, come compromesso ottimale tra esiguo fabbisogno di lavaggio e buona essiccazione completa. Le applicazioni DirectImaging, che fino alla drupa 2004 erano limitate alle forme e alle lastre Presstek PEARLdry e PEARLdry Plus, richiedono anch’esse serie di inchiostri appositamente regolate. La KBA si riserva di consigliare per l’impiego sulla 74 Karat solo inchiostri appositamente testati. Lo stesso vale per l’impiego sulla macchina da stampa di giornali senza acqua KBA Cortina: qui gli inchiostri speciali più fluidi dei diversi produttori devono armonizzare esattamente con le lastre indicate. Lastre offset senza acqua: rivestite con silicone … I siliconi sono molecole a catena o molecole ad anello basate su ossido di silicio, sui cui atomi di silicio si trovano residui di idrocarburi a combinazione semplice, ad es. metile. Queste molecole residue procurano nel corso della trasformazione del materiale di partenza in oli, grassi, resine o caucciù e gomma, la reticolazione spaziale. Sulle lastre offset senza acqua si è rivelata di successo una semplice massa gommosa di dimetilsilicone (CH3)2SiO. Dal 1930, dagli esperimenti geniali di Caspar Hermann, la ricerca non ha trovato un materiale più adatto del silicone. Il principio funzionale poggia sull’idea diffusa che il silicone su quote di solventi oleosi dell’inchiostro da stampa non sia repellente, bensì eserciti attrazione, o perfino che il solvente penetri nel silicone. Queste quote di solventi vengono liberate tramite il processo di separazione del film 1 2 3 4 Dato che il principio WFBL si manifesta già nel giro di poche sovrarullature, nella stampa offset senza acqua si hanno meno scarti. 1) Durante la prima sovrarullatura a opera dei rulli di inchiostrazione forma la lastra senza acqua viene completamente inchiostrata. 2) Immediatamente penetrano quote di solventi (beige) dall’inchiostro da stampa nello strato siliconico (giallo). 3) Il silicone si satura presto di solvente, il quale adesso inizia ad accumularsi sulla superficie siliconica. 4) I rulli di inchiostrazione forma si riprendono l’inchiostro dalle parti di silicone coperte dal solvente; la separazione del film d’inchiostro adesso avviene solo sulle parti di immagine, il polimero inchiostrante (verde) d’inchiostro nel gruppo inchiostratore. Dopo le prime sovrarullature dei rulli di inchiostrazione forma sul cilindro portalastra, la superficie siliconica è rapidamente “satura” di solvente. Per questo sulla superficie siliconica si può accumulare un sottile strato di solvente e assumere il ruolo che un tempo aveva il liquido di bagnatura come “sostanza separatrice”. La tensione superficiale, che incide sulle successive sovrarullature tra lo strato di solvente e l’inchiostro da stampa, è estremamente bassa, cosicché in questi punti non si può depositare in- chiostro da stampa. Gli sviluppatori di inchiostri parlano nel caso di questo strato di solvente di un “weak fluid boundary layer” (WFBL) – uno strato limite di liquido “basso (a bassa tensione)”. A questo modello complicato si rimane attaccati, ad es. perché il teflon presenta una tensione superficiale altrettanto bassa quanto il silicone, però fallisce come materiale oleofobo per lastre. … e polimeri I polimeri sono sostanze composte da molecole organiche, che unendosi formano un reticolo nello spazio. Oggi si conoscono migliaia di polimeri, le cui caratteristiche si riescono a modificare in modo mirato grazie a reazioni chimiche. I fotopolimeri sono fotosensibili, vale a dire che reagiscono alla luce o alla radiazione UV facendo sì che dei fotocatalizzatori in essi collocati avviino la formazione di radicali, che portano in sostanze reticolate in modo unidimensionale (ad es. resine) ad una maggiore reticolazione, e dunque all’indurimento, oppure che aumentano la reattività ad es. rispetto ai liquidi di sviluppo. I termopolimeri reagiscono alla radiazione termica, ad es. da un radiatore IR, in modo tale da modificare o distruggere la struttura polimerica fino al punto da far sì che i prodotti della reazione si riescano ad asportare mediante un bagno di sviluppo, un lavaggio, spazzolatura ecc. Sulle lastre senza acqua vengono impiegati polimeri fotosensibili o sensibilizzati IR, i quali dopo un processo di sviluppo o di combustione respingono lo strato siliconico che li sovrasta. Contrariamente al silicone o al solvente che vi aderisce sopra, i polimeri liberati sotto il silicone hanno un’elevata tensione superficiale. Questa provoca Il Toray Waterless Plate Processor opera con tre o quattro bagni: una soluzione di pretrattamento (PRE), acqua per lo sviluppo (DEV) e una soluzione per trattamento finale (AFTER). Come opzione su alcuni tipi di lastra è supportata la successiva spazzolatura dei resti di silicone (WATER) un’elevata tensione superficiale tra polimero e inchiostro da stampa, cosicché in questi punti l’inchiostro da stampa aderisce. Questa tensione superficiale è all’incirca della stessa misura di quella tra l’inchiostro da stampa e i rulli gommati (inchiostrazione della forma da stampa) o il caucciù (trasferimento dell’immagine di stampa), cosa che causa l’auspicato effetto separazione del film d’inchiostro quando i due entrano in contatto. In ultima analisi, soprattutto se si prende in considerazione un inchiostro da stampa non emulsionato, il polimero deve avere le stesse caratteristiche di separazione del film d’inchiostro degli strati fotosensibili oleofili dell’offset a umido composti da termopolimero o fotopolimero. Lastre offset senza acqua … I polimeri sulle lastre senza acqua si distinguono decisamente dai fotopolimeri e termopolimeri sulle lastre offset a umido. In primo luogo i “polimeri senza acqua” non sono presenti come strato superiore, ma sono sotto il silicone. Ciò significa che vengono esposti attraverso lo strato siliconico. Nel caso delle lastre Toray durante l’esposizione sopra il silicone vi è anche uno strato trasparente antigraffio. In secondo luogo i polimeri delle lastre offset a umido reagiscono all’esposizione con indurimento o rammollimento; le parti rammollite o non indurite vengono asportate mediante un processo di sviluppo chimico e/o meccanico. I polimeri senza acqua invece danno inizio al distacco dello strato siliconico che li sovrasta. Questo distacco si ottiene in modi diversi: con e senza sviluppo chimico, con acqua invece che con sostanze chimiche o addirittura a secco e senza sostanze chimiche. … con sviluppo chimico Lastre senza acqua che richiedono uno sviluppo chimico, attualmente le propongono la Toray e la KPG. Di questo tipo esistono lastre a esposizione ne- Spazzole di lavaggio rotanti nel bagno d’acqua Raggio laser IR Reazione termica Riscaldamento Strato siliconico repellente per l’inchiostro Strato polimerico termorattivo, con presa di inchiostro Respinta dei residui Raffreddamento Strato adesivo Supporto di alluminio TAC-W2 si chiama il prototipo di una lastra CtP della Toray a scrittura negativa. Lo strato polimerico sensibile al calore reagisce nelle zone stampanti con il silicone sovrapposto, che va dopo solo spazzolato via in un bagno d’acqua gativa e positiva, nonché analogica e digitale. Sulle lastre negative una soluzione di pretrattamento causa inizialmente la desensibilizzazione del polimero (vale a dire che viene eliminata la sua sensibilità alla luce o al calore) e procura sulle zone polimeriche non esposte un’adesione maggiore del silicone. Successivamente un liquido di sviluppo attacca le zone polimeriche esposte, dove ora il silicone perde l’adesività rigonfiandosi perfino un po’. Infine i resti di silicone staccati vengono sciacquati o spazzolati via. Sulle lastre positive il pretrattamento per aumentare l’adesività non serve. Lo strato polimerico stesso è collegato con il rivestimento di alluminio mediante uno strato adesivo, chiamato Primer. L’University of Saskatchewan (Canada) ha annunciato nel 1999 e nel 2003 una possibilità di “siliconizzare” da soli lastre di alluminio per offset a umido usate. A questo scopo si può usare sia il lato anteriore destratificato (ma inutilmente irruvidito per l’offset senza acqua) sia il lato posteriore liscio della lastra. L’applicazione di silicone e il processo di sviluppo sono, tuttavia, attività adatte a persone dotate di manualità e non ipotizzabili per una produzione standardizzata. … con sviluppo acquoso La Toray ha presentato alla drupa 2004 la TAC-W2, prototipo di lastra CtP a scrittura negativa con polimero solubile in acqua. Questo polimero sensibile IR richiede una potenza laser di 150 fino a 200 mJ/cm2. Per le lastre rivestite con questo nuovo polimero serve solo acqua al posto dello sviluppatore chimico: dopo l’esposizione laser si esegue subito il processo di lavaggio. E sempre in combinazione con un processo di sviluppo basato su acqua funziona la lavorazione delle lastre con commutazione di fase. I termopolimeri “Phaseswitch” commutano nel corso della reazione laser IR repentinamente dallo stato di ag- Raggio laser IR Distruzione durante la combustione Combustione Strato siliconico repellente per l’inchiostro Strato polimerico termoreattivo Strato polimerico con presa d’inchiostro Supporto di alluminio o di poliestere Aspirazione o asportazione dei residui gregazione solido a quello pressoché liquido. Contemporaneamente aumenta la loro solubilità rispetto all’acqua, cosicché si riesce facilmente ad asportare le parti liquide con acqua, in modo da scoprire l’ossido di alluminio. I materiali per offset a umido con questo processo di scrittura positiva vengono prodotti dalla Agfa (Thermolite, Litespeed-Spray), o meglio, erano in fase di sviluppo presso la Lastra prima dell’acquisizione da parte della Agfa. Finora questa possibilità non è ancora stata realizzata per le lastre offset senza acqua. La tecnologia della commutazione di fase si potrebbe adattare allo scopo, se durante il processo di sviluppo le particelle di polimeri idrosolubili rammollite trascinassero con loro il silicone aderente su di esse. Nessun produttore di lastre ha annunciato se sono in corso test appositi. … con sviluppo secco ad asportazione Un’alternativa allo sviluppo chimico o acquoso è l’asportazione laser. Le lastre di metallo con funzionamento ad asportazione le offre attualmente solo la Presstek, però dall’estate 2004 la Creo propone con le forme in poliestere Clarus WL un nuovo prodotto concorrenziale per macchine offset Direct-Imaging, che è già stato testato nella fase di sviluppo con buoni risultati su macchine offset a foglio e rotative offset a bobina. Questo tipo di lastra ad asportazione è a scrittura negativa; questo significa che il laser IR incide sulle zone stampanti. Tra lo strato siliconico e il rivestimento di alluminio o poliestere si trovano non uno ma due strati polimerici. Lo strato polimerico superiore riflette la radiazione a infrarossi bruciando assieme al silicone che aderisce sopra, e i Principio di esposizione e di sviluppo di una lastra CtP della Presstek a scrittura negativa. Lo strato polimerico superiore brucia distruggendo il silicone sovrapposto. Con l’asportazione dei residui viene scoperto lo strato polimerico inferiore, che più tardi porterà l’inchiostro da stampa KBA Process 2 | 2005 9 Approcci odierni ai processi | Materiali delle forme da stampa Significato dei diversi parametri dei materiali per il trasferimento dell’inchiostro nella stampa offset senza acqua Parametri Inchiostro Forma da stampa-silicone Tensione superficiale Rispetto a tutti gli altri materiali Verso il solvente dall’inchio- Aderenza stro da stampa, repellente.... dell’inchiostro Aderenza dell’inchio- Aderenza dell’inchioStampabilità stro su rivestimento di.. stro sul tessuto gomma.. Ruvidità, capillarità — Capacità di assorbimento di solvente dall’inchiostro da stampa Aderenza dell’inchiostro Aderenza dell’inchio- Aderenza stro su rivestimento di.. dell’inchiostro sul tessuto gommato Stampabilità, capacità di assorbimento Viscosità degli inchiostri Stampabilità — Umidificazione Qualità di macinatura Umidificazione Umidificazione, penetraz... Tiro degli inchiostri Stampabilità — Separazione del film Separazione del film Separazione del film d’inchiostro Separazione del film d’inchiostro, spellatura di... Forma da stampa-pol.. Rulli Caucciù Supporti da stampa Parametri delle superfici Parametri della struttura Formulazione degli inchiostr Stampabilità Oleofobia Oleofilia Separazione del film Separazione del film... Separazione del film.... Temperatura Stampabilità Condizionamento impedisce velatura — Condizionamento per reologia costante — Essiccazione Viscoelasticità Tendenza allo scorrimento — Effetto scorrimento Effetto scorrimento del Effetto scorrimento del rivestimento di gomma tessuto gommato Comprimibilità — — — Effetto scorrimento del Le microcellule contr... Qualità di stampa rivestimento di gomma l’incremento dei valori.. Durezza — Processo di sviluppo, resistenza durante la tiratura Resistenza durante la tiratura Resistenza durante la tiratura della forma da stampa Stabilità delle dimensioni — (il materiale di supporto in- (il materiale di supporto — fluisce sulla messa a registro) influisce sulla messa ...) residui vengono asportati nell’unità di esposizione o nel dispositivo Direct-Imaging della macchina da stampa. Questo scopre le parti che successivamente saranno inchiostranti, formate dallo strato polimerico inferiore. Inchiostri senza acqua per lastre offset a umido: non preemulsionati … Com’è noto nella stampa offset a umido non si trasferisce inchiostro da stampa puro sulla carta. Per un rapporto inchiostro-liquido di bagnatura stabile è necessario, piuttosto, che l’inchiostro da stampa raggiunga un determinato grado ottimale di emulsione. L’inchiostro assorbe circa il 10 - 20 percento della massa di liquido di bagnatura, cosa che avviene da sola grazie alla separazione della pellicola di liquido di bagnatura dalla lastra nel gruppo inchiostratore, o eventualmente in modo voluto mediante un rullo di transizione tra gruppo di bagnatura e gruppo inchiostratore. Test eseguiti in precedenza da diversi produttori di inchiostri nonché dal costruttore di macchine da stampa Goss hanno pertanto mirato alla stampa con inchiostro preemulsionato. Miscelando il liquido di bagnatura già durante la produzione degli inchiostri o nella sala 10 KBA Process 2 | 2005 da stampa in un impianto di miscelazione di inchiostri con l’inchiostro da stampa, si sarebbe dovuto poter rinunciare all’applicazione di liquido di bagnatura nella macchina da stampa. Per la verità in quel caso non si sarebbe trattato di una vera stampa offset senza acqua, anche se da un punto di vista applicativo vi si avvicina, perché non si dovrebbe più disporre di un gruppo di bagnatura. Comunque sia, un inchiostro da stampa preemulsionato – perfino con appositi additivi – non rende ancora superfluo il liquido di bagnatura sulla forma da stampa, e dunque questi test non hanno portato al successo. Le emulsioni si sono rivelate instabili, sensibili alla temperatura e poco resistenti durante la tiratura e si sono dovute riformulare per ogni tipo di macchina testato. Dunque non si può parlare di un alleggerimento per lo stampatore. … ma del tutto riformulati L’idea di sviluppare un inchiostro offset senza acqua per lastre convenzionali però non è stata accantonata. In particolare la Flint Ink può presentare risultati di ricerca positivi; però questi inchiostri con rappresentano ancora un’alternativa concorrenziale. La Flint Ink definisce questa strategia “Single fluid Qualità di stampa su materiale plastico Riproduzione “nitida” (stampabilità) dei valori tonali, resistenza delle forma... — inks” e si smarca espressamente dalla concorrenza con il marchio SFI. Perché anche altri produttori di inchiostri da stampa, ad es. la SunChemical, hanno utilizzato il termine “Single fluid inks”, ma in linea generale per inchiostri offset senza acqua, perché non si aggiunge liquido di bagnatura come secondo liquido. Dopo un lavoro di ricerca durato 7 anni la Flint Ink ha presentato alla drupa 2000 la tecnologia SFI, unica nel suo genere, intanto per la stampa offset a foglio. Nel 2002 SFI è stata formulata per la prima volta anche come versione heatset. Flint Ink SFI non rappresenta né un inchiostro da stampa preemulsionato né un inchiostro offset senza acqua classico, ma contiene sostanze chimiche brevettate che impediscono sulle zone non stampanti delle lastre offset a umido convenzionali – dunque sull’ossido di alluminio – la copertura con inchiostro da stampa. Il problema principale, ancora da risolvere, sembra essere che le zone non stampanti iniziano a velare con l’aumento dell’usura delle lastre – apparentemente, a seconda del tipo di lastra, oltre le 40.000 o le 100.000 sovrarullature. Gli inchiostri di processo e gli inchiostri speciali à la SFI saranno disponibili solo quando i betatest daranno risultati che soddisfano gli utenti al 100 percento. (stampabilità) Secondo la Flint Ink l’SFI non si distingue dagli inchiostri offset a umido nella varietà di applicazione: SFI è adatto sia per lastre analogiche che per lastre CtP, non richiede condizionamento né una limitazione della velocità di stampa, non produce nebulizzazione, non aggredisce caucciù e rulli, la pellicola di inchiostro è resistente all’abrasione e si può finire con vernice a dispersione e vernice UV o pellicola di rivestimento. L’influenza del condizionamento … Nel processo di stampa offset senza acqua bisogna analizzare l’interazione degli inchiostri da stampa e delle lastre anche in combinazione con altri componenti di processo e di macchina. Un’influenza la svolge soprattutto un condizionamento preciso, con cui sono equipaggiate tutte le macchine senza acqua senza gruppo di bagnatura. Anche molte macchine offset a umido oggi vengono preparate da subito con interfacce per un dispositivo di condizionamento o subito fornite con un simile impianto. Così non solo stampano con un rapporto acqua-liquido di bagnatura più stabile, ma soddisfano un requisito fondamentale per la stampa offset senza acqua. Con l’aiuto di una circola- zione del refrigerante si regolano determinati gruppi di rulli e cilindri nelle unità di stampa su una temperatura tra i 18 e i 32°C. L’efficacia del dispositivo di condizionamento denota il notevole know-how del costruttore di macchine da stampa: perché i rulli e i cilindri devono presentare effettivamente un determinato profilo di temperatura ottimale, e la regolazione della temperatura deve poter compensare immediatamente l’improvviso accumulo di calore in caso di arresti improvvisi della macchina. … dei caucciù e dei rulli Per i caucciù e i rulli vale come nell’offset a umido: dovrebbero essere resistenti ai solventi indicati sulla confezione degli inchiostri o alle radiazioni impiegate per l’essiccazione. Perché ovviamente nel frattempo esistono anche inchiostri senza acqua a tempra UV. Gli inchiostri offset senza acqua si possono differenziare nel loro comportamento di separazione del film d’inchiostro, condizionato reologicamente, dagli inchiostri offset a umido. Questo può significare che un determinato caucciù, sperimentato nella stampa offset a umido, non per forza debba essere la scelta giusta per l’offset senza acqua. I rulli gommati a questo proposito sono meno sensibili; essi funzionano senza problemi anche in macchine che stampano con funzionamento misto a umido-senza acqua. Dato che la stampa offset senza acqua è un processo di stampa dalle elevate richieste di qualità, che riesce a riprodurre retini particolarmente delicati fin nelle luci e profondità estreme, bisogna scegliere nell’offset a foglio assolutamente un caucciù dalla stampa nitida, dunque con strato finale rettificato finemente, con una durezza appros- simativa fino a 80 °Shore A e un comportamento nell’incremento dei valori tonali controllato, che viene assicurato da una comprimibilità da 0,16 a 0,21 mm e una forza di pressione massima standard di 1350 kPa. Nella stampa di giornali invece vale: quanto più ruvidi, tanto meglio. Dei caucciù speciali per l’offset senza acqua si possono acquistare presso alcuni produttori. La KBA collabora ad es. nell’ottimizzazione della stampa di giornali senza acqua con tutti i produttori più rinomati. … e dei supporti da stampa Di norma gli inchiostri senza acqua asciugano più rapidamente rispetto agli inchiostri offset a umido, perché non si deve verificare nessun assorbimento o nessuna evaporazione di quote di liquido di bagnatura emulsionate. In questo senso la capacità di assorbimento o la capacità di penetrazione del supporto da stampa svolge un ruolo meno importante rispetto all’offset a umido, anche se con gli inchiostri senza acqua e carta a forte assorbimento si possono verificare fenomeni di trapasso. Comunque come nell’offset a umido la caratteristica chimica o fisica della superficie della carta è responsabile delle difficoltà, ad es. la sfarinatura o la respinta degli inchiostri senza acqua. I produttori di carta non offrono “Carta senza acqua” specifica. Però i supporti da stampa non assorbenti come la carta o la pellicola sigillata e la plastica sono come predestinate allo scopo, visto che nell’offset a umido spesso sarebbero stampabili solo con inchiostri UV. La stampa di schede plastificate (ad es. sulla Metronic oc200) o di diversi film plastici e pellicole lenticolari sulla KBA 74 Karat con stampa offset senza acqua ne sono la prova. Dieter Kleeberg Risorse/Partner D esideriamo cogliere l’occasione a questo punto di ringraziare calorosamente tutti i partner della cooperazione, che sostengono concretamente con grande impegno lo sviluppo positivo e il perfezionamento della stampa offset senza acqua e senza viti del calamaio. Equipaggiamento delle macchine da stampa, periferiche Axima GmbH, D-Freiburg/Breisgau, www.axima.de (impianti di condizionamento, lavacaucciù) Baldwin Germany GmbH, D-Augsburg, www.baldwin.de, www.baldwintech.com (impianti di condizionamento, lavacaucciù) Ludwig E. Betz GmbH, D-Marktheidenfeld, www.betz.de (impianti di alimentazione dell’inchiostro) Felix Böttcher GmbH, D-Köln, www.boettcher.de (rulli) ContiTech Elastomer-Beschichtungen GmbH, D-Northeim, www.contiair.com (caucciù) Day International GmbH, D-Reutlingen, www.dayintl.com (caucciù) elettra srl, I-Olgiate Molgora/LC, www.elettra-online.com (lavacaucciù) Idab Wamac GmbH, D-Hamburg, www.idabwamac.com (finitura/reparto spedizioni) MacDermid Graphic Arts S.A., F-Cernay, www.macdermid.com (caucciù) Müller Martini Versand-Systeme AG, CH-Zofingen, www.mullermartini.com (finitura/reparto spedizioni) Reeves S.p.A., I-Lodi Vecchio, www.reeves.it (caucciù) Sauer Walzenfabrik GmbH, Eurolab, D-Berlin, www.sauer-roller.com (rulli) technotrans AG, D-Sassenberg, www.technotrans.de (impianti di condizionamento) Westland Gummiwerke GmbH, D-Melle, www.westland-worldwide.de (rulli) Zeller+Gmelin GmbH, D-Eislingen, www.zeller-gmelin.de Inchiostri da stampa ANI Printing Inks: Akzo Nobel Inks, DK-Brøndby/S-Trelleborg, e Lindgens Druckfarben GmbH, D-Köln, www.aninks.com BASF Drucksysteme GmbH, D-Stuttgart, e BASF Druk Inkt BV, NL-Doetinchem, www.basf-drucksysteme.de, www.basf-printing-systems.com Classic Colours, GB-Reading, www.classiccolours.co.uk Epple Druckfarben AG, D-Neusäß, e Sicolor GmbH, D-Neusäß, www.epple-druckfarben.de, www.sicolor.de Flint Ink, USA-Ann Arbor/Mi, e Flint-Schmidt GmbH, D-Frankfurt/M., www.flintink.com, www.flint-schmidt.com Huber-Gruppe, Michael Huber München GmbH, D-Kirchheim, www.huber-gruppe.com, www.mhm.de prüfbau Dr.-Ing. H. Dürner GmbH, D-Peißenberg, www.pruefbau.de (tra l’altro controlli reologici di inchiostri da stampa) Sicpa Group, CH-Prilly, www.sicpa.com Siegwerk Druckfarben AG, D-Siegburg, www.siegwerk.de SunChemical Ltd., European Coldset Centre (ECC), GB-London, e SunChemical Hartmann Druckfarben GmbH, D-Frankfurt/M, www.sunchemical.com Toyo Color America, LLC, A Toyo Ink Company, USA-Englewood Cliffs/NJ, www.toyocolor.com Lastre, prepress Creo EMEA S.A., B-Waterloo, www.creo.com Ernst Marks GmbH, centro di stampa senza acqua, D-Mülheim/Ruhr, www.marks-3zet.de HumanEyes Technologies Ltd., IL-Jerusalem/USA-New York, www.humaneyes.com Kodak Polychrome Graphics (KPG), D-Osterode, www.kpgraphics.com Nela Brüder Neumeister GmbH, D-Lahr, www.nela.de Presstek, Inc., USA-Hudson/NH, www.presstek.com Toray Industries Inc., J-Urayasu, www.toray.co.jp/waterless, www.waterless.org, www.waterless-print.com Carta, supporti da stampa Aylesford Newsprint Ltd., GB-Aylesford/Kent, www.aylesford-newsprint.co.uk HIT Paper Trading GmbH, JSC Volga, A-Wien, www.hit-papertrading.com, www.volga-paper.ru Holmen Paper GmbH, D-Hamburg, www.holmenpaper.com IGEPA Group, D-Reinbek, www.igepa.de Kübler & Niethammer Papierfabrik Kriebstein AG, D-Kriebstein, www.k-n-paper.de Klöckner Pentaplast GmbH, D-Montabaur, www.kpfilms.com Lang Papier, D-Dachau, www.langpapier.de Mochenwangen Papier GmbH, D-Mochenwangen, www.mochenwangen-papier.de Myllykoski Sales AG, Utzenstorf Papier, CH-Utzenstorf, e Myllykoski Sales GmbH, D-Dachau, www.myllykoski.com, www.utzenstorf-papier.ch Norske Skog, A-Bruck/Muhr, www.norske-skog.at Papierfabrik Palm, D-Aalen, www.papierfabrik-palm.de, www.wellenwunder.de/internet/papier/ Perlen Papier AG, CH-Perlen, www.perlen.ch SCA Graphic Sundsvall AB, Ortviken Paper Mill, S-Sundsvall, www.sca.se Schönfelder Papierfabrik GmbH, D-Annaberg-Buchholz, www.schoenfelderpapierfabrik.de Steinbeis Temming Papier GmbH, D-Glückstadt, www.steinbeis-temming.de StoraEnso Deutschland GmbH, D-Hamburg, www.storaenso.com UPM-Kymmene Sales GmbH, D-Hamburg, www.upm-kymmene.com Associazioni, consulenza, certificazione Associazione di categoria Druck u. Papierverarbeitung (stampa e lavorazione della carta), D-Wiesbaden, www.bgdp.de European Waterless Printing Association (EWPA), c/o Druck & Beratung (stampa & consulenza) Detlef Braun, D-Mühlheim/Ruhr, www.ewpa.org, www.wluv.de Japan Waterless Printing Association (JWPA), J-Tokyo, [email protected] Ökopol Institut für Ökologie und Politik GmbH (Istituto di ecologia e politica), D-Hamburg, www.oekopol.de Waterless Printing Association (WPA), USA-Chicago/IL, www.waterless.org KBA Process 2 | 2005 11 Approcci odierni ai processi | Costruzione del gruppo inchiostratore Corto e senza viti del calamaio – nuove strade nella costruzione del gruppo inchiostratore L’eliminazione del liquido di bagnatura nella stampa offset è solo il primo passo verso la semplificazione del processo di stampa dominante. Il secondo è la rinuncia alle viti del calamaio. Entrambe le cose consentono il passaggio ad un processo di stampa offset pressoché libero da regolazioni soggettive della macchina – un presupposto fondamentale per la standardizzazione coerente della produzione. Nella strutturazione dei gruppi inchiostratori corti senza viti del calamaio per la stampa offset senza acqua, la KBA ha potuto fare affidamento sulla sua lunga esperienza con la stampa UV senza acqua su schede plastificate e CD, sulla stampa di giornali e la verniciatura inline. L a costruzione classica di un gruppo inchiostratore offset ad alimentazione continua prevede cinque gruppi funzionali: • Un calamaio con elementi di dosaggio (viti del calamaio o cursori che premono contro una racla per inchiostro integrale o a lamelle); • Un rullo del calamaio rotante (condizionabile); • Un rullo prenditore oscillante tra rullo del calamaio e rulli macinatori oppure un rullo per pellicola sulle rotative • Diversi rulli inchiostratori oscillanti, eseguiti in parte con rivestimento in rilsan o rame (“rullo oscillante”, condizionabile), in parte come rulli gommati; • Una o più coppie di rulli gommati per l’inchiostrazione sulla forma da stampa. A seconda del numero di percorsi di separazione del film d’inchiostro, che si ripartiscono nei rulli inchiostratori oscillanti La macchina offset Direct-Imaging KBA 46 Karat, che stampa senza acqua, dispone di gruppi inchiostratori a due linee 12 KBA Process 2 | 2005 80 % Variazione relativa della viscosità Classico: gruppi inchiostratori “lunghi” con viti del calamaio, rullo del calamaio, rullo prenditore … 60 40 20 0 0 0,5 1,0 1,5 2,0 Variazione della temperatura 2,5 K 3,0 Nel campo da regolare, la viscosità dell’inchiostro da stampa dipende in modo pressoché lineare dalla temperatura. Un’oscillazione della temperatura di soli 1 Kelvin provoca una variazione della viscosità di oltre il 20% sulle coppie di rulli di inchiostrazione forma, si distingue tra alimentazione di inchiostro monolinea e a due linee. Con l’alimentazione di inchiostro monolinea il trasporto dell’inchiostro verso la coppia di rulli di inchiostrazione forma posteriore avviene indirettamente dalla coppia di rulli di inchiostrazione forma anteriore attraverso un rullo di transizione di una certa dimensione. La KBA preferisce nell’offset a foglio di norma una linea di inchiostro, nell’offset a bobina due linee di inchiostro. Il gruppo inchiostratore sviluppato dalla Ryobi per la macchina offset a foglio senza acqua DirectImaging 46 Karat è a due linee. Nella zona dei rulli macinatori e/o della coppia di rulli di inchiostrazione forma anteriore, i rulli cavalieri inseribili come rullo di transizione possono provocare un “cortocircuito” rispetto al gruppo di bagnatura, oppure un rullo applicatore più grande procura un trasferimento dell’inchiostro e del liquido di bagnatura combinato sulla lastra. Simili raffinatezze costruttive si sono affermate già da tempo nei gruppi di bagnatura KBA-Varidamp. … e condizionamento I gruppi inchiostratori lunghi sulle macchine offset convenzionali con gruppi di bagnatura sono concepiti per ridurre, mediante ripetuta separazione del film d’inchiostro, la pellicola di inchiostro di alcuni decimi di millimetro sul rullo del calamaio a soli ca. 4 µm sulla lastra, e per ottenere uno stato di emulsione stabile dell’inchiostro da stampa. I due o quattro rulli applicatori hanno poi il compito di impedire l’eventuale formazione di riporti sulla lastra. Queste funzioni non cambiano in niente neanche nella stampa offset senza acqua, sempre che con lo spegnimento del gruppo di bagnatura o la rinuncia totale al gruppo di bagnatura si utilizzi un dispositivo di condizionamento preciso. Le macchine KBA Rapida oggi sono allestite sempre per l’allacciamento ad un circuito di condizionamento. Sempre più aziende grafiche optano però direttamente per l’acquisto di un’opzione di condizionamento completa – non solo per via della stampa offset senza acqua, ma anche per una stampa offset a umido più stabile, in particolare connessa ad una drastica riduzione dell’IPA. Nella stampa offset a bobina commerciale il condizionamento è comunque necessario, cosicché tutte le rotative KBA Compacta vengo- Dispositivo di condizionamento del gruppo inchiostratore Baldwin CombiLiner, connesso anche con altri compiti di alimentazione, su una KBA Rapida Schema dei cinque gruppi inchiostratori corti in una KBA Genius 52: 1 Cassetta della racla 2 Cilindro retinato 3 Rullo di inchiostrazione forma 4 Cilindro portalastra 5 Cilindro portacaucciù 6 Cilindro di stampa di dimensioni quadruple 1 2 3 4 5 delle zone. Sull’intera larghezza del formato alla lastra o alle lastre viene offerta, indipendentemente dal soggetto, una quantità di inchiostro uniforme, ben definita su cilindro retinato, sistema di racla a camera e rullo applicatore o rulli applicatori. L’inchiostro che per la rispettiva immagine di stampa non servisse viene semplicemente raschiato e ricondotto al circuito dell’inchiostro. Sulle macchine off-set a foglio con rullo di inchiostrazione forma (1:1) di dimensione semplice non serve nessuna macinatura laterale, perché questi gruppi inchiostratori corti stampano assolutamente senza formare riporti. Sul gruppo 6 inchiostratore della Cortina servono, oltre ai due rulli applicatori, anche due rulli macinatori autooscillanti. A parte le viti del calamaio, vengono a mancare dunque anche il rullo del calamaio, il rullo prenditore o il rullo per pellicola, che vengono sostituiti da un sistema di racla con cilindro retinato. Le variabili di processo che lo stampatore deve padroneggiare, e dunque i possibili problemi, vengono ridotte ad un minimo. Ai sensi della standardizzazione vengono creati i presupposti per un risultato riproducibile nel prepress. I profili ICC e le caratteristiche di stampa oggi, però, dovrebbero essere comunque la norma in un’azienda grafica consapevole della qualità e non richiedere nessun impegno supplementare per la stampa offset senza acqua senza viti del calamaio. Perché anche con gruppi inchiostratori lunghi con viti del calamaio serve un prepress preciso per una produzione di quali- Anche nei gruppi inchiostratori corti della Metronic Genius 52 UV i cilindri retinati e il cilindro portalastra sono condizionati no fornite con condizionamento. La KBA ottimizza le soluzioni di condizionamento offerte dalla Baldwin, Technotrans e da altri in funzione delle configurazioni individuali delle macchine. La nuova alternativa: gruppi inchiostratori corti senza viti del calamaio Anche se funzionano, i gruppi inchiostratori lunghi non sono indispensabili per l’offset senza acqua, per trasferire l’inchiostro da stampa con lo spessore desiderato sulla forma da stampa. Ampiamente indipendenti dagli influssi individuali degli operatori, i gruppi inchiostratori corti senza viti del calamaio assolvono a questo compito in modo ancora più preciso. Questa strada alternativa verso la semplificazione e standardizzazione del processo di stampa offset senza acqua la percorrono finora solo la KBA e la sua affiliata Metronic AG. Infatti sulla 74 Karat, Genius 52 e sulla Rapida 74 G della KBA accanto al cilindro retinato delle dimensioni del cilindro portalastra vi è soltanto un unico rullo di inchiostrazione forma, il quale presenta lo stesso diametro del cilindro portalastra e del cilindro portacaucciù. Solo sulla rotativa offset per giornali KBA Cortina, con la sua velocità fino a 13 m/s, a causa della sua velocità di stampa decisamente maggiore e allo svuotamento più critico della sua struttura di cilindro retinato, sono necessari 4 rulli inchiostratori. Assieme alla scelta dei gruppi inchiostratori corti, la KBA ha optato anche contro un dosaggio dell’inchiostro sulla larghezza Schema dei quattro gruppi inchiostratori corti Gravuflow in una KBA 74 Karat KBA Process 2 | 2005 13 Approcci odierni ai processi | Costruzione del gruppo inchiostratore sulle macchine Metronic Gruppi inchiostratori classici e per offset senza acqua senza viti del calamaio al confronto classico (lungo) su KBA Rapida e Compacta senza viti del calamaio (corto) Gravuflow (nella 74 Karat e Rapida 74 G) Newsflow (sulla KBA Cortina) Metronic (nella KBA Genius 52 e sulle macchine Metronic) Alimentazione dell’inchiostro Manuale, cartuccia opzionale o pompa Cartuccia Pompa Manuale Dosaggio per zone di inchiostrazione Calamaio con viti del calamaio e racla per inchiostro nessuna nessuna nessuna Dosaggio della quantità di inchiostro Rullo del calamaio rotante, cadenzato Rullo prenditore oscillante o rullo .... Cassetta della racia e cilindro retinato Barra portaracia e cilindro retinato a rotazione continua a rotazione continua Cassetta della racia e cilindro retinato a rotazione continua Macinazione di inchiostro Diversi rulli macinatori e Tamburo oscillante nessuna 2 rulli rilsan e rulli gommati ciascuno nessuna Inchiostrazione delle lastre Fino a 4 coppie di rulli di inchiostrazione forma di gomma 1 rullo di inchiostrazione forma 1:1 con caucciù 2 rulli di inchiostrazione forma gommati 1 rullo di inchiostrazione forma 1:1 con caucciù Trasferimento dell’immagine di stampa Caucciù convenzionale con barra di guida Caucciù convenzionale con barra di guida Caucciù per minigap con dorso metallico Caucciù per minigap con dorso metallico Proporzioni Calamaio > macinatori/inchio. forma Inchio. forma << cilindro portalastra/ cilindro portacaucciù Portalastra/portacaucciù. < cil. stampa Cil. retinato < rullo di inchio. forma Rulli di inchio. forma < cilindro portalastra/cilindro portacaucciù Cil. portalastra/portacaucciù < stampa Cil. retinato > rulli di inchio. forma Rulli di inchio. forma << cilindro portalastra/cilindro portacaucciù (principio caucciù-caucciù) Cil. retinato = rullo di inchio. forma Rulli di inchio. forma = cilindro portalastra/cilindro portacaucciù Cil. portalastra/portacaucciù. = cil. stampa Condizionamento Rullo del calamaio e tamburo oscillante Cilindro retinato e portalastra Cilindro retinato e portalastra Cilindro retinato e cilindro portalastra Funzioni Confronto schematico tra un gruppo inchiostratore corto Gravuflow nella KBA Rapida 74 G e un gruppo inchiostratore classico in una KBA Rapida tà. Un’esposizione sbagliata o non precisa delle lastre non si può correggere neanche con le viti del calamaio, perché queste non riescono a modificare un punto troppo grande o troppo piccolo o assente. Le viti del calamaio danno solo la possibilità di modificare un po’ la tonalità in un’immagine o una superficie – se non vi è dietro sulla circonferenza nient’altro – tramite sovrinchiostrazione o sottoinchiostrazione. Per quanto questa consapevolezza possa essere dolorosa per molti stampatori esperti: qualsiasi correzione a posteriori tramite le viti del calamaio e i numeri di giri dei duttori rappresenta un intervento soggettivo nel processo di stampa e contrasta con una produzione standardizzata con i suoi parametri definiti oggettivamente e i suoi risultati riproducibili. Inoltre ciò provoca, di norma, inutili scarti. Metronic: Stampa di schede e CD come base di sviluppo 14 KBA Process 2 | 2005 ha molto successo in tutto il mondo con la macchina da stampa per schede oc200. Con questa si stampano sempre a coppia schede plastificate fino al formato ISO 86 x 54 mm con inchiostri a tempra UV per poi finirle con vernice UV inline. Le piccole unità di stampa dispongono di un rullo anilox, un rullo di La Metronic AG, Veitshöchheim, un’affiliata della Koenig & Bauer AG dal 2004 e già molto prima partner KBA, ha realizzato come primo costruttore di macchine da stampa al mondo la stampa offset senza acqua con gruppi inchiostratori corti senza viti del calamaio. Dal 1994 la Metronic Struttura di un’unità di stampa con gruppo inchiostratore corto Gravuflow in una KBA Rapida 74 G: 1 Cartuccia di inchiostro, 2 Racla a camera, 3 Cilindro retinato, 4 Rullo di inchiostrazione forma, 5 Cilindro portalastra, 6 Cilindro portacaucciù, 7 Cilindro di stampa 1 2 3 4 5 6 7 6 5 7 3 8 4 7 5 2 1 inchiostrazione forma, un cilindro portalastra su cui è montata una lastra senza acqua, un cilindro portacaucciù e un cilindro di stampa – tutti i rulli e i cilindri con lo stesso diametro. La stessa tecnica viene applicata anche nelle macchine da stampa Metronic CD Print e Premius, progettate per la stampa di CD, DVD, Mini-Disc e le straordinarie Optical Business Cards. Il gruppo inchiostratore corto Metronic brevettato ha rappresentato anche la base di sviluppo per la KBA Genius 52. Questa macchina offset senza acqua compatta ha suscitato scalpore in occasione della fiera campionaria Ipex 2002 come prototipo, e adesso viene commercializzata in due linee: dalla Koenig & Bauer come KBA Genius 52 per la stampa su carta e cartone con inchiostri ossidativi e dalla affiliata KBA Metronic AG con il nome Genius 52 UV nei segmenti di mercato tradizionali della stampa su film e su plastica. 6 Il gruppo inchiostratore corto Newsflow rappresenta l’adattamento della tecnologia KBA-Gravuflow per la stampa di giornali, utilizzato nella KBA Cortina. 1 Pompa per inchiostro 2 Innesto e disinnesto della racla 3 Barra portaracla 4 Cilindro retinato in ceramica condizionato 5 Rulli gommati 6 Rullo inchiostratore oscillante in rilsan 7 Rulli di inchiostrazione forma di gomma 8 Cilindro portalastra condizionato 10 La direzione è questa: KBA Gravuflow e Newsflow I gruppi inchiostratori corti Metronic e gli odierni gruppi inchiostratori corti KBA per la stampa offset senza acqua, fondano fin dall’inizio su filosofie di sviluppo comuni. Mentre la Metronic perseguiva la stampa UV su card, disc e film, la KBA ha ottimizzato questa tecnologia sia per la stampa offset a foglio che per la stampa di giornali su rotativa. E così anche la KBA può presentare una tecnologia con caratteristiche uniche: i gruppi inchiostratori Gravuflow sulla Karat e nel frattempo anche sulla KBA Rapida 74 G nonché il gruppo inchiostratore Newsflow sulla KBA Cortina. Anche se la stampa offset a umido già grazie alle tante installazioni oggi esistenti e ai numerosi campi di applicazione anche per la KBA rimarrà per molto tempo il processo di stampa dominante, essa crede che gruppi inchiostratori senza viti del calamaio come Gravuflow e Newsflow indicheranno in futuro la direzione. Prima o poi la stampa offset senza acqua in genere, e quella con gruppi inchiostratori corti senza viti del calamaio in particolare, guadagneranno per motivi economici ed ecologici quote di mercato sempre maggiori sia nella stampa a foglio che nella stampa a bobina. Alcuni dati di fatto documentabili lo testimoniano. 8 Nello sviluppo di KBA Newsflow sono confluite anche le esperienze pluriennali con la tecnica dei gruppi inchiostratori corti anilox per offset a umido, ad es. sulla KBA Commander. 1 Pompa per inchiostro, 2 Calamaio (diviso per una collocazione dei colori differente nel gruppo di stampa), 3 Racla, 4 Alimentazione dell’inchiostro, 5 Rullo anilox, 6 e 8 Rullo di inchiostrazione forma, 7 Rullo cavaliere, 9 Cilindro portalastra, 10 Cilindro portacaucciù (stampa con principio caucciù-caucciù), 11 Banda di carta, 12 Rullo di bagnatura forma, 13 Rulli bagnatori, 14 Cilindro bagnatore, 15 Trave spruzzatrice 9 7 12 13 6 13 14 5 4 15 3 2 1 11 Nell’ambito della stampa a bobina la KBA si concentra – viste le tirature ancora molto elevate dell’offset a bobina commerciale – intanto sulla stampa di giornali con la Cortina, sempre più orientata su determinati gruppi target (= splitting delle tirature). I gruppi inchiostratori corti anilox con funzionamento senza acqua KBA Gravuflow e KBA Newsflow sono composti da 4 gruppi funzionali: • Un sistema di alimentazione dell’inchiostro (cartucce o pompe); • Un sistema con racla del tipo a camera (cassetta della racla o barra portaracla); • Un rullo dosatore a rotazione continua (rullo anilox condizionato con superficie con incisione Haschur rivestito di ceramica); • Un rullo applicatore 1:1 rivestito con un caucciù per le macchine da stampa a fogli o diversi rulli gommati più piccoli (collegati tramite rulli inchiostratori oscillanti) per l’inchiostrazione nella stampa di giornali. Cassetta della racla e barra portaracla dispongono di due racle: una racla di lavoro e una racla di chiusura. Entrambe le racle formano in uno spazio ridottissimo una piccola camera riempita di inchiostro da stampa, che riempie la struttura Haschur del cilindro retinato con inchiostro e raschia l’inchiostro in eccesso. Con i sistemi con racla a camera per la stampa flessografica o nei gruppi di verniciatura, le soluzioni con racla a camera utilizzate dalla KBA per l’inchiostrazione senza viti del calamaio si possono confrontare solo limitatamente. I sistemi con racla con la loro cassetta della racla aperta (sulle macchine da stampa a fogli più lente) o le barre portaracla aperte con pompa (nella stampa di giornali ad alte prestazioni) sono stati sviluppati appositamente per inchiostri ad alta viscosità, così come vengo- Facile accesso, semplice da comandare, rapidamente alla prima copia buona e stabile nella tiratura di stampa: Gravuflow (sinistra) e Newsflow no impiegati nel processo senza acqua. Ovviamente anche simili gruppi inchiostratori corti vanno condizionati. Entro tolleranze strette la KBA regola sulle macchine da stampa a fogli e la Cortina la temperatura sulla superficie del cilindro retinato e del cilindro portalastra in funzione della velocità. Esperienza pluriennale: tecnica dei gruppi inchiostratori corti e di verniciatura nelle macchine da stampa convenzionali Accanto alla partnership con la Metronic, nella progettazione ed evoluzione della tecnica offset senza acqua senza viti del calamaio la KBA può basarsi sulle proprie esperienze pluriennali, tra l’altro nell’equipaggiamento di macchine da stampa di giornali con gruppi inchiostratori corti anilox negli anni novanta, così come di macchine offset a foglio con gruppi di verniciatura con racla a camera. Nell’ultimo decennio la KBA ha consegnato quasi 20 macchine con circa 600 gruppi di stampa offset a umido con gruppi inchiostratori corti anilox delle serie Colora, Commander ed Express. Il resto erano macchine da stampa tipografica nel frattempo fuori servizio o le macchine da stampa flessografica di giornali ancora richieste della serie Flexo-Courier o Colormax-CIC. Di recente è stata completamente rivista la macchina da stampa flessografica KBA Corrugraph per il Postprint su cartone ondulato. Dieter Kleeberg, Georg Schneider KBA Process 2 | 2005 15 Approcci odierni ai processi | Condizionamento della technotrans Come la technotrans AG, Sassenberg, padroneggia i rapporti di temperatura su cilindri retinati e cilindri portalastra per macchine a foglio con gruppi inchiostratori corti Condizionamento per gruppi inchiostratori specifici L e leggi fondamentali della termodinamica valgono, ovviamente, anche per la stampa offset: l’energia cinetica addotta dall’azionamento viene trasformata mediante attrito esterno (superfici) e interno (separazione del film d’inchiostro, deformazione) in gran parte in calore. Come è noto questo calore influisce in modo non indifferente sul processo di stampa e sulla qualità del prodotto. Perché ogni variazione della temperatura nel gruppo inchiostratore e nel gruppo di stampa influisce sulle caratteristiche reologiche dell’inchiostro da stampa. Perciò rapporti di temperatura costanti sono un requisito fondamentale per risultati di alta qualità e riproducibili, in particolare nella stampa offset senza acqua. La conversione dell’energia cinetica in calore avviene soprattutto su tre fonti: • Rulli, in particolare rullo del calamaio e rulli inchiostratori oscillanti su gruppi inchiostratori convenzionali o cilindri retinati su gruppi inchiostratori corti, in seguito all’attrito volvente e alle forze di spinta e di taglio superate dall’inchiostro da stampa; • Riduttori e cuscinetti di tutti i rulli e cilindri in seguito all’attrito radente; • Caucciù e rivestimenti dei rulli in elastomeri in seguito al lavoro di gualcitura da rotolamento. differenze nello sviluppo di calore nell’unità di stampa e tra i diversi gruppi di stampa. All’interno di un’unità di stampa simili differenze di calore nascono tra il rullo del calamaio e i rulli macinatori su gruppi inchiostratori convenzionali, e tra cilindro retinato e cilindro portalastra su gruppi inchiostratori corti. Le differenze di calore tra le singole unità di stampa sono causate da registrazioni divergenti dei rulli, dalle quantità diverse di inchiostro da trasferire e dai diversi comportamenti dei singoli inchiostri da stampa nei confronti delle temperature. nominale vengono regolate esclusivamente attraverso il cilindro retinato e la temperatura, lo svuotamento del cilindro retinato è però inferiore con una velocità maggiore, bisogna compensare tutto ciò con un aumento della temperatura sul cilindro retinato. Con un gruppo inchiostratore lungo, invece, è necessaria una maggiore potenza di raffreddamento a una velocità maggiore, in modo da tenere costante la temperatura nel gruppo inchiostratore. Particolarità del condizionamento dei gruppi inchiostratori corti Contrariamente ai gruppi inchiostratori convenzionali, in cui il trasporto dell’inchiostro viene controllato dalle viti del calamaio e dal rullo del calamaio, nel grupSinistra: sorgenti di calore (rosso) in un gruppo di stampa con gruppo inchiostratore classico In basso: condizionamento per singole zone technotrans beta.z con produzione esterna di acqua di raffreddamento beta.cooling Misure per stabilizzare la temperatura La misura più importante per stabilizzare la temperatura è il condizionamento del gruppo inchiostratore. Per gruppi inchiostratori convenzionali essa oggi è eseguita, di norma, come sistema a un circuito ed è già standard in tutte le rotative heatset. E anche nella stampa offset a foglio ha un suo posto fisso. Per la stampa offset senza acqua rappresenta un equipaggiamento irrinunciabile, nel caso di gruppi inchiostratori corti si dovrebbe, invece, poter regolare ogni gruppo inchiostratore separatamente, in modo da poter compensare in modo ottimale le 16 KBA Process 2 | 2005 Assieme alla velocità della macchina sale anche la quantità di calore nel gruppo inchiostratore, allo stesso tempo cala però la densità ottica grazie ai tempi di applicazione ridotti nella linea di contatto. Per assicurare temperature superficiali costanti, bisogna dunque aumentare costantemente la temperatura dell’acqua di condizionamento addotta con l’aumento della velocità della macchina, in particolare la temperatura dei cilindri portalastra, in modo da evitare problemi tipo velature. Dato che con un gruppo inchiostratore corto l’inchiostrazione o la densità po inchiostratore corto non esiste possibilità meccanica per influire sul trasporto dell’inchiostro. Qui si può incidere dunque solo mediante una variazione mirata delle caratteristiche reologiche dell’inchiostro da stampa, cosa che viceversa si raggiunge nella macchina da stampa solo tramite una regolazione della temperatura a reazione rapida tramite i cilindri retinati. Dato che la separazione cromatica sulla lastra tra zone stampanti e non stampanti avviene in prima linea sulla base delle tensioni superficiali, il tiro (tack) dell’inchiostro senza acqua deve si- tuarsi in un determinato ambito. Con la temperatura aumenta anche il valore del tiro. Se il valore del tiro è troppo alto, si verificano accumulo o spellatura sul cilindro portacaucciù. Se il valore del tiro è troppo basso, si possono verificare velature. La circostanza che una variazione di temperatura di un solo grado possa modificare il tiro di un inchiostro fino al 20%, mette fuori dubbio la necessità di un condizionamento nel gruppo inchiostratore. Perché parametri stabili nella tiratura di produzione impediscono velature o imbrattamenti nonché una chiusura anticipata degli elementi stampanti. In concreto ciò si risolve sotto forma di raffreddamento o condizionamento del cilindro portalastra. Come i cilindri retinati, anche i cilindri portalastra sono attraversati da acqua di condizionamento. Queste considerazioni rendono evidente che la qualità e il funzionamento della tecnica di condizionamento assumono nei gruppi inchiostratori corti una valenza ancora maggiore rispetto ai gruppi inchiostratori convenzionali e rappresentano uno dei parametri di regolazione più importanti per il controllo del processo di stampa. Per assicurare dunque un’inchiostrazione costante dell’immagine di stampa, bisogna tenere stabili per tutto il periodo della stampa le temperature sui cilindri retinati e sui cilindri portalastra, in funzione della velocità di stampa e della temperatura variabile della macchina. La regolazione base di ogni gruppo inchiostratore dipende dal supporto da stampa, dal tipo di inchiostro e dalla quantità di inchiostro desiderata. Se si vuole modificare la densità di inchiostro, ciò si realizza mediante una variazione della temperatura nel rispettivo circuito di controllo del cilindro retinato del regolatore di temperatura installato. Anche sui gruppi inchiostratori corti la temperatura della superficie dei rulli si modifica o mantiene costante mediante acqua come fluido di condizionamento. Dato che lo sviluppo di calore sul cilindro portalastra è inferiore che sul cilindro retinato, sono necessa- Con il dispositivo di condizionamento integrato dalla technotrans nella 74 Karat, vengono regolati individualmente i due cilindri portalastra e i quattro cilindri retinati dei gruppi inchiostratori Gravuflow secondo le esigenze tecnologiche della stampa offset senza acqua. L’alimentazione dell’acqua di raffreddamento avviene attraverso un gruppo acqua fredda da installare a parte, sempre fornito dalla technotrans AG ri limiti di condizionamento differenti e dunque circuiti di condizionamento separati. Così infatti si realizza il condizionamento anche sulle macchine KBA/ Metronic Genius 52, 74 Karat, KBA Rapida 74 G e KBA Cortina. Per padroneggiare queste diverse esigenze di condizionamento oggi si impiegano, di norma, cosiddetti regolatori di temperatura per singole zone. Questi sistemi sono equipaggiati, a seconda del tipo, con un numero differente di circuiti di condizionamento, che dispongono ciascuno di pompa di circolazione, riscaldamento e valvola regolatrice e consentono pertanto una regolazione individuale per ogni circuito. Quello che si regola è o la temperatura di ritorno dell’acqua dai cilindri collegati (misura indiretta della relativa temperatura della superficie dei rulli) oppure mediante sensori termici IR, che riescono a misurare direttamente la temperatura superficiale dei rispettivi cilindri. L’alimentazione dell’acqua di raffreddamento di questi regolatori di temperatura per singole zone avviene attraverso una sorgente esterna, ad es. un gruppo acqua fredda o un impianto già esistente. Un’alimentazione esterna si dimostra ideale, soprattutto per sistemi con potenza da media a elevata come sulla 74 Karat e Rapida 74 G. Su regolatori di temperatura con potenze di raffreddamento inferiori come la serie technotrans sigma.tz per la Genius 52 la potenza di raffreddamento viene creata internamente attraverso una macchina frigorifera integrata nel regolatore di temperatura. L’efficacia e l’efficienza del dispositivo di condizionamento sono determinate essenzialmente dai seguenti fattori: • Struttura del circuito idraulico di regolazione della temperatura ad acqua e tipo di flusso (turbolento o laminare) in cilindro retinato e cilindro portalastra nonché della differenza di temperatura dell’ac- qua di condizionamento in circolo rispetto alla temperatura superficiale dei componenti attraversati; • Trasporto dell’energia all’interno del cilindro retinato e del cilindro portalastra, in modo da consentire un flusso energetico rapido tra l’acqua di condizionamento in circolo e la superficie dei rulli; • Precisione di misura del dispositivo di misura della temperatura installato; • Precisione della regolazione della temperatura di ogni singolo circuito di controllo; • Velocità di regolazione della temperatura, con cui si possono regolare rapidamente in particolare determinate modifiche dei parametri come le velocità di stampa e le modifiche della densità di inchiostro desiderate; • Sicurezza di esercizio dell’intero sistema tra regolatore di temperatura e macchina da stampa. Proprio a proposito delle prestazioni riguardo alla precisione della misura della temperatura, alla precisione della regolazione della temperatura e alla velocità di regolazione della temperatura la technotrans ha calibrato la sua tecnologia dei regolatori di temperatura in stretta collaborazione con la KBA sulle esigenze particolari dei gruppi inchiostratori corti senza acqua, e riesce dunque a offrire soluzioni di prodotto che supportano il processo di stampa in modo ottimale. Costruzione di rulli a parete doppia Conduzione dell’acqua in un rullo tradizionale (sopra) al confronto con la costruzione dei rulli a parete doppia usata oggi con conduzione dell’acqua a spirale (sotto). Svantaggi di un rullo tradizionale: - Elevata inerzia energetica a causa del grande volume di acqua; - Flusso laminare (lento) nel rullo impedisce uno scambio energetico ottimale; - Ventilazione problematica; - Passaggio incerto, in particolare in caso di rotazione; - Elevato abbassamento della temperatura lungo il rullo. Vantaggi dei rulli a parete doppia: - Bassa inerzia energetica grazie al piccolo volume di acqua nel rullo; - Flusso turbolento (rapido) nel rullo favorisce un elevato scambio energetico; - Ventilazione meno problematica; - Passaggio sicuro attraverso il rullo, perché a conduzione forzata; - Abbassamento esiguo della temperatura lungo il rullo grazie al passaggio più rapido Le richieste di precisione nel condizionamento il sistema di condizionamento, tuttavia, non le riesce a realizzare da solo. Anche la strutturazione dei rulli inchiostratori e dei cilindri retinati svolge un ruolo importante, per realizzare una temperatura sempre costante lungo la larghezza dei rulli e tempi di risposta rapidi. Sui gruppi inchiostratori convenzionali si trovano spesso ancora costruzioni semplici, in cui attraverso un tubo di mandata che passa attraverso il mandrino – di diametro quasi sempre relativamente piccolo – si adduce al rullo inchiostratore oscillante acqua di condizionamento che esce poi dall’altro lato e rifluisce lungo l’intera sezione rimanente con velocità relativamente bassa verso il lato di entrata. Ciò è sempre meglio che nessun condizionamento, però a causa della bassa velocità di flusso offre solo una capacità limitata di Sulla KBA Genius 52 tutti i cilindri portalastra vengono regolati con un circuito comune e i cinque cilindri retinati dei gruppi inchiostratori senza viti del calamaio mediante circuiti individuali. La produzione di acqua di raffreddamento qui avviene mediante una macchina frigorifera integrata nel regolatore di temperatura technotrans sigma.tz (Foto) scambio termico e può portare sia a differenze di temperatura tra il lato di azionamento e il lato di comando che a tempi di risposta relativamente lenti. Meglio sono allo scopo le costruzioni a parete doppia, come vengono utilizzate già oggi di norma sui cilindri retinati. Qui grazie alla sezione esigua si ottiene nella superficie cilindrica una velocità di flusso maggiore, cosa che favorisce a sua volta una sottrazione molto più efficiente del calore. E una temperatura uniforme lungo la larghezza del rullo si ottiene ad es. attraverso una conduzione dell’acqua a spirale intorno all’asse del cilindro. Riassumendo si può affermare che – accanto al condizionamento del gruppo inchiostratore già noto e disponibile di serie per quasi tutte le macchine – per i gruppi inchiostratori corti l’impiego di dispositivi di condizionamento aggiuntivi, come il condizionamento per singole zone per i cilindri retinati e un condizionamento del cilindro portalastra, rappresentano lo standard nell’equipaggiamento, in modo da poter controllare con successo il processo di stampa con simili sistemi di gruppi inchiostratori. La scelta della configurazione effettivamente utilizzata dipende, però, dalla rispettiva macchina e dalle condizioni di utilizzo per quanto riguarda il formato, la velocità e il numero di copie per tiratura. Andreas Harig, Responsabile area prodotti sistemi di raffreddamento e di condizionamento, technotrans AG; Hubert Peick, Sviluppo sistemi di condizionamento, technotrans AG KBA Process 2 | 2005 17 Approcci odierni ai processi | Condizionamento della KBA Come la KBA ha realizzato una tecnologia di condizionamento precisa e a risposta rapida per la rotativa compatta senza viti del calamaio Cortina Strategia di condizionamento per la stampa offset di giornali senza acqua cilindri è stato ritenuto per molto D 18 all’introduzione della stampa offset a umido, nella produzione dei giornali termini della chimica fisica e dell’analisi delle superfici fanno parte del vocabolario del mestiere. Nella riduzione della complessità del processo è insito un grande potenziale di aumento dell’efficienza e di prevedibilità del processo. Infatti già negli anni 70 la stampa offset senza acqua entrò in gioco per consentire, sulla base di filosofie di macchina esistenti a quei tempi, un miglioramento o una gestione più semplice dei processi. Ben presto fu chiaro che una gestione idonea della temperatura nel gruppo inchiostratore e nel gruppo di stampa era fondamentale per il funzionamento sicuro e la stabilità del processo di stampa senza acqua su tempi ciclo più lunghi. alla maturità della Cortina per il mercato. Stampa offset senza acqua con gruppi inchiostratori corti Nuove conoscenze di processo … Dalla metà degli anni 90 la KBA si occupa della realizzazione della stampa offset senza acqua con gruppi inchiostratori corti (Gravuflow, Newsflow). Lo sviluppo si basava sulle esperienze raccolte dal 1989 nella tecnica offset a umido anilox. Nel 1995 iniziò lo sviluppo della macchina offset digitale 74 Karat, che produceva senza acqua e disponeva di un gruppo inchiostratore Gravuflow. La collaborazione con produttori di inchiostri leader e indagini di processo in proprio evidenziarono molto presto la necessità di ottimizzare la gestione della temperatura. Alla fine degli anni 90 maturarono i progetti per trasferire il processo offset senza acqua nella stampa di giornali coldset con la KBA Cortina e il suo gruppo inchiostratore Newsflow senza viti del calamaio. Indagini di processo svolte assieme all’industria degli inchiostri hanno prodotto numerosi sviluppi, i quali hanno portato all’odierna efficienza e Mentre in molte macchine con mulino a rulli convenzionale la tecnica senza acqua veniva interpretata come ampliamento od opzione, la 74 Karat, la Rapida 74 G e la Cortina erano progettate esclusivamente per l’offset senza acqua. Nella cooperazione sistematica con produttori di inchiostri e di lastre leader, un obiettivo importante era quello di assicurare il processo. Molto presto si manifestarono i vantaggi della tecnica del gruppo inchio- KBA Process 2 | 2005 Fig. 1: Interfaccia utente dell’STC sul quadro di comando centrale Cortina. Le curve di condizionamento, depositate per ogni cilindro retinato e per ogni coppia di cilindro portalastra, si possono modificare individualmente con dito luminoso o clic del mouse, incluse le tolleranze di regolazione. I valori di appoggio delle curve sono composti da temperature nominali a determinati numeri di giri stratore Gravuflow sulle macchine da stampa a foglio e del gruppo inchiostratore Newsflow sulla macchina da stampa per giornali Cortina. Perché in un gruppo inchiostratore compatto, ben chiaro, le temperature si riescono a tenere stabili molto più facilmente. Anche le innovazioni come il blocco dei rulli a conversione automatica prendono più facilmente, quanto più stabile è l’ambiente. Allo stesso tempo fanno sì che si riducano gli inutili apporti di energia. Grazie alle esperienze con gruppi inchiostratori lunghi nell’offset senza acqua, il mantenimento di una temperatura superficiale stabile sui rulli e sui Fig. 2: Rincondizionamenti per rampe di una superficie di cilindro retinato con corse di +3 ˚C, + 4˚C, –5 ˚C, +5 ˚C, –7 ˚C e +7 ˚C. Anche in questo caso si nota l’inevitabile tempo ciclo, causato dai percorsi dell’acqua esistenti. I processi rappresentati sono avvenuti a cilindro retinato fermo e una temperatura ambiente di 22 ˚C. I colori delle curve significano: temperatura superficiale nominale rosso scuro, temperatura superficiale effettiva blu scuro, temperatura acqua di raffreddamento di alimentazione blu chiaro tempo l’obiettivo principale. Inizialmente si sentiva spesso affermare che “26 ˚C sono ottimali”. Ad un’analisi più attenta questa verità piuttosto semplice, però, non vale – in effetti con nessun gruppo inchiostratore, e men che meno per il gruppo inchiostratore corto Newsflow. Perché con la temperatura della superficie del cilindro retinato si può controllare la viscosità dell’inchiostro e la quantità di inchiostro trasferita. La temperatura del cilindro portalastra è rilevante per controllare in modo mirato la capacità di trasferimento della lastra. … e nuove esigenze nella stampa di giornali ad alto rendimento Sulla Cortina, che è molto più veloce delle macchine offset a foglio, entrambe le temperature superficiali vengono adattate automaticamente in funzione della velocità della macchina. Per stampare prodotti pronti per la vendita già durante la fase di avviamento della macchina, è necessario adattare le temperature in modo altamente dinamico, quasi in sincronia con la velocità. Lo stesso vale in senso inverso anche durante la fase di arresto. Gli specialisti vedono la difficoltà nel fatto che – a seconda del formato – un cilindro retinato con un peso di ca. 100 kg o più debba essere portato nel giro di 90 secondi ad un livello di temperatura differente di ca. 10 ˚C. Per il cilindro portalastra l’aumento della temperatura (o l’abbassamento nel corso dell’arresto della macchina) non è così elevato, la sua massa, viceversa, è molto maggiore. Per alleggerire lo stampatore nell’esercizio quotidiano e assicurare un elevato comfort di comando, queste temperature vengono depositate nel quadro di comando centrale – un po’ come le curve di umidificazione nell’offset a umido (fig.1). Fig. 3: Immagini termografiche di un cilindro retinato: fila superiore in marcia lenta, fila inferiore a 20.000 giri cil./h. Le due immagini parziali di una serie riproducono assieme sempre l’intero cilindro retinato; per motivi di angolo di osservazione si è dovuto realizzare due immagini. Si vedono chiaramente le camere della racle. L’aumento della temperatura della racla con l’aumentare della velocità si evince dalla colorazione rossa. La temperatura è uniforme in tutti gli stati di funzionamento lungo tutta la larghezza Per gli inchiostri utilizzati sono stati rilevati valori tipici di dipendenza dalla temperatura. La qual cosa consente da un lato una regolazione della densità lungo tutta la larghezza del cilindro, dall’altro è però limitante, quando si tratta della costanza della densità lungo la larghezza di stampa. Per questo motivo sono state fissate delle finestre di scostamento, entro le quali può intervenire la regolazione. Il raggiungimento di queste finestre è assicurato dalla tecnologia STC (“Surface Temperature Control”) implementata sulle unità di condizionamento. Nella fig. 3 sono riprodotte immagini termografiche di un cilindro retinato, in cui è visibile l’elevata precisione della tecnica di condizionamento. Mentre la Cortina nelle immagini della fila superiore si trovava in marcia lenta, la velocità in quella inferiore era di 20.000 giri cil./h. Risulta evidente l’uniformità della temperatura lungo la larghezza e il fatto che la temperatura dell’inchiostro è indipendente dalla temperatura della racla. Quest’ultima sale molto con Fig. 4: Immissioni di calore e sottrazione di calore in un gruppo inchiostratore corto senza acqua e senza viti del calamaio Inizio flusso d’inchiostro Sorgente di calore Pompa per inchiostro – 400 W (attrito con l’inchiotro legato alla viscosità) Racla 1 mW/mm2 (attrito) Rullo inchiostratore (oscillante) (attrito della gomma legato alla viscosità) Rulli di inchiostrazione forma (attrito della gomma legato alla viscosità) Caucciù – 500 ... 1000 W/m2 (attrito della gomma legato alla viscosità) Carta (se Tcarta > Tinchiostro) Dissipatore di calore Parete del calamaio, superficie dell’inchiostro (conduzione termica/ convezione termica) Cilindro retinato condizionato –0,7 mW/mm2, Corrente d’aria –0,3 mW/mm2 Convezione d’aria l’aumentare della velocità. Con la macchina utilizzata il cilindro retinato, tuttavia, si è potuto raffigurare solo mediante due riprese collegate. Strategia per un controllo tecnologico del condizionamento Un compito importante è stato quello di rilevare da un punto di vista della strategia, quali parametri (temperatura, flusso) devono essere variati in quali ambiti, per poter soddisfare con la Cortina le esigenze odierne e quelle future a proposito dei formati e delle velocità. Allo scopo bisognava capire nel dettaglio (fig. 4), oltre alla potenza addotta (gruppo inchiostratore, lavoro di gualcitura da rotolamento dei caucciù), anche i meccanismi di sottrazione del calore (trasporto sulla carta, macchina da stampa come riserva di calore, convezione, radiazione termica). Ne è risultato che, rispettando condizioni di processo quadro (nessuna temperatura al di sotto del punto di condensazione, comportamento degli inchiostri legato alla temperatura, dipendenza del trasferimento dell’inchiostro dalla temperatura), le temperature superficiali vanno tenute stabili entro determinati limiti. La soluzione tecnica favorita dalla KBA punta sul trasferimento del calore mediante liquidi nel cilindro retinato e nel cilindro portalastra. Inizialmente anche altre soluzioni, come l’aria soffiante, appaiono interessanti, perché incidono direttamente sulla superficie. La capacità termica dell’aria è, però, molto esigua rispetto all’acqua. Per trasportare la stessa quantità di calore di un litro d’acqua, servono ca. 3,4 m3 di aria asciutta (si veda deduzione). Si sarebbe dovuto lavorare pertanto con temperature relativamente più basse e portate elevate. Le basse temperature porterebbero alla formazione di condensa, cosa che disturberebbe moltissimo nella macchina (rotture della banda a causa delle gocce d’acqua, formazione di ruggine, gocce d’acqua in una macchina “senza acqua”). E le portate elevate rappresenterebbero presto un limite fisicotecnico difficilmente superabile. Struttura ottimizzata dal punto di vista idrodinamico e termodinamico La scelta del principio da sola, però, non bastava. Una gestione altamente dinamica della temperatura non si risolve solo grazie al controllo e alla regolazione della temperatura superficiale (STC). Piuttosto anche i componenti interagenti dovevano essere ottimizzati e reciprocamente calibrati in modo preciso. Un obiettivo importante è stato a questo proposito quello di non far diventare l’STC una “macchina Deduzione Capacità termiche c: cacqua = 1,0 kcal/kg·K e caria = 0,241 kcal/kg·K Cilindro portalastra condizionato Carta (se Tcarta > Tinchiostro) Fine flusso d’inchiostro Densità: = 1,0 kg/l e aria = 1,2·10-3 kg/l acqua Dai prodotti cacqua · acqua = 1,0 kcal/l·K e caria · aria = 2,9·10-4 kcal/l·K si ottiene il rapporto 1,0 / 2,9·10-4 o 3,448 m3 di aria asciutta / 1 l acqua KBA Process 2 | 2005 19 Approcci odierni ai processi | Condizionamento della KBA ad assorbimento di energia”. Rispetto alle strategie di condizionamento impiegate di norma nell’industria della stampa, bisognava intanto ridurre le capacità termiche e i valori di passaggio del calore dei rulli e cilindri coinvolti. Questo consente di ridurre le perdite da trasferimento e i tempi di trasferimento. Un ulteriore aumento si è ottenuto mediante esteso disaccoppiamento delle capacità termiche attive e passive. Grazie ad una serie di misure costruttive si è migliorato il valore di passaggio del calore del cilindro retinato per il fattore 3 e si è ridotta la capacità termica per il fattore 6. Allo stesso tempo si è raddoppiato il flusso, cosa che aumenta decisamente la dinamica. Nel caso dell’STC, il cui compito è quello di realizzare, entro una tolleranza ben definita e una finestra temporale fissata, la temperatura superficiale auspicata con l’acqua di raffreddamento e di riscaldamento messa a disposizione, vi è stato un ulteriore potenziale di miglioramento – a iniziare dall’ottimizzazione delle sezioni per ridurre le resistività ai flussi fino all’ottimizzazione dei percorsi, con contemporaneo ottimo accesso. La scelta di pompe e valvole regolatrici idonee ha portato un ulteriore miglioramento rispetto allo stato dell’arte dell’epoca. La fig. 5 mostra l’unità di condizionamento utilizzata già nelle prime macchine di produzione Cortina. Strategia di controllo e regolazione ottimizzata Con la revisione della strategia per cilindri retinati, cilindri portalastra e STC era stata Fig. 5: Vista 3D dell’unità di condizionamento – vista sul lato operatore. A sinistra e a destra si trovano i moduli di base acqua di riscaldamento e di raffreddamento. Al centro vi sono tre sottounità con quattro circuiti ciascuna per il condizionamento dei cilindri retinati e dei cilindri portalastra. In queste sono sistemati tre box degli armadi elettrici e quattro serbatoi di compensazione della pressione 20 KBA Process 2 | 2005 Fig. 6: Schema di un circuito di controllo per il condizionamento dei cilindri portalastra o dei cilindri retinati. Nell’armadio di condizionamento (TCU) si riconoscono il circuito interno, che alimenta il rullo o il cilindro, e due circuiti esterni che forniscono acqua di riscaldamento e di raffreddamento (HW e CW); [1] commutazione di HW/CW; [2] dosaggio della quantità iniettata. Per motivi energetici l’acqua consumata viene recuperata separatamente secondo circuiti di alimentazione Fig. 7 – Sopra: Ricondizionamento per rampe di una superficie di cilindro retinato di ∆T = –5 ˚C: Risulta evidente l’inevitabile spostamento temporale dovuto al tempo di passaggio attraverso i tubi flessibili dell’acqua di condizionamento, lunghi circa 10 m. Questo tempo di passaggio ha rappresentato una particolare difficoltà dal punto di vista della regolazione. L’obiettivo è quello di realizzare, malgrado questo cosiddetto tempo morto, un comportamento transitorio pressoché senza sovraoscillazioni, senza che per questo il sistema diventi lento. Ciononostante la temperatura effettiva (blu) segue la temperatura nominale (rosso) molto da vicino. (Giallo: indice del cilindro retinato) – Sotto: il grafico a colori documenta lo stesso processo, misurato con una videocamera interlinea a infrarossi con 128 pixel di misura della temperatura lungo la larghezza del cilindro retinato. Entrambe queste scale dei tempi sono rappresentate con scala adatta e reciprocamente sincronizzate. Dato che la misurazione è avvenuta a cilindro retinato fermo quasi con funzionamento termico a vuoto, l’inclinazione nel profilo della temperatura sulla larghezza del rullo qui è dovuto essenzialmente al tempo di passaggio dell’acqua di condizionamento che scorre sotto la superficie del rullo e ammonta a pochi secondi creata la base per una gestione altamente dinamica della regolazione. Nell’analisi della necessaria struttura d’insieme per sensori Pt100 e IR e dei rapporti dinamici sono risultate evidenti le richieste poste nei confronti del sistema di regolazione. Complessivamente un STC comprende dodici circuiti di controllo per il condizionamento di ogni torre di stampa, il cui comportamento può variare molto in funzione delle condizioni della produzione. Un singolo circuito di condizionamento è raffigurato nella fig. 6. La contemporanea regolazione altamente dinamica richiede sistemi di regolazione in tempo reale che assolvano a questo compito in modo sicuro e affidabile. Qui ci si è affidati ad un partner che poteva vantare un eccellente know-how nella costruzione di grandi impianti e nella tecnica di regolazione di complessi sistemi tecnologici. Mentre la tecnica di regolazione ha il compito di fornire per ogni stato di funzionamento le temperature corrette sulle superfici dei cilindri retinati e del cilindro portalastra, a livello di sistema di controllo si riesce a ricavare ancora del potenziale per aumentare l’efficienza. Infatti ad es. la misurazione della temperatura ambiente consente di controllare le temperature di alimentazione in modo tale che vengano generati giusto i valori di temperatura appena necessari, perché temperature di alimentazione inutilmente basse aumentano i costi di esercizio. Inoltre tenendo conto della lunghezza della corsa si può aumentare la temperatura dell’acqua di raffreddamento. Entrambe queste misure contribuiscono a far risparmiare notevoli quantità di energia. Così in molte situazioni di esercizio si riesce a ridurre al 5 % il fabbisogno energetico per la sottrazione della potenza addotta. Il funzionamento ineccepibile dell’approccio di regolazione viene evidenziato nella fig. 7. Lì viene mostrato in alto il ricondizionamento per rampe di una superficie di cilindro retinato di –5 ˚C (dunque un raffreddamento di 5 gradi). Nella rappresentazione in basso lo stesso processo è stato analizzato con una videocamera interlinea a infrarossi lungo tutta la larghezza del cilindro retinato. Strategie per l’impiantistica La concretizzazione di questa strategia in una soluzione industriale comprende un STC in struttura modulare, che assicura pertanto una costruzione standardizzata dall’ottima controllabilità dopo il montaggio finale. La scelta dei componenti andava ottimizzata per l’impiego in aziende grafiche, in modo da tenere quanto più alto possibile il grado di disponibilità. L’STC oggi è composto da tre moduli: l’elemento base acqua di raffreddamento, l’elemento base acqua di riscaldamento e i sistemi di condizionamento che hanno la stessa struttura per cilindro retinato e cilindro portalastra (fig. 5). Le tre sottounità con quattro circuiti ciascuna – dunque dodici circuiti – servono per la gestione della temperatura dei complessivi otto gruppi inchiostratori (vale a dire cilindri retinati) e dei quattro gruppi di cilindri portalastra di una torre da otto Cortina. E i cilindri portalastra dello stesso inchiostro sono sempre raccolti in un unico circuito. Un’unità tecnologica di regolazione in tempo reale centrale serve tutto l’STC; nei tre box dell’armadio di distribuzione sono inseriti, oltre all’unità di regolazione, le unità di I/O per pompe, valvole e sensori. Per facilitare i controlli periodici e le piccole operazioni di manutenzione, tutti i componenti rilevanti sono facilmente accessibili dal davanti. Allo stesso tempo si è tenuto conto delle molteplici possibilità di alimentazione di acqua di raffreddamento e di riscaldamento in funzione delle condizioni architettoniche specifiche. Fig. 8: Ricondizionamento di una superficie di cilindro retinato a produzione in corso fino a 25.000 giri cil./h sulla Cortina: sulla base delle curve di condizionamento predefinite sul quadro di comando centrale, il valore nominale valido per la temperatura superficiale viene calcolato online in funzione del numero di giri. Fino al raggiungimento dei 25.000 giri cil./h si crea così un aumento della temperatura di quasi 10 ˚C, che viene convertito costantemente dalla regolazione veloce. Durante le fasi di avviamento e di arresto la Cortina produce senza scarti. I colori delle curve hanno il seguente significato: temperatura superficiale nominale rosso scuro, temperatura superficiale effettiva blu scuro, numero di giri pilota nero, indice del cilindro retinato giallo Fig. 9: Accelerazione della Cortina a 35.000 giri cil./h e ricondizionamento di una superficie di cilindro retinato secondo una curva di condizionamento: qui si è utilizzato inchiostro che richiede un aumento minore di temperatura per ogni modifica della velocità. Nonostante l’aumento del numero di giri del 40 % rispetto alla fig. 8, qui va realizzato un aumento della temperatura complessiva più basso di soli 5 %. Il diagramma di misura mostra, inoltre, come circa 4 min dopo il raggiungimento dell’elevata velocità di produzione con un intervento manuale dello stampatore mediante dito luminoso sul quadro di comando centrale si sia corretto di 0,4 ˚C in basso il valore nominale della temperatura superficiale. Questa piccola correzione unica viene eseguita in brevissimo tempo dal sistema di regolazione. Per il significato dei colori delle curve si veda la fig. 8 Grande importanza alla disponibilità Per assicurare la disponibilità, sono stati scelti componenti che riescono da un lato a offrire informazioni sul loro stato o il cui stato si riesce a sorvegliare. Dall’altro i circuiti sono stati progettati in modo tale che un circuito contiguo possa assumere il compito di uno in avaria, e in quel caso intervengono parametri separati, appositamente stabiliti. Inoltre è previsto che l’intero STC possa intervenire in modalità di esercizio di emergenza per un STC confinante. Se questo non esiste, si utilizza ad es. una pompa doppia. Grazie a questo procedere graduato si assicura un’elevata disponibilità nel rispetto dell’economia. I sensori Pt100 utilizzati, che misurano in modo assoluto e sono impiegati milioni di volte in tutto il mondo, si possono sostituire senza necessità di nuova calibratura. Il circuito di condizionamento non va aperto allo scopo. Lo sviluppo di una strategia di condizionamento e di molte soluzioni parziali ha consentito il grande salto di prestazioni nella tecnologia dei procedimenti industriali ed è la base per il funzionamento economico della Cortina. Ciò si evince anche dal gran numero di domande di brevetto intorno a questo sviluppo. Un ulteriore potenziale si ricava se si prendono in considerazione strategie energetiche integrate per un utilizzo attivo del calore di processo nella progettazione degli edifici per aziende grafiche. Dr. Matthias Müller, KBA Dr. Karl Schaschek, Responsabili ricerca, KBA KBA Process 2 | 2005 21 Approcci odierni ai processi | Gravuflow e Newsflow Gravuflow nella KBA Rapida 74 G e la 74 Karat I gruppi inchiostratori KBA Gravuflow e Newsflow I l gruppo inchiostratore Gravuflow è stato sviluppato prima per la 74 Karat. Dato che questo principio costruttivo rivoluzionario ha dato buoni risultati nella 74 Karat, si è potuto modificarlo per l’utilizzo nelle macchine a foglio della serie Rapida. Il rullo di inchiostrazione forma si distingue ad es. per una peculiarità costruttiva: su di esso è montato un caucciù dotato di barra di guida. Schema a sinistra e foto in basso: In posizione di lavoro la cassetta della racla è collegata all’alimentazione dell’inchiostro dalla cartuccia e appoggia con la racla di lavoro e la racla di chiusura con una pressione di appoggio definita sul cilindro retinato Schema in alto a destra: Prima di iniziare il lavaggio automatico, la cassetta della racla si riesce a portare facilmente in posizione di lavaggio. L’alimentazione dell’inchiostro viene interrotta automaticamente Questo tessuto viene utilizzato in primo luogo a causa della sua migliore stampa di superfici. Un altro vantaggio è la facile sostituzione in caso di danneggiamenti o usura. Per il montaggio sul cilindro portacaucciù la 74 Karat e la Rapida 74 G utilizzano un caucciù convenzionale con barra di guida, la Genius un caucciù con dorso metallico. Ogni cilindro retinato e ogni cilindro portalastra si possono condizionare in modo preciso singolarmente. Lo scambio di calore e la regolazione avvengono mediante uno scambiatore termico esterno. Anche se non rispetta lo spirito di una produzione di qualità standardizzata, cioè la possibilità di modificare in modo mirato parametri ad impostazione fissa, lo stampatore in casi eccezionali ha la possibilità di influire sulla viscosità dell’inchiostro e dunque sulla densità attraverso la temperatura. Questo può essere utile ad es. per adattare la densità di inchiostro lungo l’intera larghezza del cilindro nel caso di superfici della carta ad assorbimento differente La racla a camera e il cilindro retinato assicurano con ogni giro un trasferimento uniforme dello strato di inchiostro direttamente sul rullo di inchiostrazione forma di dimensione semplice Newsflow nella KBA Cortina I gruppi inchiostratori Newsflow dispongono sempre di motori indipendenti. Come per il Gravuflow, il cilindro retinato e il cilindro portalastra vengono condizionati, però non la vaschetta dell’inchiostro. La regolazione della temperatura reagisce praticamente in tempo reale. Sul cilindro portacaucciù vengono utilizzati caucciù con dorso metallico e tensionamento minigap – tra l’altro come sulla piccola Genius 52. 22 KBA Process 2 | 2005 Grazie alla costruzione compatta dei gruppi inchiostratori Newsflow è possibile la loro disposizione estremamente poco ingombrante nella “torre” da otto della KBA Cortina (a sinistra). Questo assicura un accesso particolarmente buono anche ai gruppi inchiostratori (sopra) Utilizzo di cilindri retinati di ultimissima generazione N ei gruppi inchiostratori corti KBA Gravuflow e Newsflow, che funzionano senza acqua, vengono impiegati cilindri retinati sviluppati ad hoc. Essi dispongono di una superficie in ceramica in ossido cromico estremamente resistente all’abrasione, la quale resiste a lungo alla racla a camera. Un cilindro retinato Cortina è progettato per 200 - 300 milioni di sovrarullature, cosicché va cambiato solo dopo anni. Al posto di singole cellette, come le hanno i rulli anilox tradizionali, dopo aver eseguito numerose serie di test e sulla base delle sue esperienze la KBA preferisce il retino con incisione Haschur. Con questo si intende un’unica scanalatura continua, che viene incisa a spirale con un laser nella superficie in ceramica. Un confronto: Ripresa al microscopio di celle su un rullo anilox inciso con laser (Foto: Praxair) Riprese al microscopio di incisioni Haschur su cilindri retinati. Molto nitide si vedono le spalle con tracce dei fori laser, poco nitido e meno chiaro si distingue il fondo della scanalatura (foto: Zecher) La quantità di inchiostro che può essere trasferita con un cilindro retinato è costante e uguale lungo l’intera larghezza del formato. Se lo stampatore desidera trasferire più o meno inchiostro da stampa, lo può fare esclusivamente tramite la temperatura. In caso di variazione della temperatura l’inchiostro reagisce con una modifica della viscosità. Con una temperatura più elevata e dunque una viscosità più bassa, il cilindro retinato trasferisce una maggiore quantità di inchiostro. Questo principio viene usato anche nel caso di grandi variazioni della velocità. La Cortina è in grado di compensare all’avvio della macchina fino al raggiungimento della velocità di produzione una possibile perdita di inchiostro causato dall’aumento della velocità mediante una regolazione automatica della temperatura molto rapida in funzione della velocità. Lo stesso si ottiene anche per la densità, se si stampa su classi diverse di carta. Importante non è dunque solo la superficie, ma anche la “vita interna” del cilindro retinato. Quanto più grande è il cilindro retinato, tanto più critico è questo aspetto. Infatti per il condizionamento del cilindro retinato Newsflow nella KBA Cortina si sono dovuti applicare principi costruttivi nuovi, in modo da assicurare una risposta possibilmente rapida. E anche per questo motivo ogni cilindro retinato può essere condizionato individualmente. Confronto tra i profili scanalatura-spalla o celle-spalla che si ottengono con laser YAG e CO2. Con il laser YAG, dieci volte più fine, ci si avvicina di più alla forma a U ideale, che assicura una quantità riproducibile di trasferimento di inchiostro grazie allo svuotamento completo. Nella forma a calotta appuntita che produce un laser CO2, lo svuotamento è quasi sempre incompleto (grafico: Praxair) Un’occhiata nei gruppi di stampa della Genius 52: Cilindro retinato (qui grigio o verde) e rullo applicatore hanno la stessa circonferenza nel cilindro portalastra e cilindro portacaucciù.. Grazie all’alloggiamento senza gioco di tutti i quattro componenti del gruppo di stampa in guide lineari, il cambio del cilindro retinato si esegue molto rapidamente, se necessario. La registrazione dei rulli nel gruppo inchiostratore non è più necessaria sulla Genius 52 KBA Process 2 | 2005 23 Materiali | Lastre e forme da stampa Materiali per forme da stampa – Panoramica di mercato e handling La panoramica sui fornitori e i materiali per forme da stampa senza inchiostro. Le caratteristiche che le distinguono sono la struttura disponibili chiarisce il desiderio degli utenti di avere una scelta degli strati, il tipo e la modalità di esposizione nonché la procedura e maggiore. Tutte le lastre e le forme da stampa speciali per la stampa l’impegno durante la lavorazione successiva. Per quanto riguarda offset senza acqua hanno in comune l’utilizzo di silicone nelle zone l’esposizione la tendenza è chiaramente a favore del CtP. Non confrontare i prezzi, ma i costi! S ia chiaro: è a causa del rivestimento in silicone che il prezzo delle lastre offset senza acqua è più alto rispetto alle lastre offset a umido. Questo rapporto tra i prezzi è sempre l’argomento preferito da coloro che nutrono dubbi sul ‘senza acqua’. Però in molti casi, e soprattutto per piccole tirature, la stampa con lastre offset senza acqua spesso è più economica che con lastre offset a umido. Perché gli scettici perdono di vista che il risparmio di acqua e additivi del liquido di bagnatura, l’assenza di lavori di regolazione, di controllo e di manutenzione legati ai gruppi di bagnatura e la drastica riduzione degli scarti compensano ampiamente il prezzo più sfavorevole. Soprattutto con l’utilizzo di gruppi inchiostratori corti senza viti del calamaio la stampa offset senza acqua consente un maggior livello di standardizzazione nella sala da stampa e nel prepress, cosa che significa di norma su periodi lunghi anche uno standard di qualità più elevato, sempre riproducibile. I prezzi possono calare solo se aumentano le vendite Però vale comunque la pena parlare anche del prezzo. Ovviamente è auspicabile un prezzo inferiore delle lastre – per i clienti, per gli scettici e anche per i fornitori di macchine da stampa. Proprio in questo campo negli ultimi anni la stretta 24 KBA Process 2 | 2005 Panoramica sulle lastre e forme oggi disponibili per la stampa offset senza acqua che non si limitano all’utilizzo su un determinato marchio di macchine da stampa (KPG Scorpion è disponibile solo in Nordamerica) Radiazione UV analogica Esposizione digitale al laser termico Copia positiva Creo – KPG – Presstek – Toray TAP-HG2 (1) Copia negativa – – – TAN-E (1) Sviluppo a umido + lavaggio Chimico + acquoso Creo – KPG X54 Scorpion/Scorpion+ Presstek – – Toray TAC-RG5/RL7 (1) – TAPH-G2 (1) TAPD-G1 (1) TAPD-G3 (1) TAPD-G5 (1) TAN-E (1) Formato max. Solo scrittura negativa Clarus WL (2) X54 Scorpion/Scorpion+ PEARLdry/+ (1, 2), ProFire Digital Media (2) TAC-RG5/RL7 (1), TAC-W2 (1) 00 (A3+, 460 x 340 mm) 4 (A0–, fino a 1152 mm larg.) 4 (A0–, 813 x 1118 mm) 7B (1240 x 1610 mm) Asportazione + lavaggio Stampa Solo acquoso – A secco 30.000 (B) Clarus WL (2) 100.000 (B, H, C) – 20.000(2)–100.000(1) (B) – PEARLdry/PEARLdry+ (1, 2) 20.000 (B) – ProFire Digital Media (2) 100.000 (B, H, C) – – 200.000 (B, H, C)? TAC-W2 (1) – 100.000–200.000 (B) – – 150.000–300.000 (B, H) – – 200.000–500.000 (H) – – 400.000–1.000.000 (H) – – 300.000–500.000 (B, H) – – Confezioni: (1) lastre di alluminio, (2) forma in poliestere dal rotolo; idoneità: (B) offset a foglio, (H) heatset, (C) coldset con CtP collaborazione tra la KBA e i produttori di lastre cooperanti (Toray, Presstek, Kodak Polychrome) ha prodotto notevoli progressi. Che il prezzo con un numero ancora maggiore di fornitori di lastre e lastre e con un aumento deciso della richiesta possa ulteriormente scendere, risponde alle leggi di mercato. Anche oggi i pochi fornitori non sfruttano la loro posizione dominante sul mercato, come invece sembra che avvenga. Piuttosto la causa del prezzo più elevato sono costi di produzione più alti (rivestimento in silicone come ulteriore operazione su una linea di produzione isolata) e lo sfruttamento ancora insufficiente delle linee di produzione esistenti Il materiale ad asportazione presentato all’ultima drupa, Creo Clarus WL, è disponibile dall’inizio del 2005. Intanto viene offerto solo in rotoli su supporto di poliestere, vale a dire che è adatto per l’utilizzo sulla 46 Karat per le lastre senza acqua. L’impegnativo processo di rivestimento con polimero e silicone antigraffio non si riesce a semplificare tanto facilmente. Per questo una riduzione dei prezzi è possibile solo con una maggiore diffusione della stampa offset senza acqua e un aumento drastico della vendita di lastre. Per il momento la stampa offset senza acqua rappresenta ancora una nicchia di mercato per i fornitori di lastre. Ciononostante la strategia di alcune aziende, che hanno sviluppato e testato con successo lastre senza acqua proprie – anche la KBA – non si può definire orientata sui clienti e sul futuro, visto che fanno troppo poco per la diffusione della stampa offset senza acqua e dichiarano di voler entrare nel mercato delle lastre senza acqua solo in presenza di un consumo minimo di 10 milioni di m2 all’anno. Questa mentalità prettamente orientata sui volumi è inadatta soprattutto per i grandi fornitori, che si spacciano volentieri per partner innovativi degli stampatori. D’altra parte tutti i produttori più importanti di inchiostri hanno ri- conosciuto che la stampa offset senza acqua sarà un mercato in crescita in un futuro neanche troppo lontano, e investono in un adeguato ampliamento della loro offerta di prodotti. Processo di sviluppo chimico a più stadi per lastre CtP senza acqua della Kodak Polychrome Graphics e della Toray Industries: [1] Pretrattamento; [2] Sviluppo; [3] Trattamento finale (inchiostrazione delle zone stampanti); [4] Ripulitura opzionale (asportazione dei residui di sostanza chimica) (grafico: Toray) Generalmente sempre meno produttori di lastre Anche per le lastre convenzionali o le lastre CtP offset a umido cala il numero di fornitori di anno in anno. L’Agfa ha acquisito ad es. nel 2004 il gruppo italiano Lastra. E il ramo Western-Lithotech delle lastre, che fa parte del gruppo Mitsubishi Chemical, era stato acquistato nel 2002 proprio dalla Lastra. La Fujifilm finora con il materiale per forme è fissata su un unico costruttore di macchine da Struttura e principi di lavoro delle Toray Waterless Plates – a sinistra il tipo di lastra negativa (analogico: TAN; CtP: TAC) e a destra il tipo di lastra positivo TAP a confronto. A) Struttura di una lastra presensibilizzata così come viene fornita: pellicola di protezione trasparente [1]; Strato di gomma siliconica[2]; Strato polimerico reattivo alle radiazioni [3] (analogico: sensibile UV; digitale: termoreattivo); Strato adesivo (Primer) [4]; Supporto di alluminio [5]. B) Esposizione attraverso la pellicola di protezione [1] e modello della copia [6] (TAN: negativo, TAP: diapositivo) attraverso, con TAC (CtP senza modello della copia) un laser termico espone le zone stampanti attraverso la pellicola di protezione. Mentre la radiazione sulla lastra negativa analogica e digitale indebolisce il legame tra silicone [2] e polimero [3], sulla lastra positiva si verifica un rafforzamento del legame tra [2] e [3]. C) Dopo il distacco della pellicola di protezione avviene la lavorazione chimica. Sulla lastra negativa una soluzione di pretrattamento provvede inizialmente alla desensibilizzazione del polimero e sulle zone non esposte [7] al rafforzamento del legame (simboleggiato da croci) tra [2] e [3]. Successivamente in uno sviluppatore chimico il silicone viene staccato nelle zone esposte [8] e asportato con spazzole rotanti sotto uno spruzzo d’acqua. – Sulla lastra positiva i legami tra [2] e [3] nelle zone esposte [8] sono già stati rafforzati al punto B, cosicché può iniziare subito lo sviluppo chimico. Qui nelle zone non esposte [7] il silicone continua a staccarsi e viene asportato con spazzole rotanti sotto uno spruzzo d’acqua. Ad eccezione della TAC-W2 per uno sviluppo puramente acquoso, presentata alla drupa 2004, per tutti gli altri tipi di lastra TAN, TAC-R e TAP segue un trattamento finale, che serve per inchiostrare le porzioni di immagine con piccole spazzole rotanti. Nella penultima sezione coppie di rulli pressori asportano i residui di sostanza chimica. Infine la lastra si asciuga con l’adduzione di aria. Una gommatura come sulle lastre offset a umido non serve. D) Le lastre preparate per la stampa adesso possiedono zone non stampanti (repellenti per l’inchiostro) [9] di silicone e zone stampanti (assorbenti inchiostro) [10] di polimero. E) Nella stampa solo le zone stampanti sono coperte con uno strato di inchiostro da stampa [11]. stampa. E il resto delle aziende globali – Creo, KPG, Presstek e Toray – offre già lastre senza acqua, anche se non copre tutto. Dunque in futuro potrebbero aggiungersi ancora la Agfa e la Fujifilm come alternativa attiva a livello globale, mentre gli attuali fornitori potrebbero proporre a medio termine una scel KBA Process 2 | 2005 25 Materiali | Lastre e forme da stampa ta di lastre ancora più vasta per quanto riguarda la loro idoneità per la stampa offset a foglio senza acqua, l’heatset e il coldset nonché applicazioni speciali UV. Lastre analogiche con sviluppo a umido della Toray: TAP e TAN-E La Toray Waterless Plate è un classico della stampa offset senza acqua. Essa si basa sui brevetti Dry-Plate della 3M ed è stata portata all’odierna maturità dalla Toray. La Toray Industries è un’azienda giapponese specializzata nella produzione di polimeri. Il settore delle lastre ha svolto finora nel gruppo solo un ruolo secondario. Tanto più bisogna ricono- scere il merito alla Toray di mantenere un apposito laboratorio di ricerca e di aver investito di recente in un’ulteriore linea di produzione di lastre. Con ciò la Toray ha portato la propria capacità produttiva annua da circa 6 milioni di m2 a 18 milioni di m2 di lastre senza acqua. Sia la Toray sia i rivenditori di punta dei prodotti Toray come Marks-3zet e Schneidler hanno fornito e forniscono tuttora impulsi decisivi per la diffusione mondiale della stampa offset senza acqua. Dopo il fallimento della 3M Driography negli USA e grazie al suo rinascimento in Giappone, questo paese orientale è da oltre 20 anni leader nella stampa offset senza acqua. In nessuna altra parte del mondo producono Struttura e principio di lavoro della lastra da stampa ad asportazione Presstek PEARLdry: il laser a infrarossi [1] genera un elemento stampante, ad es. un punto di retino [2] bruciando attraverso lo strato siliconico [3] lo strato che genera l’immagine [4], composto da un polimero termoreattivo, e distruggendo anche il silicone sovrastante [3]. Questo scopre lo strato polimerico [5] che più tardi sarà inchiostrante e che appoggia direttamente sul materiale di supporto [6] (fonte: Presstek) La Presstek è il pioniere della asportazione laser. Il materiale PEARLdry esiste su supporto di alluminio come singola lastra (sinistra) e su supporto di poliestere come rotolo di forme (sotto). Le singole lastre si possono esporre onpress nella 74 Karat e off-press in unità di esposizione termica, mentre i rotoli sono destinati all’esposizione On-press in macchine come la 46 Karat (foto: Presstek) 26 KBA Process 2 | 2005 tante aziende grafiche parzialmente o completamente senza acqua. La Japan Waterless Printing Association (JWPA) annovera quasi 100 aziende tra i suoi membri! Indipendentemente dall’essere sviluppate in analogico o in digitale – il successo mondiale della Toray Waterless Plate poggia, tra l’altro, sulla sua utilizzabilità universale: nella stampa offset a foglio, nella stampa per illustrazioni heatset, nella stampa di giornali coldset e nella stampa con inchiostri a tempra UV su plastica ed etichette. La Toray è l’unico produttore che offre ancora lastre senza acqua analogiche: la TAP a copia positiva e la TAN-E a copia negativa. Entrambe vanno maneggiate sotto una luce gialla di protezione. Dati i numeri di copie per tiratura consueti nella stampa offset a foglio, accanto alla TAN-E la lastra senza acqua analogica più utilizza- ta è la TAPH-G2. Le versioni TAPD, più stabili, vengono usate prevalentemente nell’offset a bobina. Tendenza verso il CtP Come nella stampa offset a umido convenzionale, anche nella stampa offset senza acqua la tendenza verso l’esposizione Computer-to-Plate (CtP) è inarrestabile. Questa tendenza non è solo dovuta alla sempre maggior diffusione delle unità di esposizione termica nelle aziende grafiche, ma anche alla scelta di molte aziende di prepress e aziende di stampa, di utilizzare macchine offset con esposizione integrata delle forme da stampa (ad es. 74 Karat e 46 Karat o Heidelberg Quickmaster DI). È vero che le lastre analogiche continuano ad avere una grande quota di mercato nel segmento di mercato della stampa offset senza acqua, ma questa quota è in continua discesa. Da un lato la Toray stessa offre alternative digitali, dall’altro tutti i prodotti della concorrenza sono materiali che si possono esporre in digitale. E anche le possibili alternative ancora in fase di sviluppo saranno materiale per il CtP. Dal punto di vista del materiale, per le lastre senza acqua è adatta solo l’esposizione termica CtP, cosa che però non rappresenta uno svantaggio: processo di esposizione senza oscillazioni senza il pericolo di sovraesposizione o sottoesposizione, nitidezza uniforme della riproduzione e funzionamento con luce diurna dell’unità di esposizione sono i principali punti di forza. Attualmente quattro produttori di lastre offrono materiale e soluzioni liberamente disponibili per CtP Off-press o CtP On-press: Creo, KPG, Presstek e Toray. Un quinto prodotto – la Saphira Caleidoplate 46 sviluppata dalla Fuji Photo Film assieme alla Heidelberg e disponibile solo dalla Heidelberg – è legato, assieme alla soluzione di svolgimento e avvolgimento per formato variabile Smart Spooling, all’utilizzo nella Heidelberg Speculazioni e visioni Lastre alternative future Come già detto, alcuni produttori di lastre hanno essenzialmente altre priorità che non forzare o espandere gli affari del materiale senza acqua. Infatti l’intenzione della KPG di continuare a servire solo il mercato nordamericano è una decisione esclusivamente di politica commerciale, che potrebbe cambiare in qualsiasi momento. E la Creo non comunica se la tecnologia Clarus-WL verrà estesa commercialmente anche alle singole lastre con supporto di alluminio, e, se si, con quale nome prodotto. Che la cosa funzioni lo hanno già dimostrato i test; non rimane che aspettare. La Creo è impegnata soprattutto nel perfezionamento della lastra di alluminio Clarus PL senza processo, anche questa presentata alla drupa 2004 ma destinata alla stampa offset a umido. Non è dato sapere neanche se la Fujifilm potrà mettere un giorno a disposizione la forma ad asportazione Saphira Caleidoplate anche per altre macchine oltre che per la Heidelberg Quickmaster DI. Dipenderà probabilmente dalla situazione contrattuale e dai brevetti. Oltre al partner dello sviluppo Heidelberg, anche la Presstek potrebbe avere voce in capitolo, visto che vi sono punti di contatto tra i brevetti e la commercializzazione OEM delle PEARLdry. Intanto la Agfa esegue ricerche sul campo delle lastre CtP senza acqua da esporre con laser termico e ha già eseguito test di stampa in collaborazione con la KBA. Però non esistono ancora piani concreti per l’introduzione sul mercato, perché secondo la Agfa le attuali aspettative di vendita non consentono ancora un impegno produttivo economicamente giustificabile. “Quando sarà il momento”, fanno sapere i responsabili, la Agfa tirerà fuori dal cassetto un prodotto finito. L’utilizzabilità di altre tecnologie polimeriche indicate per il laser – del cambio di fase (“effetto Switch”) come sulla lastra :Thermolite-Plus o della fusione di particelle termo-fissabili come sulla :Azura-Plate – sembra inadatta, perché nella stampa offset senza acqua attualmente non si può fare a meno del silicone. Il laser termico produce su queste due lastre offset a umido la formazione di caratteristiche oleofile nelle parti di immagine, senza nessun processo di sviluppo. Non vanno dimenticate le lastre offset a umido. Come riferito in altra parte di questo numero, il loro utilizzo in scenari di stampa offset senza acqua è assolutamente ipotizzabile con l’utilizzo di inchiostri da stampa SFI della ditta Flint Ink. Però questi inchiostri da stampa non hanno ancora raggiunto la maturità.. Si potrebbe anche ipotizzare tranquillamente di utilizzarli nei gruppi inchiostratori Gravuflow della 74 Karat e Rapida 74 G e, se formulati per il coldset, anche nei gruppi inchiostratori Newsflow della Cortina. Però questa alternativa più economica presenta due svantaggi: in primo luogo lo Quickmaster DI 46-4. Tutti questi materiali CtP senza acqua hanno in comune il fatto che si possono utilizzare in condizioni di luce diurna e si possono scrivere in negativo. Ciò significa che il laser durante l’esposizione della lastra incontra le zone che più tardi saranno stampanti. In questo caso il laser a infrarossi distrugge lo strato siliconico superiore (asportazione), oppure fa sì che sia facilmente asportabile successivamente mediante un processo chimico. Le lastre ad asportazione sono della Creo, Fujifilm/Heidelberg e Presstek, quelle da sviluppare a umido della KPG e Toray. Lastra CtWP con sviluppo a umido della KPG: X54 Scorpion Nel 1994 la Kodak Polychrome Graphics (KPG) coniò il nome di processo “Computer-to-Waterless-Plate” (CtWP) per l’esposizione della prima lastra CtP senza acqua con sviluppo chimico. Già questa prima Thermal Waterless Plate faceva a meno della pellicola di protezione antigraffio sopra lo strato siliconico. Alla stampatore dipende invece che da pochi produttori di lastre da un unico produttore di inchiostri. E in secondo luogo la qualità di stampa delle lastre convenzionali non è confrontabile con la stampa estremamente nitida e con il favorevole comportamento nell’incremento dei valori tonali delle lastre al silicone. Tecnologie di forme da stampa alternative Un’assoluta “musica del futuro” è la lastra offset cancellabile e nuovamente esponibile. Attualmente non esistono materiali adatti che riescono a modificare in un modo o nell’altro le loro caratteristiche oleofile e oleofobe. La maggior parte degli esperti ritiene una simile lastra irrealizzabile, perché i processi di polimerizzazione sono irreversibili e altri materiali ancora meno idonei.. Se comunque ci si arrivasse, una lastra senza acqua sarebbe sicuramente ipotizzabile: per quanto riguarda il materiale, non vi sarebbe bisogno di gestire sulla lastra oltre all’alimentazione di inchiostro anche l’alimentazione del liquido di bagnatura, e poi non è detto che a quel punto in futuro esisterà ancora la stampa offset con bagnatura. La Agfa e la MAN Roland interpretano attualmente la cancellatura e la nuova esposizione non nel senso di un riutilizzo permanente del materiale della forma da stampa. :Litespeed della Agfa (la “versione a spruzzo” senza supporto di :Thermolite Plus) e la tecnologia DICO (“Digital Changeover – cambio digitale dell’ordine”) della MAN Roland intendono per “Cancellare” l’asportazione completa del materiale della forma da stampa, in modo da creare spazio per un nuovo ciclo di esposizione che inizia con l’applicazione del materiale liquido della forma da stampa direttamente sul “cilindro portalastra”.. Entrambi questi processi, che si distinguono soprattutto per la reazione all’esposizione – cambio di fase contro laserasportazione-trasferimento –, non fanno a meno del liquido di bagnatura nella stampa. Contrariamente a questi processi statici, i processi dinamici partono da un altro approccio. Perché qui si devono creare non forme da stampa fisicamente stabili, ma solo temporaneamente attive. Alla stampa offset senza acqua si avvicinano di più le macchine da stampa digitali della HP Indigo. “L’inchiostro da stampa”, un toner liquido chiamato “Elektro Ink”, si distribuisce sul tamburo fotoconduttore secondo un profilo di carica elettrostatico e da lì viene trasferito via tessuto gommato sul supporto da stampa. Elektro Ink possiede una consistenza viscosa e diventa stampabile solo con l’aggiunta di un olio. (Foto: Presstek) Graph Expo 2002 fu presentata la Scorpion, un’evoluzione. Per considerazioni di marketing, la KPG commercia le Thermal Waterless Plates X54 Scorpion e la X54 Scorpion Plus per il momento solo in Nordamerica. La fornitura per la KBA Cortina della reiff in Offenburg, che nel frattempo è stata smontata, faceva parte di un accordo di betatest e non si basava su un accordo commerciale. A causa della necessaria lavorazione a umido, la Scorpion viene confezionata esclusivamente come materiale CtP OffPress. Essa può essere lavorata con gli stessi processori e le stesse sostanze chimiche di una TAC o di una lastra negativa analogica (TAN) Toray. Grazie al comportamento nell’incremento dei valori tonali pressoché identico, è possibile un utilizzo misto della lastra Scorpion dorata e delle lastre Toray verdi nella macchina da stampa. Questa compatibilità è il risultato della struttura comparabile degli strati. Per indebolire l’adesione del silicone sullo strato polimerico termoattivo sottostante, la Scorpion richiede un irradiamento laser di 170 mJ/cm2 KBA Process 2 | 2005 27 Materiali | Lastre e forme da stampa Unità di esposizione e moduli adatti all’esposizione CtP delle lastre senza acqua (nessuna garanzia di correttezza, completezza e disponibilità! La panoramica comprende anche sistemi fuori commercio, però ancora utilizzati in concreto.) Sistema Struttura Agfa Tamburo esterno Acento E/S Tamburo interno Galileo TS/T Tamburo interno Galileo Talant Tamburo esterno Xcalibur 45/VLF50/60/70/80 Creo Tamburo esterno Lotem 400/800/800II Lotem 400/800/800II Quantum Tamburo esterno Magnus VLF Tamburo esterno Creo-Laserkopf Modulo On-press Trendsetter 800/800II/VLF Tamburo esterno Trends. 400/800/800II Quantum Tamburo esterno Trendsetter News Tamburo esterno Duoyuan DYCTP 600II Tamburo esterno DYCTP 800I Tamburo esterno Fuji Photo Film Tamburo esterno Luxel T-6000 CTP Tamburo esterno Luxel T-9000 CTP Tamburo esterno Luxel T-9800 CTP Tamburo esterno Ultima Heidelberg Tamburo esterno Suprasetter 74/105 Tamburo esterno Topsetter 74/P102 Kodak Polychrome Graphics Piano Newsetter TH 100/180 Krause Biagosch Tamburo interno LaserStar LS 110/140/170/200 Lithotech Tamburo esterno Andromeda A540/750/1300 Tamburo esterno Andromeda Z750 Lüscher Interno-brevetto XPose! 75/130/160/180/190 Interno-brevetto simultanXPose! 130 Presstek Tamburo esterno Dimension 200/400/800 Tamburo esterno Dimension 200/400 Excel Modulo On-press Pearl/ProFire Modulo On-press ProFire Excel Modulo On-press SureFire Sack Tamburo esterno CTP-0900 Tamburo esterno CTP-1300 Screen Media Technology (Dainippon Screen) Tamburo esterno PlateRite PT-R4100/4300 PlateRite PT-R8000/8100/8600 Tamburo esterno Tamburo esterno PlateRite PT-R8800 Tamburo esterno Ultima 16000/32000Z/32000 Specifici per la stampa di giornali nella gamma spettrale infrarossi da 800 a 850 nanometri (ideale: 830 nm). Fino a 200 lpi (80 L/cm) vengono riprodotti tutti i valori tonali, fino a 300 lpi (120 L/cm) ancora dal 2 al 98% con uno spot laser di 20-µm. Lastre CtP con sviluppo a umido della Toray: TAC-RG5/RL7 e TAC-W2 La Toray TAC-RG5 è già la quarta evoluzione della famiglia di lastre termiche CtP giapponese TAC con sviluppo chimico. Nel 1999 era stata introdotta sul mercato la TAC-JG5. La TAC-CG5 manifestava già una maggiore resistenza ai graffi e una migliore misurabilità ottica. Per il successore TAC-UG5 si tenne in maggior conto di un ambito di sviluppo più ampio. E un ulteriore mi28 KBA Process 2 | 2005 Laser termico Max. risoluzione (dpi) Max. formato lastra (mm) Diodi Nd:YAG Nd:YAG (ad asportazione) Diodi + GLV o corpo solido 3600 3600 2400 2400 1130 x 820 1130 x 820 1130 x 820 da 1160 x 820 a 2030 x 1475 Diodi Diodi SQUAREspot Diodi Diodi/SQUAREspot-D. (asp.) Diodi Diodi SQUAREspot Diodi SQUAREspot 3556 2540 2400 2540 o 3556 2400 2400 1200, ott. 2400 da 622 x 750 a 905 x 1130 da 622 x 750 a 905 x 1130 2108 x 1600 qualsiasi da 838 x 1118 a 1473 x 2032 da 838 x 762 a 838 x 1118 660 x 960 Corpo solido Corpo solido n.i. n.i. 4 pagine 8 pagine Diodi Diodi Diodi + GLV Diodi + GLV 4000 4000 2540 2540 830 x 645 1160 x 940 1160 x 940 2124 x 1270 Diodi IDS Diodi 2540 4000 da 750 x 680 a 1140 x 930 da 660 x 830 a 1160 x 940 Diodi 1270 650 x 960 Nd:YAG da 2540 a 3810 da 820 x 1050 a 1380 x 2000 Nd:YAG o diodi Nd:YAG 3810 1270 da 675 x 540 a 840 x 1050 657 x 750 Diodi Diodi 2400 5080 da 760 x 650 a 2050 x 1500 1130 x 950 Diodi ProFire-II (asportazione) Diodi ProFire-Image-plus (asp.) Diodi (ad asportazione) Diodi Image-plus (asportazione) Diodi (1064 nm, anche asp.) 2540 2540 2540 2540 2540 da 500 x 530 a 813 x 1118 da 500 x 530 a 680 x 780 fino a 2 pagine di larghezza fino a 2 pagine di larghezza fino a 2 pagine di larghezza Diodi Nd:YAG (ad asportazione) 4000 3810 900 x 745 1300 x 650 Diodi Diodi Diodi + GLV Diodi + GLV 4000 4000 2540 2540 830 x 645 1160 x 940 1160 x 940 da 1470 x 1165 a 2382 x 1276 glioramento della resistenza ai graffi e della resistenza durante la tiratura nonché una leggibilità ottica illimitata con apparecchio di misura delle lastre sono le caratteristiche della TAC-RG5. Le aziende grafiche possono ordinare la TAC-RG5 anche senza pellicola di protezione antigraffio; in quel caso la confezione reca la scritta TAC-RL7. Come la KPG Scorpion, anche la Toray TAC-RG5 si può esporre in tutte le unità di esposizione termica. Si può riprodurre completamente la scala dei valori tonali fino ad una finezza del retino di 200 lpi (80 L/cm), gli spot laser vengono riprodotti accuratamente fino ai 10 µm. A seconda delle condizioni della stampa (stampa a foglio o a bobina, tipo di carta) la resistenza durante la tiratura varia oggi dalle 100.000 alle 150.000 stampe. La KBA crede, tuttavia, che vi sia ancora del potenziale notevole per un aumento. Una decisa semplificazione dello sviluppo della lastra si avrà con l’introduzione sul mercato della TAC-W2, prevista per l’inizio del 2006. Rispetto alle precedenti lastre TAC, lo sviluppo a umido della TACW2 si riduce al lavaggio con spazzola con acqua ed essiccazione finale. L’irradiamento con laser termico deve situarsi tra 150 e 200 mJ/cm2 a circa 830 nm, e la risoluzione adesso può arrivare a 4500 dpi. In media la resistenza durante la tiratura sarà maggiore del 50%. Materiale CtP ad asportazione della Presstek: PEARLdry e ProFire Digital Media La Presstek è il pioniere dell’esposizione CtP On-press, per il quale l’azienda americana ha fatto tutelare il marchio DI (per “Direct Imaging”). Mentre inizialmente lavoravano ancora con erosione con elettrodi, le testine di esposizione chiamate ProFire e Pearl furono equipaggiate successivamente con laser termici da asportazione. ProFire è la testina di esposizione standard della 46 Karat. La massima risoluzione è di 2540 dpi con una dimensione minima dello spot laser di 21 µm, a scelta si può esporre anche con 1270 dpi e 28 µm. Il tipo di lastra PEARLdry/ PEARLdry plus ad asportazione è calibrato su questi parametri. E viene utilizzato con supporto di alluminio sulla 74 Karat, e con supporto di poliestere dalla bobina sulla 46 Karat. Nell’asportazione con laser termico, il silicone collegato con uno strato polimerico termoreattivo viene distrutto e lo strato polimerico inchiostrante scoperto. I resti vengono asportati meccanicamente. Come sulle lastre con sviluppo a umido della Toray e KPG, anche sulle lastre Presstek gli elementi stampanti si situano leggermente in profondità tra il silicone rimasto. Dal 2004 è disponibile un’evoluzione della testina di esposizione ProFire. La risoluzione di 2540 dpi è rimasta, ma la nuova ProFire Excel funziona con uno spot laser di 16-µm e riesce dunque a generare lineature del retino elevate (fino a 120 L/cm e 300 lpi) e retino FM. Essa viene commercializzata sia nella serie di unità di esposizione Presstek Dimension che nella versione OEM per macchine offset senza acqua DI, tra l’altro come nuova opzione per la 46 Karat, che si chiama 46 KaratPLUS. Assieme a ProFire Excel vanno utilizzate le nuove forme ad asportazione ProFire Digital Media. La loro resistenza durante la tiratura arriva come per le forme in poliestere fino alle 20.000 stampe. Misurazioni ottiche su lastre senza acqua C on l’introduzione del Computer-to-Plate (CtP) è anche venuto a mancare un comodo oggetto di misurazione: la pellicola per riproduzioni. Un semplice densitometro a trasmissione bastava per determinare in modo preciso su una scala di controllo dei livelli di retino esposta la riproduzione delle percentuali di retino. Ciò serviva da un lato per linearizzare la configurazione dell’unità di esposizione per film le lastre, il cui sensore della reprocamera riprende ogni campo della scala di controllo dei livelli di retino esposta. A differenza di ciò, un densitometro per riflessione per colori acquisisce la superficie della lastra integralmente e calcola dall’attenuazione della luce un tono neutro, che converte in una percentuale di retino. Più preciso, però, è il metodo di analisi planimetrica degli apparecchi di misura delle lastre: i contorni RIP, e dall’altro per controllare il rispetto delle curve caratteristiche di trasmissione o dell’incremento dei valori tonali. Se la lastra poi si muoveva entro l’ambito di esposizione auspicato, veniva controllata a livello visivo solo mediante un campo di controllo speciale sulla lastra, copiato anch’esso. Senza film adesso bisogna eseguire la misurazione sulla lastra, per regolare la configurazione dell’unità di esposizione per lastre RIP. Allo scopo oggi si utilizzano apparecchi di misura del- degli elementi di retino vengono rilevati nell’ingrandimento al microscopio e valutati come stampanti a partire da un determinato valore di soglia della luminosità. Così si ricava la percentuale effettiva di copertura del retino. Però non è possibile utilizzare apparecchi di misura delle lastre su qualsiasi lastra senza acqua. Accanto alle lastre senza acqua ad esposizione analogica, che però data la misurazione sul film non devono neanche essere adatte per misurazioni ottiche, tra le lastre CtP la KPG Scorpion non fornisce valori di misura utili. La soluzione d’emergenza praticata finora era quella di esporre le lastre termiche offset a umido, di misurarle e di applicare le curve caratteristiche “a caso” all’esposizione delle lastre senza acqua. La Toray è riuscita a migliorare la misurabilità già sulla TAC-CG5, e adesso a consentire sulla TAC-RG5/RL7 l’utilizzo completo degli apparecchi di misura delle lastre. Come soluzione al problema si è rivelato lo strato di primer, che provvede all’ade- sione dello strato polimerico sul supporto di alluminio. Il primer è stato fornito ora di caratteristiche che attenuano la riflessione, vale a dire che esso attenua decisamente la retroriflessione della superficie di alluminio. Assieme alla brillantezza metallica dell’alluminio soppressa, anche la brillantezza della superficie siliconica non influisce in nessun modo sul risultato della misurazione. Le lastre ad asportazione come la Presstek PEARLdry hanno manifestato fin da subito una buona misurabilità. Sia lo strato siliconico che il polimero scoperto non procurano problemi di brillantezza: da un lato lo strato termoattivo sotto il silicone impedisce qualsiasi riflessione, e dall’altro il polimero oleofilo diffonde la luce riflessa sull’alluminio; con il poliestere come sostanza portante al posto dell’alluminio poi il problema riflessione non si pone neppure. Indipendentemente dal fatto che si tratta di tecnologie CtP a scrittura negativa, per la modalità di misurazione sono determinanti i rapporti di contrasto tra il silicone non stampante e il polimero stampante nell’immagine di anteprima del sistema di misurazione: • Toray TAC – porzioni di immagine verde scuro, silicone verde chiaro, dunque un’immagine positiva – misurazione e analisi in modalità positiva; • Presstek PEARLdry – porzioni di immagine argento chiaro, silicone scuro, dunque un’immagine negativa – misurazione e analisi in modalità negativa. Il mancato rispetto di questa regola porta a risultati di misurazione sbagliati. Materiale CtP ad asportazione della Creo: Clarus WL variazione continua tra 1524 e 2400 dpi (Trendsetter) o 3556 dpi (Lotem) e funziona con uno spot laser riducibile a 14 µm. Contorni estremamente nitidi nonché la 2. generazione del retino FM Creo Staccato si riescono a creare con la tecnologia SQUAREspot, che espone con uno spot laser piccolo fino a 10 µm, procurando una risoluzione di 2400 o 2540 dpi. La versione per la stampa di giornali SQUAREspot viene fornita con soli 1200 dpi. Come la Presstek, anche la Creo mette a disposizione moduli per l’esposizione On-press. Le testine laser Creo nella 74 Karat scrivono con uno spot da 15-µm fino a 2540 dpi. L’impegno della Creo sul mercato del- le lastre è ancora relativamente recente. Alla drupa 2004 la Creo ha presentato la Clarus WL introducendola sul mercato all’inizio del 2005. Si tratta in questo caso di materiale CtP On-Press su supporto di poliestere, calibrato per le testine di esposizione con laser termico, che operano secondo il principio dell’asportazione. La crea problemi a questo proposito. La colpa è della sua estrema brillantezza nelle zone non stampanti. Questa brillantezza è il risultato dell’effetto di riflessione concomitante del supporto di alluminio, dello strato di primer, polimero e siliconico. (A parte ciò gli strati procurano assieme anche il caratteristico colore dorato della lastra.) Perfino un densitometro per colori, che dispone di un filtro polarizzatore, Immagini di anteprima e di analisi di campi a retino del 50-% sulle lastre di alluminio senza acqua KPG Scorpion, Toray RL7 e Presstek PEARLdry (da sin. a destra), riprese con l’apparecchio di misura delle lastre TECHKON DMS 910 e calcolate con il software DMS Pro La Creo è il produttore leader di unità di esposizione termica. Le due tecnologie di esposizione impiegate si distinguono per la definizione d’immagine ottenibile sugli elementi dell’immagine. La tecnologia standard prevede risoluzioni a KBA Process 2 | 2005 29 Materiali | Lastre e forme da stampa Sinistra: La 46 KaratPLUS – qui durante la drupa 2004 sullo stand Presstek – è equipaggiata con i nuovi moduli di esposizione Presstek ProFire Excel e utilizza le nuove forme ad asportazione ProFire Digital Media (foto: Stein) In basso: Una Toray TAC nel sistema di cambio semiautomatico delle lastre SPC sulla KBA Rapida 74 G sullo stand drupa della marks-3zet (foto: Kleeberg) Per la serie di unità di esposizione termica Agfa Xcalibur dalla drupa 2004 è disponibile la tecnica di valvole luce (GLV) (foto: Agfa) Creo Clarus WL nera è strutturata, però, un po’ diversamente rispetto alla Presstek PEARLdry. Secondo quanto afferma la Creo sulla Clarus WL l’asportazione lascia particolarmente pochi resti. La resistenza durante la tiratura arriva alle 30.000 stampe e sembra essere anche a questo proposito un’alternativa rispetto alle forme Presstek-PEARLdry, rimaste finora senza concorrenza. La Clarus WL viene fornita in rotoli, che prevedono a seconda del tipo di macchina dalle 28 alle 35 parti. L’impiego è possibile dunque solo su macchine che dispongono di un dispositivo automatico di svolgimento e riavvolgimento sul cilindro portalastra. Tra queste 30 KBA Process 2 | 2005 Unità di esposizione termica altamente automatizzata e di grande formato Creo Trendsetter VLF con 2400 dpi di risoluzione (foto: Kleeberg) troviamo la 46 Karat e altre macchine che si basano sulla Ryobi 3404 DI, nonché la Heidelberg Quickmaster DI 464 e la Adast Dominant DI/CDI con le sue versioni OEM americane. Pertanto l’utilizzo della Clarus WL si limita attualmente alle testine laser Presstek. Perché le testine laser Creo vengono utilizzate solo su macchine da stampa offset per formati più grandi, che richiedono inoltre lastre di alluminio, ad es. la 74 Karat e la Rapida 74 G. La Creo sta però già lavorando a questi progetti e sicuramente presenterà molto presto apposite lastre di alluminio la cui durata utile è decisamente maggiore. Alla drupa 2004 la Presstek ha presentato l’unità di esposizione termica Dimension 400 per la prima volta con tecnologia ProFire Excel (foto: Kleeberg) Unità di esposizione CtP adatte Per l’esposizione digitale delle lastre senza acqua vanno bene solo le unità di esposizione termica. Però l’utente non può scegliere a piacere, perché di norma i produttori certificano quali lastre si possono esporre con il rispettivo sistema e quali non si possono esporre. Perché tutte le lastre si distinguono principalmente per il fabbisogno di energia. Per le lastre senza acqua differisce in modo molto marcato l’intensità di irradiamento, perché le lastre ad asportazione richiedono più energia e le lastre chimiche meno. I laser sintonizzati su lastre “normali” pertanto non riescono a esporre le lastre ad asportazione. A ciò si aggiunge l’esigenza specifica delle lastre ad asportazione, che con un successivo processo di lavaggio si asportino i residui dalla lastra. Viceversa i laser potenti possono irradiare le lastre a sviluppo chimico tanto intensamente, che basta un lavaggio con acqua al posto dello sviluppatore chimico. È il caso ad es. delle lastre Toray-TACRG5/RL7 in unità di esposizione Presstek-Dimension. Per quanto riguarda l’unità di esposizione deve essere garantito che le lastre senza acqua, molto più delicate, non riportino graffi dall’handling e dal trasporto automatico delle lastre. Dieter Kleeberg Materiali | Inchiostri da stampa senza acqua Gli inchiostri per la stampa offset senza acqua nel frattempo sono disponibili per le stesse applicazioni della stampa offset a umido. Inoltre essi ampliano in Inchiostri da stampa senza acqua – Peculiarità e varietà genere le possibilità di applicazione della stampa offset offrendo agli stampatori nuove opportunità. Grazie alla stretta cooperazione con i produttori di inchiostri da stampa nell’ambito del perfezionamento dell’innovativa tecnica dei gruppi inchiostratori corti, la KBA da’un contributo significativo per lo sviluppo della tecnologia degli inchiostri senza acqua. Mercato degli inchiostri da stampa variegato A ccanto alle lastre e alla struttura dei gruppi inchiostratori compreso il condizionamento, gli inchiostri da stampa sono la terza componente elementare nel principio attivo della stampa offset senza acqua. Fortunatamente il numero di produttori di inchiostri senza acqua è decisamente superiore a quello dei produttori di lastre. Di conseguenza anche le caratteristiche delle singole serie di inchiostri sono diverse, per cui lo stampatore ha a disposizione un’interessante varietà di appli- L’utilizzo di cartucce di inchiostro rapide da cambiare sulla 74 Karat fa parte della strategia che consente un comando semplice della macchina (foto: KBA, Kleeberg) cazioni. A ciò si aggiunga il service proverbiale dei produttori di inchiostri, che li porta anche a formulare o modificare i loro prodotti in modo personalizzato per i clienti. E ciò vale anche per il campo della stampa offset senza acqua. La KBA è entusiasta della disponibilità di cooperare da parte dei produttori di inchiostri, in particolare nello sviluppo della macchina da stampa di giornali Cortina. Perché con il coldset senza acqua tutti hanno affrontato un terreno inesplorato. Tendenze: sostituto dell’olio siliconico … Formulare moderni inchiostri senza acqua già da tempo non è più un’attività banale. Per soddisfare le crescenti esigenze per quanto riguarda la stampabilità e la qualità di stampa, già da tempo i produttori di inchiostri non si limitano a prelevare inchiostri offset a umido della gamma a disposizione e ad aggiungervi olio siliconico. Oggi i chimici sviluppano nei laboratori prevalentemente ricette apposite per la stampa offset senza acqua. L’utilizzo dell’olio siliconico o dei suoi derivati – come mero additivo di un inchiostro offset a umido o come componente fondamentale di un inchiostro senza acqua esclusivo – è la strada più semplice per ottenere una sostanza separatrice, che non faccia più aderire l’inchiostro sulle parti siliconiche della lastra. Come descritto più avanti nel capitolo “Approcci per l’interazione ottimale tra inchiostri da stampa, lastre e altri materiali” con Quattro buoni motivi per l’impiego dell’olio siliconico: Epple aniva è una serie di inchiostri da stampa che si distingue per lo spazio cromatico più esteso rispetto alla scala cromatica europea. Nell’ambito della stampa senza acqua solo gli utenti della 46 Karat possono usufruire della pigmentazione aniva (fonte: Epple) 1. L’olio siliconico non aderisce quasi su niente. Troppo olio siliconico nell’inchiostro da stampa può dunque portare alla respinta dell’inchiostro perfino sulle parti di polimero della lastra inchiostranti. Complessivamente troppo olio siliconico può ridurre la stabilità di processo nel gruppo inchiostratore e provocare il contrario rispetto al successo auspicato. 2. L’olio siliconico non aderisce sulle superfici, però può penetrare in esse. Mentre questo effetto sulle parti di silicone non stampanti della lastra è desiderato (l’olio siliconico “satura” il silicone e crea uno strato limite dall’effetto separatore), sui rulli gommati e sul caucciù esso crea problemi. Perfino se nell’inchiostro non è stato introdotto “troppo” olio siliconico, nel corso del tempo si verifica comunque la cosiddetta “sporcizia da silicone” sulla gomma, come la chiamano gli stampatori in modo disinvolto. Perché ad ogni passaggio del foglio con inchiostro contenente olio siliconico nella gomma rimangono residui di olio siliconico anche dopo il lavaggio. Questi influiscono negativamente sulla separazione del film d’inchiostro, perché sulla superficie della gomma si forma uno strato di olio siliconico repellente per l’inchiostro. E doppiamente negativa la sporcizia da silicone diventa in caso di cambio degli inchiostri. 3. L’olio siliconico nasconde l’appiccicosità dell’inchiostro da stampa. Dietro l’appiccicosità si cela il rapporto tra tiro e tendenza alla spellatura o comportamento nell’impilatura. Dato che l’olio siliconico copre le molecole di inchiostro sulla superficie dello strato di inchiostro da stampa separato o trasferito, l’effettiva appiccicosità dell’inchiostro da stampa non si riesce a rilevare neanche con test appositi. Sorprese spiacevoli come spellatura, imbrattamenti o incollaggio potrebbero essere il risultato. 4. L’olio siliconico può influire negativamente sulla qualità della finitura. Ciò riguarda soprattutto inchiostri senza acqua ad essiccazione ossidante, ma eventualmente anche quelli a tempra UV. In questo caso l’olio siliconico impedisce l’adesione stabile dello strato di vernice, della pellicola di laminazione, di rivestimento o della carta speciale per impressioni sulla pellicola di inchiostro. KBA Process 2 | 2005 31 Materiali | Inchiostri da stampa senza acqua l’aiuto della teoria WFBL (“weakfluid boundary layer – strato limite di liquido [di tensione] debole”), gli inchiostri senza acqua richiedono una sostanza separatrice che si assuma il compito del liquido di bagnatura di una volta. L’olio siliconico, che conserva la sua viscosità anche in caso di variazioni di temperatura, non brucia e non tende all’incrostazione, funziona alquanto bene allo scopo. Ciononostante i produttori di inchiostri cercano intensamente sostanze sostitutive per l’olio siliconico. Per la sostituzione dell’olio siliconico vi sono motivi prettamente tecnici e non ambientali (si veda il riquadro a pag. 31). La scelta della sostanza separatrice oggi rientra tra il know-how decisivo ed è custodita, di norma, come una “ricetta segreta”. Pertanto lo stampatore non deve preoccuparsi del contenuto di silicone dell’inchiostro. Quello che conta per lui è solo seguire pedissequamente le norme di applicazione riportate sull’etichetta della confezione. Nella scelta dell’inchiostro senza acqua deve badare ai supporti da stampa e ai tipi di finitura per i quali l’inchiostro da stampa è utilizzabile e per quali non lo è. Le argomentazioni sugli aspetti negativi dell’olio siliconico portate avanti dagli scettici della stampa senza acqua, oggi non hanno dunque più nessun fondamento! … e alternative ancora più ecologiche Già per l’assenza del liquido di bagnatura, la stampa offset senza acqua è un processo di stampa ecologicamente vantaggioso. Ma non basta. Come già da molti anni nell’offset a umido, nel frattempo esistono almeno nella stampa a foglio anche formulazioni di inchiostri offset senza acqua che si basano su oli vegetali. Gli stampatori a foglio senza acqua hanno dunque anche la piacevole alternativa di poter utilizzare materie prime che ricrescono. Nella stampa di 32 KBA Process 2 | 2005 L’opzione della stampa su plastica per la 74 Karat e la Rapida 74 G si rifà alla serie di inchiostri Toracard TF della Zeller+Gmelin, che ha già dato buoni risultati sulla Genius 52 (foto: Kleeberg) Lo stampatore Karat Stephan Vanlent e i suoi collaboratori della ditta di Essen Vignold hanno sviluppato per la KBA un armadio di azoto mediante il quale di notte l’inchiostro da stampa nei calamai pieni della 74 Karat viene tenuto fresco (foto: Stein) acqua. Il contenuto è, tra l’altro, una collaborazione triennale esclusiva nell’ambito del progetto Cortina, in cui la Sun Chemical svilupperà e perfezionerà la serie di inchiostri Shark W. Questo inchiostro da stampa è l’alternativa lavabile con acqua rispetto a Shark C, un inchiostro coldset senza acqua lavabile con un detergente che contiene solvente. Inchiostri senza acqua per l’offset a foglio Anche sulla KBA Rapida 74 G i gruppi inchiostratori Gravuflow vengono alimentati con cartucce facili da maneggiare (foto: KBA) giornali senza acqua, invece, non si è ancora arrivati a quel punto. Un’ulteriore alternativa che aumenta ancora di più il rispetto dell’ambiente da parte della stampa offset senza acqua è l’impiego di inchiostri lavabili con acqua. Potendo utilizzare un detergente per rulli e caucciù basato su acqua piuttosto che uno contenente solventi, l’emissione di VOC (“volatile organic compounds – composti organici volatili”) sulla macchina da stampa si riduce a zero. Sul mercato degli inchiostri senza acqua la Sun Chemical è il pioniere di questa tecnologia. Alla drupa 2000 il più importante produttore di inchiostri da stampa al mondo mostrò con il nome Instant Dry il lavaggio con acqua su una Heidelberg Quickmaster DI. Nel frattempo gli inchiostri da stampa senza acqua della SunChemical lavabili con acqua sono conosciuti con il nome Irodry W2 e DriLith W2. Questi inchiostri presentano, inoltre, il vantaggio che le stampe non vanno spolverate ma sono comunque subito lavorabili. Poi la carta stampata con essi è facilmente disinchiostrabile, cosa che gli inchiostri lavabili con acqua spesso non sono. Alla Ifra Expo 2003 di Lipsia la KBA ha stipulato con la SunChemical un contratto di R+S nel campo degli inchiostri da stampa coldset lavabili con L’offerta di inchiostri da stampa per questo segmento di mercato è la più variegata e la più ampia. Gli inchiostri senza acqua per la stampa offset a foglio a partire dal mezzo formato (50 x 70 cm) sono quasi sempre essiccazione media e, in determinate formulazioni, a volte adatti per la stampa in bianca e volta oppure a essiccazione rapida. Come meccanismi di essiccazione vengono usati ossidazione più assorbimento e tempra UV. Si possono stampare superfici di carta con patinatura lucida e opaca nonché materiali non assorbenti come film di plastica e metallizzati. In questo segmento di mercato sono incluse tutte le macchine KBA Rapida condizionabili, dunque anche la Rapida 74 G, nonché la macchina Direct-Imaging 74 Karat. E come eccezione, per quanto ri- guarda il formato, bisogna aggiungere perfino la KBA Genius 52 o la Metronic Genius 52 UV, perché queste macchine dispongono, uniche nel formato piccolo, di un dispositivo di condizionamento potente e preciso. L’offset a foglio è il “campo esemplare” della stampa offset senza acqua. Qui si realizzano i prodotti stampati più ricercati con una qualità insuperabile. E qui l’offset senza acqua può “dimostrare tutte le sue qualità”, raggiungendo in combinazione con retini a modulazione di frequenza o scale HiFi-Color e di inchiostri speciali risultati di tutto rispetto. Elevata brillantezza, nitidezza estrema nei dettagli, superfici omogenee e una qualità senza variazioni sono gli atout. Alcune serie di inchiostri si distinguono, inoltre, per la rapida possibilità di finitura delle stampe, ad es. la K+E Novaless Power Dry: il suo tempo di assorbimento dell’inchiostro si è potuto ridurre a meno di 2 min e il tempo di formazione della pellicola a prova di taglierina a 20 min – che si- Alla Ifra Expo 2003 la KBA ha sottoscritto con la SunChemical un accordo di cooperazione di tre anni per lo sviluppo esclusivo della serie di inchiostri lavabile con acqua Shark W per la KBA Cortina. Da sin. a destra: Klaus Schmidt, direttore marketing KBA; Michael Griem, Corporate Vice President SunChemical; Claus Bolza-Schünemann, vice presidente del C.d.A. KBA; Wes William Lucas, Chairman, President e CEO SunChemical Corporation; Felipe Mellado, Corporate Vice President Marketing e Technology SunChemical Europe; Peter Benz, responsabile progetti KBA Cortina (foto: KBA) gnificano il 25% dei tempi soliti. Importante soprattutto nella stampa con inchiostri UV e nella stampa di materiali non assorbenti è il rispetto delle norme di applicazione. Poi si consiglia di eseguire test di stampabilità, se si utilizzano per la prima volta serie di in- chiostri e materiali critici assieme. Gli inchiostri senza acqua a tempra UV possono stampare su quasi tutti i film plastici. Inchiostri senza acqua per formati piccoli Alcuni produttori di inchiostri da stampa limitano nella propria gamma volutamente l’offset a foglio per il formato piccolo, incluse le macchine Direct-Imaging per il formato piccolo. Il motivo è che in questo ambito di formato – ad eccezione della KBA Genius 52, Metronic Genius 52 UV e della 46 Karat (o Ryobi 3404 DI e altre versioni OEM) – le macchine non presentano nessun dispositivo di condizionamento. Determinanti sono soprattutto questioni economiche (costi di investimento più bassi), perché grazie alle velocità inferiori queste macchine producono meno calore e spesso vengono utilizzate per prodotti stampati non molto ricercati. Per questo le serie di inchiostri specifiche operano in una finestra di temperatura più vasta rispetto alle classi di formato maggiori. Tutto sommato, però, la massima temperatura tollerabile è relativamente alta. Sulle macchine per formati maggiori questa regolazione degli inchiostri andrebbe a scapito delle prestazioni di stampa, e poi ne risentirebbe la qualità di trasferimento dell’inchiostro. In questo settore troviamo anche gli inchiostri senza acqua per la stampa a banda stretta. Qui prevale la stampa con inchiostri a tempra UV. A seconda del gruppo di prodotto stampato si applica una combinazione con altri processi di stampa. Tipica per la stampa a banda stretta con inchiostri UV senza acqua è la produzione di cartone per scatole pieghevoli così come di etichette adesive, che possono essere composte anche di pellicole invece che di carta, ad es. pellicole trasparenti per il “no label look”. I “formati” più piccoli da stampare sono CD, DVD e Optical Business Cards nonché schede plastificate con stampa di singoli lavori o di più lavori su un’unica forma. La Metronic AG si è fatta in questo campo una competenza estesa e consiSiegwerk Druckfarben, creatore della serie di inchiostri coldset senza acqua Aridas, produce ogni anno più di 20.000 tonnellate di inchiostri da stampa per giornali e inserti pubblicitari (foto: Siegwerk) KBA Process 2 | 2005 33 Materiali | Inchiostri da stampa senza acqua glia l’utilizzo di serie di inchiostri UV altamente specializzati della Sipca. Inchiostri senza acqua ad essiccazione a infrarossi Una particolarità nell’offset a foglio è l’utilizzo di inchiostri senza acqua, che asciugano meramente tramite ossidazione ad accelerazione IR, per materiali non assorbenti. La KBA ha certificato a questo scopo la serie di inchiostri Toracard TF della Zeller+ Gmelin. Questa può essere impiegata sulla 74 Karat, sulla Rapida 74 G e sulla Genius 52, per stamparci tipi di pellicola selezionati: polivinilcloruro (PVC), acril-nitrilebutadiene-stirolo (ABS), policarbonato (PC), polistirolo (PS) e poliestere (tereftalato di PE, PET). Contrariamente agli inchiostri UV, Toracard non è adatto per pellicole di poliolifini pretrattati come polietilene (PE) o polipropilene (PP). I vantaggi di un’essiccazione IR rispetto all’indurimento tramite radiazione UV sono l’impegno tecnico minore e l’aria di scarico priva di ozono. Inoltre l’inchiostro aderisce benissimo, cosicché le stampe si possono verniciare senza problemi inline con vernice a dispersione speciale oppure laminare offline. Un’applicazione degli inchiostri senza acqua, che asciu- gano mediante evaporazione di solventi, la si trova nella stampa a banda stretta. Piccoli forni IR e ad aria calda procurano un’essiccazione rapida non solo degli inchiostri offset senza acqua, ma anche degli inchiostri da processi di stampa combinati inline. Anche nell’offset a bobina heatset è possibile la stampa con inchiostri senza acqua. Ma nonostante la qualità già raggiunta, qui la filosofia senza acqua non si è ancora affermata, il numero di utenti è estremamente esiguo e in calo. Uno dei motivi è la durata utile delle lastre non ancora sufficiente, quando si tratta di numeri che arrivano al milione. Inoltre i primi pionieri dell’offset a bobina heatset senza acqua non avevano il necessario sostegno dell’indu- stria complementare. Si sentivano abbandonati con i loro problemi relativi a lastre costose, condizionamento insufficiente della macchina o inchiostri senza acqua non ottimali per la stampa a bobina. E poi per i loro prodotti di qualità superiore e realizzati con un maggior rispetto dell’ambiente riuscivano a spuntare a fatica sul mercato solo prezzi leggermente maggiori. Anche la KBA si concentrerà per il momento sul coldset senza acqua, che grazie all’elevata qualità di stampa della Cortina sarà in grado più di prima di conquistare almeno prodotti semicommerciali. Inchiostri senza acqua per l’offset a bobina per giornali La Cortina è l’unica La Huber Group sviluppa una parte considerevole della sua gamma di inchiostri da stampa nell’ambito della sua “Highly Improved Technology”.. Tra questi troviamo anche la serie coldset Rollo-Temp Dry, che ha ottenuto ottimi risultati nella stampa sulla KBA Cortina rotativa offset per giornali a stampare senza acqua. Con essa la KBA fornisce un contributo eccellente al miglioramento del bilancio ecologico della stampa di giornali: nessun consumo di liquido di bagnatura, pochi o nessun VOC a seconda dell’inchiostro da stampa o del detergente, scarti estremamente ridotti – la KBA pone con ciò un metro di misura per il futuro. In questo scenario l’inchiostro da stampa svolge un ruolo importante. Dato che finora non esistevano inchiostri coldset senza acqua, al progetto Cortina partecipano come partner di sviluppo – oltre ai fornitori di carta e lastre più rinomati – tutti i produttori di inchiostri coldset più importanti. Il calamaio della KBA Cortina è stato più volte rivisto, finché non ha avuto ragione degli inchiostri senza acqua a bassa viscosità (foto: KBA) Delle finestre di temperatura e del tiro P rincipio di essiccazione , solidità meccaniche e chimiche, caratteristiche ottiche come la riproduzione dei valori tonali/la nitidezza dei dettagli e la brillantezza nonché le impostazioni come a essiccazione media o rapida sono le indicazioni standard sulle confezioni degli inchiostri da stampa. Per gli inchiostri senza acqua i fornitori di inchiostri da stampa forniscono anche altre informazioni relative ai parametri di stampabilità: in ogni caso sul campo ottimale delle temperature ed eventualmente il tiro (tack). Finestre di temperatura e tiro sono interdipendenti da un punto di vista fisico-reologico: Quanto maggiore è impostato il tiro, tanto più elevata deve essere la temperatura durante la stampa. Un’indicazione forfetaria – tipo con x tack la temperatura è di y gradi – però è fuorviante, perché ogni serie di inchiostri da stampa possiede il proprio rapporto individuale tiro-temperatura. Criterio decisivo è il campo di temperatura, e per questo viene indicato sull’etichetta dell’inchiostro da stampa. Perché lo stampatore può controllare direttamente solo questa variabile di processo, impostando sull’impianto di condizionamento una temperatura di riferimento assieme alla rispettiva tolleranza. Con “tiro” si intende in particolare il cosiddetto tiro iniziale – dunque il valore “franco stabilimento” che l’inchiostro da stampa presenta all’inizio del processo di stampa. Questo valore ovviamente cambia durante la stampa assieme alla viscosità, perché l’inchiostro da stampa in seguito alla separazione del film d’inchiostro è esposta a forze che allo stato di riposo non si verificano. Dal tiro – una misura per la resistenza alla separazione di una pellicola di inchiostro 34 KBA Process 2 | 2005 – dipende quanto l’inchiostro aderisce sulla lastra e sul caucciù. Per la misurazione del tiro la ISO 12634 prescrive condizioni di base. Bisogna utilizzare un cosiddetto tackmeter a rotazione, composto da un rullo di azionamento di sistema condizionato, un rullo macinatore con un rullo misuratore sovrapposto. L’escursione del rullo misuratore ad un numero di giri predefinito o un determinato percorso di sviluppo per unità di tempo produce il valore del tiro. A seconda dei produttori degli apparecchi di misura (ad es. Prüfbau Inkomat, IGT Tacktester) questi valori cambiano, però sono reciprocamente correlati. Le unità di misura più usate sono Tacko e Inko. Anche se con il tiro aumenta la tendenza alla spellatura, i produttori di inchiostri consigliano almeno un valore del tiro medio (ad es. circa 12 Inko, misurati con l’Inkomat), perché l’immagine di stampa viene riprodotta con più dettagli e cala il rischio delle velature. A causa del rapporto tra temperatura e velature, dovuto al tack, che si può verificare con il superamento della temperatura massima, il campo di temperatura predefinito viene anche chiamato “critical tone temperature” (CTT) o “critical toning index” (CTI). Esso può essere di 2 ... 15 gradi, inizia a seconda del produttore e dell’applicazione a circa 18˚C e termina, nel caso di finestre particolarmente larghe, a 35˚C. Dunque anche le tolleranze nel condizionamento possono essere alquanto strette o anche relativamente ampie. Le tolleranze ampie sono richieste soprattutto sulle macchine da stampa per il formato piccolo, che non hanno dispositivo di condizionamento. Per condizioni di stampa standardizzate ed economiche su macchine come la KBA Cortina è auspicabile una finestra di temperatura piccola. In un workshop tenutosi l’8 giugno 2004 i sei produttori di inchiostri da stampa coinvolti, il produttore di carta UPM Kymmene e il costruttore di strumenti di misura e di macchine per prove dei materiali Prüfbau hanno analizzato lo stato dell’arte della tecnica raggiunto. Quasi tutti gli inchiostri da stampa senza acqua presentano nel frattempo un elevato livello di sviluppo con pregi individuali. Lo stato maturo dell’evoluzione di alcuni inchiostri consente di utilizzare la Cortina tranquillamente nella produzione quotidiana di giornali, ad es. quella che è partita a febbraio 2005 in Olanda. Come per gli inchiostri offset a umido per la stampa di giornali, anche nel coldset senza acqua l’obiettivo principale è quello di raggiungere un’ottima capacità di assorbimento dell’inchiostro per una finitura senza problemi nella piegatrice alla massima velocità. Oltre a ciò l’obiettivo è anche quello di far valere i vantaggi qualitativi della stampa offset senza acqua su carta per giornali tipica e patinata: maggior brillantezza grazie alla maggiore lucidità, superfici omogenee e una maggior estensione dello spazio cromatico nonché maggiore nitidezza dei dettagli grazie a retini più fini. Così il coldset senza acqua è in grado di stampare anche inserti a colori con alta qualità.. Un gradevole effetto secondario degli inchiostri un po’ più viscosi è poi il fatto che, combinati con il gruppo inchiostratore Newsflow, non si verifica più la nebulizzazione dell’inchiostro così fastidiosa sulle macchine ad alto rendimento. Dieter Kleeberg *) In particolare per le macchine con tecnica Direct-Imaging e/o con gruppi inchiostratori corti la KBA certifica l’omologazione degli inchiostri da stampa in concomitanza con le lastre, e più specificatamente per la 46 Karat e, unitamente, per la 74 Karat, Rapida 74 G e Genius 52. La Metronic Genius 52 UV viene fornita con gli inchiostri UV Sicpa consigliati. Gli inchiostri coldset riportati qui sono stati sviluppati e testati prevalentemente per la stampabilità all’interno del progetto Cortina, ma manifestano ancora condizioni di sviluppo differenti. La KBA si riserva integrazioni o revoche delle omologazioni in qualsiasi momento. Aggiornato al: dicembre 2004 Panoramica sugli inchiostri da stampa per la stampa offset senza acqua (nessuna garanzia di correttezza, completezza e disponibilità! La vendita è limitata in parte a mercati regionali.) Serie di inchiostri Formazione di pelli... Ambiti di applicazione Certificazioni KBA* ANI Group (ANI, Lindgens, Trenal) e BASF Drucksysteme (K+E Druckfarben) ANI Lito Flora Dry Ossidativa/assorbente Offset a foglio ANI-Dry Futura Assorbente Coldset Trenal Morgana Assorbente Coldset; Sviluppo terminato K+E Novaless S 74 Ossidativa/assorbente Offset a foglio Direct-Imaging con 74 Karat K+E Novaless S 220 Universal Ossidativa/assorbente Offset a foglio K+E Novaless S 240 Power Dry Ossidativa/assorbente Offset a foglio, formato piccolo, Direct.-Imaging K+E Newsking Sahara Assorbente Coldset K+E Webking WL (su richiesta) IR/evaporazione ad aria.... Heatset Progetto Cortina ex progetto Cortina 74 Karat, Ra74G, Genius 52 46 Karat Progetto Cortina Braden Sutphin DI Waterless Ossidativa/assorbente Offset a foglio Direct-Imaging, formato piccolo Brancher Hadron Indurimento tramite....UV Imball., etichette, schede plasttificate/film plas. Classic Colours Sahara Eco-Dry Nevada HG Nevada Oxi Mk2 Nessuna indicazione Ossidativa/assorbente Ossidativa/assorbente Ossidativa IR/evaporazione ad aria.... Offset a foglio Direct-Imaging Offset a foglio, Offset a foglio Direct-Imaging 74 Karat, Ra74G, Genius 52 Schede plastificate/film plastificate+toner/vernice Heatset per banda stretta, Inchiostri speciali.... Dainichiseika (Daicolor) solo indicazioni giapponesi — — Encres Dubuit CD Plus OW Metro OW Label, Altri su richiesta Indurimento tramite....UV Indurimento tramite....UV Indurimento tramite....UV Stampa di CD, DVD ecc. Stampa di CD, DVD ecc. Stampa a banda stretta di etichette Epple Druckfarben und Sicolor Euro 7415x/Sicolor Euro 5832x DI-Waterless/Sicolor DI-W5839x Euro Karat/Sicolor 58140x aniva Euro/Standard 780xx Euro 54129 NN (asu richiesta) Ossidativa/assorbente Ossidativa/assorbente Ossidativa/assorbente Ossidativa/assorbente Indurimento tramite....UV IR/evaporazione ad aria.... Offset a foglio Offset a foglio Direct-Imaging Offset a foglio Direct-Imaging con 74 Karat Offset a foglio Direct-Imaging, spec. per KBA Imball., etichette, schede plasttificate/film plas. Heatset 74 Karat, Ra74G, Genius 52 46 Karat “Power Mix” Flint Ink (Flint Ink, Flint-Schmidt) ArrowStar KG Ossidativa/assorbente Offset a foglio Direct-Imaging con 74 Karat 74K., Ra74G, Genius.52 (USA) Board Perfect EU 8416 Ossidativa/assorbente Offset a foglio, Offset a foglio Direct-Imaging EuroStar NN waterless Assorbente Coldset Progetto Cortina SFI Ossid./assorb., evaporazione Progettto di sviluppo Lastre convenzionali Huber Group (Michael Huber, Hostmann-Steinberg) Reflecta Dry 5070 HIT Ossidativa/assorbente Offset a foglio WL-UV-Temp Euro/inchiostri spec. Indurimento tramite....UV Offset a foglio, Schede plastificate.... CD/DVD Rollo-Temp Dry Assorbente Coldset Progetto Cortina Inctec solo indicazioni giapponesi — — Jänecke+Schneemann Druckfarben Ancor WLP 81 B 75-78 Ossidativa/assorbente Offset a foglio, Offset a foglio Direct-Imaging Supra UV 565 Indurimento tramite....UV Schede, CD RUCO Druckfarben 050 UV Indurimento tramite....UV CD/DVD, PE e PP nel settore etichette 055 UV Indurimento tramite....UV Film e schede in PE e PP con verniciatura Sericol Seridisc OF Indurimento tramite....UV Stampi di CD, DVD ecc. Sicpa Group Euro 970 Ossidativa/assorbente Offset a foglio, Offset a foglio Direct-Imaging 46 Karat Sicura 41 WL Indurimento tramite....UV Stampa a banda stretta di etichette Sicura Disc 41 WL Indurimento tramite....UV CD/DVD Macchine Metronic WL-UV Sicura Card 110N WA Indurimento tramite....UV Schede plastificate con verniciatura, pellicole Macchine Metronic WL-UV Altre serie su richiesta Ossid./assorb. e UV Numerose applicazioni speciali Siegwerk Druckfarben Aridas ossidativa/assorbente Coldset Progetto Cortina SunChemical (SunChemical, Coates Lorilleux, Hartmann Druckfarben, Kohl & Madden, US Inks, Usher-Walker) Irodry 7001 Ossidativa/assorbente Offset a foglio, formato piccolo, Direct.-Imaging 46 Karat Irodry 7005 + Pantone 27xxx Ossidativa/assorbente Offset a foglio per il formato medio e grande Irodry 7074 Ossidativa/assorbente Offset a foglio Direct-Imaging con 74 Karat 74/46 Karat, Ra74G, Genius 52 Irodry W2 7300, DriLith W2 Ossidativa/assorbente Offset a foglio con inchiostri lavabili con acqua Shark C Ossidativa/assorbente Coldset Progetto Cortina Shark W Ossidativa/assorbente Coldset con inchiostri lavabili con acqua Progetto Cortina K&M Sharp & Dry Ossidativa/assorbente Offset a foglio, Offset a foglio Direct-Imaging K&MCure UV Waterless Indurimento tramite....UV Applicazioni UV a 4 e 6 colori Superior Printing Ink Super Tech Aqua-Not B Ossidativa/assorbente Offset a foglio-serie per alte prestazioni Super Tech Aqua-Not GL Ossidativa/assorbente Offset a foglio universale Super Tech Aqua-Not LT, HT Ossidativa/assorbente Offset a foglio senza condizionamento Super Tech Aqua-Not 2000 Ossidativa/assorbente Offset a foglio Direct-Imaging, formato piccolo Toyo Ink (TI Japan, TI America) Aqualess Ultra L/M Ossidativa/assorbente Offset a foglio Aqualess Karat Ossidativa/assorbente Offset a foglio Direct-Imaging con 74 Karat 74 Karat, Ra.74G, Genius 52 Aqualess Ecoo Ossidativa/assorbente Offset a foglio Direct-Imaging 46 Karat Aqualess UV Indurimento tramite....UV Schede plastificate/film plastici CD/DVD Van Son Royal Dutch Printing Ink Factory SonaDry VS8000 + Pantone Ossidativa/assorbente Offset a foglio, Offset a foglio Direct-Imaging Quickson SonaDry + Pantone Ossidativa/assorbente Offset a foglio, Offset a foglio Direct-Imaging SonaDry UV + Pantone Indurimento tramite....UV Schede plastificate/film plastici CD/DVD Zeller+Gmelin Toralux T1 Ossidativa/assorbente Offset a foglio Direct-Imaging 46 Karat Toracard TF Ossidaz. ad accel. IR Schede plastificate (verniciabile), alcune pellicole 74 Karat, Ra.74G, Genius 52 Toracur W2 Indurimento tramite....UV Stampa a banda stretta di etichette, film plastici KBA Process 2 | 2005 35 Materiali | Stampa UV senza acqua Già nell’offset a umido la stampa con inchiostri a tempra UV comporta vantaggi come l’allargamento della gamma di supporti da stampa e la possibilità Stampa UV senza acqua – Una combinazione vantaggiosa di finitura immediata delle stampe. Proprio questi vantaggi si riescono a unire anche ai pregi della stampa offset senza acqua. Il processo di stampa UV in generale I nchiostri e vernici da stampa UV consistono di componenti liquidi che, sotto l’effetto di una fonte di radiazioni ultraviolette ricca di energia, formano una pellicola solida e asciutta. L’indurimento è per così dire istantaneo, la durata di questo processo dipende, però, dalla velocità della macchina e dal numero di lampade UV, compresi la loro intensità e il tipo di materiale stampato. Quasi tutti gli inchiostri UV si basano su prodotti, cui sono stati aggiunti sostanza epossidica polifunzionale, poliestere o vinile poliuretanico così come coloranti, additivi e fotocatalizzatori che avviano la polimerizzazione, e dunque la formazione di una pellicola solida. Gli inchiostri a tempra UV si possono definire chiaramente come senza solventi, però bisogna continuare a usare solventi per il lavaggio e la pulizia della macchina da stampa. L’impiego dell’essiccazione UV è importante in tutti quei settori dell’industria della stampa e degli imballaggi, in cui un’essiccazione rapida e un’alta brillantezza devono Stampa offset UV senza acqua di alta qualità di schede plastificate con più lavori su una sola forma sulla Metronic Genius 52 UV (foto: KBA) Sempre più CD e DVD vengono stampati con offset UV WL sulla Metronic CD-Print (foto: Metronic) consentire un’immediata finitura. Le applicazioni vanno dall’industria dei mobili ai rivestimenti e alle parti di autovetture fino alla carta di credito presente nel nostro portafoglio. E anche i CD e DVD musicali e di software oggi vengono stampati con inchiostri UV. Una parte rilevante di questi passa attraverso impianti offset UV a stampa senza acqua. Nell’ambito delle schede plastificate e dei CD/DVD, l’affiliata KBA Metronic AG svolge un ruolo di primo piano. Ma anche molte delle macchine da stampa convenzionali adeguate per il mercato e al fabbisogno. Con la stampa UV gli utenti conquistano mercati nuovi e orientati sul futuro. Dato che le macchine da stampa della maggior parte dei costruttori – anche della KBA – si può convertire per la stampa UV, gli investimenti necessari risultano abbordabili. Tempo come punto a favore: sotto l’irradiamento UV l’inchiostro indurisce subito. Ciò evita lunghi tempi di essiccazione. La finitura o il rovesciamento delle stampe appena eseguite è dunque possibile immediatamente! si possono convertire all’impiego di inchiostri e vernici UV. Ciò vale anche per impianti di verniciatura separati. Il processo viene applicato, tra l’altro, nella stampa su cartone, inclusi gli imballaggi dell’industria farmaceutica e alimentare, su materiale plastico e latta nonché per la codificazione. Perché UV? In futuro la concorrenzialità e le opportunità di mercato di un’azienda grafica dipenderanno moltissimo dal fatto che le prestazioni e le offerte siano Strisce di controllo della densità e della presa d’inchiostro H-1/04, sviluppata dalla Druck & Beratung D. Braun per la stampa offset UV senza acqua 36 KBA Process 2 | 2005 Qualità come punto a favore: la rapida essiccazione rende superflua la spolveratura, cosicché la brillantezza propria dell’inchiostro non subisce interferenze. Essendo le stampe subito asciutte, il risultato finale si può valutare immediatamente, senza falsificazioni dovute al processo di essiccazione o di assorbimento degli inchiostri. Ecologia come punto a favore: grazie al processo di indurimento con radiazioni UV al posto di utilizzare inchiostri basati su solventi, durante la stampa non vengono prodotti VOC. Contrariamente a quanto si crede di norma, non si verifica nessun danno fisico. L’ambiente viene decisamente tutelato, inoltre i costi di smaltimento si riducono quasi a zero. Finitura come punto a favore: le vernici ad alta brillantezza o trasparenti utilizzate nel processo UV in modo parziale o a piena copertura sono adatte alla finitura sul posto dei prodotti di stampa di tutti i tipi. Ingresso nella stampa UV senza acqua Chi vuole investire nell’offset UV senza acqua (WL), non dovrebbe farlo senza adeguata consulenza e istruzioni. Perché questo processo impegnativo richiede già nella fase di progettazione un chiarimento concreto sulle esigenze tecniche a proposito della gamma di prodotti di stampa. E anche le peculiarità del processo di stampa e dei gruppi funzionali specifici per l’UV devono diventare pane quotidiano degli stampatori. Infatti le esperienze nella regolazione del trasporto del materiale nella macchina da stampa non si riescono a trasferire immediatamente dal settore della carta e del cartone a quel- Macchine della KBA e della Metronic per la stampa offset senza acqua con inchiostri UV Modello Tipo di gruppo Applicazioni UV WL Note KBA Rapida KBA Rapida 74 G Metronic Genius 52 UV Metronic CD-Print Metronic Premius Metronic oc200 Convenzionale Inchio. corto Gravuflow Inchio. corto Metronic Inchio. corto Metronic Inchio. corto Metronic Inchio. corto Metronic Scatole pieghevoli, mat. composti, film... Scatole pieghevoli, mat. composti, film... Film plastici/schede plastificate, mat....... CD, DVD, Optical Business Cards CD, DVD, Optical Business Cards Schede plastificate In linea di massima si possono aggiornare... Attualmente sono in corso test su inchio...... Versione UV della KBA Genius 52 Utilizzabili solo inchiostri UV WL Utilizzabili solo inchiostri UV WL Utilizzabili solo inchiostri UV WL Panoramica sulle macchine da stampa a banda stretta in cui si impiega la stampa offset senza acqua (WLO) per la stampa di etichette e di imballaggi (nessuna garanzia di correttezza, completezza, disponibilità!) Modello Processo di stampa base Processi di stampa combinabili Forno* Codimag Viva 340 Waterless Codimag Viva 340 Letterpress Drent Goebel VSOP ETI Metronome Etipol Combi 2000 Edelmann Color-Print V52/V72 Megamarc-Malbate MecaOffset Nilpeter M 3300 RDP Marathon Web Litho Sanjo Carton Box Sanjo PO3 270/350 WLO Stampa tipografica WLO, offset a umido (sleeves) Stampa flessografica, serigrafia WLO, offset a umido, serigrafia WLO, stampa offset a umido WLO WLO, offset a umido, flessografica WLO, stampa offset a umido Stampa tipografica Stampa tipografica, offset a umido Stampa tipografica, flessografica, serigrafia WLO, stampa flessografica, serigrafia Stampa tipo., flesso., seri., roto., digitale WLO, stampa offset a umido, tipo., digitale Stampa tipografica, flessografica, serigrafia Stampa tipo., flesso., serigrafia, digitale Stampa flessografica Serigrafia, stampa roto., flesso. convenz. Stampa tipo., flesso., seri., roto., digitale WLO, stampa flessografica, serigrafia WLO, stampa flessografica, serigrafia UV, supporto IR UV, supporto IR UV, opzione aria calda UV, IR/aria calda, opz. EB UV UV, opz. IR, aria calda, EB UV UV, opz. IR, aria calda, EB Opz. IR, aria calda, UV, EB UV UV *) Radiatori UV fanno parte dell’equipaggiamento standard, a parte in un caso; in questo caso il WLO con inchiostri a tempra UV è la norma. Fonte: Etichette (www.flexo.de) Un’alternativa interessante l’offset UV WL la offre anche nel settore della banda stretta. La foto mostra una Viva 340 Waterless (foto: Codimag) Sinistra: Una posizione dominante sul mercato nella stampa UV WL su schede con successiva verniciatura UV la detiene la Metronic oc200 (foto: Metronic) lo delle pellicole e di altri supporti sintetici. Per non avere costi aggiuntivi causati da una perdita di produzione, è molto utile che lo stampatore sia accompagnato da un istruttore durante la fase di apprendimento. Per quanto riguarda i radiatori UV è importante soprattutto la regolazione della potenza ottimale relativa alle esigenze dei diversi materiali – degli in- KBA Process 2 | 2005 37 Materiali | Stampa UV senza acqua Lo specialista della stampa UV WL L ’autore, Detlef Braun, è con i suoi oltre 20 anni di routine e know-how nel campo della stampa offset senza acqua con inchiostri a tempra UV un consulente molto ricercato per la realizzazione e l’ottimizzazione concreta di questo processo. Egli si è specializzato nella stampa tipografica e offset e ha lavorato dal 1983 al 1995 presso la Marks-3zet – un partner commerciale e tecnologico fondamentale nel campo dell’offset senza acqua – come responsabile tecnico dell’introduzione massiccia nella stampa offset senza acqua della lastra Toray. Dal maggio 1995 è comproprietario di un’azienda grafica di Düsseldorf, la quale è stata una delle prime al mondo a operare nell’esposizione digitale con stampa offset UV WL. All’epoca la macchina a 5 colori vernice disponeva di un prolungamento dell’uscita appositamente fabbricato dalla Eltosch e stampava con le prime lastre CtP Toray disponibili sul mercato schede plastificate, adesivi, mousepad, lucidi per proiezioni, campioni, ma anche carta e cartone. Dal lu- glio 2001 Braun è, inoltre, proprietario unico della ditta Druck & Beratung di Mülheim/Ruhr. La sua azienda esegue in tutto il mondo corsi di addestramento per tutti i costruttori di macchine da stampa più rinomati, soprattutto nella stampa offset UV senza acqua (www.wluv.de). “Sicuramente bisogna prima apprendere la stampa UV”, constata Braun, “ma in ogni caso non è così difficile come a volte si sostiene. Questo argomento non andrebbe affrontato, però, senza un addestramento competente, credendo di dover reinventare la ruota. Per pagare soldi, i materiali utilizzati sono semplicemente troppo cari.” Braun trasmette ai suoi clienti l’offset UV WLUV come alternativa o integrazione alla gamma esistente. Con la stampa su pellicola si riuscirebbe a conquistare, secondo lui, un nuovo mercato lucrativo, esente dalle discussioni quotidiane sui prezzi. La sua azienda aiuta gli stampatori sul posto nell’apprendimento, finché il processo non è completamente chiaro e l’azienda grafica può presentarsi ai suoi clienti come problem solver affidabile. Inoltre Detlef Braun è presidente della European Waterless Printing Association (www.ewpa.org). La EWPA si propone di promuovere la stampa offset senza acqua, e partecipa pertanto anche al suo sviluppo. I membri della EWPA sono utenti e produttori di macchine da stampa, inchiostri, caucciù e lastre. Dato che la stampa offset senza acqua va intesa come sistema a emissioni ridotte e che le caratteristiche ambientali di una macchina da stampa assumono un’importanza sempre maggiore, i membri della EWPA sono in costante aumento. Braun: “Non importa se con o senza UV – nella stampa offset senza acqua controllate sempre solo quello che il cliente vuole vedere: il colore e la brillantezza!” (foto: Print & Produktion 5/04) Specialist for WL-UV-Print chiostri da stampa e delle vernici, nonché dei supporti da stampa, la cui caricabilità termica può variare molto. E poi serve anche una manutenzione appropriata, dunque la pulizia dei riflettori così come intervalli di sostituzione dei radiatori consumati. Come nell’offset a umido UV, anche l’offset UV WL richiede la scelta degli inchiostri da stampa e delle vernici ottimali in funzione dei supporti da stampare. In caso di dubbio, se non sono ancora stati utilizzati simili supporti da stampa, bisogna eseguire dei test di stampabilità e finitura. Perfino la sequenza degli inchiostri è decisiva per la qualità della stampa. Di norma l’idoneità dell’inchiostro da stampa si evince dall’etichetta sulla 38 KBA Process 2 | 2005 confezione, e anche i fornitori di inchiostri offrono una consulenza precisa. Importante a questo proposito è la creazione di caratteristiche di stampa per supporti da stampa differenti. Elemento specifico di controllo della stampa Dato che gli inchiostri senza acqua – anche nell’offset UV WL – presentano valori del tiro un po’ più alti, la Druck & Beratung ha sviluppato un elemento di controllo specifico: la striscia di controllo della qualità H-1/04. I singoli campi, che servono ovviamente anche all’analisi con un densitometro o uno spettrofotometro, riescono con la loro geometria triangolare a superare più facilmente le forze di separazione (“quick release”) nella separazione del film d’inchiostro tra caucciù e supporto da stampa, rappresentando in modo realistico il comportamento nella presa d’inchiostro da parte del supporto da stampa. Se si utilizzassero i campi delle strisce di controllo quadrati consueti, la loro tendenza all’arrotolamento porterebbe soprattutto con pellicole sottili a effetti indesiderati sui bordi dei quadrati. Invece il triangolo minimizza le sollecitazioni del supporto da stampa nell’angolo di separazione di quasi il 99%. Alla drupa 2004 questo elemento di controllo si è utilizzato con successo nel “Waterless Competence Center” presso lo stand della marks-3zet, per la precisione sulla macchina UV WL Metronic Genius 52 UV e sulla nuova KBA Rapida 74 G con gruppo inchiostratore Gravuflow. Sulla Rapida 74 G durante la drupa si è stampato, per la verità, con inchiostri ad essiccazione ossidante, però sono già in corso prove di stampa con inchiostri offset UV WL. Tra l’altro la Rapida 74 G è stata premiata sia dalla Berufsgenossenschaft Druck & Papier (associazione di categoria stampa & carta) sia dalla EWPA, di cui l’autore è presidente, con il logo ER-WLO (“Emission Reduced Waterless Detlef Braun Offset”). Qualità | Incremento Rispetto alla stampa offset a umido la stampa offset senza acqua presenta vantaggi generali per quanto riguarda la qualità di stampa realizzabile. Lo hanno Vantaggi qualitativi della stampa offset senza acqua già dimostrato chiaramente le macchine da stampa con gruppi inchiostratori lunghi. E lo confermano anche le macchine con gruppi inchiostratori corti senza viti del calamaio, il cui punto di forza è una qualità costante. Questa ripresa REM della superficie di una lastra senza acqua Presstek PEARLdry esposta mostra come lo strato siliconico delimita nettamente i punti di retino consentendo pertanto un incremento dei valori tonali solo esiguo (fonte: Zeller+Gmelin/Presstek) Particolarmente grande è il salto di qualità nella stampa di giornali con la KBA Cortina. Ma anche la KBA Genius 52 soddisfa, grazie al suo potenziale tecnico, esigenze più elevate negli ambiti dei piccoli formati. L’incremento dei valori tonali di una lastra senza acqua è inferiore rispetto ad una lastra offset a umido. La curva caratteristica è stata registrata con un apparecchio di misura delle lastre TECHKON DMS 910 su una Toray TAC-RGL7 e calcolato con il software DMS Pro La qualità offre opportunità G li stampatori commerciali o di imballaggi che decidessero di investire nella stampa offset senza acqua, non lo faranno solo per motivi di economicità ed ecologia, ma anche per la qualità. Prenderanno questa decisione come opportunità. Perché chi si fa un nome come stampatore di qualità orientato sull’ambiente, ne trarrà un vantaggio in molti sensi. Con una qualità di stampa maggiore riusciranno intanto a distinguersi dai concorrenti. Inoltre, se si saranno fatti un nome come stampatori di qualità o stampatori offset senza acqua, per loro sarà più facile ricevere commesse veramente lucrative. E in questo modo riuscirà loro più facile legare a sé quei clienti che conferiscono ordini impegnativi da un punto di vista ottico e tecnico e che puntano sulla qualità. E se i fornitori di servizi di stampa realizzano anche un prezzo migliore, tanto meglio. Grazie alla loro gestione della stampa offset senza acqua e alla realiz- zazione positiva di progetti di stampa dalla qualità straordinaria, il loro know-how tecnico non potrà che aumentare mettendoli in grado – soprattutto con l’innovativa tecnica con gruppo inchiostratore corto – di rispondere meglio alle richieste future. La stampa offset senza acqua è un’alternativa da prendere in considerazione perfino per esigenze di qualità medie. Infatti questo processo di stampa è famoso per gestire senza problemi tipi di carta non patinati, che nell’offset a umido creerebbero difficoltà. Inoltre la mac- china da stampa di giornali Cortina è un esempio di come si possa stampare con qualità sorprendentemente elevata su carta per giornali. La qualità apre mercati di nicchia e segmenti di mercato Numerosi stampatori che hanno optato per una 74 Karat, non impiegano la loro macchina solo per la tiratura di stampa, ma fanno segnare in parte fatturati di tutto rispetto con bozze definitive o copie preliminari rappresentative di tirature, che vengono poi stampate su altre macchine a causa del numero di copie per tiratura o del processo di stampa, ad es. offset a foglio UV o heatset. Oltre alla sua economicità nell’ambito delle tirature piccole e medie, grazie alla sua precisione nella riproduzione e alla sua capacità di poter simulare con elevata concordanza altri processi di stampa sulla base di condizioni di stampa calibrate, la 74 Karat è come predestinata anche come sistema industriale per bozze o tiraprove. Grazie al potenziale di qualità della KBA Genius 52, i suoi utenti riescono a conferire un nuovo volto alla stampa offset per il formato piccolo. Perché su questa innovativa macchina compatta si riescono a produrre prodotti a quattro o cinque colori di qualità straordinaria. E Retini a modulazione di frequenza consentono grazie alla minore quantità di inchiostro la stampa semicommerciale su macchine coldset. Il coldset senza acqua continuerà a migliorare la qualità di simili prodotti e consentirà di utilizzare un numero maggiore di carte diverse (fonte: REWE) KBA Process 2 | 2005 39 Qualità | Incremento ciò rende la Genius 52 per stampatori tradizionali nel formato piccolo una soluzione attraente, con cui possono acquisire anche prodotti stampati di qualità adatti al formato togliendoli alla concorrenza del mezzo formato e del formato medio. E viceversa si può estendere la gamma di prodotti di un’azienda grafica del formato medio o grande che punta sulla qualità fino al mercato del formato piccolo non ancora servito. Riprese comparative al microscopio di un’immagine in quadricromia retinata nella stampa di giornali: sopra 40 L/cm (100 lpi) non definiti di una rotativa coldset convenzionale, sotto 60 L/cm (150 lpi) nitidi della KBA Cortina Eccellente riproduzione dei dettagli La qualità favorisce le tendenze nella stampa di giornali Oltre agli aspetti di natura economica, per la stampa di giornali senza acqua si possono addurre anche argomenti qualitativi convincenti. Due tendenze caratterizzano l’attuale produzione di giornali: collocazione possibilmente elevata dei colori e flessibilità di inchiostrazione quasi illimitata. Con la KBA Cortina si favoriscono entrambe queste tendenze. La qualità della stampa a colori raggiunge dimensioni finora ritenute irrealizzabili nella stampa di giornali. Dato che la stampa offset coldset è un processo con inchiostri da stampa ad essiccazione tramite assorbimento, le superfici e le immagini con elevata copertura dell’inchiostro – su entrambi i lati ancora di più – in passato si riuscivano a stampare solo con tagli alla qualità generalmente accettati. I limiti di accettazione delle agenzie pubblicitarie e del- l’industria che si occupa di pubblicità sono però decisamente calati nel frattempo per quanto riguarda la qualità di stampa della pubblicità sui giornali, e i reclami vengono compensati di norma con costosi ribassi che gli editori di giornali, sempre alle prese con la pressione dei costi, a lungo andare non possono permettersi. Grazie all’assenza degli influssi negativi del liquido di bagnatura nella stampa senza acqua (tra cui l’effetto fan-out e le oscillazioni delle densità lungo la tiratura), alle proprietà di assorbimento dell’inchiostro degli inchiostri coldset senza acqua, oramai ottimizzate, nonché grazie all’utilizzabilità di retini più fini (60) e di retini FM, il giornale senza acqua riesce ad accrescere la sua attratti- va come mezzo pubblicitario grazie alla sua eccellente qualità di stampa. E per quel che riguarda la flessibilità, il coldset senza acqua è capace, grazie alla qualità ottenibile, di togliere all’heatset prodotti semicommerciali (inserti pubblicitari e inserti speciali, flyer ecc.) grazie al prezzo più favorevole. Gli editori di giornali possono finalmente stampare con processo coldset sulla stessa macchina più cose che solo il loro giornale di qualità elevata. Con prodotti aggiuntivi sfruttano la propria macchina molto meglio. Grazie alle esperienze fatte finora, la KBA vede come opzione realistica quella di ipotizzare tra qualche tempo l’utilizzo della Cortina nella stampa semicommerciale heatset. Sinistra: una qualità mai raggiunta finora nella stampa di giornali è stata raggiunta sulla Cortina beta presso la reiff di Offenburg Destra: in diverse manifestazioni della KBA sono stati realizzati i “Cortina News” dal vivo con retino da 60 40 KBA Process 2 | 2005 Tutte le lastre per la stampa offset senza acqua presentano eccellenti caratteristiche di riproduzione dei dettagli. Grazie al minore incremento dei valori tonali, anche i punti di retino negativi rimangono aperti nelle profondità. In linea di massima si riescono così a stampare senza problemi lineature del retino decisamente maggiori (molto oltre i 200 L/cm o i 500 lpi senza perdite rilevanti di tonalità in luci e profondità estreme) e retini FM con piccole dimensioni dello spot. Sulla rotativa per giornali KBA Cortina un retino da 60 è addirittura lo standard, e si stampano senza problemi anche i retini FM. Con la maggior parte delle lastre digitali senza acqua – a seconda della risoluzione e della sovrapposizione degli spot laser – rimane intatta l’intera gamma tonale fino a circa 80 L/ cm (200 lpi), e con 120 L/cm (300 lpi) si perdono giusto il valore tonale dell’1 e del 99 percento. E le lastre analogiche Toray producono grosso modo gli stessi valori. Questo com- portamento vantaggioso delle lastre è da ricondursi alla disposizione leggermente incavata degli elementi stampanti. Punti di retino nonché bordi e linee sottili vengono delimitati in modo netto dai bordi dello strato siliconico rimasto, l’inchiostro da stampa praticamente non può sfuggire di lato durante il trasferimento sul caucciù. Brillantezza e riproduzione dei colori Grazie all’assenza di un liquido di bagnatura, gli inchiostri da stampa non vengono “annacquati” dal processo emulsionante nella stampa offset senza acqua, vale a dire che l’intensità del colore rimane assolutamente intatta. Per questo motivo nell’offset senza acqua si ottengono comunque densità superiori dei toni pieni, l’estensione dello spazio cromatico (Gamut) è maggiore. La rinuncia al liquido di bagnatura incide favorevolmente anche sulla brillantezza dell’inchiostro. L’acqua emulsionata neutralizza sempre un po’ la brillantezza, mentre senza acqua i componenti che formano la pellicola hanno un andamento migliore, vale a dire che possono formare una superficie più liscia. Il risultato sono stampe più brillanti. Per i gruppi inchiostratori corti KBA va aggiunto che l’inchiostrazione è definita tramite il cilindro retinato e rappresenta pertanto sempre una grandezza riproducibile. Con questa operazione standardizzante i gruppi inchiostratori Gravuflow e Newsflow soddisfano un requisito fondamentale per condizioni di stampa calibrate – base per profili ICC affidabili e precisi in uno scenario coerente della gestione dei colori. Tirature preliminari, campioni e tirature poco numerose di scatole pieghevoli sono l’ambito di applicazione principale della 74 Karat presso la Aug. Heinrigs di Aachen. Con l’aiuto di tavole dei colori si adatta la Karat all’offset a umido UV per alte tirature Prodotti stampati di alta qualità e fotorealistici I pregi citati nella riproduzione dei dettagli e dei colori qualificano l’offset senza acqua soprattutto per prodotti stampati di alta qualità. In effetti questo è il motivo per cui in concreto una parte sempre più ampia del materiale pubblicitario viene stampata con qualità altissima senza acqua. Spesso la stampa offset senza acqua è connessa con tecnologie per la stampa fotorealistica. Essa integra in modo ottimale l’applicazione di retini a modulazione di frequenza e l’impiego di scale di inchiostri con uno spazio cromatico esteso. A ciò fa da contraltare il fatto che nella stampa offset senza acqua si possono trasferire spessori maggiori dello strato di inchiostro rispetto all’offset a umido. Anche nella stampa di CD, DVD, film plastici e schede plastificate la stampa offset senza acqua si dimostra come il processo che consente di ottenere la qualità più alta. Non senza motivo la serigrafia ha perso terreno in questi mercati. Un merito rilevante va ascritto alle macchine della Metronic, che sono leader di mercato nella stampa di schede e con la Genius 52 UV ampliano le possibilità di applicazione. Qualità ad un livello costantemente elevato Se da un lato la stampa offset senza acqua già si distin- gue per l’elevata stabilità di processo, grazie alla tecnica dei gruppi inchiostratori corti KBA e Metronic, dall’inchiostrazione uniforme, si minimizzano ulteriormente eventuali oscillazioni ancora presenti. Il merito non è solo dell’alimentazione definita dell’inchiostro tramite un cilindro retinato, ma anche dell’insensibilità alla formazione di riporti dei gruppi inchiostratori corti nell’offset a foglio. Con il gruppo inchiostratore Gravuflow e i gruppi inchiostratori nella KBA Genius 52 e sulle macchine Metronic ogni punto sul rullo di inchiostrazione forma incontra sempre il rispettivo punto sulla lastra. Solo per il gruppo inchiostratore Newsflow si sono dovute fare, a causa delle maggiori velocità di stampa della Cortina, concessioni nel numero e nelle circonferenze dei rulli che trasferiscono l’inchiostro, cosa che però nella stampa di giornali non incide particolarmente sulla qualità di stampa ottenibile. Con ciò la KBA e la Metronic aggiungono ai vantaggi qualitativi della stampa offset senza acqua un altro vantaggio: stampe di fondini e stampe di mezzetinte perfette grazie all’inchiostrazione senza formazione di riporti. E non è tutto: l’inchiostrazione auspicata si raggiunge già dopo pochissime copie di scarto e rimane costante lungo l’intera tiratura. Klaus Schmidt, Dieter Kleeberg Suddivisione perfetta del lavoro: la parte interna di una rivista viene stampata – come qui nel caso della Grütter di Ronnenberg – con offset a bobina heatset, per la stampa della qualità altissima della copertina è disponibile una 74 Karat KBA Process 2 | 2005 41 Qualità | Standardizzazione Passaggio alla produzione di stampa industriale standardizzata La stampa intesa come “magia nera” fa fatica a sopravvivere. Però anche l’introduzione della stampa offset senza acqua in un’azienda non significa ancora la fine „della stampa come artigianato“. Solo le macchine con gruppi inchiostratori senza acqua e senza viti del calamaio sono un presupposto per il passaggio coerente ad una produzione industriale standardizzata. Risultati riproducibili in qualsiasi momento grazie soprattutto a variabili di processo oggettive e definite in modo univoco devono essere l’obiettivo anche nella sala da stampa. Il modello del prepress digitale L a produzione integrata con computer (CIM) come modello produttivo industriale si sta affermando anche nell’industria della stampa. Oltre che per l’esteso collegamento in rete, essa si distingue soprattutto per l’elevato grado di automazione. La standardizzazione è un presupposto per l’automazione con un alto tasso di sicurezza della produzione e dai reclami. Con l’introduzione nel prepress di cicli di lavorazione completamente digitali, i fornitori di servizi mediatici e di servizi di stampa sono stati costretti fin dall’inizio a rendere ricostruibile e oggettiva la comunicazione dei risultati intermedi immateriali. In concreto ciò significa l’allestimento coerente di processi calibrati La gestione dei colori secondo specifica ICC oggi rappresenta un’operazione di standardizzazione elementare nel prepress digitale come nella sala da stampa. La foto mostra l’analisi spettrofotometrica della forma da stampa di prova della European Color Initiative (ECI) con un X-Rite DTP70 (foto: Kleeberg) nel caso di trasformazioni dello spazio cromatico e nell’esposizione delle forme da stampa. Allo stesso tempo ciò ha consentito la sostituzione delle operazioni di tecnica riprodutti- va tradizionale, di natura artigianale, con scenari di publishing modernissimi e processi automatizzabili. Il risultato sono l’uso di termini oggi frequenti come automazione workflow, preflight, gestione dei colori ICC e Computer-toPlate nonché i formati di dati TIFF, PDF, JDF e XML, il cui utilizzo è ormai ancorato saldamente nei diversi standard industriali e ISO. Macchine da stampa calibrate Richieste simili oggi vengono poste nei confronti della sala da stampa, per imporre una standardizzazione e un’estesa automazione dell’intera catena di valore aggiunto – in sintesi: per poter passare ad una produzione industriale. Per questo anche sulla macchina da stampa si devono creare condizioni di processo calibrate. La standardizzazione per Holger Müller, responsabile della produzione presso la Aug. Heinrigs Druck+Verpackung di Aachen, è tutto sulla 74 Karat. Con forme da stampa di prova … 42 KBA Process 2 | 2005 … e tavole dei colori, che lo stampatore Karat Daniel Strahl stampa quando serve, si adattano le bozze definitive e le tirature preliminari all’offset a foglio UV (foto: Kleeberg) “Calibrato” qui significa che sulla macchina da stampa si possa impostare in qualsiasi momento uno stato di partenza definito per determinate combinazioni lastra-caucciù-inchiostro da stampa-supporto da stampa-regolazione della pressione di stampa. E in tutto ciò la lastra deve essere prima stata esposta all’interno di un processo calibrato. Le caratteristiche di riproduzione dei valori tonali e dei colori di una simile combinazione vengono fissate in caratteristiche di stampa e profili ICC della macchina da stampa e servono al prepress per il trattamento dei dati dell’esposizione in funzione dell’emissione. Se uno dei componenti di questa combinazione cambia, le curve caratteristiche e i profili perdono la loro validità e vanno adattati. Per la creazione dei profili la KBA offre nell’ambiente di produzione della 74 Karat, come opzione, il Creo Profile Wizard, mentre per la 46 Karat è disponibile nel “Power Mix” una soluzione per bozze per la scala cromatica europea Aniva. Inchiostrazione indipendente dall’operatore In un simile scenario non trovano più posto le valutazioni soggettive e individuali degli operatori. In un ambiente industriale devono valere esclusivamente criteri oggettivi per il controllo della qualità. Essendo stata eliminata dal processo di stampa, grazie ad un gruppo inchiostratore senza acqua e senza viti del calamaio, l’inchiostrazione dipendente dall’operatore (e anche la bagnatura), la qualità definita nel prepress troverà la sua realizzazione ottimale nella stampa. Lo stampatore non deve sentirsi per questo esautorato della propria competenza. Viene solo alleggerito da quelle attività che, com’è noto, non portano di per sé al miglioramento del risultato della stampa. Invece egli può concentrarsi completamente sul monitoraggio e sul controllo della qualità, nonché sulla preparazione contemporanea di ordini successivi, cosa per la quale egli ha a disposizione strumenti computerizzati. Il lavoro si semplifica e tutto ciò porta in ultima analisi ad un aumento della produttività e della qualità. La sua responsabilità adesso si orienta su un processo industriale, ma non per questo è ridotta. Standardizzazione integrale L’eliminazione dell’inchiostrazione dipendente dall’operatore nei gruppi inchiostratori Gravuflow, Newsflow e Metronic chiude l’ultimo vuoto che restava per realizzare una produzione completamente standardizzata, dal prepress KBA Process 2 | 2005 43 Qualità | Standardizzazione Tutto perfetto! Al forum della stampa 2003 è stato presentato il pacchetto di standardizzazione “Power Mix”, con cui sul sistema di stampa a colori Minolta CF9001 si possono produrre bozze con corrispondenza dei colori relative al risultato di stampa della 46 Karat, su cui vengono impiegati inchiostri Euro Epple-Aniva (foto: KBA) La stampa standardizzata di inchiostri speciali non è un problema sulla 74 Karat. Nel Grid Studio di Belgrado si stampano tutti i colori Pantone rappresentabili dai colori di processo in una forma da stampa di prova e si mostrano poi ai clienti per la sintonizzazione (foto: Kleeberg) fino alla stampa. Tutti gli altri processi, anche sulla macchina da stampa, si possono calibrare e automatizzare già da tempo. Solo le libertà nell’inchiostrazione mettevano finora in discussione il vincolo e la validità di tutte le altre variabili di processo. Anche se la certificazione ISO-9000 non occupa più i titoli, essa rimane comunque componente fondamentale della gestione della qualità in molte aziende. Il metro di misura non rimane sempre allo stesso livello, ma si adatta allo stato di ciò che è fattibile. Senza una filosofia di standardizzazione integrale in futuro potrebbe essere più difficile dimostrare periodicamente una strategia aggiornata della qualità. Risultati ripetibili E che in un ambiente di produzione standardizzato l’esatta Anche sulla Cortina la KBA dimostra di aver creato una tecnologia matura, assolutamente concorrenziale. In un processo di sviluppo pluriennale si sono ottimizzati ad es. gli inchiostri da stampa, portandoli da una viscosità iniziale ancora troppo elevata (sopra) all’odierna viscosità esigua (sotto) (foto: KBA) 44 KBA Process 2 | 2005 riproducibilità della qualità di stampa sia la conseguenza logica, è indubbio. La standardizzazione, soprattutto incluso il trasferimento standardizzato dell’inchiostro sul supporto da stampa tramite gruppo inchiostratore corto senza ac- qua, presenta, però, anche altri vantaggi – ad es. in scenari interaziendali come la stampa ripartita. Uno stesso file documento di stampa porta in quel caso in diversi siti allo stesso risultato. Finora già la 74 Karat era in grado in simili scenari di dimostrare i suoi punti di forza particolari. Un “sistema di emissione” pressoché ideale sarebbe la KBA Cortina nella stampa di giornali decentrata, se in diversi siti le pagine nazionali vengono stampate identiche e solo integrate individualmente dai contenuti locali. Tecnologia concorrenziale della KBA La KBA percorre con i gruppi inchiostratori corti senza acqua e senza viti del calamaio nuove strade nella produzione stampata. Nuove strade non significano, però, che l’utente si affidi a “sperimentazioni”. Egli può utilizzare una tecnologia della KBA assolutamente concorrenziale, che si è dimostrata affidabile da anni nella pratica sotto forma dei gruppi inchiostratori Gravuflow e Metronic. Le numerose esperienze concrete sono confluite anche nel gruppo inchiostratore Newsflow e nella Cortina; e la Cortina è stata portata nel frattempo alla maturità. Infatti le macchine da stampa KBA con gruppi inchiostratori corti senza acqua rappresentano attualmente l’unica soluzione di stampa per una strategia concreta di produzione industriale standardizzata. Dieter Kleeberg Economicità | Confronto Più economico senza acqua e viti del calamaio La stampa offset senza acqua non solo è più ecologica grazie alla rinuncia al liquido di bagnatura, ma – nonostante i prezzi di inchiostri e lastre leggermente superiori – in molti casi anche più economica rispetto al diffuso offset a umido. Grazie alla riduzione degli scarti, dei tempi di avviamento, dell’impegno per il comando e delle emissioni di VOC, l’innovativa tecnica dei gruppi inchiostratori corti della KBA consente ulteriori risparmi. Inoltre la macchina da stampa di giornali Cortina comporta grazie alla sua filosofia costruttiva del futuro ulteriori vantaggi economici per quanto riguarda la compattezza, la facilità di manutenzione e la flessibilità. Risparmi sui costi grazie all’assenza del liquido di bagnatura G ià con le macchine da stampa senza acqua con gruppo inchiostratore convenzionale si hanno risparmi maggiori sui costi rispetto all’offset a umido, per la rinuncia al liquido di bagnatura. Perché proprio negli ultimi tempi l’alcol isopropilico (IPA) è molto aumentato di prezzo. Il consumo di acqua viene ridotto a zero – un vantaggio anche per l’ambiente. Contemporaneamente vengono a mancare anche i costi per gli additivi dell’acqua di bagnatura e la manutenzione dei gruppi di bagnatura. Nell’avviamento non si hanno onerosi lavori di regolazione dell’equilibrio inchiostro-acqua, cosa che non si riflette solo in tempi di avviamento ridotti, ma anche in meno scarti. Anche durante la tiratura di produzione non vi è bisogno di tenere sotto controllo la stabilità della bagnatura. E dove non c’è acqua, non c’è niente che possa arrugginire. In più le lastre senza acqua hanno la piacevole caratteristica di non richiedere gommatura. Le proprietà oleofile e oleofobe delle parti della lastra non vanno protette mediante uno strato di gomma arabica. Ulteriori risparmi sui costi grazie all’assenza delle viti del calamaio Rispetto alle macchine offset senza acqua convenzionali, i Rapida possibilità di finitura: l’equipaggiamento inline della 74 Karat con gruppo di verniciatura a dispersione e forno IR consente in pochissimo tempo il rovesciamento o la lavorazione nel reparto finitura delle stampe appena prodotte gruppi inchiostratori corti senza viti del calamaio Gravuflow e Newsflow della KBA e Metronic comportano ulteriori drastici risparmi sui costi, che i maggiori costi delle lastre (attualmente +50%), degli inchiostri da stampa (attualmente +20%) e il calore da condizionamento soprattutto per tirature piccole e medie compensano ampiamente. In un periodo di forte calo delle tirature medie e tenendo conto di tutti i fattori di costo, il bilancio è sempre più a favore della stampa offset senza acqua e senza viti del calamaio rispetto alle macchine offset a umido convenzionali (si veda l’articolo Calcoli e studi sulla redditività Più compatto è impossibile: inclusa la pedana e il radiatore UV, la Metronic Genius 52 UV richiede una superficie di appoggio di soli 4,17 x 3,28 m con un’altezza di soli 1,91 m che segue questo contributo). I motivi della maggiore economicità sono le conseguenze tecniche che scaturiscono dalla tecnica dei gruppi inchiostratori corti: • In un gruppo inchiostratore corto sono presenti meno rulli. I costi di acquisto e quelli legati all’usura lungo la vita utile della macchina sono inferiori. Il cilindro retinato prevede nel caso di fabbricazione corretta una durata utile di più anni. • Il cilindro retinato si occupa di un dosaggio uniforme dell’inchiostro e sostituisce l’inchiostrazione lungo la larghezza delle zone, dunque rende superflui gli elementi di regolazione per le zone d’inchiostrazione. Di conseguenza si può fare del tutto a meno di una costosa elettro Effetti sinergici: la KBA Rapida 74 G combina la tecnica dei gruppi inchiostratori corti Gravuflow della 74 Karat con i vantaggi della flessibilità, dell’automazione e delle velocità delle macchine Rapida in costruzione del tipo in linea KBA Process 2 | 2005 45 Economicità | Confronto Filosofie di torri da otto a confronto: la Cortina è con i suoi 3,70 m di altezza decisamente più bassa rispetto ad una torre da otto classica con quattro unità a ponte (sinistra) o due unità di stampa ad H (destra) Proposte per il “prato verde”: se una macchina a pavimento soddisfa le esigenze, la KBA Cortina entra anche in capannoni standard grazie alle torri da otto compatte nica di preregolazione e di regolazione a distanza per il profilo delle zone. • L’inchiostrazione automatica relativa al soggetto semplifica il processo complessivo e il comando. Lo stampatore ricava tempo per altri lavori, soprattutto per il controllo della qualità. Egli deve gestire molto meno parametri ed evita valutazioni soggettive errate. Questo aumenta la stabilità di processo. • Il minor impegno di preregolazione e di comando riduce i tempi di avviamento e causa molto meno scarti di avviamento. Ciò consente di stampare in modo economico tirature ancora meno elevate. • L’impegno di comando ridotto consente di utilizzare meno operatori. Le macchine come la 74 Karat, la Rapida 74 G e la Genius 52 danno buona prova come macchine con un effettivo comando con una sola persona. Sulla macchina da stampa di giornali Cortina serve meno per- sonale che sulle macchine convenzionali comparabili. • La standardizzazione integrale basata su condizioni di stampa calibrate consente una produzione complessivamente più standardizzata, industriale. I processi diventano meglio pianificabili e prevedibili, la pressione delle scadenze cala, così come i costi. Questo permette al fornitore di servizi di stampa di contrastare la crescente pressione dei costi. La tecnica dei gruppi inchiostratori corti senza acqua dimostra di essere pertanto un contributo innovativo per una produzione più economica. L’investimento in macchine con gruppi inchiostratori senza acqua e senza viti del calamaio può essere valutato come orientato verso il futuro. Da questo punto di vista l’assunzione della tecnologia di gruppi inchiostratori Gravuflow per macchine in costruzione del tipo in linea è solo la conseguenza logica. Per- ché nel caso della macchina offset digitale compatta 74 Karat l’esposizione delle lastre On-press limita l’impiego fondamentalmente alle aziende non dotate di prepress CtP, mentre la Rapida 74 G è un’opzione interessante anche per il numero elevato e sempre crescente di aziende equipaggiate con esposizione CtP delle lastre. Ulteriori risparmi sui costi grazie alla filosofia Cortina Per la rotativa coldset senza acqua KBA Cortina si hanno, ovviamente, anche vantaggi specifici per la stampa di giornali. Il principio è facile da comprendere: quanto più grande è l’impianto, tanto maggiore è il potenziale di risparmio. La Cortina, che come ogni macchina convenzionale si può configurare per quanto riguarda il numero massimo di pagine broadsheet o tabloid in quadricromia, ma è anche molto più compatta, consente risparmi molto maggiori relativi al personale, all’ingombro e agli investimenti costruttivi quanto più grande è l’impianto. In questo caso incide soprattutto il minor fabbisogno di personale per il comando e la manutenzione. Del risparmio di tempo nell’avviamento – dovuto tra l’altro al sistema di cambio automatico delle lastre sviluppato appositamente per la Cortina – il giornale approfitta o mediante una maggiore attualità dovuta all’inizio posticipato della stampa oppure grazie alla riduzione dei straordinari notturni nel caso di stampa anticipata. L’elevato grado di automazione e le capacità produttive disponibili consentono anche una maggiore regionalizzazione e un maggiore orientamento del giornale verso determinati gruppi di persone, grazie a più tirature parziali e all’acquisizione di ordini aggiuntivi, anche semicommerciali, grazie all’elevata qualità. Con i gruppi inchiostratori Newsflow e l’assenza dei gruppi di bagnatura, si è riusciti per la prima volta a realizzare torri da otto completamente per quadricromia con soli 3,70 m di altezza. La facilità di accesso e l’ergonomia di comando di queste ultime non temono confronto. La minore altezza di ingombro consente sia un utilizzo ottimale dello spazio in sale Confronto reale delle dimensioni: lo sguardo nel capannone di montaggio di Würzburg mostra che un’unità di stampa con satelliti da 9 della KBA Commander (sinistra) è addirittura leggermente più alta della torre da otto di una KBA Cortina (destra) 46 KBA Process 2 | 2005 Automazione elevata: lo stampatore deposita solo le nuove lastre nell’unità di stampa Cortina, “l’asportazione” delle vecchie e l’inserimento delle nuove lastre avvengono automaticamente in meno di 100 secondi Esiguo fabbisogno di manutenzione: i blocchi automatici dei rulli sulla KBA Cortina consentono l’estrazione e l’inserimento rapidi e comodi e procurano sempre un montaggio ottimale rotative alte, grazie alla sovrapposizione di due torri da otto per formare una torre da sedici, sia l’installazione in costruzioni standard più basse, presenti dovunque, ad es. i locali dei supermercati. Il risparmio sui costi dei locali, grazie alla possibile mancanza di costi di costruzione o di progettazione, può ridurre in qualche caso decisamente il volume complessivo degli investimenti. E le conseguenze negative dovute al cambio di sede, che si rende spesso necessario quando si compra una tecnologia convenzionale con au- trol”) preimposta esattamente le temperature ottimali, che vengono poi raggiunte molto rapidamente grazie alla geometria dei flussi. Così non si “produce” più calore del dovuto, dimodoché anche l’onere per la climatizzazione della sala da stampa risulta inferiore o assente. A parte la tecnica dei gruppi inchiostratori corti, sulla Cortina sono state realizzate anche altre innovazioni che comportano ulteriori risparmi sui costi e una maggiore flessibilità. Infatti le unità di stampa, allargabili secondo la tecnica Stepin, facilita- mento delle capacità di stampa e di inchiostrazione (costi per nuovo edificio, infrastrutture, collegamento in rete ecc.), si possono spesso evitare, soprattutto gli editori in locali storici. I progettisti della Cortina non sono riusciti a compensare del tutto le maggiori spese energetiche per il condizionamento necessario, ma comunque in misura notevole. Ciò l’hanno ottenuto grazie al potente sistema di regolazione della temperatura (si veda il capitolo Gruppi inchiostratori): l’STC (“Surface Temperature Con- Vantaggi di diverse configurazioni della macchina da stampa di giornali KBA Cortina [1] Macchina a pavimento per 48 pagine, interamente a 4/4 colori: • Solo un livello operativo; • Rapido accesso ai gruppi di stampa; • Altezza esigua; • Possibili svantaggi: logistica della carta, lunghezza della macchina. [2] Macchina a pavimento per 32 pagine, interamente a 4/4 colori: • Cambio “al volo” delle lastre possibile per 4/4 colori; • Costruzione particolarmente compatta; • Percorsi brevi della banda. no l’accesso ai cilindri portacaucciù e alle travi di lavaggio in occasione dei lavori di manutenzione o per asportare la carta in caso di eventuali inceppamenti. A parte ciò, l’onere della manutenzione è stato notevolmente ridotto grazie a blocchi dei rulli automatici e – grazie agli inchiostri coldset senza acqua che non nebulizzano – alla minore quantità di sostanza detergente e strofinacci. Peter Benz, manager prodotti Progettazione macchine da stampa di giornali e responsabile progetti Cortina [3] Macchina con sottostruttura di base a 1 piano per 80 pagine, interamente a 4/4 colori: • Un livello operativo nella zona dei gruppi di stampa; • Altezza esigua nella zona dei gruppi di stampa; • Un livello operativo nella zona dei cambiabobine. [4] Macchina con sottostruttura di base a 2 piani per 64 pagine, interamente a 4/4 colori: • Struttura alta compatta con due livelli operativi nella zona stampa; • Cliente: Centre d’Impression Edipresse Lausanne s.a. di Bussigny in Svizzera. KBA Process 2 | 2005 47 Economicità | Calcoli Calcoli fondati Economicità certificata chiaramente Estesi calcoli della redditività basati su analisi fondate delle spese della 74 Karat, KBA Genius 52 e KBA Cortina dimostrano che la stampa offset senza acqua e senza viti del calamaio non solo è una tecnologia tecnicamente innovativa, ma anche assolutamente interessante da un punto di vista economico. Qui di seguito vengono rappresentati in modo convincente, e nel dettaglio, i vantaggi economici delle suddette macchine, in parte anche con riferimento a studi indipendenti del SID. I l Sächsisches Institut für die Druckindustrie (SID) (istituto sassone per l’industria della stampa) di Lipsia ha eseguito nel 2002 calcoli dei costi per lo spazio e della redditività per la 74 Karat confrontandoli con la Heidelberg Speedmaster SM 74-4 DI e la Heidelberg Speedmaster SM 74-4 + CtP. Le indagini basate su dotazioni comparabili mostrano che la tecnologia DirectImaging con la 74 Karat offre nell’ambito di tiratura inferiore (a seconda della categoria di ordini fino a 3.700 o 5.000 fogli) dei vantaggi economici rispetto alla stampa offset convenzionale con workflow digitale inserito a monte e CtP (SM 74-4 + CtP). Un dato di fatto fondamentale per la maggiore economicità della 74 Karat sono le spese di preparazione delle lastre, che sulla 74 Karat con ca. 55 sono significativamente al di sotto dei valori della preparazione delle lastre con CtF (circa 125 ) e CtP (ca. 80 ) ( si veda la fig. 1). La Heidelberg SM 74-4 DI, soprattutto a causa della strutturazione come macchina in linea con un’unità di esposizione per ogni gruppo di stampa, non presenta questi vantaggi della tecnologia Direct-Imaging. Dal punto di vista dei costi essa è sotto quelli della 74 Karat e anche della SM 74-4 + CtP. Soprattutto i maggiori costi di investimento della SM 74-4 DI incidono sull’economicità relativamente sfavorevole di quest’ultima. Inoltre i tempi di avviamento e gli scarti di avviamento richiesti dalla SM 74-4 DI comporta48 KBA Process 2 | 2005 140€ Prod. delle pellicole Pellicole Prep. delle lastre Lastre 120€ 100€ 80€ 60€ 1 Confronto dei costi delle lastre per la 74 Karat rispetto ai costi di processo della preparazione delle lastre con CtF e CtP. (fonte: SID 2002 – calcoli dei costi per lo spazio e della redditività per la 74 Karat confrontati con la Heidelberg Speedmaster SM 74-4 DI e la Heidelberg Speedmaster SM 74-4 + CtP) 40€ 20€ 0€ Preparazione delle lastra con CtF Preparazione delle lastra con CtP 6 Numero di fogli in milioni 74 Karat 74 Karat 5 4 SM 74 DI 3 SM 74 + CtP Preparazione delle lastra con la 74 Karat 2 Confronto della capacità di produzione annuale di fogli 4/4 in funzione del numero di copie per tiratura (fonte: calcoli KBA) 2 Indigo 1 Xerox 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 100 200 500 1.00 2.00 3.00 4.00 5.00 6.00 7.00 8.00 9.00 0.00 1 Tiratura [copie] no al confronto con la 74 Karat, in particolare per piccole tirature, notevoli differenze di costo a favore della 74 Karat. Al confronto con macchine da stampa digitale basate su toner e inkjet, secondo i calcoli della KBA i costi per ogni fo- glio A3 stampato a 4/4 colori sulla 74 Karat a partire da un determinato numero di copie per tiratura (a seconda del processo e del sistema di stampa digitale dalle 200 alle 1.500 copie) si situano sotto il valore di questi sistemi di stampa digita- 1,50 le, e le differenze di costo aumentano a favore della 74 Karat con l’aumentare della tiratura (fino a 10.000 fogli). Con la 74 Karat l’imprenditore nella stampa offset può stampare tirature più elevate senza dati variabili in maniera più economica, senza dover investire in un prepress CtF o CtP completo. La capacità di produzione annuale di fogli nel formato A3 in funzione del numero di copie per tiratura sulla 74 Karat, grazie soprattutto ai tempi di avviamento ridotti, è la più elevata al confronto con la Heidelberg Speedmaster SM 74-4 DI e la SM 74-4 + CtP e anche con le macchine Indigo e Xerox (fig. 2). € 1,25 Genius 52 GTO 52 PM 52 1,00 0,75 0,50 1,25 0,00 0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500 4.000 4.500 5.000 Tiratura [copie] 3 Costi per copia della stampa 4/4 di un prodotto da 4 pagine DIN A4 su una KBA Genius 52 confrontati con la Heidelberg Printmaster GTO 52 e la Printmaster PM 52. (fonte: SID 2003 – calcoli dei costi per lo spazio e della redditività per la KBA Genius 52 confrontati con la Heidelberg Printmaster GTO 52, la Printmaster PM 52 e la NexPress 2100) KBA Genius 52 Nel 2003 il SID ha eseguito anche per la KBA Genius 52 calcoli dei costi per lo spazio e della redditività confrontandoli con la Heidelberg Printmaster GTO 52, la Printmaster PM 52 e la NexPress 2100. Le indagini partivano da una dotazione comparabile sulle 4 macchine da stampa coinvolte, con 4 gruppi di stampa nella classe di formato 36 x 52 cm. Il risultato ha evidenziato che la Genius 52 nell’ambito delle piccole tirature tra le 200 e le 2.000 copie produce in maniera più economica rispetto alla Printmaster GTO 52 e alla PM 52 (fig. 3). Le poche operazioni di regolazione e i tempi di avviamento ridotti fino al primo foglio approvato sono i vantaggi più evidenti, che incidono in modo rilevante soprattutto con frequenti cambi dell’ordine e numeri ridotti di copie per tiratura. Il tempo di avviamento per un cambio degli inchiostri, che l’analisi del SID indicava a suo tempo come più lungo sulla Genius 52 rispetto alla Printmaster GTO 52 e alla PM 52, nel frattempo è stato ridotto notevolmente grazie ad altre innovazioni. Dato che con la Genius 52 a quattro colori esiste la possibilità di simulare molti inchiostri speciali partendo dagli inchiostri di quadricromia, gli ordini con cambio degli inchiostri sono comunque alquanto rari. E poi la Genius 52 si può dotare senza eccessivo investimento di un quinto gruppo inchiostratore, visto che di norma è prevista questa possibilità. Il confronto tra la Genius 52 e la NexPress 2100 mostra che la Genius riesce a produrre in maniera economica i tipici ordini di stampa digitale in tirature più o meno piccole fino a circa 5.000 copie. Rimangono esclusi, tuttavia, gli ordini con dati variabili, ad es. prodotti stampati personalizzati. 5 Confronto dei costi tra una macchina offset a umido e la KBA Cortina per una produzione da 48 pagine a 4/4 colori (fonte: calcoli KBA) 100 100 –25 % 75 75 50 50 25 25 48 pagine 4/4 –5 % Macchina offset a umido KBA Cortina 48 pagine 4/4 Macchina offset a umido KBA Cortina 4 Il principale potenziale di risparmio con la KBA Cortina rispetto all’offset a umido è legato ai costi per il personale (sinistra) e per la carta (destra) (fonte: calcoli KBA) KBA Cortina offset a umido di ultimissima generazione. Per l’occasione sono state ipotizzate tirature parziali dal cambio frequente con una tiratura complessiva di 120.000 copie e somme di investimento identiche. Secondo i calcoli, con la Cortina si hanno risparmi importanti relativi ai costi per il personale (–25 %) e per la carta (–5 %), come mostra la fig. 4. Ulteriori risparmi si hanno per altri materiali (acqua di bagnatura, sostanza detergente ecc.), la manutenzione e la Calcoli molto fondati della KBA basati su valori reali per una serie di editori di giornali hanno evidenziato che con la KBA Cortina si possono ridurre i costi di produzione rispetto ad una rotativa offset a umido dal 5 a oltre il 10 %. Nell’ambito dell’esteso confronto della redditività è stata confrontata una rotativa KBA Cortina da 48 pagine (in stampa 4/4) con cambio interamente automatico delle lastre con una rotativa in % Offset a umido KBA Cortina Costi per il personale 23,0 17,2 Costi per la carta 41,7 39,6 Lastre 4,1 5,8 Inchiostro Altro materiale Costi di manutenzione periodica Detrazioni calcolate 2,6 1,2 3,1 1,0 1,9 12,9 1,2 12,9 Interessi calcolati 6,5 6,5 Locali e riscaldamento 6,1 5,3 100,0 92,6 Totale manutenzione periodica nonché i costi calcolabili dei locali (tra gli altri edificio, riscaldamento, climatizzazione). A ciò si contrappongono costi leggermente superiori per l’energia nonché costi attualmente ancora superiori per le lastre e l’inchiostro. Anche senza tener conto degli investimenti per nuove costruzioni che la Cortina rende eventualmente superflui o delle possibili produzioni aggiuntive, con la Cortina si può realizzare un potenziale risparmio dal 5 al 7 % (fig. 5). Se per una macchina con torri da otto offset a umido convenzionale della stessa capacità di inchiostrazione e di numero di pagine prodotte fosse necessario investire in nuovi locali, cosa che con la compatta KBA Cortina si potrebbe evitare, la riduzione sui costi raggiungerebbe il 10 % e più. La KBA ha sviluppato un calcolo della redditività che consente ad ogni singolo editore di giornali, sulla base di indicazioni concrete sui materiali di consumo, il personale impiegato, la struttura delle tirature ecc., di avere un confronto significativo sui costi nell’utilizzo della KBA Cortina al posto delle macchine offset a umido presenti. La KBA offre questo confronto della redditività come servizio in caso di interessamento concreto all’investimento. Dr. Bernd Heusinger KBA Process 2 | 2005 49 Ambiente | Bilancio Senza acqua senza viti del calamaio: il bilancio ecologico è a posto Il bilancio ecologico della stampa offset senza acqua non migliora solo grazie all’assenza del liquido di bagnatura. Con la tecnica con gruppo inchiostratore corto della KBA e Metronic sono diventati realtà anche altri fattori non inquinanti. Ne sono una testimonianza i certificati verdi della Genius 52, della 46 Karat, della 74 Karat e della Rapida 74 G, conferiti dalla Commissione tecnica Druck- und Papierverarbeitung (Stampa e lavorazione della carta) dell’Associazione tedesca di categoria (BG) nonché l’enorme risparmio di scarti sulle macchine in produzione senza acqua con gruppi inchiostratori corti. Anche sulla macchina da stampa di giornali Cortina si è riusciti ad elaborare una linea complessiva ecologica Il gruppo inchiostratore corto Gravuflow senza acqua e senza viti del calamaio nella 74 Karat e nella Rapida 74 G consente una produzione standardizzata ed ecologica (foto: Kleeberg) grazie al gruppo inchiostratore Newsflow. L’ambiente preso di mira fin dall’inizio S e il condizionamento dei gruppi inchiostratori convenzionali è piuttosto una soluzione di compromesso, che adatta il trasferimento dell’inchiostro sperimentato nell’offset a umido al processo senza acqua, la KBA e l’affiliata Metronic AG hanno percorso con i gruppi inchiostratori corti senza acqua e senza viti del calamaio fin dall’inizio nuove strade. Per la prima volta nella storia della stampa offset sono stati sviluppati gruppi inchiostratori appositamente per la stampa offset senza acqua – con solo pochi punti di separazione del film d’inchiostro e pressoché esenti da formazione di riporti. Questo ha consentito di realizzare macchine del tutto nuove, le quali colpiscono a prima vista per la loro compattezza: la Genius 52, la 74 Karat e soprattutto la Cortina. Vista la crescente sensibilità dimostrata dall’opinione pubblica, dal legislatore e dai dipendenti per la necessaria tutela dell’ambiente soprattutto in Europa, ma anche in altre parti del mondo (Australia, Singapore), la KBA e la Metronic hanno attribuito fin da subito nei loro progetti una grande importanza al migliora50 KBA Process 2 | 2005 Gruppi inchiostratori corti, meno rulli, meno detergente – questa caratteristica ecologica la presentano la Genius 52 e tutte le altre macchine con gruppi inchiostratori corti (foto: Metronic) Senza chimica, solo con acqua si potranno sviluppare in futuro le lastre CtP Toray (foto: KBA) mento dei parametri di processo rilevanti per l’ambiente. Per la KBA la tutela delle risorse naturali è già da tempo componente fondamentale delle linee guida aziendali. La tutela dell’ambiente e il principio della continuità, soprattutto anche nei nuovi sviluppi, sono visti come responsabilità fondamentali di un produttore di macchine da stampa innovativo e attivo a livello internazionale. E proprio perché le leggi e le direttive diventano sempre più severe (si veda il contributo successivo sull’applicazione della direttiva IVU), l’impiego di una tecnologia ecologica crea la necessaria sicurezza d’investimento. Chi già oggi nel corso di investimenti sostitutivi o di ampliamento punta su macchine da stampa a emissioni ridotte, non deve più preoccuparsi un domani – forse in un momento sfavorevole dal punto di vista degli investimenti – di questi argomenti. Inoltre nel frattempo la produzione ecologica è diventata questione di buon nome per le aziende di stampa commercia- Vantaggi sulla concorrenza grazie all’orientamento sull’ambiente Imposizioni e leggi sempre più severe indicano agli utenti e ai fornitori una strategia ecologica chiara. Infatti ad es. in Svizzera le richieste di riduzione dei VOC (“volatile organic compounds – composti organici volatili”) sono particolarmente severe; la riduzione dell’emissione di VOC viene premiata dallo stato con vantaggi fiscali. In questo senso gli stampatori in Svizzera e in altri paesi con legislazione orientata sull’ambiente (ad es. la Scandinavia) hanno un vantaggio sulla concorrenza, visto che con l’utilizzo di tecnologie e processi ecologici riescono a risparmiare tasse e a calcolare prezzi più favorevoli per i prodotti stampati. le, quelle dei giornali e di stampa di imballaggi. E una buona fama è già di per sé un vantaggio sulla concorrenza. Alla grande ondata di certificazioni ISO-9000 per la gestione della qualità a metà degli anni 90, è seguita un’ondata di certificazioni, che ancora perdura, relativa al management di tutela dell’ambiente conforme a ISO 14000. Con costruzioni di macchine ecologiche la KBA e la Metronic sostengono gli sforzi relativi alle certificazioni da parte delle aziende grafiche – e non solo nella stampa offset senza acqua. Anche nell’offset a umido la KBA era stato un assoluto precursore del settore alla drupa 2000 con il conferimento del sigillo ecologico “Emissione controllata” da parte dell’Associazione tedesca di categoria (BG) per la macchina per il formato medio Rapida 105. Nel periodo successivo sono poi state certificate tutte le altre serie Rapida dal mezzo formato fino al formato grande. Un grande numero di macchine offset a foglio e rotative offset a bobina della KBA stampano già con alcol ridotto o senza alcol. VOC, condizionamento e lastre Nella stampa offset senza acqua non servono, oltre all’acqua per l’umidificazione, neanche gli additivi volatili del liquido di bagnatura. L’IPA dunque non compare neanche nel bilancio dei VOC. L’acqua – in circuiti chiusi – serve solo per il condizionamento. L’aumentato fabbisogno energetico per il condizionamento come eventuale aspetto negativo nel bilancio energetico, si può compensare in molti casi con possibili risparmi nella climatizzazione della sala da stampa e con il recupero di gran parte del calore perduto mediante scambiatori termici per il sistema di preparazione dell’acqua calda e L’emissione ridotta sulla KBA Rapida 74 G è stata certificata già in occasione della prima mondiale assoluta alla drupa 2004 dall’Associazione tedesca di categoria e dalla European Waterless Printing Association (foto: Kleeberg) Sulla KBA Rapida 74 G si può utilizzare, come opzione, un impianto di lavaggio automatico per cilindro retinato e rullo di inchiostrazione forma. Il rotolo di velo prebagnato basta per 40 lavaggi a bassa emissione (foto: Kleeberg) il riscaldamento. A parte ciò, anche nell’offset a umido si utilizzano sempre più impianti di condizionamento, per stabilizzare il processo di stampa soprattutto con tirature elevate o per la stampa con IPA ridotto. Anche le lastre contribuiscono all’ecologicità della stampa offset senza acqua. Le lastre CtP Toray attualmente vengono ottimizzate per uno sviluppo con acqua senza additivi chimici, mentre le lastre ad asportazione laser fanno del tutto a meno dello sviluppo a umido. Tutte le lastre senza acqua hanno in comune l’assenza della gommatura. Meno detergenti e scarti Quello che distingue la KBA dai concorrenti è l’ulteriore riduzione delle emissioni grazie ai gruppi inchiostratori corti senza viti del calamaio. È evidente che gruppi inchiostratori più corti con meno rulli richiedono anche un consumo minore di detergente. Sulla nuova KBA Rapida 74 G, inol- tre, l’efficienza dell’utilizzo di detergente viene aumentata grazie a dispositivi di lavaggio automatici per caucciù, cilindro di stampa e (come opzione, con tessuti di lavaggio prebagnati) per cilindro retinato e rullo di inchiostrazione forma. Date queste premesse, non stupisce che la nuova Rapida 74 G abbia soddisfatto fin dall’inizio nel suo equipaggiamento di base le elevate richieste relative a valori di emissione ridotti. In occasione della sua prima assoluta alla drupa 2004 ha ottenuto sia il certificato della BG “Emissione controllata” che il sigillo “Emission Reduced Waterless Offset” della European Waterless Printing Association (EWPA). Una caratteristica fondamentale delle macchine con gruppi inchiostratori corti sono gli scarti di avviamento ridotti. Questo non vuol dire solo notevoli possibilità di risparmio nel lavoro quotidiano ma consente, vista la tendenza che porta a utilizzare supporti da stampa di qualità maggiore e più costosi (carta per designer, carta rivestita in alluminio, cartone di alta qualità, film plastici), anche applicazioni che non sarebbero vantaggiose nel caso di quote elevate di scarti. A questo si aggiunge la gestione più delicata delle risorse naturali legno e petrolio. Sulle macchine con gruppo inchiostratore Gravuflow si possono realizzare senza problemi un massimo di dieci copie di scarto fino al primo foglio approvato, cosa che viene dimostrata continuamente nel corso delle manifestazioni di stampa e durante l’utilizzo concreto. E dunque in condizioni di stampa calibrate la produzione standardizzata si ripercuote anche sul bilancio ecologico. KBA Process 2 | 2005 51 Ambiente | Bilancio Sinistra: ecco una stampa dei giornali pulita: niente nebulizzazione, nessun maggior impegno per la pulizia sulla KBA Cortina (foto: KBA) Destra: nella filosofia ecologica sulla Cortina rientra il lavacaucciù integrato molto risparmioso (foto: KBA) Sotto: la KBA Cortina fa quasi del tutto a meno dell’olio – grazie ai motori indipendenti per gruppo inchiostratore, cilindro portalastra e cilindro di stampa (foto: KBA) KBA Cortina con ulteriori punti di vantaggio ecologici Per quanto riguarda i valori delle emissioni e gli scarti minimi, la macchina da stampa di giornali KBA Cortina, progettata nello standard sulla stampa in quadricromia su entrambi i lati, non ha nulla da invidiare con i suoi gruppi inchiostratori Newsflow – perfino nel caso di una collocazione in quadricromia piena – alle macchine a foglio Gravuflow 74 Karat e Rapida 74 G nonché alla Genius 52. Vista la produzione esponenzialmente maggiore di un impianto di stampa di giornali, gli effetti ecologici si fanno sentire particolarmente. Ma la Cortina ha da offrire ancora di più per quanto riguarda l’ecologia. Se finora un motore indipendente per gruppo di stampa era ritenuto lo stato dell’arte della tecnica, la Cortina dispone, come novità mondiale nella stampa offset, di motori indipendenti per ogni cilindro e gruppo inchiostratore. I meccanismi con lubrificazione con olio fanno dunque parte del passato – nella Cortina non vi è quasi più olio! Anche il bilancio energetico della Cortina è convincente. Essendo il condizionamento a reazione estremamente rapida e utilizzando essa solo l’energia che serve per lo stato di funzionamento del momento, la fuoriuscita di calore è relativamente esigua. Pertanto si riduce il fabbisogno di energia per la climatizzazione della sala da stampa, e a seconda delle con52 KBA Process 2 | 2005 sostanze detergenti e gli strofinacci, che non servono più, non inquinano l’ambiente. Siamo curiosi di provare gli inchiostri coldset lavabili con acqua Shark W che la SunChemical sta sviluppando in esclusiva per il progetto Cortina. Ovviamente anche l’elevato livello di automazione incide in modo positivo sull’ambiente – e non solo per l’effetto positivo sulla quota di scarti. Molto risparmiosi sono anche il lavacaucciù integrato e l’alimentazione automatica con inchiostro. Klaus Schmidt, Dieter Kleeberg, Peter Benz dizioni locali si può eventualmente fare del tutto a meno della climatizzazione. Proprio nel settore della stampa offset senza acqua, in cui contano di norma temperature ambiente costanti, poco sotto i 30 ˚C, ciò è particolarmente da apprezzare. Il sistema di racla della Cortina – in linea di massima una racla rotonda con camera chiusa – è stato ottimizzato per l’ultima generazione di inchiostri coldset senza acqua. Gli inchiostri da stampa leggermente più viscosi hanno rappresentato una vera sfida. Gli inchiostri odierni si possono stampare molto bene, e non tendono affatto alla nebulizzazione. Pertanto non si sporca neanche l’ambito immediatamente vicino al gruppo inchiostratore; le Nel novembre 2004 l’Associazione tedesca di categoria ha conferito anche alla 46 Karat, alla 74 Karat e alla Genius 52 il certificato verde Ambiente | Direttive ecologiche Documento BREF per l’industria della stampa – Sfida al futuro Lo stato più alto della tecnologia di stampa verrà descritto in futuro nel “Documento BREF” – il “Documento di riferimento sulle migliori tecnologie disponibili per l’industria della stampa”. Questo documento BREF – attualmente ancora in fase di bozza – nasce sulla base di una direttiva UE. Questa ha come obiettivo l’armonizzazione europea delle procedure di autorizzazione. Gli interventi di un documento BREF devono essere tecnicamente maturi. Devono decongestionare l’ambiente il più possibile a costi sostenibili. Per l’industria della stampa ne nascono pertanto sfide e opportunità. Fissare per iscritto le Migliori Tecnologie Disponibili ziare soluzioni efficienti che riducano l’inquinamento ambientale delle relative industrie. M igliori Tecnologie Disponibili (MTD) si scrive in inglese “Best Available Techniques” e si abbrevia con BAT. Quelli che in futuro cercheranno informazioni rilevanti per l’ambiente relative allo stato più elevato della tecnologia di stampa potranno servirsi gratuitamente in Internet: i documenti di riferimento BAT (BREF) sono a disposizione gratuita presso il link http://eippcb.jrc.es/pages/ FActivit-ies.htm Per coordinare le informazioni aggiornate sulle Migliori Tecnologie Disponibili, la Commissione Europea ha aperto un ufficio a Siviglia (“European IPPC Bureau”, EIPPCB). Il suo operato si fonda su una direttiva UE del 1996, che persegue l’obiettivo di armonizzare a livello europeo gli standard di autorizzazione e di impedire il “dumping sull’ambiente” da parte di singoli stati (direttiva 1996/61 sulla prevenzione e sulla riduzione integrate dell’inquinamento dell’ambiente, in breve: direttiva IVU o IPPC – Directive concerning Integrated Pollution Prevention and Control). La direttiva IVU indica soprattutto i requisiti delle procedure di autorizzazione. Essa prescrive che le procedure di autorizzazione future debbano rispettare, tra l’altro, gli standard dei relativi documenti di riferimento sulle Migliori Tecnologie Disponibili come Processo Siviglia Indice con riferimento ai prodotti di stampa e alla stampa offset metro di paragone. Sono coinvolti tutti gli impianti industriali che contribuiscono in misura essenziale all’inquinamento dell’ambiente in Europa, ad es. attraverso rifiuti rilevanti per l’ambiente o attraverso le emissioni di sostanze, gas serra e solventi che inacidiscono il suolo. Le Migliori Tecnologie Disponibili puntano ad una moda- lità di produzione di lunga durata: nella determinazione si tiene conto degli effetti economici come delle interazioni eventualmente controproducenti di una misura su altri mezzi ambientali. Con questo si intende evitare che ad es. una misura intesa al mantenimento dell’aria pulita sia collegata ad un fabbisogno di energia sproporzionato. Si intende eviden- Al posto di valori limite validi in tutta Europa, la direttiva IVU prescrive che gli esperti discutano a livello europeo sulla determinazione delle Migliori Tecnologie Disponibili (“Processo Siviglia”). Allo scopo presso l’EIPPCB si formeranno dei gruppi di lavoro tecnici per i settori industriali particolarmente rilevanti per l’ambiente. Ai gruppi di lavoro partecipano esperti internazionali. Questi lavorano per conto dei settori industriali coinvolti, degli stati membri europei o delle associazioni ambientali. Gli esperti raccoglieranno dati aggiornati sugli effetti sull’ambiente delle relative tecnologie. Per il settore specifico descriveranno gli interventi idonei e concretamente sperimentati per il decongestionamento ambientale. Dopo intense discussioni dei gruppi di lavoro, l’EIPPCB riunirà le informazioni in documenti BREF che verranno inoltrati per la ratifica agli organi UE preposti. Sul server dell’ufficio di coordinamento si possono già consultare le prime bozze di lavoro, finché dopo ca. tre anni il documento BREF valido non verrà pubblicato. È prevista anche una revisione periodica. Ciò fa sì che le autorità che rilasciano autorizzazioni e l’opiKBA Process 2 | 2005 53 Ambiente | Direttive ecologiche nione pubblica siano informate in modo dettagliato sul massimo stato della tecnologia in tutti i settori industriali rilevanti. Documenti BREF esistono, tra l’altro, già per i settori fabbricazione della carta, industria del cemento e industria siderurgica. Documento BREF per l’industria della stampa Anche per l’industria della stampa attualmente si sta redigendo un documento BREF. Esso si riferisce agli impianti di stampa che sulla base della direttiva UE, nonché di quella tedesca 4.BImSchV, sono soggetti alla richiesta di autorizzazioni. Si tratta di impianti con una “capacità di consumo di oltre 150 kg di solventi all’ora o di oltre 200 t all’anno” (direttiva IVU, appendice I, comma 6.7) Gli impianti di stampa sono solo una delle tante categorie di impianti del documento BREF attualmente in discussione. Che si riferisce a qualsiasi trattamento della superficie con solventi, come ad es. anche alla verniciatura di serie nell’industria automobilistica e alla produzione di nastri adesivi. In breve il documento BREF viene pubblicato con la sigla STS (“Surface Treatment using Organic Solvents”). La bozza descrive da un lato le tecnologie comuni a tutti i settori, come ad es. il trattamento dei gas combusti, la gestione rifiuti ed energia, il recupero dei solventi; dall’altro vengono descritte tecnologie specifiche dei singoli settori. La descrizione per il settore degli impianti di stampa è suddivisa secondo i principali processi di stampa. Per il momento vengono trattati in modo approfondito solo quei processi di stampa i cui impianti superano, di norma, la soglia di capacità solventi di 150 kg/h o 200 t/a indicata sopra. Si tratta della stampa offset heatset, della stampa flessografica di imballaggi, della stampa rotocalco di imballaggi e della stampa rotocalcografica per illustrazioni. Non è stato ancora deciso 54 KBA Process 2 | 2005 definitivamente in che misura si tratteranno dettagliatamente anche gli altri processi di stampa. Questi possono anch’essi ricadere nell’ambito di applicazione delle normative IVU in quanto componenti di un impianto complessivo, se sono installati ad es. in un’azienda grafica di dimensioni più grosse. Gli aspetti rilevanti per l’ambiente, che vengono affrontati nel caso della stampa offset, sono le emissioni di VOC (in particolare le tecnologie per la riduzione dell’isopropanolo nel liquido di bagnatura e per la riduzione delle emissioni nel lavaggio), le quote di oli minerali nei residui di inchiostro, le acque nere inquinanti, il consumo di risorse dovuto a carta/scarti nonché il consumo energetico. La stampa offset senza acqua finora non viene trattata come processo di stampa a sé stante, ma come candidato BAT, dunque una possibilità di ridurre gli inquinamenti ambientali nella stampa offset “tradizionale” . È tutto da vedere se ciò sia ottimale, visti i parametri di rendimento tecnici divergenti e le differenze rilevanti nei valori di emissione e nei tassi di scarti – soprattutto quando si utilizza il gruppo inchiostratore corto della KBA. Seguire e sostenere lo sviluppo BREF Il processo Siviglia relativo L al documento BREF, in cui viene descritta l’industria della stampa, è iniziato nel marzo 2003. La prima bozza BREF (si veda l’estratto) è disponibile dal maggio 2004 sulle pagine Internet dell’EIPPCB. Per la pubblicazione del documento BREF definitivo si dovrà aspettare presumibilmente l’inizio del 2006. L’industria della stampa è rappresentata nel gruppo di lavoro tecnico attualmente dalle associazioni di categoria Intergraf, European Rotogravure Association (ERA) e European Waterless Printing Association (EWPA). I rappresentanti inviati sarebbero contenti di un impegno ancora più fattivo da parte delle associazioni di categoria e delle aziende grafiche, soprattutto quando si tratta di addurre dati di riferimento ed esperienze trasferibili dalla pratica quotidiana. Per molti operatori il processo Siviglia è, tuttavia, “molto lontano”, in quanto “ hanno da fare cose più importanti”. Un simile atteggiamento distaccato comporta, però, dei rischi: è possibile che nel documento BREF vengano fissate informazioni che non sono sufficientemente collegate con la realtà di tutti i giorni (ad es. rispetto alla idoneità concreta di tecnologie di decongestionamento ambientale). Queste tecnologie potrebbero ritornare un giorno nel lavoro quotidiano, se nella procedura di autorizzazio- ’autore, Dipl.-Ing. Christian Tebert, lavora presso la ÖKOPOL GmbH (http://www.oekopol.de; e-mail: [email protected]). Questa azienda di consulenza di Amburgo elabora a livello internazionale strumenti e strategie per una tutela efficiente dell’ambiente nell’azienda. Tebert si occupa di aspetti pratici, fattivi e strategici del management aziendale dell’ambiente, tra l’altro su incarico della Commissione UE, dell’Ufficio federale dell’ambiente, di diverse associazioni professionali e aziende. Come specialista per il settore della stampa egli trae il suo grande patrimonio di esperienze dal coinvolgimento in procedure di autorizzazione e dall’aver svolto un gran numero di consulenze per l’ottimizzazione di singole aziende in aziende di stampe in Europa e America latina. Egli è uno degli autori del contributo tedesco sullo stato della tecnica nell’industria della stampa, che ÖKOPOL ha redatto su incarico del Governo federale per il processo Siviglia a proposito del BREF per impianti di stampa (http://www.umweltbundesamt.de/uba-info-medien/ dateien/2457.htm). ne l’autorità che rilascia autorizzazioni pone richieste aggiuntive, difficili da eludere, facendo riferimento al documento BREF. La lettura e il commento critico delle versioni della bozza del BREF può aiutare ad impedire tutto ciò. Infatti ad es la sola ERA ha trasmesso all’EIPPCB, grazie alla partecipazione di aziende membro, 93 commenti relativi ad affermazioni inadeguate o errate contenute nella bozza BREF. Opportunità E poi il sostegno attivo allo scambio di esperienze a Siviglia può portare delle opportunità. L’integrazione degli standard ambientali tedeschi, relativamente esigenti, nel sistema di regolamentazione europeo è interessante proprio dal punto di vista degli utilizzatori tedeschi di impianti, sotto l’aspetto della concorrenza. D’altro canto si acuisce lo sguardo sulla propria azienda, quando ci si occupa dei contenuti BREF e si verificano criticamente i parametri di riferimento in essi riportati. Come mostra l’esperienza, ciò può aiutare anche a riconoscere un ulteriore potenziale di ottimizzazione dei processi. Per questo suggerisco: seguite la discussione sul documento BREF. Informatevi sul sito Web della UE sulla direttiva IVU (http://europa.eu.int/ comm/environment/ippc/ index.htm) e scaricate la bozza BREF dalla pagina Web dell’EIPPCB (http://eippcb.jrc.es/pages/ FActivities.htm). Sostenete la “vostra” associazione di categoria nella cura dei propri interessi nell’ambito della discussione specialistica europea e trasmettete eventualmente adeguate informazioni di riferimento agli esperti. La persona di riferimento per la stampa offset senza acqua è Manfred Hamann ([email protected]), membro della EWPA. Christian Tebert Handling | Macchine KBA e Metronic Semplici da comandare, molto produttive Questo contributo offre una panoramica rappresentativa sui principa- trale è la facilità di comando nell’interesse di una qualità ottimale, di li highlight tecnici delle macchine KBA e Metronic con gruppi condizioni di lavoro gradevoli, di un’altissima produttività e della inchiostratori corti senza acqua e senza viti del calamaio. Parte cen- massima flessibilità. Minore ingombro … S e si rinuncia al gruppo di bagnatura, si hanno due vantaggi sulla progettazione di un’unità di stampa: minore ingombro per l’inchiostrazione delle forme da stampa (composta adesso solo dal gruppo inchiostratore) e accesso migliore. L’accesso comodo al gruppo inchiostratore e ad altre unità è una caratteristica di tutte le macchine senza acqua della KBA e Metronic. Se poi si riduce anche il numero di rulli nel gruppo inchiostratore, e si riesce a rinunciare alle viti del calamaio e al rullo prenditore grazie ad un’alimentazione definita della quantità di inchiostro per ogni cilindro retinato, il comando della macchina si semplifica ulteriormente. Inoltre fin da subito si riesce ad automatizzare l’alimentazione con inchiostro in modo graduato, a seconda della dimensione della macchina e della consistenza degli inchiostri: con cartucce e sistemi con pompe. … crea spazio per nuove soluzioni Intanto il minor ingombro delle unità inchiostranti si ri- percuote sulla compattezza di questa nuova generazione di macchina. La Genius 52, la 74 Karat e la Cortina ne sono una testimonianza. Dato che anche la superficie di installazione e l’altezza dei locali costano soldi, questo sfruttamento più favorevole degli spazi, grazie a macchine compatte, rappresenta un vantaggio sulla concorrenza per l’azienda di stampa. L’intelligente costruzione compatta consente di applicare innovazioni ergonomiche e legate alla tecnologia dei processi, che non si riuscirebbero a realizzare in modo vantaggioso con macchine convenzionali. Infatti la torre da otto della KBA Cortina, separabile al centro – chiamata Stepin – consente, tra l’altro, una comoda manutenzione della macchina e un accesso ottimale ai cilindri portacaucciù e alle travi di lavaggio. Per mostrare come le diverse idee incentrate sulla stampa offset senza acqua siano state concretizzate, verranno discussi in successione tutti gli highlight delle relative macchine da stampa della KBA e Metronic. Dieter Kleeberg, Georg Schneider, Mike Engelhardt, Peter Benz Metronic CD-Print, Premius e oc200/oc100 I l ruolo di pioniere delle primissime applicazioni operative della stampa offset senza acqua con gruppi inchiostratori corti senza viti del calamaio è appannaggio della Metronic AG. Per la stampa di materiali non assorbenti con inchiostri speciali a tempra UV, la Metronic ha sviluppato assieme alla KBA un gruppo inchiostratore che si chiama sistema a quattro rulli Metronic ed è composto, oltre che da calamaio, anche da cilindro retinato, rullo di inchiostrazione forma, cilindro portalastra e cilindro portacaucciù – tutti dello stesso diametro. Ne consegue l’assenza di formazione di riporti su questa costruzione. Il comando delle macchine, in cui sono integrati simili gruppi inchiostratori a quattro rulli, è semplice quanto la struttura del gruppo inchiostratore Vista generale della Metronic CD-Print: a destra il mettifoglio con binari e caricatore per supporti dati, al centro la torre di stampa con i suoi quattro moduli di inchiostri stesso. E grazie alla compattezza anche qui incide positivamente il risparmio di costose superfici di installazione: ne sono sorti sistemi di stampa compatti o lunghi, ma molto stretti, con molti gruppi di stampa o altre stazioni di processo. La Metronic ha conquistato con questa tecnologia innovativa due mercati applicativi in pieno boom: la stampa di CD/ DVD con le macchine CD- Print e Premius e la stampa di schede plastificate con la oc200 e la versione di ingresso oc100. Rispetto ai processi di stampa utilizzati finora allo scopo, soprattutto la serigrafia e la stampa a tampone, la stampa offset senza acqua si distingue per l’immagine di stampa perfetta e velocità di stampa più elevate. Solo per il rivestimento in superficie dei CD/DVD la CDPrint e la Premius utilizzano la serigrafia. Quando si utilizzano i dispositivi supplementari tipici della tecnologia UV, tipo la stampa del fondo bianco per CD/DVD o il dispositivo di lavaggio/dispositivo antistatico e l’applicazione di primer per schede plastificate, nonché forni intermedi, non vi sono praticamente differenze rispetto ai processi tradizionali. La stampa UV – sia con che senza verniciatura UV – presenta il vantaggio che perfino i materiali non assorbenti si posKBA Process 2 | 2005 55 Handling | Macchine KBA e Metronic Sopra: introduzione automatica a registro sulla Metronic Premius La Metronic Premius stampa sui supporti di dati con gruppi di stampa in linea La Metronic oc200 è agile e snella, qui (da destra a sinistra) con caricatore obliquo del mettifoglio per due flussi di schede paralleli, modulo di pulizia delle schede, modulo primer, sei moduli di stampa, modulo di verniciatura, torre di essiccazione UV e modulo di emissione o rovesciamento sono finire subito. La Metronic offre come integrazione per la stampa di schede il sistema di personalizzazione Inkjet univerSYS, che stampa su schede prestampate il nome, codici ecc. in policromia, applica con impressione a caldo pellicola asportabile (ad es. per codici PIN e codici prepagati per l’attivazione di cellulari) o etichette. In alternativa si può utilizzare l’apparecchio per impressione a caldo UDA150-S. Grazie ai formati di stampa piccoli, anche i moduli sono relativamente piccoli e maneggevoli. Il cambio delle lastre – sulla Premius addirittura interamente automatico – diventa un “gioco da bambini”, e il cilindro portalastra si dispone automaticamente a registro. Si riducono tutti i tempi di avviamento e di manutenzione. Flussi di supporto da stampa paralleli sulla oc200, con rovesciamento automatico delle schede per l’inserimento nei caricatori del mettifoglio per la stampa in volta, o l’adattamento a contorni speciali nella stampa di CD sulla Premius, sono soluzioni che si sono riuscite a realizzare solo in queste dimensioni esigue. 56 KBA Process 2 | 2005 Grazie al sistema di trasporto della Metronic Premius, adattabile nella forma e in parte funzionante con aria aspirante, si possono stampare anche supporti di dati con contorni speciali Scheda della Metronic CD-Print Processo di stampa Stampa offset UV senza acqua su supporti di dati ottici Gruppi di stampa Selezionabili a piacere tra 4 e 6 moduli in linea, estraibili lateralmente, in una torre di stampa Gruppi inchiostratori Sistema Metronic a quattro rulli senza viti del calamaio e senza formazione di riporti Condizionamento Cilindri retinati e cilindro portalastra Lastre Tutti i prodotti senza acqua, digitali e analogici Finitura in linea Serigrafia o stampa flessogr. per rivest. di fondo bianco/vernice; forno UV, gr. di applicaz. del fondo e di verniciatura Supporti da stampa Supporti di dati in plastica con spessori reperibili in commercio Trasporto supporti dati su trasportatori continui Interfaccia di comando Touchscreen girevole Automazione • Allineamento dei cilindri portalastra in caso di arresto della macchina • Lavaggio di rulli, cilindro portacaucciù e cilindro portalastra • Regolazione/correzione centrale dei parametri di processo nonché avvio di stampa e lavaggio sul Touchscreen Resa di produzione Fino a 6000 disc/h Formati • CD e DVD reperibili in commercio, dimensioni particolari come opzione • Formato lastre offset 253 x 150 mm; 0,15 mm di spessore Ingombro Lu x La x Al con 4 gruppi di stampa 6486 x 2920 x 1820 mm Scheda della Metronic Premius Processo di stampa Stampa offset UV senza acqua su supporti di dati ottici Gruppi di stampa 4 unità in costruzione del tipo in linea Gruppi inchiostratori Sistema Metronic a quattro rulli senza viti del calamaio e senza formazione di riporti Condizionamento Cilindri retinati e cilindro portalastra Lastre Tutti i prodotti senza acqua, digitali e analogici Finitura in linea Gruppo doppio per serigrafia piana per rivestimento di fondo bianco e vernice/inchiostro supplementare; forno UV dopo ogni gruppo di stampa Supporti da stampa Supporti di dati in plastica con spessori reperibili in commercio Trasporto supporti dati Sistema flessibile di forme di messa a registro e di aria aspirante per equipaggiamento semplice o doppio Interfaccia di comando Touchscreen girevole Automazione • Cambio completo delle lastre a registro in 5 min • Lavaggio di rulli, cilindro portacaucciù e cilindro portalastra • Regolazione/correzione centrale dei parametri di processo nonché avvio del cambio delle lastre, della stampa e del lavaggio sul Touchscreen • Sistemi opzionali Code Check (legge il codice del supporto dati nel mettifoglio) e Print Check (controllo dell’immagine di stampa e di qualità dopo l’ultimo gruppo di stampa) Resa di produzione Fino a 7200 disc/h Formati • CD, DVD, mini-disc e contorni speciali reperibili in commercio (CD Business Card), dimensioni speciali • Formato lastre offset 404 x 150 mm; 0,3 mm di spessore Ingombro Lu x La x Al 5400 x 1300 (con mettifoglio 2180) x 2570 mm Scheda della Metronic oc200/oc100 Processo di stampa Stampa offset UV senza acqua su schede plastificate Gruppi di stampa Da 4 a 6 moduli in costruzione del tipo in linea, sulla oc100 2 moduli Split-Ink (o 2 passaggi del foglio paralleli Y+C e M+K oppure 1 solo passaggio a due colori) Gruppi inchiostratori Sistema Metronic a quattro rulli senza viti del calamaio e senza formazione di riporti Condizionamento Cilindri retinati (anche nel gruppo di verniciatura) e cilindro portalastra Lastre Tutti i prodotti senza acqua, digitali e analogici Finitura in linea Sulla oc200 modulo offset senza acqua per applicazione primer prima del primo modulo di stampa, modulo di verniciatura dopo l’ultimo modulo di stampa, forno intermedio UV dopo ogni modulo primer/modulo di stampa/ modulo di verniciatura, forno finale UV; sulla oc100 passaggi del foglio separati per primer e vernice Supporti da stampa Schede plastificate (ABS, PVC, PET, PC, PS) tra 0,5 (opzione 0,35) e 1,2 mm di spessore, con e senza Cavity (preincisioni per chip ecc.) Trasporto schede Caricatore per 500 schede, 2 flussi di supporto da stampa paralleli su trasportatori continui, sulla oc200 ritorno automatico dopo il rovesciamento per la stampa in volta Interfaccia di comando Touchscreen girevole nel modulo di uscita Automazione • Allineamento dei cilindri portalastra in caso di arresto della macchina • Controllo ottico dei „fogli doppi“ e posizione cavity • Lavaggio di rulli, cilindro portacaucciù e cilindro portalastra • Regolazione/correzione centrale dei parametri di processo nonché avvio di stampa e lavaggio sul Touchscreen Resa di produzione oc200 fino a 15.000 schede/h a 4 colori e verniciate, oc100 fino a 12.000 schede/h a 2 colori oppure fino a 6000 schede/h a 4 colori più passaggi per primer e per stampa a vernice Formati (portrait) • Schede nel formato ISO 85,5 x 54 mm • Formato lastre offset 150 x 150 mm; 0,15 mm di spessore Ingombro Lu x La x Al oc200 in equipaggiamento standard 10.540 x 755 x 2400 mm, oc100 4640 x 700 x 980 mm KBA Genius 52 e Metronic Genius 52 UV C omodo comando con un solo operatore con percorsi brevi, automazione delle principali funzioni (tra cui introduzione a registro della lastra e lavacaucciù), cambio veloce dell’ordine con solo pochi fogli di scarti di avviamento, elevata qualità di stampa anche con soggetti difficili grazie ai gruppi inchiostratori corti condizionati senza riporti, design avveniristico e straordinaria flessibilità nell’uso dei supporti da stampa per carta e cartone nonché, nella versione UV della Metronic, per diversi tipi di film plastici – queste caratteristiche rendono la Genius 52 un talento molto versatile, che tanti utenti del diffuso formato piccolo 36 x 52 cm hanno aspettato a lungo. La stampa standardizzata con la Genius 52 entra dunque anche in questa diffusa classe di formato. Una macchina a quattro o a cinque colori su soli 9 metri quadrati di superficie – ecco come si risparmiano costi per gli spazi! Al posto del quinto gruppo di stampa opzionale, in futuro sarà disponibile anche un gruppo di verniciatura a dispersione. I gruppi sono disposti facilmente accessibili intorno ad un cilindro di stampa centrale di dimensioni quadruple, cosa che fa sì che i fogli si possano stampare senza differenze di registro in un’unica chiusura delle pinze. Inoltre i grandi raggi del tamburo d’introduzione e del cilindro di stampa consentono di stampare su materiali rigidi come il cartone e la plastica. Per questioni di qualità anche i rulli di inchiostrazione forma sono dotati di caucciù, non è necessario registrare i rulli. Per operazioni di comando, pulizia e di manutenzione le protezioni si possono sollevare con un unico intervento sopra i gruppi inchiostratori e l’uscita, e quelle laterali si possono spostare verso il mettifoglio e l’uscita. Anche la console di comando con Touchscreen gire- I suoi cinque colori la Genius 52 li piazza su una superficie di installazione decisamente più piccola di una macchina in linea Il raggruppamento a V dei gruppi inchiostratori senza formazione di riporti intorno al cilindro di stampa di dimensioni quadruple procura un percorso poco curvato del foglio in un’unica chiusura delle pinze vole davanti all’unità di stampa si può spostare in direzione del mettifoglio e dell’uscita, in modo da assicurare in tutte le posizioni di lavoro un comando comodo della macchina senza spostamenti. Lo stampatore deve solo familiarizzare con poche schermate di comando molto chiare, su cui si possono leggere i dati di produzione e le principali regolazioni della macchina. L’automazione non è stata forzata a tutti i costi ma utiliz- zata, tenendo presente un rapporto prezzo-prestazioni ragionevole, solo dove è utile in funzione dei tempi di avviamento, del comando e della qualità. Un esempio è il dispositivo di cambio automatico delle lastre con un nuovo tipo di chiusura pneumatica e di sistema di messa a registro, che consente il montaggio a registro della lastra. Le nuove lastre vengono introdotte nella rispettiva barra di cambio a protezioni chiuse e poi montate automaticamente, senza che di norma siano necessarie successive correzioni della messa a registro. Ciononostante la macchina dispone di una regolazione automatica del registro laterale e circonferenziale, e quest’ultima può essere ad es. necessaria nel passaggio dalla carta al cartone o viceversa. Al termine della tiratura le lastre usate vengono spinte premendo un tasto in un vano di uscita e prelevate a mano; per ordini ripetuti si possono L’accesso ottimale alla KBA Genius 52 o alla Metronic Genius 52 UV semplifica molti lavori KBA Process 2 | 2005 57 Handling | Macchine KBA e Metronic Il sistema di cambio automatico delle lastre della Genius 52 è equipaggiato con una chiusura pneumatica di tipo nuovo Grazie alla console Touchscreen mobile lo stampatore ha sempre sotto controllo la Genius 52 riutilizzare, cosa che distingue la Genius 52 da altre macchine di questa classe di formato. Su una macchina a quattro colori l’intero cambio dura cinque minuti scarsi, su una macchina a cinque colori circa sei minuti. Anche il cambio rapido di singole lastre, ad es. nel quinto gruppo di stampa per la stampa in lingue diverse all’interno di una serie di selezioni in quadricromia, si può avviare dalla console di comando. Da un efficiente mettifoglio a squame, con separazione del bordo posteriore e testina di aspirazione alloggiata su un lato, i fogli vengono guidati verso l’entrata dalla pila di alimentazione attraverso una tavola mettifoglio a nastri aspiratori, che dispone tra l’altro di un controllo elettropneumatico dei fogli disallineati e di mancanza fogli. Tramite un tamburo d’introduzione doppio i fogli poi vengono consegnati alle pinze del cilindro di stampa. All’uscita i fogli arrivano attra- A 46 Karat nche se la macchina da stampa offset digitale 46 Karat non è uno sviluppo della KBA (si basa infatti sulla Ryobi 3404 DI), vi sono comunque aspetti nella filosofia che concordano. Infatti sulla 46 Karat così come sulla 74 Karat, sviluppata dalla KBA, i cilindri portalastra e i cilindri portacaucciù di dimensioni doppie sono equipaggiati a coppia, così servono solo due invece di quattro testine di esposizione. E su entrambe le macchine il cilindro di stampa centrale è di dimensioni triple. Nonostante la 46 Karat non disponga di gruppi inchiostratori corti, si è 58 KBA Process 2 | 2005 verso un sistema di pinze a catena con polverizzatore antiscartino integrato. Un frenafogli pneumatico e pareggiafogli per bordi laterali e bordo posteriore procurano una formazione precisa della pila. Il prelievo dei fogli di controllo avviene premendo un tasto. Scheda della KBA Genius 52 e della Metronic Genius 52 UV Processo di stampa Stampa offset a fogli senza acqua per prodotti commerciali ed etichette o stampa offset a fogli UV senza acqua per film plastici e schede plastificate Gruppo di stampa 1 satellite a quattro colori (a V) con cilindro di stampa centrale di dimensioni quadruple (stampa a registro in un’unica chiusura delle pinze), opzione 5. colore Gruppi inchiostratori KBA/Metronic senza viti del calamaio e riporti (densità dei toni pieni e valore tonale secondo ISO 12647) Condizionamento Cilindri retinati e cilindro portalastra Lastre Tutti i prodotti senza acqua, digitali e analogici Rovesciamento del foglio Assente Finitura in linea Gruppo di vernic. al posto del 5. gruppo inchiostr. (in preparazione); gruppo di vernic. e forno UV sulla Genius 52 UV Tipi supporto da stampa Carta e cartone leggero, sulla Genius 52 UV supporti da stampa non assorbenti (film plastici, materiali composti, materiali metallizzati) Spessori supporti stampa Da 0,06 fino a 0,35 mm; da 0,1 fino a 0,5 (opzione 0,8) mm sulla Genius 52 UV Interfaccia di comando Console Touchscreen mobile e girevole accanto all’uscita Automazione • Cambio completo delle lastre a registro in meno di 5 min • Lavacaucciù, come opzione disp. di lavaggio della camera della racla; lastra di lavaggio per gruppo inchiostr. • Sul Touchscreen regolazione/correzione centrale per formato, spessore dei supporti da stampa e registro circonferenziale/laterale per i cilindri portalastra nonché avvio di cambio delle lastre, stampa e lavaggio Resa di produzione In funzione di materiale e soggetto fino a 8000 fg/h Formati (landscape) • Max. formato del foglio 360 x 520 mm • Min. formato del foglio 210 x 297 mm (A4) • Max. formato di stampa 350 x 510 mm (margine di pinza 10 mm), 340 x 500 mm sulla Genius 52 UV • Formato della lastra 404 x 540 mm; 0,3 mm di spessore Altezze della pila Sul mettifoglio 500 mm, sull’uscita 400 mm; cambio della pila nonstop opzionale Ingombro Lu x La x Al 2300 (UV 4170) x 3278 x 1906 mm (con Touchscreen/gradini, senza armadio di ventilazione/gruppo acqua fredda e unità di esposizione termica CtP disponibile come opzione Creo Lotem 200K) comunque riusciti a realizzare una macchina molto compatta dall’ingombro di una macchina a due colori convenzionale. Chi opta per la 46 Karat al posto dell’originale, usufruisce dell’apprezzato service e supporto da parte della KBA in tutto il mondo, notoriamente di alta qualità, e gode delle funzioni esclusive come l’utilizzo degli inchiostri da stampa Eppleaniva che estendono lo spazio cromatico, e su richiesta sono inclusi il relativo software e la Nella semplicità di comando della 46 Karat rientra anche il cambio semplificato dei rotoli di forme da stampa soluzione per bozze digitali Power-Mix. Nel Direct Imaging vengono utilizzate le unità di esposizione ProFire della Presstek, che espongono le forme in poliestere PEARLdry-Plus ad asportazione laser. Il loro dispositivo di svolgimento e avvolgimento è situato nei due cilindri portalastra. Grazie a questa costruzione sono assicurati un montaggio ottimale e una stampa a registro. L’esposizione a 18.000 giri cil./h avviene quando i cilindri portalastra sono disinnestati, e dura a metà risoluzione complessivamente solo 2,3 minuti per tutti i quattro colori. Dalla drupa 2004 è disponibile la 46 KaratPLUS, che è equi- paggiata con il laser ProFire Excel, dalla scrittura più fine e compatibile con il retino FM, che richiede forme da stampa Presstek apposite. Inoltre un nuovo software per il programma di inchiostrazione procura la regolazione ottimale del profilo d’inchiostrazione fin dall’avvio, e dunque un’ulteriore riduzione degli scarti di avvia- Scheda della 46 Karat e della 46 KaratPLUS Processo di stampa Stampa offset a fogli Direct-Imaging senza acqua per prodotti commerciali Gruppo di stampa 1 satellite a quattro colori (a V) con cil. di stampa centrale di dimensioni triple (stampa a registro in un’unica chiusura delle pinze) e 2 cil. portalastra e portacaucciù di dimensioni doppie (doppio Y+C e M+K) Gruppi inchiostratori Tipo Ryobi con dosaggio sulla larghezza della zona (14 rulli, tra cui 1 rullo prenditore e 4 rulli applicatori) Condizionamento Cilindro portalastra Forme da stampa (rotolo) Attualmente Presstek PEARLdry Plus, per la 46 KaratPLUS Presstek ProFire Excel Media Esposizione On-press • Asportazione con laser termico Presstek ProFire-Multibeam, per la 46 KaratPLUS Presstek ProFire Excel • Max. risoluzione 2540 dpi con spot laser min. di 2 µm (retino da 80), min. spot laser Excel 16 µm (retino da 120 e FM) • Frontend digitale (Presstek DI-rip) per l’integrazione nel workflow PDF o PostScript con scenario per bozze digitali (tra cui opzione „KBA Power Mix“ per Konica Minolta CF 9001 per la simulazione della serie di inchiostri Euro Aniva) Rovesciamento del foglio Assente Finitura in linea Assente, ma forno IR Tipi supporto da stampa Carta patinata lucida o opaca e cartone leggero Spessori supporti stampa Da 0,06 fino a 0,30 mm Interfaccia di comando Quadro di comando centrale accanto all’uscita Automazione • Tensionamento delle forme da quattro rotoli integrati nel cilindro portalastra (28 ordini) e avvolgimento delle forme stampate (30 s per tutti i 4 colori) • Dispositivi di lavaggio per rulli inchiostratori, cilindro portacaucciù e cilindro portalastra • Regolaz./correz. centralizzata del profilo delle zone d’inchiostr. dal quadro di comando centrale (densitometro a scansione opz.) nonché avvio del cambio lastre, dell’esposiz. a registro, della stampa e del lavaggio Resa di produzione In funzione di materiale e soggetto fino a 7000 fg/h Formati (portrait) • Max. formato del foglio 460 x 340 mm • Min. formato del foglio 100 x 90 mm • Max. formato di stampa 450 x 330 mm (area di esposizione); 0,18 mm di spessore • Forma da stampa larga 340 mm e spessa 0,18 mm Altezze della pila Su mettifoglio e uscita 400 mm Ingombro La x La x Al 3280 x 1970 x 1680 mm (con gradini, senza quadro di comando centrale/armadio di ventilazione) L a 74 Karat è interessante parimenti per fornitori di servizi media di prepress, offset e di stampa digitale, che desiderano entrare nell’ambito delle piccole tirature con stampa offset di alta qualità nonché nel collaudo di stampa e nella stampa di tirature preliminari. È ormai già da cinque anni che la 74 Karat si rivela molto affidabile nell’uso quotidiano, facendosi un nome soprattutto per l’elevata qualità di stampa e l’economicità in un vasto ambito di tiratura. Si tratta della prima macchina offset a foglio in cui è stata realizzata la tecnologia dei gruppi inchiostratori corti senza viti del calamaio e senza formazione di riporti. Le sue peculiarità costruttive sono i due cilindri portalastra e portacaucciù di dimensioni doppie con doppio equipaggiamento e il cilindro di stampa di dimensioni triple, cosa che rende questa macchina per il mezzo formato più compatta di una macchina in linea a quattro colori di 74 Karat questo formato. Come sulla Genius 52 e sulla 46 Karat, anche sulla 74 Karat la stampa a registro è assicurata in un’unica chiusura delle pinze. Le lastre di alluminio Presstek-PEARLdry vengono prelevate automaticamente da cas- sette di distribuzione, montate ed esposte a registro. L’esposizione digitale diretta di tutte le quattro lastre avviene in contemporanea mediante due unità di esposizione. Le macchine possiedono laser ad asportazione termica della Compattezza, chiarezza e buon accesso sono tre caratteristiche salienti della 46 Karat mento. In caso di tirature più elevate adesso con il nuovo dispositivo preimpilatore si possono preparare altri supporti durante la tiratura di produzione, oppure perfino preparare il materiale per l’ordine successivo. E con il WEKO AP110 viene impiegato un potente dispositivo antiscartino che consente una polverizzazione ottimale con consumo ridotto di antiscartino. Come moduli di automazione sono presenti, tra l’altro, dispositivi di lavaggio per rulli inchiostratori, cilindro portacaucciù e cilindro portalastra, e le lastre vengono lavate utilizzando un rotolo di tessuto. Creo, famosi per l’elevata qualità di esposizione. L’esposizione da RIP fa parte del comando con un solo operatore, viene dunque avviata e sorvegliata dallo stampatore. Un cambio ordini completo, compresi lavaggio del caucciù, cambio delle lastre, esposizione On-press, lavaggio e inchiostrazione delle nuove lastre dura, a seconda Sotto: ai gruppi inchiostratori (qui lo stampatore sta inserendo un calamaio), alle cartucce di inchiostro e ai caricatori di lastre si accede sulla 74 Karat senza problemi aprendo la porta della macchina da stampa sul retro La 74 Karat è una macchina offset a foglio a quattro colori per il comando con un solo operatore KBA Process 2 | 2005 59 Handling | Macchine KBA e Metronic Sinistra: cartucce rapide da cambiare assicurano sulla 74 Karat un’alimentazione continua con inchiostro senza lunga mancanza di inchiostro Destra: per la pulizia del gruppo di verniciatura o la sostituzione del caucciù per verniciatura lo stampatore sulla 74 Karat apre il carter sul lato superiore della macchina dell’ordine, circa 17 minuti. Con questi tempi medi e gli scarti di avviamento di massimo dieci fogli, gli ordini si possono pianificare e calcolare a livello di tempi e di costi in modo più preciso che mai. Grazie all’integrazione in un workflow PDF o PostScript, inclusi gli scenari per bozze digitali, bozze a distanza e bozze labili su monitor basate su Internet con corrispondenza precisa dei colori, combinati con le condizioni di stampa calibrate del gruppo inchiostratore Gravuflow, è possibile prevedere e ripetere in qualsiasi momento i risultati della stampa. Questo consente senza particolare impegno una stampa offset di qualità standardizzata sia sul posto sia nella stampa distribuita su diversi siti. Molti utenti sono riusciti a sviluppare con la loro 74 Karat nuovi modelli commerciali che prima venivano dichiarati non sostenibili o irrealizzabili. Dal momento dell’introduzione del gruppo di verniciatura a dispersione integrato – in combinazione con un forno IR/ forno ad aria calda sopra l’uscita – in occasione della IPEX 2002, tutti gli acquirenti della 74 Karat hanno optato per questa variante di equipaggiamento. Perché con la verniciatura le stampe non solo ottengono una 60 KBA Process 2 | 2005 maggiore brillantezza, ma si possono anche ristampare immediatamente oppure lavorare in legatoria dopo circa un’ora. Un particolare highlight dell’handling è il fatto che la pila di stampa in bianca stampata non deve essere rovesciata per la stampa in volta (non importa se immediatamente con la stessa serie di forme da stampa oppure dopo un nuovo ciclo di esposizione), ma può essere portata sotto il mettifoglio a squame solo girata di 180˚. Ciò è possibile perché l’introduzione dei fogli verso il cilindro di stampa avviene dal basso. Il mettifoglio e l’uscita si trovano sullo stesso lato della macchiScheda della 74 Karat Processo di stampa na, cosa che risparmia allo stampatore percorsi inutili. Solo per il cambio delle cartucce di inchiostro, i cui livelli di riempimento si possono controllare attraverso delle finestre nella parete posteriore della macchina a forma di porta, e per lavori di pulizia e di manutenzione, lo stampatore deve recarsi sul lato posteriore della macchina. Un’opzione interessante è l’equipaggiamento della macchina per la stampa di film plastico. Con un solo percorso del foglio per spessori dei supporti da stampa più grandi (ad es. cartoni più spessi), dispositivi di lavaggio modificati, un di- spositivo antistatico, un gruppo calamaio proprio (che evita l’oneroso lavaggio nel caso di cambio degli inchiostri) e caucciù dalle caratteristiche di trasferimento dell’inchiostro adattate, nonché ovviamente inchiostri da stampa e vernici a dispersione speciali, si riescono a stampare numerose schede plastificate anche senza tecnologia UV. Una grande impressione nei visitatori della drupa l’ha suscitata perfino la conversione di motivi grafici lenticolari (effetti 3D, sequenze di immagini ed effetti immagini mutevoli) con l’aiuto del software Litho3D Karat della HumanEyes Technologies Ltd. Stampa offset a fogli Direct-Imaging senza acqua per prodotti commerciali, etichette o imballaggi nonché collaudi di stampa e tirature preliminari Gruppo di stampa 1 satellite a quattro colori (a V) con cil. di stampa centrale di dimensioni triple (stampa a registro in un’unica chiusura delle pinze) e 2 cilindri portalastra e portacaucciù di dimensioni doppie (equip. doppio Y+C e M+K) Gruppi inchiostratori Gravuflow senza viti del calamaio e riporti (densità dei toni pieni e valore tonale secondo ISO 12647) Condizionamento Cilindri retinati e cilindro portalastra Lastre Attualmente solo Presstek PEARLdry (alluminio), (lastre Creo sono in fase di sviluppo) Esposizione On-press • Asportazione con laser termico Creo con 40 diodi laser IR per ogni testina di esposizione • Max. risoluzione 2540 dpi con spot laser min. di 15 µm (min. retino da 80) • Frontend digitale (Creo Brisque) per l’integrazione nel workflow PDF o PostScript con scenari per bozze digitali Rovesciamento del foglio Assente Finitura in linea Gruppo di verniciatura a dispersione integrato con forno IR/forno ad aria calda Tipi supporto da stampa Carta patinata lucida o opaca e cartone leggero, nell’opzione per stampa su plastica cartone medio, materiali composti e film plastici Spessore supporti stampa Da 0,06 fino a 0,3 mm, nell’opzione per stampa su plastica fino a 0,5 mm Pesi supporti da stampa Da 60 fino a 350 g/m2, con verniciatura da 90 g/m2 Interfacce di comando Quadro di comando centrale e sull’uscita Automazione • Introduzione della lastra da due cassette da 20 (per 10 ordini) ed espulsione delle lastre stampate • Dispositivi di lavaggio per rulli di inchiostrazione forma, cilindro portacaucciù e cilindro di stampa • Sul quadro di comando centrale regolazione/correzione centralizzata per formato, spessore dei supporti da stampa e registri nonché avvio di cambio delle lastre, esposizione a registro, stampa e lavaggio • Alimentazione con inchiostro da cartucce da 2 kg Resa di produzione In funzione del materiale e del soggetto fino a 10.000 fg/h, con gruppo di verniciatura 8000 fg/h Formati (landscape) • Max. formato del foglio 740 x 520 mm • Min. formato del foglio 297 x 210 mm • Max. formato di stampa 735 x 508 mm (area di esposizione) Altezze della pila Su mettifoglio e uscita 600 mm Ingombro La x La x Al 3880 x 2310 x 2400 mm (con gr. di vernic., senza quadro di comando/armadio di venti./gruppo acqua fredda) C ontrariamente alla 74 Karat, la KBA Rapida 74 G si rivolge a tutte quelle aziende di stampa che dispongono di un workflow CtP termico. Essa riunisce il meglio del mondo della Karat e della Rapida – non c’è dubbio che la KBA con questa macchina pone nel mezzo formato un nuovo metro di misura. Gli utenti possono infatti godere in pieno della tecnologia Gravuflow della 74 Karat: grazie all’assenza di preimpostazioni legate all’inchiostrazione, Gravuflow riduce sulla Rapida i tempi di cambio degli ordini e consente un lavoro senza stress assicurando a partire dal decimo foglio, per l’intera tiratura e da tiratura a tiratura, una stabilità di inchiostrazione e di messa a registro ottimali, nonché una tendenza alla formazione di riporti ormai vicina allo zero per stampe su superfici perfette. Questi pregi sono connessi con i vantaggi della flessibile costruzione del tipo in linea: elevata flessibilità nell’uso dei supporti da stampa, impiego di diversi tipi e combinazioni di verniciatura (a dispersione, primer/UV/vernici per effetti speciali; verniciatura di superfici e verniciatura spot) compreso il prolungamento dell’uscita, da due fino a otto unità di stampa opzionali, posizionamento libero dei dispositivi di voltura dei fogli. Ovviamente la macchina presentata alla drupa 2004 si basa sull’ultima generazione di Rapida 74, che offre più che solo un nuovo design. Il potente mettifoglio singolarizza in modo affidabile la carta sottile fino alle tavole plastificate molto rigide. Mediante il sistema a depressione a più camere della tavola mettifoglio a nastri aspiratori, adattabile in funzione del supporto da stampa, i fogli vengono guidati in modo sicuro all’alimentazione rotativa dei fogli. Questa è composta da un tamburo di aspirazione, un tamburo dell’immissione monogiro e un tamburo alimentatore di dimensioni doppie. Quest’ultimo consente di compensare mediante inclinazione errori di taglio del supporto da stampa. I KBA Rapida 74 G Questa 74 G mostra già esteriormente la sua propensione per la variegata stampa su plastica: torre Corona, quattro unità di stampa con gruppo inchiostratore Gravuflow, gruppo di verniciatura e prolungamento dell’uscita. Sopra la cappa dell’uscita chiusa è situato il nuovo Air Clean System (ACS), che fornisce un contributo decisivo per la riduzione della polvere e delle emissioni sistemi a pinze della macchina da stampa con corone di contatto del cilindro Rapida 74 sono regolati in modo tale da poter lavorare l’intera gamma di supporti da stampa senza interventi manuali. Grazie alla posizione sulle ore 7 del cilindro di stampa, di dimensioni doppie rispetto al cilindro portacaucciù, la consegna o la voltura del foglio avvengono solo al termine dalla stampa dell’intero formato, cosa che minimizza i problemi di trasporto del foglio e aumenta la qualità di stampa. Regolazioni ottimali dei ventilatori per il trasporto del foglio senza contatto si possono memorizzare sul quadro di comando centrale Ergotronic in funzione del supporto da stampa e dell’ordine specifico. Da lì si riesce anche a convertire nel giro di due minuti la modalità di funzionamento passando dalla stampa in bianca alla stampa in bianca e volta. Le opzioni per la stampa su cartone e su plastica comprendono, oltre all’aumentato spessore dei supporti da stampa, dispositivi supplementari. La torre Corona, un’esclusiva della macchine KBA Rapida, aumenta nell’ambito dei millisecondi la tensione superficiale dei film plastici non trattati, più economici, i quali presentano così un comportamento nella presa d’inchiostro migliore e definito in modo preciso Scheda della KBA Rapida 74 G Processo di stampa Stampa offset a fogli senza acqua per prodotti commerciali, etichette e imballaggi Gruppi di stampa Scelta libera da 2 fino a 8 in costruzione del tipo in linea, cilindri in posizione sulle 7 Gruppi inchiostratori Gravuflow senza viti del calamaio e riporti (densità dei toni pieni e valore tonale secondo ISO 12647) Condizionamento Cilindri retinati e cilindro portalastra Lastre Attualmente solo Toray Waterless Plates Rovesciamento del foglio A piacere Finitura in linea Opzione vernice/doppia verniciatura, strategia di forno modulare (IR, ad aria calda/aria fredda, UV) Tipi supporto da stampa Dalla carta sottile fino al cartone e supporti da stampa non assorbenti (film plastici, materiali composti, materiali metallizzati); equipaggiamenti opzionali per stampa su cartone e su plastica, tra cui torre Corona Spessore supporti stampa Da 0,06 fino a 0,5 mm, espandibile come opzione fino a 1,0 mm Interfacce di comando Quadro di comando centrale Ergotronic e sull’uscita Automazione • Sistema di cambio delle lastre a registro SPC • Disp. di lavaggio per cil. retinato/rullo di inchiostrazione forma, cil. portacaucciù e cil.di stampa • Integrazione completa in KBA Opera e nell’ambiente JDF • Sul quadro di comando regolaz./correz. centralizzata di formato, spessore dei supporti da stampa e registro circonf./laterale/diagonale (Automatic Camera Register Control opzionale) nonché avvio di stampa e lavaggio • Alimentazione con inchiostro da cartucce da 2 kg Resa di produzione In funzione del materiale e del soggetto fino a 15.000 fg/h (anche 8 gruppi di stampa nonché stampa in bianca e volta) Formati (landscape) • Max. formato del foglio 520 x 740 mm, in stampa in B+V 520 x 740 mm • Min. formato del foglio 210 x 297 mm, in stampa in B+V 300 x 297 mm • Max. formato di stampa 510 x 730 mm (margine di pinza 10 mm), B/V 500 x 730 mm • Formato della lastra 557 x 743 mm (inizio copia 24 mm) • Formato del caucciù 630 x 745 mm • Formato verniciatura caucciù/lastra di verniciatura 565 x 750/565 x 740 mm Altezze della pila Su mettifoglio e uscita 1100 mm standard; opzioni: 1350 mm e dispositivi nonstop Ingombro e altre funzioni come la serie base Rapida 74 KBA Process 2 | 2005 61 Handling | Macchine KBA e Metronic KBA Cortina Due collaboratori KBA innovativi, responsabili dello sviluppo e il perfezionamento della stampa offset senza acqua e senza viti del calamaio, senza i quali la Cortina non esisterebbe: Peter Benz, responsabile progetti KBA Cortina (a sin.), e Georg Schneider, responsabile dello Sviluppo delle rotative C aratteristica unica più importante e innovazione di base fondamentale della KBA Cortina è la costruzione come rotativa offset per giornali senza acqua, senza viti del calamaio, senza ingranaggi e compatta. Grazie a questa strategia pensata per la stampa dei giornali economica, ecologica e di alta qualità del 21. secolo, si sono potute realizzare per la prima volta altre innovazioni, compreso vantaggi nel comando. Soprattutto grazie alla stampa senza acqua si riescono finalmente a superare molti problemi pratici, noti già da tempo, della stampa dei giornali offset a umido, e a ridurre parametri di processo difficilmente gestibili, o gestibili solo con grande impegno, ad una misura che si riesce a padroneggiare perfino a velocità elevate in modo ergonomico: elevati scarti di avviamento, qualità di stampa dipendente dall’operatore, preparazione del liquido di bagnatura, regolazione e manutenzione dei gruppi di bagnatura, equilibrio inchiostro-liquido di bagnatura o grado di emulsione, sporcarsi degli inchiostri da stampa, assunzione d’inchiostro troppo bassa, differenze nella riproduzione dei colori, sporcizia della macchina in seguito a nebulizzazione d’inchiostro, effetto fanout (in seguito all’allungamento per umidità crescita laterale Prima di poter montare le lastre nella Cortina, bisogna piegarle su entrambi i lati, sia per il cambialastre semiautomatico che per quello interamente automatico opzionale PlateTronic A della banda di carta da gruppo di stampa a gruppo di stampa) e dunque nuovi problemi di messa a registro, oscillazioni della tensione della banda dovuti all’acqua con conseguenze per la messa a registro – molti dei punti legati al processo che gli stampatori offset a umido-coldset conoscono benissimo hanno perso notevolmente di significato sulla Cortina. Ciò si è ottenuto concentrandosi sull’essenziale, senza soluzioni tecniche ed elettroniche compensative sempre più complesse e perciò soggette a guasti. Fino alla maturità operativa del processo sono state eseguite, con un lavoro di sviluppo sistematico, oltre 350 prove di inchiostrazione in cui sono state stampate oltre 1500 bobine di carta. La costruzione compatta, unica nel suo genere finora nella stampa dei giornali, consente un elevato numero di pagine prodotte e un’elevata capacità L’alimentatore per lastre automatico della Cortina richiede solo il semplice inserimento delle lastre nel vano di alimentazione, al resto ci pensa il sistema pneumatico optoelettronico (foto: KBA) 62 KBA Process 2 | 2005 di inchiostrazione su spazio ridottissimo. Grazie al sistema modulare la macchina si può configurare per gli spazi di volta in volta disponibili: come impianto a pavimento con tutti i gruppi su un livello, in modo da poter essere installata ad es. in edifici industriali standard, oppure come impianto con un livello di comando principale e una sottostruttura per l’alimentazione della carta. Alla compattezza contribuiscono anche Sinistra e sopra: l’utilizzo di lastre portacaucciù consente l’esecuzione estremamente sottile del canale di serraggio minigap. La chiusura è pneumatica Lo sportello di serraggio pneumatico dell’introduzione automatica della lastra fa parte della tecnologia minigap sulla Cortina [1] Bordo anteriore della lastra [2] Tubo flessibile senza aria [3] Sportello di serraggio con connettore a molla la sovrastruttura e la piegatrice. In genere le torri da otto alte 3,70 m si possono anche impilare fino a diventare torri da sedici di 8,40 m, in modo da sfruttare eventualmente l’altezza esistente. Questa possibilità di configurazione in torri da sedici compatte consente, inoltre, di realizzare quando serve un Sopra: cambialastre semiautomatici sono standard sulla KBA Cortina Sotto: quando la lastra portacaucciù è inserita, entra in azione il dispositivo tendicaucciù autoregolante cambio “al volo” della sovrastampa fino a 4/4 colori in modo più conveniente rispetto a prima. Presupposti ideali allo scopo – così come per l’eventuale integrazione successiva di sistemi di esposizione Computer-to-Press – li offre l’equipaggiamento delle unità di stampa senza ingranaggi e senza olio con un azionamento AC per ogni cilindro e gruppo inchiostratore. A queste condizioni è più facile ed economica anche la stampa decentrata, quando è combinata con una trasmissione digitale dei dati e il Computer-to-Plate sul posto. Un altro highlight è il cambio automatizzato delle lastre. Tutte le lastre piegate sui due bordi vengono posizionate per la preparazione davanti al relativo gruppo di stampa; ciò può avvenire a produzione in corso. Con l’alimentatore automatico per lastre lo stampatore spinge le lastre solo nei rispettivi vani di alimentazione, e in pochi secondi vengono montate a registro da un dispositivo pneumatico. Se vuole, l’azienda grafica può anche optare per la soluzione semiautomatica, in cui le lastre devono essere messe a mano in modo preciso sul dispositivo di alimentazione. Per quanto riguarda l’espulsione delle lastre stampate i due sistemi non si differenziano. Sia i cilindri portacaucciù che i cilindri portalastra sono progettati per subire poche vibrazioni. Utilizzando l’affidabile tecnologia minigap, già sperimentata nelle serie per la stampa di giornali e per la stampa di prodotti commerciali Commander 6/2 e Compacta, le linee di contatto per il montaggio pneumatico del caucciù (realizzato come “lastra portacaucciù”) e della lastra vengono ridotte a pochi millimetri. Ciò evita il pericolo della formazione di striature con larghezze elevate della banda e alte velocità. Ottimo è l’accesso alle unità di stampa in occasione dei lavori di manutenzione, ad es. per il cambio del caucciù. Premendo un tasto si riescono a separare le torri da otto mediante motore elettrico. Dato che lo stampatore può entrare comodamente nell’unità di stampa aperta come attraverso una porta, la KBA definisce questa soluzione “STEPIN”. Per un’eventuale sostituzione dei rulli inchiostratori i gruppi inchiostratori si possono scostare parzialmente. Una qualità di stampa costante e un impegno manuale minimo in occasione dei lavori di pulizia e di manutenzione erano le intenzioni quando si è optato per blocchi automatici dei rulli e per lavacaucciù automatici. Nel gruppo inchiostratore corto Newsflow i blocchi automatici dei rulli procuraSinistra: STEPIN – basta premere un tasto, e l’unità di stampa si allarga al centro tra i cilindri portacaucciù opposti KBA Process 2 | 2005 63 Handling | Macchine KBA e Metronic Cilindro portalastra Cilindro retinato La regolazione dei rulli inchiostratori sulla Cortina – qui senza gruppo inchiostratore montato – è sempre ottimale grazie ai blocchi automatici dei rulli. Lo schema a sinistra spiega la disposizione: [1] Rulli di inchiostrazione forma di gomma, [2] Rullo inchiostratore oscillante in Rilsan, [3] Rulli gommati; [A] Perno di un rullo di inchiostrazione forma, [B] Cilindri pneumatici accostati/scostati, [C] Fissaggio di un blocco dei rulli, [D] Fissaggio di un rullo gommato, [E] Blocco dei rulli, [F] Supporto rulli (foto: Kleeberg) no una regolazione ottimale e costante tra i rulli e rispetto alla lastra. E i lavacaucciù, proposti a scelta con rotoli di tessuto asciutto o imbevuto, permettono una pulizia ottimale dei caucciù. Anche per quanto riguarda la sovrastruttura e la piegatrice la KBA Cortina si distingue per la struttura facile da comandare e poco ingombrante. Infatti il sistema di introduzione a catene riduce decisamente l’impegno per il comando, la struttura delle barre di rovescio è compatta ed ergonomica, e per la piegatrice – l’unico gruppo in cui è ancora necessario l’olio – la KBA si rifà ai modelli sperimentati KF 3 o KF 5. Con la sua moderna tecnica del quadro di comando centrale e i suoi moduli di automazione la KBA Cortina si può, ovviamente, integrare in un sistema informativo gestionale (MIS). Le apposite interfacce per scenari di workflow tipici della stampa di giornali sono già presenti nella strategia di collegamento in rete KBA Opera. 64 KBA Process 2 | 2005 Foto a destra: mediante un ascensore si accede facilmente ai quattro gruppi di stampa sovrapposti Scheda della KBA Cortina Processo di stampa Stampa offset a bobina coldset senza acqua per giornali e prodotti semicommerciali Unità di stampa Selezionabili a piacere per 16, 32, 48, 64, 80 pagine in torri da 8 e da 16 compatte, separabili (strategia STEPIN), opzioni di cambio della sovrastampa, ogni unità a 4/4 colori con principio caucciù-caucciù, motori indipendenti per ogni cilindro e gruppo inchiostratore come novità mondiale nella stampa offset (niente olio nella macchina), tecnologia minigap con poche vibrazioni per cilindro portalastra e cilindro portacaucciù Gruppi inchiostratori Newsflow senza viti del calamaio con 2 rulli appl. (densità dei toni pieni e valori tonali secondo ISO 12647) Condizionamento STC (Surface Temperature Control) per cilindri retinati e cilindro portalastra, mediante curve di condizionamento editabili si può controllare la densità dei toni pieni Lastre Attualmente Toray Waterless Plates, Presstek PEARLdry e KPG Scorpion, test positivi con prototipi di altri fornitori di lastre Cambiabobine/introduzione A seconda della configurazione tra 32 e 96 pagine con 1 fino a 6 cambiabobine KBA Pastomat (incl. Pastomat RC per 1500 mm di diametro delle bobine, sist. di introduz. a catene con comando poco impegnativo) Guida del nastro Nelle unità di stampa solo verticale Sovrastruttura Dispositivi di voltura e imbuti di piegatura compatti, sistema di introduzione a catene Finitura inline Perforazione longitudinale e trasversale, piegatrici a ganasce KBA KF3 (2:3:3) o KF5 (2:5:5), apparecchi per cucitura nastri e cucitura di quinterni, seconda piega longitudinale ecc. Tipi supporto da stampa Tutta la carta Newsprint reperibile sul mercato e carta per giornali patinata Interfacce di comando Da 1 a 2 modernissimi quadri di comando centrale, pannelli periferici sulle unità di stampa Automazione • Sistema di cambio a registro delle lastre semiautomatico o interamente automatico per lastre piegate sui bordi (in opzione con PlateTronic A) • Disp. di lavaggio per cil. retinato/rullo di inchiostrazione forma e cil. portacaucciù (Baldwin, Elettra) • Possibile l’integrazione totale in KBA Opera • Sul quadro di comando centrale regolaz./correz. centralizzata per condizionamento, formato, qualità del supporto da stampa, blocchi dei rulli e registro circonf./laterale nonché avvio di stampa e lavaggio • Diverse opzioni di misurazione e regolazione (ad es. registro dei colori e registro di taglio) • Alimentazione con inchiostro tramite condutture/pompe • Regolazione dei blocchi dei rulli • Funzione imprinter opzionale fino al cambio „al volo“ delle lastre a 4/4 colori Resa di produzione Fino a 80.000 copie/h in produzione doppia a 40.000 giri cil./h Formati Qualsiasi all’interno della larghezza semplice e doppia, ad es. • Macchina beta presso la reiff di Offenburg: sezione da 1x16 pagine nel formato berlinese interamente a 4/4 colori, max. largh. della banda 1260 mm, circonferenza del cil. 940 mm, lungh. di taglio in fogli 470 mm • Prima installazione presso la Rodi Rotatiedruk di Broek op Langedijk in Olanda: 3 torri da 8 per 48 pag. broadsheet o 96 pag. tabloid interamente a 4/4 colori (1 torre con cambio automatico delle lastre), max. larghezza della banda 1680 mm, circonferenza del cilindro 1156 mm, lunghezza di taglio in fogli 578 mm Ingombro 1 livello di comando (torre da 8) alto 3,7 m (adatto per molti edifici industriali esistenti), 2 livelli di comando (torre da 16) alti 8,4 m, con o senza sottostruttura per cambiabobine Applicazioni | Statement La stampa offset senza acqua – si continua a sentirne parlare. Esiste veramente, è morta … o non ci si fa più caso perché è diventata ovvia? E invece si, esi- A che punto è oggi la stampa offset senza acqua? ste, è più forte che mai. S olo che il processo ha preso una strada che nessuno poteva prevedere dieci anni fa. Gli slogan di allora, tipo brillantezza, minor incremento dei valori tonali, retini finissimi, senza spessori degli strati d’inchiostro o semplicemente altissima qualità di stampa valgono ancora oggi. Però si sono aggiunti sviluppi come Direct-Imaging, CtP termico, tecnologia dei gruppi inchiostratori anilox o corti, inchiostri su base d’acqua, stampa dei giornali senza acqua, essiccazione UV ecc. – dunque argomenti difficilmente da applicare senza stampa offset senza acqua, ambito in cui quest’ultima si è creata un dominio. Se dieci anni fa in Germania erano a malapena 100 le aziende “imperterrite” che si occupavano di stampa offset senza acqua, adesso sono molto più di 800. Alla drupa 2004 la KBA ha mostrato la nuova Rapida 74 G presso lo stand del partner marks-3zet (foto: Kleeberg) Stampa commerciale Stampa digitale Dove sono queste aziende, cosa stampano e su cosa? – Intanto vi è sempre la base. Stampatori commerciali di tutte le dimensioni, dalla macchina monocolore a quella a 12 colori di tutte le classi di formato, con prepress analogico o digitale. Si sfruttano i vantaggi qualitativi e i risparmi sui costi della stampa offset senza acqua. Non di rado anche la tutela dell’ambiente e della salute svolge, ovviamente, un ruolo determinante: solo con la stampa offset senza acqua in effetti è possibile stampare a livello industriale su qualsiasi supporto da stampa e al 100% senza IPA e sostituti. Poi la stampa offset digitale. È iniziata come tenera piantina, e oggi molti produttori rinomati la coltivano. E il suo culmine lo trova nei modelli 74 Karat e 46 Karat venduti con successo dalla KBA. Tutte macchine da stampa cosiddette senza acqua, in cui l’esposizione ha luogo all’interno della macchina. Sicuramente non è una tecnologia indiscussa, però non cede il campo della stampa digitale ai soli “Copy-Shop” e alla xerografia o a sistemi simili, ma estende l’integrazione workflow digitale rispetto al processo convenzionale con prepress CtP di un passo fonda- mentale. Attualmente poi nessun sistema di stampa puramente digitale riesce ad elaborare simili quantità enormi di dati in un tempo così breve come una macchina da stampa offset digitale senza acqua. Stampa di schede Un’ulteriore sfera di com- petenza della stampa offset senza acqua sono ambiti di nicchia speciali, qui in particolare la stampa su tutti i tipi di supporti da stampa non assorbenti. Infatti oggi ca. il 95% di tutte le carte telefoniche, di credito e di clienti vengono realizzate con stampa offset senza acqua: schede laminate su macchine da stampa offset a fogli convenKBA Process 2 | 2005 65 Applicazioni | Statement più favorevoli, rispetto alla “stampa offset a umido” convenzionale. Oltre alla EWPA in questo progetto sono impegnati nella ricerca di risultati oggettivi anche l’associazione di categoria e diversi uffici UE dell’ambiente. In un’azienda grafica industriale rinomata si intende far produrre per un anno due macchine a otto colori, in parallelo e con la stessa struttura degli ordini, a umido e senza acqua. Entrambe le macchine sono ottimamente equipaggiate per il rispettivo processo; sulla macchina da stampa a umido si stampa con alcol ridotto. Sarà interessante vedere i risultati, che potranno effettivamente dare una spinta decisiva all’offset senza acqua, se anche nel confronto diretto si dimostreranno veritieri i vantaggi di sistema già accertati in altri calcoli di redditività. zionali, schede monostrato e pressofuse su macchine da stampa speciali senza acqua – un ambito commerciale in cui l’affiliata KBA Metronic si distingue da anni. Stampa di etichette, di imballaggi e supporti dati Qualcosa di simile si verifica nell’ambito delle etichette autoadesive. Da quando è in vigore la nuova normativa sugli imballaggi, su un flacone di shampoo realizzato ad es. con plastiche PE si dovrebbe applicare un’etichetta in PE, in modo da garantire uno smaltimento omogeneo. Qui la stampa offset UV senza acqua si è conquistata un posto sicuro accanto ai processi “più costosi” della stampa rotocalco e della serigrafia. Essa mette in campo soprattutto i tassi esigui di scarti dovuti al sistema, cosa che porta con questi supporti da stampa tanto costosi a risparmi enormi sui costi. Lo hanno capito anche i costruttori di macchine da stampa di etichette a banda stretta non proponendo praticamente più macchine con gruppi di bagnatura. Ulteriori ambiti sono gli imballaggi imbutiti: probabilmente non esiste più un barattolo di margarina che non viene stampato con stampa offset senza acqua. E quelli che si chiedono da dove vengano oggi quelle bellissime immagini in quadricromia su CD e DVD probabilmente a questo punto riescono a intuirlo. Argomentazioni contrarie superate Nonostante tutti questi successi, nella stampa commerciale l’argomento non è ancora stato capito appieno, anche se nessuno oggi mette più in dubbio l’applicabilità industriale della stampa offset senza acqua. Da cosa dipende? Un argomento è stato per lungo tempo la dipendenza da un solo produttore di lastre. All’affermato produttore Toray, che dispone di un programma completo di lastre analogiche e 66 KBA Process 2 | 2005 Previsioni In qualità di importatore tedesco delle lastre Toray e dei rispettivi sistemi di lavorazione, la marks-3zet fa parte dall’inizio dei propulsori della stampa offset senza acqua in Germania e in Europa (foto: Kleeberg) CtP, si sono aggiunti i produttori americani Presstek con la lastra digitale PEARLdry e la Kodak Polychrome Graphics (KPG) sempre con una lastra termica digitale. Con l’aumentare del successo di mercato il segmento senza acqua dovrebbe diventare interessante anche per altri produttori di lastre, anche perché l’originario brevetto della Toray sulla lastra senza acqua nel frattempo è scaduto. Un altro argomento contro la stampa offset senza acqua sono i prezzi decisamente superiori delle lastre da stampa. Si sarebbe portati a pensare che con un numero maggiore di produttori si dovrebbe stabilire una migliore struttura dei prezzi. Però ciò non è avvenuto perché la produzione delle lastre è più impegnativa, perché in parte devono essere fabbricate sotto vuoto spinto, sono necessari fino a sei cicli di rivestimento e ciononostante si verificano tassi di scarti elevati. Il “rivesti- mento con silicone” rientra tra le tecniche di rivestimento più difficili e nessun produttore riesce per il momento a rinunciare al silicone come strato repellente per l’inchiostro sulle lastre senza acqua. Instancabilmente il pioniere tedesco della tecnica senza acqua e importatore delle lastre Toray, marks-3zet di Mülheim a.d. Ruhr, fa dunque notare che non si dovrebbero confrontare solo i prezzi delle lastre, ma i costi dell’intero sistema. Attualmente la European Waterless Printing Association (EWPA) con un progetto ambizioso analizza se i notevoli risparmi relativi alla chimica di sviluppo, agli additivi del liquido di bagnatura, all’IPA, agli scarti di avviamento e di tiratura di produzione, ai tempi di avviamento ridotti e anche relativi all’attaccamento dei clienti grazie alla maggiore qualità di stampa, portano agli stessi costi di produzione, se non a costi Dalla metà dell’anno scorso la Toray ha messo in esercizio una nuova linea per lastre, molto più efficiente. Non appena raggiungeranno la maturità per la produzione in serie anche gli inchiostri su base d’acqua, cosa che renderà più semplice che mai la stampa senza polverizzazione, una finitura rapidissima o la finitura in linea nelle macchine da stampa a fogli, nessuno potrà più negare gli argomenti convincenti della stampa offset senza acqua. Un giorno oltre alle macchine KBA Genius 52, 74 Karat, Rapida 74 G e Cortina vi saranno altre macchine da stampa con gruppi inchiostratori corti senza viti del calamaio, che annullano le fluttuazioni di colore, la formazione di riporti e l’evanescenza graduale dell’inchiostro. Il comando e i costi verranno notevolmente ridotti. Pertanto la stampa offset senza acqua dovrebbe ulteriormente guadagnare in dinamismo. Hans-Joachim Koch, Technical Director marks-3zet Applicazioni | Esempi Esempi applicativi dalla stampa commerciale, di imballaggi e dalla stampa su plastica La stampa offset senza acqua in genere, e quella con gruppi stampa con inchiostri speciali per supporti da stampa non assorbenti. inchiostratori corti senza viti del calamaio in particolare, offre i pre- La KBA e la Metronic mettono a disposizione soluzioni adatte per i supposti per nuovi modelli commerciali. E un ruolo importante lo svol- mercati più disparati, che adesso andremo a presentare nel dettaglio gono sia le macchine con esposizione integrata delle lastre sia la con l’aiuto di qualche esempio. Leadership tecnologica sul mercato mato grande rappresenta l’eccezione. Nel mezzo formato e nel formato medio l’accettazione della stampa offset senza acqua esiste già. Soprattutto nei paesi scandinavi, dove esistono imposizioni severe per quanto riguarda le emissioni di VOC e dove la struttura dell’industria della stampa ricorda piuttosto quella di agenzie, negli anni scorsi sono state installate alcune Rapida 74 e 105 senza acqua, in parte per la stampa su plastica con inchiostri Toracard-TF della Zeller+Gmelin. La Rapida ha già dimostrato nell’offset a umido con inchiostri UV la sua idoneità per la stampa su plastica, e adesso combina i suoi pregi nel percorso del foglio e la sua flessibilità di applicazione con l’offset senza acqua. L a KBA e la Metronic sono i precursori e gli unici a proporre l’innovativa tecnologia della stampa offset senza acqua e senza viti del calamaio. Grazie ad una visione chiara, ad un lavoro di sviluppo determinato e grazie a partner strategici competenti per cilindri retinati, inchiostri da stampa, lastre, caucciù, carta e altri componenti, si è riusciti ad elaborare soluzioni qualitative ed economicamente attraenti per modelli commerciali esistenti e nuovi. Dopo che la 74 Karat e le macchine Metronic hanno dimostrato la loro concorrenzialità, soluzioni sempre nuove raggiungono la maturità per il mercato. Macchine introdotte sul mercato di recente sono la Genius 52, la Rapida 74 G e la rotativa per giornali Cortina. Senza acqua classico con la KBA Rapida … Quando si analizzano le molteplici possibilità di applicazione, non si dovrebbero dimenticare le macchine KBA che non sono state sviluppate esclusivamente per la stampa offset senza acqua. In linea di massima tutti i modelli di macchina per offset a foglio – dalla Rapida 74 nel mezzo formato fino alla Rapida 162a nel formato grande – sono adatte per … e senza viti del calamaio con la KBA Rapida 74 G Foto in alto: La Cela Grafiska stampa sulla KBA Rapida 74 G prodotti commerciali di tutti i tipi. Foto in basso: I quattro proprietari della Cela Grafiska davanti alla loro nuova KBA Rapida 74 G (foto: Clever) la stampa offset senza acqua, se dispongono di un condizionamento del gruppo inchiostratore. Perciò queste macchine sono allestite con interfacce per il condizionamento e possono essere aggiornate in qualsiasi momento con i relativi gruppi. Il maggior formato di lastra senza acqua attualmente dispo- nibile, 1610 x 1240 mm della Toray, è adatto per l’utilizzo sulle macchine KBA per il formato grande, che già per motivi di stabilità dei processi offset a umido sono dotate in maggioranza di un condizionamento. Malgrado l’esistenza dei requisiti tecnici, l’utilizzo senza acqua delle Rapida per il for- Dunque non sorprende se sempre in Scandinavia si trovano i primi utenti al mondo della nuova Rapida 74 G. Equipaggiando la Rapida 74 con gruppi inchiostratori corti Gravuflow si riesce a realizzare un’ulteriore aumento di qualità ed efficienza nella stampa commerciale, nella stampa su cartone e su plastica. Un argomento importante sono sempre gli scarti di avviamento ridotti di massimo dieci copie. A differenza della 74 Karat, sulla Rapida 74 G incide moltissimo la flessibiKBA Process 2 | 2005 67 Applicazioni | Esempi E un’azienda grafica danese, la Hojrup Eskefabrik di Glamsbjerg, dove si installerà la Rapida 74 G in configurazione a sei colori-più doppia verniciatura, sarà il terzo utente nel Nordeuropa. Attualmente si stanno provando inchiostri a tempra UV adatti per l’impiego sulla Rapida 74 G. Pertanto nel corso del 2005 la gamma di supporti da stampa aumenterà ancora. Lo stampatore di imballaggi svedese Eson Pac produce sulla KBA Rapida 74 G scatole farmaceutiche (foto: Eson Pac) lità e la gran varietà di equipaggiamenti della costruzione del tipo in linea (qualsiasi configurazione dei gruppi di stampa incl. rovesciamento, elevata velocità di stampa, diversi tipi di vernice). Target di riferimento sono aziende di stampa che • Sono attive nel settore della stampa commerciale, di imballaggi e della stampa speciale (ad es. stampa offset su plastica o serigrafia); • Vogliono realizzare un incremento dell’economicità, della produttività e della qualità nelle piccole tirature; • Hanno bisogno della flessibilità di una macchina modulare; • Usano già impianti CtP, puntano su un cambio rapido delle lastre e per questo non desiderano un impianto CtPress come la 74 Karat. La macchina pilota, che aveva mostrato le sue qualità alla drupa 2004 presso lo stand della marks-3zet, è stata consegnata dopo la fiera all’azienda grafica svedese Cela Grafiska di Värnersborg. In quest’azienda grafica commerciale e agenzia pubblicitaria con 20 dipendenti, l’impianto a quattro colori-più vernice ha sostituito una macchina offset a foglio convenzionale. L’azienda produce tutto quello che si riesce a stampare su carta o cartone nella stampa commerciale e di imballaggi. “La Rapida 74 G è la macchina adatta per noi: formato idoneo, una vasta gamma di supporti da stampa, la possibilità di verniciatura in linea, l’elevata qualità di stampa e tolleranze esigue nella tiratura grazie alla stampa offset senza acqua”, dichiara Joachim Friberg, uno dei quattro proprietari della Cela Grafiska. “Con la Rapida 74 G possiamo concorrere sui prezzi sia con stampatori nei formati più piccoli, che nel formato 105. I nostri clienti sanno che la tiratura di stampa si svolge con qualità bozza. La qualità è esponenzialmente maggiore, soprattutto nella rappresentazione delle immagini e delle superfici, rispetto agli altri risultati della stampa offset.” Un’altra azienda grafica svedese ha optato addirittura per due Rapida 74 G: lo specialista delle scatole pieghevoli Eson Pac adesso nel sito di stampa di scatole farmaceutiche di Varberg produce anch’esso senza acqua, a cinque colori con verniciatura in linea. Stampa offset digitale con la 74 Karat … La macchina da stampa offset digitale 74 Karat è stata progettata in particolare per l’offset a foglio senza acqua con esposizione On-press. Molti utenti hanno optato per la 74 Karat, perché richiede l’integrazione in un workflow interamente digitale. La strutturazione di tutti i cicli di lavorazione orientata coerentemente sul futuro non lascia aperta nessuna “porticina analogica”, come fanno ad es. quelle macchine da stampa che combinano solo l’offset a umido con la tecnologia del Direct-Imaging. Questa La 74 Karat con gruppo di verniciatura e forno IR/forno ad aria calda apre agli utenti nuove opportunità – come qui nel caso della Aug. Heinrigs Druck und Verpackung di Aachen. Accanto a scatole farmaceutiche con tirature parziali in molte lingue, si stampano soprattutto tirature preliminari dell’assortimento di scatole per cosmetici, adattate nei colori all’offset a umido UV (foto: Kleeberg) Copertine per magazine o riviste complete, materiale pubblicitario e perfino etichette adesive sono i campi di applicazione della 74 Karat della Huwig di Riegelsberg (foto: Stein) 68 KBA Process 2 | 2005 … adesso anche per film plastici Queste etichette di alta qualità per bevande con imitazione di venature di legno sono state create sulla 74 Karat dal Grid Studio Belgrad (foto: Kleeberg) filosofia, unita alle condizioni di stampa calibrate grazie alla tecnologia Gravuflow e ai cicli interamente automatizzati nell’introduzione e nell’esposizione della lastra, consente agli utenti una produzione industriale standardizzata nel mezzo formato. Target di riferimento della 74 Karat: • Aziende grafiche offset che vogliono produrre in tirature piccole o medie materiale pubblicitario e imballaggi in quadricromia; • Aziende grafiche digitali che desiderano entrare a basso costo e con qualità elevata nella stampa offset per tirature piccole e medie; • Aziende di prepress e fornitori di servizi mediatici che affrontano nuovi ambiti commerciali; • Aziende serigrafiche, flessoHans Huhn, amministratore della Merkur di Lipsia, mostra un foglio di pellicola con sei copie di mousepad, stampato sulla 74 Karat con opzione per la stampa su plastica Cartucce con inchiostri per plastica della Zeller+Gmelin Toracard TF e un proprio set di calamai sono pronti presso la Merkur per il rapido cambio degli inchiostri sulla 74 Karat (foto: Kleeberg) Con la nuova 74 Karat con opzione per la stampa su plastica la DigiGraf, un’agenzia pubblicitaria con azienda di prepress di Bologna, vuole riportare al suo interno gli ordini di stampa su materiale di alta qualità finora commissionati all’esterno. Il proprietario della DigiGraf Andrea Caroli (2. da destra) con il direttore vendite KBA Thomas Kagemann e Falk Sparbert (destra) nonché Daniele Sangalli (sin.) di KBA-Italia davanti alla 74 Karat con vernice (foto: KBA) grafiche e di stampa UV che vogliono stampare in modo più vantaggioso su plastica, pellicole metallizzate e pellicole lenticolari e materiale composito con offset senza acqua e inchiostri ad essiccazione tramite evaporazione. Indipendentemente dall’orientamento originario dell’azienda e dall’obiettivo dell’investimento, la realizzazione di collaudi di stampa e di tirature preliminari è un altro modello commerciale che è stato possibile ravvivare solo grazie all’economicità e alle possibilità di standardizzazione della 74 Karat, o che comunque si riesce a realizzare con possibilità di guadagno solo grazie ad essa – un esempio di come nuove tecnologie creano nuovi mercati propri. Gran parte degli utenti offre simili servizi. Da quando è disponibile un gruppo di verniciatura a dispersione integrato unito ad un forno IR/forno ad aria calda, tutti gli utenti hanno optato per questa opzione. La verniciatura in linea consente l’immediata stampa in volta e una finitura più rapida, e aumenta le caratteristiche sia ottiche che di utilizzabilità della stampa grazie alla maggiore brillantezza e alla migliore protezione. Senza il gruppo di verniciatura non sarebbe stata possibile neanche l’opzione per la stampa su plastica. Questa richiede l’impiego di inchiostri ad essiccazione mediante evaporazione. La certificazione l’ha ottenuta la serie di inchiostri Toracard TF della Zeller+ Gmelin, che viene già utilizzata sulla Metronic Genius 52 UV per la stampa su film. Gli inchiostri Toracard-TF senza silicone sono adatti per plastiche in PVC (polivinilcloruro), ABS (acril-nitrile-butadienestirolo), PC (policarbonato), PS (polistirolo) e PET (tereftalato di PE), consentono stampe di mezzetinte finissime, sono facilmente da laminare e si espandono assieme al supporto da stampa quando vengono riscaldati sotto il radiatore IR. Grazie alle caratteristiche di trasferimento dell’inchiostro si sono dimostrati affidabili i caucciù resistenti agli UV. Anche la vernice a dispersione deve essere calibrata sui film plastici. Si consiglia la vernice protettiva PVC diluibile con acqua Tipadur-Printcoat P1203 B3, proposta appositamente per la 74 Karat dalla ditta Dipl.-Ing. W. Tippl di Vienna. Il primo utente dell’opzione per la stampa su plastica è dall’agosto 2003 la Serigraph di West Bend/Illinois, una delle maggiori aziende grafiche negli USA specializzata su supporti da stampa sintetici. Quattro mesi dopo è venuto il turno del Merkur Druck- und Kopierzentrum di Lipsia in Germania. La gamma delle prestazioni si è così estesa alle carte bancarie, schede telefoniche e carte clienti, ai tappetini per mouse e alle decorazioni, ai banner e ai sistemi di prezziari, gli involucri e le buste per documenti, i componenti di imballaggi e pannelli di presentazione, le etichette e le targhette, calendari e materiale didattico, i lucidi per proiezioni e le pellicole per scatole luminose. Le schede vengono prodotte in prestampe con copie multiple e possono KBA Process 2 | 2005 69 Applicazioni | Esempi Con l’aiuto del software HumanEyes, sulla 74 Karat con opzione per stampa su plastica si possono stampare pellicole lenticolari: con immagini 3D (gelato), sequenze di immagini animate (cigno) e soggetti con immagini mutevoli (folletto) essere rifinite successivamente ad es. con impressioni o l’applicazione di chip di memoria. “La plastica non è tutta uguale”, così l’amministratore della Merkur Hans Huhn illustra le esperienze fatte con le pellicole più disparate. “Le pellicole si distinguono soprattutto nell’elettrostatica, la stampabilità e la dilatazione termica. Assolutamente senza problemi funzionano le pellicole di PVC dure Pentaprint della Klöckner Pentaplast. Nonostante il dispositivo antistatico, sulle pellicole rimane sempre una determinata carica residua. Se la pianificazione delle scadenze lo consente, le pile di pellicola perciò riposano almeno un giorno.” Hans Huhn è convinto della scelta a favore dell’opzione per la stampa su plastica: “Con questa specialità la Merkur è riuscita a mettersi ancora più in luce guadagnando nuovi clienti. La qualità e l’economicità sono decisamente maggiori rispetto alla serigrafia. Però bisogna sempre tenere presenti i costi aggiuntivi dovuti agli inchiostri e ai caucciù più costosi, e anche il maggior impegno per la conversione. Tutto sommato però trarremo sicuramente vantaggio da questa opzione.” Alla drupa 2004 la KBA ha mostrato la stampa su pellicola lenticolare in combinazione con il software HumanEyes Litho3D Karat. Utilizzando una camera digitale reperibile in commercio, in pochi minuti sono state create e stampate immagini che mostrano, a seconOpen House alla Jansen Drukkerijen di Gilze: i clienti fanno la conoscenza della nuova 46 Karat, che l’azienda grafica olandese ha installato in aggiunta alla 74 Karat (foto: KBA) 70 KBA Process 2 | 2005 da dell’angolo di osservazione, effetti tridimensionali, animati o flip-flop. … e 46 Karat La 46 Karat assomiglia per molte caratteristiche alla “sorella maggiore” 74 Karat: esposizione On-press delle forme da stampa, stampa in quadricromia a registro in un’unica chiusura delle pinze, elevata qualità di stampa, spessori dei supporti da stampa che vanno dalla stampa su carta sottile ad almeno il cartone leggero, economicità per tirature a colori piccole e medie, ma anche per prodotti stampati monocolore o a due colori. Dalla drupa 2004 è disponibile la versione 46 KaratPLUS che riesce a stampare retini ancora più fini e perfino retini FM grazie al nuovo sistema laser ProFire Excel della Presstek. Nella stampa offset senza acqua una caratteristica unica della 46 Karat è la possibilità di poter impiegare in esclusiva la serie di inchiostri Epple aniva Euro (e in America aniva standard). Le particelle di pigmenti della rispettiva scala standard sono sottoposte a macinatura particolarmente fine e possono unirsi più densamente nel legante senza olio minerale, cosicché si verifica una minor perdita nella diffusione della luce. Questo permette di ottenere nella stampa con spessori dello strato d’in- chiostro pressoché normali, densità di inchiostro più elevate (C 1.9, M 1.8, Y 1.7, K 2.4), che ampliano l’estensione dello spazio cromatico della stampa offset a quello di una stampa fotografica, rendendo superfluo l’impiego di inchiostri speciali. Un supporto la KBA lo propone con il pacchetto aniva completo, composto da manuale, corso di formazione completo sul posto, software aniva e forma di prova di standardizzazione. Inoltre per utenti 46/74 Karat e persone interessate la KBA tiene seminari pratici incentrati sulla stampa offset digitale (workflow e applicazioni) e sul prepress digitale (ad es. montaggio del foglio con Preps, gestione dei colori). Uno spazio cromatico più esteso e retini senza moiré sono i presupposti per risultati fotorealistici. Così gli utenti della 46 Karat si possono misurare con buone prospettive con i concorrenti – non solo con gli stampatori che producono in questa classe di formato con alLa Gloor Cross Media di Monaco di Baviera è utente di una 74 Karat e di una 46 Karat con Power-Mix. Qui lo stampatore Bernd Lommatzsch controlla l’esatta concordanza tra la bozza digitale del Konica Minolta CF 3102 e una copia della tiratura della 46 Karat (foto: KBA) La Drucker Agens & Ketterl GmbH di Vienna stampa sulla 46 Karat gli elenchi degli interpreti per il famoso Teatro dell’Opera di Vienna (Staatsoper) (foto: Kleeberg) La Laser Litho4 di Düsseldorf realizza sulla 46 Karat con la gestione dei colori e la serie di inchiostri Euro Epple aniva risultati fotorealistici di alta qualità (foto: KBA) tre macchine offset a foglio e soluzioni di Direct-Imaging, ma anche con gli stampatori di qualità nei formati maggiori. Un’opzione combinata con gli inchiostri aniva ad essiccazione rapida e resistenti all’abrasione è “Power-Mix”. Questo rappresenta uno scenario per bozze digitali, in cui è integrato un sistema di stampa e di copia digitale della Konica Minolta. Utilizzando profili di gestione dei colori, su questo sistema basato su toner si riescono a produrre bozze digitali che simulano con grande concordanza i risultati delle stampe con inchiostri aniva. E per tirature particolarmente piccole, per non parlare della stampa personalizzata, si può concordare con i clienti come alternativa di stampare in modo ancora più conveniente sul sistema per bozze invece che sulla 46 Karat. Tuttavia la stampa con toner non appare così ricca di contrasto e luminosa come la stampa offset senza acqua. Esempio concreto dell’im- piego positivo del Power-Mix è la ditta Laser Litho4 di Düsseldorf. Lì utilizzano un sistema di copia Konica Minolta CF 3102 che raggiunge le 31 pagine a colori/min. Prima di decidere per l’investimento l’azienda aveva verificato altri sistemi per bozze con toner e inkjet per quanto riguarda la corrispondenza dei colori, la qualità di stampa, la flessibilità nell’uso dei supporti da stampa e l’economicità, optando però alquanto presto per Power-Mix. Stampa commerciale con la KBA Genius 52 … Con la compatta e flessibile Genius 52 nel diffuso formato piccolo, la KBA offre a tutti gli stampatori offset a fogli un mezzo di produzione economico e innovativo per la stampa a quattro o cinque colori di tirature piccole e medie. Interessante la Genius 52 lo è soprattutto per aziende grafiche e aziende di prepress che già lavorano con CtP termico, che vogliono inve- Patrice Flahaut, amministratore della Access Printing di Parigi, è un utente pioniere della KBA Genius 52. „La Genius per noi è remunerativa già con poco più di cinque ordini al giorno. Essa riesce a produrre quattro ordini all’ora, ciascuno con una tiratura di fino a 1000 fogli – un potenziale eccellente!“ (foto: KBA) stire nel CtP, che producono per motivi aziendali ancora con lastre analogiche o che per altri motivi non vogliono acquistare una macchina da stampa Direct-Imaging di questa classe di formato. Chi non vuole investire in un’altra macchina in linea di questa classe di formato e cerca, invece, una soluzione poco ingombrante, chi cerca una macchina meno complessa, ma più economica e flessibile per la stampa di piccole tirature di qualità in A3, fa la scelta giusta con la Genius 52. Gli stampatori del formato piccolo possono innalzare la loro gamma commerciale portandola ad un livello di qualità superiore, mentre le aziende grafiche che già stampano nei formati più grandi, hanno a disposizione un’integrazione economica, ad es. per la stampa di copertine di riviste o di piccole tirature su carta e cartone leggero. La Creo Inc. e la KBA hanno sottoscritto alla drupa 2004 un accordo secondo il quale in Europa, nel Vicino Oriente e nel Medio Oriente e in Africa la KBA Genius 52 viene offerta in bundle assieme all’unità di esposizione termica Creo Lotem 200K, e la Creo si occupa del marketing, delle vendite, dell’installazione, degli interventi didattici e del service post-vendita. Come unità periferica per lo sviluppo delle lastre Toray la KBA consiglia l’apposito processore per lastre Cessor KTW 650-G della marks-3zet. … e stampa su plastica con la Metronic Genius 52 UV Nella versione UV senza acqua della Metronic la Genius 52 è stata concepita per la stampa di film plastico. Per l’occasione il reparto vendite della Metronic si è concentrato finora soprattutto sull’acquisizione di clienti nella stampa di schede. La stampa di schede è un mercato in pieno boom: “Smart Card” si chiama la parola magica – schede plastificate con ra- Destra: Una qualità altissima nella stampa di schede plastificate, ad es. questo foglio da stampa per Smart Card, la fa segnare la Metronic Genius 52 UV (foto: Metronic) Sotto: Dopo massimo dieci fogli di scarti di avviamento sulla KBA Genius 52 del PrintGroep Cuijk olandese si ha un risultato prevedibile, di alta qualità (foto: KBA) KBA Process 2 | 2005 71 Applicazioni | Esempi Due flussi di prodotto paralleli consentono sulla Metronic oc200, dopo il rovesciamento laterale automatico delle schede, la stampa in volta con la stessa collocazione dei colori della stampa in bianca (foto: Metronic) dar a risposta, microprocessori e strisce magnetiche per scenari di sicurezza e operazioni di pagamento a mezzo di accreditamento. Ma anche le carte clienti e di sconto svolgono un ruolo sempre più importante. E la telefonia mobile esplosa in tutto il mondo compensa, sotto forma di schede SIM da ricaricare o per far funzionare i cellulari, la stagnazione delle schede telefoniche. Utenti molto soddisfatti in questo settore sono gli specialisti rinomati come la Inplastor in Svezia (azienda di stampa del maggior produttore di schede nel Nordeuropa, l’XPonCard Group), l’IPT Printing in Libano (uno degli stampatori di schede telefoniche e carte bancarie più importanti del Vicino Oriente) e la NamITech in Sudafrica (maggior produttore di schede plastificate sul continente africano con la Giesecke & Devrient come partner). In futuro la Metronic estenderà le attività di vendita anche ad altre applicazioni di stampa su plastica. Perché la Metronic Genius 52 UV si adatta molto bene anche per la stampa di materiale pubblicitario, ad es. mousepad, pellicole lenticolari, espositori o calendari tascabili. Altra possibilità di applicazione è la stampa di strumenti organizzativi, ad es. quadri di pianificazione o calendari tipo quadri, materiale didattico, ad es. righelli e carte geografiche, involucri e raccoglitori per documenti nonché etichette o cartellini in pellicola. Un mercato di nicchia con opportunità di guadagno non indifferenti per l’azienda grafica è rappresentato anche dai cosiddetti cartellini per fiori – tavolette di identificazione che i vivai inseriscono Il sistema di trasporto di disc flessibile e molto potente fa della Metronic Premius un sistema di stampa universale per tutti i supporti di dati ottici (foto: Metronic) 72 KBA Process 2 | 2005 Ottimo accesso, tempi di avviamento ridotti e qualità di stampa fotorealistica sono i pregi che gli utenti della Metronic CD-Print apprezzano tantissimo (foto: Metronic) nella terra dei piatti e dei vasi da fiori, quando le piante vengono consegnate presso i mercati di piante e di edilizia. Come le schede nel formato ISO e i calendari tascabili, anche i cartellini per fiori vengono prodotti con stampa con copie multiple. Applicazioni di stampa UV speciali senza acqua della Metronic Che la Metronic sia un produttore speciale di soluzioni per la stampa su plastica lo dimostrano anche le macchine da stampa per schede oc200 e la rispettiva versione d’ingresso oc100, nonché le macchine da stampa di CD, CD-Print e Premius. Tutte e quattro queste macchine stampano, come la Genius 52 UV, in stampa offset UV senza acqua. Inoltre la Metronic sviluppa e commer- cializza sistemi di stampa digitale inkjet, che in parte vengono impiegati anche nella stampa di schede, ad es. la univerSYS o gruppi di stampa supplementare per personalizzare le schede. La Metronic oc200 può essere equipaggiata a livello modulare con fino a 6 gruppi di stampa e verniciatura inline. L’avviamento dura circa 20 minuti. La Metronic ha esteso negli ultimi anni con la oc200 la sua posizione di leader nel mercato, e può presentare come referenze gli specialisti mondiali assoluti della stampa di schede, di carta valore e della stampa di sicurezza – Axalto, Gemplus e Giesecke & Devrient. Anche sulla lista degli utenti delle soluzioni di stampa per supporti di dati ottici troviamo nomi importanti. Infatti la macchina da quattro a sei colori CD-Print viene utilizzata ad es. dai colossi dell’elettronica Pioneer e Canon Video. E la macchina a quattro colori Premius produce grandi volumi presso la Sony. Con le alte tirature che queste aziende stampano costantemente, per quanto riguarda l’economicità non esiste alternativa alla stampa offset, che in questo caso è collegata con altri processi per la prestampa bianca e la verniciatura. 6000 e 7200 copie/ora sono la capacità di produzione sulla CD-Print e sulla Premius. Per quanto riguarda l’economicità della stampa di piccole tirature, un vantaggio lo rappresenta anche il cambio veloce delle lastre su entrambe le macchine. Un altro argomento decisivo è la qualità fotorealistica della stampa offset senza acqua. La Premius, sul mercato appena dal 2004, dispone di un sistema di trasporto di disc per alte prestazioni, che è allo stesso tempo anche molto flessibile: il sistema può essere equipaggiato non solo sia singolo che doppio, ma anche con supporti di dati con contorni diversi. Pertanto si possono stampare senza problemi oltre che DVD e CD, anche MiniDisc e Optical Business Card. Dieter Kleeberg Applicazioni | KBA Cortina Perché il processo a secco nella stampa di giornali? Il cambiamento nel mercato dei media chiede nuove idee La crisi congiunturale e pubblicitaria degli ultimi anni ha colpito molto duramente l’industria dei giornali per quanto riguarda le entrate pubblicitarie. Allo stesso tempo Internet rosicchia le importanti rubriche di annunci, le agenzie pretendono una qualità di stampa pressoché commerciale e i giovani, non molto avidi di letture, prendono sempre più di rado in mano il buon vecchio giornale. Per affermare ciononostante la propria posizione preminente sul mercato dei media, il giornale deve diventare più conveniente nella realizzazione e più attraente nell’aspetto. Per due anni una Mecca per stampatori di giornali innovativi – l’impianto pilota della Cortina presso la reiff zeitungsdruck di Offenburg L a stampa offset a secco senza viti delle zone d’inchiostrazione con la compatta KBA Cortina non influisce sulla qualità redazionale e strutturale di un giornale, però da un punto di vista tecnico porta un contributo decisivo per una maggiore economicità e una migliore qualità nella produzione. Dispendio tecnico sempre maggiore nell’offset a umido Da quasi 40 anni i giornali si stampano principalmente nel classico processo offset su rotative sempre più automatizzate e sempre più veloci con viti delle zone d’inchiostrazione, gruppi inchiostratori a rulli e i gruppi di bagnatura più disparati. Una parte considerevole dell’aumentato dispendio tecnico si concentra sulla regolazione predefinita dei gruppi inchiostratori, nonché sulla padronanza del corret- to equilibrio inchiostro/acqua e del registro dei colori a produzione in corso. Quando dominava ancora la stampa monocolore, tutto ciò non rappresentava un grosso problema. Ma con la diffusione sempre più marcata della stampa in quadricromia degli ultimi 15 anni, soggetta al diktat di un’attualità con tempi di produzione sempre più ridotti, oltre al dispendio per l’automazione è aumentato decisa- mente anche il carico degli operatori nella realizzazione di un giornale di alta qualità con possibilmente pochi scarti. I punti deboli sono normali Negli anni grassi i costi della carta legati agli scarti riducevano solo marginalmente i ricavi, all’epoca ancora considerevoli, della maggior parte degli editori di giornali. Scarti di av- viamento di alcune migliaia di copie, come si incontrano ancora adesso di notte in molti luoghi nella produzione di giornali a quattro colori, sono stati considerati con un’alzata di spalle uno stato normale della tecnica. Scarti di avviamento propugnati in occasione di nuovi contratti, o addirittura promessi, di 50 o 75 copie, nell’offset a umido si riescono a realizzare al massimo in condizioni ideali con macchine adeguatamente preparate in precedenza con grande impegno, difficilmente però li si ottiene nella produzione quotidiana con una forma da stampa creata solo poco minuti prima. Sono troppi i parametri e i fattori di influenza individuali di operatori che si alternano che incidono sul risultato della stampa. Chiunque abbia pratica, lo sa bene. Sia i giornali che i prodotti semicommerciali si possono stampare sulla KBA Cortina completamente con coldset senza acqua KBA Process 2 | 2005 73 Applicazioni | KBA Cortina sce meno bene, ma mai si otterrà da un pessimo risultato del prepress una stampa prevedibile e buona. Le migliorie in una pagina di pubblicità a quattro colori si ottengono, per forza di cose, con compromessi qualitativi per quanto riguarda la pagina successiva. E ciò non risponde ad una produzione industriale standardizzata. … e viene copiata dalla macchina da stampa in modo affidabile Già i cambialastre semiautomatici sulla Cortina assicurano un cambio rapido e comodo. Con il cambialastre automatico i caricatori per l’ordine successivo si possono alimentare con lastre a produzione in corso. In quel caso il cambio dura, indipendentemente dal numero di lastre, meno di 100 secondi. Nel futuro prossimo il Computer-toPress non potrà misurarsi con ciò né dal punto di vista dei tempi, né da un punto di vista economico Ancora oggi per molti addetti è normale che gli operatori giochino a produzione in corso permanentemente sul quadro di comando centrale con le zone d’inchiostrazione e con la regolazione dei gruppi di bagnatura, per compensare scostamenti effettivi o presunti da un equilibrio inchiostro/acqua ottimale. Molti ritengono superfluo perfino il condizionamento della macchina, nonostante che con esso si possano ridurre moltissimo le oscillazioni della densità inchiostro legate alla temperatura, e il numero di regolazioni necessarie. Perché in fondo nulla è tanto vecchio quanto il giornale del giorno prima, e dunque nella stampa coldset bisogna fare delle concessioni a proposito della qualità!? “Avanti così” non aiuta Tutti questi fenomeni della stampa offset a umido si possono ritenere inevitabili seguendo il motto rassicurante “dell’avanti così!”. Si può ridurre in parte questi fenomeni con un impegno tecnico ancora più costoso, ma ci si può anche porre giustamente la domanda: “Questa può essere a lungo andare la 74 KBA Process 2 | 2005 Sopra: La regolazione a distanza per le viti del calamaio si cerca inutilmente sul quadro di comando centrale della Cortina, perché non esiste Sotto: Facile da comandare ed economica: La stampa offset di giornali senza acqua con l’innovativa KBA Cortina. L’immagine mostra la struttura compatta della torre di stampa al confronto con il cambiabobine KBA Pastostar in primo piano strada giusta per una produzione industriale di qualità, orientata sui costi e sugli utenti?” Le entrate in calo e i costi elevati invitano coloro che prendono decisioni e che sono previdenti a porsi una domanda di principio. La KBA l’ha fatto. E proprio per questo è nata la filosofia Cortina. Ridurre le grandezze di disturbo dei processi Qualsiasi profano con un po’ di conoscenze tecniche sa che un processo si padroneggia tanto più difficilmente quanto più sono i parametri che intervengono. Di conseguenza gli obiettivi principali della strategia Cortina erano e sono quelli di ridurre i parametri di influenza e gli influssi stessi sul risultato della stampa, di assicurare grazie ad un sistema di condizionamento potente e a raffinatezze tecniche, condizioni di stampa costanti anche per un tempo di produzione più lungo e di liberare gli operatori, sempre a corto di tempo, dall’obbligo di dover intervenire costantemente per mantenere l’equilibrio tecnico. La qualità si definisce nel prepress … Nell’epoca del Computerto-Plate e del workflow digitale la qualità di stampa andrebbe chiaramente definita subito all’inizio del ciclo di processo, cioè nel prepress. Perché originali per la stampa insufficienti e lastre, neanche con le rotative moderne si possono correggere tramite le viti del calamaio, ma tuttalpiù si possono mascherare. C’è lo stampatore che vi riesce meglio e quello che vi rie- Con un gruppo inchiostratore senza viti del calamaio, condizionato in modo preciso in tutte le fasi della produzione, dotato degli elementi fondamentali racla a camera, cilindro retinato e rulli applicatori, si raggiunge, eliminando la grandezza perturbatrice del liquido di bagnatura, un risultato di stampa costante anche su tempi ciclo più lunghi, e riproducibile in qualsiasi momento con alta qualità. Perché la tecnica continua ad agire con una maggiore costanza rispetto all’uomo con la sua forma altalenante. In più l’offset a secco nella tiratura di produzione è molto più stabile già per motivi fisici rispetto all’offset a umido, perché la lotta permanente tra inchiostro e acqua non ha luogo. Nella sua qualità di “Grande copiatore” la Cortina riproduce in modo affidabile migliaia di volte quello che trova sulla lastra. Niente di più e niente di meno. Innumerevoli stampatori di giornali l’hanno sperimentato ‚sulla propria pelle‘ presso la reiff zeitungsdruck di Offenburg: la rotativa da 16 pagine è stata smontata nell’autunno 2004 dopo la conclusione positiva della fase di betatest durata due anni e verrà installata nella primavera del 2005 come macchina di produzione presso un piccolo editore di giornali in Bassa Sassonia. Nuove strade dopo 200 anni di gruppo inchiostratore a rulli 200 anni fa Friedrich Koenig e Andreas Bauer, i fondatori della Koenig & Bauer AG, hanno inventato il gruppo inchiostratore a rulli con i suoi punti di separazione e le sue viti di registro più o meno numerose per l’alimentazione dell’inchiostro sulla larghezza della zona. Questa tecnica di inchiostrazione è risultata da generazioni, nonostante tutte le difficoltà, indubbiamente affidabile nella stampa a foglio e a bobina. Anche la KBA vive dopo 188 anni per la gran parte delle macchine con l’idea di inchiostrazione di base dei suoi fondatori. Ciononostante, o forse proprio per questo, una nuova sperimentazione tecnica come la stampa offset a secco senza viti del calamaio non andrebbe vista come sciocchezza tecnologica, quanto piuttosto come contributo ragionato del più antico costruttore di mac- chine da stampa al mondo per affrontare le nuove esigenze dell’industria dei giornali nel 21. secolo. Sulla Cortina vengono tolti in modo voluto i consueti strumenti degli operatori: zone d’inchiostrazione e gruppi di bagnatura, però in cambio si ricevono un sacco di cose: • Più tempo per il controllo della qualità, • Un maggior comfort nel comando e nella manutenzione della macchina, • Meno carico fisico nell’allestimento della tiratura successiva grazie ai percorsi brevi e ai cambialastre automatici veloci, • Una qualità di stampa eccellente, riproducibile in qualsiasi momento fino al retino da 60 su carta per giornali normale o patinata, KBA Cortina: Configurazioni Come prima macchina di produzione alcune settimane fa è stata consegnata poco dopo la IfraExpo 2004 una Cortina da 48 pagine in configurazione a pavimento alla Rodi Rotatiedruk vicino ad Amsterdam Sopra: Anche l’editore di giornali belga De Persgroep di Asse presso Bruxelles punta per il futuro sull’offset senza acqua con un grande impianto Cortina Destra: A metà del 2005 seguiranno due macchine da 48 pagine per la Freiburger Druck GmbH & Co. KG, dove si stamperanno tra gli altri la “Badische Zeitung” La Nussbaum Medien GmbH & Co. KG è l’editore di punta di gazzette ufficiali e fogli informativi privati nel Land tedesco del Baden-Württemberg. Anche questa azienda con sede principale a Weil der Stadt entrerà a breve nella stampa senza acqua con la KBA Cortina. La Nussbaum, che si è fatta un nome nel settore come primo utente al mondo di Dicoweb, vede dopo gli estesi test svolti, presupposti ottimali per stampare sulla Cortina con cambio interamente automatico delle lastre la grande quantità di gazzette ufficiali e fogli informativi privati, in parte con tirature molto basse, in modo economico e con qualità elevata Anche il cliente KBA Dijkman Offset di Diemen presso Amsterdam, che stampa esclusivamente su commissione, ha optato per una rotativa KBA Cortina da 32 pagine con cambio interamente automatico delle lastre KBA Process 2 | 2005 75 Applicazioni | KBA Cortina • Un ambiente di lavoro pulito senza nebulizzazione d’inchiostro e nebbia polverizzatrice e • Scarti minimi all’avvio della macchina ottenibili automaticamente e senza stress. La Cortina non è rivolta contro gli stampatori su rotativa, ma anzi li alleggerisce da attività di routine spesso piene di stress. La loro qualifica continua ad essere richiesta, adesso però viene solo usata in modo diverso, migliore. Molte domande, una sola risposta Chiunque non riesca ancora ad avvicinarsi alla filosofia della Cortina dovrebbe gettare uno sguardo sul seguente gruppo di domande, per confrontare questa macchina offset a secco in modo obiettivo con il processo offset a umido convenzionale: • Cosa ne è degli scarti, sono inferiori? • E la messa a registro, è migliore? • Com’è la qualità di stampa, migliore? • La tensione della banda si realizza con meno problemi? • E il comando? Si può contare su una minore fatica? • Che ne è della manutenzione, richiede meno impegno? • E il carico ambientale è inferiore? • E l’economicità nel caso di molte tirature parziali com’è, migliore? A tutte queste domande con la Cortina si può rispondere di “si”. Risultato Se quaranta anni fa fosse esistito l’offset a secco con la Cortina nella sua forma attuale, e solo dopo fosse venuto l’offset a umido con tutta la sua nota imponderabilità legata ai processi, difficilmente l’offset a umido si sarebbe affermato Highlight della KBA Cortina Costruzione compatta: • Altezza di soli 3,7 m (più sovrastruttura) • Meno o nessun investimento per nuovi edifici • Comando migliore grazie a percorsi brevi • Nessun fan-out nella stampa in quadricromia • Risparmio di spazio possibile con la torre da 16 • Stampa decentrata più facile da realizzare Stampa offset senza acqua: • Meno scarti, qualità di stampa più costante • Nessun problema di tensione della banda • Nessun problema legato all’equilibrio inchiostro-acqua • Comando senza stress nel funzionamento continuo • Bilancio ecologico migliore • Retino da 60 su carta normale e patinata Gruppo inchiostratore senza viti del calamaio: • Riproduzione più costante dei colori, meno scarti • Produzione industriale grazie a meno variabili • Inchiostrazione indipendente dall’operatore • Stesso risultato in più siti di stampa • Riproduzione ottimale della qualità del prepress • Meno lavoro nella regolazione predefinita della macchina • Nessuna nebulizzazione d’inchiostro a velocità elevate Motori indipendenti per ogni cilindro: • Comando comodo nei lavori di avviamento e di manutenzione • Presupposto per eventuale esposizione diretta successiva • Bilancio ecologico migliore (niente olio, meno rumore) Ulteriore equipaggiamento/automazione: • Condizionamento automatico e rapido (curve di accelerazione memorizzate) • Cambio semiautomatico delle lastre per un elevato comfort nel comando come standard • Opzione cambialastre interamente automatico (durata del cambio inferiore a 100 secondi, indipendentemente dal numero di lastre) • Blocchi dei rulli regolabili automaticamente per un minor fabbisogno di manutenzione e condizioni di stampa costanti • Torre da otto separabile (Stepin) per un ottimo accesso • Tecnologia minigap sul cilindro portacaucciù per un cambio rapido del caucciù • Canale delle lastre minimizzato con serraggio pneumatico della lastra • Modernissima tecnica del quadro di comando centrale per l’integrazione in un workflow digitale 76 KBA Process 2 | 2005 nella stampa di giornali. Anche su questo dovrebbero riflettere i responsabili di un settore, comprensibilmente, parecchio conservatore come quello dell’industria dei giornali. Klaus Schmidt Previsioni Una tecnologia promettente Già nei primi anni di applicazione concreta, la stampa offset senza adattarlo seguendo i tempi, alla maggiore consapevolezza dell’am- acqua e senza viti del calamaio ha confermato in modo convincente biente. Vi sono ancora da superare alcune sfide, e i problemi della di possedere il potenziale per semplificare a fondo il processo offset, stampa offset accettati per decenni potranno essere decisamente ri- di renderlo più economico e dunque ancora più concorrenziale, e di dotti o risolti del tutto. Quello che si è ottenuto finora bero poi anche i costruttori di lastre. Ma anche con gli attuali prezzi delle lastre la stampa offset senza acqua in molti casi è più economica rispetto alla stampa offset a umido. Questa consapevolezza purtroppo, però, non è ancora maturata in tutti i potenziali utenti, che guardano spesso solo al mero prezzo della lastra, ma non ai costi complessivi. “KBA Process” vorrebbe perciò contribuire a smantellare i dubbi esistenti annotando fatti e retroscena. D al punto di vista della tecnologia dei processi la stampa offset con bagnatura è - malgrado le macchine mature e la qualità che si riesce a realizzare - un relitto pervenutoci dagli inizi della stampa planografica indiretta. E un relitto è anche l’influsso sull’inchiostrazione lungo la larghezza della zona ideato già 200 anni orsono da Friedrich Koenig nello sviluppo della sua macchina da stampa cilindrica. I gruppi inchiostratori lunghi con molti punti di separazione e la macinazione laterale di inchiostro, tuttavia, non sono la soluzione ottimale per quanto riguarda la standardizzazione e l’industrializzazione del processo di stampa, e vista la carenza di personale altamente qualificato notata in molti luoghi. Bisogna gestire troppi parametri di processo, cosa che non diventa più semplice con il comando basato su valutazioni soggettive. Questi sono stati motivi sufficienti per sviluppare una nuova strategia di inchiostrazione. Con i gruppi inchiostratori corti senza acqua e senza viti del calamaio la KBA e la Metronic forniscono un contributo fondamentale per lo sviluppo e la semplificazione della stampa offset. Eliminando parametri complessi, difficili da gestire, e gli influssi soggettivi degli operatori, si creano i presupposti per una stampa industriale standardizzata. Questo dovrebbe perlomeno colmare il baratro che esiste tra i processi già da tempo standardizzati nel prepress e i processi, da configurare in futuro in modo ancora più industrializzato, nella finitura e nel reparto spedizioni. Prospettive promettenti Nel piccolo come nel grande – sulle macchine Metronic come sulla KBA Cortina – diventano evidenti i vantaggi che ne conseguono: struttura poco ingombrante, tempi di avviamento ridotti con scarti minimi fino alla prima copia buona, qualità elevata e costante nella tiratura di produzione con poco impegno per il comando e fabbisogno di personale, tempo guadagnato per il controllo della qualità e la preparazione parallela dell’ordine successivo, condizioni di lavoro più gradevoli, notevoli risparmi sui costi e un bilancio ecologico molto migliore. Sulla KBA Cortina la portata dell’innovazione del gruppo inchiostratore è più evidente. Essa rappresenta la filosofia per la stampa dei giornali economica ed ecologica del 21. secolo in una qualità che non teme confronti nella stampa dei giornali. Quello che è ancora da risolvere La stampa offset senza ac- qua con gruppi inchiostratori corti senza viti del calamaio è oggi, in un periodo di tirature in calo, una tecnologia molto concorrenziale. Ciononostante sarebbe temerario sostenere che il potenziale di sviluppo è già esaurito. La KBA e la Metronic continueranno a ottimizzare il processo e a lavorare ad un’applicazione più vasta su piattaforme di macchine sviluppate ad hoc – vedi la Rapida 74 G e la Cortina. Auspicabile, e nell’interesse degli utenti, sarebbe un’offerta più vasta di lastre senza acqua. I prezzi sono già calati notevolmente, e malgrado la produzione più complessa, per il futuro vi sono ulteriori margini di manovra sui prezzi. La KBA ha già svolto un gran lavoro di ricerca e sviluppo, il successo dei molti clienti Karat e i risultati eccellenti della KBA Cortina ne sono la prova. Un sostegno da parte di altri produttori di lastre porterebbe ad una diffusione ancora più rapida della stampa offset senza acqua, di cui si avvantaggereb- La stampa offset senza acqua con gruppi inchiostratori corti è più di un processo alternativo rispetto alla stampa offset a umido. Questa tecnologia innovativa possiede il potenziale per sostituire la stampa offset a umido almeno in parte, in un processo a lungo termine fatto di investimenti sostitutivi o di ampliamento. I clienti KBA si distinguono già oggi sempre più con successo sul mercato grazie alla produzione più economica e di maggiore qualità con questo processo innovativo. Loro traggono vantaggio dai nuovi modelli commerciali e si assicurano mercati di nicchia remunerativi grazie alle caratteristiche uniche o alla maggiore flessibilità nell’uso dei supporti da stampa. Anche voi potete partecipare a questo successo, se affrontate questa materia a fondo e senza paure, in modo da ricavarne le scelte giuste per la vostra azienda. Dieter Kleeberg KBA Process 2 | 2005 77 Impressum Koenig & Bauer AG Stabilimento di Würzburg Friedrich-Koenig-Straße 4 D-97080 Würzburg Telefono: +49 931 909-0 Telefax: +49 931 909-4101 Web: www.kba-print.de E-mail: [email protected] Koenig & Bauer AG Stabilimento di Frankenthal Johann-Klein-Straße 1 D-67227 Frankenthal Telefono: +49 6233 873-0 Telefax: +49 6233 873-3222 Web: www.kba-print.de E-mail: [email protected] Koenig & Bauer AG Stabilimento di Radebeul Friedrich-List-Straße 47-49 D-01445 Radebeul Telefono: +49 351 833-0 Telefax: +49 351 833-1001 Web: www.kba-print.de E-mail: [email protected] Metronic AG Un’azienda del gruppo KBA Benzstraße 11 D-97209 Veitshöchheim Telefono: +49 931 9085-0 Telefax: +49 931 9085-100 Web: www.metronic-ag.com E-mail: [email protected] KBA Process È una pubblicazione che esce a distanza non periodica e riassume, con un occhio rivolto all’utilizzo concreto e in modo dettagliato, lo stato attuale e le prospettive di sviluppo di tecnologie innovative. La rivista vuole offrire un supporto in occasione di scelte aziendali strategiche. Numeri precedenti: “KBA Process” No. 1 “Focus: stampa offset diretta su cartone ondulato” (1/2002). Editore: Gruppo imprenditoriale Koenig & Bauer (www.kba-print.de) Redazione: Klaus Schmidt (direttore marketing, responsabile del contenuto, [email protected]) Dieter Kleeberg (Kleeberg & Stein, giornalismo specializzato/ PR-Service industria della stampa, [email protected]) Autori: Peter Benz (KBA) Detlef Braun (Druck & Beratung WLUV) Mike Engelhardt (KBA) Andreas Harig (technotrans) Dr. Bernd Heusinger (KBA) Dieter Kleeberg (Kleeberg & Stein) Hans-Joachim Koch (marks-3zet) Dr. Matthias Müller (KBA) Hubert Peick (technotrans) Dr. Karl Schaschek (KBA) Klaus Schmidt (KBA) Georg Schneider (KBA) Christian Tebert (Ökopol) Layout: Jürgen Bender (KBA) Avvertenze legali: Con riserva di modifiche delle caratteristiche e specifiche di un prodotto senza preavviso. Qualsiasi copia o riproduzione, anche di singoli contributi, richiede l’autorizzazione dell’editore e l’indicazione precisa delle fonti. Marchi registrati nonché modelli di utilità o brevetti non sono evidenziati espressamente nei testi. Ciò non significa che le relative denominazioni siano libere o liberamente utilizzabili. Gravuflow™, Karat™, Newsflow™, Rapida 74 G™ e STEPIN™ sono marchi registrati della Koenig & Bauer AG. Metronic® è un marchio registrato della Metronic AG. Se non conoscete ancora la nostra rivista per clienti “KBA-Report” e non l’avete ancora ricevuta, vi preghiamo di mettervi in contatto con noi. Delle vostre richieste si occuperà la signora Anja Enders: E-mail [email protected] Telefono: +49 931 909-4518 Telefax +49 931 909-6015 Printed in Germany 78 KBA Process 2 | 2005 La KBA sul tema: stampa ecologica Acqua significa vita Nella stampa se ne può fare anche a meno Continuità, utilizzo parsimonioso di preziose materie prime ed evitare accuratamente rifiuti ed emissioni sono un obbligo per ogni imprenditore responsabile. Per questo motivo per la KBA il mantenimento delle basi vitali naturali fa da tempo parte delle linee guida aziendali. Nelle nuove tecnologie ecologiche per offset a foglio e offset a bobina facciamo volentieri la nostra parte di precursori nel settore. Economia ed ecologia non devono rappresentare dei contrari. Noi ci impegniamo per questo. Koenig & Bauer AG, stabilimento di Würzburg e Radebeul, www.kba-print.de Metronic AG, www.metronic-ag.com KBA Process 2 | 2005 KBA_I_327_KBAProzess_d,e,f,i,sp 22.03.2005 9:05 Uhr Seite 1 People & Print From the inventor of the printing press Nuove idee per professionisti KBA.I.327 i Dalla prima macchina da stampa a cilindri di Friedrich Koenig nel 1811, fino alla supertecnologica offset a foglio Rapida 74 Gravuflow, alla macchina di esposizione directa DI 74 Karat e alla ultracompatta rotativa waterless KBA Cortina il percorso fino ai nostri giorni è stato lungo. Una cosa hanno in comune tutte queste macchine: hanno rappresentato allora e rappresentano oggi lo stato dell’arte della tecnologia di stampa. In questi più di 190 anni sta il segreto della nostra competenza. Macchine sempre innovative con soluzioni efficienti per le specifiche esigenze degli stampatori. Per questo ci serviamo delle idee di 7.800 collaboratori motivati e di un know–how a tutta larghezza e a tutto sviluppo. Koenig & Bauer AG (KBA) Würzburg, Tel. +49 931 909-0, Fax: +49 931 909-4101, E-mail: [email protected] Frankenthal, Tel. +49 6233 873-0, Fax: +49 6233 873-3222, E-mail: [email protected] Radebeul presso Dresda, Tel. +49 351 833-0, Fax: +49 351 833-1001, E-mail: [email protected] www.kba-print.com
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