THE TIME-BALL - Osservatorio Astronomico di Bologna
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THE TIME-BALL - Osservatorio Astronomico di Bologna
THE TIME-BALL Dal 1760, l’uso dei cronometri da marina permetteva ai comandanti delle navi di determinare facilmente la longitudine in mare. L’accuratezza dei cronometri doveva però essere periodicamente verificata, senza farli scendere dalla nave perché erano strumenti molto delicati. Una bandiera agitata, lo sparo di un cannone, una luce oscurata, un razzo acceso furono gli strumenti usati con maggiore frequenza nei porti per trasmettere il momento del mezzogiorno ai comandanti delle navi, che così potevano vedere se il loro cronometro funzionava regolarmente. Il capitano della marina britannica Robert Wauchope fu il primo, nel 1818 e nel 1824, a proporre l’uso di una time-ball per sostituire gli strumenti usati fino ad allora. La time-ball è una palla di grandi dimensioni che cade lungo un palo posto sul tetto di un edificio; era facilmente visibile da tutte le navi, sia da quelle in porto, sia da quelle in rada. Inoltre, a differenza degli altri strumenti poteva dare un preavviso per richiamare l’attenzione dei marinai. Nel 1829 la prima time-ball sperimentale fu eretta nel porto di Portsmouth; la sua caduta era controllata da un segnale visivo emesso dal Royal Naval College, che era distante un miglio. La time-ball dell’Osservatorio di Greenwich. (da: D. Howse, Greenwich Time and the Longitude, Philip Wilson, London, 1998) Disegno che mostra il funzionamento della time-ball dell’Osservatorio di Greenwich nel 1883. (The Illustrated London Almanac for 1845; da: D. Howse, Greenwich Time and the Longitude, Philip Wilson, London, 1998) Nel 1833 l’astronomo reale John Pond eresse una time-ball anche sulla torretta est dell’Osservatorio di Greenwich: “una palla sarà fatta cadere, ogni giorno, dall’alto di un palo alle ore 1 P.M. di tempo solare medio. Osservando il primo istante di questa caduta, tutte le navi del vicino fiume [Tamigi] e del porto [di Londra] avranno l’opportunità di regolare e valutare il funzionamento dei loro cronometri. La palla sarà posizionata a metà palo cinque minuti prima dell’una, come segnale preparatorio, e alzata due minuti prima dell’una.” Fu scelto di fare cadere la time-ball all’una invece che a mezzogiorno, per permettere agli astronomi di lavorare ai loro strumenti, senza l’assillo della fretta, nella determinazione del mezzogiorno. La time-ball dell’Osservatorio di Greenwich funziona ancora oggi; dal 1852 il momento della caduta è controllato elettricamente con un collegamento a un orologio campione e dal 1960 la salita della palla è stata automatizzata. L’uso del telegrafo e degli orologi elettrici permise di trasmettere il segnale orario di Greenwich ad alcune time-ball poste nel centro di Londra e distribuire a tutti i cittadini, che potevano vedere le time-ball, un segnale orario accurato e quindi regolare i loro orologi. Se la time-ball di Greenwich fu la terza a essere costruita nel mondo, la prima time-ball costruita negli Stati Uniti d’America fu solo la dodicesima. Fu eretta nel 1845 sui tetti del Naval Observatory a Washington. Essa non era utilizzata come aiuto per la navigazione, perché erano pochi i capitani che navigavano lungo il Potomac a possedere dei cronometri. Negli Usa furono sopratutto usate per distribuire l’ora ai cittadini: “Guardata dalla finestra di un ufficio, la palla chiama gli affamati a pranzo”. Gli osservatori cominciarono a vendere il segnale orario ai gestori delle time-ball, che si trovavano a New York, Boston ma anche in tante altre città. Nel 1878 l’installazione da parte della potente compagnia telegrafica Western Union di una time-ball sulla propria sede di New York produsse un fatto nuovo. forn dal Naval Observatory e ben presto Il segnale era fornito segn orario più accurato della città. divenne il segnale a sinistra, Time-ball installata sul tetto della sede di New York della compagnia telegrafica Western Union. Era formata da dodici spicchi di rame, aveva un diametro di un metro e pesava più di 56 kg. (Scientific American, 1878, da: I.R. Bartky, Selling the True Time, Stanford University Press, Stanford, California, 2000)
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