3. Storia della cimatica
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3. Storia della cimatica
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca ISTITUTO DELL' ALTA FORMAZIONE ARTISTICA E MUSICALE Tesi di Diploma Accademico di 1° Livello in TECNICO DI SALA DI REGISTRAZIONE CIMATICA: IL SUONO IN IMMAGINE Diplomando: Marco Badini Matricola: 00155 Relatrice: Prof. Alessandra Possamai 2 Indice Prefazione............................................................................................. 5 1. La nascita della cimatica.................................................................... 7 2. Tecniche e obiettivi della cimatica....................................................12 3. Storia della cimatica.........................................................................19 3.1 Pitagora (570-495 a.C.).............................................................19 3.2 Galileo Galilei (1564-1642) ....................................................... 20 3.3 Robert Hooke (1635-1703)........................................................ 21 3.4 Ernst Chladni (1756-1827)........................................................22 3.5 Bowdich e Lissajous................................................................... 26 3.6 Hans Jenny (1904-1972)............................................................ 28 4. Tonoscopio......................................................................................32 4.1 Fisica dello strumento................................................................ 32 5. Cymascope...................................................................................... 34 5.1 Applicazioni............................................................................... 38 5.2 Rese visibili le 12 note del pianoforte......................................... 38 5.3 La forma delle vocali ................................................................. 39 6. Cimatica nell'arte............................................................................. 41 6.1 Alexander Lauterwasser (1951-in vita)....................................... 41 6.2 Stuart Mitchell (1965-in vita).....................................................43 6.3 Digital Art.................................................................................. 44 6.4 Visual Music .............................................................................. 46 7. Approfondimento: Alva Noto...........................................................49 7.1 Carsten Nicolai ..........................................................................51 7.2 Musicista o artista visivo? .......................................................... 54 7.3 Un'estetica a metà strada fra arte e scienza ............................... 56 8. Applicazioni terapeutiche................................................................61 8.1 La cimaterapia........................................................................... 62 8.2 Il metodo................................................................................... 63 8.3 Peter Guy Manners .................................................................... 65 3 8.4 Le potenzialità della terapia cimatica .........................................67 8.5 Alla base delle correlazioni tra cimatica e organi umani.............70 9. Cimatica e sacralità antica...............................................................75 9.1 Om e Yantra............................................................................... 75 9.2 Masaru Emoto............................................................................ 78 10. Soggettività e fascino nella cimatica...............................................82 Deduzioni............................................................................................ 86 Bibliografia.......................................................................................... 89 Sitografia............................................................................................. 90 4 Prefazione La cimatica è una teoria che studia l'effetto morfogenetico delle onde sonore. Sono venuto a conoscenza di questa disciplina durante la realizzazione di un progetto video su Alva Noto1. Raccogliendo informazioni sull'artista, mi sono imbattuto in un articolo intitolato La cimatica di Alva Noto2. Incuriosito da questo termine originale, ho iniziato una ricerca che mi ha portato alla visualizzazione di alcuni video inerenti al fenomeno. Questi video contengono semplici esperimenti cimatici, che con modalità differenti, dimostrano la possibilità di visualizzare la forma dei suoni puri3. La suggestione di queste immagini mi ha condotto ad un approfondimento della tematica. La ricerca si è rivelata complessa, vista la scarsità di fonti reperibili sul web, la carente chiarezza esplicativa, le opinioni contrastanti e le diverse interpretazioni del fenomeno. Inoltre, non sono molti gli autori che si sono interessati all'argomento, essendo una disciplina nata nell'ultimo secolo e ancora in evoluzione. 1 Alva Noto è un artista e compositore tedesco, legato alle arti sonore e visive. 2 Link: http://www.aboutart.it/la-cimatica-di-alva-noto/ 3 Un suono puro è un suono avente una forma d'onda sinusoidale, privo di ipertoni. 5 Inoltre, anche dopo un'analisi approfondita, l'argomento continua a presentare diverse zone d'ombra: poche sono le prove scientifiche in grado di spiegare il fenomeno in maniera oggettiva. Esso rimane una pseudoscienza di grande suggestione non riconosciuta dalla comunità scientifica. Ciò nonostante, la tematica risulta particolarmente interessante grazie alla sua natura interdisciplinare, che rivela punti di contatto con diversi ambiti, quali l'arte, la medicina e l'acustica. La cimatica è stata e rimane un'originale fonte d'ispirazione, dalla musica alla medicina alternativa. E' fondamentale, prima di affrontare la lettura, per un'immediata comprensione, la visione di uno dei video inerenti al fenomeno4. 4 Video consigliati: http://www.youtube.com/watch?v=KurHB_fu_wE http://www.youtube.com/watch?v=ouAUo9jVtAU http://www.youtube.com/watch?v=n-tYVjngvyo 6 1. La nascita della cimatica Spesso descritto come un ambito di studi tra la scienza e l’arte, la cimatica è, più che una disciplina, una teoria. Formulata negli anni sessanta del secolo scorso dal medico svizzero Hans Jenny (Basilea 1904 - 1972) il suo scopo è interpretare, o tentare di interpretare, l'effetto morfogenetico delle onde sonore. Il nome cimatica è stato coniato dallo stesso Jenny, il quale si ispirò alla parola kyma5 (κΰμα) che significa onda, flutto, intendendo così con cimatica lo studio della dinamica delle onde e dei loro effetti. Una delle più note immagini create da Hans Jenny durante i suoi studi 5 Jenny, Hans, Cymatics – A Study of Wave Phenomena and Vibration – Volume (1967), ed. Marcromedia (2001), pag.20 7 Primo tra gli effetti studiati da Jenny è quello morfogenetico, ovvero la capacità propria dei suoni puri (cioè onde sinusoidali senza armonici, prodotte artificialmente) di creare forme geometriche su superfici esposte a tali suoni. L’intera opera di Jenny è imperniata non tanto sulle tecniche strumentali per ottenere nuove forme, quanto sull’interpretazione di tali figure geometriche. Interpretazione che non procede secondo una logica fisico-descrittiva (nel primo volume scrive che lo scopo non è ricavare equazioni matematiche che ne spieghino il comportamento), ma piuttosto sotto un’ottica mistico-esoterica. Partendo dall’assunto che le figure palesate ci dicano qualcosa su tutta la materia esistente, vengono collocate in un quadro interpretativo che trascende la sola realtà fisica. Una sorta di ermeneutica applicata ai comportamenti della materia. Parlando di come comportarsi davanti al vasto campionario di geometrie prodotte, Jenny spiega che: “potremmo documentare le varie forme del loro aspetto esteriore e farne una lista. Si dovrà poi vedere se esistono caratteristiche di regolarità tra le varie categorie di fenomeni rivelate da questa compilation e quali possano essere i rapporti tra di loro. Non è uno schema quello che stiamo cercando, i processi potranno parlare per se stessi. Essi prenderanno forma in sequenza, ed emergerà dal campo empirico uno spettro di fenomeni che ha origine interamente dalla loro natura essenziale6”. 6 Ivi, pag.101 8 È importante sottolineare il fatto che l’autore era un seguace delle dottrine antroposofiche di Rudolf Steiner, al quale dedica l’intestazione iniziale: “Dedicato alla memoria e alla ricerca di Rudolf Steiner” e, poco più avanti, al Suono “che unifica tutti i fenomeni, generando il vasto mondo di forme nella sua natura triadica”. Senza scendere in dettagli non pertinenti agli argomenti di questo scritto basti dire che l’antroposofia era stata definita dal suo stesso fondatore Steiner una “scienza dello spirito” e più specificatamente “una via della conoscenza che vorrebbe condurre lo spirituale che è nell'uomo allo spirituale che è nell'universo7”. Una delle convinzioni di fondo di tale dottrina è infatti l’idea, quasi neoplatonica, che esista un mondo spirituale dal quale il mondo materiale si è poi originato ed evoluto. Ritengo sia necessario tenere a mente questo particolare, quando si tenta di capire l’interpretazione che Jenny dà del proprio operato. Con lo studio della cimatica si ha la prova che la vibrazione, il suono, influenza la materia. Essa dimostra in modo sensazionale il rapporto tra forma e frequenza, rapporto che è alla base di tutto ciò che esiste. Il suono genera le forme e come dimostrato da recenti studi sul movimento ondulatorio esiste un nesso tra onde, sostanza e forma, riguardante anche tutti gli organismi. Tutti gli studi e gli esperimenti condotti con l’utilizzo di frequenze d’onda confermano teorie che risalgono ad antiche civiltà, secondo le quali ogni suono, quindi ogni onda vibratoria, è in collegamento con una forma nello spazio da essa generata, tenuta in vita e in movimento. 7 Steiner, Rudolf, Antroposophical Leading Thoughts, London: Rudolf Sterner press, (1924) 9 Dalla stessa consapevolezza nasce la famosa asserzione di Pitagora per cui la geometria è musica solidificata. Studiosi ci hanno mostrato che forme molteplici, alcune geometriche, come simboli, croci, stelle, ecc., sono prodotte da vari tipi di vibrazione. Quindi se ogni suono, onda, movimento, pensiero, sentimento, crea forme, anche noi di conseguenza stiamo continuamente creando forme, perché abbiamo la stessa natura vibratoria. Esempi di figure ottenute da Jenny Il Dr. Hans Jenny, padre della cimatica o “Scienza delle Onde”, ha reso visibile il sottile potere attraverso il quale il suono struttura la materia, dimostrando la supremazia della vibrazione ed i suoi effetti in natura. 10 Nei suoi esperimenti egli poneva sabbia, polvere di licopodio o fluidi su un piatto metallico collegato ad un oscillatore8 che produceva un ampio spettro di frequenze. Mentre osservava la sabbia o le altre sostanze organizzarsi in diverse strutture, egli udiva il suono emesso dall’oscillatore e, se toccava leggermente il piatto, poteva sentire la vibrazione sulle sue dita. Potrebbe sembrare incredibile che un campo vibrazionale in risonanza possa generare una figura. Se la sabbia sul piatto viene mescolata e si cancella il disegno, nel giro di pochi secondi, la stessa forma ricompare. Il fenomeno si verifica grazie alle capacità particolari del suono di modulare e modellare l'energia, cioè la materia. 8 Un oscillatore è un circuito elettronico che genera forme d'onda di frequenza, forma e ampiezza di molteplici tipi, senza un segnale di ingresso. 11 2. Tecniche e obiettivi della cimatica Nel 1967 fu pubblicato il primo volume di Jenny, intitolato Kymatic9, nel quale attraverso una serie di esperimenti lo studioso dimostrava l'esistenza di un “potere sottile” attraverso il quale il suono struttura e plasma la materia. Le sostanze10 poste sul piatto metallico, si organizzavano in diverse strutture caratterizzate da forme geometriche ben definite, ognuna tipica di una particolare forma d’onda. Lo strumento utilizzato per questi esperimenti prende il nome di tonoscopio. E' composto essenzialmente da una sorgente sonora e una superficie piana sulla quale indirizzare i suoni, solitamente costituita da una membrana elastica o un piatto metallico. Già da tempo era utilizzato dagli studiosi di acustica, ma senza l'implementato di apparecchiature elettriche, come amplificatori e oscillatori. Progetto di tonoscopio 9 Il secondo volume uscirà postumo. 10 Vedi pag.9 12 In accordo con la filosofia antroposofica, secondo Jenny le strutture geometriche manifeste sarebbero l’espressione di una delle “tre nature” che compongono la realtà. La natura triadica del mondo è un fatto assodato e non riguarda solamente il campo d’indagine di Jenny, ma bensì tutto il mondo scientifico: “Ci troviamo così di fronte a un concreto incarico di ricerca: avviare una monografia sulla fenomenologia periodica che dovrà coprire molti campi diversi. Il fenomeno triadico basilare è una nozione empirica che salta agli occhi nello studio dell’istologia, della fisiologia cellulare, della morfologia, della biologia e delle scienze funzionali; allo stesso modo nello studio della geologia e mineralogia, nella fisica atomica, nell'astronomia, ecc.11” Gli studi sulla cimatica avrebbero ripercussioni non solo nell’ambito dello studio delle interazioni suono-materia, ma anche sull’intero spettro dei fenomeni indagabili scientificamente: “Sicuramente molti processi possono essere analizzati, misurati ed espressi in formule. Di sicuro anche formule, grafici e relazioni di probabilità sono deducibili dalla realtà. Sono immagini della realtà e come tali sono anche reali. Con il loro aiuto si può influenzare questa realtà, e invero creare anche nuove realtà [...]. Ma sono derivati della realtà; sono al di fuori di quello che realmente esiste; e il resto è di più, molto più, di ciò che una formula, una determinazione quantitativa, può indicare. Solo alcuni aspetti del fenomeno ne sono compresi. Ma come è possibile capire l’intero fenomeno, la vera realtà, nell’insieme? 11 Jenny, Hans, Cymatics – A Study of Wave Phenomena and Vibration – Volume 1 (1967), ed. Marcromedia (2001), pag.122 13 La creazione di idee puramente filosofiche, che dipingono la Natura in immagini mentali, è similmente incapace di comprendere l’esistenza nella sua pienezza vitale. È “oltre” la vera realtà.12” In quest’ottica sembra di intuire che la cimatica rappresenterebbe un mezzo per poter scrutare oltre l’illusorio “velo di maya” che costituisce ciò che comunemente chiamiamo realtà e di poterci finalmente affacciare al cospetto della sua vera essenza, la vera realtà (qualunque cosa Jenny intenda con questa espressione). A questo punto appare chiaro che i termini in cui si muove la disquisizione cimatica non sono più limitati all’ambito scientifico ma inglobano questioni filosofico/esoteriche. Non è più sostenibile la posizione che presenta la cimatica come una scienza pura al pari di chimica e fisica. Un altro esempio tratto dall’ultimo capitolo del libro The Basic Triadic Phenomenon, rende più chiaro cosa intende Jenny quando parla di “natura triadica” nei suoi esperimenti: “Dato che i vari aspetti di questo fenomeno [le strutture e le immagini che appaiono sul piatto] sono dovuti alla vibrazione, ci troviamo di fronte ad uno spettro che si rivela in motivi geometrici, formazioni organizzate da una parte, e un polo cinetico-dinamico dall’altra, essendo il tutto generato e mantenuto dalla sua essenziale periodicità. Questi aspetti tuttavia, non sono entità separate ma derivano dal fenomeno vibrazionale al quale appartengono nella loro “unitarietà”. Anche se l’uno o l’altro aspetto può predominare su questo o quel fenomeno, invariabilmente troviamo la presenza di questi tre elementi. In altre parole, la sequenza che abbiamo ipotizzato è in realtà confluente in un’attività omogenea [...] se volessimo descrivere queste singole entità, potremmo dire questo: vi sono sempre 12 Ivi, pag.69 14 degli elementi geometrici organizzati in un processo vibrazionale e in un effetto vibrazionale, ma vi sono anche elementi cinetici e dinamici; il tutt’uno è di natura periodica ed è questa periodicità che genera e sostiene tutto. I tre campi – la periodicità come campo fondamentale con i due poli di forma e dinamicità – invariabilmente appaiono come uno. Sono inconcepibili l’uno senza gli altri. È del tutto fuori questione portarne via uno o gli altri due; niente può essere astratto dal tutto senza che smetta di esistere.13” In conclusione: “Usando questo fenomeno basilare come un organo percettivo (e non come una formula dogmatica) noi possiamo vedere e osservare i più svariati ambiti e vedere che il linguaggio del triadismo periodico è correntemente presente anche lì. Fintanto che la ricerca ha proceduto lungo queste linee, è stato provato che questo modello di base è fondamentale per i più vari contesti e costituisce una parte essenziale della loro natura.” Quindi: “Tutto ciò che possiamo dire è questo: la ricerca di un quadro concettuale si muove lungo le linee suggerite da questo fenomeno di base (periodicità, organizzazione, cinetica). Dalla reale natura delle cose questo aspetto deve continuamente riemergere nella ricerca, e continuamente confrontarsi con gli occhi stupiti del ricercatore. 14” A testimonianza dell’universalità delle teorie alla base della cimatica, Hans Jenny, nei suoi scritti e nei filmati in cui commenta i suoi lavori, fa un largo uso di termini presi a prestito da altre discipline. Figure di licopodio presentano aspetti e movimenti ameboidi, sbuffi e schizzi di materia sembrano eruzioni solari, vortici rievocano fenomeni atmosferici osservati dal satellite. 13 Ivi. pag.121 14 Ivi. pp.122, 125 15 Tutte queste immagini non sono solamente accostamenti poetici adoperati al fine di ottenere una descrizione più efficace, ma sottintendono la visione di un mondo molto diversa da quello descritto dalle scienze tradizionali; un mondo in cui ogni fenomeno fisico manifesta strettissime analogie con molti altri eventi naturali, compresi quelli che avvengono in un corpo umano. Nonostante Jenny esorti i ricercatori a non usare la visione triadica come un dogma da accettare acriticamente, non sembra essere molto diverso l’utilizzo suggerito, cioè quello di adoperarla come un “organo percettivo”. Anche se non si accetta aprioristicamente che il mondo sia composto da tre nature inscindibili, e si guarda al reale cercando di scovare in ogni fenomeno naturale una tripartizione, è molto probabile che infine la si trovi. Ad esempio, parlando del corpo umano, Jenny asserisce che la natura triadica si manifesta nell'apparato circolatorio, respiratorio e nervoso. È pur vero che questi sono tre apparati fondamentali e che senza uno di questi è impossibile sopravvivere, ma lo stesso vale per quello muscolare, o scheletrico, o digestivo, o endocrino e così via. La scelta di voler individuare tre e soltanto tre elementi che riassumano la natura dell’essere umano (e di qualsiasi altro sistema complesso, organico ed inorganico) è opinabile e fortemente limitativa. 16 Nonostante questo approccio appaia quantomeno singolare in uno scienziato con una formazione medica alle spalle, è tuttavia in perfetto accordo con la dottrina antroposofica steineriana; in una sorta di effetto Rosenthal15 ricorrente, Jenny ne riprende i punti cardine e trova continue conferme sperimentali. L’uso di termini presi a prestito non si limita tuttavia a queste descrizioni; sembra che negli scritti di Jenny, parole come ad esempio “vibrazione”, siano usate non solo in un altro contesto, ma anche con un altro significato, mai esplicitato. Si deduce che il significato attribuito a questi termini sia diverso perché in caso contrario le affermazioni apparirebbero prive di senso. Un esempio tratto dal primo capitolo: “Se si dovesse stilare un inventario dei fenomeni periodici nel regno dell’organico, si dovrebbe includere l’intero campo d’indagine della morfologia e della fisiologia, della biologia e dell’istologia. Ma non dobbiamo dimenticare il mondo inorganico. In questo campo potremmo semplicemente menzionare alcuni tipici esempi richiamando fatti noti, con particolare riferimento alla fisica. Qui ci imbattiamo in vibrazioni in una forma pura, più specificamente in onde. Nel vasto spettro che si estende dalla radiazione gamma, attraverso l’ultravioletto e la luce visibile all’infrarosso (raggi di calore), alle onde elettriche (microonde e onde radio), abbiamo un ambito che può essere chiamato periodico nel senso più puro della parola. Poi ci sono onde nei vari stati della materia, nelle vibrazioni acustiche, negli ultrasuoni e nelle onde supersoniche. 15 Detto anche effetto sperimentatore o effetto aspettativa, è stato descritto negli anni 60 da Robert Rosenthal e consiste nella distorsione dei risultati di un esperimento secondo le aspettative di chi lo conduce. - Rosenthal, R., and Rabin, D B., Interpersonal expectancy effects: the first 345 studies, Behavioral and Brain Sciences, 1978, 1, 377-86 17 Ancora, le strutture reticolari di materia nello stato cristallino sono anch’esse periodiche. La struttura periodica è un principio saliente dei reticoli cristallini in mineralogia. Quale profonda conoscenza sulla vibrazione e sulla periodicità è stata acquisita nella vasta gamma che si estende dai sistemi cosmici (rotazioni, pulsazioni, turbolenze, circolazioni, oscillazioni di plasma, periodicità di molti tipi sia negli elementi costituenti sia nell’intero) giù fino al mondo della fisica atomica o anche nucleare (modello a conchiglia del nucleo; struttura del nucleo; organizzazione di nubi di mesoni)! Qui ancora, l’idea della periodicità abbraccia ogni cosa.16” È pur vero che essendo l’antroposofia steineriana una dottrina a carattere esoterico risulta difficile decifrarne i contenuti se non si possiede una formazione in tal senso; ma il carattere quasi ermetico, evocativo, di alcuni passi di Jenny rende i suoi scritti forse più simili alle opere degli alchimisti del XV e XVI secolo, piuttosto che ai moderni saggi, descrittivi, di divulgazione scientifica. 16 Jenny, H., Cymatics - A Study of Wave Phenomena and Vibration, pag.18 18 3. Storia della cimatica Gli studi sul rapporto tra suono e forma, dalle origini molto antiche, hanno subito un evoluzione graduale dal 1600 ad oggi. 3.1 Pitagora (570-495 a.C.) Pitagora fu il primo a definire le relazioni tra gli intervalli musicali. Utilizzando uno strumento molto semplice, chiamato monocorde, formato da nervi di bue in tensione, osservò che se una corda veniva divisa in due parti uguali, la nota che essa produceva era di un’ottava più alta rispetto a quella prodotta dalla corda intera e così via. “Studiate il monocorde e scoprirete i segreti dell’Universo.” Pitagora credeva che l’universo fosse un immenso monocorde, uno strumento con una sola corda tirata tra il cielo e la terra. L’estremità superiore della corda era legata allo Spirito Assoluto, mentre l’estremità inferiore era legata alla Materia Assoluta. Egli sosteneva che i movimenti dei corpi celesti producessero un suono e che questa musica, che lui chiamava “Musica delle Sfere”, potesse essere percepita da un ascoltatore consapevole. Non a caso, nell'antica Grecia il tetracordo era considerato uno strumento in grado di lenire le sofferenze, e particolari scale musicali di modificare la “geometria del corpo e della mente”. Il pensiero greco relativo al rapporto tra geometria e musica è sintetizzato dal famoso enunciato pitagorico: “La geometria delle forme è musica solidificata”. 19 3.2 Galileo Galilei (1564-1642) Croci, stelle e altri simboli di varie civiltà, secondo alcuni studiosi sono la rappresentazione di suoni ben determinati con una funzione specifica. Gli studi delle figure generate da corpi messi in vibrazione ha un'interessante origine. Tra i primi a scoprire che un corpo in vibrazione produce sequenze di figure “regolari” ci fu Galileo Galilei che nel Dialogo sopra i due massimi sistemi (1632), scrisse: “Mentre raschiavo una lastra d'ottone mediante uno scalpello di metallo appuntito con l'intento di rimuovere alcune macchie, mi resi conto che facendo scorrere rapidamente lo scalpello sulla superficie potevo sentire distintamente un suono prodotto dalla lamina. Osservando la lastra più attentamente, notai che quelle che pensavo fossero delle macchie formavano delle lunghe file di strisce parallele ed equidistanti l'una dall'altra. Raschiando con lo scalpello più volte, scoprii che queste macchie si formavano solo nel momento in cui lo scalpello produceva il suono sibilante, quando il raschiare non era accompagnato dal suono non vi era traccia di alcuna macchia.” 20 3.3 Robert Hooke (1635-1703) Robert Hooke è stato un fisico, biologo, geologo e architetto inglese. Fu uno dei più grandi scienziati del seicento e una delle figure chiave della rivoluzione scientifica. Come descritto da Stephen Invood “Hooke gettò i semi di molte scienze[...]: dello studio degli insetti, dell'attrito, della resistenza ed elasticità dei materiali, della meteorologia, dell'oceanografia, delle comete, dell'evoluzione, della geologia, dei cristalli, della luce, del calore, del suono, della combustione e della respirazione.” Le sue intuizioni posero basi significative per lo sviluppo di teorie successive. Precursore di molte discipline moderne, anticipò anche gli esperimenti sulla cimatica. Nel luglio 1680, fu in grado di notare le figure nodali associate ai modi di vibrazione delle lastre di vetro. Fecendo scorrere un archetto lungo il bordo della lastra cosparsa di polvere, vide così emergere delle figure. Hooke non approfondì l'argomento, ma il fatto che tutti gli esperimenti futuri avranno il suo lavoro come punto di partenza prova la sua particolare importanza nello studio della cimatica. 21 3.4 Ernst Chladni (1756-1827) Sul finire del XVIII secolo in Germania, il fisico Ernst Florens Friedrich Chladni, munito di un archetto da violino, suonava (letteralmente) lastre di vetro. Ernst Chladni Egli stava studiando il comportamento di lastre dalle diverse forme sotto l’influsso delle vibrazioni sonore, esattamente come faranno gli studiosi di un paio di secoli dopo mediante l’utilizzo del tonoscopio. Chladni fu il primo a trovare un modo per visualizzare le onde che percorrono le lastre di vetro quando queste vengono messe in vibrazione. Osservò che i modi di vibrazione di una membrana, o di una lastra, possono essere visualizzati cospargendo la superficie vibrante con polvere sottile (ad esempio polvere di licopodio, o anche semplice farina o sabbia fine). 22 La polvere, infatti, si sposta per effetto della vibrazione e si accumula progressivamente nei punti della superficie in cui la vibrazione è nulla. Nel caso di una vibrazione stazionaria, questi punti formano un reticolo di linee, dette linee nodali del modo di vibrazione. Esperimento di Chladni I modi normali di vibrazione, e il reticolo di linee nodali associato a ciascuno di questi, sono completamente determinati (per una superficie con caratteristiche meccaniche omogenee) dalla forma geometrica della superficie e dal modo in cui la superficie è fissata. Sollecitando in maniera diversa la vibrazione della superficie si eccitano modi normali differenti, e quindi si osservano di volta in volta solo alcuni degli infiniti reticoli nodali propri del corpo vibrante. I punti in cui confluiva la sabbia furono chiamati punti nodali. 23 Figure di Chladni sul dorso di una chitarra Chladni verificò che a uguali figure corrispondevano uguali suoni, ma che invece non accadeva necessariamente l'effetto contrario; inoltre osservò che a suoni con frequenze basse corrispondevano normalmente figure semplici, mentre con frequenze alte si osservavano figure generalmente più articolate e complesse. Esperimenti di questo tipo furono presentati sistematicamente nel 1787 in Entdeckungen ùber die Theorie des Klanges17. Questo fornì un importante contributo alla comprensione dei fenomeni acustici e del funzionamento degli strumenti musicali. Le figure ottenute con l'ausilio di un archetto di violino che sfregava perpendicolarmente lungo il bordo di lastre lisce ricoperte di sabbia fine, sono tuttora designate con il nome di "figure di Chladni". 17 Trad. “Scoperte sulla teoria dei suoni”. 24 Più specificatamente i risultati degli studi di Chladni possono essere riassunti nelle seguenti osservazioni: • Ogni ventre è separato da un altro ventre tramite una linea nodale. • La lastra vibra diversamente al variare del modo di eccitazione. Tenendo fissi più punti18 si ottengono figure più complesse poiché le linee nodali sono maggiori. • La posizione delle linee nodali muta al variare della forma delle piastre, delle loro dimensioni, del modo in cui esse vibrano e della frequenza. • Più è acuto il suono della vibrazione tanto maggiori sono le linee nodali che una stessa piastra produce. • Le linee nodali si caratterizzano per la simmetria. La stessa piastra posta in vibrazione nelle medesime condizioni riproduce sempre le stesse linee nodali. Si può quindi enunciare la seguente legge: "Per piastre dello stesso materiale, della stessa forma e che producono le stesse figure di Chladni, le frequenze di vibrazione sono direttamente proporzionali al loro spessore e inversamente proporzionali alle loro superfici". In altre parole, il reticolo di linee nodali associato a ciascuna di queste frequenze è completamente predeterminato (per una superficie con caratteristiche meccaniche omogenee in tutti i suoi punti) dalla forma geometrica della superficie, dal modo in cui viene eccitata, e dal modo in cui la superficie è vincolata al suo supporto. 18 Per “punti” si intendono le zone di ancoraggio del corpo sottoposto a vibrazione. 25 3.5 Bowdich e Lissajous Nel 1815 il matematico americano N. Bowdich studiò i disegni creati dall’intersezione di due curve sinusoidali, i cui assi sono perpendicolari gli uni agli altri. Furono chiamate “curve di Bowdich” o più spesso “figure di Lissajous” dopo che quest’ultimo fece le stesse indagini. Figure di Lissajous Entrambi conclusero che la condizione affinché si originassero questi disegni era che le oscillazioni per secondo delle due curve corrispondessero ad un rapporto del tipo 1:1, 1:2, 1:3 e così via. Di fatto si potrebbero riprodurre le figure di Lissajous anche se le frequenze non sono in perfetto rapporto tra di loro. 26 Se l'imprecisione è minima, il fenomeno risultante è che i disegni continuano a cambiare il loro aspetto. Si muovono. Quello che crea la variazione nelle forme di questi disegni è la fase differenziale, ovvero l’angolo tra le due curve. Nei suoi esperimenti è interessante notare che nel momento in cui le due onde non sono in fase l’una con l’altra, ovvero le loro frequenze differiscono, appare una figura a rete più o meno armonica. Se invece le onde si trovavano in fase, la figura risultante è un cerchio. 27 3.6 Hans Jenny (1904-1972) Hans Jenny è stato un medico e naturalista svizzero. È considerato il padre della cimatica. Nacque a Basilea, in Svizzera. Dopo aver completato il suo dottorato, insegnò scienza nella Scuola Steineriana di Zurigo per quattro anni prima di intraprendere la professione medica. Nel 1967, Jenny pubblicò il suo primo volume, intitolato “Cimatica: studio dei fenomeni ondulatori”. Il secondo volume uscì postumo nel 1972, l'anno della sua morte. Questi libri raccolgono scritti e documentazioni fotografiche sugli effetti delle vibrazioni sonore sui fluidi, sulle polveri, sui liquidi e sugli impasti. Egli terminò il trattato con la seguente affermazione, "Questo non è un caos disordinato; ma è un modulo ordinato e dinamico". Jenny utilizzò un oscillatore al quarzo e una propria invenzione denominata tonoscopio, formato da un piatto o una membrana vibrante. Con il tonoscopio, la sabbia di quarzo viene sparsa su un tamburo nero la cui membrana ha il diametro di 60 cm. Quest'ultima è sollecitata da vibrazioni che risuonano piuttosto rumorosamente attraverso un tubo di cartone. Il vantaggio più evidente dell'invenzione è la possibilità di determinare esattamente la frequenza e l’ampiezza dell'onda utilizzata per mettere in vibrazione la membrana. 28 Alcune immagini ottenute dal tonoscopio La sabbia realizza le stesse forme complesse e simmetriche, già note con il nome di figure di Chladni. I toni bassi producono tendenzialmente immagini chiare e semplici, mentre i toni alti formano strutture più complesse. Ciò che appare sono disegni in costante evoluzione che variano da perfetti, ordinati e fissi, a turbolenti e caotici. Secondo Jenny, queste strutture sarebbero la manifestazione della forza invisibile del campo vibrazionale ed ogni forma conterrebbe le informazioni sulle vibrazioni che l’hanno generata. 29 Sequenza di figure ottenute dal tonoscopio sottoposto a vibrazioni di onde sinusoidali, in ordine di complessità crescente Per esempio, i reticoli nodali dei modi di vibrazione su una lastra di forma circolare appoggiata sul centro (oppure al bordo, o comunque in un insieme di punti dotato di simmetria centrale), presentano tutti una qualche simmetria centrale. Quindi l'osservazione di Jenny è perfettamente coerente con le proprietà matematiche già note. 30 Tuttavia, dal punto di vista fisico-matematico, la forma dei reticoli nodali è predeterminata dalla forma del corpo posto in vibrazione. L'onda sonora incidente, pertanto, non influenza affatto la forma del corpo vibrante né la forma dei reticoli nodali. L'unica cosa che cambia per effetto della vibrazione è la disposizione della sabbia di cui il corpo è stato cosparso. L'immagine formata dalla sabbia, a sua volta, è influenzata dallo spettro di frequenze della vibrazione incidente solo in quanto ogni modo di vibrazione è caratterizzato da una specifica frequenza. Pertanto, quali reticoli nodali siano effettivamente visualizzati dipende dallo spettro del segnale che eccita la vibrazione. 31 4. Tonoscopio Il tonoscopio è uno strumento che permette alle vibrazioni sonore, sia naturali che generate elettronicamente, inclusa quindi la voce umana, di produrre immagini. Questo avviene tramite l'uso di risonatori, membrane o lastre vibranti sulle quali viene disposta una sostanza sabbiosa; la tendenza della sabbia è quella di disporsi in determinate configurazioni, dipendenti dai diversi modi di vibrazione. Tonoscopio rudimentale 4.1 Fisica dello strumento Le vibrazioni provenienti dalla sorgente sonora vengono trasmesse ad un tubo di risonanza, alla cui estremità è posta una membrana oppure una lastra metallica, che svolgono, in entrambi i casi, la funzione di membrana vibrante. 32 Sulla membrana è posta della sabbia che, sollecitata dalle vibrazioni, tende a creare figure regolari. La sabbia, si dispone lungo le linee nodali, cioè quelle linee matematiche sulle quali l'intensità dell'oscillazione è virtualmente nulla. Il tonoscopio in origine fu pensato per rendere la voce umana visibile senza alcun apparato elettronico. Questo permise la sorprendente possibilità di vedere l’immagine fisica delle vocali, dei toni e dei suoni prodotti direttamente dall’essere umano. Figure generate tramite tonoscopio elettroacustico Tonoscopio elettroacustico artigianale in funzione 33 5. Cymascope ll Cymascope è il nuovo strumento scientifico in grado di rendere visibile il suono. E' stato realizzato da John Stuart Reid, ingegnere acustico, e dal progettista americano Erik Larson ispirandosi al lavoro di Ernst Chladni e Hans Jenny. Il termine Cymascope deriva chiaramente dalla cimatica stessa. Viene utilizzato soprattutto per lo studio visivo di suoni umani, animali, di strumenti musicali e di quelli provenienti dallo spazio. Un Cymascope può anche essere utilizzato in logopedia e per applicazioni di intrattenimento in quanto rende visibili parole e musica. Il suo sviluppo ebbe inizio nel 2002, con un prototipo composto da una sottile membrana in P.V.C circolare19 Il Cymascope 19 In seguito venne rimpiazzata dal latex. 34 A contribuire allo sviluppo dello strumento furono i risultati eccezionali che si potevano ottenere sottoponendo a vibrazioni soniche la superficie pura dell'acqua. La tensione superficiale dell'acqua è dotata di un altissima flessibilità e di una risposta istantanea se messa in vibrazione, di conseguenza l'acqua è in grado di tradurre molte delle periodicità sinusoidali (in un dato campione sonoro) in strutture fisiche sinusoidali sulla sua superficie. Le attuali limitazioni nell'imprimere il suono sull'acqua si manifestano soprattutto sulle armoniche più alte e sono dovute principalmente all'energia poco presente in quest'area dello spettro sonoro, energia necessaria per mettere in vibrazione la superficie della membrana. Le strutture sinusoidali che si vengono a creare dalla tensione superficiale sono visibili a occhio nudo direttamente sulla superficie dell'acqua con l'utilizzo di una sorgente luminosa posizionata sopra la superficie dell'acqua, indifferentemente se in asse o fuori asse. Il compito di registrare le immagini è affidato ad una fotocamera digitale posizionata verticalmente. Le immagini ottenute vengono vengono comunemente chiamate Cymaglyphs. Il termine generico affidato alle sequenze di vibrazioni che si presentano sulla superficie dell'oggetto quando quest'ultimo viene sollecitato da una sorgente sonora è detto “fenomeno modale”. La visione classica dei fenomeni modali si basa sulla convinzione che le sequenze modali vengano create come conseguenza delle frequenze (o modi) di risonanza naturali, dell'oggetto o della membrana. I suoni musicali contengono moltissime armoniche quindi quando una membrana circolare viene sottoposta a una sonorità musicale complessa anche le risultanti sequenze modali saranno a loro volta, altrettanto complesse. 35 Se campionassimo un frammento di musica e lo analizzassimo in termini di frequenze fondamentali e relative armoniche, applicando quindi quel campione a una membrana metallica circolare di data elasticità, diametro e materiale, le attuali conoscenze matematiche non sarebbero in grado di predire che sequenza si formerà sulla membrana. Solamente le sequenze associate a frequenze fondamentali possono essere predette con sicurezza. Per questo la forma degli strumenti musicali continua a rimanere un arte più che una scienza. Le correnti conclusioni matematiche dei modi di vibrazione di una membrana circolare flessibile possono influenzare solamente fattori come forma ed elasticità dei materiali. Le funzioni di Bessele e le equazioni sulle onde sonore sono utilizzate per definire un numero preciso di modi “naturali”, basati sulle risonanze naturali della membrana o della lastra. I parametri per il Cymascope sono leggermente diversi rispetto a quelli per le lastre circolari risonanti. L'acqua è libera di muoversi lungo il bordo circolare e lungo l'intera superficie, in più, non risponde solamente a modi di vibrazione “naturali” ma anche a tutte le vibrazioni generate dalle frequenze udibili dalle quali viene sollecitata. In altre parole, nei limiti di quello che è stato esposto, tutte le principali periodicità presenti in un dato suono udibile o in un dato campione di musica possono essere rese visibili. Le figure generate si possono considerare come le immagini relative ai suoni, in quanto le loro forme geometriche sono la rappresentazione delle periodicità del suono di partenza. 36 Alcune immagini ottenute tramite Cymascope 37 5.1 Applicazioni Il Cymascope ha applicazioni molte discipline scientifica poiché le vibrazioni sono alla base di ogni materia. La possibilità di riuscire a visualizzare tali vibrazioni permette una profondità negli studi dei fenomeni in precedenza impensabile per scienziati, ingegneri e ricercatori. Per esempio, gli utilizzi si possono ritrovare in discipline apparentemente scollegate tra di loro come l'astrofisica e la zoologia. Esattamente come i grandi vantaggi che l'invenzione del microscopio ha portato alla ricerca medica, e il telescopio alla scoperta dell'universo, il Cymascope racchiude un enorme potenziale per l'approfondimento della parte ancora non scoperta del reame del suono. 5.2 Rese visibili le 12 note del pianoforte Shannon Novak, artista di origini neozelandesi, si interessò allo studio sulla visualizzazione delle note del pianoforte per creare una serie di 12 “tele musicali”. Durante la realizzazione decise di registrare l'immagine di ogni nota tramite un video e non tramite fotografie. Questo perchè osservando il la 220Hz si notò che l'energia immagazzinata cambiava dinamicamente durante il tempo , come d'altronde cambiavano le armoniche generate dal ponte di legno del piano. Questa circostanza portava l'inviluppo a essere tutt'altro che stabile e, come previsto, le armoniche rendevano i Cymaglyphs molto dinamici. Le orecchie potevano facilmente individuare i cambiamenti nelle armoniche e il Cymascope era in grado di rappresentarli visivamente in tempo reale. 38 Cymaglyphs delle note di un ottava del pianoforte 5.3 La forma delle vocali Grazie al Cymascope è stato possibile visualizzare la forma delle vocali delle lingue moderne. In precedenza era stato ipotizzato che ciascuna delle cinque vocali avesse una forma base uguale per ogni persona. Tuttavia, con l'utilizzo del Cymascope, si è scoperto che la forma varia da persona a persona. In sostanza è il tono della voce di una persona a determinare la geometria di base di ogni vocale. Le forme geometriche create dalle vocali ricordano l'aspetto dei mandala. 39 Immagini ottenute dal suono delle cinque vocali di una voce femminile. 40 6. Cimatica nell'arte I risultati ottenuti dai cultori della cimatica nella visualizzazione dei reticoli nodali hanno ispirato opere nel campo delle arti visive e della musica contemporanea. In particolare, le complesse figure ottenibili con l'utilizzo del tonoscopio, grazie all'elevato grado di simmetria posseduto, possono essere oggetto di interesse in ambito artistico e creativo. 6.1 Alexander Lauterwasser (1951-in vita) Fotografo e filosofo contemporaneo, Alexander Lauterwasser riprese il lavoro di Hans Jenny utilizzando oscillatori di cristallo e lastre d'acciaio ricoperte da granelli di sabbia molto sottili. Alexander Lauterwasser e alcuni dei suoi scatti. 41 Nel suo primo libro Water Suond Images (2002), sono contenute fotografie di immagini originate dalla luce riflessa sulla superficie dell'acqua messa in movimento da sorgenti sonore. Queste ultime variano da semplici onde sinusoidali a forme di musica complessa come composizioni di Ludwig Van Beethoven e Karlheinz Stockhausen. Effetto delle tecniche cimatiche sulle molecole d'acqua Le fotografie scattate sono impressionanti. Fa parte del particolare stile di Lauterwassen il focalizzarsi sulla creazione di analogie visuali tra immagini ottenute e forme appartenenti al mondo della natura. 42 Dalla disposizione dei punti sulla pelle di un leopardo, alle figure geometriche riscontrabili in piante e fiori, ad intricati schemi visibili sul guscio di una tartaruga. 6.2 Stuart Mitchell (1965-in vita) Stuart Mitchell è probabilmente il più importante musicista contemporaneo che utilizza analogie all'universo cimatico nelle sue composizioni. Assieme al padre Thomas J. Mitchell ha pubblicato nel 2005 l'opera The Rosslyn Motet nella quale, sono stati, secondo gli autori, tradotti in musica i 13 simboli geometrici presenti sui 213 cubi che spuntano dai 14 archi interni della cappella di Rosslyn. Seguendo un procedimento mai chiarito, i Mitchell hanno affermato di aver tradotto il codice che sarebbe nascosto nelle decorazioni della cappella e di averlo poi successivamente convertito in uno spartito musicale. 43 Nella riedizione del 2010 si può leggere che “La partitura è stata rivista per riflettere nella maniera più chiara possibile il confronto tra i simboli dei cubi e l'applicazione di modelli di Chladni. [...] Scoprì le strutture sonore di Chladni che hanno fissato la colonna sonora nella pietra per più di 550 anni”. Come molte delle ipotesi cimatiche, anche la loro non è supportata dalla comunità scientifica e non presenta alcuna testimonianza storica. Particolare della cappella di Rosslyn 6.3 Digital Art Come già accennato, gli studi e l'immaginario della cimatica sono di ispirazione per diversi artisti contemporanei nella realizzazione di opere di arti visive. L'area delle arti visive (o visuali) è estremamente ampia. In effetti è definibile così una qualunque forma artistica che abbia come risultato un oggetto visibile. La forma di arte visiva che ha utilizzato maggiormente le idee cimatiche è indubbiamente la digital art (o computer art). 44 Con questo termine si indicano le forme d'arte elaborate in forma digitale. Il termine viene usualmente riservato per l'arte che è stata modificata in maniera non banale attraverso un computer. Testi, registrazioni audio e video non sono normalmente considerati digital art, in quanto il computer serve solo come mezzo di immagazzinamento. La computer art nasce nel 1950 grazie alla sperimentazione di Ben Laposky (USA) e Manfred Frank (Germania), due matematici e programmatori, non artisti ma amanti della grafica. I due si rifanno al costruttivismo e al razionalismo del Bauhaus. Laposky nel 1950 realizza un oscillogramma: per mezzo di un oscilloscopio, scrisse una funzione matematica (quindi non un’immagine) nel processore, ottenendo la base per una proiezione grafica. In seguito, sempre tramite l’oscilloscopio, con il quale potete variare la lunghezza d’onda dei raggi luminosi del tubo catodico, creò delle distorsioni ottiche. La digital art può essere generata completamente dai computer o presa da altre sorgenti, come la scansione di una fotografia o un'immagine disegnata con l'ausilio di un software di grafica vettoriale. Utilizzando pennelli elettronici, filtri e ingrandimenti, questi "neografi", producono immagini non ottenibili attraverso i convenzionali strumenti fotografici. Gli artisti digitali possono manipolare scansioni di disegni, dipinti, collage o litografie, o usare una combinazione di queste tecniche. La digital art deve ancora guadagnarsi l'accettazione e il riguardo concessi a forme d'arte storicamente consolidate come scultura, pittura e disegno, a causa della diffidenza suscitata in molti riguardo l'utilizzo del computer. 45 Eleborazione digitale di Ben Laposky Anche nel mondo della musica contemporanea, specialmente musica elettronica, i computer vengono utilizzati come strumento compositivo, in quanto strumenti pratici ed efficienti per arrangiare e creare campioni sonori. È possibile che l'accettazione generale della digital art aumenterà allo stesso modo di quella della musica prodotta con l'elettronica durante gli ultimi tre decenni. 6.4 Visual Music Il termine musica visuale ha diversi accezioni, principalmente perchè è un campo di sperimentazione in continua evoluzione. Nell'ambio artistico è molte volte sostituito o confuso con la parola sinestesia20, questo perchè non è mai stata effettivamente coniata una definizione di musica visuale. 20 La sinestesia è un fenomeno sensoriale/percettivo, che indica una "contaminazione" dei sensi nella percezione. 46 Molte volte viene definita “Colour music”, riferendosi all'utilizzo di un supporto musicale per un opera “visuale”, un esempio potrebbe essere il cinema muto. Altre volte si riferisce ai metodi o ai macchinari in grado di tradurre una sorgente sonora in una rappresentazione visiva. Ingrandendo questa definizione si potrebbero includere le rielaborazioni di musica in dipinti, espressione coniata da Roger Fry nel 1912 per descrivere il lavoro di Kandinsky. Altre forme nelle quali i suoni possono essere convertiti in immagini sono i film, i video o le elaborazioni grafiche digitali, tutto questo tramite macchinari meccanici o computer. Anche il contrario è applicabile, la conversione di immagini in opere sonore tramite una tecnica denominata “suono grafico”. La musica visuale si sovrappone alla storia del cinema astratto, in ogni caso è importante sottolineare che non tutta la visual music è astratta. Un ultima associazione è la “music visiualization”. Una caratteristica dei music visualizers e software media player è la possibilità di generare immagini in tempo reale correlate alla musica che viene riprodotta. Queste tecniche di visualizzazione vanno da molto semplici, per esempio la simulazione digitale di un oscilloscopio, a molto elaborate, includendo la somma di moltissimi effetti, spesso correlati ai cambiamenti dell'intensità e dello spettro di frequenze della sorgente sonora utilizzata. Interessante pensare come alcuni artisti e compositori di visual music possano essersi ispirati alle forme e ai concetti introdotti dalla cimatica per la realizzazione delle loro opere. Si può intuire come, partendo dai risultati ottenuti dagli studi sulla forma dei suoni, si possano ricreare tramite algoritmi delle generazioni 47 automatiche di immagini sonore digitali in movimento, molto simili a quelle visibili tramite cymascope. Diversi compositori contemporanei di musica elettronica utilizzano proprio queste idee per donare alle proprie composizioni l'aggiunta di un una componente visiva, in strettissima relazione con quella sonora. Elaborazione digitale di Jordan Belson – Still from allures 48 7. Approfondimento: Alva Noto Carsten Nicolai, in arte Alva Noto, è un artista multimediale tedesco che ama sperimentare con la cimatica, disciplina fondata dal naturalista svizzero Hans Jenny che studia i modi per rappresentare le onde sonore tramite immagini visive. Alva Noto utilizza forme geometriche astratte, generate tramite computer, per tradurre il suono in visione. Le variazioni di frequenza e d’intensità delle onde sonore vengono utilizzate per generare video in tempo reale che l’artista utilizza nei suoi live e nelle sue installazioni multimediali. L’arte cimatica di Alva Noto è conosciuta in tutto il mondo, le sue opere sono state esposte al museo Guggenheim di New York, al San Francisco Museum of Modern Art, nella sede di Tokio della Nippon Telegraph and Telephone, presso la galleria d’arte Tate Modern di Londra e alla Biennale di Venezia. Oltre alla sua produzione artistica visiva, Alva Noto è noto anche, o soprattuto, come musicista. Particolarmente attivo nella scena della musica elettronica IDM (Intelligent Dance Music) ha fondato l’etichetta discografica Noton che si è fusa, nel 1999, con la Raster Music di Frank Bretschneider e Olaf Bender, generando l’etichetta Noton-Raster. La musica elettronica di Alva Noto è una continua sperimentazione di rumori ed onde sonore che vengono utilizzate non come ornamento glitch ma come ossatura portante delle sue opere. Microsuoni che amplificati, filtrati e distorti rendono l’opera di Noto un lavoro originale apprezzato non solo nell’ambito della musica elettronica ma anche da musicisti di altro genere. 49 Tra i suoi album nati con la collaborazione con altri musicisti, ricordiamo Mimikry del 2010 con Blixa Bargeld, cantante e fondatore degli Einstürzende Neubauten e chitarrista nei Nick Cave and the Bad Seeds. Altra famosa collaborazione è quella con Ryuichi Sakamoto, pianista e compositore giapponese di fama internazionale. Proprio dalla collaborazione con Sakamoto sono nati ben 5 album e numerosi concerti live. Performance live di Alva Noto e Ryuichi Sakamoto Nella realizzazione delle sue opere artistiche utilizza i principi della cimatica per quella che lui intende come una forma di visualizzazione del suono, visualizzazione che spesso accompagna le sue composizioni musicali. La rappresentazione grafica delle sue produzioni sonore si sviluppa partendo da una visione olistica e ha come risultato una connessione tra i sensi che rende complementari l'esperienza visiva e quella sonora. 50 Inserisce la sua ricerca estetica in questo sottile limbo avanguardistico a metà strada tra approccio scientifico ed esito estetico, come egli stesso non manca di precisare: “La scienza continua a essere una delle maggiori fonti d’ispirazione per il mio lavoro. Non credo tuttavia che l’arte aiuti a comprendere meglio la scienza [...]. Piuttosto direi che arte e scienza lavorano su un piano comune. Sia la scienza che l’arte operano infatti in aree ancora relativamente inesplorate dall’intelligenza umana. A mio modo di vedere, l’artista lavora con modelli simili a quelli dello scienziato, magari non passibili di prove la cui accuratezza sia garantita da formule matematiche, ma basati su uno stesso meccanismo: si tratta in entrambi i casi di griglie interpretative che ci aiutano a capire meglio in che tipo di mondo siamo situati.” 7.1 Carsten Nicolai Carsten Nicolai nasce nel 1965 a Chemnitz (ex Karl-Marx-Stadt), in Germania. La città, un tempo parte della Repubblica Democratica Tedesca, ha una lunga tradizione in campo tessile che permette a Nicolai di entrare a diretto contatto con i vecchi telai programmati meccanicamente, esperienza che lo apre all'universo dei codici di Alan Turing. Dopo aver lavorato un anno come giardiniere (1984), studia Design del Paesaggio a Dresda dal 1985 al 1990 e all’inizio degli anni novanta avvia una personale sperimentazione tesa a mettere in relazione ricerche scientifiche, arte e potenzialità dei nuovi media, prendendo spunto da fenomeni naturali. 51 Proprio come sottolineato da Kim Cascone, internet fu di primaria importanza per lo sviluppo della scena musicale glitch e per gli arstisti stessi: “Nel 1995, quando ho fondato l'etichetta discografica "Noton" e stavo collaborando con Olaf Bender e Frank Bretschneider della "Raster music", ci siamo trovati in un punto dove la nostra musica non stava generando molto interesse da parte delle case discografiche e quindi abbiamo anche utilizzato Internet come canale per la distribuzione di CD e materiale informativo. Internet è diventato rapidamente un importante strumento per distribuire informazioni da una piccola città come Chemnitz. Quindi non era da intendersi solo come una base su cui potevamo sviluppare aspetti produttivi, o come uno strumento politico o ideologico, ma come un vero e proprio strumento per la distribuzione delle piccole realtà.” Eppure l'essere nati e cresciuti in una città della DDR ha in qualche modo influenzato il modo di pensare l'arte per Nicolai: “Per me una cosa fu sempre molto chiara fin dall'inizio, che il mio lavoro non doveva segnalare alcun punto di vista politico, poiché sono cresciuto in un ambiente dove tutto era propaganda, qualsiasi cosa veniva usata per fini politici. Perciò mi sono sempre tenuto lontano da ogni dimensione ideologica, anche perché ho capito subito che ciò avrebbe suggerito conclusioni scontate, l'idea comune dell'artista che viene dall'Est, ecc. Penso che l'arte non debba avere implicazioni politiche ma poi mi dicono che il mio atteggiamento è politico perché ho una mia etichetta, produco musica, e via dicendo, che è accettabile, ma la più grande libertà che ho scoperto nell'arte è la possibilità di agire senza avere delle etichette politiche attaccate.” Nel 1992 è uno dei fondatori del centro culturale Voxxx.Kultur und Kommunikationszentrum di Chemnitz. Nel 1994 crea a Berlino una 52 propria etichetta discografica, la Noton.archiv.fur.ton.und.nichtton, che ha contatti con tutte le case discografiche di musica d’avanguardia del paese, dalla Mille Plateaux di Francoforte alla Kompakt di Colonia: “Ad un certo punto, trasferirsi (a Berlino) diventò una scelta obbligata. Dato che l'interesse verso il mio lavoro artistico cresceva, molti curatori e critici mi chiedevano di incontrarli a Berlino. Così ero costretto ad andare lì spesso o a rifiutarmi. Alcuni addirittura mi chiedevano se potevo porta qualche mio lavoro con me... Alla fine ho deciso trasferirmi, di lasciare l'isolamento tipico della Germania Est in quel periodo.” Tra il 1996 ed il 1997 inizia la scissione fra Carsten Nicolai e (Alva) Noto: Nel 1997 Mikro Makro, la prima istallazione di Carsten Nicolai realizzata assieme all'artista finlandese Mika Vainio, diventa nel 1997 il primo disco di Noto (e di Vainio con lo pseudonimo ø ). È lo stesso Nicolai a dichiarare: “[...]Anche a livello personale, ho la tendenza a identificare me stesso con i conflitti, le crisi, piuttosto che con un'idea di unità.[...]” Nell’opera ∞, concepita nel 1997 per Documenta X a Kassel, concepisce una vera e propria invasione della città tedesca disseminandola di segnali acustici non identificabili che, infiltrandosi nella quotidiano, forzano ad una nuova percezione del mondo circostante. 72 brevi spezzoni sonori, ciascuno della durata di 45 secondi, costituiscono gli elementi acustici di questo lavoro. Le strutture sonore ricevono le loro fonti o riferimenti da segnali di telefono, fax, codice Morse e altri segnali che trasmettono informazioni Da qui l’interesse per modelli d’integrazione tra caso e programmazione, per l’interscambio tra micro e macro strutture e l'idea d'introdurre in molti lavori una regola e un modello come schema organizzativo per riconoscere i movimenti caotici. 53 7.2 Musicista o artista visivo? A sentire parlare lui non esiste troppa differenza tra questi due possibilità: “Fondamentalmente il mio background risiede più nelle arti visuali, sono venuto a contatto con la musica durante una crisi creativa e all'inizio non si trattava proprio di musica, piuttosto di suoni. Facevo degli esperimenti con dei generatori di forme d'onda e mi costruì un piccolo studio sperimentale nel quale lavoravo fondamentalmente sulle onde sinusoidali e su come venivano percepite. Lentamente questo si concentrò sempre più in una direzione che oggi definirei <<musicale>>. [...] Il mio approccio era fondamentalmente quello di scoprire di che suono si trattava. Cominciai con degli oscillatori e degli oscilloscopi. non avevo uno strumento musicale e credo di non possederne alcuno ancora oggi. [...] Durante gli anni 80 in cui sono cresciuto c'era questa situazione in cui era normale provare tutto, sia che si trattasse di pittura, cinema, musica, era tutto molto liberale. C'erano poche riserve, si sperimentava. [...] il tutto senza un background accademico dal quale partire. Si provava ad usare l'esperimento come tuo punto di partenza. [...] con un certo livello di dilettantismo ed un certo grado di ignoranza si era meno spaventati di toccare le cose e farci qualcosa. [...] Usare qualcosa nel modo sbagliato o in un modo radicale in modo da capovolgerlo è molto importante secondo me perché ti mostra strade nuove rispetto a quelle classiche e obsolete di come le cose andrebbero create.” E sempre a proposito di rapporto fra suono e immagine nei suoi lavori: “Fin dall'inizio ho lavorato con il suono e l'immagine ma è stato anche a causa di un'esigenza pratica perché i primi esperimenti con il suono furono sugli ultrasuoni e con gli infrasuoni, fuori della gamma udibile; 54 ero molto interessato alla percezione perché per me fu abbastanza chiaro fin dall'inizio di queste ricerche che anche se non potevamo sentire questo tipo di frequenze, queste avevano un effetto su di noi e, per fare ricerche su questo, avevo bisogno di una rappresentazione visiva perché non sapevo se un suono c'era o meno.” Alva Noto, Unidisplay, Hangar Bicocca, Milano E ancora: “Non ho mai voluto incasellarmi in un unico specifico ruolo, ho studiato architettura del paesaggio a Dresda, poi mi sono interessato di musica, arte... il problema è che tutti si specializzano in qualcosa ma poi ci dovrebbe essere un modo tramite il quale tutti questi specialisti comunicano. A volte non mi piace nemmeno definirmi un artista, ci sono progetti in cui mi sento più vicino a essere uno scienziato, quindi avrei difficoltà nella definizione di me stesso come un musicista [...] Questi sono solo problemi di definizione; il bisogno di qualcuno di etichettarti. Non c'è bisogno di dire a me stesso quello che sono, so quello che mi interessa. Se fossi letteralmente costretto a rispondere a questo tipo di 55 domanda, direi che ero qualcuno che era interessato alle frequenze elettroniche. Mi interessa la polarità, confrontarmi con le contraddizioni, lo sviluppo di processi che funzionano su dinamiche diverse e il creare contesti dialogici. ” 7.3 Un'estetica a metà strada fra arte e scienza In queste dichiarazioni emerge chiaramente l'interesse di Nicolai per la scienza e la ricerca. Su di lui esercita un forte impatto su l’articolo Active mutations of self-reproducing networks, machines and tapes di Takashi Ikegami e Takashi Hashimoto apparso sulla rivista Artificial Life (vol. 2 n. 3, 1998) che parla dello “sviluppo da un semplice loop autoreplicante di un network complesso”. Queste teorie ispirano nel 2001 l’opera Snownoise, che replica in condizioni di laboratorio la formazione e trasformazione dell’acqua in cristalli di neve, documentando un processo naturale di autogenerazione di un’immagine complessa. Altri fenomeni sui quali si appunta l’interesse dell’artista sono la luce e i campi elettromagnetici, oppure elementi naturali, come il latte, che l’artista sottopone all’influenza di differenti oscillatori di frequenza audio (Milch, 2001), o l’acqua. Frozen water, presentato alla 49a Biennale di Venezia del 2001, è un lavoro sulle vibrazione del suono che mostra una situazione difficilmente controllabile, incentrandosi sulla polarità di caos e ordine, stasi movimento: “La Scienza è un argomento davvero interessante e una grande fonte di ispirazione perché provi sempre a cercare nuove strade. Parlando della musica che sto facendo, cerco di scegliere un estetica sonora che non 56 può essere definita come <<retro>> ma che al contrario cerca di anticipare. In questo contesto, la ricerca scientifica ed i risultati sono sempre una grande ispirazione. [...] Quando ti rendi conto che il suono non è solo uno spettro come lo concepiamo, può fare molto di più. Il suono può produrre energia. Ci sono fenomeni come [...] la sonoluminescenza. Questi fenomeni scientifici ancora non possono essere spiegati – perché esistono e come accadono – ma sono tutti fenomeni legati al suono e sono fantastici ed interessanti per me.” In occasione della collettiva Life? Biomorphic Forms in Sculptures, curata da Katrin Bucher Trantow e Peter Pakesch alla Kunsthaus di Graz nel 2008, l’artista presenta un nuovo ciclo di sculture, Cluster, ispirato a un esperimento dell’architetto americano Richard Buckminster Fuller sull’impacchettamento delle sfere nello spazio e alla cosiddetta congettura di Keplero, per proporre un parallelismo tra processo creativo e processo biologico. La riflessione sull’eredità del modernismo prosegue con l’installazione Extended inverted guggenheim spiral del 2009, che trae spunto dall‘architettura di Frank Lloyd Wright. Per l‘antologica al Kunstraum di Innsbruck Nicolai realizza due nuove opere della serie Aoyama Spaces (da una fotografia di studio nel distretto Aoyama di Tokyo) e presenta still dalla video installazione Fades, ognuno dei quali può essere inteso come modello per un vocabolario matematico.: “Credo che, almeno per me, l'arte e la scienza condividano processi molto simili in termini di ricerca creativa o di lavoro creativo in genere. Per me è molto stimolante investigare i processi di ricerca nel campo della scienza o scoperte nelle scienze naturali perché la natura è una delle mie più grandi ispirazioni per l'arte. Noi siamo parte della natura, quindi per me è molto naturale rapportarmi alla scienza naturale in molti miei lavori. Penso che sia molto stimolante lavorare con questi tipi 57 di argomenti. Forse uno dei motivi principali è che anche io sono molto interessato al futuro - l'imprevedibilità del futuro e ciò che deve ancora accadere. Innovazioni, tecnologie e ricerca sono, naturalmente, elementi molto importanti quando sei curioso di conoscere il futuro. E questo si riversa nel lavoro.” Tutto questo senza mai perdere di vista l'uomo come punto di riferimento e chiave di lettura di queste fenomeni: “<<Confini>>,<<limiti>>, sono sempre stati termini affascinanti per me perché quando cominci ad esplorarli (specialmente nei miei lavori visuali) provi ad esplorare come percepiamo le cose, cosa è la percezione. A che punto smettiamo di percepire alcune cose? Dove e come vengono prodotte le immagini nel nostro cervello [...] dove l'occhio diventa meno accurato e dove vediamo colori anche quando non ce ne sono? Queste sono sempre state domande interessanti per me. Lo stesso con il suono: frequenze altissime e frequenze bassissime, come funzionano davvero? Come le percepiamo? Questo è davvero entusiasmante per me e questi limiti sono ancora molto importanti per me anche se il prodotto musicale, le cose che sto facendo ultimamente sono più accattivanti dei miei primi esperimenti, la consapevolezza di questi limiti c'è sempre sullo sfondo.” Dopo aver indagato le regole della fisica per superare la separazione tra le diverse percezioni sensoriali dell’uomo, nel 2003 Nicolai realizza la serie Restructs, ispirata intuitivamente ai concetti di standardizzazione modulare, industrializzazione e ripetitività. Principi che furono alla base del modernismo di Le Corbusier, del Bauhaus e della scuola di Ulm, ma la cui applicazione ha in seguito bloccato piuttosto che incentivato la creatività. Due importanti personali dell’artista sono state organizzate nel 2005 dallo Stedelijk Museum voor Actuele Kunst di Gent insieme alla Schirn Kunsthalle di Francoforte e dalla Neue Nationalgalerie di Berlino. 58 Quest‘ultima è stata riallestita a Berna e a Yamaguchi, in Giappone, dove l’artista aveva già esposto al Watari Museum of Contemporary Art di Tokyo nel 2002. Seguono nel 2007 le antologiche a lui dedicate dalla Haus Konstruktiv di Zurigo e dalla PaceWildenstein di New York. Dopo aver pubblicato nel 2007 con l'etichetta Raster- Noton il primo e secondo volume della serie Xerrox, Nicolai intraprese una tournée internazionale, per presentare il progetto elaborato a quattro mani con Michael Nyman, intitolato Sparkie: Cage and Beyond, ispirata alla vicenda del celebre pappagallo parlante che negli anni Settanta arrivò a incidere un disco. Alva Noto durante una sua performance live Concludendo possiamo dire che Carsten Nicolai è un'artista pienamente inserito nel tempo e nel contesto in cui opera. È stato in grado di prendere ispirazione dai mezzi che la modernità gli ha fornito di volta in volta, estrapolandone la poetica interna e inserendola dentro un suo lavoro di ricerca perseguito con coerenza ed assiduità. 59 E' riuscito nell'intento di recuperare un rapporto fra Arte e Scienza che da troppo tempo, nella cultura europea, era andato perduto. Altro merito che gli va riconosciuto è quello di aver messo in risalto come spesso il confine tra diverse forme artistiche è solo una questione di diversa prospettiva di osservazione (o di diversa trasduzione) di uno stesso fenomeno naturale. 60 8. Applicazioni terapeutiche “Desidero inoltre riconoscere l'enorme contributo che il Dr. Jenny ha dato ai settori emergenti della "Guarigione Sonora" e della " Medicina Energetica". (John Beaulieu) Hans Jenny nella sua opera aveva gettato anche i semi di un nuovo approccio terapeutico, basato sulle scoperte della cimatica, e non trascorse molto tempo prima che altri studiosi ne raccogliessero i frutti. Più o meno negli stessi anni in cui Jenny pubblicava il suo primo volume Cymatics infatti, un altro medico, britannico, intuì le potenzialità terapeutiche delle teorie di Jenny, e capì come metterle in pratica. La cosidetta terapia cimatica (o cimaterapia, o sonoterapia, o biorisonanza) è una delle varie tecniche terapeutiche, non riconosciute dalla comunità scientifica, che si basano sul presupposto tutt’ora indimostrato per cui ogni cellula, organo e tessuto umano abbia una sua particolare frequenza di risonanza (chiamata anche “armonico”) che viene perturbato negli stati di malattia. Il compito del terapeuta cimatico è quindi quello di applicare sulle zone malate frequenze, o combinazioni di suoni, che dovrebbero far cessare i malfunzionamenti e ripristinare lo stato di salute, operando in modo da ristabilire la “frequenza” associata allo stato di benessere. 61 8.1 La cimaterapia La terapia cimatica, come la radionica, si fonda sul principio per il quale tutte le unità della materia (atomi, molecole, cellule, organi) sono in uno stato di continua vibrazione. Ogni unità ha una propria frequenza di vibrazione che produce una sua caratteristica forma d’onda. Le frequenze di unità più ampie sono determinate dalla somma algebrica delle loro componenti inferiori. In base alla terapia cimatica la malattia è causata dal mutamento della frequenza di vibrazione fondamentale. Questo mutamento può verificarsi in qualsiasi parte del corpo ma si ripercuote su tutto l'organismo. La cimaterapia vuole restituire la velocità di vibrazione naturale. Per l’applicazione è stato ideato uno strumento che entra direttamente a contatto diretto con la superficie della pelle. Le frequenze da utilizzare per la cura del corpo vengono calcolate, in base ad un codice, da un piccolo computer installato nello strumento e, in un secondo tempo, computate in un’armonia di cinque frequenze. L’armonia corrisponde perfettamente a quella esistente nel corpo umano. L’applicatore genera una gamma di frequenze compresa tra 60 e 30000 Hz. La maggior parte delle frequenze delle strutture muscolari è compresa nella gamma dei 247 – 619 Hz. L’armonia risultante viene generata da oscillatori e registrata su cassetta durante il trattamento. L’effetto di penetrazione delle frequenze trasmette al paziente una sensazione piacevole simile a quella prodotta da un massaggiatore elettrico, ma in questo caso i suoni prodotti sono le frequenze naturali del corpo. 62 8.2 Il metodo La terapia, a differenza di altre tecniche musicoterapeutiche, non viene somministrata attraverso i canali uditivi, ma direttamente attraverso la pelle. Si serve delle onde sonore che rientrano nella gamma uditiva per alterare il sistema immunologico e ripristinare così una condizione metabolica quasi ottimale in una determinata cellula o un determinato organo. Ogni oggetto, sia esso vivo o inanimato, possiede un suo campo elettromagnetico che, nel momento in cui interagisce con altri campi di questo tipo, produce reazioni opposte, complementari o neutre. Una risonanza21 equilibrata rappresenta la condizione di salute ottimale, mentre la malattia è dovuta a una situazione di squilibrio. La terapia cimatica si serve di uno strumento computerizzato per riportare l'organismo in una condizione di equilibrio tramite la trasmissione di frequenze risonanti. Le onde sonore sono emesse dallo speciale apparecchio elettronico a impugnatura manuale, posto a contatto con la parte malata, preventivamente spalmata di gel per favorire la trasmissione degli impulsi. La frequenza impostata, di solito non udibile dall'orecchio umano, varia a seconda dell'organo o del tessuto che si intende curare. Ogni singola seduta non si prolunga oltre i 10-15 minuti, mentre la durata del ciclo di trattamento deve essere stabilita caso per caso. I segnali trasmessi passano attraverso i tessuti sani e ristabiliscono la giusta risonanza in quelli malati. Lo strumento regola le frequenze sonore percettibili in modo che, una volta somministrate all'organismo 21 Per risonanza si intende la frequenza a cui un oggetto è portato a vibrare naturalmente se un altro oggetto vibra alla stessa frequenza. 63 tramite il contatto diretto con la parte malata o attraverso i meridiani dell'agopuntura, possano avere un effetto stimolante e rigenerante. La terapia cimatica non è una cura: si limita a riportare l'organismo in una condizione tale da permettergli di guarire da solo senza dolore e senza dover ricorrere alla chirurgia o a farmaci. In futuro, la cimaterapia si concentrerà sulla pelle, sul sistema nervoso periferico e sulle ossa perché sono tre sistemi in grado di rigenerarsi. Gli strumenti per praticare la terapia cimatica vengono usati da oltre vent'anni da infermieri, chiropratici, osteopati e agopuntori di tutto il mondo. Questi strumenti impiegati non hanno effetti collaterali indesiderati, ma sono sconsigliati nel caso di pazienti con il pacemaker. 64 8.3 Peter Guy Manners Peter Guy Manners Fin da quando conseguì il titolo di osteopata22, Sir Peter Guy Manners si concentrò immediatamente sulla ricerca di nuovi metodi per trattare i pazienti. Intraprese un pellegrinaggio in svariate parti del mondo e fu durante questi viaggi che incontrò di persona Hans Jenny, con il quale condivise la passione per gli studi di cimatica. A partire da questo momento gli studi sulla cimatica trovarono diversi impieghi terapeutici, il principale dei quali era l’applicazione diretta sulle aree malate (o “disarmoniche” per dirla con le parole di Manners) mediante macchinari appositamente ideati dallo stesso Manners. 22 Una terapia complementare e/o alternativa che in Italia non è riconosciuta né dal Sistema Sanitario Nazionale né dai Ministeri della Sanità , dell'Istruzione, dell'Università o della Ricerca. 65 I presupposti teorici della cimatica furono poi usati nella diapason terapia (indicata alle volte anche col nome di “Terapia Bio Armonica”), un metodo terapeutico in cui vari diapason vengono messi in vibrazione ed appoggiati sulle diverse parti del corpo, seguendo ovviamente la logica delle frequenze proprie dei vari organi. Altre nuove applicazioni prevedono: - Una “conversione” delle frequenze sonore in colori, con successiva applicazione di questi (cromoterapia); - Una variante dell’agopuntura, chiamata sono-puntura o tonoagopuntura, che utilizza i suoni al posto degli aghi per stimolare i “centri energetici” propri di questa disciplina. 66 8.4 Le potenzialità della terapia cimatica Sopra, strumento utilizzato nell’applicazione diretta delle frequenze “salutari” . Sotto, il dettaglio della parte mobile per la variante cromoterapica, pratica accettata dalla medicina già negli anni ’70, dopo essersi dimostrata un ottimo impiego per curare l’ittero neonatale. La luce blu, emessa dall'applicatore ha infatti la giusta lunghezza d’onda per “smontare” la bilirubina, una molecola normalmente presente nel corpo umano dentro i globuli rossi e che in caso di lisi fuoriesce e diviene tossica se raggiunge una concentrazione troppo elevata. Più di recente anche la luce verde si è dimostrata efficace quasi allo stesso modo, con il vantaggio di disturbare molto meno gli occhi del personale ospedaliero che effettua questi trattamenti. 67 Durante la registrazione dei già citati video documentari distribuiti da Macromedia sulla cimatica, Manners spiegò personalmente il funzionamento della terapia cimatica: “Normalmente quando si pensa a un suono, si pensa a qualcosa che dobbiamo ascoltare, nella terapica cimatica non è esattamente così: si tratta letteralmente di trasmutare e trasferire delle precise frequenze sonore nei tessuti e nelle strutture degli esseri umani. Ogni parte e ogni organo del corpo produce un armonico, un suono, questo suono è molto piccolo e minuto”. Quello che la tecnologia permette oggi, afferma Manners, è di riprodurre artificialmente questi suoni e ritrasmetterli indietro ai tessuti e alle altre strutture. In questo modo è possibile sanare le cellule attraverso il suono caratteristico dello stato di salute, senza medicine e farmaci, e soprattutto senza effetti collaterali. E’ quindi facilissimo immaginare, come suggerisce l’intervistato in persona, le applicazioni possibili nei trapianti d’organi, in cui attraverso i giusti suoni è possibile evitare completamente il rigetto. Infatti, il rigetto si verificherebbe perché l’armonico del corpo del donatore non è lo stesso di quello del corpo del ricevente; va da sé che si può risolvere completamente il problema “riarmonizzando” le due frequenze individuali con una breve terapia cimatica. 68 Ma l’aspetto forse più sorprendente di questa terapia dei suoni è l’effetto antietà. A detta di Manners, con questa terapia: ''Tra pochi anni saremo in grado di prevenire il rimpiazzamento cellulare. E questo sarà fatto completamente con il suono. Se prendiamo la frequenza stampo del vostro DNA a 18 anni e la salviamo, più avanti, se trasmettiamo questa frequenza alle vostre cellule, queste ringiovaniranno”. In un’altra intervista la cui trascrizione è reperibile in rete egli afferma: “Recentemente, in Germania, i ricercatori hanno preso il DNA di un ragazzo di 17 anni, hanno registrato le sue frequenze sonore e le hanno salvate. Il ragazzo fu accidentalmente ucciso, ma gli scienziati avevano ancora il suo pattern di frequenze del DNA. Più tardi, le frequenze del DNA del diciassettenne furono trasmesse nel corpo di un trentenne. La sua pelle diventò giovanile, dimagrì, i suoi capelli tornarono al loro colore naturale. Oggi è un quasi quarantenne e sembra ancora un uomo molto più giovane”. Con l’impiego di tali macchinari è stato inoltre attestata alla cimaterapia la capacità di risanare più velocemente le fratture, di stimolare il sistema immunitario, di “attivare” facoltà psichiche latenti e di far regredire i tumori. Il tutto proviene da fonti non confermate e aneddotiche. Due fatti degni di nota riguardanti Peter Guy Manners: - Per motivi legati ai suoi metodi terapeutici e alle affermazioni fatte in tal senso, nel corso della sua carriera Manners fu radiato dall’albo dei medici; -anche Manners, come Jenny, fu iniziato all’antroposofia, e alcuni passi dei suoi scritti risultano quasi incomprensibili senza una formazione pertinente a questa dottrina. 69 8.5 Alla base delle correlazioni tra cimatica e organi umani Visto che la registrazione diretta delle vibrazioni di cellule, organi e tessuti non è mai stata effettuata, e che risulta tutt’ora indimostrata (e assai improbabile) l’esistenza stessa di questo spettro di suoni, c’è da chiedersi da dove provengano le idee che associano determinate frequenze a precise parti del corpo23. Questo fondamentale aspetto non risulta mai spiegato adeguatamente da chi opera in questo settore, ma questa affermazione di Manners appare esplicativa: “[Hans Jenny] era interessato a creare forme e immagini con i suoni, e questi coincidevano con le forme e le immagini dell’anatomia e della fisiologia24”. Alcuni esempi dati dallo stesso Manners dovrebbero essere chiarificatori. Nei videodocumentari già menzionati, l’ex medico spiega che una cellula in mitosi o uno zigote ai primissimi stadi di sviluppo hanno forme che ricordano quelle che si possono ottenere con le tecniche cimatiche. 23 E' possibile reperire in rete tabelle indicative in cui sono elencate le correlazioni tra organi e rispettive note musicali (tra i tanti http://www.lambdoma.com/), o addirittura tra elementi chimici e note musicali (bioadaptech.com/concepts1.pdf); ma non esistono testimonianze su come queste rilevazioni siano state fatte o calcolate. 24 http://www.spiritofmaat.com/archive/mar1/cymatics.htm 70 - Esempio1: paragone tra lo sviluppo di una cellula (sotto) e una struttura simile ottenuta con le tecniche cimatiche (più in basso). Nel commentare queste due immagini Manners sottolinea che in entrambi i casi la massa dei due “emisferi” si muove di continuo verso la fenditura centrale. 71 - Esempio 2: zigote ai primi stadi (sotto) e corrispettivo cimatico (più in basso). Anche qui si specifica che il materiale cellulare si muove dall’esterno verso l’interno e “se avessimo una foto animata apparirebbe come un’ameba vivente pulsante e mobile”; l’immagine sottostante viene giudicata molto simile, con la differenza che in questo caso vi sono cinque sezioni centrali invece di quattro; il materiale si muove verso l’interno come fosse “vivo”, ma solo e unicamente a causa delle vibrazioni del campo di frequenze al quale è sottoposto; 72 -Esempio 3: immagine molto ingrandita di cellule epidermiche delle dita di un neonato (sotto); un’immagine ottenuta con polvere di licopodio (più in basso). Nel presentare il fotogramma in basso Manners sottolinea che esso rappresenta “polvere di licopodio mentre vibra a una frequenza simile (alle cellule neonatali)”; le strutture di licopodio “sono quasi una replica delle formazioni cellulari delle dita del bambino”. 73 Per concludere, si può dedurre dalle spiegazioni di Manners che sia proprio questa similitudine estetica il principio fondamentale che sta alla base dell’efficacia della cimaterapia. Gli effetti benefici di alcune frequenze sembrano postulati dopo l'osservazione delle figure simili ad immagini biologiche generate sul piatto del tonoscopio. Precisiamo che le suddette similitudini affiorano soltanto con i dovuti ingrandimenti, e in ogni caso mai in scala 1:1 con i loro analoghi istologici. Non è comunque raro trovare nei siti che si occupano di cimatica accostamenti di fotografie provenienti dal mondo naturale con immagini prodotte con tali tecniche; tali accostamenti dovrebbero essere la “prova” che il suono ha una sua natura organizzatrice e modellatrice; dato che con esso si possono creare figure analoghe a quelle esistenti se ne dovrebbe dedurre che anche le stesse strutture naturali abbiano un’origine “sonora”. Se le fondamenta dei presupposti su cui si basa l’intera cimaterapia si limitano a questa somiglianza visiva, non appare molto più solida della teoria delle segnature: una dottrina medica di radici antiche diffusasi particolarmente tra XVI e XVII, secondo cui elementi tratti dal mondo naturale (soprattutto vegetale) avrebbero un potere curativo sugli organi umani che presentano un’analogia estetica. Confondendo la somiglianza morfologica con un’analogia funzionale, si riteneva ad esempio che piante come la polmonaria o la fegatella fossero utili per curare i malfunzionamenti di polmoni e fegato, e che il frutto della noce potesse curare le malattie mentali per via della sua somiglianza con le circonvoluzioni cerebrali. 74 9. Cimatica e sacralità antica Nella ricerca antroposofica sull’essenza spirituale della realtà, Jenny individuò in alcune vocali dell’ebraico e del sanscrito la prova fisica dell’esistenza di un “linguaggio sacro”; infatti, sottoponendo il tonoscopio a tali vocalizzazioni l’immagine che appariva era proprio (a detta di Jenny) il moderno grafema usato per scrivere le vocali stesse. Dato che questo non accadeva con le altre lingue moderne, Jenny vide il fenomeno come la dimostrazione del motivo per cui la recitazione di alcuni particolari mantra avrebbe poteri guaritori. 9.1 Om e Yantra Tra tutte le associazioni, una in particolare lo colpì profondamente. Nel corso di alcune sperimentazioni venne posta della sabbia sopra una membrana sensibile alle vibrazioni e venne fatto produrre il canto dell'OM ad una persona: il risultato fu che la sabbia si dispose secondo delle linee di forza fino a formare un disegno circolare con tutta una serie di triangoli convergenti verso il centro. E' normale che il suono produca delle forme visive, ma il dato interessante in questo caso, è che il disegno prodotto corrispondeva ad uno Yantra, cioè ad un disegno rituale della cultura vedica. In particolare si trattava di uno Sri Yantra, da sempre considerato la rappresentazione visuale del suono OM, rivelatrice della perfetta armonia attraverso la perfetta geometria dei suoi triangoli convergenti. 75 La letteratura e le sacre scritture degli antichi popoli e di tutte le grandi religioni stanno a testimoniare l’efficacia del suono nel produrre tutto ciò che è tangibile e visibile. Da millenni, ad esempio, gli indù, e non solo essi, possiedono dei diagrammi chiamati yantra. Ogni corpo, ogni figura naturale, ogni fiore, ogni stella è riducibile essenzialmente ad una figura geometrica semplice. In India questa base geometrica che sottostà alla forma viene chiamata yantra. Per esempio, un triangolo è uno yantra; fiori e petali disposti in un certo modo per un dato tipo di rituale formano uno yantra; la doppia stella è uno yantra; la croce è uno yantra. Tutte queste forme sono considerate essenze, non figure di per sé. Una forma che viene costruita è considerata come l’essenza di un qualcosa di vivo, rappresenta un essere, la natura di un essere, il suo nucleo. Le costruzioni dei templi delle più diverse architetture sono fatte sulla base degli yantra. Anche in Europa si seguiva lo stesso concetto: la croce greca, la croce latina, forme circolari, sono tutte yantra che stanno identificando un’essenza. Per l’India antica il concetto di yantra è molto importante e come si è scoperto già da molto tempo esso è legato al concetto di mantra: mantra e yantra rappresentano lo stesso concetto, uno udibile, l’altro visibile25. 25 Mantra nella lingua vedica significa anche inno, preghiera, ma nelle successive fasi della religiosità indiana riprende il significato originario di formula magica, la cui efficacia non dipende dalla partecipazione interiore del soggetto che la pronuncia. 76 Sri Yantra Rappresentazione Cimatica del suono “OM” 77 In particolare lo Sri Yantra è legato direttamente alla famosa sillaba OM (Aum) e perciò viene considerato il più elevato degli yantra. Se da un lato lo Sri Yantra è formato da una quantità di triangoli, uno dentro l’altro, che creano una sensazione di spazio infinito, dall'altro l'OM è considerata la sillaba principale, la sillaba essenziale, il suono dell’Universo, il suono che permea tutto, la base del nostro parlare. 9.2 Masaru Emoto Masaru Emoto (江本勝 Emoto Masaru; Yokohama, 22 luglio 1943) è uno pseudoscienziato e saggista giapponese. Nato a Yokohama il 22 luglio 1943, Masaru Emoto è dottore all'Università municipale di Yokohama specializzato in relazioni internazionali. Nel 1986 fondò l'IHM Corporation a Tokio. Nell'ottobre 1992 ha ricevuto il diploma in medicina alternativa alla Open International University. Successivamente si è avvicinato negli U.S.A. Allo studio della risonanza magnetica. È conosciuto per il suo controverso pensiero sulla presunta "memoria dell'acqua", relativa al rapporto tra i pensieri umani e l'acqua ad una temperatura convenzionale di -4 °C. Egli sostiene di avere documentato con fotografie, il fatto che cristalli d'acqua assumerebbero a suo dire una forma armonicamente simmetrica o, al contrario, caotica e disordinata, in conseguenza all'inquinamento dell'acqua stessa causato dalla presunta "energia" a cui sarebbe stata esposta; sotto forma di suono (voce, musica), parola scritta (etichetta applicata a una brocca) o di pensiero. 78 Dal 1999 Emoto ha pubblicato diversi libri della stessa collana, intitolati Messages from Water (Messaggi dall'Acqua),pubblicati grazie all' aiuto della moglie Kazuko Emoto, presidentessa della compagnia editoriale Kyoikusha, contenenti fotografie di cristalli d'acqua a suo dire sottoposti al trattamento con "preghiera, musica o scritte avvicinate a contenitori d'acqua". Foto al microscopio di cristalli d'acqua ai quali sono state fatte “ascoltare” le frequenze relative al alcune note musicali 79 Le sue asserzioni sono state pesantemente criticate dalla comunità scientifica internazionale, che ha sottolineato come non esistano prove sicure in merito, come sia impossibile riprodurre in condizioni controllate i suoi esperimenti, e che Emoto, oltre a non avere competenze scientifiche, abbia avviato un'ampia attività commerciale privata, basata sulla vendita di libri e prodotti legati alle sue teorie prive di fondamento provato. Secondo il ricercatore giapponese, l’acqua avrebbe una memoria energetica, che viene sollecitata dalle vibrazioni del suono. Alcuni tipi di musica creano cristalli dalla forma disordinata (musica rock o frasi negative), mentre altre forme di musica rendono il cristallo molto bello e armonico (musica classica e frasi positive). Siccome il nostro corpo è formato per la maggior parte di acqua, diventa logica conseguenza che la musica avrebbe un’influenza anche su di noi, come d’altro canto sarebbe stato già ampiamente documentato dagli studi sulla cimatica. La comunità scientifica non ha però accolto questi studi, giudicandoli insufficienti e non scientifici. 80 Molecole d'acqua cristallizzate dopo essere state sottoposte all'ascolto della parola “grazie” (a sinistra) e di parole d'amore (a destra). Molecole d'acqua cristallizzate dopo essere state sottoposte all'ascolto di musica heavy metal (a sinistra) e di parole di odio (a destra). 81 10. Soggettività e fascino nella cimatica Per quanto Jenny abbia ribadito che i suoi esperimenti sarebbero riproducibili in altri laboratori e da altri studiosi è lampante che l’interpretazione di tali figure sia invece molto soggettiva. Alcuni articoli ipotizzano una sorgente sonora come spiegazione del fenomeno dei crop circle, sulla base di somiglianze tra le figure ottenute con questa tecnica e le immagini apparse su alcuni campi coltivati; altri spiegano come l’apparente rilevazione sul polo nord del pianeta Saturno di un esagono regolare, abbia riferimenti alle teorie cimatiche. Il fascino delle strutture che appaiono sul piatto del tonoscopio cresce poi enormemente quando al posto della sabbia o della polvere si utilizzano sostanze liquide più o meno viscose. In questo caso, non solo la materia si “struttura” grazie ai suoni, ma appare in uno stato di equilibrio dinamico. In continuo conflitto tra l’inclinazione al naturale riposo (in assenza di forze applicate) e l’eccitazione cinetica data dalle vibrazioni del piatto, le figure neogenerate, com’è ovvio, non appaiono fisse. Questo carattere mobile delle strutture cimatiche risulta talmente suggestivo che nella prefazione al primo volume di Jenny l’editore del libro confessa: “Fui particolarmente affascinato dalla stupefacente immagine di quello che appariva come un serpente, che ondeggiava lentamente sullo schermo, ma spogliato fino alle sue vertebre. Quello che c’era di così incredibile era il fatto che quello non era un rettile, e non era nemmeno vivo. Ciò a cui stavo assistendo era una piccola piscina di glicerina “animata” dal suono!” 82 L’unico caso in cui Jenny nel suo primo volume fa uso del termine “vivo” si trova verso la metà del libro: “L’organizzazione è una caratteristica non solo del suono ma anche dell’altezza della parola o della canzone. Il materiale indicatore e anche la natura del diaframma [fotografico] sono, di sicuro, altri fattori determinanti. Tuttavia, partendo dalle stesse condizioni sperimentali, la figura è una in specifico. Si può cantare una melodia e non solo sentirla, ma anche vederla. Come mostrano le fotografie, le configurazioni e le strutture organizzate sono sufficientemente evidenti. Sono lì per l’occhio, l’organo di senso umano più sensibile, sono lì per essere viste. Una configurazione appare prendere forma e, finché si continua a emettere un suono, comportarsi come qualcosa di vivo. Il respiro da solo lo fa muovere; una struttura di forme viene creata dalla fluttuazione della voce. L’occhio può anche cogliere le variazioni se la voce alza o abbassa l’intonazione. Durante intere frasi, i moduli compiono continue metamorfosi. Lo scopo di queste osservazioni è stato quello di dimostrare che tali forme e figure potevano dare origine ad un’esperienza visiva che può essere pienamente equiparata all’esperienza uditiva.” In pratica un mezzo per rendere visibile quello che solitamente si può solo udire, esattamente come si fa al giorno d’oggi in maniera molto più precisa con le spettrografie acustiche. Per dimostrare ancora una volta la natura “organizzatrice” e “vitalizzante” del suono, Jenny in una delle sue prove fece uso del caolino, un silicato di alluminio molto comune che ha l’aspetto di una tenera roccia sedimentaria simile all’argilla, usato normalmente nell’edilizia o per produrre ceramica e carta. Prima di utilizzarlo lo riscaldò e lo rese liquido, successivamente accese il tonoscopio e lasciò vibrare il piatto con sopra la soluzione ottenuta 83 che di conseguenza, si mise in moto, iniziando allo stesso tempo a raffreddarsi lentamente. Cedendo calore e acquistando viscosità il caolino passò dallo stato liquido ad uno stato plastico ed infine a quello solido, smettendo quindi di spostarsi. Questo esperimento è descritto e commentato anche dal vivo in una serie di video/documentari. Al termine del video che riproduce questa esperienza, Jenny così commenta: “Tutte queste forme, tutte queste strutture che potete vedere si sono create esclusivamente e semplicemente perché la sostanza si è solidificata sotto l’influenza delle vibrazioni”. La meraviglia dello studioso è legata al fatto che le figure createsi sono descrivibili sì come ramificazioni, che però non appaiono come forme cristallizzate, ma come architetture strutturate risultanti dalla vibrazione. Possiamo definirle delle strutture dendritiche che diventano filigrana. Ancora una volta la contaminazione interdisciplinare si ritrova nell’uso del linguaggio descrittivo. Anziché descrivere le strutture di caolino come “ramificazioni”, Jenny ricorre alla parola “dendritico”, un aggettivo appartenente all’ambito delle scienze mediche: i dendriti sono infatti le ramificazioni attraverso cui ogni cellula nervosa invia messaggi agli altri neuroni. In natura strutture di aspetto dendritico sono: alberi, strutture di ghiaccio, foci di fiumi e addirittura minerali. Questi presento la stessa forma dentritica del caolino, ma non vantano alcun rapporto di parentela o alcuna correlazione reciproca, che vada oltre una limitata somiglianza estetica. Alla luce delle personali idee filosofiche di Jenny, la scelta di utilizzare questo aggettivo in particolare non può essere considerata una semplice coincidenza. 84 Il carattere ripetibile e riproducibile dei test del medico svizzero a prima vista non sembra aver stimolato la ricerca delle leggi che governano e descrivono tali fenomeni. O per lo meno non nell’ambito della cimatica stessa, dove gli studi proseguono anche ai giorni nostri. Si potrebbe avere l’impressione che vi sia una globale indifferenza del mondo scientifico verso questo tipo di fenomeni, nonostante la cospicua quantità di dati fotografici e filmati estremamente affascinanti presenti in rete. Tuttavia questa indifferenza è solo apparente, probabilmente dovuta soprattutto anche al fatto che, a dispetto della giovane età della cimatica come disciplina, questi fenomeni in realtà sono noti alla ricerca accademica da secoli. 85 Deduzioni Chladni, per primo, aveva osservato che per una lastra di forma circolare, i reticoli nodali presentano tutti una qualche simmetria centrale; di conseguenza l'osservazione di Jenny riguardo l’emissione dell’OM è quindi perfettamente coerente con proprietà fisiche note da tempo, e non dipende affatto da quale parola venga pronunciata. Sollecitando inoltre la superficie in modi diversi si osservano di volta in volta solo alcuni degli infiniti reticoli nodali possibili. Osservando atri esempi portati da Hans Jenny, con la consapevolezza delle scoperte di Chladni possiamo quindi affermare con certezza che l'onda sonora incidente non influenza direttamente la forma delle strutture di caolino liquido, o delle altre sostanze poste sul piatto vibrante. E se intendiamo le linee nodali come un’espressione manifesta del suono, una sorta di materializzazione dipendente solo da quale frequenza si è deciso di studiare, vale la medesima considerazione. Quello che l’onda sonora con la sua specifica frequenza determina è sì il modello di disposizione dei reticoli nodali, ma tale configurazione è una conseguenza del modo in cui vibra il piatto su cui è posta la sabbia o il caolino. A loro volta le linee che si formano dipendono dal materiale di cui è costituito il piatto, dalla sua forma, dal suo spessore e dai punti non vibranti in cui è vincolato al supporto. Quindi, dato che è la vibrazione del piatto a stabilire i movimenti delle sostanze poste al di sopra, non è legittimo dedurre attraverso le teorie cimatiche qualcosa sul comportamento delle figure che si manifestano, né tantomeno ha senso cercare di interpretarlo in modo quasi prosopopeico. 86 Jenny eseguì svariati esperimenti cambiando le sostanze con cui cospargere il piatto vibrante o la frequenza sonora. Forse, se avesse usato anche piatti diversi per forma o materiale, sarebbe arrivato a conclusioni differenti. Il fenomeno della cimatica non si è esaurito con l’opera di Jenny, e i siti che oggi se ne occupano sono moltissimi. Nella maggioranza dei casi si legge che gli studi di cimatica hanno dimostrato una volta per tutte che il suono può influenzare la materia; altrettanto spesso questo è il punto di partenza per elucubrazioni che vedono nella cimatica la prova scientifica di concetti di matrice mistico/religiosa, a cui fa seguito immancabilmente la citazione dell’esperimento di Jenny sulle vocalizzazioni con l’OM. Frequentemente viene chiamato in causa Pitagora con la sua celebre frase: “la geometria della materia non è altro che musica cristallizzata ”, utile in questi contesti per giustificare una presunta analogia tra la cimatica e un qualche genere di geometria sacra. Invece, grazie agli insegnamenti di quello che è considerato uno dei padri della fisica acustica, Chladni appunto, possiamo affermare con solide basi sperimentali, che è sbagliato credere che queste figure geometriche rivelino qualcosa sull’essenza della materia vibrante, in quanto non si tratta affatto di esibire attraverso la giusta frequenza il disegno insito materia stessa, quasi si potesse usare la cimatica come l’equivalente di un esame ai raggi X che ne visualizzi la struttura interna. È oltremodo errato attribuire un potere organizzatore e modellatore al suono in sé, dal momento che è la vibrazione della piastra che permette ai disegni di apparire. Tale vibrazione potrebbe teoricamente essere indotta, con i dovuti accorgimenti, per via esclusivamente meccanica, senza l’ausilio di altoparlanti o sorgenti sonore. 87 I fenomeni fisici coinvolti nella formazione delle figure di Chladni sono, come appare a questo punto, perfettamente spiegabili con leggi fisiche note. Esperimenti di questo tipo infatti erano già stati eseguiti tra il 1630 e il 1680 da Galileo Galilei e da Robert Hooke. I lavori di Chaldni diedero un importantissimo contributo alla comprensione dei fenomeni acustici e del funzionamento degli strumenti musicali. Nonostante non si utilizzino più archetti e lastre di vetro, ma si preferiscano invece altoparlanti e piastre di metallo, la medesima tecnica è utilizzata tuttora per la progettazione e la costruzione di strumenti come il violino, la chitarra, la viola ed il violoncello. 88 Bibliografia Jenny, H., Cymatics - A Study of Wave Phenomena and Vibration, Volume 1, (1967) Jenny, H., Cymatics - A Study of Wave Phenomena and Vibration, Volume 2, (1974) Steiner, Rudolf, Anthroposophical Leading Thoughts. London: Rudolf Steiner Press, (1924) Rosenthal, R., Experimenter effects in behavioral research, New York, Appleton, (1966) Rosenthal, R., and Rabin, D B., Interpersonal expectancy effects: the first 345 studies, Behavioral and Brain Sciences, (1978) Cymatics Soundscapes - Experiments in animation with sound & vibration, (1986) Cymatics Soundscapes - part 2 - The healing nature of sound, (1986) Fabio Crepaldi - Dalla sonoterapia all'Effetto Mozart, (2011) Ernst Chladni – Discoveries in the theory of sound, (1787) 89 Sitografia http://www.pauldevereux.co.uk/ http://www.cropcirclesecrets.org/crop_circles_sound.html http://www.tokenrock.com/cymatics/cymatics_of_saturn.php 25 http://www.youtube.com/watch?v=R6lqz6fYN2Q http://www.dreamweaverhouse.org/digital_homeopathy_frequencies http://www.rexresearch.com/benveniste/benveniste.htm http://www.spiritofmaat.com/archive/mar1/cymatics.htm http://www.spiritofmaat.com/archive/mar1/cymatics.htm http://www.phys.unsw.edu.au/~jw/guitar/guitarchladni_engl.html http://vlp.mpiwg-berlin.mpg.de/people/data?id=per487 http://is-masaru-emoto-for-real.com http://www.chem1.com/CQ/clusqk.html#EMOTO http://www.cymascope.com http://www.mednat.org/new_scienza/cimatica.htm http://www.mednat.org/new_scienza/cimatica2.htm en.wikipedia.org/wiki/Cymatics http://www.unaqualunque.it/a/2540/raccontami-una-storiacimatica.aspx http://www.mauroscardovelli.com/MT/Musicoterapia/Cimatica.html http://www.cymatics.org http://adroyt.com/alva-noto-sound-architect/ 90 http://www.redbullmusicacademy.com/lectures/carsten-nicolai-listening-to-10000-khz http://blog.teachersource.com/2010/05/21/chladni-plates/ 91
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